domenica 14 luglio 2019

CAMMINAVO CON VOI - Dinaweh


CAMMINAVO CON VOI





Un'immagine inedita traspare dalle righe del libro di Daniel Meurois* sulla figura di Jeshua. Da queste righe possiamo ascoltare proprio Lui, la sua voce che ci racconta il suo viaggio in mezzo agli uomini, vissuto più di duemila anni fa; un viaggio, il Suo, assai più lungo e variegato di quello che la Chiesa ci ha sempre voluto far intendere.  
Dall'età di dodici anni, con il suo arrivo nel monastero del Kreml (il monte Carmelo, oggi in Libano, vicino Haifa) accompagnato dal padre Yussaf (Giuseppe), fino alla lunga peregrinazione verso Oriente, passando per la Siria, l'Iraq, l'Iran (la Persia), il Turkmenistan, l'Afganistan, il Pakistan, il Kashmir, l'India, il Nepal, fino alle sorgenti del fiume Gange nell'Himalaya e poi il ritorno verso l'India e il Kashmir, all'età di trent'anni, per dare inizio alla vita pubblica in Palestina. Il resto è storia nota, anche se, come alcuni autori esprimono, non sarebbe in realtà morto sulla croce per poi risorgere, ma anzi, guarito e curato da Nicodemo e da altri fidati tra i suoi, avrebbe fatto ritorno nelle terre d'Oriente, per fermarsi stabilmente in Kashmir ove avrebbe stabilito la sua abituale dimora per concludere in età avanzata la sua esperienza terrena...
Qui tuttavia non c'importa tanto concentrare la nostra attenzione su quale sia stato l'epilogo della sua esistenza terrena, quanto piuttosto coglierne il senso, entrare nel significato profondo del suo errare per le strade del mondo; scoprire quanto sia stato importante non tanto la meta finale, quanto le tappe del viaggio interiore del Suo Spirito e conseguentemente del pellegrinaggio esteriore del Suo veicolo fisico, fino a renderlo Maestro di se stesso, prima che dell'uomo.
Colui che conosciamo tutti come il Cristo infatti non volle istituire alcuna chiesa, né organizzare alcuna rivolta; non intese mettere a capo nessuno che avrebbe dovuto rappresentarlo dopo di Lui, quando avesse continuato il suo percorso altrove; non si adeguò alla mentalità comune, né alle "regole" stabilite inflessibili e invalicabili da alcun dogma, in nome di nessun Dio; travalicò invece sempre il limite imposto dalle convenzioni umane, si tenne sempre lontano dalla furbizia, dalla mancanza di autenticità, dall'ipocrisia che denunciava senza mezzi termini anche e soprattutto in direzione delle caste dominanti dei Sacerdoti, Scribi e Farisei.
Non si volle accattivare le simpatie degli esclusi, degli scontenti, non pensò mai di porsi a capo del suo popolo, né si rese mai complice di azioni malvagie. Ogni uomo, ogni donna che incontrava sul suo cammino entrava a far parte della sua stessa vita, ne vedeva cambiare irrimediabilmente la direzione, a prescindere dalla posizione e dal ruolo sociale. Ebrei, Romani, indù, beduini del deserto..., ognuno era parte di quella stessa Luce che in Lui vibrava alla massima potenza, ma che era già tutta imbrigliata dentro i nodi delle vite di quei compagni di viaggio, spesso così ignari e inconsapevoli.

Tra gli altri brani tratti dal libro di Daniel, voglio ricordare un episodio (il terzo qui in ordine di scrittura) che sembra parlare del mio incontro con Lui in quella vita - o perlomeno, questo è ciò che dal profondo della mia anima mi è sembrato di ricevere come informazione. Non appena ebbi modo di riascoltare quelle parole dalla lettura della persona che amo, hanno cominciato a sgorgare lacrime copiose dagli occhi e un tonfo al cuore mi ha scaldato il petto, come se la Sua Presenza tornasse a galla dalle profondità del tempo, e il ricordo del Suo abbraccio, dei suoi occhi, della Sua Aura luminosa e avvolgente lo sentissi d'un tratto accanto e tutt'attorno a me.
Vi lascio dunque alle Sue parole che risalgono dalle nebbie del tempo attraverso il viaggio in eterico che Daniel compie per noi ogni volta che gli viene concesso il varco all'Archivio Akashico, per riportare viva la memoria su fatti ed eventi che hanno lasciato traccia nel corso della storia dell'umanità o semplicemente perché ogni essere vivente che ha fatto un passaggio su questo pianeta lascia immancabilmente una traccia indelebile di sé tra le pieghe del tempo, fino a confondersi con l'eternità.

