martedì 8 luglio 2025

ENRICO GIANINI, UN EROE SCOMODO NEL TEMPO DEGLI IGNAVI


 ENRICO GIANINI



UN EROE SCOMODO

NEL TEMPO DEGLI  IGNAVI


"Non ragioniam di lor,
ma guarda e passa"

Dante Alighieri, 
La Comedia, Inferno, Canto III



Enrico Gianini, esempio fulgido di coraggio e di amore per la verità, oggi marcisce all'interno di una struttura psichiatrica carceraria del Belpaese, un tempo culla della civiltà (quella delle Terramare e degli Etruschi) oggi nazione in declino demografico e soprattutto culturale, etico e morale; sempre più simile alla descrizione che ne faceva il Metternich a metà Ottocento, non più di una semplice "espressione geografica", vittima di se stessa e della propria ignavia, sempre sotto ricatto dei predoni della finanza, della potenza militare e della speculazione economica straniera!

Ebbene, anche   se   questo   incipit       può sembrare  non aver nulla a che fare con la drammatica esperienza di Enrico, in realtà non si spiegherebbe il suo sacrificio se non lo si inscrivesse ancora una volta come un inciampo imbarazzante per le trame occulte che attraversano l'italica genìa e gli interessi transnazionali che qui hanno radici a partire dall'Impero Romano, da quando il motto dei registi di allora che sono gli stessi di oggi è il DIVIDE ET IMPERA. 

L'esperimento di ingegneria sociale con il G8 di Genova del luglio 2001 ha toccato il suo culmine con la strage degli innocenti, prima col decreto Lorenzin, poi con la strategia del terrore del 2020 che ha rovinato intere famiglie, dividendo l'anno successivo le povere e ignare vittime tra pro e contro il miracoloso antidoto che ha fatto e continuerà a fare più invalidi e "morti improvvisi" della Spagnola degli anni Venti del secolo passato (sarà un caso che torni quella stessa decade a distanza di un secolo!?).

Enrico non ha fatto altro che mettere insieme i puntini, dando voce ad un altro vergognoso crimine che proprio perché è sotto gli occhi di tutti, nessuno lo vede; o perlomeno, non lo vedeva fino a quando lui non lo ha fatto vedere, denunciando con prove alla mano in quanto operatore del settore (tecnico aereoportuale a Malpensa MI, Italy), la sistematica irrorazione chimica dei nostri cieli e ponendosi come pietra d'inciampo all'interno dell'ambiente di lavoro. 
Tutti sapevano, ma nessuno aveva avuto il coraggio di parlare: un'omertà assoluta quella sul fenomeno della geoingegneria che il sistema  vuole coprire ad ogni costo, poiché gli scopi (molteplici) e gli interessi economici sono così eclatanti che il solo parlarne, viene considerato un reato. 

Dire la verità diventa un reato e un reato va punito: più  gli interessi da coprire sono indicibili, più il reato dev'essere punito in modo esemplare. Da allora Enrico Gianini è stato fatto oggetto di discriminazione sociale: costretto a lasciare il lavoro, ha subito una serie di oltraggi, minacce e provocazioni senza mai abbassare la guardia. 
Ci sono anime discese su questo pianeta definibile più come un bagno penale che come una terra di delizie, per portare un messaggio di verità, anche mettendo a rischio la propria vita, per il bene degli altri, per amore della vita: Enrico è una di queste!

Dal 25 febbraio 2025 Enrico è costretto all'interno dell'ex manicomio criminale di Castiglione delle Stiviere (MN), oggi denominato con l'eufemismo di "Rems" (Residenza per l'Esecuzione delle Misure di Sicurezza) privato della sua libertà, obbligato a condividere la stanza con persone disturbate ed estremamente violente; ha la possibilità di ascoltare musica con un lettore mp3 e una radio, purché non siano connessi ad internet e non abbiano il registratore. Spesso la musica è caricata dagli educatori o, se la si porta da fuori, viene visionata e selezionata dagli operatori, che tengono o cancellano secondo loro parametri. Essendo una struttura giudiziaria, tutto viene supervisionato e controllato. Ha subìto il blocco delle telefonate per i primi 40 giorni, con la giustificazione che era sotto osservazione: in realtà non è stato comunicato che era suo diritto attivarle da subito. Ora questa fase è superata. Ha diritto a 2 chiamate da 10 minuti a settimana e 10 minuti al mese per sentire il proprio avvocato. 
La sua salute psicofisica ad oggi è compromessa  dall'assunzione forzata di psicofarmaci che gli ottenebrano la vista e ne compromettono la deambulazione.
Per fortuna, attorno a lui si è formato una cordata di amici in tutta Italia e si è costituito un Comitato per la sua liberazione, mentre grazie alla forza di volontà e all'amore della sua compagna e di altri sostenitori, oggi è permesso ad un numero identificato di medici e psicologi esterni alla struttura psichiatrico-carceraria di monitorare lo stato di salute mentale e fisica di Enrico al fine di portare prove sufficienti per scagionarlo dalla detenzione punitiva senza "reale motivo di pericolosità per sé e per gli altri" e liberarlo dal subire forme di tortura inaccettabili  per un Paese della sfera occidentale che si definisce libero e democratico.    

