SCIENZA DELLO SPIRITO
LE SETTE DENSITA'
E L'EVOLUZIONE DELL'ESSERE UMANO
di Gaetano Pedullà
[...] Si destabilizzano i Paesi africani, vuoi con bombardamenti umanitari (il caso della Libia nel 2011 è paradigmatico), vuoi mediante forme di colonialismo monetario (il caso del franco africano), vuoi tramite forme di sfruttamento che pure si presenta incivilito in forme garbate; si costringono gli Africani allo sradicamento e alla fuga per mare e poi naturalmente bisogna aprire i porti per farli arrivare, ovvero per farli entrare nei circuiti dello sfruttamento capitalistico.Quanta cura "le anime belle del mondialismo e dell'arcobaleno permanente" [cit. D. Fusaro] pongono nel cercare di far attraccare i barconi dei deportati ai porti italiani, ma quanto schifo e che velo pietoso occorrerebbe stendere sul destino in serbo per loro, totalmente ignari del loro incerto futuro!
"Negli anni Novanta si parlava ancora di immigrati e di emigrati. C'era la figura dell'immigrato che arrivava a Torino dal sud o dal Veneto e che si re-integrava nel territorio, si ri-territorializzava 'Immigrato' o 'emigrato' era chiarissimo in questa espressione sia la direzione in cui ci si muoveva, sia - come suggeriva il participio passato - il compiersi di un'azione al termine della quale ci si ri-teritorializzava. Oggi, dagli anni Duemila, più o meno, non si parla più di immigrati o di emigrati; si parla di migranti. Il participio presente è interessante, perché intanto allude a un movimento il cui termine non avviene mai, a differenza dell'immigrato o dell'emigrato. Il migrante è sempre in movimento e non vi è una direzione. Il migrante si muove senza direzione. L'idea è quella per cui l'uomo forgiato dal processo turbo-capitalistico e liquido finanziario è esso stesso un migrante apolide che non ha direzione. Si muove di moto browniano nel piano liscio del mercato globale e non si ferma mai. Oggi l'obiettivo della ingegneria del mondialismo è quello non di integrare i migranti, come dice l'anima bella arcobalenica; l'obiettivo è di rendere come i migranti quanti ancora non lo siano. L'obiettivo non è di integrare loro, ma di rendere come loro anche noi. Molti dei nostri giovani vivono già come migranti: cervelli in fuga, le esperienze Erasmus: nobilitata perché sono le chances della mondializzazione che ti permette con la laurea in ingegneria di andare a fare il lavapiatti a Berlino o a Londra. Molta parte di quello che sta avvenendo rientra in questa logica. Siamo già tutti migranti: precari lavorativamente, nomadi dell'esistenza, privati di cittadinanza e, di più, indotti a pensare che questa sia un'esperienza glamour, cool... [...] Significa dunque generalizzare la condizione di chi è senza diritti, di chi è sradicato e deterritorializzato per sempre."
"Abbiamo pagato ai Curdi molti soldi; hanno ricevuto l'equipaggiamento per continuare a fare la guerra in Siria... (Non dobbiamo dimenticare che i Curdi sono stati finanziati e armati insieme all'ISIS dagli Stati Uniti perché insieme avevano il compito di destabilizzare e rovesciare il governo di Assad)... [...] "ma è tempo per noi di uscire da queste ridicole guerre infinite, molte di loro tribali e portare i nostri soldati a casa", scrive Trump, che ribadisce: "Combatteremo solo dove sarà beneficio per noi e combatteremo solo per vincere".
"La Turchia è in prima linea in questa regione molto volatile. Nessun altro alleato ha subito più attacchi terroristici della Turchia; nessun altro è più esposto alla violenza e alla turbolenza proveniente dal Medio Oriente"
"Come già precedentemente ho affermato con forza e ora lo ripeto: se la Turchia farà qualcosa che nella mia grande e impareggiabile saggezza ritengo superi i limiti, distruggerò totalmente e annienterò l'economia della Turchia. [...] Gli Stati Uniti hanno fatto più di chiunque si potesse aspettare, compresa la conquista del 100% del Califfato e adesso è tempo per altri nella Regione di proteggere il loro territorio".Questa è la risposta di Trump, inequivocabile, contro il deep State e la NATO.