LA LUCE ADAMANTINA
INSEGNAMENTI ESOTERICI PER LA NUOVA ERA
(16)
CAPITOLO IX
[seconda parte]
PSICOLOGIA RIVOLUZIONARIA
ASPETTI PRATICI DEL LAVORO PSICOLOGICO
Parte del testo seguente è tratto dai testi dell'occultista Victor Manuel Gomez.
La Psicologia Rivoluzionaria - personalità ed individualità - e la dottrina degli "io" sono aspetti fondamentali che dobbiamo studiare e comprendere. Man mano che avanziamo nei nostri studi, urgono con sempre maggior forza la necessità ed il proposito sincero di migliorare, approfondire e sedimentare le necessarie basi per un'essenziale e integrale auto-conoscenza.
Certamente, un uomo può avere sette lauree, conoscere a memoria la Divina Commedia, può essere presidente o monarca di qualche regno ma, se non conosce se stesso, se non conosce un'ampia parte del suo vero Essere, certamente sarà nulla più che un povero legno galleggiante nel mare, alla deriva imprevedibile delle onde, poiché non potrà vincere nessuno stato psicologico nato dall'interno.
Potrà essere l'uomo più forte della Terra e vincere mille battaglie, ma continuerà ad essere solamente un pover'uomo se non potrà vincere i suoi moti istintivi derivanti dall'ira, dalla gola, dalla lussuria, dall'invidia o da qualunque altro aspetto psicologico che può sorgere dal suo interno.
Ed è perciò che la vera forza di un uomo deve misurarsi sempre con quello che è dentro di lui e non con quello che egli è apparentemente. Dicono i Grandi saggi che la grandezza e la forza di un uomo si valutano dalla capacità che egli ha di governare se stesso e non dalla forza dei suoi pugni.
Orbene, quel governo di se stessi nasce necessariamente da due fonti: la prima è quella di conoscere bene la propria natura, tanto umana, quanto divina. E la seconda nasce dal fermo e sincero proposito di lavorare su se stessi per raggiungere il vero obiettivo del proprio Essere.
Questi due requisiti sono quelli che utilizzano gli Iniziati per evolvere in modo cosciente e rapido e costituiscono anche le basi necessarie per poter servire ed aiutare i fratelli.
Ogni essere umano, durante il tragitto della sua vita, commette molti errori ed è normale che li commetta a causa della sua condizione umana imperfetta. Ogni errore o imprudenza compiuta ha normalmente come risposta la sofferenza o il dolore. Ci sono uomini che commettono gli stessi identici errori durante tutta la loro vita e non cambiano, benché soffrano sempre allo stesso modo per questo. Qual è la causa della vera sofferenza dell'uomo? Qual è il suo grande problema? Il grande problema è che l'uomo non conosce quali sono le cause che determinano i suoi errori, non sa che ci sono forze soggettive che agiscono dentro di lui, non conosce la radice dei suoi difetti e di conseguenza non può né sa come risolvere vittoriosamente la sua agonia.
E' imprescindibile che diventiamo coscienti che dentro di noi esistono istinti, forze, entità, falsi io, ecc. che tentano dalle profondità più inconsce di impadronirsi della nostra vitalità, della nostra divinità, agendo in innumerevoli occasioni attraverso i nostri pensieri, emozioni ed atti, cioè attraverso la personalità. Nell'uomo esistono due grandi forze contrapposte. La prima è involutiva e tenta di esprimere l'aspetto materiale della forma, l'aspetto inferiore della materia. La seconda grande forza è evolutiva e trasmutatrice ed è originata dallo spirito, dall'Essere, che attrae al suo seno l'anima evolvente. Il problema dell'essere umano è che si trova in mezzo a queste due grandi correnti di energia e questa è la Causa di tutti i suoi conflitti, crisi e tensioni; ma contemporaneamente, è il mezzo necessario per avanzare e realizzarsi come Maestro di saggezza.
Generalmente l'essere umano si consola pensando che tutto quello che succede, nella maggioranza dei casi, non ha niente a che vedere con lui e che in generale i colpevoli sono gli altri; egli pertanto esclude se stesso come Causa generatrice di ogni conflitto. Abbiamo dunque una grande abilità nel dimenticare che la società è composta dalla somma degli individui e che pertanto parte della colpa è nostra, poiché siamo parte integrante di quella società che critichiamo.
