Ripubblico qui un post del 2018, quando un altro giro di boa della mia esistenza terrestre, segnalava un altro piccolo risveglio. Come infatti ben tutti sappiamo, traendo spunto da Gurdjieff, non è possibile svegliarsi in una volta sola, ma tanti piccoli risvegli, intervallati da altrettanti sonni profondi, piano piano ci condurranno alla fine del nostro viaggio. Non sarebbe possibile infatti uscire da una oscura caverna nella quale si sia rimasti per centinaia di anni alla luce diretta del Sole in un sol giorno, pena la cecità definitiva!
Ogni piccolo risveglio infatti si propone alla nostra coscienza solo quando siamo in grado di sostenerne tutte le conseguenze: in ciò che è comodo e ci fa star bene, ma anche in ciò che è scomodo e che ci mette a disagio, facendoci uscire dalla nostra abituale "zona di comfort".
Ciò che avrete modo di leggere qui di seguito quindi, non vuole significare da parte del sottoscritto un'abiura all'Amore Universale del Cristo Cosmico, incorporato duemila anni fa da quell'Essere elevatissimo che fu Joshua Ben Joseph (conosciuto dai cosiddetti 'Cristiani' come Gesù di Nazareth).
La Potenza, la Forza e la Bellezza della seconda Persona della Trimurti divina (la Trinità per chi si professa 'Cristiano') che il Gesù di Nazareth incorporò dopo il suo lungo viaggio iniziatico che dalla Palestina lo portò fino alle sorgenti del Gange, in India e in Tibet, per poi fare ritorno in Palestina ed essere crocifisso dai Romani come un pericoloso criminale, grazie al supplice mandato dei detentori del potere spirituale di allora... ebbene, quella Persona divina ci appartiene come eredità, essendo noi stessi dotati di quello stesso sigillo che ha necessità prima o poi di disvelarsi ai nostri stessi occhi spirituali.
Saranno necessarie sicuramente più incarnazioni perché possa finalmente dischiudersi, ma prima o poi tutti siamo chiamati a far splendere quella nostra stessa eredità: quella che fece dire a Gesù: "Farete cose ben più grandi delle mie".
In quest'epoca difficile eppure benedetta, tanti veli possono finalmente cadere davanti ai nostri occhi 'mortali' facendoci aprire finalmente quelli spirituali.
E' giunto il tempo in cui possiamo abbandonare come improprie tutte le spurie manipolazioni e deviazioni che organizzazioni umane, per sete di potere e ricchezza, hanno introiettato nelle nostre coscienze di dormienti, in nome di quell'Essere elevatissimo che tutto donò di sé senza riserva alcuna.
Esser parte della "Chiesa" che altro non significa se non appartenere alla "Comunità dei Viventi" non vuol dire soggiacere ad alcuna setta o organizzazione religiosa, ma sentire vibrare dentro di sé la chiamata alla propria realizzazione umana e spirituale: sentirsi cioè parte integrante dell'unico corpo che è la Comunità umana, ognuno con un talento da donare, con una particolarissima 'dotazione' da esprimere e condividere.
Vi invito qui ad approfondire il messaggio di Paramahansa Yogananda a tal proposito, che da altra pagina del blog potrete approfondire.
Buona lettura dunque e..., buoni piccoli risvegli!
Dinaweh
IO MI SBATTEZZO.
E TU?
E TU?
Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali:
costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.
costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.
Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile».
Luca 3, 16-17
Dinaweh
Chissà se il buon Andrea (don Gallo) approverebbe questa mia ineluttabile decisione! Lui, che per sua mano mi impresse con l'acqua quel sigillo sulla fontanella, appena pochi giorni dopo il mio sbarco terrestre... Del resto lui prete insolito era, pieno di contraddizioni e di contrarietà; agitato nell'anima e prigioniero suo malgrado di una tonaca su un corpo che virile sempre dovette trattenere dagli impulsi ovvi e scontati di giovane uomo e poi di uomo adulto, ex combattente volontario a sedici anni nell'ultima guerra mondiale e poi sostenitore della lotta partigiana; figlio del popolo, socialista nell'animo, con rimpianto al vecchio comunismo più viscerale, portatore come prete di quel 'socialismo cristiano' che molti suoi colleghi e coetanei della sua generazione in tutto il mondo abbracciarono dopo le istanze di apertura mosse dal Concilio Vaticano II, quello voluto dal 'papa buono' pochi mesi prima la sua dipartita.
