giovedì 29 ottobre 2020

NON PRAEVALEBUNT!





Il mondialismo
si prepara a far fallire l'Italia
e a instaurare 
la legge marziale nel Paese

di 

CESARE SACCHETTI



Una marea umana invade le strade di Napoli. Sono i giorni che probabilmente passeranno alla storia come i moti di Napoli. La città partenopea è stata la prima in tutta Italia a ribellarsi al coprifuoco e alle altre chiusure che non avranno altro effetto che quello di mettere definitivamente in ginocchio il Paese. 
In queste ore, sta diventando virale un video che forse incarna al meglio l'anima di questa protesta.
Un ragazzo ripresosi con un telefonino mostra di aver compreso alla perfezione l'inganno in corso.
Si rivolge a De Luca e gli chiede qual è quel misterioso virus che risparmia i milionari giocatori della serie A, che sono esonerati dal portare mascherine e stare distanti, mentre stranamente sarebbe in grado di uccidere tutti coloro che invece scendono a manifestare in strada contro la dittatura.
Se il pensiero di quel ragazzo rappresenta davvero la maggioranza dei napoletani che sono scesi per le strade, allora si può davvero parlare di un risveglio.
Dopo mesi di torpore e di cieca e insensata obbedienza, qualcosa finalmente inizia a muoversi.
Qualcuno ha fatto notare che c'è il rischio che la protesta pacifica possa essere strumentalizzata così poi da poter scatenare una repressione ancora più severa.
Il rischio c'è, ma è altrettanto vero che il popolo in tutto questo arco temporale è stato lasciato senza guida.

Quando si è privati del pane e non si ha più altra alternativa, la prima reazione istintiva è quella di scendere per le strade e gridare tutta la propria frustrazione.
Ora il passo successivo sarebbe quello di fare in modo che la dissidenza nei confronti del regime diventi parte del vivere quotidiano.
La dittatura è fondata sostanzialmente sulla paura del virus "letale". Se tutti quanti iniziano progressivamente a capire che là fuori in realtà non  c'è un pericoloso agente patogeno, l'illusione della pandemia si spegne istantaneamente.
La forza di questo regime risiede sostanzialmente nel controllo del pensiero delle masse. I mass media, come disse un sociologo del secolo scorso, Marshall McLuhan, non assumono altro che questa funzione.
Servono sostanzialmente a decidere cosa devono e non devono pensare le masse.
Esiste tuttavia la possibilità di sottrarsi a tutto questo. Se si spengono i media si può uscire dalla caverna di Platone e vedere che il mondo reale non è quello raccontato dai media.
Napoli è già riuscita da sola a scuotere la nazione intera e a dare l'esempio al resto d'Italia. Se riesce a fare questo altro piccolo miracolo, questa città può risvegliare tutti dall'ipnosi collettiva che da troppo tempo tiene prigioniere le masse.
Se si smette di avere paura del virus, si smette di portare le mascherine. Se non si portano più le mascherine, vengono minate le basi stesse della dittatura.
Se tutto questo diventa un'azione quotidiana e costante che si allarga a macchia d'olio tra il popolo, si mette in moto il meccanismo contrario dei mesi scorsi.
Si può condurre gradualmente la popolazione a non avere paura. La dittatura è riuscita ad andare avanti fino ad ora perché ha diviso le masse.
Ha invitato i cittadini ad aggredirsi gli uni contro gli altri, mentre proseguiva indisturbata la distruzione del Paese.
La chiave di tutto sta nel capovolgere questa situazione. Unire ciò che il regime vuole separare.


Il mondialismo vuole la morte 
dell'Italia

Il sistema sta facendo di tutto per sferrare il colpo di grazia al Paese. Questa non è una guerra al virus, ma all'Italia e al suo popolo.
L'operazione coronavirus è stata certamente concepita per trascinare il mondo verso il governo unico mondiale. Il Nuovo ordine Mondiale sta procedendo a tappe forzate per arrivare a questo scopo.
Per poter giungere alla realizzazione finale di questo obiettivo, deve però prima essere colpita a morte l'Italia.
Questo Paese sin dal principio è stato usato come laboratorio "privilegiato" del Nuovo Ordine Mondiale.
La ragione risiede nella sua imprescindibile importanza spirituale ed economica.
L'Italia è la culla della cristianità mondiale per il solo fatto di ospitare da 2000 anni sul suo suolo la Chiesa cattolica.
Il futuro supergoverno mondiale che le élite vogliono ad ogni costo sarà fondato su una religione misterica ed esoterica che perseguiterà soprattutto i cristiani.
La vera natura di questo piano è dunque inevitabilmente e profondamente anticristiana. E' per questo che ormai il culto del satanismo sta esplodendo in ogni angolo del globo.
Tanto più si espande la religione di Satana, tanto più si avvicina il compimento del totalitarismo globale.
Negli Stati Uniti, si imbrattano i muri della cattedrale con scritti inneggianti a Black Matter e a Joe Biden.
Tra gli esponenti di questo movimento terroristico finanziato, tra gli altri, da George Soros e dai piani alti dell'establishment americano, ci sono persone che dicono chiaramente di richiamarsi al culto di Satana.
Patrisse Cullors, una delle sue fondatrici, ha dichiarato senza pudori di essere una occultista.
La stessa operazione coronavirus è colma di richiami al numero 6, che ha un preciso significato nel mondo del satanismo.
In alcuni stati americani è stata imposta la distanza di 6 piedi.
In Italia, è stato imposto di non superare le sei persone nelle case e di non essere in più di sei al ristorante.
Recentemente sono stati installati dei semafori T-Red a Milano e Torino e la sanzione prevista per i trasgressori arriva fino a 666 euro, un numero che richiama apertamente il simbolo della Bestia, colui che nell'Apocalisse sarà a capo del Nuovo Ordine Mondiale.
I riferimenti a questa numerologia stanno diventando semplicemente troppo frequenti per essere liquidati come mere coincidenze.
La tempesta anticristiana sta dilagando ovunque.
Lo stesso uomo che siede sul soglio pontificio oggi è un apostata che rinnega il Vangelo e le sacre scritture, giungendo persino a chiedere il riconoscimento delle unioni civili omosessuali.
Questa epoca storica dunque non è altro che la esteriorizzazione della gerarchia citata da Alice Bailey, una delle presidenti della società teosofica, che ricorse a questa espressione per scrivere un saggio nel quale profetizzava il pubblico riconoscimento del culto esoterico e satanico nell'avvento del Nuovo Ordine Mondiale.

David Spengler, altro noto esponente della New Age e membro delle Nazioni Unite, disse chiaramente che per entrare in questa nuova società mondialista, sarebbe stato indispensabile aderire al culto di Lucifero, pena l'esclusione dal nuovo mondo satanico.
Questa è la vera natura del mondialismo e quanto sta accadendo in questi giorni non è altro che la conseguenza di un piano e di un disegno politico, religioso ed economico che affonda le sue radici già dai tempi del secolo dei lumi.

