lunedì 10 aprile 2023

GIU' LA MASCHERA!

 


GIU' LA MASCHERA!





Quello che più impressiona da qualche tempo in qua, è quanto siano sempre più esplicite le reali intenzioni di questo agglomerato di ex nazioni e di come quel cerchio disegnato su sfondo blu si sia riagglomerato molto più coerentemente a ridisegnare una svastica; a riprova - finalmente - che il fascismo e il nazismo in Europa e in Occidente non è mai stato sconfitto: soltanto, per prudenza e maggiore efficacia, si sia nascosto, obnutilato per qualche decennio, dando l'impressione di essere stato debellato e condannato alla memoria per sempre, grazie alla farsa del processo di Norimberga dopo la fine della seconda guerra mondiale; invece, si era semplicemente "spostato" di qualche meridiano e parallelo sulla mappa del mondo, per poi tornare alla ribalta senza ritegno né remore proprio nella stessa Europa, da cui era partito!

Nazismo, bolscevismo, rivoluzioni colorate... e chi più ne ha, più ne metta... sono solo sfaccettature diverse della stessa regia occulta. Il "divide et impera" rimane da sempre il motto dei Signori del mondo, quelli che dietro ai fili manovrano personaggi politici, governi, movimenti, partiti, economia, finanza, mercati clandestini della droga e delle armi, geoingegneria, industrie e multinazionali chimiche e farmaceutiche, ecc., ecc.

Lascio dunque la parola ad un post del sito www.ideeazione.com, che mette a confronto il nazismo e il fascismo quali furono nel loro contesto storico e lo smascheramento di un 'apparentemente' nuovo fascismo, quello delle élite europee ed anglosassoni che in realtà non sono mai sparite dalla scena storica del XX secolo, ma che ricompaiono sotto mentite spoglie, simulando modi garbati e guanti di velluto, mentre partoriscono la stessa crudeltà nei confronti dei loro popoli che in teoria dovrebbero difendere e custodire.  

Dinaweh 




L'imminente crollo dell'Eurofascismo

di Davor Slobodanovich Vuyachic



Dopo il crollo della Germania nazista, gli Americani sono entrati in Europa occidentale con la ferma intenzione di rimanervi per sempre e, ad essere del tutto onesti, non ce l'hanno mai nascosto. Il primo Segretario generale della NATO, il generale e diplomatico britannico Hastings Ismay, spiegò l'essenza della fondazione dell'alleanza militare, da lui guidata, in una formulazione breve ma più che precisa e vivida, affermando che il suo obiettivo è "tenere l'Unione Sovietica fuori, gli Americani dentro e i Tedeschi giù". Lord Ismay non era certo americano, ma oggi molti lo considererebbero un tipico e arrogante fascista anglosassone e non dovremmo stupirci che un britannico fosse un così ardente sostenitore della presenza militare americana nel Vecchio Continente. Il suo motto politico-militare divenne non solo la pietra miliare dell'atlantismo in Europa ma, nel corso di quasi otto decenni, si evolse nella sua variante più estrema, L'obiettivo delle élite plutocratiche anglosassoni oggi è che gli americani controllino militarmente tutta l'Europa e continuino la loro espansione aggressiva verso la Siberia, che mettano in ginocchio i Russi e li facciano implorare pietà, che tengano a bada non solo i Tedeschi, ma anche i Francesi e tutte le altre nazioni europee - tutto questo, ovviamente a spese degli stessi Europei, che devono non solo pagare i costi ingenti della loro occupazione, ma anche finanziare la folle guerra per procura anglosassone contro la Russia, che si sta svolgendo attraverso l'Ucraina, precedentemente occupata. 
Come tutti sappiamo, dopo il colpo di Stato del 2014, diretto dalla CIA e dall'MI6, l'Ucraina è stata privata della vera democrazia, della libertà e della sua autentica identità nazionale, mentre gli Ucraini sono stati spinti in una guerra contro l'inesauribile potenziale militare, umano ed economico della Federazione Russa. Ci si aspetta che i malcapitati ucraini combattano fino all'ultimo per rilanciare l'economia americana in recessione facendo girare con più forza il volano del suo famigerato complesso militare-industriale. Questo, tra l'altro, è uno dei due trucchi preferiti che gli Americani hanno imparato durante la Seconda guerra mondiale, quando si sono salvati dalla Grande Depressione, avviando una massiccia industria militare. Il secondo trucco preferito dagli Americani è, ovviamente, partecipare alla guerra e saccheggiare senza ritegno le risorse altrui. Sebbene il calcolo americano in tutto questo sia chiaro a tutti, gli interessi dell'Ucraina e dell'Europa sono certamente molto diversi. L'Europa vuole davvero che le capiti il destino dell'Ucraina, cioè di entrare in un conflitto militare senza fine non solo con la Russia, ma anche con la potenza dell'Eurasia che si erge protettiva alle sue spalle? Gli Europei vogliono davvero morire nella sporca guerra americana fino all'ultimo, mentre gli anglosassoni guardano tutto da una distanza di sicurezza e contano i soldi guadagnati? Quale forza misteriosa mantiene gli Europei in una posizione subordinata rispetto agli Stati Uniti e li fa lavorare contro i loro interessi?