"Sarebbe dunque conveniente che comprendessimo che se vogliamo cambiare quello che vediamo di spiacevole nel mondo, dobbiamo incominciare con il cambiare noi stessi e smettere di criticare".
Questo essere umano, che si comporta tanto brillantemente nel corso di un'occasione sociale, perde tutta la sua compostezza o vernice di civilizzato, tanto costosamente acquisiste, quando si mescola alla gente in una manifestazione di massa o semplicemente quando parla della sua squadra favorita. Viviamo ingannando terribilmente noi stessi. La maggioranza di noi pensa di conoscersi e ritiene che non c'è niente nella nostra psiche o personalità che ignoriamo.
Domandiamo a qualunque persona, per quanto importante ci possa sembrare, dove si trova il generatore delle sue emozioni, se conosce il posto in cui si localizzano i suoi istinti più primitivi e se è capace di trasformare serenamente un impulso di gelosia o di ira senza nessun problema. Domandiamo anche dove sia esattamente ubicata la sua coscienza, o semplicemente in che parte del suo corpo si trova il suo "Io".
Pensiamo di conoscerci anche se non sappiamo dove andiamo o siamo quando, nel sonno, perdiamo il concetto di "io" e anche se non sappiamo niente del nostro Essere e della sua manifestazione. Domandiamo a qualunque persona, semplice o illustre, se non ha vissuto qualche volta l'esperienza interna di sentire impulsi nascosti, come un impulso sessuale incontrollato, o impulsi di violenza assassina, di improvvisa malizia, di ira o di invidia, di critica malvagia o di immondo abuso, ecc., certamente li avrà sperimentati.
Benché sia una persona magnifica o spirituale, dentro, nel suo interno più nascosto, si trova il seme di tutti i demoni, di tutti i difetti ed il riconoscerlo è il primo passo verso il cambiamento. Quegli impulsi perversi non costituiscano davvero il nostro vero essere, ma certamente sono lì e ci controllano in molte occasioni, provocandoci, presto o tardi, sofferenza e dolore.
Quanti di noi non hanno mai sentito il pentimento per azioni che non ci spieghiamo come abbiamo potuto compiere? Molti individui in qualche momento della loro esistenza compiono azioni di cui poi non riescono a comprendere il motivo: uno scatto, una forza strana, un impulso incontrollato; forse, la questione è che furono trascinati, spinti soggettivamente, perdendo il loro Centro di persone responsabili, mature ed intelligenti.
E' chiaro, dunque, che quella momentanea assenza della nostra saggezza fu dovuta ad un'altra forza transitoria o, per meglio dire, ai molteplici "Io" che abitano nel nostro interno psichico.
"L'essere umano non solo non si conosce, ma inoltre, e questo è davvero grave, ignora che 'non si conosce' ".
In varie occasioni, amareggiati e stanchi di soffrire, sentiamo il desiderio di cambiare il senso della nostra vita, ma come farlo? Se non si conosce il procedimento, ci mettiamo in un vicolo cieco... ieri, oggi e domani.
Si verificano sempre le stesse situazioni, si ripetono gli stessi errori e non riusciamo ad imparare le lezioni. Tutto continuerà, irrimediabilmente, finché manterremo nel nostro interno gli elementi indesiderabili dell'ira, della brama, della lussuria, dell'invidia, della pigrizia, della gola, dell'odio, ecc.
Ponderiamo per un momento, ispezioniamo ed esaminiamo il nostro livello morale o, per meglio dire, consideriamo qual è il nostro livello dell'essere.
Finché quel livello di essere, che normalmente non è maggiore del 5 per cento, non cambierà radicalmente, emergendo dalla meccanicità della vita, continuerà la ripetizione delle stesse sfortune, disgrazie ed infortuni. Dobbiamo avere presente che tutte, assolutamente tutte le circostanze che si succedono fuori di noi, nello scenario di questo mondo, sono riflessi di quello che interiormente portiamo.
