ASTUTI COME SERPENTI...
...E LE COLOMBE
CHE FINE HANNO FATTO ?
Parlando con un amico, gli dissi che avrei pubblicato questo articolo, estrapolandolo da una rivista cui sono abbonato, che riprendeva a sua volta informazioni dettagliate sulla ricchezza della Chiesa cattolica da altre fonti, quali siti web, saggi pubblicati in italiano e in lingua straniera o da quotidiani nazionali ed esteri.
Fu quasi sconcertato nell'apprendere di questa mia decisione, chiedendosi a che pro lo avrei fatto, quasi come se mia intenzione fosse quella di voler intaccare, come per provocazione, la fede di milioni di credenti che invece alla Chiesa affidano le loro anime e il loro portafoglio.
Perché dunque pubblicare cifre, nomi e informazioni così "delicate"?
A beneficio di chi e per quale reale motivo?
Sinceramente non mi ero posto questa domanda di primo acchito, se non me la avesse posta lui...
Ciò che mi viene da rispondere infatti è semplicemente e ancora una volta l'amore della verità che travalica tutte le frontiere, persino quelle che si considerino tabù da non disvelare, in nome del bon ton o di una certa discrezione, del "meglio far finta di non sapere"...
Ognuno è in grado di discernere e fare le proprie valutazioni e, poiché non esiste mai una valutazione oggettiva, equiparabile a canoni di riservatezza e discrezionalità impartiti da qualcuno, ma solo assimilabile ad un livello vibratorio di coscienza e di discernimento dell'anima, mi è sembrato di non dover, né tanto meno di voler scandalizzare nessuno, né di voler provocare alcuna rissa mediatica, più di quanto del resto non sia già di pubblico dominio riguardo alle contraddizioni di una Chiesa, quella Cattolica romana, che predica bene e razzola male.
Ma - mi viene da dire - non se ne era già accorto il Cristo, quando si scagliava contro l'ipocrisia dei Sacerdoti del suo tempo e dei dottori della Legge?
"Nihil novi sub soli", dunque.
Eppure una certa indignazione sale ancora su dalle viscere, nonostante tutto, nonostante il contrasto tra gli obiettivi falsamente e ipocritamente dichiarati e le azioni non certo conseguenti di una Chiesa che dice di essere la depositaria dell'insegnamento del suo fondatore, Gesù Cristo, e che dimostra essere più che altro una Holding finanziaria della 'miglior' specie!
Dinaweh
L'oro del Vaticano
La Chiesa cattolica possiede il secondo tesoro in oro più grande del mondo. La rivista italiana Oggi, nel 1952, stimò questo tesoro in 7.000 milioni di lire (3.500.000.000 di euro odierni). Un tesoro straordinario, se comparato con i miseri 400 milioni di lire in oro dello Stato italiano e secondo solo a quello degli Stati Uniti. Sono passati quasi cinquant'anni. A quanto ammonterà il tesoro oggigiorno? Calcolando gli interessi, possiamo stimare l'incremento del valore del tesoro in un 63%, più del doppio, quindi. Questo significa che ad oggi il tesoro in oro supererebbe i 7 miliardi di euro.
Il tesoro del Vaticano in metalli preziosi è stato stimato dalla pubblicazione United Nations World Magazine come ammontante a diversi milioni di dollari. Una gran parte di questo tesoro è immagazzinata in lingotti presso la U.S. Federal Reserve Bank, mentre il resto è custodito in banche britanniche ed elvetiche.
Questa, comunque, non è che una piccola quota della ricchezza del Vaticano che, nei soli Stati Uniti, è più consistente di quella delle cinque aziende più floride della nazione. Se a questo si aggiungono proprietà immobiliari, azioni e titoli all'estero, la cospicua fortuna della Chiesa cattolica diventa così imponente che risulta impossibile darne una valutazione credibile.
Le azioni del Vaticano
Sembrerebbe incredibile, ma la Chiesa possiede anche delle azioni. Le notizie a riguardo sono più facili da trovare e, frequentemente, vari giornali internazionali, come il Der Spiegel o El Pais, ne hanno parlato. Tempo fa avevo parlato degli investimenti della Banca Cattolica Pax. Il giornale Der Spiegel scoprì, nel 2010, che la banca aveva investito in azioni di aziende operanti nel mercato del tabacco, della Difesa, di armi e della contraccezione. Due anni prima, nel 2008, vari giornali spagnoli riportarono la notizia degli investimenti azionari degli arcivescovati di Madrid e Burgos nel laboratorio farmaceutico Pfizer. Un'impresa che, tra tanti i farmaci, fabbrica anche un anticoncezionale. La Pfizer è una delle più grandi multinazionali del mondo. Essa promuove campagne di vaccinazioni in Africa con propri vaccini.
