SIRIA...
OTTO ANNI DI GUERRA,
DI SANGUE ...E DI BUGIE
Dinaweh
Le riflessioni qui sotto riportate vogliono essere uno stralcio da alcuni degli argomenti principali toccati dal fotoreporter e giornalista indipendente Giorgio Bianchi, durante l'intervista di Margherita Furlan per Byoblu.
Al di là di quello che ho cercato di fermare sulla pagina virtuale di questo post, vi suggerisco l'ascolto attento della lunga e interessante intervista che, ancor più di quanto scritto qui di seguito, potrà senz'altro aprire la vostra mente alla complessità dell'attuale situazione geo-politica internazionale. Per comprendere davvero cosa sta accadendo nel mondo - ci ricorda Giorgio - occorre uscire dalla banalità delle semplificazioni e dal rischio di interpretare gli avvenimenti creando ad hoc personaggi caricaturali e macchiettistici. Occorre piuttosto conoscere la storia ed operare degli approfondimenti, senza i quali non potremo dichiararci immuni da manipolazioni e fraintendimenti creati ad arte per sviarci dalla retta lettura e interpretazione della realtà che ci circonda.
Chi volesse capire qualcosa di quanto sta accadendo oggi in Siria, di quali siano i reali motivi che hanno visto questa terra ricca di storia e di fascino sprofondare in una guerra che sembra non aver mai fine, farebbe bene a spegnere la televisione, cominciando a fare una considerazione, la più ovvia, nonostante non così scontata come sembri: dovrebbe poter considerare di quanto poco o nulla gli organi di informazione occidentali e filo-occidentali siano al servizio del cittadino, quanto piuttosto al servizio degli asset di potere in mano a gruppi economici e finanziari i quali tutto hanno a cuore fuorché quello di restituire al mondo la verità, se quella può in qualche modo danneggiare o anche solo mettere a repentaglio i loro interessi più immediati.
L'esempio più eclatante di tutto questo lo abbiamo proprio in Siria, ove per anni il mainstream americano, europeo e dei paesi arabi allineati al 'Washington Consensus' ha voluto far passare il presidente siriano Bashar Al Assad come un tiranno, novello Hitler, capace persino di avvelenare col gas la sua stessa popolazione! Peccato che soltanto poche settimane fa, un informatore interno all'OPAC (Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche) ha rivelato a Bruxelles che ci sarebbe stata una manipolazione delle prove sul presunto attacco chimico a Duma per il quale era stato accusato il presidente-dittatore Assad!
Non sembra sia stato orchestrato lo stesso battage mediatico di smentita tale quale quando occorreva criminalizzare Assad, presidente di uno stato sovrano non allineato! E che dire di quei pochi e onesti giornalisti free-lance che saranno senz'altro rabbrividiti nel dover accogliere per buona una notizia dalla fonte imprecisata che nessun'agenzia ha mai potuto verificare come autentica e veritiera e che in ogni caso veniva battuta come certa e inequivocabile?!
La verità è che da otto anni assistiamo ad un attacco (mediatico, economico e militare) internazionale ai danni della Siria e del suo governo e sembra proprio che la verità stia finalmente venendo a galla, se un funzionario di un'organizzazione internazionale come l'OPAC, organizzazione accreditata con un premio Nobel per la pace, oggi ritiene di poter denunciare la falsità di una notizia (quella della gassificazione della popolazione siriana ad opera di Assad) che ha gettato nel discredito un intero Paese e il suo legittimo governo.