"L'Esteriore è il Riflesso dell'Interiore e tutto si succede in quell'ordine, da dentro verso fuori".
Quando si cambia interiormente, e questo cambiamento è davvero profondo, l'esterno, anche le circostanze della vita, cambiano, questo è quello che si chiama Legge di Affinità Universale.
Pertanto, se vogliamo effettuare un cambiamento radicale, la prima cosa che dobbiamo indagare è il Livello dell'Essere in cui ci troviamo. Non sarà possibile passare ad un livello superiore se non ci abituiamo a sentire il nostro essere, la cui voce siamo abituati a soffocare nel nostro interno a favore della condotta meccanica e comune della vita quotidiana.
L'auto-osservazione giornaliera è lo strumento che si dovrà usare fino a che si trasformerà in un'abitudine cosciente, così da permetterci di sapere con precisione in quale livello dell'essere ci troviamo e da consentirci di aprire la porta della Via Verticale, per la quale ascenderemo a superiori livelli dell'Essere.
Esistono molti livelli dell'essere; ognuno è differente dagli altri. Possiamo immaginarci situati su un gradino di una lunga scala; più in basso ci sarà gente peggiore di noi, più rozza, più meccanica; più in alto si troveranno persone migliori, più spirituali di noi... Vediamo chiaramente che in questa scala, benché tutti gli uomini abbiano in fondo la stessa divinità, ognuno la manifesti nel grado in cui l'ha sviluppata.
"Un essere di livello Superiore è al di sopra di noi istante dopo istante. Non è in nessun futuro orizzontale, bensì qui ed ora, dentro se stesso, nel percorso verticale".
La personalità si sviluppa e si svolge sulla linea orizzontale della vita, nasce e muore nel tempo lineare. Non è l'Essere, evidentemente; i livelli dell'essere e l'essere stesso, non sono nel tempo.
L'essere non ha niente a che vedere con la linea orizzontale della vita, si trova dentro noi stessi; sarebbe assurdo cercare il nostro proprio Essere fuori di noi stessi. Risulta dunque ben chiaro che titoli, gradi, promozioni, ecc. del mondo fisico esterno in nessun modo rivelano l'Essere, né favoriscono il passaggio ad un gradino superiore nei livelli dell'Essere. L'essere umano si trova istante per istante, non importa l'azione che sta realizzando, davanti a due alternative: una orizzontale-meccanica e l'altra Verticale-cosciente.
E' possibile trasformare le reazioni meccaniche mediante la valutazione logica di una mente calma e rasserenare le emozioni mediante il buonsenso.
Il comportamento più diffuso consiste nel reagire meccanicamente di fronte alle diverse circostanze della vita., Questi individui che così agiscono, benché non lo sappiano e lo neghino sempre, sono sempre vittime delle circostanze; quando qualcuno li adula, sorridono, quando li umiliano, soffrono spaventosamente. Insultano se li insultano, feriscono se li feriscono, non sono mai liberi. I loro simili hanno il potere di trasportarli dall'allegria alla tristezza, dalla speranza alla disperazione e così ogni volta che vogliano... da uno stato all'altro; essi sono come marionette che possono essere animate da chiunque. Indubbiamente, benché molti lo neghino, è così; dobbiamo solo osservarci internamente per constatarlo. Coloro che percorrono il Cammino orizzontale somigliano agli strumenti musicali: ognuno dei loro simili può toccare quello che vuole ed essi sono facili vittime.
Orbene, chi impara a trasformare le reazioni meccaniche in realtà si introduce nel Cammino Verticale, "difficile e angusto", quello di cui ci parlava il Maestro Gesù.
Quello che rende bello ed adorabile ogni neonato è la sua Essenza; questa costituisce la sua vera realtà. Certamente la normale crescita dell'Essenza in ogni creatura è molto esigua, incipiente. Il corpo umano cresce e si sviluppa in accordo con le leggi biologiche della specie, tuttavia tali possibilità risultano di per se stesse molto limitate per lo sviluppo dell'Essenza. Indiscutibilmente, l'Essenza può crescere solo di per se stessa, senza aiuto, ma solo un piccolissimo grado; essa ha bisogno di un dispiegamento cosciente, di un lavoro trasformatore e trasmutatore che non ha niente a che vedere col tempo, bensì con l'atteggiamento interno verso i differenti avvenimenti di ogni istante dell'esistenza.
