Il Gioco Cosmico dell'Amore
incarnato
Dinaweh
Rimango sempre incantato al pensiero che un Essere di una Vibrazione così alta sia voluto scendere su questo piano e ogni volta che sopraggiunge il Natale mi sorprende che abbia voluto incarnarsi in quel piccolo bambino, completamente arreso alle braccia adoranti della Madre del mondo, mentre me lo immagino accoccolarsi e addormentarsi sul suo seno sotto le stelle del firmamento, ad accontentarsi di una semplice capanna come umile e precaria protezione dei suoi primi vagiti; mi sembra di vederlo festante e gioioso durante la visita dei Magi, i Grandi Iniziati venuti ad adorarlo dal lontano Oriente confusi insieme ai semplici pastori, tutti attirati da quell'astro luminoso, tanto simile alla congiunzione di questi giorni tra Giove e Saturno nel nostro cielo! E poi mi sembra di sentirlo il trambusto provocato dalla notizia celeste che intima alla piccola famigliola di fuggire in Egitto in fretta e furia, per sottrarre il piccolo Gesù alle spade dei soldati del re Erode, timoroso di quella nascita che aveva saputo essere regale!
Se il buondì si vede dal mattino, in effetti, non si può dire che questo Essere straordinario abbia avuto vita facile, sin dai suoi primi passi.
La Sua figura, così lontana dall'immagine edulcorata e snaturata che ne ha voluto dare la Chiesa, è senz'altro stata sin dalla più tenera età una vita speciale, segnata da iniziazioni e conoscenze che furono possibili grazie all'appartenenza e alla familiarità del padre con la comunità degli Esseni, che permise a Gesù preadolescente di entrare tra le mura del Kreml, ove gli furono impartite conoscenze e benedizioni dai Maestri di quella comunità iniziatica. Lasciando la terra di Palestina per lunghi anni, si recò in viaggio verso il più lontano Oriente, quello stesso da cui provenivano quegli Iniziati che si erano prostrati ai suoi piedi davanti alla grotta di Betlemme!
Furono tutti quegli anni, volutamente celati dalla tradizione essoterica cristiana, a formare e a ridestare in Lui il ricordo della Sua provenienza e a permettergli di contattare la Sua Essenza; attraverso la conoscenza della tradizione induista e buddista che lo condusse in India, si recò fino alle sorgenti del Gange e poi in Kashmir e fino in Tibet. Quel viaggio iniziatico che lo tenne lontano dalla sua terra natìa fino ai trent'anni, lo condusse alle più alte vette della conoscenza interiore e all'esperienza estatica dello Spirito che manifestò in Lui il Cristo, l'uomo-Dio totalmente realizzato nella sua umanità.
E' a Lui che il nostro pensiero si rivolge in questo giorno così speciale, a Lui che pur provenendo dalle più Alte dimensioni, non ha disdegnato di farsi piccolo e fragile come un bambino, percorrendo tutte le tappe dell'umana fatica, dandoci l'esempio, venendo a ricordarci che se ci impegniamo nella scuola della vita, anche se dovessimo tornare per mille e mille vite, potremo fare cose più grandi di quelle che ha fatto Lui. Il nostro destino è dunque quello di percorrere i suoi stessi passi e questo giorno ci rammenta che diventeremo uomini-angeli; che questo tempo è un tempo speciale per tutti noi poiché nuovi passaggi coscienziali sono possibili, ora che sono aperti portali di consapevolezza nel gioco cosmico dell'Amore che scende e si incarna nei corpi dei Figli, di tutti i Figli che abitano l'universo!
Nonostante quello che può sembrare, i tempi che ci attendono sono tempi di grande Gioia e di Realizzazione; l'umanità pronta, quella che è stata capace di conservare le lampade accese come le vergini sagge in attesa dello sposo, è destinata a fare il salto dimensionale insieme alla Terra che vibrerà in quarta dimensione, mentre chi non sarà adeguato al passaggio, ripercorrerà strade già battute, ma in altri pianeti, simili alla Terra di terza dimensione. La legge dell'evoluzione lo impone e non c'è nessun castigo, né giudizio divino. Ognuno si collocherà al proprio posto, quello che sarà in grado di occupare e di sostenere vibrazionalmente.
Dinaweh
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