Dinaweh   
        

[...] Non cercavo nessuno, non reclutavo nessuno... E nemmeno "pescavo", contrariamente a ciò che poi è stato detto e scritto. Neppure avevo qualche aspettativa; o perlomeno non cercavo null'altro che le occasioni per poter parlare e dire l'essenza di ogni cosa, o per imporre le mani, o la saliva, o anche solo il fiato laddove c'era sofferenza. Poi, le cose andavano come dovevano andare: si avvicinava chi voleva, si allontanava chi sceglieva di andarsene. Ma tutti erano sempre presenti all'appuntamento nel punto esatto in cui si trovavano: non tanto con me, quanto con se stessi.

[...] Anime pronte a sbocciare... sì, ecco il termine giusto per descriverle e ogni giorno, tra loro, vedevo un numero crescente di donne. Questo continuava a disturbare, ma io non me ne preoccupavo e, devo dire, piuttosto spesso erano loro a porre le domande che gli uomini temevano di fare o non riuscivano a concepire. Le loro barriere cadevano in fretta a testimoniare una sete che millenni di aridità spirituale forzata avevano alimentato. Sulle rive del lago, che sempre preferivo rispetto alle piazze dei villaggi, le donne liberavano il cuore. In verità, ben poche conoscevano le Scritture e forse in questo stava la loro forza, giacché dalla loro spontaneità nasceva come una brezza primaverile che sospingeva anche i loro compagni.


[...] Poco tempo dopo la sua richiesta e l'esserci riuniti, Tommaso venne da me con un uomo ancora molto giovane. Non aveva ancora vent'anni. Aveva i capelli e gli occhi chiari e un viso notevole, aperto e radioso. Era, in realtà, tutto un sorriso.
"Ecco Juda, - annunciò Tommaso, - il nostro fratello più giovane... Viene dal nostro villaggio, fra le colline, perché anche laggiù incominciano a parlare di quello che sta accadendo qui. Allora, siccome era preoccupato per nostra madre, ha preso la sua bisaccia ed eccolo qui... Ma non so se sono riuscito a rassicurarlo".
Juda, che aveva l'aria imbarazzata e intimidita dalla mia persona, volle toccarmi i piedi; però non gliene lasciai il tempo e lo abbracciai stretto. Tommaso aveva ragione: Juda sembrava molto teso e inquieto. Quando glielo feci notare, si liberò del peso di qualche parola: "Mio fratello mi ha detto che, siccome ero venuto sin qui, potevo star certo che non sarei mai più ripartito".
"Ed è ciò che temi?"
"Rabbi, si dicono tante cose su di te e certe sono contraddittorie: dicono che addormenti gli uomini che ti si avvicinano o quelli che incroci per strada e che quando si svegliano gridano, convinti di essere stati guariti dai loro malanni. Dicono che sei un mago e che vieni dal deserto. E poi, capisci, qui non sono a casa mia".
"Allora, Juda, dimmi dov'è che sei a casa tua".
Juda esitò a lungo prima di rispondermi: non riuscì a farlo se non girando un po' il viso di lato.
"In verità, non lo so".
"E che ne fai della tua vita?".
"Coltivo il lino, l'orzo e i piselli. Nel villaggio condividiamo tutto, come sai, dunque è così che vivo".
"Ed è bello vivere così, ma questa non era la mia domanda: intendevo "che ne fai del tuo cuore" perché, vedi, la nostra vita è fatta soprattutto di ciò che ci riempie il cuore". 
"Giustappunto... non saprei rispondere a questo più di quanto non ti sappia dire dove mi sento a casa".
Juda non riusciva ancora a guardarmi davvero: teneva la testa girata da un lato, lo sguardo preferibilmente perso in un pezzo di cielo o di lago. Mi ricordava tante donne e tanti uomini dall'anima profonda e solitaria che avevo incontrato qui e là dalle parti di Kashi o di Ie Nagar**, anime colme di nostalgia per un altro mondo, che da sempre attraversano l'esistenza in cerca delle loro vere radici.
"Forse perché il tuo cuore e la tua casa si confondono - aggiunsi, dopo essere finalmente riuscito a catturare il suo sguardo. - Stai tranquillo, Juda, non sono di quelli che addormentano la gente, ma piuttosto di quelli che la scuotono per svegliarla. Tutto sta nel sapere se vuoi svegliarti per scendere nella tua vita. Certe volte lavorare la terra non basta se ci si limita a considerare la 'terra di sotto' ".
"Intendi parlare della 'terra di sopra'?"
"No, ti parlo della 'terra di mezzo', quella dell'equilibrio. Se guardi soltanto verso l'alto o soltanto verso il basso, perdi l'accesso ad entrambi e vieni invaso e mangiato dalla noia di ciò che sei".
"E cosa sono, Rabbi?"
"Sei, in primo luogo, un uomo che ha un po' mentito, dicendo di essere venuto qui per sua madre, quando sa bene che sua madre è in pace... inoltre, soprattutto, sei un uomo dal cuore immenso, ma che esita a spingerne il battente".
Su queste riflessioni si concluse, quel giorno, la nostra conversazione.