La crescita dell'Essenza è un compito spirituale. Il bambino impara più con l'esempio che col precetto. Il modo errato di vivere dei genitori o dei tutori, l'esempio negativo, gli atteggiamenti degeneri degli adulti danno alla personalità del bambino quella coloritura particolare di scetticismo e a volte di perversione dell'epoca in cui viviamo. E' difficile saper educare un bambino poiché neanche molti genitori sono stati essi stessi educati adeguatamente.
In questa maniera si crea un circolo vizioso, in cui indiscutibilmente è lo stesso padre quello che deve essere educato, se vuole rompere quel circolo meccanico. La conoscenza esoterica insegna una nuova educazione, che è in realtà la pi antica, basata sulla comprensione delle nostre nature e sullo sviluppo cosciente del nostro vero potenziale cosmico.
La dottrina degli "Io"
Dopo l'Essenza e la personalità, ecco il terzo aspetto importante dell'essere umano, che chiamiamo l'"Io", il "Se stesso", cioè gli Insiemi psicologici, che sono, in definitiva, i nostri falsi "Io".
Questi "Io", che sono moltissimi, sono quegli elementi deteriori che portiamo nel nostro interno; sono la viva personificazione di tutti i nostri difetti. Disgraziatamente l'Essenza si sente intrappolata dentro questi elementi. Questi elementi negativi sono vite minori che l'uomo ha continuato lungamente a coltivare e che, senza saperlo, sono andate, simbolicamente parlando, ad "occupare" tutto il suo Regno.
L'idea, così frequentemente diffusa, che presuppone che dentro la nostra psiche c'è un unico Io che agisce, è completamente erronea.
Il nostro vero Io o Essenza, rimane soffocato e messo a tacere da una moltitudine di piccoli IO negatici o insiemi psicologici che decidono per noi. E' per questo che agiamo frequentemente in modo incontrollato ed erroneo. A volte ci pentiamo dopo aver commesso un'azione negativa. Questo succede quando il nostro tre per cento di vero Io liberato torna a prendere il comando della nostra personalità.
Se ci osserviamo attentamente, vedremo che siamo capaci di passare da una scena di odio ad un'altra di amore e dopo, ad una di lussuria, per continuare ininterrottamente con comportamenti di ira, di pigrizia, ecc.; tutto questo via vai di follia psicologica non aiuta in alcun modo la realizzazione del nostro Essere. Se ci osserviamo attentamente e senza pregiudizi, potremo renderci conto che gli stati per i quali passiamo durante il giorno sono molto vari. E' dunque certamente deplorevole che l'Essenza si trovi soffocata in tale affastellamento negativo. Mano a mano che tutte queste negatività si vanno riducendo, l'Essenza, oltre a manifestarsi, crescerà e si svilupperà armonicamente, conferendoci un'intima bellezza dalla quale emanerà felicità perfetta e vero amore.
Quando moriamo a noi stessi, quando dissolviamo gli "Io psicologici", godiamo dei preziosi sensi e poteri dell'Anima.
Al fine di raggiungere la desiderata evoluzione dobbiamo comprendere a fondo che il nostro corpo umano è solamente un ricettacolo dell'Essenza che viene dalle stelle e che fu creato dalla divinità. Ugualmente dobbiamo essere convinti che solamente lavorando su noi stessi e sacrificandoci per i nostri simili, potremo ritornare vittoriosi al luogo di partenza.
Tutti dobbiamo sforzarci di conoscere i motivi che ci mantengono prigionieri dentro noi stessi e le cause del nostro erroneo modo di manifestarci.
tutti abbiamo qualcosa che ci amareggia la vita e contro cui dobbiamo lottare; non è ineluttabile continuare ad essere infelici, perciò dobbiamo lottare contro il "Motivo" che ci amareggia l'esistenza e questo motivo non è mai esterno, ma profondamente interno, poiché si trova alla radice della nostra psicologia.
