martedì 11 giugno 2019

OMAGGIO ALLA SARDEGNA


OMAGGIO



ALLA SARDEGNA










Una grande antica e magica terra, che accolse due grandi Anime del nostro tempo: Andrea Parodi e Fabrizio De Andrè. Ma cosa sarebbe la Sardegna e il ricordo che tutti noi abbiamo di lei se, ricordando Fabrizio che ne fece la sua magica dimora, non ricordassimo anche e soprattutto il suo Grande Amore: Dori Ghezzi?
Certe vite, come quelle di Fabrizio, di Andrea e di Dori non si spiegano se non per la passione che ci hanno messo sempre dentro; per l'amore che la loro voce sempre esprimeva, davanti a milioni di persone accalcate sotto il palco per sentire tutte le vibrazioni, ogni angolo scoperto delle loro anime veloci e profonde, come il mare di Sardegna e di Liguria...


Viene da dire GRAZIE, grazie Fabrizio, grazie Andrea, grazie anche a te Dori che sei riuscita a conquistare il cuore di Faber più a lungo della sua stessa vita e ne hai preservato il ricordo, la stima, rinfocolando l'affetto di tutti noi che gli abbiamo voluto bene. Voglio prendermi un po' di tempo per ascoltare ancora le loro voci, per assaporare il sentimento e la musica che sgorgava dal loro cuore, prima ancora che dalla loro voce. 
C'è quel bellissimo canto che scrisse in ricordo del suo rapimento con Dori in Sardegna e che, nonostante il lauto riscatto per la loro liberazione pagato dalla sua famiglia, non gli fece mai dire male della Sardegna e dei suoi rapitori, che pure quasi giustificava, mentre non fu mai tenero con quelli che lui, a ragion veduta, definiva i loro Mandanti. Dalle parole di "Hotel Supramonte", cantate qui magistralmente dall'amico Andrea, Fabrizio sembra quasi ringraziare la vita per quella terribile esperienza, che lo avvicinò ulteriormente a Dori, soprattutto quando lei veniva congedata e riconsegnata ai familiari, mentre lui rimaneva solo e ancora in catene, nascosto e sperduto nella macchia sarda, ostaggio dei suoi carcerieri. Fu senz'altro in quei momenti che ebbe modo di sentire più forte l'amore per Dori, dalla quale non si allontanò mai più, una volta tornato in libertà, fino al giorno della sua ultima dipartita.    


E che dire di Disamistade, che in lingua sarda significa "inimicizia", che Fabrizio scrive con gli occhi e il cuore degli altri, immedesimandosi totalmente  e talmente tanto nel dolore degli altri, di quegli altri che sono diventati pure la sua famiglia: una famiglia umana, intrisa di violenza e dolore, causato e perpetrato da quella stessa violenza. Lui, anima ribelle, ma sicuramente amorevole, come lo era con i suoi animali, con i suoi simili, persino con i suoi carcerieri! Amava così tanto la Sardegna, da conoscerne ogni anfratto, soprattutto quelli nascosti nelle pieghe dell'animo umano, tanto da averne fatto la sua terra di elezione...


Un omaggio anche al cuore di Andrea, al grande cuore di un uomo che, nonostante la sofferenza della sua malattia ci ha donato fino all'ultimo istante della sua vita un esempio eccelso di Amore incondizionato verso la vita, verso la sua donna. Lo ricordiamo qui nell'ultimo suo concerto, con la bellissima e struggente canzone Non potho reposare...


La vita in fondo non è altro che musica e parole, anche se spesso sia l'una che l'altra rimangono mute e strozzate nel profondo delle nostre anime, così assetate di Amore, come sempre, come da sempre. Ecco perché una sola vita non basta per far uscire tutto il bello che esse contengono. Autori come Andrea e Fabrizio, solo per citarne due, ci ricordano che la bellezza è già veramente tutta dentro di noi. Occorre soltanto farla uscire, avere il coraggio dei Grandi uomini e delle Grandi donne che sono già racchiusi e racchiuse dentro di noi, esprimere la semplicità dei bambini, lasciare andare la paura, perdonarsi e perdonare, proprio come hanno fatto loro!...

Dinaweh
      

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