[...] Juda, infine, un mattino molto presto, mi raggiunse nell'intrico dei canneti e dei pietroni rotondi in cui sempre mi rifugiavo sulle rive del lago, con la preghiera nel cuore. Ancora lo rivedo fissarmi con i suoi occhi chiari, mentre mi diceva qualcosa come:
"Ecco, mi arrendo a te..."
Mi offriva la resa delle argomentazioni della sua maschera di uomo della terra, e mi apriva il suo cuore: un cuore, in verità, immenso, puro e coraggioso.
"Non mi piace chiamarti Juda - gli dissi, abbracciandolo. - E' un nome troppo comune... quando perdiamo una scaglia, a volte è bene cambiare nome. Allora, fratello, permettimi di chiamarti Taddeo***. So bene che questo nome non esiste per gli uomini, ma a te va proprio bene..."
Fu dunque così che, un giorno, all'alba, con i piedi in acqua, nacque Taddeo.



* Daniel Meurois, Il libro segreto di Gesù, vol. 2 - Il tempo del Compimento, ed. Amrita, Torino, 2017, pp. 126; 126-127; 124-126; 128.


** Si tratta rispettivamente delle attuali città di Benares (Varanasi) e Puri, sul Golfo del Bengala.


*** Taddeo o Taddà in aramaico, significa "colui che ha cuore", "il tenero", "il coraggioso". 

   


L'ALTRA VERITÀ - IL PONTE SPEZZATO


- L'ALTRA VERITÀ -




IL PONTE SPEZZATO




Il Ponticidio

Questo non lo vedrete mai sui media nazionali.
Esperti ingegneri confermano quanto Rosario Marcianò
ha dichiarato in merito alla demolizione
del ponte Morandi: è stato abbattuto.
Papale papale.

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LA DANZA MACABRA


no comment


mercoledì 10 luglio 2019

LA TERRA, CENTRO DEL NOSTRO UNIVERSO


LA TERRA



CENTRO DEL NOSTRO UNIVERSO




Alla lettura del paragrafo che segue, tratto dal testo di Pietro Archiati, "L'uomo e la Terra", ecco la testimonianza in video degli autori di un altro bel libro già citato in precedenza dalle pagine virtuali di questo blog che ben si sposa con le parole del nostro autore e che sembra anticipare l'avvento di una umanità connessa e unita alla Terra da un patto di amicizia, rispetto e cooperazione, quale mai prima d'ora si era verificato in piena coscienza e consapevolezza d'intenti.
Una testimonianza vivida, un esempio da seguire per chi si sta interrogando sul vero senso della vita e non si accontenta più di seguire schemi preconfezionati che lacerano dentro, svuotando la vita stessa di significato e valore.    