I titoli, gli onori ed il denaro non ci danno la felicità perfetta, quella che dura per sempre. Le stupide vanità della falsa personalità ci rendono rozzi ed incapaci di accettare le novità. Le persone intrappolate nei loro dogmi e nelle loro credenze sono pietrificate dal ricordo del passato, sono piene di "stupidi pregiudizi" e sono schiave del "che diranno gli altri". Se queste persone comprendessero lo stato in cui si trovano interiormente, tremerebbero di orrore, ma esse pensano di sé le cose migliori, si credono virtuose, nobili, caritatevoli e continuano ad immergersi in una palude dalla difficile uscita. La vita pratica è una scuola formidabile, ma è assurdo considerarla come fine a se stessa. Chi vive la vita, come spesso accade oggi, in modo meccanico, non conseguirà alcun progresso spirituale. Cambiare è necessario, ma le persone non sanno come cambiare; soffrono molto, ma neanche sanno come soffrono. Quando passiamo in rivista tutta o parte della nostra vita, facciamo attenzione solo all'aspetto esterno di essa e questo non serve per niente al nostro lavoro spirituale.
Ad esempio: immaginiamo che qualcuno aspetti con ansietà il giorno delle nozze. E' un avvenimento importante, ma potrebbe succedere che sia così preoccupato nel momento preciso dell'evento che realmente non vi trovasse poi alcun piacere e che sentisse l'evento arido e freddo come un protocollo. Dobbiamo sforzarci per sapere dove siamo situati in ogni momento, sia riguardo allo stato spirituale o stato intimo della consapevolezza, sia riguardo all'aspetto esterno dell'avvenimento che stiamo vivendo.
Questo è un lavoro profondamente psicologico ed espansivo.
"Collegare stati interni con avvenimenti esterni nella forma corretta è saper vivere intelligentemente. Qualunque avvenimento intelligentemente vissuto esige la riflessione suo suo corrispondente specifico stato interno":
Se lavoriamo seriamente sui comportamenti erronei, comproveremo che gli eventi spiacevoli della vita non ci feriscono più tanto facilmente. Esistono eventi buoni e cattivi; è nelle nostre possibilità modificare eventi, mutare risultati, modificare situazioni, Tuttavia, esistono situazioni che in realtà non possono essere alterate; queste devono essere accettate, benché siano dolorose.
Ma il dolore interno sparisce quando non ci identifichiamo col problema che si è presentato.
Il non identificarsi è essenziale. Il non identificarsi non vuole dire che dobbiamo ignorare il problema, o abbandonarlo accantonandolo. Se così fosse, non evolveremmo in nessun senso. Quello che si vuole indicare è la necessità che interiormente la difficoltà non ci alteri, non ci offuschi la mente tanto da farci agire alla disperata, che non ci provochi alterazioni emozionali o depressive o qualunque altro squilibrio di tipo psichico. Essere padroni del nostro proprio interno, delle nostre proprie emozioni, dei nostri propri pensieri è quello che succede quando non ci identifichiamo.
Osserviamo serenamente la situazione, l'incidente, il problema ed agiamo da quello stato di energia, si intelligenza, di efficacia nella maniera che valutiamo la più opportuna, ma, sempre, dal nostro centro, dal nostro "Io" reale, l'anima.
Come possiamo osservare, la vita è una serie successiva di stati interiori; una storia autentica della nostra vita sarà formata da tutti quegli stati. Se rivediamo la nostra esistenza ci renderemo conto che le situazioni spiacevoli furono provocate, nella maggior parte, da quegli stati. Arriviamo dunque alla conclusione che la migliore arma che possiamo usare nella nostra vita quotidiana è uno stato psicologico corretto.
Siamo capaci di rimanere sereni davanti a chi ci sta insultando? Siamo capaci di rimanere sereni, senza desideri di gola, davanti alla nostra torta favorita? Siamo capaci di rimanere sereni davanti ad una donna o uomo nudi e molto attraenti? Siamo capaci di rimanere sereni di fronte alla sconfitta o alla vittoria della nostra squadra del cuore? Siamo capaci di rimanere sereni quando crediamo aver ragione e qualcuno ci assicura che ci sbagliamo? Che disordini interni avremmo e come reagiremmo davanti all'infedeltà dell'essere amato? Pensiamo che realmente abbiamo qualche controllo su questi aspetti della vita? Che in realtà siamo liberi? Riflettiamo seriamente su questo!