Gli Stati Uniti, che non hanno difeso i Curdi dall'avanzata turca, difendono ora però i pozzi petroliferi, lasciando i Curdi al loro destino. La difesa dei Curdi da parte degli Stati Uniti è valsa quindi fino a quando è loro convenuto; era giustificabile soltanto perché i Curdi controllavano le zone petrolifere, a discapito della Siria. Per impedire infatti all'esercito arabo-siriano di riprendere il controllo dei pozzi gli Stati Uniti avevano fatto un accordo con i terroristi dell'ISIS facendoli arretrare e anteponendo lì le postazioni dei Curdi, in modo che l'esercito siriano per avanzare e riprendere il controllo dei pozzi si sarebbe dovuto scontrare con loro. Quel petrolio è stato a lungo gestito quindi dai Curdi che poi lo rivendevano al governo siriano. Oggi gli Stati Uniti hanno preso in mano il controllo dei pozzi siriani, privando la Siria del controllo e della gestione del suo petrolio, schiacciando quella popolazione con un embargo pesantissimo e costringendo un Paese produttore di petrolio ad essere totalmente in emergenza per quanto riguarda l'approvvigionamento di carburante!
Ciò che grida vendetta al cospetto di Dio sono soprattutto le sanzioni economiche che colpiscono non tanto l'entourage di Assad e il suo governo, quanto una popolazione che non ha nessuna colpa e che è ridotta alla fame, letteralmente. E' come essere di fronte ad un assedio medioevale; quello che fanno gli Stati Uniti e i Paesi loro vassalli è esattamente la stessa cosa: stringendo d'assedio i Paesi non allineati attraverso le sanzioni, spingono le popolazioni di quei Paesi alla fame, alla ribellione, alla sedizione, tanto da far sì che qualcuno di loro, preso dai morsi della fame e della disperazione, arrivi ad aprire le porte della cittadella per fare entrare il nemico. Questo è ciò che sta succedendo in Siria; è successo in Venezuela, in Ucraina...
Ciò che accade in Siria è sconvolgente da questo punto di vista, se si pensa che i Curdi avendo avuto per molto tempo il controllo dei pozzi petroliferi, hanno costretto i Siriani a comprare il loro stesso petrolio per poi sparargli addosso, sulle chiatte che trasportavano il petrolio appena acquistato, spesso affondandole su ordine degli Americani, perché vigeva l'embargo nei confronti della Siria!
Quei pozzi petroliferi rendono qualcosa come 30 milioni di dollari al mese! Siamo di fronte ad una situazione paradossale, dove in maniera del tutto illegittima Paesi come la Francia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti occupano illegalmente sotto il profilo del diritto internazionale uno stato sovrano come la Siria; così accade che mentre la Russia è sotto sanzioni per la questione della Crimea, gli Stati Uniti hanno arbitrariamente donato la regione del Golan ad Israele, quando il Golan, secondo una risoluzione dell'ONU, dovrebbe ritornare a far parte della Siria.
Quindi siamo di fronte ad un Paese sotto assedio da otto anni di guerra, che conta mezzo milione di morti, un'economia allo sfascio e una popolazione che non ce la fa più! Questo Paese, che aveva da tempo preso a modello l'Occidente, con un governo laico e progressista a differenza di altri Paesi arabi, si è sentito completamente deluso e abbandonato dall'Occidente, col risultato di stringersi ancora di più attorno al suo presidente, visto ormai come l'unica figura in grado di garantire l'unità del Paese.
Il ruolo della Russia in Siria
A chi obiettasse il ruolo della Russia come altrettanto illegittimo, occorre ricordare di quanto sia vero il contrario, essendo l'esercito russo stato invitato dal legittimo presidente rappresentato all'ONU e quindi in accordo col diritto internazionale.
Quando i Russi entrano nel conflitto siriano, la situazione del Paese era catastrofica; da solo l'esercito siriano doveva tener testa ad una linea del fronte vastissima; l'intervento militare russo in aiuto alle linee siriane ha di fatto aiutato la Siria a sopravvivere. Certamente la Russia è un Paese amico, con delle basi navali importanti, non è certo lì per fare beneficenza, ma ha svolto un ruolo di aiuto importantissimo nei confronti di un governo legittimo e di un popolo assediato su più fronti, che non sarebbe riuscito a difendersi da solo.
Ciò che invece costantemente viene riportato sulla questione siriana dal mainstream occidentale e che la gente è portata a credere come verità incontrovertibile è che Assad sia un macellaio e Putin un dittatore!