Dinaweh

LA TERRA, CENTRO DEL NOSTRO UNIVERSO

[...] Ma allora, la Terra è il centro del nostro mondo, oppure è un piccolo granellino di polvere, sperduto nell'immensità d'infinite galassie? La rivoluzione copernicana ha voluto convincerci che la Terra è un pianeta da nulla nelle vastità dell'universo. Eppure, questa Terra così mortificata e relegata ai margini di ben più potenti astri, esiste soltanto nel regno delle illusioni umane: quella Terra lì, piccola e insignificante, compare solo dove ancora non si è conquistato il senso del sacro, dove ancora non si riconosce la grandezza e il peso morale della Terra.
La Terra non è un granellino di polvere che si può spazzar via dalle mappe del firmamento, la Terra è un pianeta vivo che custodisce e sostiene l'evoluzione dello spirito umano, e in questa impresa promuove l'evoluzione di tutto l'universo.
Il pensiero astratto che si pone su una galassia lontana e guarda alla Terra vedendola irrimediabilmente piccola, documenta la caduta morale dell'uomo. Gli esseri umani cadono moralmente quando considerano la Terra di poco conto o non la considerano affatto. Essi decadono moralmente quando si allontanano da lei col loro spirito, quando la dimenticano.
Quando un essere umano muore, si distacca dalle forze della Terra e fa un bilancio della vita trascorsa: si rende conto, allora, che solo sulla Terra può diventare uomo, può portare a compimento il suo compito nel cosmo. Dopo la morte ogni uomo è in grado di capire il valore morale della Terra. Quando gli vengono a mancare si accorge degli infiniti doni ricevuti dalla madre, e nasce in lui il desiderio di ricambiarli, nasce la decisione di restarle fedele fino alla fine della sua evoluzione, e di ritornare, di rinascere ancora.

La vita nei mondi spirituali dopo la morte è un viaggio del nostro spirito, del nostro Io, fatto in compagnia degli Esseri delle stelle, tutti splendenti di saggezza e fiammeggianti d'amore. E in mezzo a tante meraviglie non dovrà nascere nel cuore dell'uomo la nostalgia per la Terra? Non sorgerà in lui l'ardente desiderio di renderla radiosa come tutte quelle stelle? Gli Esseri delle stelle sono già pieni di saggezza e di amore: l'uomo ha appena cominciato a divenirlo, e può continuare a farlo solo in comunione con tutti gli esseri della Terra.
Colui che disse alla Terra: questo è corpo del mio corpo, questo è sangue del mio sangue, l'ha amata di un amore perfetto, unendosi a lei in una comunione indissolubile. Facendo del corpo della Terra il corpo suo, Egli vinse la morte togliendole il potere di separarlo dalla Terra. La nostra morte, invece, ci porta lontano dalla Terra perché il nostro amore per lei è ancora imperfetto e la nostra fedeltà è una promessa che dobbiamo ancora imparare a mantenere.

La Terra e l'umanità nuove saranno una Terra e un'Umanità che non potranno più vivere l'una senza l'altra. L'allontanamento dalla Terra dopo la morte è lo scotto che il nostro spirito paga per essere ancora troppo debole: quando si riveste di materia, invece di redimerla si perde, invece di spiritualizzare lei si materializza lui, invece di immettere nella materia quelle forze di resurrezione e di luce che veniva a donarle dai mondi celesti, cede alla pesantezza, si tuffa lui nei determinismi della natura e ci muore dentro. Ma la madre non cessa di attendere da noi la sua umanizzazione, vive nella speranza di risorgere un giorno dentro al nostro spirito.



Pietro Archiati, L'uomo e la Terra, ed Archiati Verlag e K., Monaco di Baviera, 2004, § "La Terra, centro del nostro universo", pp. 107-109. 


       











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si possono attivare i sottotitoli in Italiano



FINE

giovedì 4 luglio 2019

IN-FORMAZIONE PERMANENTE ATTIVA - 5G APOCALYPSE - FILM DOCUMENTARIO

IN-FORMAZIONE PERMANENTE ATTIVA

5G APOCALYPSE


FILM DOCUMENTARIO
sottotitolato in italiano



Link:

https://incantodiluce.blogspot.com/2018/12/internet-di-casa-5g-prego-signori-si.html

https://incantodiluce.blogspot.com/2018/09/5-stelle5g-vaccini-e-super-microonde-il.html



Chiunque abbia avuto la possibilità di vedere questo video è ovviamente pregato di diffonderlo e condividerlo con tutti i suoi contatti, prima che venga censurato da youtube e sparisca dalla rete. C'è anche la possibilità di scaricarlo sul proprio computer, per evitare di perderlo qualora diventasse non più disponibile.
Personalmente ho il sospetto che non riusciranno a completare i loro diabolici piani e che siamo alle fasi finali nella battaglia tra la Luce e l'Ombra. Rimaniamo centrati e utilizziamo la pratica della meditazione e del Lavoro interiore, per mantenere alte le nostre onde di frequenza vibratoria. 
Viviamo del resto i tempi descritti dall'Apocalisse; sono proprio questi, ma non dobbiamo lasciar spazio alla paura e alla disperazione. Occorre essere vigili e continuare, ognuno per quello che può e sa, una resilienza attiva e fattiva, che possa condurci alla risoluzione delle più gravi sfide insieme, uniti in gruppi, associazioni, per formare comunità di persone sempre più consapevoli e pronte ad agire in funzione della vita, della libertà e della verità.