Non identifichiamoci dunque con nessun avvenimento, ricordiamo che tutto è temporaneo, che tutto passa. Impariamo a vedere la vita come un film estraneo a noi e riceveremo i benefici della vera essenza delle cose.
Solo colui che sta "fuori", può rimanere "dentro" sereno; quando c'identifichiamo con l'anima e non con le circostanze esterne veramente comprendiamo il significato della pienezza spirituale e possiamo agire con energia sulle circostanze modificandole a vantaggio dell'Essere.
Gli Io sono negatività molto reali e hanno, potremmo dire, una loro propria vita; non sono aspetti astratti o metaforici della nostra personalità, ma configurano una vera aggregazione di forme mentali che volteggiano continuamente nella nostra periferia interna. Sono inquilini molto concreti ed attivi.
Alcuni di questi "Io" più frequenti potrebbero essere, ad esempio, l'io della gola, l'io invidioso, l'io avaro, l'io avido, l'io lussurioso, l'io orgoglioso, l'io vanitoso, l'io iracondo, l'io xenofobo, l'io della tristezza, il malvagio io dell'odio, l'io masochista, l'io pigro, l'io malinconico, l'io suicida, il grande io dell'egoismo, l'io del rancore, l'io vendicativo, l'io bugiardo, l'io traditore, l'io geloso, l'io possessivo, l'io critico, l'io infedele, l'io impaziente, l'io conformista, il potente io della paura e del timore, ecc.
Benché ci sia una gran varietà di Io, esistono quelli che in qualche modo ne sono i "capi" o i semi; sono come comandanti di legione o Generali. Nella dottrina cristiana sono denominati "i sette peccati capitali".
Un calcolo approssimato del numero dei suoi "soldati", in una persona comune, porterebbe il loro numero a migliaia. I sette principali sono: l'Io della lussuria, l'Io dell'ira, l'Io dell'orgoglio, l'Io della pigrizia, l'Io dell'avidità, l'Io della gola, l'Io dell'invidia.
Nonostante la conoscenza esoterica, in cui la dottrina degli Io ha una certa rilevanza, c'insegni che la nostra psiche ha una moltitudine di facce, non per questo dobbiamo cadere nell'errore semplicistico di giustificare le nostre cattive azioni pensando che sono gli "Io" e non noi quelli che hanno la vera "colpa". Non è così. Dobbiamo maturare e riconoscere chiaramente tutti i nostri errori, evidenziando la nostra responsabilità, poiché, benché gli Io non siano aspetti del nostro vero Essere, sono creazioni e figli della nostra condotta; quindi noi siamo gli autentici responsabili della loro esistenza.
Dove esiste Luce può sopraggiungere l'oscurità. La Luce è attiva, vitale, reale come lo Spirito; l'oscurità è assenza di luce, passiva, morta, irreale di per se stessa. Nell'uomo, all'interno del nostro essere, esiste una Grande Luce divina che sostiene la nostra vera identità, il nostro vero "Io", ma la battaglia tra la luce e le tenebre occulta questa meravigliosa realtà.
Gli Io sono come piccole ombre, create da qualche ostacolo che impedisce l'irrompere della luce. Neanche dobbiamo dimenticare, e questo è essenziale, che i difetti sono virtù malamente focalizzate. Se un uomo ha tale o talaltro difetto vuol dire che possiede anche tale o talaltra virtù corrispondente. "Dimmi i difetti che hai e ti dirò le virtù che puoi sviluppare".
Così come una moneta ha due facce, ma continua ad essere una sola moneta, anche l'uomo in ogni aspetto della sua esistenza possiede la sua controparte di luce od oscurità, virtù o difetti, a seconda del grado di maturità spirituale. Nel nostro Universo interno siamo circondati da queste piccole ombre che ostacolano la corretta visione.
Negli animali non esiste questo problema, perché essi non hanno quella Luce necessaria a creare quelle ombre. Essi vivono istintivamente, appartengono alla natura e gli istinti indicano il loro grado di evoluzione. Tuttavia nell'essere umano quegli istinti primitivi, impulsi e tendenze non dovrebbero predominare, ma dovrebbe risplendere la sua natura Superiore.
