giovedì 27 giugno 2019

ESSERE E DIVENIRE


ESSERE E DIVENIRE


Essere e divenire... Chi realmente siamo? Siamo colui o colei nati il tal giorno alla tale ora del tale anno, o siamo altro? Chi in realtà siamo? Non possiamo dire di essere quella realtà illusoria che muta istante dopo istante, in un ciclo continuo di nascite e morti, nati a noi stessi per morire poco dopo e per rinascere poco dopo nuovamente in altra forma e in altre circostanze...
Arnaud Desjardins ci conduce alla visione dell'essere immutabile ed eterno che alberga in noi e che siamo nel non essere mai stati ciò che pensiamo di essere veramente.
Queste poche righe sono tratte dal libro "La via del cuore", edito in italiano da Astrolabio- Ubaldini editore; un testo che consiglio a tutti di leggere e rileggere, non tanto con gli occhi della mente, ma con la capacità di penetrazione dell'anima e l'intuizione del cuore.

Dinaweh

ARNAUD DESJARDINS


§ La vita consiste nel morire

[...] L'affermazione (peraltro importante poiché tutta la vostra vita ne deriva): "Io sono nato il tal giorno, alla tale ora, in quella tale città" è un non-senso. No. Voi, quali siete nell'istante, non siete certamente nati il tal giorno alla tale ora in tale luogo. Voi nascete ogni secondo e chi eravate un secondo fa è già un altro. Fisicamente, emozionalmente, mentalmente non troverete niente di immutabile. Certo, potete riconoscere alcune linee direttrici in questo flusso, quelle che per esempio possono essere divinate in un tema astrologico, ma all'interno di queste linee direttrici regna il cambiamento. La Loira è sempre la Loira e la Senna è sempre la Senna, ma non ci si bagna mai due volte nello stesso fiume. Voi non siete di certo nati alla data di nascita stampata sulla vostra carta d'identità. Un altro da voi è nato, il quale certo non aveva i vostri gusti, né le vostre idee, né i vostri desideri, né le vostre paure, né il vostro modo di vedere il mondo, che non aveva niente in comune con voi eccetto la direzione di una corrente, di un flusso fatto di continui mulinelli sempre diversi.
Se riuscirete ad ammettere questo cambiamento incessante, che è la legge e il dato essenziale su cui si fondano gli insegnamenti spirituali, se ne sarete impregnati tanto da farne non solo un'idea intellettuale ma una certezza, allora prenderete coscienza di voi stessi e ben presto proverete una sensazione del tutto nuova. Non vi considererete più come un'entità stabile e fissa che chiamate 'me', ma come un processo di cambiamento, e di cambiamento reale. Quando riconoscete: "Sì, sono molto cambiato", sottintendete: "Si tratta sempre di me, ma sono cambiato!", cosa che non è esatta. In effetti si tratta di un altro e un istante dopo di un altro ancora, anche se quest'ultimo dipende da quello che l'ha preceduto. Come dice il Buddha: "Essendo questo, quest'altro si produce". Colui o colei che eravate un minuto fa ha fatto nascere colui o colei che siete adesso; ma a ogni cambiamento potete vedere che quello che era è scomparso ed è stato rimpiazzato da un'altra forma.
Dunque, a ogni cambiamento hanno luogo una morte e una nascita. Morte o sparizione, nascita o apparizione; venire e andare, to come and go. Venire è nascere, andare è morire. Questo gioco è senza fine e i due coesistono sempre insieme, qualunque sia il modo in cui studiate il mondo fenomenico, la realtà relativa. E' solo a livello dell'assoluto, dell'atman, che possiamo davvero parlare di essere e non solo di divenire, che possiamo parlare di identità, di eternità, di immutabilità. Da quando cominciamo a considerare quello che in India viene chiamato 'il mondo delle forme', forme grossolane o forme sottili. non vi è altro che cambiamento. Niente è fisso, niente. Il movimento non si arresta, il cambiamento è continuo.
Abbiamo l'impressione che delle realtà appaiano, sussistano per un certo tempo e poi spariscano, unicamente in rapporto alla nostra coscienza abituale. E' una visione approssimativa, anche se è pratica per i bisogni della normale esistenza. In verità, se guardiamo più da vicino, vediamo che niente rimane fermo, almeno non per quanto riguarda noi. Ripeto, si tratta davvero di una nuova coscienza di sé nella quale ci si sente, con tutto l'essere e definitivamente, come un processo di cambiamento, una successione di apparizioni e sparizioni, in altre parole come una irrealtà. Ciò che è veramente reale sussiste e rimane. Il resto è ciò che chiamiamo divenire, samsara in sanscrito: scivolamento continuo, senza un punto fermo.
Lo potete osservare a molti livelli, dapprima grossolani, poi via via più sottili. Facciamo un esempio banalissimo: siete in una stanza e passate nel corridoio; la persona che si trovava nella stanza è morta. Cercatela pure, non esiste più. Nello stesso istante è nata, passando per la porta, la persona che attraversa il corridoio. Certo, la cosa riguarda lo spostamento del corpo fisico, ma anche un esempio così semplice può farvi capire cosa intendo.
Ogni apparizione è l'altra faccia di una sparizione, ogni nascita è l'altra faccia di una morte, e venire è sempre l'altra faccia di andare. Il cambiamento non si ferma mai, anche se normalmente non ne teniamo conto e, come un parigino può dire ogni volta che lo fa: "Ho attraversato la Senna", così noi diciamo 'io'. Ma il parigino che passa dalla riva destra alla riva sinistra non attraversa mai la stessa Senna. E quando noi diciamo 'io' o 'me', parliamo in un modo pratico ma inesatto, che ci mantiene nell'illusione di una permanenza non esistente. Anche se ciò che vi dico può sembrare strano al primo impatto, vorrei che cercaste di sentire: "Come posso dire 'io' o 'me' parlando del passato?" Vediamo il mondo in modo fisso, cercando sempre di stabilire delle pause per riprendere il fiato. Ma non ce ne sono, né fisicamente, né emozionalmente, né intellettualmente. Basta che un muscolo sia un po' rilassato rispetto a un secondo prima e il vostro corpo è già un altro: sparizione-apparizione.