L'idea di un'associazione non solo economica ma anche politica dei popoli europei era così promettente agli inizi e aveva un gran numero di sostenitori, non solo tra i membri dell'élite economica e politica europea, ma anche tra la gente comune. Gli Europei credevano con entusiasmo che fosse 'inizio di una nuova, gloriosa e fortunata era in cui, uniti, avrebbero trovato la forza di proteggere i propri interessi opponendosi risolutamente all'egemonia americana ed espellendo infine gli anglosassoni dal loro continente. Contrariamente a tutte quelle aspettative infantilmente ingenue, trent'anni dopo è diventato evidente che, come per una agia nera politica, tutte le istituzioni dell'Unione Europea si sono trovate sotto un controllo politico, ideologico, finanziario e militare di Washington molto più stretto di quanto non fosse la politica estera delle nazioni europee un tempo sovrane prima della loro un'indicazione politica. Quel che è peggio, un'idea fondamentalmente nobile come quella europea si è fusa con l'ideologia criminale della NATO in un unico concetto politico-militare, ora purtroppo difficile da separare e per nulla nobile, noto come euro-atlantismo. Dei 27 Stati membri della UE, ben 21 sono anche membri dell'Alleanza Nord Atlantica e, a detta  di tutti, Finlandia e Svezia si uniranno a loro molto presto. Allo stesso tempo, altri membri della NATO, l'Albania, la Macedonia del Nord e il Montenegro, hanno avviato i negoziati per l'adesione all'Unione Europea, il che indica una chiara tendenza verso una fondazione ancora più profonda del fenomeno euro-atlantico, che cancella completamente tutto ciò che di buono c'era nell'idea di un'Europa politicamente unita. La Turchia avrebbe potuto teoricamente entrare a dar parte di questo stesso euro-atlantismo se non le fosse stato fatto capire così tante volte, in modo tipicamente occidentale, morbido ma ipocrita, che non era, di fatto, la benvenuta nell'Europa unita. Ricordiamo solo la dichiarazione di Sarkozy su come la Turchia sia troppo grande, troppo diversa culturalmente perché le porte dell'Europa possano mai essere aperte.

Ecco perché potrebbe facilmente accadere che nel prossimo futuro, dopo aver rinunciato definitivamente a soddisfare le umilianti condizioni necessarie per il proseguimento dell'integrazione europea, la Turchia torni completamente al suo essere nazionale originario, abbandoni la NATO e cerchi un futuro più luminoso nell'integrazione eurasiatica con Russia, Cina, Iran e altri Paesi dell'Eurasia.