L'Italia si trova nel mirino di questo piano perché questo Paese, seppur già gravemente ferito, non è stato ancora annientato interamente.
Per arrivare alla fase successiva occorre distruggere  definitivamente questa nazione che nei piani delle élite dovrà essere sacrificata sull'altare degli Stati uniti d'Europa. 
Per poter andare avanti con questa operazione terroristica, occorre alimentare ad ogni costo il clima di falsa emergenza.
Il presidente dell'ordine dei medici ha invitato i cittadini a stare a casa.
Massimo Galli, del sacco di Milano, ha annunciato che si sta per combattere la "battaglia di Milano".
La classe medica al sevizio del regime si sta dunque prestando nuovamente per continuare a costruire un clima di guerra che nella realtà non esiste.
Il sistema vuole provocare un'ondata di fallimenti ancora più enorme di quella che si è vista lo scorso marzo. Nella bozza del nuovo dpcm si profila la chiusura generale alle 18 per bar e ristoranti. 
Se ciò dovesse accadere, verrebbe spazzato via definitivamente l'intero settore della ristorazione che è uno dei più rilevanti per l'economia nazionale [Naturalmente ci siamo già arrivati n.d.r].
Il governo fantoccio, aiutato da una falsa opposizione, non sta facendo quindi altro che eseguire l'agenda prevista dalla massoneria per l'Italia. L'obiettivo è la svendita delle piccole e medie imprese, la spina dorsale economica dell'Italia, a favore dei grandi capitali stranieri, in modo particolare di quelli cinesi e delle élite mercantilistiche tedesche.
Si deve radere al suolo il Paese e metterlo all'asta per poterlo ridurre nelle condizioni della Grecia.
Solo così potranno nascere gli Stati Uniti d'Europa: uccidendo l'Italia. Winston Churchill lo spiegò chiaramente già nel 1950.
Il governo mondiale, la cui cifra imprescindibile sarà l'autoritarismo, vedrà la luce soltanto quando l'Europa sarà unita sotto la veste politica del superstato europeo che sarà una impostura della vera Europa greco-romana e cristiana.
Gli Stati Uniti d'Europa non saranno dunque altro che l'antitesi della vera Europa.


La violenza è la condizione innata
del Nuovo Ordine Mondiale

Tutto questo potrà nascere solo all'insegna della repressione. Il mondialismo infatti non ha altro modo di continuare se non quello di ricorrere alla violenza.
La ragione sta nella sua stessa natura. La visione globalista è antistorica e antiumana. Questa si propone di rimuovere con la forza l'identità delle singole nazioni per poterle fondere in una unica torre di Babele mondiale senza identità e senza storia.
Vuole sostanzialmente fondere ogni singolo sistema politico, religioso, economico e culturale in un unico grande contenitore sovranazionale e l'unico modo che ha per poterlo fare è estirpare le culture nazionali.
La violenza è dunque la condizione naturale sia del mondialismo sia dei suoi succedanei, l'Unione Europea prima e gli Stati Uniti d'Europa poi.
Ecco perché aleggia già lo spettro della militarizzazione dell'Italia. Il Quirinale ha convocato il Consiglio supremo di difesa per il prossimo 27 ottobre. All'ordine dei punti del giorno, è stato inserito esplicitamente quello di discutere la cosiddetta "emergenza sanitaria".
Si parla della possibilità di dichiarare lo stato di guerra per poter così far scendere l'esercito per le strade. 
Il governo fantoccio ed eversivo ha il mandato di far scoppiare una crisi economica di proporzioni enormi, tale da ricordare per gravità quelle della seconda guerra mondiale.
Sanno perfettamente che i fallimenti a catena innescheranno un'ondata di violenza e rivolte.
Le persone in preda alla disperazione non avranno più alternativa se non quella di ribellarsi in massa. La manu militari è dunque l'unica via per poter sedare le rivolte di popolo. L'autoritarismo è pertanto lo sbocco finale del disegno autoritario globale. Il sistema dunque si appresta a provocare una enorme crisi per poi poter proporre la sua "soluzione". 
A finire il lavoro di uccisione del Paese non sarà con ogni probabilità Conte, ma Mario Draghi che sarà rappresentato come un falso messia dai media, ma che verrà con il compito preciso di procedere alle svendite del Paese e all'attivazione del MES, il cavallo di Troia dell'Unione europea. Draghi è uno specialista assoluto in questo campo dal momento che fu proprio lui a liquidare a prezzi di saldo i gioielli dell'industria pubblica italiana a bordo del Britannia.
Il 2020 dunque rischia di essere un 1992 di proporzioni devastanti.


Il mondialismo vuole fare in fretta
prima che Trump colpisca

Tutto questo sta accadendo ad una velocità incredibile. Le élite vogliono sbrigarsi e la ragione sembra essere principalmente una. Gli Stati Uniti sotto la presidenza Trump non sono partecipi in questo piano. Sono la forza che e impedisce la realizzazione. 
L'amministrazione Trump ha messo fine a quello che sostanzialmente è stato uno dei perni dell'ordine liberale internazionale, ovvero il blocco euro-atlantico.
Sono stati gli USA infatti dal dopoguerra in poi il Paese che si è fatto garante dell'esecuzione del progetto europeo. 
Fu il deep state di Washington a finanziare i gruppi che già negli anni Cinquanta costituirono le basi della futura Unione europea.
L'America è stata per più di settant'anni la nazione che ha avuto il compito di portare avanti la realizzazione del futuro ordine mondiale.
La presidenza Trump ha portato l'America invece ad essere la forza che più si sta opponendo al piano del mondialismo.
E' per questo che le élite sembrano avere particolarmente fretta. Si vuole accelerare il processo di disgregazione dell'Italia e la sua morte economica per poter favorire la nascita degli Stati Uniti d'Europa e della futura dittatura mondiale.
Il Nuovo Ordine Mondiale al momento sta puntando tutte le sue carte sulla Cina e sull'UE che dovrà essere riconvertita negli Stati Uniti d'Europa.
Ma senza la prima potenza economica e militare, il mondialismo difficilmente potrà vedere la luce. Ecco perché le élite stanno cercando disperatamente di forzare la mano. Sono perfettamente consapevoli che il loro candidato alla Casa Bianca, Joe Biden, ha scarse chances di vittoria contro Trump. Così come sono allo stesso tempo consce che se Trump si aggiudica un altro mandato, inizierà una pesante controffensiva contro lo deep state.
Il presidente americano a questo proposito è stato chiaro. Lo spygate dovrà andare fino in fondo e se Barr non è disposto a rinviare a giudizio Obama e Biden, sarà qualcun'altro a farlo.
L'esplosione di questo scandalo non potrà non toccare l'Italia e la sua corrotta classe dirigente che ha avuto un ruolo chiave nel complotto per impedire a Trump di diventare presidente quattro anni fa.
Ora si è aggiunta una vicenda potenzialmente dalle conseguenze ancora più esplosive per l'establishment del partito democratico americano.
Sul portatile del figlio dell'ex vicepresidente Biden, Hunter, sembrano essere state trovate immagini pedopornografiche.
La famiglia Biden potrebbe essere coinvolta in una rete di pedofilia internazionale tale da far rotolare le teste di nomi eccellenti a Washington e in Europa.
Trump dunque in questo momento rappresenta la più grave minaccia contro il sistema ed è per questo che il Nuovo Ordine Mondiale vuole accelerare per avanzare verso il suo disegno finale.
Si sta per combattere l'ultimo atto di una battaglia il cui esito deciderà il destino del mondo intero.
La battaglia dei figli della luce contro i figli delle tenebre di cui ha già parlato monsignor Viganò.
In mezzo a questo scontro epocale c'è l'Italia che è al centro di una offensiva feroce e senza precedenti. Qualsiasi cosa accada, l'Italia e il popolo italiano dovranno stringersi intorno all'esempio di Napoli. Solo la solidarietà potrà aiutare il Paese a sopravvivere. Solo la solidarietà potrà permettere al Paese di resistere alle forze oscure che vogliono la morte di questa nazione, culla dell'Occidente romano e cristiano.


fonte: lacrunadellago.net il blog di Cesare Sacchetti






FIRENZE
:
LA POLIZIA CARICA I CITTADINI 
CHE MANIFESTANO PACIFICAMENTE
 


LAVORATORI, ESERCENTI, 
RISTORATORI, CASSINTEGRATI, ROVINATI 
E IMPOSSIBILITATI A SOPRAVVIVERE
DA UN GOVERNO CORROTTO E CRIMINALE
 
VENGONO DESCRITTI DAL MAINSTREAM 
COME "FASCISTI"!
 