...Fu figlio di don Bosco nel vero senso della parola, ma Salesiano per sbaglio, sentendo quella congregazione da sé sempre più lontana, come anche dallo spirito che il fondatore vi aveva voluto imprimere; scardinatosi da quella famiglia religiosa, volle essere il prete degli ultimi, dei ragazzi di strada, dei diseredati; prima accolto in una delle diocesi più restìe al cambiamento conciliare, tra le più conservatrici d'Italia - quella genovese - sotto il patriarcato del "Principe della Chiesa", Sua Eminenza il cardinal Giuseppe Siri, che il mondo intero rischiò per un attimo di trovarselo tra i piedi come nuovo papa, dopo la morte di Paolo VI, poi in conflitto aperto e durissimo con lui, si riciclò sulla "Nave scuola Garaventa", una nave ormeggiata nel porto di Genova, alternativa per molti giovani e ragazzi al carcere minorile o alla strada, riportata in vita dopo la guerra da mio padre, che ne divenne l'ultimo comandante. Infine, fondatore della comunità di San Benedetto al porto, dedicò gli ultimi anni della sua vita al servizio dei ragazzi colpiti dal flagello della tossicodipendenza, creando comunità agricole sparse per tutto il circondario dell'entroterra genovese e alessandrino, oltre a tante altre iniziative e opere cittadine, che vi vedevano coinvolti i ragazzi e i volontari della comunità.
Strana questa introduzione, molti di voi diranno! Che c'entra col titolo, che ad alcuni può risultare persino dissacrante, blasfemo, sconcertante?!...
Seguitemi per un attimo ancora e immaginate quanto bene volli a quest'uomo, coacervo di contraddizioni e di conflitti interiori mai sopiti, che ebbi modo di conoscere ben dopo il mio rito battesimale quando, più adulto, decisi di prestare servizio civile presso la sua comunità in qualità di obiettore di coscienza. La mia esperienza lì non durò molto a lungo, avendo poi deciso di proseguire il mio obbligo di leva non armato e civile in una comunità di pronta accoglienza in quel di Torino...
Seguitemi per un attimo ancora e immaginate quanto bene volli a quest'uomo, coacervo di contraddizioni e di conflitti interiori mai sopiti, che ebbi modo di conoscere ben dopo il mio rito battesimale quando, più adulto, decisi di prestare servizio civile presso la sua comunità in qualità di obiettore di coscienza. La mia esperienza lì non durò molto a lungo, avendo poi deciso di proseguire il mio obbligo di leva non armato e civile in una comunità di pronta accoglienza in quel di Torino...
Lo feci proprio perché non volevo rovinare quella bella amicizia, quel rapporto di affetto che Andrea da sempre nutriva per me, 'il figlio del suo comandante', come usava ricordarmi sempre in dialetto, grazie al quale - mi diceva commosso e rapito - aveva avuto finalmente l'occasione più verace gli fosse mai capitata fino ad allora nella sua opera di prete dedicato ai giovani, di amare ragazzi veramente bisognosi, perdenti e sconfitti, non più i figli della ricca borghesia cittadina che nutrivano e rimpinguavano le aule (e soprattutto le casse) degli istituti salesiani da cui lui stesso proveniva...
Furono diversi i motivi che si aggiunsero alla mia scelta di proseguire altrove il mio servizio, ma primo fra tutti rimase quel senso di delusione profonda, quando, dopo le sue quasi quotidiane invettive contro la Chiesa cattolica, di cui lui stesso faceva parte, una volta lo placcai all'angolo e gli chiesi: "ma perché, se ce l'hai tanto con questa Chiesa che non rappresenta certo i poveri, gli ultimi, i diseredati, né dimostra di fare quello che dovrebbe essere il suo mestiere di organizzazione benefica, cioè almeno di funzionare da 'collettore di ricchezze' per una redistribuzione equa delle stesse, non ti sciogli dai suoi voti e ti liberi definitivamente di codesto peso?!"