Dinaweh

      

mercoledì 3 luglio 2019

ASTUTI COME SERPENTI... E LE COLOMBE CHE FINE HANNO FATTO?


ASTUTI COME SERPENTI...


...E LE COLOMBE 
CHE FINE HANNO FATTO ?

Parlando con un amico, gli dissi che avrei pubblicato questo articolo, estrapolandolo da una rivista cui sono abbonato, che riprendeva a sua volta informazioni dettagliate sulla ricchezza della Chiesa cattolica da altre fonti, quali siti web, saggi pubblicati in italiano e in lingua straniera o da quotidiani nazionali ed esteri.
Fu quasi sconcertato nell'apprendere di questa mia decisione, chiedendosi a che pro lo avrei fatto, quasi come se mia intenzione fosse quella di voler intaccare, come per provocazione, la fede di milioni di credenti che invece alla Chiesa affidano le loro anime e il loro portafoglio.
Perché dunque pubblicare cifre, nomi e informazioni così "delicate"?  
A beneficio di chi e per quale reale motivo?
Sinceramente non mi ero posto questa domanda di primo acchito, se non me la avesse posta lui...
Ciò che mi viene da rispondere infatti è semplicemente e ancora una volta l'amore della verità che travalica tutte le frontiere, persino quelle che si considerino tabù da non disvelare, in nome del bon ton o di una certa discrezione, del "meglio far finta di non sapere"...
Ognuno è in grado di discernere e fare le proprie valutazioni e, poiché non esiste mai una valutazione oggettiva, equiparabile a canoni di riservatezza e discrezionalità impartiti da qualcuno, ma solo assimilabile ad un livello vibratorio di coscienza e di discernimento dell'anima, mi è sembrato di non dover, né tanto meno di voler scandalizzare nessuno, né di voler provocare alcuna rissa mediatica, più di quanto del resto non sia già di pubblico dominio riguardo alle contraddizioni di una Chiesa, quella Cattolica romana, che predica bene e razzola male. 
Ma - mi viene da dire - non se ne era già accorto il Cristo, quando si scagliava contro l'ipocrisia dei Sacerdoti del suo tempo e dei dottori della Legge?
"Nihil novi sub soli", dunque.
Eppure una certa indignazione sale ancora su dalle viscere, nonostante tutto, nonostante il contrasto tra gli obiettivi falsamente e ipocritamente dichiarati e le azioni non certo conseguenti di una Chiesa che dice di essere la depositaria dell'insegnamento del suo fondatore, Gesù Cristo, e che dimostra essere più che altro una Holding finanziaria della 'miglior' specie! 

Dinaweh


     

L'oro del Vaticano

La Chiesa cattolica possiede il secondo tesoro in oro più grande del mondo. La rivista italiana Oggi, nel 1952, stimò questo tesoro in 7.000 milioni di lire (3.500.000.000 di euro odierni). Un tesoro straordinario, se comparato con i miseri 400 milioni di lire in oro dello Stato italiano e secondo solo a quello degli Stati Uniti. Sono passati quasi cinquant'anni. A quanto ammonterà il tesoro oggigiorno? Calcolando gli interessi, possiamo stimare l'incremento del valore del tesoro in un 63%, più del doppio, quindi. Questo significa che ad oggi il tesoro in oro supererebbe i 7 miliardi di euro.
Il tesoro del Vaticano in metalli preziosi è stato stimato dalla pubblicazione United Nations World Magazine come ammontante a diversi milioni di dollari. Una gran parte di questo tesoro è immagazzinata in lingotti presso la U.S. Federal Reserve Bank, mentre il resto è custodito in banche britanniche ed elvetiche.
Questa, comunque, non è che una piccola quota della ricchezza del Vaticano che, nei soli Stati Uniti, è più consistente di quella delle cinque aziende più floride della nazione. Se a questo si aggiungono proprietà immobiliari, azioni e titoli all'estero, la cospicua fortuna della Chiesa cattolica diventa così imponente che risulta impossibile darne una valutazione credibile.