DISSONANZA COGNITIVA NEO-LINGUA
GLI STRUMENTI DEL POTERE


...MA NON CE LA FARANNO!


 
 

A TARALLUCCI E VINO, GIOCANO A DADI CON IL NOSTRO DESTINO


A TARALLUCCI E VINO

 
GIOCANO A DADI CON
IL NOSTRO DESTINO

Dinaweh


Mentre loro scherzano e ridono, giocando a dadi con il destino dei popoli, l'Europa e il mondo vanno a rotoli: le piccole e medie imprese chiudono, tutti i comparti dell'economia reale falliscono, si continua a terrorizzare la gente attraverso un mainstream criminale e bugiardo con la scusa di un virus che ha fatto meno morti dell'influenza dell'anno scorso, se si escludono dalla lista funebre quelli "uccisi" con le intubazioni ad oltranza della primavera scorsa, complice il vaccino anti-influenzale addittivato del virus Sars-cov2 che gli ignari bresciani e bergamaschi si sono fatti iniettare in massa, dopo il battage ossessivo e ipnotico promosso da Big Pharma attraverso le televisioni e i media del mainstream nazionale.

A guardarli bene quei due scannapopoli, sembra che si divertano parecchio: danno l'impressione di essere come il gatto e la volpe nella fiaba di Pinocchio. E' come se eseguissero un compito loro assegnato, con la spocchia di chi è sicuro di non essere sgamato, immune da ogni atto d'accusa contro la propria persona, protetto dai loro stessi padroni, alla faccia dei popoli che dovrebbero difendere e rappresentare. C'è in verità in atto una vera e propria guerra contro i popoli dell'umanità intera. 
Bande di criminali in giacca e cravatta che muovono i fili dei loro burattini stanno portando avanti i loro piani (Agenda 2021-30) per ridurre la popolazione ad un ammasso indistinto di robot transumanizzati, secondo quanto ci hanno fatto già vedere in tanti dei loro show spiattellati in vetrina attraverso le televisioni di tutto il mondo, come hanno fatto durante la cerimonia di apertura dei Giochi olimpici di Londra del 2012 o durante l'inaugurazione del tunnel del San Gottardo, al confine tra la Svizzera e l'Italia, il 1 giugno 2016. 

Ma la sensazione è che questa foto sia già "sbiadita" dal tempo, considerando che da quando l'avvocatino così provinciale nei modi e nelle maniere era stato immortalato in tal postura, in ossequioso atteggiamento a Frau Merkel, ne sia già passata di acqua sotto i ponti e crediamo che il signor avvocato abbia ultimamente ben poco da ridere. 
Del resto tutti i complici tentativi per far fallire l'Italia secondo quanto dettatogli dal Protocollo trans-nazionale europeo con promesse di soldi che non arriveranno mai o che, se arriveranno, saranno da restituire con interessi da usura, lacrime e sangue, sono sotto gli occhi di tutti; anche di chi finora ha dormito sonni tranquilli e che si sta svegliando con il formicolio alle gambe e le ossa già rotte, mentre sta cominciando a togliere dagli usurati balconi il triste tricolore con la patetica frasetta "ANDRA' TUTTO BENE"...


Cosa rimane...

Rimangono le mascherine sulla faccia dei sudditi a ricordare loro che, come scriveva George Sorel, la funzione del mito non è tanto quella di dire la verità, ma che il mito funzioni e che la gente ci creda. 
Lo stesso famigerato CTS (comitato tecnico-scientifico) ha dichiarato, in totale 'inconsapevole' ottemperanza alle considerazioni del pensatore francese, che le mascherine non servono a niente anzi, che sono persino dannose alla salute di chi le porta, ma che sono "un simbolo" e, fosse solo per questo motivo, sono da imporre all'intera popolazione, punto e basta! 
Simbolo de che, verrebbe da chiedersi? Lascio la risposta alla vostra creatività e fantasia...
Rimane la stanchezza, la disillusione, la fatica delle persone; rimangono nel ricordo di ognuno di noi tutti quelli che non ce l'hanno fatta e che si sono suicidati per non essere riusciti a sostenere il peso dei debiti, l'onta del fallimento, a causa di quella che già molti osservatori hanno definito "la truffa del secolo", descritta dal terrorismo mediatico come pandemia. Persino l'OMS ha ritratto la definizione di "pandemia" in relazione a quella che a tutti gli effetti rimane una "epidemia virale", con il suo decorso che ha il suo picco fino al suo totale esaurimento.


Non tutto è perduto...

Le notizie degli ultimi giorni e delle ultime settimane fanno ben sperare che sempre più persone aprano gli occhi, non solo perché questi decreti liberticidi hanno messo loro le mani nel sangue e nel portafoglio, ma perché finalmente si accorgano di essere vissuti fino ad ora come schiavi, ora che quella parvenza di libertà non gli è più nemmeno concessa e garantita dagli stessi politicanti che avevano votato, verso i quali avevano riposto tutta la loro fiducia secondo l'odioso e nefasto principio della delega, che poi altro non era: "io faccio un favore a te, tu fai un favore a me".
La speranza è che la privazione delle libertà individuali che stiamo vivendo, il continuo e costante calpestamento della Costituzione da parte di politici nominati e non eletti, la perdita della libertà di scelta di cura e di pensiero, il continuo terrorismo mediatico (le vere fake news), scuotano alle fondamenta le coscienze, perché per la prima volta possano non più "chiedere", ma "rivendicare" i loro diritti fondamentali; non più per elemosinare un lavoro da schiavi, ma perché imparino a rendersi creatori, veri signori ciascuno della propria vita, senza più delegare la  felicità a chi non gliela darà mai, in cambio di un'esistenza fatta di solo lavoro, tasse e bollette da pagare, salvo poi essere esclusi dalla vita sociale non appena, pensionati, non serviranno più.


Essere giovani: uno stato dell'essere...

Tutto questo sconcerto lo urlano soprattutto i giovani che ieri ho visto scatenare con slogan rabbiosi la loro frustrazione in piazza, in una delle tante piazze d'Italia che si sono animate per dire basta a questa pantomima criminale, voluta dalle élites con la scusa del virus, che tiene senza fiato - è proprio il caso di dirlo - intere generazioni, famiglie, singoli individui e aziende ormai al tracollo. I giovani non hanno più futuro; sanno di non contare nulla, non vengono ascoltati dai genitori, non vengono capiti dagli insegnanti, non sono considerati dai politici; e ora sono stati privati di quel poco che era rimasto a loro disposizione: la scuola e l'università per i più fortunati, i luoghi di aggregazione come i centri e le società sportive, le palestre, le discoteche, i pub, le piazze...
Negli occhi di alcuni di loro ieri sera ho visto però ancora la speranza, la luce e il bagliore tipici dell'età, la voglia di sorprendere e di sorprendersi ancora di fronte alla vita, verso la quale i loro occhi, le loro anime sono ancora attaccate e fedeli, seppur con tutte le ovvie contraddizioni. Ho visto in alcuni di loro la distaccata osservazione di quella piazza, come attraverso uno sguardo disincantato, non per questo spento o totalmente disilluso; ho intravisto nelle loro pupille luminose come se scorgessero altre vie, come se avessero da suggerire altri parametri di lettura della realtà, come se intravvedessero altre visioni non ancora scritte, non ancora calpestate, sperimentate, percorse, ma che loro stessi sapranno prima o poi donare al mondo. 


