L'ASILO NEL BOSCO
di Paolo Mai
Raccontare belle storie è da sempre uno dei motivi per cui uno decide di prendere la penna in mano e cominciare a scrivere, e quella che stiamo vivendo noi è proprio una bella storia. E' la storia dell'Asilo del Bosco di Ostia Antica, un progetto nato dall'incontro di un gruppo di sognatori che utilizzano il sogno e l'utopia per costruire qualcosa di concreto.
Racconta Eduardo Galeano, a quel tale che gli domandava a cosa servisse l'utopia, che l'utopia serve a camminare e noi aggiungiamo, in virtù dell'esperienza di educatori, che ciò che importa non è la meta, ma la bellezza del cammino. La nostra utopia è quella di cambiare la scuola italiana, un luogo dove nella maggior parte dei casi la noia e le frustrazioni la fanno da padrone e dove si impara non per il gusto di imparare, ma per far contenti genitori ed educatori, col risultato che la curiosità - che è un'attitudine innata nei bambini - piano piano si spegne per far posto a un progressivo disinteresse per la scoperta e la conoscenza.
Di questo abbiamo parlato la prima colta che abbiamo scambiato due chiacchere, mentre davanti a noi un tramonto colorava di tinte meravigliose una bella giornata d'estate a Ostia. Il nostro sogno è quello di costruire una scuola dove i bambini e le bambine vadano con piacere, dove si sentano ascoltati e dove crescano, apprendendo quelle competenze che saranno loro utili nella vita, felicemente e umanamente. Vorrei proprio sottolinearlo questo avverbio, umanamente, perché forse in Italia, così come nell'imbellettato mondo occidentale, ci stiamo dimenticando che l'essere umano non è fatto solo di una grande testa come la seppia o il calamaro, ma ha un cuore, sede delle emozioni, e una dimensione creativa che sono fondamentali per crescere in maniera felice e armoniosa.
L'attenzione alla sola dimensione cognitiva è purtroppo una nota caratterizzante delle scuole di ogni grado e già alla scuola dell'infanzia le più grandi preoccupazioni sono che si impari a scrivere, a contare e magari a parlare l'inglese. Alle elementari e alle medie i bambini si confrontano con tantissimi insegnanti, la cui preoccupazione prevalente è quella di terminare il programma, ciascuno per la propria materia, e non si domandano come stanno i bambini, cosa sentono e cosa desiderano. Il risultato di questa impostazione è sotto gli occhi di tutti: abbiamo grandi ingegneri, le tecnologie hanno raggiunto un livello inimmaginabile solo vent'anni fa, ma non siamo più capaci di abbracciarci. Le relazioni sociali sono sempre più superficiali e meno soddisfacenti, la paura e la diffidenza guidano i nostri comportamenti mentre le farmacie si diffondono a un ritmo impressionante e l'utilizzo di droghe, alcol e psicofarmaci rappresenta lo strumento con cui - anestetizzati - ci perdiamo la bellezza della vita.
Il Ritalin ha preso il posto del panino nello zaino dei bambini e le statistiche dipingono un quadro impietoso. I nostri figli, super-impegnati ogni giorno dell'anno, sono sempre più ansiosi e meno creativi e la televisione e i videogiochi stanno diventando i membri più importanti della famiglia.
All'interno di questo quadro l'educazione assume un ruolo fondamentale: "umanizzare" e rendere felice il nostro bel paese. La scuola deve avere il compito non solo di occuparsi dei bambini, ma anche di prendersi cura dei genitori, sempre più impassibili e impotenti nella frenetica corsa che contraddistingue la loro quotidianità. Frequentare la scuola più bella ed efficiente, infatti, a nulla serve se poi a casa ci si trova in un ambiente stanco e demotivante e si respirano rabbia e frustrazione. Una scuola che voglia veramente essere efficace deve saper accogliere le famiglie, abbattendo quei muri fatti di pregiudizio e timore che non permettono l'instaurarsi di una relazione sincera e amorevole così importante per la riuscita di un qualsiasi processo educativo.
L'Asilo nel bosco è l'approccio pedagogico che meglio ci permette di rispondere ai bisogni di bambini e genitori del nostro territorio e del nostro tempo, ma considerarlo uno strumento valido sempre e in ogni luogo sarebbe un errore.
Se c'è una cosa che abbiamo imparato in questi vent'anni di lavoro nelle scuole, è che non esiste un modello educativo che sia efficace in ogni occasione. Se pensassimo questo, cadremmo nell'errore in cui spesso sono caduti nella storia gli esseri umani: pensare di aver trovato la verità assoluta. La vita è una ricerca continua e probabilmente la verità è solo un'utopia. Cercarla umilmente e appassionatamente è forse l'unica maniera di assicurarsi un felice viaggio.
Crediamo che tra le diverse competenze di un educatore ci debba essere la capacità, tipica della psicologia e della sociologia, di ascoltare i bisogni dell'individuo che si ha di fronte e di saper cogliere le tendenze in atto della società.
Partendo da questo abbiamo costruito la nostra idea di scuola, focalizzando l'attenzione sull'individualità di ciascun bambino e contrastando le tendenze presenti nella nostra comunità che non reputiamo salutari. I nostri bambini vengono spinti all'omologazione e non all'espressione del proprio talento, trascorrono la loro vita rinchiusi in quattro mura perdendosi gran parte della ricchezza e della bellezza della vita nelle sue diverse forme, stanno perdendo alcune attitudini come la curiosità, la fantasia, l'autonomia e la creatività, vivono in un contesto iperprotetto in cui ci si cura del corpo e non dell'anima e soprattutto non ricevono la nostra fiducia. Tutto questo potrebbe condannarli a diventare degli adulti insicuri con una bassa autostima e una grande difficoltà a risolvere i problemi.
Trascorrere la giornata all'aria aperta, seguiti da un gruppo di educatori sufficientemente numeroso, in grado di rispettare e valorizzare l'individualità di ciascuno, che non giudichi, ma che faccia sentire i bambini accompagnati in maniera empatica in un ambiente dove sia possibile esplorare e fare esperienze dirette, è la ricetta dell'Asilo nel Bosco. Abbiamo deciso di descriverla a quattro mani, perché siamo convinti che la diversità con cui osserviamo e viviamo le cose possa essere un'esperienza arricchente per il lettore.
Emilio Manes, L'Asilo nel Bosco. Un nuovo paradigma educativo, Introduzione di Paolo Mai, pagg. 11-14, edizioni Tlon, 2018.
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