In fondo, altri illustri personaggi l'avevano fatto: mi viene in mente Leonardo Böff, il teologo francescano, tra gli iniziatori in America latina della "teologia della liberazione", che ebbi poi in seguito il piacere di conoscere personalmente in Italia, il quale non ricevette nemmeno il saluto di papa Wojtyla, quando atterrò in quella terra martoriata e che, non tanto per questo ultimo affronto, decise di appendere l'abito al chiodo. Ma quanti altri esempi eroici, magari alcuni persino sconosciuti, hanno abiurato dalle ipocrite posizioni della Chiesa, persino a costo della loro vita e se ne sono sciolti? Come non dimenticare tra tutti il fulgido esempio di Giordano Bruno?
A quella mia domanda la risposta fu quasi scontata a quel punto: "io amo la mia Chiesa e non potrei mai lasciarla...". Da lì capii la potente energia e il forte imperio impresso su tutti i pesci presi nella rete di quella potentissima organizzazione.
Il Concilio di Trento, indetto da Paolo III il 22 maggio 1542 e apertosi solennemente in quella città solo il 13 dicembre del 1545 aveva voluto, tra l'altro, porre ordine e rimedio sull'annosa questione dei cosiddetti "chierici vaganti", istituendo per la prima volta i seminari, ove gli aspiranti al sacerdozio ministeriale fossero per sempre divisi dalla società ed educati in luoghi lontani dalla potente energia femminile, quindi non più lasciati liberi di frequentare comunità di donne e di uomini, ma rinchiusi in simil-fortezze, i seminari appunto, affinché potessero essere ri-allevati ad una nuova madre: la Chiesa! Avulsi e separati da qualsivoglia contesto mundano, venissero castrati e separati dai loro attributi sessuali, simbolo di sporcizia e di peccato, per essere soldati al servizio dell'unico soggetto femminile a loro non precluso: santa madre Chiesa! Una sorta di Giannizzeri cristiani!!!
Il Concilio di Trento, indetto da Paolo III il 22 maggio 1542 e apertosi solennemente in quella città solo il 13 dicembre del 1545 aveva voluto, tra l'altro, porre ordine e rimedio sull'annosa questione dei cosiddetti "chierici vaganti", istituendo per la prima volta i seminari, ove gli aspiranti al sacerdozio ministeriale fossero per sempre divisi dalla società ed educati in luoghi lontani dalla potente energia femminile, quindi non più lasciati liberi di frequentare comunità di donne e di uomini, ma rinchiusi in simil-fortezze, i seminari appunto, affinché potessero essere ri-allevati ad una nuova madre: la Chiesa! Avulsi e separati da qualsivoglia contesto mundano, venissero castrati e separati dai loro attributi sessuali, simbolo di sporcizia e di peccato, per essere soldati al servizio dell'unico soggetto femminile a loro non precluso: santa madre Chiesa! Una sorta di Giannizzeri cristiani!!!
Quell'incanto così potente non aveva mai smesso di funzionare, se riusciva ad inibire ancora oggi la forza e la volontà di un uomo certamente non distolto, né sospinto da desideri di vanagloria personale né di carriera ecclesiastica. Tuttavia, un legaccio potente lo teneva avviluppato ad essa, quella madre-matrigna, non tanto al servizio della Luce del Cristo, ma di se stessa, lei, la Grande Meretrice.
Quindi il caro don Gallo accettò di vivere perennemente questa contraddizione e non se ne liberò mai. Forse era giusto così. Rimane per tutti un esempio di grande umanità che ha toccato il cuore di tantissime anime, spesso le più lontane dai dogmi di "Romana Chiesa" e soprattutto ha aiutato tanti ragazzi a ritrovare uno scopo e una direzione nella vita.
Ma non è qui il fulcro del mio discorrere, né lo sarà più da questo momento in poi; a discettare cioè della bontà o dell'ipocrita codardia e villania di codesto o quell'altro prete, vescovo o papa che sia. Il problema non è più da impostare secondo tali quadre di ragionamento e misurazioni critiche. Non è della bontà o della cattiveria del singolo su cui voglio ragionare. Ogni istituzione contiene cavalieri e villani e non tutti son cattivi, e non tutti sono buoni.
