sabato 26 marzo 2022

TUTTA UN'ALTRA STORIA

 TUTTA UN'ALTRA STORIA





Traggo dal sito "ideeAzione" un post molto interessante di Lorenzo Maria Pacini sul messaggio del professor Aleksandr Dugin per l'Italia.
 
In fondo al post potrete trovare parte di un video sul significato del Grande Reset e sugli effetti perversi che sottende dal punto di vista esoterico: un progetto fondamentalmente anti-umano e immanentista. 

Infine, potrete trovare il link per una lettura approfondita che ha portato alla situazione attuale tra Russia e blocco occidentale dello storico italiano Franco Cardini, professore ordinario all'Università di Firenze. 



Dinaweh



Il messaggio di Aleksandr Dugin per l'Italia

di Lorenzo Maria Pacini

Marzo 24, 2022



Sta facendo molto parlare di sé in Italia il prof. Aleksandr Dugin in questi ultimi giorni. Colui che viene, con una discreta fantasia, definito "l'ideologo di Putin" o "il Rasputin del Cremlino" ha parlato al nostro Paese, lanciando un messaggio forte e chiaro: c'è bisogno di un grande risveglio, e lo ha potuto dire alle masse tramite i mezzi di comunicazione nazionali.

Le parole che Dugin ha espresso sono una esortazione che si articola su più livelli. Anzitutto ha spiegato ulteriormente che cosa sia la multipolarità e il passaggio in atto verso di essa, in maniera concreta ed ormai già evidente anche ai meno avvezzi alla geopolitica. Una differente configurazione dell'assetto geopolitico internazionale la cui comprensione è imprescindibile per comprendere ciò che stiamo vivendo, il conflitto in atto sul fronte Est e, cronologicamente prima, lo stesso Great Reset lanciato dalle élite globaliste per un nuovo ordine dell'intero mondo. In secondo luogo, ha lanciato un monito al popolo italiano affinché si desti dal torpore culturale e politico in cui versa, in particolare con gli ultimi due anni di politiche emergenziali che hanno consolidato la tecnocrazia dispotica e affossato ancor di più le iniziative di riscossa della buona cultura. Infine, ma non per minore importanza, Dugin ha spiegato al grande pubblico la dimensione metafisica di questa battaglia, la guerra dello Spirito che è in atto, dischiudendo la dimensione escatologica che è sostanza di quella geopolitica ed etnosociologica. Uno scontro fra civiltà, per citare Huttington in quella "fine della Storia" che Fukuyama aveva preannunciato con il trionfo dell'imperialismo a stelle e strisce e che, invece, viene ribaltato da un ordine multipolare in cui confliggono la visione globalista e quella della Tradizione.

Chiaramente non saranno i pochi minuti di una trasmissione televisiva a consentire un'adeguata spiegazione di questi concetti, densi di sostanza e con una lunga genesi concettuale e pragmatica. Chi conosce e segue il filosofo e politologo moscovita sa bene che la sua attività si dispiega in una lunga e fitta serie di pubblicazioni librarie, accademiche e giornalistiche, in Italia tramite la nostra piattaforma Idee&Azione (www.ideeazione.com) che rappresenta il canale italiano del Movimento Internazionale Eurasiatista, con anche la versione italiana di Geopolitica.ru che curiamo, e le case editrici Aga, Aspis e Settimo Sigillo. Per me, che ho personalmente curato la prima tesi al mondo dedicata al suo pensiero filosofico politico e che tengo il primo corso universitario monografico, vederlo arrivare in televisione è stata una grande soddisfazione, non posso negarlo, pur mantenendo la consapevolezza che la battaglia è di ben altra dimensione e svolta da lungo tempo tramite altre forme comunicative.

E' proprio la comprensione metafisica e verticale di quel che sta avvenendo che Dugin ha voluto comunicare al multiforme panorama italiano, ponendosi, da solo ed in maniera libera da condizionamenti e premesse, come "opposizione" alla narrazione uniformata di cui le principali forze politiche italiane si sono trovate infette all'unisono, con eccezione di alcune mosche bianche in Parlamento e dei nuovi movimenti popolari. Senza intendere che cosa sia veramente questa battaglia fra concezioni esistenziali, senza entrare nella dimensione metapolitica dell'operazione speciale militare della Russia e la guerra ibrida mossa dalla NATO & partners, si rischia di perdere il senso profondo di quello che stiamo tutti drammaticamente vivendo.

