SCIE CHIMICHE E TERREMOTI ARTIFICIALI:
il generale Fabio Mini [al minuto 6:48 del video] parla anche dell'innesco di tsunami e terremoti. A seguire anche un'interessante conferenza di Gianni Lannes sui terremoti artificiali
Italia: ora è ufficiale, esperimenti con gli Usa su terremoti artificiali
di Gianni Lannes
Chi sa tace. Però… il muro di gomma
inizia a sgretolarsi. A partire dal 1956 la NATO, ed i governi USA & Italia
hanno concesso ai cosiddetti scienziati enormi quantitativi di residuati
bellici per fare esperimenti sui terremoti!
La popolazione italiana,
tuttavia, non è mai stata né avvertita né informata. E non sono mai stati
approntati piani di sicurezza operativa durante e dopo le prove. I luminari
della sismologia tricolore – spesso baroni universitari – non hanno mai stilato
piani di sicurezza e valutato le conseguenza di tali azioni di “ricerca”.
Un altro fatto
incontrovertibile: è sotto gli occhi del mondo: la scienza è assoggettata al
potere politico, militare ed economico!
Belice (1968), Friuli (1976),
Irpinia (1980): terremoti disastrosi che hanno causato migliaia di vittime e
distruzioni. Dietro c’è la mano dell’uomo? In ogni caso per ragioni di
cosiddetto “studio” alcune università ed il Cnr hanno praticato un’attività
scientifica con impatti devastanti sugli equilibri naturali. Un gruppo di
“ricerca scientifica” che ha usato per decenni quantità gigantesche di
esplosivo convenzionale per scatenare sismi, senza particolari accorgimenti
precauzionali e addirittura senza alcuna valutazione di impatto ambientale.
Ecco le rivelazioni del
professor Ignazio Guerra, docente di sismologia del dipartimento di
fisica dell’Università della Calabria. Alla luce di quanto emerso adesso,
sarebbe opportuna un’accurata indagine giudiziaria senza sconti a nessuno. I
reati di strage non vanno in prescrizione. Tanto per appurare responsabilità e
conseguenze.
Professor Guerra esistono i
terremoti artificiali?
Guerra: «I terremoti artificiali
vengono provocati in maniera industriale a scopo di ricerca scientifica e
ricerca mineraria. A scopo di ricerca scientifica, una volta abbiamo
programmato una esplosione di cariche di dinamite da dieci tonnellate, nel
Golfo di Taranto perché al momento dello scoppio programmato, una serie di
persone con i sismografi portatili erano posizionate ogni 10-20 km lungo la
linea che unisce l’Italia alla Yugoslavia, e questo nel 1973, in modo da
registrare le onde sismiche prodotte dai terremoti artificiali. Abbiamo
realizzato tanti altri esperimenti di questo genere anche sulla terraferma
usando camion imbottiti di dinamite. Si scavano profonde anche 150 metri nel
sottosuolo e si riempiono di candelotti di dinamite avvitati l’uno sull’altro,
registrando con sismografi l’effetto dell’esplosione.».
Chi ha eseguito questo genere di
sperimentazione?
Guerra: «Il “Gruppo Esplosioni”
di cui io ero stato uno dei padri fondatori, sponsorizzato dal CNR, a scopo di
ricerca scientifica. Questa linea di ricerca che ormai è ormai obsoleta, veniva
anche detta della “sismica a rifrazione profonda” o D.S.S. che è l’acronimo
Deep Seismic Soundings. Nel 1975 siamo andati a fare degli scoppi a sud ed a
nord dell’Himalaya, siamo stati anche in Pakistan a fare terremoti
artificiali».
Perché interventi così intrusivi
e pericolosi?
Guerra: «I terremoti, che la
gente normale vede soltanto come causa di preoccupazione, in realtà, per gli
studiosi, sono anche uno strumento di lavoro e sono tanto utili che quando non
ci sono li provochiamo artificialmente . Dopo il 1974, chiamammo il Gruppo
Esplosioni, “Gruppo grandi profili sismici” e c’eravamo noi dell’Osservatorio
Vesuviano, il Laboratorio della geofisica e della litosfera di Milano,
l’Università di Trieste, l’Osservatorio di geofisica e sperimentale di Trieste
ed eravamo un gruppo di ricerca che chiedeva ed otteneva. Quello che sappiamo
oggi sull’Italia deriva anche da questi profili che noi abbiamo esplorato negli
anni Settanta ed Ottanta».
Quando si provocano terremoti
artificiali viene avvisata la popolazione?
Guerra: «No! Lo sa chi lo deve
sapere. Quando facevamo le prove c’era qualcuno che andava a contrattare con il
proprietario del terreno scelto e si chiedeva di fare un buco dal quale caliamo
delle cariche di dinamite, in cambio del pagamento del raccolto dell’anno.
Ovviamente siccome trasportavamo grosse quantità di esplosivo bisognava anche
rispondere a delle regole come informare dell’itinerario, dell’orario. Ma non
eravamo tenuti ad avvisare la popolazione».
Tali cariche esplosive in mare e
nella terra hanno causato inquinamento ambientale?
Guerra: «Beh, quando si
sparavano cariche di qualche tonnellata certamente si, è uno dei motivi per cui
questa linea di ricerca dagli anni ‘85-’86 è stata abbandonata».
Attualmente quali sono i
processi che vengono attuati?
Guerra: «C’è stato un progresso
tecnologico molto spinto. Oggi le esplosioni che si fanno con la sismica in
acqua sono molto meno potenti specie quando si va su acque profonde. Si ha una
esplosione mediamente ogni 20 secondi anticipati da cariche piccole per
allontanare la fauna. Ed in questo caso si arriva a fotografie del sottosuolo
davvero eccezionali. Questa tecnica si chiama della sismica a riflessione con
molti scoppi ravvicinati. Nella sismica a rifrazione le onde si rifrangono e
risalgono in superficie ma le misurazioni sono meno precise».
Qualche riferimento:
Nessun commento:
Posta un commento