La convinzione piuttosto di aver bisogno di una mediazione tra la terra e il cielo, l'idea di un Dio trascendente, lontano e al di là di tutte le cose, la negazione della sacralità della materia, in quanto effetto spurio e lontano dal divino posto sempre in alto, la coercizione con la quale per due millenni, nel nome di un Cristo crocifisso e sofferente, si sono battezzati a forza miliardi di uomini e donne, pretendendo rinunciassero alle loro ancestrali credenze, disprezzati se ebrei, perché colpevoli di aver condannato a morte il Salvatore, ritenuti sub-umani se figli di quelle popolazioni indigene che vieppiù venivano sottomesse all'obbedienza di sovrani europei senza scrupoli e a quella del loro Dio sanguinario e crudele, mi hanno da tempo allontanato dall'Augusta Meretrice e dai suoi reprobi servi del culto, che reputo soltanto, loro malgrado, strumento di potere e di controllo delle coscienze, il più bieco sia mai esistito, anche se oggi sembrerebbe meno efficace del passato; tuttavia ancora potente e subdolo, se concepisce a tutt'oggi di introdurre sotto il suo controllo, con un marchio potentissimo, bambini appena nati attraverso il rito del battesimo: tappa iniziale di una serie continua di intrusioni e invasioni energetiche e spirituali che un'anima è costretta a subire, lungo tutto il corso della sua vita terrena.
Per questo motivo voglio condividere con voi le ragioni della mia decisione inequivocabile e mai troppo tardiva, di dichiarare la mia apostasia dalla Chiesa cattolica romana.
Trarrò le motivazioni in lungo e in largo prendendo spunto da un testo che mi è capitato tra le mani - non a caso - qualche settimana fa, dopo aver avuto modo di ascoltare da un social l'introduzione allo stesso libro dal suo autore. Lui si chiama Michele Giovagnoli; il testo s'intitola: La Messa è finita.
Era in effetti da un po' che stavo ragionando di muovermi in tal senso e cercavo la strada più efficace per poter dichiararmi estraneo e del tutto sciolto dalla Chiesa, attraverso l'abiura del battesimo. Ho svariati motivi che non sto qui ora a raccontarvi che possono avvalorare in me la convinzione profonda e senza alcun scrupolo, che magari altre persone potrebbero farsi, prima solo di pensare ad un'opportunità del genere. Diciamo che sono stato ancor più proteso a farlo, dopo la lettura del bel libro di Michele, che consiglio comunque a tutti di leggere, quando narra degli inaspettati e quasi 'miracolistici' benefici che sono seguiti non appena dopo la sua abiura!
In fondo al post, che ora comprenderà citazioni prese a piè pari dal testo (sarà un buon motivo per stuzzicare in voi la curiosità ad acquistare il libro, poiché ricco di moltissimi altri argomenti legati alle potenti strategie messe in atto dalla Chiesa di Roma nel corso dei secoli, atte ad inibire le libertà personali e il discernimento individuale), allegherò il modulo prestampato per procedere al disincaglionamento dal potentissimo Parassita. Ecco stralci del libro dal capitolo 6:
Fin qui avremmo già abbastanza motivi per tenerci fuori da questa pratica che nemmeno Gesù fece da bambino. Quando ricevette il battesimo da Giovanni il Battista aveva già compiuto il suo lungo percorso iniziatico, allontanandosi dalla Palestina per parecchi anni (tutti quelli mai raccontati dai vangeli canonici) e precisamente dai suoi dodici fino ai trenta! La sua vibrazione aveva accolto e incorporato l'energia Cristica ed egli era pronto per manifestarsi al mondo! Nulla di tutto questo pare accada per coloro che, appena nati, vengono battezzati per procura, cristiani!
La sottomissione ai capi della Chiesa cattolica, una volta incorporato il nuovo "cliente", toglie ogni potere decisionale all'individuo, che rimane alla mercé dei dettami e dei dogmi del suo padrone, limitandone, se non esaurendone, ogni spazio di libertà personale.
Ma addentriamoci nella disamina della prassi vera e propria del rito del battesimo:
Quindi il caro don Gallo accettò di vivere perennemente questa contraddizione e non se ne liberò mai. Forse era giusto così. Rimane per tutti un esempio di grande umanità che ha toccato il cuore di tantissime anime, spesso le più lontane dai dogmi di "Romana Chiesa" e soprattutto ha aiutato tanti ragazzi a ritrovare uno scopo e una direzione nella vita.