Come già spiegato nell'articolo "Katechon e Antikeimenos, la battaglia geopolitica dello Spirito": "La Russia in questo momento rappresenta il baluardo contro l'egemonia dell'Occidente pervertito, che ha tradito le sue origini, la sua Fede, che ha soggiogato con la violenza, le guerre palesi ed occulte, la colonizzazione culturale e militare della maggioranza del globo. Assieme agli altri Stati che non si sono piegati ad alcun padrone politico e che hanno custodito la propria identità e tradizione, c'è una luce dall'oriente che nel tracollo della dualità di questo mondo si pone come contro-bilanciamento nella Storia e ci interroga a scegliere da che parte stare".

Dugin stesso lo ha spiegato bene nelle interviste e nei recenti articoli [...], mostrando come l'Occidente sia un'ideologia, nel pieno senso della parola. L'ideologia è un'immagine della realtà , imposta in maniera totalitaria con l'aiuto di tutti i mezzi tecnici e psicologici alle masse, ma la Russia ha scelto di rompere con tale dittatura ideologica, sotto con la quale fino a poco tempo fa andava a braccetto - e la questione "pandemia" ne è una dimostrazione recente - abbandonando l'Occidente come idea per intraprendere una strada diversa, che metafisicamente possiamo identificare come una vera e propria missione escatologica.

Stando ai riscontri fino ad ora ricevuti, il messaggio è giunto forte e chiaro all'Italia intera. C'è qualcuno, oltre le fobie e le propagande, al di là delle bandiere e dei passaporti, che auspica un risveglio ed una rivincita che sia autentica e autodeterminata, senza l'egida di alcun'altra potenza imperante. Un passaggio verso la piena multipolarità politica che è possibile, in questa fase, solo tramite la comprensione e la scelta dello schieramento fra le due civiltà in conflitto. Il grande progetto dell'Europa dei popoli passa attraverso la liberazione dal giogo dell'Atlantico e l'alleanza eurasiatica di cui già siamo noologicamente e culturalmente parte nella costruzione di un mondo nuovo.








link: 





lunedì 14 marzo 2022

UNA NUOVA ERA, IL TEMPO NUOVO, IL CAMBIAMENTO DELLA TERRA


UNA NUOVA ERA, 
IL TEMPO NUOVO, 
IL CAMBIAMENTO DELLA TERRA


disegno di Serenella Peirano

Pubblico molto volentieri il discorso del vice-presidente neo-eletto della Bolivia che mi ha sinceramente commosso, al punto da credere che non fosse veramente un politico a pronunciare quelle parole: più simili a quelle di un capo carismatico, di uno sciamano o di un Maestro dello spirito. 
A sentire quest'uomo parlare, viene persino da credere che i duemila anni concessi all'umanità dal Maestro dei Maestri (Gesù diventato il Cristo), non siano trascorsi invano e che quel seme, purificato e lavato da tutte le indicibili colpe e le sciagure precipitate su quella porzione di continente che è l'America meridionale ad opera dei colonizzatori europei, sia oggi in grado di manifestarsi all'umanità intera come l'innesto più prezioso di una pianta meravigliosa che pone già le sue radici nel futuro, dopo la macina e la marcescenza del corpo di dolore che tuttavia aveva invaso il suo seme, fino a tramortirlo e a degenerarlo.
Che cosa rimane dunque oggi a quei popoli della predicazione cristiana imposta dagli odiati dominatori? Cosa rimane di quel cristianesimo spurio e traditore, simbolo più che della mitezza e dell'amore, della prevaricazione e della crudele imposizione di formule e riti incomprensibili a popolazioni già intimamente connesse con Madre Terra, da incarnare già di per sé il ponte tra terra e cielo, tra materia e spirito?