L'unificazione politica dell'Europa, invece di portare l'auspicata liberazione dai vincoli dell'onnipresenza americana, ha solo approfondito l'asservimento delle nazioni plutocratiche d'oltreoceano. Così, da un lato, la UE ha completamente disatteso tutte le aspettative delle nazioni e dei cittadini dei suoi membri, cioè della gente comune, mentre dall'altro le élite economiche e politiche europee hanno trovato il calcolo per continuare a mantenere artificialmente in vita questo mostro di Frankestein politico mal rattoppato. Gli interessi delle élite, ovviamente, non sono mai stati identici a quelli della gente comune e quindi non sorprende che una delle critiche più frequenti all'Unione Europea riguardi le ideologie e le pratiche delle élite economiche e politiche europee. Un'altra critica molto comune e giustamente  ripetuta riguarda la mancanza di democrazia e l'assenza di trasparenza nelle istituzioni della UE. La terza feroce critica alla UE riguarda il fatto che le sue istituzioni hanno creato un apparato burocratico inutilmente ingombrante che non solo è troppo costoso da mantenere, ma rallenta anche i processi economici, mentre allo stesso tempo vendono introdotte dure misure di austerità che colpiscono senza pietà i cittadini comuni. L'Unione ha anche creato tutta una serie di altri problemi importanti come l'immigrazione incontrollata, la perdita di posti di lavoro, il crollo del tenore di vita e l'impoverimento della classe operaia. Tuttavia, quello che si è rivelato essere il problema più grande in assoluto, e che sicuramente porterà alla disintegrazione dell'Unione Europea o a una sorta di perestrojka europea, è il fatto che distrugge la sovranità nazionale e le culture tradizionali dei suoi Stati membri. Nei ranghi dei principali politici europei non è rimasto molto della precedente sfida e del disprezzo per l'imperialismo americano. Invece di lottare per i propri interessi con forze unite, sembra che l'Europa sia in procinto di fondersi in una sorta di concetto di un nuovo superstato sotto il titolo provvisorio di "Stati Uniti d'America e d'Europa", e questo sta accadendo soprattutto grazie all'ideologia euro-atlantica che ha equiparato gli interessi delle nazioni europee a quelli della NATO. A causa di tutto ciò, oggi si parla a ragione del fenomeno dell'Eurofascismo come di un cannibale ideologico e politico che uccide e divora i suoi figli.

Sebbene l'Eurofascismo sia molto morbido e dolce, la sua essenza è ancora la crudeltà e, sebbene questo lo renda meno brutale dei suoi predecessori ideologici, è molto più ipocrita e perfido. Mussolini e Hitler erano delinquenti e cattivi, ma erano abbastanza onesti su ciò che facevano, mentre l'Eurofascismo moderno si muove con un sorriso educato e indossando guanti di feltro. Se i fascisti europei del XX secolo erano ultranazionalisti, l'Eurofascismo moderno sembra basarsi sul motto "Europa über Alles", ma è solo un'illusione perché è più che evidente che le nazioni europee sono governate dall'altra parte della Manica e dell'Atlantico. Ci sono molte altre ragioni che ci spingono a definire l'attuale governo delle élite economiche e politiche europee una forma innovativa di fascismo, e qui elencheremo alcuni dei momenti più importanti. Innanzitutto, è innegabile l'autoritarismo della burocrazia delle istituzioni più importanti dell'Unione Europea, che viene imposto ai cittadini come mezzo necessario per proteggere la democrazia e i diritti umani. In effetti, esistono numerosi meccanismi per aggirare completamente le democrazie parlamentari nazionali e attuare la volontà dell'amministrazione europea a tutti i costi, indipendentemente da quanto sia dannosa per una particolare nazione della UE. Per quanto riguarda la persecuzione dell'opposizione politica, fortunatamente non ci sono ancora arresti di massa dei suoi membri e campi di concentramento, ma è per questo che viene ancora soppressa in modo molto efficace, semplicemente negando i finanziamenti. Questo può non lasciarli sempre sopravvivere a malapena e paralizzare completamente il loro lavoro, ma certamente li mette in una posizione molto diseguale rispetto ai favoriti delle élite. Le élite plutocratiche anglosassoni ed europee, ovviamente, non hanno alcun interesse a finanziare i partiti politici populisti di sinistra e di destra che oppongono una forte resistenza all'egemonia americana e all'establishment europeo sposando convinzioni come l'euroscetticismo, l'antiglobalismo, il sovranismo o il tradizionalismo conservatore, ed è per questo che i vincitori delle elezioni sono generalmente noti in anticipo. L'altra caratteristica dell'Eurofascismo, che lo mette in diretta relazione con le pagine più buie della storia europea del secolo scorso, è la tendenza a disciplinare fortemente l'intera società con dottrine liberali, cioè, quando si tratta di economia, neoliberali. Allo stesso tempo, sebbene la mobilità sociale esista, i cittadini dell'Unione Europea sono sempre più risentiti perché si ha l'impressione generale che i giovani europei, rispetto alle vecchie generazioni, abbiano molte meno opportunità di raggiungere i propri obiettivi professionali e familiari. I figli degli operai finiranno molto probabilmente per diventare essi stessi operai, mentre i figli di genitori più istruiti e meglio retribuiti avranno maggiori possibilità di ottenere un'istruzione superiore e un buon lavoro. Ciò significa che la gerarchia sociale nella UE è rigida e difficile da cambiare e, sebbene sia molto meno pronunciata rispetto alle classiche società fasciste, c'è ancora una preoccupante tendenza alla diminuzione della mobilità sociale.