Ma non è qui il fulcro del mio discorrere, né lo sarà più da questo momento in poi; a discettare cioè della bontà o dell'ipocrita codardia e villania di codesto o quell'altro prete, vescovo o papa che sia. Il problema non è più da impostare secondo tali quadre di ragionamento e misurazioni critiche. Non è della bontà o della cattiveria del singolo su cui voglio ragionare. Ogni istituzione contiene cavalieri e villani e non tutti son cattivi, e non tutti sono buoni.
La convinzione piuttosto di aver bisogno di una mediazione tra la terra e il cielo, l'idea di un Dio trascendente, lontano e al di là di tutte le cose, la negazione della sacralità della materia, in quanto effetto spurio e lontano dal divino posto sempre in alto, la coercizione con la quale per due millenni, nel nome di un Cristo crocifisso e sofferente, si sono battezzati a forza miliardi di uomini e donne, pretendendo rinunciassero alle loro ancestrali credenze, disprezzati se ebrei, perché colpevoli di aver condannato a morte il Salvatore, ritenuti sub-umani se figli di quelle popolazioni indigene che vieppiù venivano sottomesse all'obbedienza di sovrani europei senza scrupoli e a quella del loro Dio sanguinario e crudele, mi hanno da tempo allontanato dall'Augusta Meretrice e dai suoi reprobi servi del culto, che reputo soltanto, loro malgrado, strumento di potere e di controllo delle coscienze, il più bieco sia mai esistito, anche se oggi sembrerebbe meno efficace del passato; tuttavia ancora potente e subdolo, se concepisce a tutt'oggi di introdurre sotto il suo controllo, con un marchio potentissimo, bambini appena nati attraverso il rito del battesimo: tappa iniziale di una serie continua di intrusioni e invasioni energetiche e spirituali che un'anima è costretta a subire, lungo tutto il corso della sua vita terrena.
Per questo motivo voglio condividere con voi le ragioni della mia decisione inequivocabile e mai troppo tardiva, di dichiarare la mia apostasia dalla Chiesa cattolica romana.
Trarrò le motivazioni in lungo e in largo prendendo spunto da un testo che mi è capitato tra le mani - non a caso - qualche settimana fa, dopo aver avuto modo di ascoltare da un social l'introduzione allo stesso libro dal suo autore. Lui si chiama Michele Giovagnoli; il testo s'intitola: La Messa è finita.
Era in effetti da un po' che stavo ragionando di muovermi in tal senso e cercavo la strada più efficace per poter dichiararmi estraneo e del tutto sciolto dalla Chiesa, attraverso l'abiura del battesimo. Ho svariati motivi che non sto qui ora a raccontarvi che possono avvalorare in me la convinzione profonda e senza alcun scrupolo, che magari altre persone potrebbero farsi, prima solo di pensare ad un'opportunità del genere. Diciamo che sono stato ancor più proteso a farlo, dopo la lettura del bel libro di Michele, che consiglio comunque a tutti di leggere, quando narra degli inaspettati e quasi 'miracolistici' benefici che sono seguiti non appena dopo la sua abiura!
In fondo al post, che ora comprenderà citazioni prese a piè pari dal testo (sarà un buon motivo per stuzzicare in voi la curiosità ad acquistare il libro, poiché ricco di moltissimi altri argomenti legati alle potenti strategie messe in atto dalla Chiesa di Roma nel corso dei secoli, atte ad inibire le libertà personali e il discernimento individuale), allegherò il modulo prestampato per procedere al disincaglionamento dal potentissimo Parassita. Ecco stralci del libro dal capitolo 6:
Il battesimo
Mentre i primi cristiani battezzavano solo gli adulti, dal V secolo la Chiesa cattolica battezza direttamente gli infanti. Il bambino è ritenuto "figlio di una natura umana decaduta" e va quindi liberato dal peccato originale.