Le contraddizioni del mainstream ufficiale
Abbiamo visto cosa è accaduto in Cile: interviene l'esercito, fa una mattanza dei manifestanti eppure non c'è un governo occidentale che dia del "macellaio" a Piñera! Contro Assad, contro Gheddafi, contro Maduro invece, si scatena a comando un'ondata di indignazione...
In Venezuela si era sull'orlo della guerra civile con un presidente in pectore che andava in piazza arringando la folla perché si rivoltasse contro il legittimo governo del Paese, mentre se una cosa analoga accade in Cile, i giornali ci mettono tre giorni per riportare la notizia. Una manifestazione a Santiago del Cile ha raccolto più di un milione di persone a manifestare contro il governo, filmati sulla rete che riproducono ondate oceaniche di persone che cantano in piazza e ci si limita a scrivere due, tre righe sui giornali, in sordina... Mentre Guaidò in Venezuela aveva tutte le telecamere delle televisioni accreditate dal pensiero unico puntate su di lui...
C'è da chiedersi chi siano i veri spacciatori delle cosiddette "fake-news", se internauti e blogger impazziti o piuttosto le televisioni di Stato che spacciano notizie false e tendenziose, obnutilando completamente alla vista e alle orecchie degli ignari sudditi, le verità scomode su ciò che sta accadendo veramente nel mondo!
Si può davvero parlare di un genocidio dei Curdi?
La questione non è proprio così come ce la vogliono far passare. In effetti non dobbiamo dimenticare che i Curdi occupavano militarmente un terzo del territorio siriano pur essendo una minoranza in quella zona, abitata da millenni da altre etnie come i Circassi, i Turcomanni, gli Yazidi, gli Assiri. Quello che invece va ricordato e che nessuno racconta è che l'Occidente, e la Francia in particolare, essendo questo un progetto francese, puntava sulla costituzione di uno stato etnico alla maniera del Kossovo o peggio ancora alla maniera di Israele, ai danni di tutte le altre popolazioni che vivevano in quella zona, dove semmai i Curdi erano una minoranza. I Curdi avevano già cominciato a fare pulizia etnica in quella zona; le scuole imponevano la loro lingua... A ciò ha fatto seguito un'operazione di marketing gigantesca, laddove si scrisse che le fantastiche Amazzoni curde da sole avevano sconfitto l'ISIS. Un marketing portato avanti dagli Stati Uniti, da Israele, dalla Francia per creare un mito, quello dei Curdi, che aveva lo scopo nascosto di far nascere uno stato etnico allineato con l'Occidente all'interno dello stato siriano, in violazione di qualsiasi diritto internazionale in una zona ricchissima di petrolio, come abbiamo detto in precedenza, ma soprattutto ai danni di uno stato sovrano e di tante altre minoranze che hanno sempre vissuto in modo pacifico all'interno dello stato siriano, da sempre coacervo di diverse religioni ed etnie, in cui tutti erano da sempre rispettati. Come non ricordare che Assad nel 2010 fu premiato dal presidente Napolitano con l'onorificenza dell'Ordine di Gran Croce, mentre i Francesi gli avevano assegnato la Legion d'Onore (che poi lui gli rimandò indietro!)...?
Chi è veramente Assad?
Assad diventò presidente suo malgrado, al posto del fratello che avrebbe dovuto ricoprire quell'incarico. Assad infatti studiava a Londra da oftalmico e non aveva mai pensato di entrare in politica, privo persino di quel karisma e di quella durezza tipici di chi spesso veste i panni del leader, ma che, di fronte all'ineluttabile ha deciso di non scappare e anzi di rimanere a guidare il Paese, cercando di tenerlo unito; non corrisponde davvero la sua figura alla narrazione occidentale che lo dipinge come un dittatore. Sotto di lui i Curdi erano riconosciuti e rispettati; anzi, occorre ricordare che nemmeno tutti i Curdi che vivono da sempre pacificamente in Siria sono favorevoli alla creazione di questo stato.