Le azioni del Vaticano

Sembrerebbe incredibile, ma la Chiesa possiede anche delle azioni. Le notizie a riguardo sono più facili da trovare e, frequentemente, vari giornali internazionali, come il Der Spiegel o El Pais, ne hanno parlato. Tempo fa avevo parlato degli investimenti della Banca Cattolica Pax. Il giornale Der Spiegel scoprì, nel 2010, che la banca aveva investito in azioni di aziende operanti nel mercato del tabacco, della Difesa, di armi e della contraccezione. Due anni prima, nel 2008, vari giornali spagnoli riportarono la notizia degli investimenti azionari degli arcivescovati di Madrid e Burgos nel laboratorio farmaceutico Pfizer. Un'impresa che, tra tanti i farmaci, fabbrica anche un anticoncezionale. La Pfizer è una delle più grandi multinazionali del mondo. Essa promuove campagne di vaccinazioni in Africa con propri vaccini.
Certamente le riserve finanziarie del Vaticano, non si fermano qui. "Sono principalmente concentrate a Wall-Street, la più famosa Borsa del mondo. In totale il patrimonio della Chiesa cattolica, in azioni e altre partecipazioni, ammontava nel 1958 a 50.000 milioni di marchi tedeschi. Una cifra che, nel frattempo, potrebbe aver tranquillamente superato i 100 milioni di euro.
"Il Vaticano possiede enormi investimenti presso gli istituti Rothschild di Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti, la Banca Hambros, il Credit Suisse di Londra e Zurigo. Negli Stati Uniti ha ingenti investimenti presso la Morgan Bank, la Chase Manhattan Bank, la First National Bank di New York, la Bankers Trust Company e presso altri istituti di credito. Il Vaticano possiede miliardi di quote delle più potenti multinazionali, come la Gulf Oil, Shell, General Motors, Bethlehem Steel, General Eletric, International Business Machines, T.W.A., ecc. Facendo una stima prudenziale, nei soli Stati Uniti tali quote ammonterebbero ad oltre 500 milioni di dollari. 
In un documento pubblicato come parte integrante di un prospetto informativo relativo ad investimenti obbligazionari, l'arcidiocesi di Boston ha stimato le sue risorse in seicentotrentacinque milioni di dollari ($ 635,891,004), vale a dire 9.9 volte le sue passività. Questo significa un valore netto di cinquecentosettantuno milioni di dollari ($ 571,704,953). Non è quindi difficile risalire alla stupefacente ricchezza della Chiesa, una volta che aggiungiamo gli introiti delle ventotto arcidiocesi e delle 122 diocesi degli USA, alcune delle quali sono anche più doviziose di quella di Boston".

La Chiesa di Roma, una volta sommati i suoi patrimoni, è il maggior agente di cambio del mondo. Il Vaticano, indipendentemente dai vari papi di passaggio, si è sempre più orientato verso gli USA. Il Wall Street Journal ha affermato che le transazioni finanziarie del Vaticano nei soli Stati Uniti sono state così importanti che spesso riguardavano la compravendita di oro per lotti da uno o più milioni di dollari alla volta.



Il Vaticano e i suoi consorzi

Il Vaticano è il più grande consorzio economico-religioso del mondo. Possiede innumerevoli imprese, negli ambiti più disparati: plastica, elettronica, cemento, acciaio, industria tessile, chimica, alimentare, senza dimenticare il settore immobiliare.
Gli interessi della Chiesa cattolica si concentrano anche nell'ambito energetico. L'Italgas, leader nel settore in Italia, appartiene al Vaticano e ha succursali in 36 città italiane. Senza contare che il Vaticano ha partecipazioni in imprese che fanno parte dei settori più disparati: catrame, ferro, distillerie, acqua potabile, forni a gas, forni industriali, per citarne alcuni.
Dei 180 istituti finanziari italiani almeno un terzo dispone del denaro del Vaticano. Il Varticano è altresì proprietario di molte banche tra le più importanti in Italia e possiede partecipazioni bancarie in Europa, Nord e Sud America. Il Vaticano possedeva e possiede un pacchetto azionario di maggioranza in alcune imprese italiane, come ad esempio la FIAT e la ex-Alitalia.
Nella lista di imprese di cui il Vaticano è azionista o proprietario dal 1993: l'Alitalia era tra le imprese di cui il Vaticano era azionista, insieme ad altre imprese italiane e straniere importantissime: Olivetti, General Motors, Rotschild Bank, Canal Fox, Shell, per citarne alcune.

