Del perché
sulla dieta vegetariana
(parte seconda)
Se si considera la questione dal punto di vista morale, è fuori dubbio che uccidere per mangiare è contrario a ogni concezione umana elevata. Nei tempi antichi l'uomo ancora selvaggio cacciava gli animali, come fanno le bestie da preda per procacciarsi il nutrimento. ai giorni nostri la sua caccia continua nella bottega del macellaio. Qui non è turbato da nessuna delle visioni ripugnanti del mattatoio.
se per soddisfare il nostro rozzo o volgare gusto per la carne, che ci provoca più malattie dell'uso smoderato di alcol, dovessimo recarci in quei luoghi sanguinari dove si perpetuano tali azioni orrende, se noi fossimo forzati a maneggiare il coltello del carnefice e ad immergerlo nella carne fremente della vittima, quanti mangerebbero carne? Certamente pochissimi. Per sottrarci a questa ripugnante necessità noi obblighiamo un nostro simile a vivere nei recinti di morte, per abbattere migliaia di animali ogni giorno della settimana. La cosa lo degrada a un punto tale per cui la legge non gli accorda il diritto di fare parte di una giuria popolare, in Corte d'Assise, in quanto egli ha perso tutto il rispetto per la vita.
Gli animali che uccidiamo gridano dall'orrore. Nelle grandi città si stende una immensa coltre di tenebre e di odio attorno ai quartieri dei mattatoi. La società "Protettrice degli animali" difende i cani e i gatti contro le crudeltà degli uomini. Tutti noi ci rallegriamo alla vista dei graziosi scoiattoli, che in alcuni parchi vengono a prendere il cibo dalle nostre mani. Ma da quando si è scoperto che la carne e la pelliccia di un animale hanno un valore commerciale, l'uomo non ne rispetta più il diritto alla vita e diventa il suo peggior nemico. Lo nutre e lo alleva, in vista del profitto che ne può trarre, e la mira del guadagno lo spinge a farlo soffrire. Noi contraiamo quindi dei grossi debiti di fronte alle creature inferiori che dovremmo proteggere e di cui siamo invece gli assassini. Ma la legge, prima o poi, imporrà che gli abusi cessino; perciò, presto o tardi la nostra abitudine di mangiare la carne degli animali assassinati farà parte degli orrori del passato come lo è oggi il cannibalismo.
E' nell'istinto delle bestie da preda mangiare ogni animale nel quale si imbattono; i loro organi richiedono un tale nutrimento. Tuttavia non bisogna dimenticare che tutto è in stato di evoluzione e si trasforma continuamente in qualcosa di superiore.
Nei primi stadi della sua evoluzione l'uomo era sotto certi aspetti simile a un animale da preda. Tuttavia è certo che deve diventare simile a Dio. Per questa ragione bisogna che. ad un certo momento, finisca di distruggere per cominciare a creare. Il cibo carneo ha favorito l'ingegnosità umana nei tempi passati, perciò esso a un dato momento ha assolto uno scopo. Ora siamo alle soglie di una nuova Era. Tramite il sacrificio personale e il servigio reso agli altri, l'umanità progredisce spiritualmente. Proseguendo l'intelletto la sua evoluzione, raggiungeremo un grado di sapienza che difficilmente riusciamo a concepire ora. Ma prima di essere degni di possedere questo dono divino, dobbiamo diventare inoffensivi, come lo è la colomba, altrimenti saremmo spinti a servirci di questi nuovi poteri per scopi egoistici o per bisogni distruttivi e saremmo una continua minaccia reciproca. Per evitarlo è bene adottare un regime vegetariano.
Ci è stato insegnato che la sola via esistente nell'universo è quella di Dio, che Egli è per noi la vita, il movimento e l'essere, che la Sua vita anima tutto ciò che esiste. Ne consegue che quando prendiamo una vita distruggiamo la forma che Dio ha costruito per manifestarsi. Gli animali inferiori stessi sono degli Spiriti in via di evoluzione, e sono dotati di sensibilità. Il bisogno di acquisire esperienza li spinge a costruirsi diverse forme che sono i loro veicoli. Quando togliamo loro questi veicoli li priviamo di un'occasione per acquisire esperienza. Ben lungi dall'aiutarli, noi ostacoliamo il loro progresso.
Verrà un giorno in cui sentiremo disgusto al pensiero di aver fatto del nostro stomaco un cimitero di cadaveri di animali massacrati. Ogni vero cristiano si asterrà dal mangiare alimenti carnei, in quanto sentirà in sé una voce compassionevole che glielo impedirà. Comprendendo che ogni vita è un'emanazione di Dio, concluderà che è riprovevole far soffrire delle creature dotate di sensibilità.
[...] I nostri sensi saranno allora più raffinati e proveremo un sentimento di orrore al solo pensiero di alimentarci con la carne, il che ci toglierà del tutto la voglia di tale cibo.
Max Heindel, Principi occulti di salute e guarigione, ed. Del Cigno, 1999, seconda edizione, pp. 128-136
Cari compagni di viaggio,
per finire, godetevi le sagge parole di Tiziano Terzani s a proposito della sua scelta vegetariana; sono commoventi; dette da un uomo che, sapendo di essere al capolinea della sua avventurosa vita, ne canta le lodi, la protegge e la onora con rispetto.
Con affetto.
Dinaweh
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