Summa summarum, l'Eurofascismo opera semplicemente contro i migliori interessi delle nazioni e dei cittadini dei suoi Stati membri e lo fa in modo molto meticoloso, zelante e spietato.

Se l'Eurofascismo, con le caratteristiche menzionate finora, è in ritardo rispetto ai suoi predecessori, due delle sue caratteristiche peggiori lo rendono un fascismo a tutti gli effetti.
L'apparato propagandistico della UE non solo è degno di Joseph Goebbels, ma si può dire che come mezzo di indottrinamento collettivo ha superato i risultati del suo grande guru. I mass media europei amano vantarsi della loro presunta indipendenza e obiettività, ma sono gestiti solo da pochi centri di potere. L'europropaganda nega completamente la necessità del dialogo e del dibattito, e invece le conclusioni finali di vari esperti che coprono tutti i possibili aspetti della vita sociale e politica vengono brutalmente imposte al pubblico. Pertanto l'unica cosa che resta agli europei è sforzarsi di credere a ciò che viene chiesto loro di accettare come verità indiscutibile. Nella UE, la critica e il libero pensiero non solo diventano sempre più sgraditi, ma vengono sempre più qualificati come un reato punibile. Alla fine dell'atto d'accusa, poiché l'Unione Europea è inseparabile dalla NATO, il militarismo è un crimine che conferisce all'Eurofascismo un carattere che lo smaschera completamente. Se dovessimo confrontare l'Europa sotto l'occupazione hitleriana con quella euro-atlantica di oggi, vedremmo un gran numero di somiglianze, compreso lo sforzo di conquistare il Leben sraum a est con la forza militare. Tra le differenze, le più evidenti sono queste tre: l'Eurofascismo è molto più morbido nei confronti dei cittadini; non è in conflitto con le élite anglosassoni ma è subordinato ad esse; infine, l'Europa non è più governata da Berlino ma da Washington e Londra, il che potrebbe significare che i Russi questa volta dovranno liberare non solo le capitali continentali, ma anche quelle d'oltremare.