Altre parole non serviranno, se solo avrete la compassione di leggere la traduzione del testo qui sotto riportato, grazie alla collaborazione di Lucy che lo ha tradotto dal francese e alla preghiera di Isabella, una cara sorella di luce che mi ha suggerito di pubblicare testo e video.
Ecco, imparata la lezione dunque, vi accorgerete a che punto coloro che sono stati sempre considerati dai Conquistatori inferiori per razza e per nascita e per questo meritevoli delle più feroci mutilazioni,  vittime sacrificali di eccidi efferati nel nome della croce cristiana oggi, all'alba del nuovo millennio, siano disposti a darci prova della loro saggezza ancestrale, indomita, mai scomparsa dai loro potenti cuori, oggi più che mai sgorgante come acqua impetuosa e cristallina dalla roccia dei loro corpi impavidi e legnosi, ricolmi come sono del caldo e potente sole degli Antenati; sono ancora qui per annunciare al mondo il sole nascente della sesta umanità, alle porte di questo nuovo Millennio. Il discorso qui riportato è dunque Un accorato appello non solo ai Boliviani, ma a tutti gli uomini di buona volontà, un invito a costruire una nuova era, la "Pachacuti", il cambiamento della Terra, l'arrivo di un tempo nuovo, il ritorno all'equilibrio, il passaggio dall'individualismo e dall'egoismo al trionfo del bene comune, la salvaguardia delle diversità di ciascun popolo, la preservazione della cultura originaria vista come ricchezza e patrimonio comune; infine, il rispetto della Terra Madre da parte di tutti gli uomini del pianeta. 
Buon ascolto e buona lettura!

Dinaweh


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Discorso di David Choquehuanca,
vice presidente della Bolivia

La Paz, 8 novembre 2020


 
Rappresentanti dei Popoli e delle Nazioni amiche che sono state invitate, Rappresentanti dei Popoli indigeni ed originari, Capi di Stato, Rappresentanti degli Organismi internazionali, ambasciatori, Autorità nazionali,

con il permesso dei nostri Dèi, dei nostri Fratelli amati, della nostra Pachamama, la Madre, 
con il permesso dei nostri Avi, degli Spiriti dei nostri Antenati che proteggono la comunità,
con il permesso del nostro Legno sacro, questa pianta dai fiori di colore rosso giallo verde, simbolo della nostra bandiera nazionale,
con il permesso del nostro Arcobaleno, della nostra Foglia di Coca sacra,
con il permesso dei nostri popoli, di tutti coloro che sono presenti e assenti in questo emiciclo.
Oggi permettetemi di prendere qualche minuto per condividere la nostra visione con voi.

La comunicazione, il dialogo. è un obbligo, è un principio del vivere bene. Popoli dalla cultura millenaria, cultura della vita, abbiamo conservato le nostre origini dalla notte dei tempi. Noi, i figli, abbiamo ereditato da una cultura antica la quale comprende che tutto è collegato, senza divisioni né esclusioni.
E' il motivo per cui ci è stato detto di unirci, di essere insieme senza lasciar in disparte nessuno, affinché tutti abbiano e a nessuno manchi nulla.
Il benessere collettivo ed il benessere individuale. Aiutare ci aiuta a crescere e ad essere felici. Rinunciare a qualcosa a vantaggio del benessere del prossimo ci rafforza.
Unirsi e riconoscersi nel Tutto, è la voce del passato, del presente, del futuro e di sempre, questa voce dalla quale non ci siamo mai allontanati.
"L'Ayni", questo principio di reciprocità e solidarietà generale, "la Minga", tradizione del lavoro collettivo a fini sociali, "la Tumpa", l'invocazione degli spiriti sacri, "la Colca", che significa brontolare e altri codici di culture millenarie sono l'essenza delle nostre vite, il nostro "Ayliu". L'Ayliu, comunità formata da più famiglie che lavorano collettivamente in un territorio di proprietà comune.
L'Ayliu non è solamente l'organizzazione societaria degli esseri umani, l'Ayliu è un sistema di organizzazione della vita, di tutti gli esseri viventi, di tutto ciò che esiste, di tutto ciò che scorre in equilibrio con il nostro pianeta, nostra Madre, la Terra. Per secoli i modelli di civiltà sono stati destrutturati e molti sterminati. Il pensiero originario è stato sistematicamente sottomesso a quello dei colonizzatori.
Malgrado tutto questo non sono riusciti a farci sparire, siamo vivi! Veniamo da "Tiahuananco", il luogo considerato culla della civiltà pre-incaica; siamo forti come la pietra, siamo "Galawawa", che significa che siamo trasparenti, non abbiamo nulla da nascondere, siamo coraggiosi, siamo molto resistenti, siamo il fuoco che non si spegne mai. Veniamo da "Samaipata", il luogo dove si erge la roccia sacra misteriosa, siamo il giaguaro, siamo "Katarì", divinità rappresentata da un serpente alato che è l'acqua che fertilizza le terre, siamo i popoli Anyù, Maori, Comanche, Maya, Guaranì, Mapuche, Mojos, Aymara, Quechua, Hokis. Siamo tutti i popoli, facenti parte della cultura della vita, che abbiamo risvegliato il nostro "Larama". Larama è il nome di un saggio, filosofo e scienziato, lo stesso Larama d'altri tempi, un ribelle ricolmo di saggezza.