Paradossalmente, mentre negli Stati Uniti d'America (USA) ben 31 stati dell'Unione stanno denunciando il fenomeno genocidario della geoingegneria, chiedendo leggi severe contro i voli assassini che deturpano l'aria ammalando le persone e manipolando il clima con alternanza di fenomeni estremi quali alluvioni, tsunami, tornado o prolungate siccità, qui in Italia si mettono ai ceppi persone come Enrico Gianini e Rosario Marcianò, autore del blog www.tankerenemy.com, uno dei primi a denunciare il fenomeno delle chemtrails, altro eroe del nostro tempo, il quale a tutt'oggi, per gli stessi motivi, è costretto dentro le patrie galere a scontare 12 mesi di reclusione e a pagare ingiustamente multe e processi a suo carico.  

Faccio appello dalle pagine di questo blog, letto non solo in Italia, di perorare la causa per la liberazione di Enrico Gianini, facendo pressione sul Governo italiano e presso le autorità sanitarie nazionali affinché anche a livello internazionale si denunci l'esercizio della tortura come mezzo di coercizione e di limitazione delle libertà di espressione personale come pratica illegale e illegittima, abrogandola definitivamente all'interno di queste strutture di recupero, a tutt'oggi più simili a lager concentrazionari di detenzione. 
Allo stato attuale in Italia, al pari di Enrico, sono centinaia gli sventurati che contro la loro propria volontà sono costretti in queste strutture ex manicomiali, subendo ogni sorta di prevaricazioni e soprusi che ledono la loro salute mentale e la loro dignità di esseri umani.   

Cosa possiamo fare per aiutare Enrico e di conseguenza accendere i riflettori su questa piaga detentiva che potrebbe salvare anche altre centinaia di vite che si trovano, loro malgrado, nella medesima situazione?

Informarci prima di tutto e accogliere l'invito per una raccolta fondi per sostenere le spese legali, medico-sanitarie, burocratiche, le pratiche di supporto economico per tutto il periodo in cui Enrico non potrà lavorare perché recluso contro la sua volontà, in quanto si era rifiutato di sottoporsi all'obbligo di assumere farmaci con effetti collaterali devastanti, a tutela della propria salute e dei diritti fondamentali di libera scelta sul suo corpo (art. 10, art. 32 Costituzione).


Qui sotto potrete trovare l'unico e il solo link di riferimento per raccolta donazioni per Enrico Gianini: 

Causale: DONAZIONI PER ENRICO GIANINI 
                    oppure LIBERALITA' PER ENRICO GIANINI 

link donazioni: 

unico sito ufficiale dove fare le donazioni:


Esiste anche un canale ufficiale telegram dove potrete trovare tutti gli aggiornamenti e verificare di persona quante siano le persone che si stanno impegnando a favore di Enrico: AGGIORNAMENTI ENRICO GIANINI 






Una canzone per Enrico










































Dinaweh



venerdì 27 giugno 2025

La via semplice

 

La via semplice



Ho scelto di percorrere la via della semplicità; ho scelto di battere strade sterrate, il più possibile lontane dal clamore degli umani e questo l'ho fatto non per fuggire dal mondo, ma per concedermi il tempo e il cuore di amarlo, guardandolo apparentemente da lontano, in realtà per guarirlo e concedergli pace più da vicino di quanto potrei fare se vi fossi ancora completamente immerso.

Non arrivi a questo proponimento se fin da giovane non senti battere il cuore di fronte al proscenio del mondo che ti si para davanti in tutte le sue sfaccettature: quando ti sentivi rapito dalla bellezza e dalla passione per una donna che ti struggeva il cuore fino a farlo fermare; quando conquistavi una meta ardita superando tutte le tue paure, quando stavi ore al pianoforte, godendo della musica che suonavi; quando condividevi con gli amici momenti di svago e di divertimento assoluto. 
E poi tutte le disillusioni, la fatica di esistere, l'accettazione di una realtà così distante da te e dai tuoi sogni, la rabbia e la frustrazione per non sentirti ricambiare l'amore, per non sentirti riconosciuto, visto, accolto; la scoperta di un mondo che gira le spalle a chi è nel bisogno, che giudica con sprezzo il diverso da sé, che tace di fronte all'ingiustizia, che si omologa alla maggioranza supina alle convenzioni sociali, che ha sempre bisogno di papà e mamma, riprodotti all'infinito ora nella scuola, ora nell'autorità dello Stato, attraverso le sue leggi, i suoi diktat, di un'umanità che ha sempre necessità di un cane pastore che la guidi e l'ammaestri.
La vita che scorre e gli anni che passano non possono obnutilare tuttavia una coscienza desta, interrogativa, dubbiosa, aperta, solidale, capace di empatia e desiderosa di condividere la gioia dell'esistere, il dramma dell'esistere, la noia dell'esistere coi propri simili.