Le sempre compiaciute élite europee si sbagliano di grosso se pensano che i terrificanti bastioni di sistemi di polizia repressivi che hanno eretto tra loro e gli europei sempre più scontenti saranno in grado di proteggerli ancora a lungo dalla crescente rabbia della gente comune. Il mese di marzo è iniziato molto male per gli euro-atlantisti. Innanzitutto, diverse decine di migliaia di cittadini slovacchi, arrabbiati ma dignitosi e orgogliosi, si sono riuniti a Bratislava per la "Marcia per la Pace", dove hanno chiesto con determinazione che il loro Paese si ritiri urgentemente dalla NATO, smetta di armare l'Ucraina e stabilisca invece le migliori relazioni possibili con la Russia. "Fuori i fascisti anglosassoni!"; "Slovacchi e Russi - fratelli per sempre!" hanno gridato i manifestanti nelle strade della capitale slovacca e hanno esultato per la Russia e Putin. Una settimana dopo, decine di migliaia di Cechi arrabbiati, per chissà quante volte negli ultimi sei mesi, sono scesi in piazza nella sfiduciata Praga, che in precedenza aveva raccolto centinaia di migliaia di partecipanti a proteste simili. In quest'ultima rivolta, piuttosto esplosiva, i cittadini hanno protestato contro la povertà dovuta alla guerra per procura che la NATO sta conducendo contro la Russia in Ucraina. "Fermate la guerra, fermate la NATO!" hanno griato i Cechi insoddisfatti, chiedendo al loro governo di affrontare finalmente i problemi dei cittadini cechi, invece di armare i nazisti ucraini. Appena un giorno dopo, migliaia di cittadini di Sofia, altrettanto arrabbiati, sono scesi nelle piazze e nelle strade della capitale bulgara per manifestare con un messaggio chiaro: "Fuori la NATO!". Tali proteste sono in aumento in tutta l'Unione Europea e sempre più persone vi partecipano nonostante le aperte minacce da parte della polizia e dei ministeri degli Affari interni che tali manifestazioni non saranno tollerate. Per lo sgomento delle élite euro-atlantiche al potere, bandiere russe e simboli delle operazioni militari speciali russe sventolano nelle città di Francia, Germania, Repubblica Ceca, Bulgaria, Slovacchia... Come previsto, i media europei mainstream, come parte della macchina della propaganda eurofascista, hanno completamente ignorato o censurato i resoconti di tutti questi eventi, ma la verità non poteva essere nascosta. Per la grande gioia di molti, i social network sono stati inondati di registrazioni, foto e resoconti di tutte queste numerose e massicce proteste contro la NATO e la povertà, il cui culmine è atteso per l'inizio di aprile.

In tutta l'Unione Europea, già prima del febbraio 2022, cresceva la preoccupazione per l'aumento del costo della vita, ma ora la situazione sta lentamente diventano insostenibile per i cittadini. I sondaggi ufficiali del novembre dello scorso anno hanno mostrato che la maggioranza dei Rumeni, dei Polacchi e dei Portoghesi ritiene che le loro vite siano andate in una direzione molto negativa - in discesa. Slovacchi, Estoni e Croati sono i più insoddisfatti, mentre Greci e Belgi ritengono che la loro posizione nell'Unione Europea peggiorerà ulteriormente. E mentre gli Europei comuni sono tormentati da crescenti grattacapi finanziari direttamente collegati al coinvolgimento della NATO nella guerra in Ucraina, i nomi dei leader europei sono sempre più spesso e pubblicamente collegati a numerose malversazioni finanziarie, evasione fiscale e altri scandali scoperti. Ad esempio, il cancelliere tedesco Olaf Scholz si è trovato recentemente sotto i riflettori quando è stato pubblicamente accusato di aver abusato della sua influenza politica per aiutare la Warburg Bank a non restituire 47 milioni di euro di rimborsi fiscali illegali. Lo stesso Scholz finge di non sapere che le sanzioni collettive dell'Occidente contro la Russia, ideate dagli Americani, causano i maggiori danni alla Germania.
Anche un altro politico europeo di alto profilo, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, si è ritrovata sul palo della vergogna quando è stata avviata un'indagine ufficiale nei suoi confronti in relazione a torbidi affari nell'approvvigionamento dei sieri Covid-19. Ci sono ragionevoli sospetti che la von der Leyen abbia appaltato l'acquisto dei sieri pur non avendo l'autorità per farlo. Non è il suo primo caso. in ualità di Ministro della Difesa tedesco, Ursula von der Leyen è stata accusata di aver assegnato i contratti più lucrosi a uno stesso produttore e sembra che, per coprire questi affari loschi, abbia cancellato tutti i dati incriminati dal suo telefono. Potremmo anche citare gli scandali che hanno coinvolto il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis, il ministro francese Damien Abad e molti altri, perché l'elenco degli scandali dei politici europei è lungo e si adatta molto bene agli interessi degli Stati Uniti. In particolare, i politici corrotti che subiscono una forte pressione pubblica e sono sotto inchiesta sono molto facili da manipolare a causa della loro vulnerabilità. C'è quindi da stupirsi se Olaf Scholz e ursula von der Leyen, i cui nomi sono stati usati qui come esempio del coinvolgimento dei politici europei negli scandali, sono russofobici incalliti, guerrafondai e tutto sommato "utili idioti" per gli interessi delle élite plutocratiche anglosassoni?