Quando gli uomini hanno desideri inferiori, pensano che, soddisfacendoli, faranno del bene a loro stessi, In realtà non è assolutamente così, essi in tal modo lavorano per altri, ma si rendono conto di ciò solo alla dine, quando si sentono impoveriti, indeboliti e vuoti.
Tuttavia, nonostante tutte le forze che agiscono contro il proposito dell'uomo interiore, non dobbiamo pensare che il "Male" sia più forte dell'impulso evolutivo. Il male è limitato nello spazio e nel tempo; Dio non gli ha dato una durata eterna; invece il "Bene" è illimitato nel tempo e nello spazio. Questa è una differenza che gli uomini ignorano perché immaginano che i poteri del Bene e del Male si equilibrano. Non è così assoluto!
Ecco una spiegazione più precisa: quando i eleviamo verso il polo positivo, entriamo nello spazio e nel tempo illimitati, nell'infinito e nell'eternità e questa immensità è Dio; solo Dio è illimitato, tutto il resto è limitato. Non c'è, dunque, uguaglianza di forze tra il Cielo e l'inferno: il male non può confrontarsi col bene.
Allora, che conclusione possiamo trarre da ciò dal punto di vista morale? Che tutti quelli che hanno scelto la strada discendente della personalità, delle debolezze e dei disordini hanno scelto la distruzione e la "morte". A poco a poco si disperano perché sono così legati, così bloccati nel fondo del cono invertito che non possono più muoversi, né respirare. Mentre, al contrario, nella direzione opposta, nel cono della spiritualità, si diventa sempre più grandi, sempre più ampi. Gli esseri davvero intelligenti scelgono questa direzione poiché, salendo, trovano spazio, libertà e una quantità di soluzioni che evitano loro di cadere e distruggersi; vivono nella gioia e nella pace. Al contrario, coloro che si dirigono verso il basso si sentono sempre più limitati e finiscono per azzuffarsi e sterminarsi per avere un po' di spazio vitale.
In realtà, poco possiamo fare per evolvere se non sappiamo cosa succede nel nostro interno, nei nostri microcosmi. Sarebbe come tentare di portare in porto una barca senza conoscerne i comandi... Niente di serio potremmo fare se non conoscessimo bene la nostra propria "macchina", i nostri corpi, i nostri attrezzi che utilizziamo per vivere ed esprimerci in questo mondo.
E come possiamo arrivare a questa auto-conoscenza? Attraverso una chiave basilare: l'auto-osservazione seria e rigorosa di se stessi, sia interna che esterna. Questa è la vera chiave che apre le "porte" del Mistero ed è la torcia che fa luce sulla nostra autentica "realtà". Dobbiamo auto-esplorare "noi stessi", quello che io sono, quello che penso, sento e agisco, per conoscerci profondamente. Esistono ovunque molte belle teorie che attraggono ed affascinano; tuttavia a niente servirà tutto questo se non si conosce se stessi. E' affascinante studiare astronomia o leggere opere serie, ma tuttavia è paradossale diventare eruditi e non sapere niente di se stessi, dell'io sono, della personalità che possediamo... Ognuno è completamente libero di pensare quello che vuole; sono molti gli intellettuali che vivono giocando col "razionalismo" e infine che cosa raggiungono? Essere erudito non significa essere saggio.
Le altre conoscenze vanno bene e sono necessarie, ma non sono le più importanti; senza l'auto-conoscenza cosa succede? Osserviamo l'umanità attuale...
Come eliminare i falsi Io
Innanzitutto è importante ricordare che quando parliamo degli "Io" ci stiamo riferendo a quegli elementi indesiderabili che formano nel loro insieme quello che chiamiamo simbolicamente "la bestia dentro l'uomo". Tutti abbiamo quell'animale nel nostro interno, nostro malgrado, perché per molto tempo, vita dopo vita, lo abbiamo alimentato inconsciamente con la nostra propria energia vitale, attraverso i nostri pensieri, emozioni ed atti. Questi hanno continuato ad ampliarsi e a schiavizzarci sempre di più. Ma una volta che abbiamo toccato il fondo e ormai maturati spiritualmente, ci siamo resi conto che questa realtà era troppo evidente per poter continuare ad essere ignorata ed allora è sorto, con forza rinnovata, l'impulso sincero di risvegliarci e liberarci della chimera alla quale siamo stati soggetti per tanto tempo.