I Turchi si sono limitati ad ottenere quello che il padre di Assad gli aveva garantito di ottenere, cioè una fascia di 32 km su cui esercitare un controllo, per via del PKK e dei guai che potevano derivare dalla loro presenza in Siria ai danni della Turchia, nel timore che si potessero verificare colpi di artiglieria alle frontiere; per questo avevano ottenuto questa fascia di rispetto di 32 km che corrisponde appunto alla gittata massima dei colpi di artiglieria. Quindi non hanno fatto altro che entrare in questa zona, cacciando via i Curdi e si sono fermati. Oggi accade, proprio a ridosso della missione "Fonte di pace" che delegazioni curde abbiano chiesto protezione ai Russi e al governo siriano dai Turchi.
La guerra in Siria, una guerra per procura
Possiamo senza timore di smentita affermare dunque in relazione a quanto detto sin qui che la guerra in Siria non è stata una guerra civile come è stata raccontata fino ad oggi, ma è una guerra per procura, combattuta da Paesi stranieri, il cui numero di Paesi coinvolti risulta essere superiore a 12, dove ognuno di questi che non è intervenuto direttamente, ma indirettamente, aveva delle proprie forze sul campo. Le forze sostenute dalla Turchia e in parte anche dall'Europa, che per lungo tempo sono state spacciate per i ribelli moderati, oggi vengono attaccate dai media che fino all'altro ieri le incensavano, perché adesso sono a fianco dei Turchi contro i Curdi!
Senza rischiare di essere di parte è altresì vero che la situazione di quei Paesi sia piuttosto complessa, non paragonabile a quella degli Stati occidentali; un Paese come la Siria, lo abbiamo ricordato, è un crogiolo di religioni e di etnie. Non possiamo certamente essere certi che non ci siano stati soprusi o persino torture sotto il governo di Assad, ma del resto la Siria è un Paese circondato dalla minaccia di Israele il quale ha tutto l'interesse a indebolire i Paesi confinanti che in quell'area sente come una minaccia costante. Anche in Israele del resto ci sono le torture e queste sono all'ordine del giorno, eppure nessuno si indigna per questo! Israele possiede la bomba atomica e rappresenta sicuramente una minaccia per i Paesi arabi dell'area mediorientale... Non sembra nemmeno ci sia un'ondata di indignazione per Guantanamo negli Stati Uniti, dove le torture vengono fatte in continuazione. Ad Abu Graib i soldati americani hanno torturato i soldati iracheni; in Afganistan forse non tutti sanno che dei soldati americani hanno giocato a "war-game" con i civili: li hanno vestiti da jaidisti, da talebani, li uccidevano per gioco e poi raccoglievano le dita come trofeo; alla fine contavano il numero delle dita e chi ne aveva di più vinceva il premio (fonte: The Guardian) e tuttavia non ci pare ci sia stata un'ondata di indignazione mondiale nei confronti degli Stati Uniti per questo.
Perché non parlare della Francia e di cosa ha fatto il governo Macron con i gilet gialli? Si parla di morti, di feriti, di arresti... Vogliamo parlare di Occupy Wall Street? 800 arresti in un giorno! Sempre negli Stati Uniti è stato posto in arresto un attivista di "Black Lives Matter" per un post su facebook. Il vantaggio dell'Occidente fino ad ora, rispetto ai Paesi non allineati è stato che la popolazione si era allineata ai diktat dell'Impero di sua spontanea volontà; quindi non c'era bisogno di controllare il corpo, perché era sufficiente ne controllava le menti: la gente si comportava come loro volevano che si comportasse. Anche in Occidente, quando la gente smette di comportarsi come tu ti aspetti che si comporti, come esce un attimo dal seminato, allora sì che scatta la repressione. Basti vedere cosa sta succedendo in Cile o in Equador... Quindi i Paesi occidentali o amici dell'Occidente agiscono spesso come i cosiddetti dittatori; l'unica differenza è che attorno a loro non c'è la campagna mediatica di discredito, non ci sono gli opinionisti un tanto al chilo, i cosiddetti intellettuali (vedi Saviano). Come mai ad Hong Kong i manifestanti sono riusciti a bloccare un aeroporto internazionale? Immaginiamoci in Cile i manifestanti che occupano l'aeroporto di Santiago! Cosa succederebbe con l'esercito?! Ve lo siete mai chiesto?