I cittadini dell'Unione Europea sono sempre più consapevoli di un fatto che non può lasciarli indifferenti. Grazie alle élite politiche che li rappresentano, gli europei comuni non solo saranno costretti a sostenere la maggior parte dei costi della guerra anglosassone contro la Russia, ma, analogamente agli Ucraini, in un futuro molto prossimo dovranno anche pagare questa guerra con le loro vite. Grazie all'arroganza e all'incoscienza degli eurofascisti, gli Europei onesti possono aspettarsi solo profonda povertà, fame, guerra e morte. Ecco perché non ci sorprende il drammatico aumento dell'euroscetticismo in quasi tutti gli Stati membri della UE e, cosa particolarmente importante, in Francia e Germania. Tutte le proteste anti-NATO nei Paesi dell'Europa orientale, per quanto basate su verità indiscutibili e idee nobili, non riusciranno a contrastare i piani aggressivi degli euro-atlantisti senza il pieno sostegno dei ribelli francesi e tedeschi.

Il crollo dell'Eurofascismo e l'espulsione dei fascisti anglosassoni dal Vecchio Continente sono possibili solo se le due maggiori nazioni dell'Europa occidentale, che hanno partecipato alla creazione della UE, decidono di farlo. Solo i cittadini di Francia e Germania hanno non solo il coraggio necessario, ma anche la forza e i numeri per opporsi ai dettami dei fascisti di Bruxelles, e questo vale soprattutto per i Francesi, tradizionalmente rivoluzionari, la cui intolleranza verso le ingiustizie è scritta nel loro codice genetico.