[...] Con la scusa di volerlo purificare a tutti i costi, il bambino è registrato come membro della Chiesa cattolica, con tutte le conseguenze giuridiche del caso. Per esempio, gli articoli 1267 e 1269 del Catechismo della Chiesa cattolica rammentano che il battesimo "incorpora alla Chiesa" e "il battezzato non appartiene più a se stesso [...] perciò è chiamato [...] a essere obbediente e sottomesso ai capi della Chiesa". In caso contrario le autorità ecclesiastiche sono autorizzate a richiamare pubblicamente il battezzato. Chissà quanti genitori conoscono questi lievi dettagli?! Ricapitolando: il bambino è appena nato e viene subito coinvolto in una pratica dai contenuti sconosciuti e registrato a un'organizzazione privata. Questo gesto viola l'articolo 30 della nostra Costituzione che indica come diritto e dovere dei genitori il "mantenere, istruire ed educare i propri figli", ma non parla assolutamente di "imporre". Viola la legge 196/2003 che considera l'appartenenza religiosa un dato sensibile e quindi impedisce al genitore di iscrivere il proprio figlio, così come a un partito politico o a un sindacato, anche ad un'organizzazione religiosa. Infine ignora la sentenza n. 239/84 della Corte Costituzionale che stabilisce che l'adesione a ogni comunità religiosa debba essere basata sulla volontà della persona.
Fin qui avremmo già abbastanza motivi per tenerci fuori da questa pratica che nemmeno Gesù fece da bambino. Quando ricevette il battesimo da Giovanni il Battista aveva già compiuto il suo lungo percorso iniziatico, allontanandosi dalla Palestina per parecchi anni (tutti quelli mai raccontati dai vangeli canonici) e precisamente dai suoi dodici fino ai trenta! La sua vibrazione aveva accolto e incorporato l'energia Cristica ed egli era pronto per manifestarsi al mondo! Nulla di tutto questo pare accada per coloro che, appena nati, vengono battezzati per procura, cristiani!
La sottomissione ai capi della Chiesa cattolica, una volta incorporato il nuovo "cliente", toglie ogni potere decisionale all'individuo, che rimane alla mercé dei dettami e dei dogmi del suo padrone, limitandone, se non esaurendone, ogni spazio di libertà personale.
Ma addentriamoci nella disamina della prassi vera e propria del rito del battesimo:
[...] Nella prassi, il battesimo prevede che il prete versi dell'acqua benedetta sulla testa del bambino. Fermi tutti!!! Acqua benedetta?! Cosa significa "acqua benedetta"? E soprattutto, benedetta da chi?! Masaru Emoto, ricercatore e saggista giapponese, conducendo degli studi sull'acqua ha dimostrato come questo composto magico e vitale formato da due atomi di idrogeno e uno di ossigeno sia in grado di registrare la carica vibrazionale alla quale viene esposta. Nello specifico: se viene fatta congelare in un ambiente in cui si diffonde una musica dolce o si pronunciano parole come amore, pace, gratitudine, l'acqua cristallizza in strutture regolarissime e armoniche. Diversamente, in presenza di composizioni aggressive o parole "brutte" i cristalli sono irregolari e disarmonici. A questo punto è lecito chiedersi: considerando tutte le ragioni subdole che inducono la Chiesa cattolica a battezzare il bambino appena nato e tutta la violenza sottile espressa nel manifestare questa volontà, cosa viene immesso in termini vibrazionali in quell'acqua che verrà fatta scorrere nella zona più delicata del bambino?
Vedete, non appena diveniamo accorti e attenti al nostro bene-stare, non appena facciamo veramente nostre le parole del Cristo "Ama il tuo prossimo come te stesso", non possiamo che sganciarci da ogni costrizione ci venga imposta con la forza o con l'astuzia. Cominceremo a percepire tutto come vibrazione, diventeremo sensibili come antenne ad ogni tentativo manipolatorio o che va contro la nostra volontà e il nostro sentire più profondo, non ci fideremo più di accettare tutto "a scatola chiusa" solo perché si è sempre fatto così. Ci sentiremo profondamente uniti alla madre e al creato intero, senza sentire la necessità di mediatori furbacchioni e fraudolenti! In questo caso, ditemi come può un infante poter esprimere un tale discernimento!? Ma, continuiamo con l'autore ad osservare ogni movimento del rito con piena consapevolezza e presenza...