Esiste una nota, un colore, una vibrazione persistente, duratura, eterna che ci rende unici e che rappresenta il nocciolo dello Spirito che ci anima. Come il legno che invecchiando matura e si stagiona, offrendo di sé le più nobili qualità sostanziali ed estetiche, così in noi il tempo che passa affina la coscienza che ci inabita aggiungendo sfumature e nuovi colori attorno al nucleo fisso e costante che di vita in vita accresce, integra e affina la propria determinata funzione in relazione a tutte le contaminazioni necessarie che l'universo con tutte le sue creature apporta per il raggiungimento di rinnovate consapevolezze.

Ecco perché il bisogno di tornare alla "via semplice"  assomiglia alla stagionatura del legno: rimanendo nel silenzio, dà voce al canto dell'anima. Lontano dalla complessità e dai rumori del mondo, l'anima ritrova il senso delle stagioni della vita; rivive ogni passo sudato come ogni pietra preziosa che adorna la corona che pone a se stessa sul capo.

Natura madre mi assiste, mi coccola, mi cura, mi sferza, mi affatica, mi ricorda la mia fragilità di fronte alla sua potente e invincibile energia. 

Da poco ho scoperto la bellezza di tagliare l'erba con la falce: questo strumento altamente tecnologico, che parla della saggezza degli antichi, pulito, ecologico ed economicissimo, mi permette di danzare con il corpo, accompagnando il suono della lama sui fili d'erba ai miei pensieri o semplicemente riuscendo a farne il vuoto. 

Appoggiare i piccoli semi sulla terra ricoprendola del soffice fieno tratto dalla stessa erba tagliata dei nostri prati accende in me una tenerezza infinita per il miracolo della vita e della morte che sempre si avvicendano nel corso ciclico della creazione. Attendere il momento della germinazione, accompagnare la loro crescita nell'orto elementare diventa un onore per me e un regalo immenso che Madre ci fa ogni volta che attingiamo forza e vigore dai suoi frutti.
 
La dolce primavera partorisce la magnificenza dei suoi fiori colorati, mentre la calda estate irrompe trasformando la delicata bellezza del quadro fiorito che ci avvolge, nella sostanza zuccherina di cospicui e meravigliosi frutti. 

Autunno e inverno raccolgono il cuore e i sentimenti tra le mura domestiche, riscaldate dal crepitìo della legna che brucia nella stufa, concedendo il riposo e favorendo la meditazione, insieme alle letture, allo studio del manuale di Permacultura, di Maestri dello Spirito e alla relazione amorosa con la mia dolce compagna.

La via semplice, percorsa da Francesco di Assisi, da Gandhi,  da Sri Aurobindo, da Anandamayi Ma, da Lahiri Mahasaya, da Lorenzo Milani e da tanti altri "cercatori" della Verità che hanno calpestato le vie di questo mondo, ci hanno lasciato la mappa che conduce alla sapienza del cuore, all'umiltà (la cui radice della parola viene da "humus", lo spirito fecondo della terra che crea e nutre) e alla saggezza.

Essere testimonianza di autenticità in alleanza con la natura e con gli esseri che la popolano, visibili ed invisibili, offre l'opportunità a chi percorre questa via di ricongiungersi in modo più fluido all'unità primigenia, sentendosi parte individua della creazione, ma in comunione con tutti gli esseri, animati e inanimati. 
Mi rimase impressa una scena tratta dal film di Liliana Cavani su San Francesco (interpretato da Mickey Rourke) quando nella piana di Santa Maria degli Angeli, in occasione del grande raduno che vide partecipare circa cinquemila frati provenienti da tutta Europa (30 maggio 1221 - il Capitolo delle Stuoie) il santo di Assisi rinunciò alla guida dell'Ordine delegando a Superiore generale uno dei suoi primi compagni, Pietro Cattani; alla richiesta impellente di istruzioni da parte dei frati sul come comportarsi di fronte alle tante sfide che la sua difficile regola imponeva, Francesco, stesosi a terra stropicciandosi gli occhi con erba e terra rispose: "Silenzio. impariamo dai sassi"! 

Seguire la via semplice non significa dunque rinunciare alla vita, ma anzi saperne cogliere il senso più profondo, accettandone tutte le sfumature che la natura insegna a riconoscere; essere ricettivi, integrando tutte le sfide (il femminile) e saper agire a tempo debito, imparando dai cicli di natura in concerto con i suoi ritmi e non coi propri capricci o il proprio "sentire" (il maschile).