Il presidente francese macron, tipico elitario europeo, euro-atlantista e arrogante globalista fedele ai centri di potere d'oltreoceano ma completamente cieco e sordo agli interessi dei comuni cittadini francesi, è da tempo in aperto conflitto con il suo stesso popolo. L'immagine di Macron presso l'opinione pubblica francese è stata definitivamente danneggiata e, a questo punto, il sostegno alla sua coalizione nell'elettorato è sceso ad appena il 22%. Il ppresidente francese ha mostrato una certa flessibilità nel 2018 e nel 2019 ed è riuscito in qualche modo a sopravvivere politicamente al Movimento dei Gilet Gialli, ma sembra probabile che dovrà fare marcia indietro di fronte ai persistenti e feroci disordini causati dalla sua riforma delle pensioni. Milioni di Francesi che non sono pronti a rinunciare alla lotta stanno partecipando a queste proteste in più di 30 città francesi. In particolare, Macron, temendo giustamente che il suo governo non sarebbe stato in grado di ottenere la maggioranza necessaria per adottare il disegno di legge sull'innalzamento dell'età pensionabile da 62 a 64 anni, fatto su richiesta dell'Unione Europea, ha deciso di ricorrere al famigerato articolo 49.3 della Costituzione francese, che consente di promulgare le leggi senza doverle votare in Parlamento. Un voto di sfiducia al governo il 20 marzo era l'ultima possibilità di fermare questa legge impopolare, ma non si è verificato. Il governo francese è sopravvissuto, ma con soli nove voti. Così, aggirando il Parlamento, la legge sulla riforma delle pensioni è stata approvata con la forza. I cittadini francesi, soprattutto nelle grandi città come Parigi, Bordeaux, Lione, Marsiglia e Tolosa, hanno protestato pacificamente contro la controversa legge fin da gennaio, ma la notizia della sua approvazione senza voto in Parlamento ha immediatamente radicalizzato la situazione. I raduni di protesta dei cittadini sono diventati più massicci, esplosivi e violenti, a cui ha certamente contribuito la brutalità della polizia e dei gendarmi francesi. L'uso eccessivo della forza e gli arresti casuali dei manifestanti da parte delle forze dell'ordine hanno provocato forti proteste da parte dell'estrema destra e dell'estrema sinistra francesi, e anche il Difensore dei diritti francese, Claire Hédon e Amnesty International hanno reagito.

Le scuole sono chiuse in tutta la Francia, gli aeroporti sono bloccati, il traffico ferroviario è fermo, molte raffinerie hanno smesso di funzionare, c'è carenza di carburante e, a causa degli scioperi, si rischia anche l'interruzione della fornitura di elettricità. Nelle strade di Parigi, a causa dello sciopero dei lavoratori della nettezza urbana, si stanno accumulando tonnellate di rifiuti, tanto che la città della luce è stata invasa dai topi. E' un quadro tragico della Francia di Macron oggi, ma anche uno specchio dell'Unione Europea. Se all'inizio i manifestanti chiedevano di fermare la controversa legge sulle pensioni in modo pacifico e parallelamente agli scioperi dei lavoratori, ora si è assistito non solo a una radicalizzazione delle proteste, ma anche all'unificazione di numerose altre richieste in un unico fronte. In Francia è in corso una ribellione aperta contro il governo di Macron, contro l'ulteriore armamento dell'Ucraina e contro l'adesione alla NATO. Se, sulla base del modo in cui ha classificato i disordini in Iran, dovessimo applicare gli standard di Macron allo stato attuale delle cose in Francia, concluderemmo che il presidente francese sta affrontando niente meno che una rivoluzione aperta. In ogni caso, in Europa sta crescendo l'insoddisfazione dei cittadini, che sta diventando sempre più pericolosa, come dimostra il più grande sciopero in Germania degli ultimi 30 anni, dovuto ai bassi salari, cioè al drastico aumento dei prezzi e al calo del potere d'acquisto della gente comune. Secondo alcuni sondaggi, ben il 55% dei cittadini tedeschi ha appoggiato questo sciopero di massa organizzato dal sindacato delle ferrovie e dei trasporti (EVG) e dal sindacato dei servizi uniti (Verdi) che ha praticamente bloccato l'intero Paese. Infine, migliaia di Cechi insoddisfatti sono scesi nuovamente in piazza a Praga il 29 marzo, questa volta per protestare contro l'annuncio di una riforma del sistema pensionistico che è ancora peggiore di quella imposta ai Francesi, ma il colpevole è lo stesso: l'Unione Europea.