Il Vaticano possidente terriero

La Chiesa cattolica è il maggior proprietario terriero del mondo occidentale. Alcuni esempi:
Germania: con 8,25 miliardi di mq, il Vaticano è il più grande proprietario terriero tedesco.
Pensate che quest'immenso territorio corrisponde alla metà dello stato tedesco di Schleswig-Holstein o allo spazio occupato dalle città di Brema, Amburgo, Berlino e Monaco, messe insieme.
Italia: più di 500.000 ettari di superficie agraria di proprietà della Chiesa.
Spagna: circa il 20% di tutta la campagna spagnola.
Portogallo: circa il 20% di tutta la campagna portoghese.
Argentina: circa il 20% della campagna argentina.
Stati Uniti: più di 1.100.000 ettari di superficie agraria.
Nel conto totale praterie e boschi non sono inclusi. Come avrà acquisito la Chiesa cattolica quest'immensa quantità di terre?


Il Vaticano possidente immobiliare

Il Vaticano è il più grande possessore di immobili mondiale. Pensate che la Chiesa possiede il 20-22% del patrimonio immobiliare italiano. Nel 1977 Paolo Ojetti pubblicò sulla rivista L'Europeo (07.01.1977) alcuni dati incredibili sulla città di Roma, arrivando a calcolare che un quarto della città è di proprietà della Chiesa. Pagina su pagina registrò migliaia di palazzi che in parte appartengono alle 325 congregazioni delle monache cattoliche e degli ordini monastici. Il giornalista si occupò anche delle proprietà del Vaticano a Verona, scoprendo dalle carte del catasto, che circa la metà degli immobili erano segnati in nero. Bene, quegli immobili erano di proprietà della Chiesa. Ojetti, infine, sottolineò come questo metodo dovesse essere comune ad altre città. L'articolo non piacque affatto al Vaticano. Esponenti della Santa Sede qualificarono l'articolo come confuso, irresponsabile, scandaloso, anticlericale, impreciso e di basso livello. Ma non finisce qui. Il direttivo del quotidiano L'Europeo fu licenziato in tronco.
Abbiamo dovuto aspettare 21 anni per avere un'altra inchiesta sul tema. Il coraggioso giornalista Max Parisi de La Padania, fece un'indagine approfondita sulle proprietà immobiliari del Vaticano a Roma. Nel suo articolo, datato 21 giugno 1998, concluse che un terzo di tutti gli immobili della capitale è di proprietà della Chiesa cattolica.
Questi immobili, dal valore inestimabile, si trovano, in base alla sua inchiesta, nelle zone migliori della città: "tutta la zona da Campo dei Fiori fino a Palazzo Sant'Angelo, insieme a Piazza Navona e alle strade adiacenti, praticamente, sono di proprietà del Vaticano. Si tratta di qualcosa meno della metà del centro storico". "Solo in questa zona la Chiesa possiede più di 2500 palazzi. La totalità degli immobili non compare nei registri di proprietà del catasto, perché sono considerate territorio straniero. Ma non finisce qui! Tempo fa è tornato sull'argomento Il Giornale che, in quest'articolo, parlando delle proprietà del Vaticano a Roma e provincia. diede questi dati: 115.000 sono gli immobili posseduti dal Vaticano a Roma e provincia. Un quinto degli immobili di Roma e provincia è del Vaticano. Ma non finisce qui. Tra gli aspetti più interessanti dell'articolo c'è l'elenco delle sigle religiose con il più alto numero di proprietà fra Roma e provincia:

- la CEI ne ha 16;
- l'Opera romana per la preservazione della fede e la provvista di nuove chiese      in Roma 54;
- l'Abbazia di Subiaco 102;
- l'Apsa 306;
- le Ancelle francescane del Buon Pastore 55;
- Arcipretura Valmontone 350;
- Arcipretura in Vallepietra 97;
- Beneficio parrocchiale del capitolo di San Pietro-Vaticano 164+201 (oltre a        114 beni amministrati da Hoerner Arturo);
- Capitolo Subiaco 575;
- Canonici Albano Laziale 171;
- Canonici Ariccia 518;
- Capitolo Basilica Santa Maria Maggiore 101;
- Caritas 70;
- Vicarie Castel Madama 158;
- Vicariato di Roma 276;
- Suore domenicane Santa Caterina 20;
- Sottocuria Sant'Andrea Gallicano 92;
- Società cattolica di assicurazioni Verona 33;
- Suprema congregazione Sant'Uffizio 133;
- Santa Sede, Città del Vaticano 178;
- Reverenda Fabbrica di San Pietro 139;
- Propaganda Fide e suoi istituti di riferimento 1.139;
- Congregazione San VIncenzo de' Paoli 161;
- Pontificio Istituto teutonico 211;
- Pontificia opera per la preservazione della fede 683.