Un'altra vita è possibile

Ognuno di noi può riprendersi in mano la propria vita e, alla fine, forse questo è un momento davvero prezioso per tutti, che può creare una spinta nuova in ognuno di noi, un momento di revisione profonda di tutte le credenze e i falsi valori a cui abbiamo dato voce e nutrimento, spesso perdendoci. Ora possiamo ritrovarci, scoprire delle vie diverse e cercare la felicità come primo e assoluto valore per noi stessi e per le persone che amiamo.
Ieri un'amica conosciuta per la prima volta in quella piazza mi ha detto di essere stata contenta di aver conosciuto me e la mia compagna, di aver sentito una spinta dentro che andava verso se stessa, forse per la prima volta con una carica così forte!


C'è solo la strada...

Mi piace ultimare questo breve scritto proponendo l'ascolto di una delle canzoni più significative di un Grande della musica cantautorale italiana "C'è solo la strada" di Giorgio Gaber. Mi sono chiesto cosa farebbe lui se fosse ancora tra noi in questa situazione paradossale: la risposta me la sono data ascoltando di nuovo la sua canzone...
Trovo che quello di cui parla sia quanto di più attinente e coerente con ciò che molti di noi in Italia, in Europa e nel mondo stanno sperimentando in questi giorni affannosi: la bellezza di incontrarsi per la strada e nelle piazze. Vi ricordate le piazze di Santiago del Cile soltanto un anno fa? O le strade di Francia con i Gillet Gialli? Pur nel grave momento per quelle popolazioni sembrava di scorgere un manifesto alla solidarietà, alla socialità perduta che questa tecnologia manipolatoria dei "social" (mai nome è stato meno appropriato, volutamente!) ci ha strappato tenendoci più lontani, più separati, più divisi, persino da noi stessi.
Ciò che stiamo subendo ora cos'è infatti, se non il parossismo di questa separazione pianificata a tavolino da secoli dalle élites? Il distanziamento sociale, la didattica a distanza, le videoconferenze non sono altro che la celebrazione ultima della "diabolica" genìa del Male: "dià-ballein" in greco antico vuol dire proprio "separare", "disunire", "dividere". Il diavolo è per antonomasia colui che separa. Separa l'anima da se stessa, l'uomo dall'uomo, l'uomo dalla donna, l'uomo dalla natura. Viene da pensare che questi signori che governano il mondo siano davvero i suoi fedeli servitori. 
Tuttavia...NON PRAEVALEBUNT!

Dinaweh






    
 😊
   
      

 

lunedì 26 ottobre 2020

"I FORZATI" SEPARATI



I "FORZATI" 

S  E  P  A  R  A  T  I


 

Dinaweh


Tutto questo è normale?
No, ma sembra che vogliano imporcelo.
Nuova norma di convivenza tra cyborg vuole nuove regole, distanziamento sociale, mascherine, disinfettanti asettici, DAT (didattica a distanza), chiusure anticipate di bar e ristoranti, coprifuoco, isolamento coatto in cella di rigore, autocertificazioni comprovanti solo motivazioni ammesse per spostamenti in assetto di guerra e, dulcis in fundo, cosa fa il facente funzioni di presidente della "Republic of Italy S.p.A."? Convoca il Consiglio Supremo di Difesa al Palazzo del Quirinale per martedì 27 ottobre 2020 alle ore 17!
In realtà è già trapelato - per vie traverse - che il facente funzioni pro tempore di "presidente del Consiglio" della suddetta Republic abbia già deciso di imporre un secondo "coprifuoco prolungato" [H24] dal 2 novembre per quindici giorni e poi chissà, altri quindici, un mese, due, o persino a tempo indeterminato! 

Questo è il mondo che ci stanno preparando: atomi atomizzati indistinti e virtuali in due dimensioni che comunicano dagli schermi piatti di un computer o di uno smartphone, a tempo indeterminato! 
Il piattino servito sta prendendo sempre più forma e sostanza. Tra non molto avremo l'esercito nelle strade, come previsto da copione. A Davos hanno già pianificato tutto, proprio tutto: scontri di piazza, disordini, disoccupazione, esasperazione di chi sempre più velocemente sarà costretto a chiudere attività, impoverimento generale, vaccinazioni forzate, sfoltimento della popolazione considerata in eccesso e pericolosa, campi di detenzione dei resistenti, blocco della produzione e della distribuzione alimentare, carestie, disoccupazione generale, esproprio delle proprietà individuali in cambio di un sussidio generalizzato per tutti, secondo le loro regole e a determinate condizioni. 

Benvenuti nel Nuovo Ordine Mondiale!
 
La gente comincia a ribellarsi e ad essere stufa delle limitazioni alla propria libertà ma, invece di "chiedere" scuola  e lavoro ai propri aguzzini, dovrebbe voler uscire da quelle stesse gabbie che l'hanno imprigionata per eoni e rivendicare a se stessa la dignità di Esseri Umani liberi e indipendenti, dovrebbe poter pretendere la libertà di scelta di fronte ad ogni singola sfida la vita le presenti, dovrebbe smettere di delegare la propria esistenza nelle mani di politicanti furfanti e maggiordomi di altri poteri, usando il proprio discernimento e dichiarando il primato della propria coscienza. Questo e soltanto questo farà la differenza tra chi farà il salto in quarta dimensione e quelli che continueranno a lottare, a supplicare, a chiedere, a usare violenza o a mettersi supini nelle mani di altri, illudendosi di trovare quella libertà tanto agognata, mentre rimarranno ancora imprigionati in una dimensione sempre più densa e conflittuale.
Le difficili giornate che seguiranno ci metteranno sempre più di fronte a noi stessi e non sarà davvero più possibile far finta che le cose vadano bene o che tutto possa tornare come prima. 




Con l'esplosione dell'epidemia avevamo avuto una grande occasione per comprendere che non era più possibile continuare a vivere come prima, sfruttando indiscriminatamente le risorse del pianeta, e non l'abbiamo fatto: vi ricordate come erano pulite le acque della Laguna di Venezia e quanti animali si avvicinavano alle nostre strade e alle nostre case? 
Più recentemente abbiamo avuto più di un'occasione per non sottostare a delle regole che vanno contro il buonsenso e la Costituzione; avremmo potuto sottrarre i nostri figli ad una scuola-lager che non può più considerarsi "scuola", e non l'abbiamo fatto... Potevamo, in tempi non sospetti come oggi, opporci e non accettare l'obbligo di vaccinare a bomba i nostri piccoli sin dalla più tenera età per colpa di una legge liberticida, causando loro danni di ogni genere, dall'autismo  alle malattie autoimmuni, fino alla morte, e non l'abbiamo fatto.
La posta in gioco si è per forza alzata! Il processo di risveglio delle coscienze non può più essere una carezza sul viso, ma un cazzotto nello stomaco per tutti. Non comprendere i segni che ci vengono dati 'con le buone' per crescere in scienza e coscienza significa necessariamente poi doverli comprenderli 'con le cattive'. La legge dell'Evoluzione infatti è inesorabile e non fa sconti per nessuno.




   


sabato 24 ottobre 2020

HERBST, ITALIEN KAPUTT!

HERBST,ITALIEN KAPUTT

(PROSSIMO AUTUNNO, ITALIA KAPUTT!)