[...] L'acqua non viene fatta scorrere sul viso, ma nella zona centrale del cranio dove la struttura sagittale incrocia la sutura coronale. A quell'età quel punto preciso del cranio non è solido ma molle e prende il nome di "fontanella". La massa cerebrale in quella zona è quindi più esposta all'esterno e meno protetta. E' molto più sensibile e ovviamente più ricettiva. In corrispondenza della fontanella, posta tra i due emisferi cerebrali, risiede niente meno che la GHIANDOLA PINEALE, la più misteriosa e affascinante ghiandola endocrina del nostro corpo. Quella è la sede del settimo chakra, cioè il centro energetico che ci tiene in contatto con l'universo. La pineale stessa ha la forma di un imbuto, come a raccogliere qualcosa che scende da sopra. Nel giro di due anni la fontanella sarà completamente chiusa e il massimo della sua apertura si verifica nei primissimi mesi di vita del bambino.
Il passaggio di un'acqua pregna di informazioni distoniche e la formula magica del prete vibrata con la sua voce per conto terzi (la Chiesa cattolica romana), ha il potere di deturpare e chiudere irreparabilmente quel canale con l'Universo, rappresentato dalla ghiandola pineale. La profonda sensibilità del bambino e la sua capacità a cogliere le emozioni e gli stati d'animo dell'ambiente circostante produrranno in lui il ricordo di un trauma associato al battesimo:
Una violenza vera e propria subita in un contesto emozionale forte, in presenza dei genitori, di un terzo soggetto e di un'acqua con informazioni non buone. La madre lo tiene in braccio, il padre è lì vicino, dall'altra parte un altro uomo finora sconosciuto, che imprime un'innaturale volontà sulla sua testa. La madre e il padre sono felici, il prete fa il suo mestiere. Cosa registra quindi il bambino? Semplice: la madre e il padre sono felici che il prete gli faccia del male! Fateci caso: quando succede che il bimbo piange dopo aver ricevuto l'acqua, e succede spesso, la madre lo consola come a dirgli che non è successo niente e che è tutto passato, che va bene così. Ovvero conferma che acconsente all'azione del prete. La sensibilità precoce del bambino lo induce quindi a registrare un messaggio importante che condizionerà tutto il suo approccio all'esistenza: non sono protetto totalmente nemmeno dai miei genitori, questo mondo è davvero pericoloso. Non perdiamo di vista la situazione: il bambino ha pochi giorni di vita e vive un trauma di questa portata. Non può comprendere, non può muoversi, non può esprimersi in modo che i genitori lo capiscano, non può nemmeno fermare le mani dello sconosciuto. Ma sente! Sente la situazione ambientale che lo circonda, sente che il progetto che il prete gli proietta dentro è diametralmente opposto a quello che per natura vibra già nelle sue cellule. Il bambino sente, e se il sentire è l'unica azione con il quale può proteggere la sua esperienza, allora è indubbio che sente alla massima potenza possibile. E' statisticamente provato che i traumi registrati a livello di memoria implicita sono quelli che condizionano maggiormente lo sviluppo della personalità dell'individuo.
Oggi, per fortuna, è possibile evitare ai bimbi il trauma del battesimo, ma è anche possibile per una persona adulta già battezzata compiere l'atto di apostasia, che consiste nell'ufficializzare legalmente la propria uscita dalla Chiesa cattolica. Basta compilare e inviare il modulo che riporterò alla fine del post alla parrocchia dove si è stati battezzati con il quale si chiede inderogabilmente di essere cancellati dai registri parrocchiali come cristiano. Si fa con lettera raccomandata con ricevuta di ritorno e vi si allega una fotocopia del documento di identità, fronte/retro. Ciò comporterà essere soggetti a scomunica, non poter più accettare l'incarico di madrina o di padrino per battesimo e confermazione e si verrà esclusi dai sacramenti e dalla celebrazione del matrimonio religioso, salvo su licenza del vescovo. Gli ufficiali destinatari della lettera non possono opporsi o rifiutarsi di eseguire un vostro ordine. Sono altresì obbligati a dare conferma per lettera debitamente sottoscritta dell'avvenuta rettifica del registro dei battezzati, riconoscendo la vostra decisione di non voler più essere considerati parte della confessione religiosa denominata "Chiesa cattolica romana".
Ecco cosa scrive l'autore in seguito alla sua esperienza di "sbattezzo":
[...] L'azione di forza s'inverte; è l'individuo che impone le proprie volontà alla Chiesa. Volontà che sono atti di difesa, di emancipazione e di crescita evolutiva. E si esce così ufficialmente da quello stato di obbedienza e di proprietà altrui! Oltre alle migliori posizioni giuridiche che si conquistano, perché il clero può richiamare un battezzato anche in sede di giudizio facendo pesare la sua posizione dominante nei suoi confronti, il gesto è capace di indurre reazioni inconsce direttamente inverse da quelle scatenate dal battesimo stesso.