Oggi la Bolivia e il mondo vivono una transizione che si ripete ogni duemila anni. Il ciclo dei tempi. Passiamo dall'intemporale al temporale, iniziamo una nuova era, un'altra "Pachacuti" che vuol dire "cambiamento della Terra", l'arrivo di un tempo nuovo, ritorno all'equilibrio, alle qualità originarie. Un sole nuovo ed una nuova espressione nel linguaggio della vita dove l'empatia per l'altro ed il bene collettivo, sostituiscono l'individualismo e l'egoismo, con i Boliviani che si considerano tutti uguali e consapevoli. Insieme siamo più forti. E' venuto il tempo di tornare al "Quiwassa", che vuol dire "il Tutto". Rappresenta la fine dell'egocentrismo, la morte dell'antropocentrismo e la fine dell'eurocentrismo.
E' tempo di ridiventare "Issambae", che era una comunicazione codificata e questo codice ha protetto i nostri fratelli e sorelle Guaranì; è tempo di ridiventare "Ambai", che significa "individui liberi", non ci sono maestri, perché nessuno in questo mondo ha da sentirsi maestro o proprietario di qualcuno o di qualcosa.

Dal 2006 abbiamo iniziato a lavorare, esigenti, nello scopo di collegare le nostre radici individuali e collettive per ridiventare noi stessi. Ricentrarci, tornare al nostro "Taipì", che è il nucleo, il centro della Terra, il punto di incontro delle forze positive e negative, il luogo dove gli opposti, l'antagonismo coesistono. E' tempo di tornare alla "Pacha", alla Terra, all'Universo, all'equilibrio che permette di emergere alla saggezza delle civiltà più importanti del nostro mondo.
[...]
Siamo in pieno processo di recupero della nostra identità, le nostre radici culturali, le nostre radici. Abbiamo una filosofia, una storia, abbiamo tutto. Siamo degli esseri umani e abbiamo dei diritti. Una referenza incrollabile della nostra civiltà è la saggezza ereditata dalle conoscenze legate alla terra, garantire l'equilibrio in ogni tempo e spazio.
Sapere come gestire tutte le energie complementari, quelle cosmiche che vengono dal cielo con quelle che emergono dal centro della Terra. Queste due forze telluriche interagiscono creando ciò che chiamiamo la vita, un tutto composto da ciò che è visibile, la Terra e lo spirituale. Concepiamo la vita dal punto di vista delle energie.
Abbiamo la possibilità di modificare la nostra storia. La materia è la vita, tale la convergenza della forza, la complementarietà degli opposti, dualità e  armonia.
I tempi che iniziamo saranno sostenuti dalle energie della comunità, dal consenso, l'orizzontalità, gli equilibri complementari ed il bene comune.
Storicamente si intende la rivoluzione come un atto politico per cambiare la struttura sociale, per trasformare la vita dell'individuo. Nessuna rivoluzione è riuscita a modificare la conservazione del potere per mantenere il controllo sulle persone. Non è stato possibile cambiare la natura del potere. 
Nel frattempo, il potere è riuscito a deformare lo spirito dei politici, è riuscito a corromperli. E' molto difficile modificare l'influenza del potere e delle sue istituzioni. Ma è una sfida che raccoglieremo con la saggezza dei nostri popoli.