Prima la guerra civile, 
poi il governo Draghi: in autunno
il mondialismo darà 
l'assalto finale all'Italia

Cesare Sacchetti


Se si dà uno sguardo all'ultima indagine della banca d'Italia sulle condizioni economiche del Paese dopo il Covid, si avvertirà probabilmente un brivido freddo che percorre la schiena.
Il 55% degli Italiani si trova ad un passo dalla soglia di povertà. Un terzo delle famiglie italiane tra tre mesi non avrà più sufficienti riserve. L'ossigeno finirà in autunno e molti non avranno più nemmeno le risorse necessarie per comprare il pane.
Quella che sta per arrivare è un'ondata tale che trascinerà il Paese in un vortice di caos e violenza mai visti dalla fine del secondo conflitto mondiale.
Cacciari, uomo da sempre vicino agli ambienti globalisti, non ha avuto pudori nel descrivere ciò che sta per arrivare in Italia. Le sue parole infatti non lasciano spazio a dubbi. "In autunno la situazione sociale ed economica sarà drammatica con pericoli per l'ordine sociale. Per stare a galla, il governo dovrà coprirsi dietro il pericolo della pandemia e tenere le redini in qualche modo. Una dittatura democratica sarà inevitabile".
A parte la definizione "dittatura democratica", è chiaro a cosa si sta andando incontro.
E' uno scenario da guerra civile, accuratamente voluto e preparato dal governo e dalle élite internazionali che lo dirigono.

L'attenzione del pubblico è stata interamente rivolta contro un virus che ad oggi non è stato in grado  di fare più morti nel mondo della comune influenza stagionale, al netto di tutte le falsificazioni fatte sui numeri.
Mentre le masse sono state magistralmente, e in maniera criminosa, fatte mettere le une contro le altre per quello che riguarda l'Uso dei guanti e mascherine, il regime è andato avanti e ha portato una sospensione delle libertà personali senza precedenti dal 1945.

Per il momento sembra che la prevista proroga dello stato di emergenza non ci sarà, ma ciò non cambia purtroppo nulla rispetto allo scenario che sta per arrivare.
La crisi ci sarà e sarà devastante, così come le possibili rivolte. E' a quel punto che la proroga oggi messa nel cassetto potrebbe essere ritirata fuori domani, per portare ad un'altra durissima repressione.
Il pretesto sarà ancora una volta il Covid-19 e su questo avranno un ruolo fondamentale i media nel regolare al massimo la manopola del terrore del virus.
In quel momento, il punto massimo di rottura sarà probabilmente raggiunto e il rischio di tumulti sarà estremamente elevato.
Ecco perché il virus serve. Serve a mantenere in vita il colpo di Stato consumatosi lo scorso gennaio.


Perché il mondialismo vuole
distruggere l'Italia

a questo punto ci si chiede perché le élite mondialiste che stanno coordinando in diverse parti del mondo uno scenario di dittatura globale, si siano accanite così tanto in modo particolare contro l'Italia.
Come già spiegato in altre occasioni, l'Italia assume un ruolo importantissimo nelle strategie esecutive del nuovo ordine mondiale.
L'ex agente dei servizi segreti britannici, John Coleman, nel suo libro "Il comitato dei 300", denunciò come la morte del Paese fosse stata decretata molti anni prima da uno dei circoli più importanti del mondialismo, il comitato dei 300 che a sua volta controlla fermamente il Club di Roma, fondato da Aurelio Peccei, uomo degli Agnelli, e il club Bilderberg, un altro gruppo globalista del quale fanno parte tra gli altri l'attuale capo della task force del governo, Colao.
L'attacco all'Italia ordinato da questi gruppi sovranazionali si è articolato principalmente su due piani.

Il primo è di natura prettamente spirituale e religiosa.
L'Italia rappresenta dai tempi della sua fondazione la cristianità. Per arrivare ad un governo unico mondiale fondato su una nuova religione globale, in tutto e per tutto simile al culto misterico e gnosticista praticato dalla massoneria, occorre prima colpire al cuore il Paese che ospita e custodisce la tradizione fondante del cristianesimo, ovvero l'Italia.
L'infiltrazione degli ambienti progressisti dentro la Chiesa cattolica e il pontificato di Bergoglio sono in questo senso l'esempio più vivo della strategia di secolarizzazione e scristianizzazione perseguita dalle élite contro l'Italia.

Il secondo è di natura prettamente economica, ed è subordinato al primo in quanto a importanza.
La deindustrializzazione del Paese e la sua completa spoliazione economica è funzionale al raggiungimento del primo obiettivo.
Occorreva giungere al depauperamento nazionale, sia per spegnere la forza economica della nazione, sia per togliere di mezzo un pericoloso competitor per l'industria mercantilista nord-europea e francese.
Non è certo un caso se dagli anni Ottanta in poi, con la prima infausta stagione di privatizzazioni, realizzata e avviata da Romano Prodi, allora presidente dell'IRI, l'istituto per la ricostruzione industriale che racchiudeva il patrimonio industriale pubblico, si sia andati in una progressiva direzione di abbattimento dell'industria pubblica nazionale che aveva consentito al Paese di diventare una potenza economica mondiale.
Il processo è continuato con la seconda ondata di privatizzazioni degli anni Novanta e con la svendita del patrimonio dell'IRI, eseguita attraverso il contributo fondamentale ancora una volta di Romano Prodi, nuovamente presidente dell'istituto nel 1993 e di Mario Draghi, un uomo che già all'epoca era un riferimento fondamentale per le élites europee riguardo ai piani da eseguire per l'Italia e che avrà anche ora un ruolo decisivo, come si vedrà a breve.
Infine, il passaggio al disastroso modello economico ordoliberale, l'ingresso della moneta unica e la conseguente adozione di un cambio troppo pesante per i parametri dell'economia italiana, ha dato un'ulteriore accelerazione al processo di deindustrializzazione del Paese, a tutto beneficio del cartello mercantilista nord-europeo, rappresentato dall'industria tedesca e olandese, che di converso hanno beneficiato di un cambio artificialmente svalutato.



La crisi da Covid è l'ultima fase
per colpire a morte l'Italia

Ora si è alle battute finali. E' stato fatto un lavoro scientifico di demolizione di una nazione dal punto di vista materiale e spirituale, ma non si è ancora giunti al suo annichilimento totale.
Serve qualcosa di ancora più devastante. In questo senso, la crisi da Covid si è rivelata perfetta, perché le previsioni economiche parlano di un crollo verticale del PIL pari a -12%.
L'Italia sarà il Paese che subirà quella che sarà considerata probabilmente la più grave repressione economica della storia economica internazionale.

Di fronte ad una situazione così drammatica, i disordini pertanto saranno inevitabili e il governo fantoccio nelle mani delle élites lo sa perfettamente.
Per la prima volta dalla fine della seconda guerra mondiale, mancherà il pane a milioni di persone.
Ecco perché è necessaria la farsa della seconda ondata. Per disinnescare qualsiasi tentativo di rivolta e usare il pugno duro della repressione dittatoriale contro le rivolte di piazza.

Quando questa crisi raggiungerà l'apogeo e l'instabilità sarà totale, allora con ogni probabilità questo traballante governo uscirà di scena.
I segnali di una sua dipartita precoce sembrano esserci già adesso.
Al Senato, la maggioranza è già sotto la soglia della maggioranza assoluta di 161 senatori.
Il vice-ministro della Salute, Pierpaolo Silieri, che durante la crisi da Covid non osava pronunciare una parola contro il governo di cui fa parte, ora sembra essere investito da una sorta di incontinenza verbale acuta che lo sta portando praticamente a rinnegare tutto quanto fatto dal suo stesso governo in materia di gestione Covid.
In genere, nei palazzi della politica, quando si cambia rotta così bruscamente è il segnale che la baracca sta per crollare e si cerca di mettere un piede fuori dalla porta.