In questa epoca storica di passaggio può voler dire prepararsi a lasciar andare il superfluo, a staccarsi da tutti quei condizionamenti e da quelle abitudini che più non rispondono ai bisogni dell'anima che geme.  Cari lettori e lettrici, amici e compagni di viaggio, abbiate fiducia in voi stessi, sperimentate nuove vie se quelle vecchie non vi appartengono più e ruotate con i cicli del tempo, lasciatevi portare dal flusso delle stagioni della vita con arrendevolezza e fiducia. Siamo sostenuti dall'energia cosmica, siamo sospesi nello spazio infinito su questo piccolo pianeta azzurro che ruota attorno al suo sole. Come può accaderci qualcosa di male, se solo cominciamo a sentirci parte del suo respiro?

Dinaweh







Immagini  



















venerdì 25 aprile 2025

L'ALTRA AMERICA - IL RITORNO A PACHAMAMA

L'ALTRA   A M E R I C A 


IL RITORNO A  
P A C H A M A M A

Dinaweh

Voglio portarvi con me in uno spazio del cuore che trova posto tra le magnifiche terre dell'America Latina. Proviamo a fare questo viaggio immaginario, ma non per questo meno reale, in compagnia di Ñaupany Puma che, per tutta la durata del video qui sotto, sarà la nostra Guida sciamanica.
Percorriamo con lui, insieme ai fratelli e le sorelle che lo accompagnano, le lande sperdute e rigogliose di quel continente a noi quasi sconosciuto, portando nel cuore un canto da donare alla Madre Terra, Pachamama per i nativi!
Uniamoci per un attimo ai loro riti, riscoprendo con loro l'importanza di tornare alla Terra, senza la quale nessuna creatura potrebbe vivere, respirare, gioire, lottare, amare... 
Queste popolazioni autoctone stanno portando al Cielo il grido esasperato di un'umanità sofferente e sulla via della pazzia collettiva, perché sconnessa dalle radici di Colei che l'ha nutrita e cresciuta per millenni. 
Gran parte dell'umanità sembra infatti ipnotizzata e addormentata, lontana dal proprio Sé, sopravvivendo a se stessa completamente separata e disconnessa dalla Madre.
Quello che ci insegnano questi nostri fratelli e sorelle è di ritornare alla connessione con la MADRE, per essere in comunicazione col Cielo e con i Fratelli Cosmici che da tempi lontani visitano la nostra Terra.
E' proprio l'America Latina che custodisce ora il chakra del cuore pulsante di Gaia, avendo preso il testimone alle regioni dell'Asia (India-Tibet-Nepal), che per millenni custodirono saggezza e spiritualità somme. 
Impariamo con umiltà le lezioni che ci vengono elargite da questi Esseri Cosmici, più vicini di noi al Cielo, perché più radicati alla Pachamama.
Il video che segue è in lingua spagnola, di facile comprensione. Vi invito a seguirlo fino alla fine, prendendolo come una meditazione e una preghiera collettiva di anime, unite dallo stesso anelito: la salvezza dell'umanità e del pianeta.






         

giovedì 24 aprile 2025

L'UOMO NUOVO






Osho


Io insegno un uomo nuovo, una nuova umanità, un concetto nuovo di stare al mondo. Io proclamo l'Homo Novus. Il vecchio uomo sta morendo e non è necessario aiutarlo a sopravvivere. Il vecchio uomo è sul letto di morte: non piangere per lui, aiutalo a morire. Perché solo con la morte del vecchio può nascere il nuovo. La fine del vecchio è l'inizio del nuovo.

Il mio messaggio all'umanità è un uomo nuovo. Nient'altro basterà! Non un semplice trucco, non una continuità col passato, ma qualcosa che rompa completamente con il passato.
Fino ad oggi l'uomo ha vissuto in modo non vero, non autentico: ha vissuto una vita molto falsa. L'uomo ha vissuto vittima di una grande patologia, di una malattia molto grave. E vivere nella malattia non è necessario: possiamo uscire dalla prigione perché la prigione è fatta con le nostre stesse mani. Siamo in prigione perché noi stessi abbiamo deciso di restarci, perché abbiamo creduto che la prigione fosse la nostra casa.

Il mio messaggio per l'umanità è: Adesso basta, svegliati!
Guarda cosa l'uomo ha fatto a se stesso. In tremila anni ha combattuto cinquemila guerre. Non puoi chiamare sana un'umanità come questa. Solo una volta ogni tanto fiorisce un Buddha. Se in un giardino solo eccezionalmente fiorisce una pianta, e per il resto del tempo il giardino è privo di fiori, lo chiami ancora giardino? Deve esserci qualcosa di fondo che non va. Ognuno nasce per essere un Buddha, meno di questo nulla potrà mai soddisfarti.

Io dichiaro la vostra essenza di Buddha.