Il doppio standard giornalistico
La definizione di "doppio standard giornalistico" è quella che vuole sottolineare ciò che realmente è oggi l'informazione: un doppio standard, un doppio binario...Se l'Iran fa qualcosa, tutti contro l'Iran; se l'Arabia Saudita fa a pezzi un giornalista con la motosega, tutto sommato va bene!
In Siria si è visto l'Occidente, la coalizione a guida americana, che ha fatto da supporto aereo ai terroristi dell'ISIS e, come se non bastasse, oggi abbiamo le sanzioni nei confronti della Siria che stanno uccidendo la popolazione, costringendola a scappare.
I giornalisti accreditati quindi sono quelli che vanno al Bilderberg e ricevono il frame del dibattito pubblico, cioè le istruzioni, gli argomenti. Esiste solo ciò che è nel frame; quello che è fuori dal frame, non esiste! Quindi la Siria governativa e l'esercito arabo-siriano non esiste, non esiste il loro punto di vista.
La verità è che da otto anni assistiamo ad un attacco (mediatico, economico e militare) internazionale ai danni della Siria e del suo governo e sembra proprio che la verità stia finalmente venendo a galla, se un funzionario di un'organizzazione internazionale come l'OPAC, organizzazione accreditata con un premio Nobel per la pace, oggi ritiene di poter denunciare la falsità di una notizia (quella della gassificazione della popolazione siriana ad opera di Assad) che ha gettato nel discredito un intero Paese e il suo legittimo governo.
Gli Stati Uniti, che non hanno difeso i Curdi dall'avanzata turca, difendono ora però i pozzi petroliferi, lasciando i Curdi al loro destino. La difesa dei Curdi da parte degli Stati Uniti è valsa quindi fino a quando è loro convenuto; era giustificabile soltanto perché i Curdi controllavano le zone petrolifere, a discapito della Siria. Per impedire infatti all'esercito arabo-siriano di riprendere il controllo dei pozzi gli Stati Uniti avevano fatto un accordo con i terroristi dell'ISIS facendoli arretrare e anteponendo lì le postazioni dei Curdi, in modo che l'esercito siriano per avanzare e riprendere il controllo dei pozzi si sarebbe dovuto scontrare con loro. Quel petrolio è stato a lungo gestito quindi dai Curdi che poi lo rivendevano al governo siriano. Oggi gli Stati Uniti hanno preso in mano il controllo dei pozzi siriani, privando la Siria del controllo e della gestione del suo petrolio, schiacciando quella popolazione con un embargo pesantissimo e costringendo un Paese produttore di petrolio ad essere totalmente in emergenza per quanto riguarda l'approvvigionamento di carburante!
Ciò che grida vendetta al cospetto di Dio sono soprattutto le sanzioni economiche che colpiscono non tanto l'entourage di Assad e il suo governo, quanto una popolazione che non ha nessuna colpa e che è ridotta alla fame, letteralmente. E' come essere di fronte ad un assedio medioevale; quello che fanno gli Stati Uniti e i Paesi loro vassalli è esattamente la stessa cosa: stringendo d'assedio i Paesi non allineati attraverso le sanzioni, spingono le popolazioni di quei Paesi alla fame, alla ribellione, alla sedizione, tanto da far sì che qualcuno di loro, preso dai morsi della fame e della disperazione, arrivi ad aprire le porte della cittadella per fare entrare il nemico. Questo è ciò che sta succedendo in Siria; è successo in Venezuela, in Ucraina...