La "soluzione" delle élite: 
il governo Draghi

Dunque le élites e il governo da questo manovrato, stanno permettendo deliberatamente che il Paese venga travolto dalla crisi per poi passare con ogni probabilità alla "soluzione" auspicata dalle prime.
Un altro governo tecnico, stavolta nelle mani di quello che appare ancora essere il candidato preferito dall'establishment, ovvero Mario Draghi, sicario economico che ha avuto un ruolo da protagonista nell'accompagnare il processo di smantellamento dell'Italia. Draghi a palazzo Chigi darebbe il via all'ultima stagione di saccheggio della nazione e gli ultimi residui gioielli in mano allo Stato verrebbero messi sul mercato a prezzi di saldo.

Non sarebbe altro che l'esecuzione del piano Colao di cui si è già parlato in un'altra occasione, che prevederebbe anche la possibilità di vendere asset strategici per il controllo del Paese, quali i trasporti e infrastrutture come porti e aeroporti, in mani straniere.
Sarebbe una privatizzazione di massa dell'intero sistema Paese.
Qualcuno è arrivato a sostenere che in realtà questo non accadrebbe perché Draghi si sarebbe "riconvertito" nuovamente al pensiero del suo originario maestro, il compianto professor Federico Caffè.

La prova di questo "pentimento" sarebbe stato un articolo del Financial Times, nel quale l'ex-presidente della Bce, parlava della necessità di espandere i debiti pubblici, sena dire però a quali condizioni e senza sottolineare che quella espansione senza un ombrello della banca centrale che inietta moneta per garantire la solvibilità del debito si rivelerebbe disastrosa.

In realtà, quell'articolo è sembrato essere fatto su ordinazione per poter appunto mettere su la narrazione di una immaginaria conversione di Draghi.
Una idea veicolata soprattutto da alcuni ambienti della Lega che hanno salutato il presunto arrivo di Mario Draghi tra i sovranisti.
Un'assurdità che si smentisce da sola. ma che comunque  potrebbe essere usata per giustificare un governo Draghi appoggiato anche da Renzi.

Nel frattempo, il Draghi mai redento si sta dando da fare per prepararsi la strada che porta a palazzo Chigi. Prima ha incontrato segretamente Di Maio alla Farnesina, poi ha incontrato Renzi e si è sentito telefonicamente anche con Franceschini, che vedrà nelle prossime settimane.

Alla cordata che vuole l'ex-presidente Bce prossimo primo ministro si è aggiunto anche Bergoglio che lo ha insignito dell'incarico di membro dell'Accademia delle Scienze Sociali.
Tutto questo assieme al fatto che il pontefice attuale, uno tra i più accesi e fanatici sostenitori del mondialismo, di aun incarico del genere a Draghi dovrebbe essere sufficiente a far capire che non c'è stato nessun cambiamento e che l'uomo di Goldman Sachs è rimasto esattamente quello che era prima.
Ad ogni modo, in alcuni ambienti politici, l'incontro con Di Maio è stato letto come un allargamento del fronte che vorrebbe Draghi premier.
A bordo ora ci sarebbero oltre a Renzi, Forza Italia, Prodi, un buon pezzo di PD e una buona parte del M5S guidata da Di Maio che sarebbe pronta a tutto pur di evitare le urne anticipate, evenienza che scriverebbe la parola fine alla storia del movimento della Casaleggio Associati.
E la Lega? Al momento Salvini sembra aver accantonato l'idea del governissimo per chiedere invece le urne anticipate, ma Giorgetti, l'uomo del deep state leghista vicino a Draghi, è da sempre uno dei più convinti sostenitori di un governo di larghe intese guidato proprio dall'ex-governatore di Bankitalia.

A settembre, dopo le amministrative, si vedrà meglio se Salvini avrà intenzione di strappare sul serio dalla linea di Giorgetti, oppure se si rivelerà nuovamente funzionale alla linea di quest'ultimo.
Questo comunque sembra essere lo scenario che le élites hanno delineato per il Paese.
Dal caos sociale ed economico volutamente preparato e orchestrato dai mondialisti, uscirà il governo che dovrà infliggere il colpo di grazia al Paese. In autunno si consumerà quindi l'aggressione finale del clan globalista contro l'Italia.

La speranza è che quell'alleanza Viganò-Trump di cui si è parlato precedentemente, riesca a sventare questo piano criminoso e a impedire la definitiva morte economica e spirituale di questa nazione.
Si sta per combattere una battaglia decisiva che deciderà il destino di milioni di persone, non solo in Italia, ma nel mondo.
La guerra che è stata dichiarata all'Italia molti decenni fa è giunta all'appuntamento più importante.
La madre di tutte le battaglie si combatterà in Italia, nel cuore dell'Occidente cristiano dove tutto ebbe inizio 2000 anni fa, e dove tutto sembra di nuovo finire oggi.

Cesare Sacchetti



Nota:


Un altro appuntamento nel quale si decise che la Repubblica doveva morire, ovvero la riunione che ebbe luogo il 2 giugno 1992 a bordo del famigerato panfilo della regina Elisabetta, il Britannia, al largo delle acque di Civitavecchia. Fu lì che Mario Draghi, allora direttore generale del Tesoro, consegnò l'industria pubblica nelle mani di Goldman Sachs e dei predatori della finanza anglosassone. A bordo c'erano anche Carlo Azeglio Ciampi, all'epoca governatore di Bankitalia, Beniamino Andreatta, deputato della DC progressista e già ministro del Tesoro, Mario Monti, Giulio Tremonti, Emma Bonino e i vertici dell'ENI e dell'IRI. Secondo un'intervista attribuita proprio ad Emma Bonino, e ad oggi apparentemente non smentita, sul panfilo c'era anche Beppe Grillo, una circostanza che confermerebbe quanto i piani delle élites fossero di lungo respiro. I club globalisti avrebbero probabilmente ospitato il comico in funzione della preparazione di un suo ruolo di contenimento del dissenso contro le politiche della globalizzazione che hanno difatti distrutto la classe media e minato l'integrità nazionale dell'Italia. Il 1992 è stato sicuramente un anno fondamentale nella lunga guerra che è stata dichiarata all'Italia da questi poteri.




sabato 10 ottobre 2020

I NOSTRI PADRI E LE NOSTRE MADRI


I NOSTRI PADRI
E LE NOSTRE MADRI


 




La generazione che ha attivamente vissuto la seconda guerra mondiale se ne sta andando.
In Germania tra febbraio e aprile di quest'anno (2013) sono state molte le celebrazioni ufficiali a ricordo di quel drammatico periodo storico. Sono trascorsi 67 anni dalla fine della guerra e 70 anni dalla morte dei fratelli Hans e Sophie Scholl e gli altri componenti del gruppo di resistenza della Rosa Bianca tedesca a Monaco di Baviera. Si tratta quasi della durata di una vita umana.
Non per molto tempo ancora si avrà la possibilità che entrino in dialogo coloro che hanno preso parte alla guerra e i loro figli, nipoti e pronipoti.
A marzo il secondo canale della televisione pubblica tedesca (ZDF) ha trasmesso un film in tre parti. Un invito ad intensificare il dialogo. C'è dialogo tra le generazioni nella Germania del 2013? Sentendo alcune interviste e racconti in trasmissioni televisive di approfondimento non pare; la nipote quindicenne il cui nonno era sul fronte russo non gli ha mai posto tante domande e nemmeno il figlio cinquantenne.
Il segretario del partito socialdemocratico tedesco Sigmar Gabriel, in un altro dibattito televisivo sui padri e sulle madri del periodo nazista, ha raccontato la sua storia personale. Il padre era un convinto nazista. Tra loro il dialogo su quei tempi era praticamente assente: le posizioni sono sempre state distanti e non conciliabili. Suo padre accusava il figlio sedicenne che aveva scoperto le letture "compromettenti" sulla scrivania del padre e cercava un dialogo: "Tu sei figlio della propaganda americana". "Per mio padre, ammettere di essere stato dalla parte sbagliata voleva dire rinnegare anche se stesso, il suo mondo, in modo tragico e radicale. Questo per mio padre non è stato possibile, non ha avuto la forza per farlo. Un normale dialogo non era quindi pensabile, non lo è mai stato".