Ma cos'è che è andato storto? Perché l'uomo ha vissuto per migliaia di anni in una specie di inferno? Per migliaia di anni abbiamo vissuto con una concezione dualista dell'uomo, come se esso fosse un campo di battaglia tra ciò che sta in basso e ciò che è più elevato, tra il materiale e lo spirituale, il mondano e l'altro mondo, il buono e il cattivo, tra Dio e il diavolo. Di conseguenza, il potenziale dell'uomo è stato severamente limitato.

Per distruggere l'uomo, per distruggere il suo potere è stata usata una grande strategia: dividere l'uomo in due. L'uomo ha vissuto col concetto di essere o una cosa o l'altra: o un materialista o uno spiritualista. Ti hanno detto che non puoi essere tutte e due le cose insieme: o sei il corpo o sei l'anima. Ti hanno insegnato che non puoi essere tutte e due le cose.

Questa è stata la causa originaria dell'infelicità umana. Un uomo diviso contro se stesso rimane all'inferno. Il paradiso nasce quando l'uomo non è più diviso. Un uomo diviso vuol dire sofferenza e un uomo integrato vuol dire beatitudine.
Finora l'umanità è stata schizofrenica, perché ti è stato detto di reprimere, rifiutare, negare molte parti del tuo essere naturale. Ma, rifiutandole, negandole, non riesci a distruggerle; restano semplicemente nascoste. Continuano ad operare dall'inconscio e diventano veramente pericolose.
L'uomo è un'unità organica. Tutto ciò che Dio gli ha dato, deve essere usato; nulla va negato. L'uomo può diventare un'orchestra; occorre solo conoscere l'arte di creare armonia dentro di sé.
E invece le cosiddette religioni ti hanno insegnato la strada della disarmonia, della discordia, del conflitto. Quando continui a lottare con te stesso non fai che sprecare la tua energia. Resti ottuso, poco intelligente, sciocco, perché nessuno può essere intelligente se non ha una grande energia.
L'intelligenza accade quando l'energia è abbondante. Un'energia traboccante è la causa della crescita dell'intelligenza. Ma l'uomo ha vissuto in uno stato di povertà interiore.

Il mio messaggio per l'umanità è: creare un uomo nuovo, privo di divisioni, integrato, totale.
Buddha non è intero e non lo è nemmeno Zorba il Greco. Entrambi sono solo metà. Amo Zorba, amo Buddha. Ma se osservo il nucleo più profondo di Zorba, manca qualcosa: non ha anima. Se guardo Buddha, di nuovo manca qualcosa: non ha corpo.

Il mio insegnamento è: un grande incontro, quello di Zorba con Buddha. Insegno Zorba il Buddha: una nuova sintesi. L'incontro della Terra e del Cielo, del visibile e dell'invisibile, l'incontro di tutte le polarità: uomo e donna, giorno e notte, estate e inverno, sesso e samadhi. Solo con questo incontro, un uomo nuovo potrà apparire sulla Terra.

I miei sannyasin, la mia gente, sono i primi raggi di quell'uomo nuovo, dell'Homo Novus.

La divisione interiore ha condotto l'umanità sull'orlo del suicidio, creando solo schiavi e gli schiavi in realtà non possono vivere, non hanno nulla per cui vivere, vivono per gli altri. Sono stati ridotti a delle macchine, abili, efficienti, ma una macchina non può avere gioia di vivere, non può celebrare, può solo soffrire.
Le vecchie religioni credevano nella rinuncia, ma la rinuncia è stata una maledizione, mentre io vi porto una benedizione: vi insegno a gioire, non a rinunciare. Non si deve rinunciare al mondo: Dio non ha rinunciato, per quale motivo dovresti farlo tu? Dio è nel mondo, perché tu dovresti esserne fuori?

Vivi il mondo nella sua totalità. Vivere la vita totalmente porta alla trascendenza. In questo modo l'incontro tra Cielo e Terra è straordinariamente bello; non c'è nulla di sbagliato. Le polarità si dissolvono l'una nell'altra e i poli opposti diventano complementari.

Il vecchio uomo non era veramente umano. Era un umanoide, un Homo Mechanicus, non veramente integro, e l'uomo che non è integro non potrà mai essere un saggio.

L'Uomo Nuovo sta arrivando; è in arrivo, ogni giorno. E' una minoranza, è naturale. Ma sono arrivati i nuovi mutanti, sono arrivati i nuovi semi. Questo secolo, la fine di questo secolo, vedrà la morte dell'intera umanità o invece la nascita di un nuovo essere umano.

Dipende tutto da te. Se resti legato al vecchio, il vecchio uomo è preparato in tutti i modi al suicidio, a un suicidio universale. L'uomo vecchio è pronto a morire, ha perso il gusto della vita.
Ecco perché tutti i Paesi del mondo si stanno preparando per la guerra. La terza guerra mondiale sarà una guerra totale e non ci saranno vincitori perché nessuno sopravviverà. L'uomo verrà distrutto, ma non solo, anche tutta la vita sul pianeta.