Ciò che accade in Siria è sconvolgente da questo punto di vista, se si pensa che i Curdi avendo avuto per molto tempo il controllo dei pozzi petroliferi, hanno costretto i Siriani a comprare il loro stesso petrolio per poi sparargli addosso, sulle chiatte che trasportavano il petrolio appena acquistato, spesso affondandole su ordine degli Americani, perché vigeva l'embargo nei confronti della Siria!
Quei pozzi petroliferi rendono qualcosa come 30 milioni di dollari al mese! Siamo di fronte ad una situazione paradossale, dove in maniera del tutto illegittima Paesi come la Francia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti occupano illegalmente sotto il profilo del diritto internazionale uno stato sovrano come la Siria; così accade che mentre la Russia è sotto sanzioni per la questione della Crimea, gli Stati Uniti hanno arbitrariamente donato la regione del Golan ad Israele, quando il Golan, secondo una risoluzione dell'ONU, dovrebbe ritornare a far parte della Siria.
Quindi siamo di fronte ad un Paese sotto assedio da otto anni di guerra, che conta mezzo milione di morti, un'economia allo sfascio e una popolazione che non ce la fa più! Questo Paese, che aveva da tempo preso a modello l'Occidente, con un governo laico e progressista a differenza di altri Paesi arabi, si è sentito completamente deluso e abbandonato dall'Occidente, col risultato di stringersi ancora di più attorno al suo presidente, visto ormai come l'unica figura in grado di garantire l'unità del Paese.
Il ruolo della Russia in Siria
A chi obiettasse il ruolo della Russia come altrettanto illegittimo, occorre ricordare di quanto sia vero il contrario, essendo l'esercito russo stato invitato dal legittimo presidente rappresentato all'ONU e quindi in accordo col diritto internazionale.
Quando i Russi entrano nel conflitto siriano, la situazione del Paese era catastrofica; da solo l'esercito siriano doveva tener testa ad una linea del fronte vastissima; l'intervento militare russo in aiuto alle linee siriane ha di fatto aiutato la Siria a sopravvivere. Certamente la Russia è un Paese amico, con delle basi navali importanti, non è certo lì per fare beneficenza, ma ha svolto un ruolo di aiuto importantissimo nei confronti di un governo legittimo e di un popolo assediato su più fronti, che non sarebbe riuscito a difendersi da solo.
Ciò che invece costantemente viene riportato sulla questione siriana dal mainstream occidentale e che la gente è portata a credere come verità incontrovertibile è che Assad sia un macellaio e Putin un dittatore!
Le contraddizioni del mainstream ufficiale
Abbiamo visto cosa è accaduto in Cile: interviene l'esercito, fa una mattanza dei manifestanti eppure non c'è un governo occidentale che dia del "macellaio" a Piñera! Contro Assad, contro Gheddafi, contro Maduro invece, si scatena a comando un'ondata di indignazione...
In Venezuela si era sull'orlo della guerra civile con un presidente in pectore che andava in piazza arringando la folla perché si rivoltasse contro il legittimo governo del Paese, mentre se una cosa analoga accade in Cile, i giornali ci mettono tre giorni per riportare la notizia. Una manifestazione a Santiago del Cile ha raccolto più di un milione di persone a manifestare contro il governo, filmati sulla rete che riproducono ondate oceaniche di persone che cantano in piazza e ci si limita a scrivere due, tre righe sui giornali, in sordina... Mentre Guaidò in Venezuela aveva tutte le telecamere delle televisioni accreditate dal pensiero unico puntate su di lui...
C'è da chiedersi chi siano i veri spacciatori delle cosiddette "fake-news", se internauti e blogger impazziti o piuttosto le televisioni di Stato che spacciano notizie false e tendenziose, obnutilando completamente alla vista e alle orecchie degli ignari sudditi, le verità scomode su ciò che sta accadendo veramente nel mondo!
Si può davvero parlare di un genocidio dei Curdi?