Dati interessantissimi, cui si aggiungono l'elenco fatto sempre da Il Giornale, di tutte le proprietà immobiliari della Chiesa a Roma. Stiamo parlando di proprietà stimate in 9 miliardi di euro di valore e di proprietà del 100% del Vaticano. Delle proprietà del Vaticano in Italia negli ultimi anni si sono occupati giornali e televisioni. COme dimenticare l'inchiesta sulle proprietà della diocesi bolognese fatta da Repubblica. Ecco alcuni dati:
1200 immobili di proprietà della Chiesa, 3000 proprietà se si considerano le fondazioni. La Lercaro possiede 120 unità fra negozi e magazzini, la Gesù divino operaio arriva a 140. Fra le parrocchie più "ricche" quella dedicata ai santi Savino e Silvestro, in zona Corticella: 65 proprietà.
Il 22 gennaio 2002 sul giornale spagnolo El Mundo vengono pubblicati alcuni dati interessanti sulle proprietà immobiliari della Chiesa di Spagna.
"In Spagna la Chiesa cattolica è una grande potenza immobiliare. Non c'è paese senza chiesa, né città senza cattedrale, né monte senza eremita.
Si calcola che il patrimonio ecclesiastico comprenda circa 100.000 immobili o, detto in altro modo, l'80% del patrimonio storico-artistico nazionale appartiene alla Chiesa.
Per esempio, il 70% della città vecchia di Toledo è in mano alla Chiesa. E lo stesso si può dire di Avila, Burgos o Santiago de Compostela. Nessuno sa quale sia la quantità totale del patrimonio ecclesiastico". Quindi anche in Spagna, dati incredibili.
Per avere un'idea del patrimonio immobiliare della Chiesa universale, si può prendere come riferimento l'osservazione fatta da un membro della Conferenza cattolica di New York, che ha testualmente affermato: "Probabilmente la nostra chiesa è seconda solo al governo degli Stati Uniti, per quanto riguarda il volume annuo di acquisizioni". Un'altra dichiarazione di un sacerdote cattolico e ripresa dalla stampa statunitense, è forse ancora più eloquente: "La Chiesa cattolica - ha affermato - dovrebbe essere considerata la maggiore azienda degli Stati Uniti. Abbiamo una filiale in ogni luogo. I nostri capitali ed il patrimonio immobiliare dovrebbero essere più cospicui di quelli di Standard Oil, A.T.& T. e di U.S. Steel messi insieme.
Il nostro ruolo di contribuenti dovrebbe essere secondo solo a quello degli uffici delle Entrate del governo degli Stati Uniti d'America".

La Chiesa cattolica è il maggiore potere finanziario e detentore di beni oggi esistente. E' il maggior possessore di ricchezze materiali, più di qualsiasi altra singola istituzione, azienda, banca, fiduciaria, governo o stato dell'intero pianeta.

Il papa, in qualità di amministratore ufficiale di questo immenso Eldorado, è di conseguenza il più facoltoso individuo del pianeta. Nessuno può realisticamente stimare quanto valga il suo patrimonio in termini di milioni di dollari.

fonti:

laviaduscita.net
tuttigliscandalidelvaticano.com

Alcune altre fonti:

1) "Oggi", n° 42/1952;
2) Deschner, Karlheinz, Dusseldorf 1983;
3) Lo Bello Nino, Vatikan im Zwielicht;
4) Hermann Horst, Die Kirche und unser Geld, Hamburg, 1990;
5) Ojetti Paolo su "L'Europeo", n° 1/1977;
6) Max Parisi in "La Padania", 21.06.1998;
7) Deschner, Karlheinz, Storia criminale del Cristianesimo, tomo 3. Reinbek,            1990;
8) Weber Hartwig, Die Opfer des Kolumbus - 500 Jahre Gewalt und Hoffnung          ("Le vittime di Colombo - 500 anni di violenza e speranza"), Strukum, 1986;
9) Von Othegraven Friedhelm, Litanei des Weissen Mannes ("Letanìa del                hombre blanco"), Strukum, 1986;
10) Hermann Horst, Kirchenfursten ("Principi della Chiesa"), Hamburg, 1992;
11) Rosner Enrique, Misionero y mosquetes;
12) Doebler Hannsferdinand, Hexenwahn ("Brujo manìa"), Munich, 1977.