Certamente le riserve finanziarie del Vaticano, non si fermano qui. "Sono principalmente concentrate a Wall-Street, la più famosa Borsa del mondo. In totale il patrimonio della Chiesa cattolica, in azioni e altre partecipazioni, ammontava nel 1958 a 50.000 milioni di marchi tedeschi. Una cifra che, nel frattempo, potrebbe aver tranquillamente superato i 100 milioni di euro.
"Il Vaticano possiede enormi investimenti presso gli istituti Rothschild di Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti, la Banca Hambros, il Credit Suisse di Londra e Zurigo. Negli Stati Uniti ha ingenti investimenti presso la Morgan Bank, la Chase Manhattan Bank, la First National Bank di New York, la Bankers Trust Company e presso altri istituti di credito. Il Vaticano possiede miliardi di quote delle più potenti multinazionali, come la Gulf Oil, Shell, General Motors, Bethlehem Steel, General Eletric, International Business Machines, T.W.A., ecc. Facendo una stima prudenziale, nei soli Stati Uniti tali quote ammonterebbero ad oltre 500 milioni di dollari.
In un documento pubblicato come parte integrante di un prospetto informativo relativo ad investimenti obbligazionari, l'arcidiocesi di Boston ha stimato le sue risorse in seicentotrentacinque milioni di dollari ($ 635,891,004), vale a dire 9.9 volte le sue passività. Questo significa un valore netto di cinquecentosettantuno milioni di dollari ($ 571,704,953). Non è quindi difficile risalire alla stupefacente ricchezza della Chiesa, una volta che aggiungiamo gli introiti delle ventotto arcidiocesi e delle 122 diocesi degli USA, alcune delle quali sono anche più doviziose di quella di Boston".
La Chiesa di Roma, una volta sommati i suoi patrimoni, è il maggior agente di cambio del mondo. Il Vaticano, indipendentemente dai vari papi di passaggio, si è sempre più orientato verso gli USA. Il Wall Street Journal ha affermato che le transazioni finanziarie del Vaticano nei soli Stati Uniti sono state così importanti che spesso riguardavano la compravendita di oro per lotti da uno o più milioni di dollari alla volta.
Il Vaticano e i suoi consorzi
Il Vaticano è il più grande consorzio economico-religioso del mondo. Possiede innumerevoli imprese, negli ambiti più disparati: plastica, elettronica, cemento, acciaio, industria tessile, chimica, alimentare, senza dimenticare il settore immobiliare.
Gli interessi della Chiesa cattolica si concentrano anche nell'ambito energetico. L'Italgas, leader nel settore in Italia, appartiene al Vaticano e ha succursali in 36 città italiane. Senza contare che il Vaticano ha partecipazioni in imprese che fanno parte dei settori più disparati: catrame, ferro, distillerie, acqua potabile, forni a gas, forni industriali, per citarne alcuni.
Dei 180 istituti finanziari italiani almeno un terzo dispone del denaro del Vaticano. Il Varticano è altresì proprietario di molte banche tra le più importanti in Italia e possiede partecipazioni bancarie in Europa, Nord e Sud America. Il Vaticano possedeva e possiede un pacchetto azionario di maggioranza in alcune imprese italiane, come ad esempio la FIAT e la ex-Alitalia.
Nella lista di imprese di cui il Vaticano è azionista o proprietario dal 1993: l'Alitalia era tra le imprese di cui il Vaticano era azionista, insieme ad altre imprese italiane e straniere importantissime: Olivetti, General Motors, Rotschild Bank, Canal Fox, Shell, per citarne alcune.
Il Vaticano possidente terriero
La Chiesa cattolica è il maggior proprietario terriero del mondo occidentale. Alcuni esempi:
Germania: con 8,25 miliardi di mq, il Vaticano è il più grande proprietario terriero tedesco.
Pensate che quest'immenso territorio corrisponde alla metà dello stato tedesco di Schleswig-Holstein o allo spazio occupato dalle città di Brema, Amburgo, Berlino e Monaco, messe insieme.