Stai attento! Guardati dai tuoi politicanti, sono tutti potenziali suicidi. Stai attento al vecchio condizionamento che ti divide tra Indiani, Tedeschi, Giapponesi, Americani. L'uomo nuovo deve essere universale. Trascenderà tutte le barriere di razza, religione, sesso, colore. L'uomo nuovo non sarà orientale o occidentale; l'uomo nuovo rivendicherà tutta la Terra come la propria casa.

Solo allora l'umanità potrà sopravvivere - e non solo sopravvivere - con l'avvento di un nuovo concetto dell'uomo... il vecchio concetto di uomo di essere questo o quello; il nuovo sarà quello di essere entrambe le cose. L'uomo deve vivere una vita ricca all'esterno e ricca all'interno; non occorre scegliere. La vita interiore non è in contrasto con la vita esteriore, fanno parte di un unico ritmo.
Non dovrai essere povero da una parte, solo per essere ricco dall'altra. Fino ad oggi è stato proprio così, l'Occidente ha scelto una via: diventare ricco all'esterno! L'Oriente ne ha scelto un'altra: diventare ricco all'interno! Entrambi sono sbilanciati. Entrambi hanno sofferto e stanno soffrendo.

Invece io ti insegno la ricchezza totale: essere ricco all'esterno tramite la scienza ed essere ricco nel tuo nucleo più intimo tramite la religione. Questo farà di te un'unità organica, un individuo.

L'uomo nuovo non è un campo di battaglia, una personalità divisa, ma l'immagine di un uomo completo, unico, in piena sinergia con la vita nella sua totalità. L'uomo nuovo incarna una diversa immagine dell'uomo, più vitale, un modo qualitativamente diverso di percepire e sperimentare la realtà. Perciò, per favore, non piangere il tramonto del vecchio. Gioisci, il vecchio sta morendo, la notte sta finendo e sta spuntando l'alba.

Sono felice, totalmente felice del fatto che l'uomo tradizionale stia morendo, che le vecchie chiese stiano andando in rovina, che i vecchi templi siano deserti. Sono straordinariamente felice per il fatto che la vecchia moralità stia crollando.
Questa è una crisi di proporzioni immense e se raccogliamo la sfida, questa è un'opportunità per creare il nuovo. La situazione non è mai stata così matura e tu stai vivendo in una delle epoche più belle, perché il vecchio sta scomparendo, o è già scomparso e si è creato caos, ma solo dal caos nascono le stelle più grandi.


Tu hai l'opportunità di creare un universo nuovo.



  
Accade solo eccezionalmente, è molto raro. Sei fortunato a vivere in questi tempi di crisi. Usa questa opportunità per creare l'uomo nuovo.

Per creare l'uomo nuovo devi iniziare proprio da te.

L'Uomo Nuovo sarà mistico, poeta e scienziato, tutto questo insieme. Non guarderà la vita attraverso divisioni vecchie e marce.
Sarà un mistico, perché sentirà la presenza di Dio, Sarà un poeta, celebrerà la presenza di Dio, sarà uno scienziato e ricercherà questa presenza attraverso un metodo scientifico. Quando un uomo diventa tutte e tre queste cose insieme, è un uomo integro.
Questo è il mio concetto di uomo santo.

L'uomo vecchio era represso, aggressivo, era portato a essere aggressivo perché la repressione comporta sempre aggressione. L'Uomo Nuovo sarà spontaneo, creativo.
L'uomo vecchio ha vissuto basandosi sulle ideologie. L'Uomo Nuovo non vivrà affatto sulla base di ideologie, o di precetti morali, ma attraverso la consapevolezza. L'Uomo Nuovo vivrà solamente attraverso la consapevolezza. Sarà responsabile, responsabile nei confronti di se stesso e dell'esistenza. L'Uomo Nuovo non sarà morale nel vecchio senso della parola, ma amorale.

L'Uomo Nuovo porta con sé un mondo nuovo. In questo momento l'Uomo Nuovo è inevitabilmente una minoranza in trasformazione, ma è il portatore di una nuovo cultura, ne è il suo seme. Aiutalo! 

Annuncia il suo arrivo dai tetti delle case 


Questo è il mio messaggio per te. L'Uomo Nuovo è aperto e onesto. E' trasparente, autentico e disponibile. Non è un ipocrita. Non vive per raggiungere degli obiettivi: vive qui ed ora. Conosce solo un tempo, l'adesso, e conosce solo uno spazio, questo! Attraverso questa presenza, saprà cos'è Dio.

Gioisci! L'Uomo Nuovo sta arrivando e il vecchio sta scomparendo. Il vecchio è già sulla croce e il nuovo è all'orizzonte. Sìine felice, lo ripeto ancora: vivilo con gioia!


Osho , Philosophia Perennis


TRANSITION
TO...