Il presidente tedesco Gauck ricorda e celebra la Rosa Bianca tedesca

Che cosa è rimasto della vicenda umana e "politica" della Rosa Bianca? Mi pare che un elemento lo si possa oggi ritrovare nelle parole di Joackim Gauck, il presidente della Repubblica federale di Germania che il 30 gennaio 2013 nella gremita aula magna della Ludwig-Maximilians, l'Università di Monaco di Baviera, ha tenuto un discorso in ricordo della presa del potere di Hitler e anche del 70° dalla morte (22 febbraio 1943) dei membri del movimento di resistenza "La Rosa Bianca tedesca". Egli, citando l'articolo 20, comma 3 della Costituzione tedesca, ha detto: "Contro ciascuno che intraprende azioni" per sopprimere la libera e democratica comune convivenza, "tutti i tedeschi hanno il diritto alla resistenza".
Questo articolo è entrato nella Costituzione tedesca alcuni anni dopo la fine della seconda guerra mondiale anche grazie, vogliamo pensare, alla Rosa Bianca tedesca, oltre a tutti gli altri gruppi di resistenza. Il presidente tedesco Gauck ha poi citato anche il grande lavoro che fece Fritz Bauer (1903-1968), un alto magistrato dell'Assia, la cui famiglia ebrea, fu costretta a fuggire dalla Germania per poi farvi ritorno finita la guerra. "Egli - prosegue il presidente - è stato il protagonista che ha istruito i cosiddetti 'processi di Auschwitz' che negli anni Sessanta nella Germania dell'Ovest hanno contribuito ad iniziare un ampio e pubblico dibattito sul tema dell'Olocausto. Egli fu anche colui che nel 1952 ottenne per la prima volta che un Tribunale militare dell'ovest dichiarasse il gruppo di resistenza '20 luglio 1944' servitori 'del Bene della Germania' e non 'Traditori della Patria'! Il dibattito sul diritto di ogni cittadino tedesco alla resistenza contro lo stato tiranno si è concluso solo nel 1968 con l'attuale formulazione".
Il presidente ha proseguito ricordando ancora gli studenti resistenti della Rosa Bianca tedesca: " 'Qualcuno deve pur ad un certo punto iniziare', così disse Sophie Scholl il 22 febbraio 1943 guardando in faccia Roland Freisler, il temuto presidente del 'Tribunale del Popolo', il quale nello stesso giorno la condannò a morte. Così come suo fratello Hans, così come Christoph Probst, tre volte padre di famiglia, così come più tardi gli altri membri della Rosa Bianca, Alexander Schmorell e Willi Graf, il loro professore, Kurt Huber e due anni più tardi, nel gennaio del 1945, Hans Leipelt. Sono stati uccisi, perché hanno guardato a quanto accadeva, si sono indignati e hanno agito, perché hanno definito 'criminali' i criminali, l'assassinio 'assassinio' e la viltà 'viltà'. Essi hanno reso palese l'ingiustizia con la loro azione decisa. Essi hanno voluto anche mobilitare le altre persone, far vedere loro quanto stava accadendo e uscire così dal silenzio".

A Monaco di Baviera, ma anche a Ulm e in altre città tedesche, sia la Chiesa protestante, sia la Chiesa cattolica, hanno promosso molte iniziative in ricordo degli studenti di Monaco: messe, letture delle loro lettere e appunti del diario e dei volantini; molte le rappresentazioni teatrali e i concerti.

Il racconto del nazismo alla televisione tedesca

E' assai frequente vedere in televisione in prima serata filmati, documentari e dibattiti dedicati al tragico periodo della Germania. Ultimo in ordine di tempo il lungo film trasmesso dal secondo canale della televisione pubblica tedesca dal titolo "I nostri padri e le nostre madri". Nelle prime ore del 22 giugno del 1941 circa tre milioni e mezzo di soldati tedeschi varcarono il confine dell'Unione Sovietica, un confine lungo 1.600 chilometri. E' la più grande avanzata di truppe della storia.
A Berlino cinque giovani amici, pieni di idee per il loro futuro, in età compresa tra i 18 e i 22 anni, nell'estate calda di quell'anno sono costretti a lasciare la città, la guerra li chiama. In un locale alzano allegramente un bicchiere e brindano all'arrivederci sul quale, ancora, non hanno dubbi. Si scattano, in un ultimo momento di spensieratezza, una foto di gruppo, in bianco e nero.
Promettono di rivedersi, fra non molto, a Natale per stare ancora insieme. Porteranno con sé la foto di gruppo come promessa del loro futuro e certo ritrovo. Sono fiduciosi.
Poi le loro vite si dividono, ma i loro destini saranno identici. Casualmente alcuni di loro si rivedranno a distanza di qualche mese sul campo di battaglia, ma si riconosceranno appena, o meglio i loro occhi saranno molto diversi e la "vita" in guerra li avrà trasformati.

I cinque ragazzi, i loro nomi e le loro storie

Sono dei giovani mandati sul fronte russo che non sanno, proprio non sanno, che cosa possa essere la guerra, non conoscono nulla di strategia e di controffensiva; cadono nelle trappole dei russi, hanno voglia di divertirsi e di spensieratezza così come si gioca con le pozzanghere.

Greta è la figlia della Berlino sonora degli anni Venti e Trenta; vuole fare carriera e vende se stessa, corpo e anima a un gerarca nazista perché vuole diventare attrice e cantante di successo. Al gerarca chiede in cambio che Viktor, il suo innamorato non corrisposto, sia messo in salvo facendogli rilasciare un passaporto falso. Viktor ottiene il passaporto, ma il giorno della sua partenza è rapito dalla polizia segreta e finisce, per ordine dello stesso gerarca, su un treno diretto a un campo di concentramento.
Greta non ha "sentito" la guerra fino a tutto il 1944, l'ha vissuta quasi di striscio, ma negli ultimi mesi finisce in prigione, dialoga con un'altra condannata a morte e scopre la semplicità nel dare delle briciole a un uccellino che accorre alla sua finestra, unico suo spiraglio di luce. Sarà fatta fucilare dal gerarca, suo amante, a cui aveva rivelato di essere incinta; sarà sola, senza il suo amato pubblico, davanti ad un gruppo di tiratori scelti. Greta esclamerà: "Volevo vivere cantando e ho trovato la guerra!".

Charlotte si mette al servizio della "propria" gente nelle retrovie del fronte come crocerossina (600.000 circa a quel tempo). E' una ragazza candida ed ingenua, "convinta" dell'ideologia nazista e fa parte fin da subito dell'organizzazione delle giovani ragazze del Terzo Reich. Tradirà la brava collega ebrea ucraina, sua aiutante all'ospedale da campo, per dimostrare ai superiori e a se stessa fedeltà ai loro comuni ideali. Se ne pentirà amaramente e non sopporterà "la croce" del tradimento. Sarà sorpresa dall'arrivo dei russi, i soldati tedeschi feriti saranno massacrati nei loro letti e lei subirà violenza. Sarà quasi subito salvata da una soldatessa russa che le darà degli abiti e delle uniformi russe che le permetteranno di arrivare a Berlino qualche mese dopo, sana e salva.