Italia: più di 500.000 ettari di superficie agraria di proprietà della Chiesa.
Spagna: circa il 20% di tutta la campagna spagnola.
Portogallo: circa il 20% di tutta la campagna portoghese.
Argentina: circa il 20% della campagna argentina.
Stati Uniti: più di 1.100.000 ettari di superficie agraria.
Nel conto totale praterie e boschi non sono inclusi. Come avrà acquisito la Chiesa cattolica quest'immensa quantità di terre?
Il Vaticano possidente immobiliare
Il Vaticano è il più grande possessore di immobili mondiale. Pensate che la Chiesa possiede il 20-22% del patrimonio immobiliare italiano. Nel 1977 Paolo Ojetti pubblicò sulla rivista L'Europeo (07.01.1977) alcuni dati incredibili sulla città di Roma, arrivando a calcolare che un quarto della città è di proprietà della Chiesa. Pagina su pagina registrò migliaia di palazzi che in parte appartengono alle 325 congregazioni delle monache cattoliche e degli ordini monastici. Il giornalista si occupò anche delle proprietà del Vaticano a Verona, scoprendo dalle carte del catasto, che circa la metà degli immobili erano segnati in nero. Bene, quegli immobili erano di proprietà della Chiesa. Ojetti, infine, sottolineò come questo metodo dovesse essere comune ad altre città. L'articolo non piacque affatto al Vaticano. Esponenti della Santa Sede qualificarono l'articolo come confuso, irresponsabile, scandaloso, anticlericale, impreciso e di basso livello. Ma non finisce qui. Il direttivo del quotidiano L'Europeo fu licenziato in tronco.
Abbiamo dovuto aspettare 21 anni per avere un'altra inchiesta sul tema. Il coraggioso giornalista Max Parisi de La Padania, fece un'indagine approfondita sulle proprietà immobiliari del Vaticano a Roma. Nel suo articolo, datato 21 giugno 1998, concluse che un terzo di tutti gli immobili della capitale è di proprietà della Chiesa cattolica.
Questi immobili, dal valore inestimabile, si trovano, in base alla sua inchiesta, nelle zone migliori della città: "tutta la zona da Campo dei Fiori fino a Palazzo Sant'Angelo, insieme a Piazza Navona e alle strade adiacenti, praticamente, sono di proprietà del Vaticano. Si tratta di qualcosa meno della metà del centro storico". "Solo in questa zona la Chiesa possiede più di 2500 palazzi. La totalità degli immobili non compare nei registri di proprietà del catasto, perché sono considerate territorio straniero. Ma non finisce qui! Tempo fa è tornato sull'argomento Il Giornale che, in quest'articolo, parlando delle proprietà del Vaticano a Roma e provincia. diede questi dati: 115.000 sono gli immobili posseduti dal Vaticano a Roma e provincia. Un quinto degli immobili di Roma e provincia è del Vaticano. Ma non finisce qui. Tra gli aspetti più interessanti dell'articolo c'è l'elenco delle sigle religiose con il più alto numero di proprietà fra Roma e provincia:
- la CEI ne ha 16;
- l'Opera romana per la preservazione della fede e la provvista di nuove chiese in Roma 54;
- l'Abbazia di Subiaco 102;
- l'Apsa 306;
- le Ancelle francescane del Buon Pastore 55;
- Arcipretura Valmontone 350;
- Arcipretura in Vallepietra 97;
- Beneficio parrocchiale del capitolo di San Pietro-Vaticano 164+201 (oltre a 114 beni amministrati da Hoerner Arturo);
- Capitolo Subiaco 575;
- Canonici Albano Laziale 171;
- Canonici Ariccia 518;
- Capitolo Basilica Santa Maria Maggiore 101;
- Caritas 70;
- Vicarie Castel Madama 158;
- Vicariato di Roma 276;
- Suore domenicane Santa Caterina 20;
- Sottocuria Sant'Andrea Gallicano 92;
- Società cattolica di assicurazioni Verona 33;
- Suprema congregazione Sant'Uffizio 133;
- Santa Sede, Città del Vaticano 178;
- Reverenda Fabbrica di San Pietro 139;
- Propaganda Fide e suoi istituti di riferimento 1.139;
- Congregazione San VIncenzo de' Paoli 161;
- Pontificio Istituto teutonico 211;
- Pontificia opera per la preservazione della fede 683.