...A NEW WONDERFUL 
WORLD

domenica 20 aprile 2025

AMATEVI L'UN L'ALTRO COME IO HO AMATO VOI


AMATEVI L'UN L'ALTRO


COME IO HO AMATO VOI



Ecco, in realtà le cose sono più semplici del previsto. Non esiste religione alcuna, nemmeno quella cristiana, che possa farci comprendere l'insegnamento degli insegnamenti: quello di amarci l'un l'altro. Non si tratta di sentimentalismo a buon mercato, ma dell'unica vera via attraverso la quale il disegno della trasformazione del mondo può attuarsi, per uscire dalla sofferenza che allontana l'uomo da sé e dagli altri, creando separazione e lotta. Che cosa sono le guerre infatti se non la manifestazione esteriore della separazione che è dentro l'uomo, estraneo e ostile a se stesso?

Il messaggio del Gesù diventato Cristo, non è quindi un messaggio "religioso"; non si tratta di un messaggio "sacro", ove il termine sacrum significa 'separato, avulso dall'ordine delle cose umane, luogo della divinità, ove tutto è unito e scevro da ogni multiforme manifestazione di sé'. Il messaggio che viene riferito dal Cristo è invece un messaggio che sta nell'ordine cosmico dell'intera creazione. Essa stessa vibra di amore infinito e incondizionato; quello ne diventa ed è di per sé il timbro, il tono, la voce che risuona come ridondanza infinita nel cosmo, ciò dal quale tutto si forma e si manifesta. Allontanarsi da quel tono, da quella vibrazione primordiale, significa rigettare la propria stessa natura, che in essa si allaccia e da cui tutto scaturigina. Significa strapparsi via dalla radice stessa della vita che chiede di essere celebrazione di quell'Amore scatenante la vita stessa. E' insomma un atto di suicidio. Ed è sotto gli occhi di tutti constatare come il suicidio del singolo sia anche un suicidio collettivo.
Escludere se stessi dal disegno e dal moto universale infatti significa perdersi, a volte definitivamente. 
Occorre quindi abbandonare la convinzione erronea secondo la quale tale invito sia rivolto solo a coloro che oggi si identificano come "cristiani", uno sforzo necessario per guadagnarsi il Paradiso. Non è affatto così! 
Gesù, diventato Cristo, non apparteneva alla casta dei sacerdoti; i suoi insegnamenti prendevano lo spunto dalla Legge, ma erano venuti a perfezionare la legge. Egli venne a portare all'uomo la chiave di lettura universale per la comprensione di quella legge che era diventata asettica e lontana dall'uomo: quella chiave era l'Amore.     
Ho parlato di una chiave di lettura "universale", non esclusiva, né particolare, quindi, non religiosa. Gesù, come Buddha, non venne a fondare nessuna religione: Gesù non era cristiano, come Buddha non era buddista! Furono Maestri di scienza: la scienza dello Spirito. E poiché è dallo Spirito che origina la creazione, hanno indicato la via più breve ed efficace che desse all'umanità la possibilità di evolversi, secondo le leggi universali.

Abituiamoci una buona volta a comprendere che ciò di cui tutti i più grandi Avatar hanno parlato, non è da ascrivere ad alcuna religione; essi non sono mai venuti a fondare alcuna confessione, alcun dogma. Hanno solo spiegato le leggi che governano l'Universo; hanno fatto vedere all'uomo la via Maestra per realizzare il dàimon (avrebbero detto i Greci), racchiuso in ciascun di noi. Quel demone che dev'essere inteso come il compito, la realizzazione di ciò che siamo venuti a fare nella materia, espressione dello Spirito.
E' ora che l'umanità diventi adulta e che si emancipi dall'inganno della delega, che ha rappresentato per millenni e continua tuttora a rappresentare la morte della coscienza! Non abbiamo più bisogno di qualcuno che ci dica cosa dobbiamo o non dobbiamo fare. In realtà, non ne abbiamo mai avuto bisogno, ma lo abbiamo accettato come compromesso, perché era necessario per arrivare sin qui, per giungere finalmente ad una comprensione più profonda delle cose. 
L'unica legge è quella dell'Amore. E' sufficiente essere in contatto col cuore e fare della propria vita una fonte di Amore inesauribile. Scopriremmo che il Regno è già qui. Tutto il resto ci verrà dato in abbondanza. 
Questo sia per me l'augurio a tutti i lettori del blog, proprio in occasione delle feste del Natale. Che sia il nostro Natale, la nostra nuova vera nascita nell'Amore.
Namasté.


Dinaweh 


P.S. post già pubblicato precedentemente.

sabato 19 aprile 2025

LA NOSTRA PASQUA


عيد الفصح




La Trasformazione è insita e parte integrante della Mente Onnicreativa dell'Essere Cosmico, il Padre-Madre di tutte le Creazioni.
Eppure noi siamo così refrattari al cambiamento, alla trasformazione. Esseri sostanziali lo siamo piuttosto nell'impermanenza, al di là di tutti gli abbellimenti, le acciaccature, i trilli, i gruppetti, al di là di tutti gli "ad libitum".
Lo siamo a prescindere dalla forma che per sua natura fissa lo sguardo sul particolare, facendo perdere il senso complessivo del disegno e saremmo ancora in altomare, se pensassimo che sia soltanto nel disegno complessivo il senso stesso della Creazione e di noi, Esseri impermanenti in trasformazione ed evoluzione continua, fino a dissolverci in quell'unità originaria da cui forma e sostanza scaturirono.