Lo scorso agosto, il ministro della Giustizia della Repubblica Ceca, Pavel Blažek, ha avvertito che la crisi del settore energetico, conseguenza del conflitto tra UE e Russia, potrebbe portare a una rivoluzione paneuropea e minacciare la sopravvivenza stessa dell'Unione Europea. E' lecito affermare che l'attuale situazione in Europa è effettivamente pre-rivoluzionaria, ma non solo a causa della crisi energetica, bensì anche a causa di numerose altre conseguenze della guerra in Ucraina, e soprattutto perché i leader europei hanno dimostrato davanti agli occhi di tutto il mondo che l'Unione Europea non ha una propria politica estera indipendente, ma è completamente subordinata a Washington. Pertanto, non si tratta più solo di una teoria della cospirazione. L'evidente aumento del sentimento antiamericano in Europa è la prova che i cittadini della UE sono molto consapevoli di questo enorme problema che nessuno potrà più nascondere sotto il tappeto. Sebbene le nazioni europee non abbiano nulla da guadagnare e possano perdere assolutamente tutto partecipando alla guerra per procura americana contro la Russia, i leader della UE hanno scelto una strada diametralmente opposta agli interessi più vitali dei suoi cittadini. L'Unione Europea si trova ora ad affrontare non solo una crisi energetica, ma anche un drammatico aumento del costo della vita, un indebolimento dell'economia, l'inflazione e l'aumento dei tassi di interesse. Ancora peggio, secondo molti esperti finanziari, il crollo delle banche americane potrebbe trasmettersi molto rapidamente all'Europa attraverso una reazione a catena e portare al caos totale. L'accademico francese Thierry de Montbrial, presidente esecutivo dell'Istituto francese di relazioni internazionali e fondatore della World Policy Conference, ha messo in guardia sui danni che le sanzioni contro la Russia stanno causando all'economia europea. Le economie più vitali dell'Unione Europea, Francia, Germania e Italia, avevano legami economici molto forti con al Russia prima dell'inizio della guerra in Ucraina, il che significa anche che la stabilità economica dell'intera UE dipendeva in gran parte dalle buone relazioni con Mosca, che ora sono seriamente e forse irreparabilmente danneggiate. De Montbrial sostiene che l'Europa rischia seriamente di impoverirsi, mentre  gli Stati Uniti potrebbero essere "il grande vincitore di questa guerra" in termini economici.

Sulla struttura monolitica dell'Eurofascismo, come entità poplitica essenziale della UE, è visibile una profonda crepa che lascia chiaramente intendere il suo imminente crollo.

Se non ci fosse stata la guerra in Ucraina, il carattere di quella mostruosità politica totalitaria e antidemocratica non sarebbe mai diventato così evidente alla grande maggioranza degli Europei. Ciò che serve oggi, non solo alla Francia, ma a tutta ll'Europa, è il meglio dell'autentico gollismo. De Gaulle, a differenza di Macron, che in questi giorni è minacciato dai manifestanti di fare la fine di Luigi XVI, è stato un giusto leader del suo popolo, un vero patriota, un grande euroscettico e un feroce sovranista che ha aderito al principio "fuori gli anglosassoni". Riuscì non solo a lottare per la completa indipendenza dagli Stati uniti, che oggi gli Europei possono solo sognare, ma anche ad opporsi risolutamente agli inglesi e a tutti gli altri che considerava lesivi degli interessi della Francia. Così, nel 1966, De Gaulle ritirò la Francia, che aveva precedentemente reso la terza potenza nucleare del mondo, dal comando congiunto della NATO, e non c'è dubbio che farebbe lo stesso oggi, dal momento che era intimamente solidale con la Russia e credeva che fosse parte della civiltà europea. E' chiaro che ci saranno sempre più proteste violente in tutta Europa e che una rivoluzione europea è all'orizzonte. Questa rivoluzione emergente ha due braccia forti, la destra e la sinistra, perché solo con due mani si può strangolare il mostro dell'Eurofascismo ed espellendo i fascisti anglosassoni dal Vecchio Continente si potrà salvare il mondo da un olocausto nucleare. E chissà, forse alla fine di questa rivoluzione Lord Ismay si rivolterà nella tomba perché i fascisti anglosassoni saranno fuori, i Russi entro i loro confini storici e i Francesi, i Tedeschi e le altre nazioni europee non dovranno più inginocchiarsi davanti a nessuno.

Traduzione a cura di Costantino Ceoldo.
seconda foto: Idee&Azione

7 aprile 2023