La nostra rivoluzione è una rivoluzione delle idee, una rivoluzione degli equilibri, perché siamo convinti che per trasformare la società, il governo, la burocrazia, le leggi e il sistema politico, dobbiamo trasformare noi stessi come individui.
Promuoveremo congiungimenti con le opposizioni per cercare soluzioni tra la sinistra e la destra, la gioventù ribelle e la saggezza degli antichi, tra i limiti della scienza e la natura senza falle, tra le minoranze creative e le maggioranze tradizionali, tra i malati e quelli che non lo sono, tra i governanti e i governati, tra la leadership ed il dono di sé per servire gli altri.
La nostra verità è molto semplice: il condor spicca il volo ad una sola condizione: l'ala destra  deve essere in perfetto equilibrio con l'ala sinistra. Il dovere di formarci per diventare esseri equilibrati è stato brutalmente interrotto secoli fa. [...].
Siamo individui liberi ed equilibrati per costruire delle relazioni armoniose con gli altri ed il nostro entourage. E' urgente mantenere gli equilibri per sé e la comunità. 
Siamo nell'epoca dei fratelli della "Pachacuti". Comprendete la posizione politica?
Non lottammo solo per noi, ma anche per loro, ma soprattutto non contro di loro. Lottammo per ottenere un mandato, non cercammo lo scontro, al contrario, cercammo la pace.
Non apparteniamo alla cultura della guerra, né della dominazione. La nostra lotta riguarda tutti i tentativi di sottomissione e combatte il pensiero unico coloniale, patriarcale: venga da dove venga. 
L'idea dell'incontro fra lo spirito e la materia, fra il cielo e la terra, la Pachamama e la Pachakama ci permette di pensare che una donna ed un uomo nuovo possono guarire l'umanità, guarire il pianeta, la vita sublime che lo compone per rendere la bellezza a colei a cui appartiene, la nostra Terra Madre. Difenderemo i tesori sacri della nostra cultura a fronte di ogni ingerenza, difenderemo i nostri popoli, le nostre risorse naturali, libertà e diritti.
Torneremo al nostro nobile cammino all'unità [...], la via del rispetto per la pioggia, verso le nostre montagne, i nostri fiumi, la nostra madre Terra, il cammino verso il rispetto della sovranità dei nostri popoli.

Fratelli e sorelle, per concludere, i Boliviani dovranno superare la divisione, l'odio, il razzismo, la discriminazione fra compatrioti. Finiamola con la persecuzione della libertà di espressione, finiamola con la giudiziarizzazione della politica, finiamola con l'abuso di potere, questo deve essere utilizzato per aiutare. 
Il potere deve circolare; il potere come l'economia deve essere ridistribuito, deve circolare, scorrere come il sangue scorre nel nostro organismo, non più impunità, ma giustizia, fratelli e sorelle!
Ma la giustizia deve essere veramente indipendente. Mettiamo una fine all'intolleranza, all'umiliazione, alla violazione dei diritti umani e della Terra Madre.
Il tempo nuovo significa essere in ascolto del messaggio dei nostri popoli, il messaggio che emana dal profondo dei loro cuori. Questo significa guarire delle ferite, guardarsi con rispetto, recuperare la patria, sognare insieme, costruire fratellanza, armonia, integrazione, speranza al fine di garantire la pace e la felicità alle generazioni future.
E' unicamente in questo modo che intendiamo il vivere bene e possiamo così governarci.
Evviva la Bolivia! 



 

domenica 13 marzo 2022

Metamorfosi alchemica

 M e t a m o r f o s i
alchemica



"Un uomo può nascere,
ma per poter nascere deve, 
prima di tutto, 
morire
e per poter morire deve,
prima di tutto,
risvegliarsi"

George Ivanovitch Gurdijeff


Possiamo interpretare questo passo in questo modo: un uomo può "nascere"; ossia, come direbbe Gurdijeff, può intraprendere il percorso della propria evoluzione. Per poterlo fare deve, prima di tutto, "morire"; ossia, deve sacrificare ogni cosa per il bene dell'impresa.
Per essere in grado di sacrificare ogni cosa, deve innanzitutto "risvegliarsi", ossia, deve rendersi conto del bisogno di cambiamento dentro se stesso.

"Quando un uomo si sveglia,
 può morire;
quando muore,
può nascere".

Questo è esattamente il messaggio che il processo alchemico descritto nell'antico rituale della piramide, serviva a trasmettere. Per rinascere come un Dio, come un "Osiride", l'Iniziato deve innanzitutto "morire" per diventare ricettivo, per aprire la propria "bocca", la propria mente. Dopodiché, la coscienza, come tutti i prodotti dei processi organici della natura, potrà continuare a svilupparsi fino a realizzarsi del tutto.

Dinaweh