La questione non è proprio così come ce la vogliono far passare. In effetti non dobbiamo dimenticare che i Curdi occupavano militarmente un terzo del territorio siriano pur essendo una minoranza in quella zona, abitata da millenni da altre etnie come i Circassi, i Turcomanni, gli Yazidi, gli Assiri. Quello che invece va ricordato e che nessuno racconta è che l'Occidente, e la Francia in particolare, essendo questo un progetto francese, puntava sulla costituzione di uno stato etnico alla maniera del Kossovo o peggio ancora alla maniera di Israele, ai danni di tutte le altre popolazioni che vivevano in quella zona, dove semmai i Curdi erano una minoranza. I Curdi avevano già cominciato a fare pulizia etnica in quella zona; le scuole imponevano la loro lingua... A ciò ha fatto seguito un'operazione di marketing gigantesca, laddove si scrisse che le fantastiche Amazzoni curde da sole avevano sconfitto l'ISIS. Un marketing portato avanti dagli Stati Uniti, da Israele, dalla Francia per creare un mito, quello dei Curdi, che aveva lo scopo nascosto di far nascere uno stato etnico allineato con l'Occidente all'interno dello stato siriano, in violazione di qualsiasi diritto internazionale in una zona ricchissima di petrolio, come abbiamo detto in precedenza, ma soprattutto ai danni di uno stato sovrano e di tante altre minoranze che hanno sempre vissuto in modo pacifico all'interno dello stato siriano, da sempre coacervo di diverse religioni ed etnie, in cui tutti erano da sempre rispettati. Come non ricordare che Assad nel 2010 fu premiato dal presidente Napolitano con l'onorificenza dell'Ordine di Gran Croce, mentre i Francesi gli avevano assegnato la Legion d'Onore (che poi lui gli rimandò indietro!)...?
Chi è veramente Assad?
Assad diventò presidente suo malgrado, al posto del fratello che avrebbe dovuto ricoprire quell'incarico. Assad infatti studiava a Londra da oftalmico e non aveva mai pensato di entrare in politica, privo persino di quel karisma e di quella durezza tipici di chi spesso veste i panni del leader, ma che, di fronte all'ineluttabile ha deciso di non scappare e anzi di rimanere a guidare il Paese, cercando di tenerlo unito; non corrisponde davvero la sua figura alla narrazione occidentale che lo dipinge come un dittatore. Sotto di lui i Curdi erano riconosciuti e rispettati; anzi, occorre ricordare che nemmeno tutti i Curdi che vivono da sempre pacificamente in Siria sono favorevoli alla creazione di questo stato.
I Turchi si sono limitati ad ottenere quello che il padre di Assad gli aveva garantito di ottenere, cioè una fascia di 32 km su cui esercitare un controllo, per via del PKK e dei guai che potevano derivare dalla loro presenza in Siria ai danni della Turchia, nel timore che si potessero verificare colpi di artiglieria alle frontiere; per questo avevano ottenuto questa fascia di rispetto di 32 km che corrisponde appunto alla gittata massima dei colpi di artiglieria. Quindi non hanno fatto altro che entrare in questa zona, cacciando via i Curdi e si sono fermati. Oggi accade, proprio a ridosso della missione "Fonte di pace" che delegazioni curde abbiano chiesto protezione ai Russi e al governo siriano dai Turchi.
La guerra in Siria, una guerra per procura
Possiamo senza timore di smentita affermare dunque in relazione a quanto detto sin qui che la guerra in Siria non è stata una guerra civile come è stata raccontata fino ad oggi, ma è una guerra per procura, combattuta da Paesi stranieri, il cui numero di Paesi coinvolti risulta essere superiore a 12, dove ognuno di questi che non è intervenuto direttamente, ma indirettamente, aveva delle proprie forze sul campo. Le forze sostenute dalla Turchia e in parte anche dall'Europa, che per lungo tempo sono state spacciate per i ribelli moderati, oggi vengono attaccate dai media che fino all'altro ieri le incensavano, perché adesso sono a fianco dei Turchi contro i Curdi!