Dati interessantissimi, cui si aggiungono l'elenco fatto sempre da Il Giornale, di tutte le proprietà immobiliari della Chiesa a Roma. Stiamo parlando di proprietà stimate in 9 miliardi di euro di valore e di proprietà del 100% del Vaticano. Delle proprietà del Vaticano in Italia negli ultimi anni si sono occupati giornali e televisioni. COme dimenticare l'inchiesta sulle proprietà della diocesi bolognese fatta da Repubblica. Ecco alcuni dati:
1200 immobili di proprietà della Chiesa, 3000 proprietà se si considerano le fondazioni. La Lercaro possiede 120 unità fra negozi e magazzini, la Gesù divino operaio arriva a 140. Fra le parrocchie più "ricche" quella dedicata ai santi Savino e Silvestro, in zona Corticella: 65 proprietà.
Il 22 gennaio 2002 sul giornale spagnolo El Mundo vengono pubblicati alcuni dati interessanti sulle proprietà immobiliari della Chiesa di Spagna.
"In Spagna la Chiesa cattolica è una grande potenza immobiliare. Non c'è paese senza chiesa, né città senza cattedrale, né monte senza eremita.
Si calcola che il patrimonio ecclesiastico comprenda circa 100.000 immobili o, detto in altro modo, l'80% del patrimonio storico-artistico nazionale appartiene alla Chiesa.
Per esempio, il 70% della città vecchia di Toledo è in mano alla Chiesa. E lo stesso si può dire di Avila, Burgos o Santiago de Compostela. Nessuno sa quale sia la quantità totale del patrimonio ecclesiastico". Quindi anche in Spagna, dati incredibili.
Per avere un'idea del patrimonio immobiliare della Chiesa universale, si può prendere come riferimento l'osservazione fatta da un membro della Conferenza cattolica di New York, che ha testualmente affermato: "Probabilmente la nostra chiesa è seconda solo al governo degli Stati Uniti, per quanto riguarda il volume annuo di acquisizioni". Un'altra dichiarazione di un sacerdote cattolico e ripresa dalla stampa statunitense, è forse ancora più eloquente: "La Chiesa cattolica - ha affermato - dovrebbe essere considerata la maggiore azienda degli Stati Uniti. Abbiamo una filiale in ogni luogo. I nostri capitali ed il patrimonio immobiliare dovrebbero essere più cospicui di quelli di Standard Oil, A.T.& T. e di U.S. Steel messi insieme.
Il nostro ruolo di contribuenti dovrebbe essere secondo solo a quello degli uffici delle Entrate del governo degli Stati Uniti d'America".
La Chiesa cattolica è il maggiore potere finanziario e detentore di beni oggi esistente. E' il maggior possessore di ricchezze materiali, più di qualsiasi altra singola istituzione, azienda, banca, fiduciaria, governo o stato dell'intero pianeta.
Il papa, in qualità di amministratore ufficiale di questo immenso Eldorado, è di conseguenza il più facoltoso individuo del pianeta. Nessuno può realisticamente stimare quanto valga il suo patrimonio in termini di milioni di dollari.
fonti:
laviaduscita.net
tuttigliscandalidelvaticano.com
Alcune altre fonti:
1) "Oggi", n° 42/1952;
2) Deschner, Karlheinz, Dusseldorf 1983;
3) Lo Bello Nino, Vatikan im Zwielicht;
4) Hermann Horst, Die Kirche und unser Geld, Hamburg, 1990;
5) Ojetti Paolo su "L'Europeo", n° 1/1977;
6) Max Parisi in "La Padania", 21.06.1998;
7) Deschner, Karlheinz, Storia criminale del Cristianesimo, tomo 3. Reinbek, 1990;
8) Weber Hartwig, Die Opfer des Kolumbus - 500 Jahre Gewalt und Hoffnung ("Le vittime di Colombo - 500 anni di violenza e speranza"), Strukum, 1986;
9) Von Othegraven Friedhelm, Litanei des Weissen Mannes ("Letanìa del hombre blanco"), Strukum, 1986;
10) Hermann Horst, Kirchenfursten ("Principi della Chiesa"), Hamburg, 1992;
11) Rosner Enrique, Misionero y mosquetes;
12) Doebler Hannsferdinand, Hexenwahn ("Brujo manìa"), Munich, 1977.
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