La Pasqua non viene forse descritta e vissuta dall'Uomo Nuovo come "Passaggio"?

Egli, il Perfetto, compì per noi quel passaggio, 
aprendo le porte degli Inferi davanti a sé, 
con tremore e timore Egli attraversò tutti gli spaventi,
si fece spalle larghe per portare tutte le croci,
divenne sudario di tutte le lacrime,
ogni spina del casco che gli si pose in capo
la sopportò
come si sopporta il dolore di un figlio mai nato
o di un bambino abusato.

E noi, chi pensiamo di essere, se non i Sopravvissuti grazie a quella Trasformazione Somma, la più Alta, la più Oltraggiosa e la più indicibile a memoria d'uomo!?
Occorre quindi arrivare a quel punto, a quel Passaggio, pronti, preparati e fiduciosi nel riuscire ad attraversare la sponda del noto, verso la nostra sponda ignota.

Ecco, per me, il senso di questa Gloriosa giornata: la Pasqua.


Dinaweh



 

venerdì 18 aprile 2025

COME CERCHI





Scrivevo questi versi durante i miei anni torinesi, 
nel periodo del servizio civile come obiettore di coscienza al servizio militare, che mi trovò totalmente immerso nel mondo dei fragili, dei divergenti, dei disadattati, dei senza fissa dimora, di quelle anime perse da cui molto imparai e che rimasero miei "compagni di viaggio" anche dopo l'obbligo della leva, peraltro punitiva per la maggior durata della ferma rispetto ai coetanei che svolgevano servizio armato in caserma.

L'iniziativa di continuare ad occuparmi di quelle 'presenze' assenti dalla vita della Maggioranza venne accettando di inaugurare un centro di accoglienza con altri ex obiettori, miei compagni di viaggio e di ideali nel capoluogo piemontese, ove rimasi diversi anni, occupandomi anche di libri, grafoanalisi e dove tentai senza successo gli studi universitari che poi trovarono sbocco e si compirono negli anni successivi al periodo torinese in quel di Pisa.
Torino significò per me infatti una totale immersione nella vita dell'emarginazione, quella che mi era fino ad allora totalmente sconosciuta, seppure appena assaggiata in quel di Genova con i tossicodipendenti della comunità di don Andrea Gallo che mi vide protagonista in prima persona di esperienze dalla forte connotazione emotiva ed umana. 

"Come cerchi" rappresenta uno dei momenti più toccanti che la mia esperienza umana tra gli esclusi del mondo mi fece sfiorare. Ricordo ancora notti intere passate insonni ad ascoltare racconti di vite distrutte che piano piano trovavano la via e la fiducia di potersi a me manifestare attraverso fiumi di parole e di lacrime. Occorreva soltanto guardare fissi i loro occhi ed accogliere ogni piccolo movimento del viso, ogni smorfia di rabbia e di dolore, di risa nervose e rimanere in silenzio.
 
Alla fine di questi versi, raccolti poi in una postuma pubblicazione, ho pensato di accompagnare la vostra lettura con le parole in musica di un cantautore da me amatissimo (che tra l'altro venne proprio a Torino nel 1988 per un concerto allo stadio Agnelli e che non mi persi assolutamente!), Bruce Springsteen. Ritengo infatti che le parole del testo accompagnino splendidamente alcune delle emozioni e delle ragionevoli motivazioni che spingono molti dei nostri fratelli a rimanere ai margini di una società incapace di evitare il giudizio e, per lo stesso motivo, incubatrice della stessa infelicità e frustrazione che solo alcuni vivono fin dentro le viscere e le ossa, senza timore di sputarla in faccia al resto del mondo.

Dinaweh         




 COME CERCHI



Come cerchi concentrici 
fune tesa di cordata
camminavamo insieme
per poi slegarci e riscoprirci
ancora soli,
viaggiavamo alla ricerca di qualcosa
che non aveva nome,
ma tanti volti
avrebbero potuto raccontarci
della loro solitudine 
per un attimo infranta.

L'esile filo riaccendeva
le facce grigie
sbiadite dal tempo
- fugace compagno muto -
assordanti erano i tuoi richiami,
da sempre insoddisfatte
le coscienze assopite
- traboccavano gli orli -

di vasi vuoti
erano disegnate le nostre tele,
intessute di lacrime e spine
le nostre memorie spente
si riaccendevano
della loro solitudine.






Dinaweh
Torino, 5 marzo 1985