martedì 25 settembre 2018

IN MORTE E IN RICORDO DI UN GUERRIERO DI LUCE: FERDINANDO IMPOSIMATO



IN MORTE E IN RICORDO
DI UN GUERRIERO DI LUCE


FERDINANDO IMPOSIMATO


Solo un anno fa ho avuto il piacere di ascoltare al megafono la voce risoluta nelle parole accalorate del giudice Ferdinando Imposimato: eravamo in tanti a Roma quel giorno davanti a Montecitorio a presidiare quella piazza, il 24 luglio 2017, lì con la speranza di scongiurare il fatidico decreto Lorenzin (che sarebbe stato poi approvato in fretta e furia la notte del 30, se non ricordo male), mentre quel giudice, presidente onorario della Suprema Corte di Cassazione, sbraitava come una tigre per ribadire il suo "NO" ad una classe politica di venduti, criminali e corrotti, come notoriamente li apostrofava...
Il 2 gennaio 2018 il grande combattente, amico intimo dei giudici Falcone e Borsellino, colui che aveva indagato sui mandanti occulti dell'uccisione di Aldo Moro (la CIA con la complicità dei servizi segreti italiani, Gladio e l'omertà del governo allora in carica) finiva la sua corsa sulla scena di questo mondo.
Lo voglio ricordare qui e ora, di nuovo dalle pagine di questo blog, così come quando mi ero sentito onorato e rappresentato nel sentirlo inveire contro i poteri forti, che ancora una volta minavano alle fondamenta i valori e i sani principi della Carta costituzionale. 
Voglio credere che la sua morte non sia stata anch'essa "programmata", come solitamente certi loschi figuri sanno ordinare, sia che si tratti di persone in carne ed ossa, sia che si tratti di manufatti o strutture simbolicamente importanti per delle città o delle nazioni. Voglio sperare che quell'uomo che solo pochi mesi prima infuocava le piazze come un leone, possa essersi spento per volere divino, non certo per ordine di qualche Augusto criminale in giacca e cravatta.

Ferdinando Imposimato nel 1984
In ogni caso Ferdinando Imposimato rimarrà nel ricordo del mio cuore come uno dei Padri della Patria, uno degli ultimi, forse l'ultimo; come una figura integerrima che ha speso la propria esistenza in nome della giustizia e della verità. Mi fa venire in mente quella bellezza e quella forza che sono proprie dei Giusti, che gli sono stampate in faccia, che fanno parte del loro DNA e che mai nessuno potrebbe comprare, né barattare. C'è ancora bisogno di uomini come lui; più che mai oggi, in questo momento di imbarbarimento generale, indotto su larga scala a tutti i livelli sociali a partire dalla scuola, che, invece di preparare e formare gli uomini e le donne del domani tradisce il suo mandato, abbandonando i ragazzi a se stessi, spegnendo in loro lo stimolo a farsi delle domande, a darsi delle risposte, ad essere critici e desiderosi di verità e riducendo gli insegnanti a dei burocrati, a degli impiegati, chiamando i presidi secondo logica aziendale "dirigenti" scolastici, affidando loro poteri draconiani di vita o di morte sui loro sottoposti, ma rendendoli, essi stessi, un piccolo ed insignificante ingranaggio di un sistema che tutto fagocita e stabilisce dall'esterno... 
La battaglia contro ogni sopruso, a maggior ragione se perpetrato o avvallato dagli organi e dagli apparati più alti dello Stato, è il testimone che ci lascia nelle mani il giudice Imposimato e che deve continuare ad essere per noi come una fiaccola sempre accesa nei nostri cuori per dar forza a delle azioni conseguenti. Me lo ricordo nel suo accesissimo e accaloratissimo proclamare: "Non pagate alcuna sanzione! L'unica strada percorribile all'obbligo vaccinale è l'obiezione di coscienza. Non sentitevi soli: non lo siete!"
Grazie, Nando.

Dinaweh   




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