Friedhelm è un ragazzo anarchico e pacifista. In un momento di forte tensione sul fronte russo dirà a suo fratello Wilhelm, urlando: "Anche Dio ci ha lasciati e non c'è alcun senso, nessuno in quello che facciamo!".
La guerra volge ormai alla fine e il caos e le truppe al fronte sono senza guida. Altre atrocità saranno commesse in questo tempo di nessuno. Friedhelm con alcuni commilitoni cerca la via del ritorno nei radi boschi sovietici di pino e betulle. E' difficile nascondersi e sono sorpresi dai soldati russi che li attaccano. Si mettono a terra protetti da alberi "filati" unico loro rifugio. Friedhelm prende dal taschino della giacca la foto degli amici, avverte che la fine è vicina; scrive sul retro l'indirizzo a cui dovrà essere inviata. La consegna ad un soldato perché la invii. Un giovane soldato gli rivolge la parola e gli dice: "Che cosa aspettiamo ad attaccare i russi?" Friedhelm gli risponde con un'altra domanda: "Quanti anni hai?" e il giovane soldato risponde sicuro: "Dodici". Friedhelm è già molto più vecchio, ha dieci anni di più, ma la guerra gliene ha "regalati" almeno il triplo. Non ha però la voglia e la forza per far capire al ragazzo quanti decenni in pochi anni lui ha vissuto.
Friedhelm si alza di scatto e all'impazzata spara e corre, corre e spara verso i soldati russi che lo trafiggono con numerosi colpi. Alle sue spalle i giovani soldati, i futuri padri, alzano le mani in segno di resa. Quella foto di gruppo non giungerà mai a destinazione e forse nemmeno i giovani fatti prigionieri dai russi.

Wilhelm  è il fratello maggiore di Friedhelm, è un ragazzo che non sbaglia mai, è un soldato esemplare, con ruoli di responsabilità per volere della sua famiglia, padre e madre entrambi molto esigenti e dai buoni costumi, dalle solide tradizioni prussiane; egli vive il duro conflitto tra dovere collettivo e coscienza personale.
Nelle ferraglie di un carro armato esploso trovano rifugio, nottetempo e dopo lunga battaglia, Wilhelm e un soldato russo. Quest'ultimo semi carbonizzato in volto, ma ancora vivo, chiede, con un cenno della mano, dell'acqua al nemico-amico tedesco; la ottiene e senza scambiarsi una parola la vita del giovane soldato russo si consuma. Appena fa giorno l'amico-nemico tedesco se ne va e vagando trova un altro rifugio in una casa di legno con segni di forzato abbandono da parte dei proprietari. davanti alla casa un laghetto e una solitaria betulla. Un gatto e un po' di pesce saranno le sue poche consolazioni. Sarà catturato dai soldati tedeschi in ritirata, classificato come disertore e condannato a morte. Sarà maltrattato per lunghi giorni e aspetterà il momento più adatto per pugnalare il capo banda tedesco, un suo ex-collega impazzito. Riprenderà la via del bosco e riuscirà ad arrivare a Berlino per la fine della guerra.  

Viktor è un ragazzo ebreo che impara il mestiere nella sartoria di famiglia, Goldstein. E' innamorato pazzo di Greta, che non ricambia. Prima di partire per il fronte le regala una sua creazione artistica in segno d'amore: un vestito rosso lungo di seta fatto su misura per lei. Greta lo indosserà nel suo tour sonoro sul fronte russo per allietare le truppe tedesche.
Qualche anno prima nell'appartamento di Berlino il padre di Viktor, intento a cucire la croce gialla sugli abiti di famiglia, aveva detto al figlio, che si diceva stupito di quanto suo padre stava facendo: "Un bravo tedesco non disobbedisce mai alla legge".
Viktor sarà rapito dalla Gestapo mentre, sotto falso nome, sta tentando di lasciare Berlino e sarà messo in un treno della morte. Durante il viaggio riuscirà a fuggire dal treno in corsa insieme a Liljia, una ragazza polacca. Lei racconterà a Viktor la sua storia più recente. A Varsavia è stata violentata da un gerarca nazista perché voleva assolutamente un figlio maschio data la sterilità della moglie. Era nata però una bambina che è stata subito uccisa. La ragazza madre Liljia è invece inviata per punizione in un lager all'est.
Viktor e Liljia  vagheranno in terre ignote e una banda di partigiani polacchi li cattureranno. Viktor sarà usato per attrarre soldati tedeschi in imboscate mortali.
Viktor ha il torto di essere ebreo tra i tedeschi e di essere tedesco tra i polacchi. Avrà consolazione umana dalla sua involontaria amica di viaggio che lo guiderà e lo salverà dai partigiani senza nemmeno mai baciarlo.

Fine della guerra e ritorno a Berlino

Tornato a Berlino Viktor si mette alla ricerca di Greta di cui non conosce ancora il destino. Torna nell'appartamento di lei, l'abitazione è tutta in disordine e Viktor trova sue foto e alcuni suoi abiti. Nell'ufficio di Berlino appena creato per la ricerca delle persone ritrova il gerarca nazista che, bruciati gli abiti ed eliminato il suo passato (ha ucciso moglie e figlia e fatto uccidere Greta), si è dato un nuovo ruolo nella Germania sconfitta. Si riconoscono, ma non succede nulla. Viktor sembra rassegnato e il gerarca si sente "graziato e perdonato". "Avanti il prossimo"...
A Berlino nell'estate del 1945, in quel locale in cui si erano lasciati quattro anni prima, si ritrovano Viktor, Wilhelm e Charlotte. Non si abbracciano, tra loro solo incroci di sguardi e di occhi spenti. La gioia di essere vivi non fa breccia; a che serve nella Berlino in stracci essere vivi? Le macerie e la polvere sono solo loro paesaggio. Si versano, ricercando un po' di vita, un po' di liquore, come promesso, e ricordano, facendo solo i loro nomi, le vite "straperdute" di Greta e Friedhelm.

Dolore, colpa e silenzio

La tragedia di quegli anni e di quegli uomini, padri e madri, non è raccontabile, è muta, è senza parole e senza musica. Come il pianoforte che Viktor prova a suonare senza che esca alcun suono, nessuna musica, come invece era accaduto allora, ieri, quando, loro malgrado, si erano divisi.
Queste sono le madri e questi sono i padri che non troveranno, anche negli anni a venire, il coraggio di parlare. Questa sembra essere la loro sola unica "salvezza", la sola via per non morire ancora.
C'è la sofferenza dei dannati e la sofferenza dei "carnefici"; entrambe senza tempo, senza dialogo e per molti senza perdono. Molti di questi padri e queste madri sono caduti, ma tutti sono "morti", tutti, nessuno escluso; dei sopravvissuti vivono solo i corpi e il ricordo non comunicabile di questa smisurata tragedia senza alcun Dio.
Il presidente tedesco Gauck, che ha visto il film, il 24 marzo scorso è stato accompagnato dal presidente italiano G. Napolitano a Sant'Anna di Stazzema per ricordare le vittime civili dei nazisti del 12 agosto del 1944. Gauck ha detto: "Non è per nulla facile e semplice per un tedesco quale rappresentante di un Paese e della sua storia. Non è semplice, e così deve essere, riconoscersi nell'enorme colpa e confrontarsi con un terribile sterminio che è stato perpetrato da propri concittadini".



 



fonte: 
articolo pubblicato sulla rivista "Il Margine" ISSN 2037-4240 Anno 33 (2013), n° 6.