Senza rischiare di essere di parte è altresì vero che la situazione di quei Paesi sia piuttosto complessa, non paragonabile a quella degli Stati occidentali; un Paese come la Siria, lo abbiamo ricordato, è un crogiolo di religioni e di etnie. Non possiamo certamente essere certi che non ci siano stati soprusi o persino torture sotto il governo di Assad, ma del resto la Siria è un Paese circondato dalla minaccia di Israele il quale ha tutto l'interesse a indebolire i Paesi confinanti che in quell'area sente come una minaccia costante. Anche in Israele del resto ci sono le torture e queste sono all'ordine del giorno, eppure nessuno si indigna per questo! Israele possiede la bomba atomica e rappresenta sicuramente una minaccia per i Paesi arabi dell'area mediorientale... Non sembra nemmeno ci sia un'ondata di indignazione per Guantanamo negli Stati Uniti, dove le torture vengono fatte in continuazione. Ad Abu Graib i soldati americani hanno torturato i soldati iracheni; in Afganistan forse non tutti sanno che dei soldati americani hanno giocato a "war-game" con i civili: li hanno vestiti da jaidisti, da talebani, li uccidevano per gioco e poi raccoglievano le dita come trofeo; alla fine contavano il numero delle dita e chi ne aveva di più vinceva il premio (fonte: The Guardian) e tuttavia non ci pare ci sia stata un'ondata di indignazione mondiale nei confronti degli Stati Uniti per questo.
Perché non parlare della Francia e di cosa ha fatto il governo Macron con i gilet gialli? Si parla di morti, di feriti, di arresti... Vogliamo parlare di Occupy Wall Street? 800 arresti in un giorno! Sempre negli Stati Uniti è stato posto in arresto un attivista di "Black Lives Matter" per un post su facebook. Il vantaggio dell'Occidente fino ad ora, rispetto ai Paesi non allineati è stato che la popolazione si era allineata ai diktat dell'Impero di sua spontanea volontà; quindi non c'era bisogno di controllare il corpo, perché era sufficiente ne controllava le menti: la gente si comportava come loro volevano che si comportasse. Anche in Occidente, quando la gente smette di comportarsi come tu ti aspetti che si comporti, come esce un attimo dal seminato, allora sì che scatta la repressione. Basti vedere cosa sta succedendo in Cile o in Equador... Quindi i Paesi occidentali o amici dell'Occidente agiscono spesso come i cosiddetti dittatori; l'unica differenza è che attorno a loro non c'è la campagna mediatica di discredito, non ci sono gli opinionisti un tanto al chilo, i cosiddetti intellettuali (vedi Saviano). Come mai ad Hong Kong i manifestanti sono riusciti a bloccare un aeroporto internazionale? Immaginiamoci in Cile i manifestanti che occupano l'aeroporto di Santiago! Cosa succederebbe con l'esercito?! Ve lo siete mai chiesto?
Il doppio standard giornalistico
La definizione di "doppio standard giornalistico" è quella che vuole sottolineare ciò che realmente è oggi l'informazione: un doppio standard, un doppio binario...Se l'Iran fa qualcosa, tutti contro l'Iran; se l'Arabia Saudita fa a pezzi un giornalista con la motosega, tutto sommato va bene!
In Siria si è visto l'Occidente, la coalizione a guida americana, che ha fatto da supporto aereo ai terroristi dell'ISIS e, come se non bastasse, oggi abbiamo le sanzioni nei confronti della Siria che stanno uccidendo la popolazione, costringendola a scappare.
I giornalisti accreditati quindi sono quelli che vanno al Bilderberg e ricevono il frame del dibattito pubblico, cioè le istruzioni, gli argomenti. Esiste solo ciò che è nel frame; quello che è fuori dal frame, non esiste! Quindi la Siria governativa e l'esercito arabo-siriano non esiste, non esiste il loro punto di vista.
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