Personalmente ricordo la mia esperienza da apostata con grande tenerezza e orgoglio: dopo qualche ora passata a soffrire profondi sconvolgimenti emotivi legati ad ansie e paure difficilmente definibili (in fondo anche nei mie geni c'era scritto che chi disobbediva finiva nel fuoco), un senso di beatitudine e potenza si è poi impadronito del mio animo dandomi una stabilità interiore mai sentita prima. La sensazione era quella di aver estirpato un essere estraneo e malevolo dalle fondamenta della mia psiche, una sorta di auto-esorcismo. La consapevolezza di essere tornato esclusivamente di mia proprietà, e per mia esclusiva mano, ha progressivamente diffuso nelle mie cellule un'innata fiducia e la sensazione ferrea di potere procedere verso ogni più alto traguardo personale. Staccare dalla mia carne il morso del Parassita clericale mi ha permesso fin da subito di accumulare livelli energetici prima impossibili, un po' come arginare un'emorragia. Ora sento di essere meritevole nell'intimo, tocco la bellezza di poter diventare ciò che la mia anima ha scelto da sempre, liberamente e fuori dal giudizio. Ora sento un po' di più il senso autentico della parola "entusiasmo".
Modulo di sbattezzo
Al parroco della parrocchia di:............... indirizzo:..........
OGGETTO: istanza ai sensi dell'art. 7 del Decreto Legislativo n. 196/2003.
Io sottoscritt_ ..........., nat_ a ............,il................,
residente a ......................, in ........................
con la presente istanza, presentata ai sensi dell'art. 7, comma 3, del Decreto Legislativo n. 196/2003, mi rivolgo a Lei in quanto responsabile dei registri parrocchiali.
Essendo stat_ sottopost_ a battesimo nella Sua parrocchia, in una data a me non nota, desidero che venga rettificato il dato in Suo possesso, tramite annotazione sul registro dei battezzati, riconoscendo la mia inequivocabile volontà di non essere più considerat_ aderente alla confessione religiosa denominata "Chiesa cattolica apostolica romana".
Chiedo inoltre che dell'avvenuta annotazione mi sia data conferma per lettera, debitamente sottoscritta.
Si segnala che, in caso di mancato o inidoneo riscontro alla presente richiesta entro 15 giorni, mi riservo, ai sensi dell'art. 145 del Decreto Legislativo n. 196/2003, di rivolgermi all'autorità giudiziaria o di presentare ricorso al Garante per la protezione dei dati personali. Dichiaro di rinunciare fin da subito a qualsivoglia pausa di riflessione o di ripensamento in ordine alla soprascritta istanza; avverto che considererò ogni dilazione come rifiuto di provvedere nel termine di legge (15 giorni, ai sensi dell'art. 146, comma 2, del D. lgs. n 196/2003) e che quindi intendo immediatamente ricorrere all'autorità giudiziaria o al Garante per la tutela dei dati personali, qualora Lei illegittimamente differisse l'annotazione richiesta a un momento successivo al quindicesimo giorno dal ricevimento della presente.
Ciò in ottemperanza del Decreto Legislativo n. 196/2003 (che ha sostituito, a decorrere dall'1/1/2004, la previgente Legge n. 675/1996), in ossequio al pronunciamento del Garante per la protezione dei dati personali del 13/9/1999 ed alla sentenza del Tribunale di Padova depositata il 29/5/2000.
Si diffida dal comunicare il contenuto della presente richiesta a soggetti terzi che siano estranei al trattamento e si avverte che la diffusione o la comunicazione a terzi di dati sensibili può configurare un illecito penale ai sensi dell'art. 167 del D. lgs. n. 196/2003.
Si allega fotocopia del documento d'identità.
Distintamente.
Data.............................................. Firma...........................................
Il modulo è tratto dal libro La Messa è finita di Michele Giovagnoli, Uno Editori, 2017 Orbassano (To);
le pagine citate sono tratte dallo stesso volume al capitolo 6, dal titolo: Il battesimo. Un'abitudine chiamata sottomissione, pp. 64-65, 67-68, 69-70, 73-74.
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