Solo e sempre attraverso la comprensione l'uomo potrà intraprendere decisamente il cammino del ritorno e restituire il Tempio interiore al vero Re, il vero Essere, il vero Figlio di Dio. E' interessante constatare che da sempre intorno a questo lavoro sono sorti numerosi racconti, leggende, miti, storie arcaiche, ecc., che mostrano, per chi sa vedere, la tremenda lotta che si deve affrontare per poterci liberare dei mostri interni. Possiamo ricordare, ad esempio, la lotta tra San Giorgio e il drago, le numerose prove con "mostri" che dovette superare il discepolo Ercole, le terribili epopee di Ulisse, il racconto in cui il Principe lottatore salva la sua bella principessa, combattendo contro draghi ed animali soprannaturali, ecc.
Queste leggende sono una mera rappresentazione mitica del lavoro che si doveva realizzare internamente e che ancora continua ad essere necessario come lo era nell'antichità. Il lavoro è sempre lo stesso, benché venga presentato in molte diverse maniere.
Benché possa sembrare il contrario, è in questa civiltà tanto superficiale, e non nella grotta di una montagna, che, sorprendentemente, possiamo fare un gran salto evolutivo. Abbiamo le circostanze, eventi, difficoltà, tensioni, incontri, ecc., necessari per poter molto evolvere ed ottenere i migliori risultati. Certamente la vita di oggigiorno è una meravigliosa palestra per l'anima evolvente; ogni giorno, per chi le sappia utilizzare, abbiamo le opportunità di fare esperienze sufficienti per poter continuare a trasformarci.
Le tensioni, i problemi, le circostanze avverse, i conflitti, i nostri propri errori e difetti, ecc., sono per l'anima pesi necessari per il suo sviluppo muscolare. Solo attraverso le "crisi" l'anima può dimostrare il suo vero potere in qualsiasi circostanza e, quanto più frequentemente queste si verificano, tanto più essa può manifestare il suo dominio sulla sua natura inferiore o personalità.
Adagio occultista:
"quanto peggiori sono le condizioni della vita, tanto migliori sono i frutti del Lavoro. Si ricordi sempre il Lavoro..."
Punti necessari per intraprendere il Lavoro psicologico:
- Non possiamo lavorare sulla nostra natura inferiore senza avere compreso prima le reali motivazioni della necessità di una vera trasformazione; ogni lavoro privo di questa comprensione sarebbe una perdita di tempo e uno sforzo inutile.
- Una volta compreso questo, urge la necessità di contattare le Forze e le influenze Superiori della nostra natura spirituale e di dotarci convenientemente di Amore, Luce e Buona volontà.
- Bisogna invocare incessantemente il nostro Maestro interiore e quelle forze benefiche, affinché si manifestino ed abitino in noi e possano, attraverso la personalità, esprimersi pienamente in tutte le nostre attività quotidiane.
- Non si può eliminare un difetto senza avere stimolato prima la sua qualità o virtù contraria. Questa è un'applicazione della Legge di Compensazione.
Per eliminare qualcosa di negativo dobbiamo sostituirlo con qualcosa di positivo. Questo ci porta alla conclusione che non dobbiamo lottare follemente contro un difetto dell'Io ma, ancora una volta, che l'abbiamo osservato e compreso alla luce della nostra anima, possiamo proporci sinceramente di sviluppare l'opposto; ad esempio: possiamo trasformare l'odio in Amore, la pigrizia in Volontà, l'egoismo in Servizio al prossimo, ecc.
Il nostro lavoro spirituale non consiste tanto nel distruggere i nostri difetti, bensì nello sviluppare le virtù. Dobbiamo polarizzarci sull'aspetto positivo della vita, alimentando quello che di desiderabile è in noi. I difetti, l'oscurità interna svaniscono inevitabilmente alla presenza dell'Essere divino.