Se ammetto questa visione del cambiamento, se lo accolgo, se addirittura lo accompagno, se non cerco più di aggrapparmi invano alla riva, quando sono nato io realmente? Io SONO. Poiché appena nato già muoio e appena morto io nasco, allora io non sono mai nato. 'IO' non sono mai nato e 'IO' non sono mai morto. C'è un movimento, un gioco, come un danzatore che non cessi mai di danzare.
Che cosa conoscete voi di voi stessi, oltre il corpo, i pensieri, le emozioni, gli stati d'animo, le percezioni, le concezioni mentali? Ciò di cui parlate come se avesse una continuità o una fissità, in verità non ne ha nessuna. Si tratta di quel cambiamento incessante che gli indù chiamano 'irrealtà', perché nell'istante stesso in cui prendiamo coscienza di un fenomeno (esterno o interno a noi) esso si trova già rimpiazzato da un altro. Non c'è alcun punto d'appoggio. Niente esiste, non c'è che il cambiamento.

[...] La Coscienza pura, la Coscienza-testimone, lo schermo sul quale si proietta il film delle apparenze si rivela immutabile e corrisponde al Senza Forma che i buddhisti chiamano il Vuoto, e il Vedanta la Pienezza. Questa coscienza pura è fuori dal tempo, mai creata, mai distrutta, mai nata. Un corpo fisico nasce con delle potenzialità, animato da un'energia che non si stanca mai, che non cessa di dispiegarsi, di esprimersi nel mondo. Il bambino nasce portatore di ogni potenzialità che si attualizzano nel corso della sua esistenza, come i cerchi concentrici formati da un sasso gettato nell'acqua che si allargano sempre di più. Rompete un seme, non ci troverete niente di speciale e tuttavia vi è contenuto un intero albero, un albero che a sua volta genererà migliaia di altri semi.
Esiste certo una Coscienza che non nasce, che non muore, che è, soltanto E', che possiamo forse tentare di esprimere con 'IO SONO', e questa Coscienza si manifesta anche come energia (shakti). 
[...]

Arnaud Desjardins, La via del cuore, Astrolabio editore - Ubaldini editore, Roma 2001, pp. 192-193, 195.











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