lunedì 3 dicembre 2018

La piroga di Pupoli - estratto da ABBONDANZA MIRACOLOSA


Un racconto di vita vissuta, una metafora, quella qui sotto citata... Il frutto di una vita passata a viaggiare intorno al mondo, "imparando dalla natura e dagli uomini", come scrive il nostro Charles nel suo bellissimo libro scritto a quattro mani con la sua compagna di vita Perrine. Un libro che consiglio a tutti di leggere, perché ci mostra come tutto è possibile, se solo lo vogliamo, soprattutto ci dice come la costruzione di un nuovo mondo dipenda solo da noi, dalla nostra iniziativa individuale, ancor prima che collettiva. Inutile e controproducente combattere contro qualcosa di estremamente più forte di ogni individualità singola o collettiva; occorre invece voltarsi da un'altra parte, dall'altra parte del fossato e immaginare e poi inventare e costruire il proprio sogno, che se è un sogno corrisponde a quello di tutti: un mondo di abbondanza, grazia e bellezza senza confini!
Loro due ce l'hanno fatta; possiamo farcela anche noi, se solo riusciamo ad immaginare il sogno! Un uomo e una donna della Normandia, lui un marinaio, lei una brillante avvocato, hanno creato un paradiso sulla terra dei loro avi, dando vita ad un'oasi di straordinaria bellezza e abbondanza di meravigliosi frutti. 
Siano per tutti noi un modello, una speranza, un buon auspicio.

Dinaweh


LA PIROGA DI PUPOLI


estratto da 
"ABBONDANZA MIRACOLOSA"

Antecume Pata è un piccolo villaggio di etnia wayana situato su un'isola del fiume Litany, sul confine tra la Guyana Francese e il Suriname. In questo punto il fiume è largo e percorso da rapide. I flutti tumultuosi si gettano spumeggiando all'assalto di scogli neri. Sulle sponde, la foresta amazzonica si estende a perdita d'occhio e gli unici spazi aperti sono quelli realizzati dagli Amerindi per costruire i loro recinti.
Antecume Pata è un luogo che ha assunto un certo significato nella mia vita. Vi sono ritornato più volte e ho visto crescere i bambini indios fino a diventare adulti. Ad ogni viaggio aumentava la confidenza e l'amicizia con i Wayana, popolo inizialmente timido e discreto, ma così affettuoso e pieno di umorismo quando ci si vive a stretto contatto.

Fratello scimmia
Pupoli era uno dei miei amici. Suo padre Yoiwer e io eravamo molto legati - Yoiwer mi aveva perfino dato un soprannome che era stato dato anche a lui. Eravamo soliti chiamarci a vicenda con il nome di yepe babune (amico scimmia!). Lo scambio di soprannomi è considerato dai Wayana un grande segno di amicizia - mi ci erano voluti dieci anni di viaggi nel cuore della Guyana perché nascesse una tale complicità.
Ricordo come se fosse ieri, un episodio, all'apparenza insignificante, che mi ha segnato. Pupoli, che era ancora un esile ragazzino di una decina d'anni, mi aveva invitato a fare una gara di pesca sulla sua piroga. Siamo partiti, entrambi vestiti con il kalimbe, una semplice banda di tessuto rosso vivo fatta passare tra le gambe. Ricavata in un unico pezzo del tronco di un albero, la piroga di Pupoli era grande pressoché come un giocattolo, del tutto instabile, con lo scafo a pelo dell'acqua. Avevo l'impressione che sarebbe bastato muovere appena il gomito per farla ribaltare. Fortunatamente, Pupoli era molto più a suo agio rispetto a me, pagaiando energicamente, con il suo piccolo arco in fondo alla piroga, la sua lenza e qualche verme per adescare i pesci. I giovani wayana conoscono l'infanzia più libera che si possa immaginare; apprendono il modo di vivere degli indios con utensili in tutto e per tutto simili a quelli degli adulti, se non per il fatto che sono costruiti a loro misura. La lor dimestichezza con la natura è stupefacente.
Stavamo risalendo il fiume Litany, penetrando questa foresta amazzonica che assomigliava a un lussureggiante giardino dell'Eden. Ben presto ci colse un possente fragore: ci stavamo avvicinando a un'impressionante cascata che sbarra il Litany per tutta la sua larghezza. Nonostante la forte corrente, il ragazzino risaliva, apparentemente senza alcuna fatica, il corso del fiume. mi chiedevo fino a dove il temerario Pupoli ci avrebbe portati. Il bambino si fermò solo a pochi metri dalla cascata. Lì ripose la sua pagaia sul fondo della piroga, gettò la lenza e iniziò a pescare. Tutto ciò sembrava facile...come un gioco da ragazzi! Ma grazie a quale miracolo il piccolo Wayana è riuscito a trionfare senza fatica sulla corrente impetuosa? Osservavao, affascinato. Pupoli aveva risalito il fiume semplicemente mantenendo la sua piroga nelle correnti contrarie generate dalle rapide, scivolando abilmente da una roccia all'altra. La gracile imbarcazione girava su se stessa in una piccola zona di riflusso, nel punto esatto, forse il solo su tutta la larghezza del fiume, dove una vena d'acqua si opponeva alla corrente principale. Se ce ne fossimo allontanati di pochi metri, saremmo stati trascinati dai flutti tumultuosi contro cui sarebbe stato vano lottare.
E i pesci abboccavano! Pupoli aveva già catturato un piranha con gli occhi rossi e la mascella feroce. Gli tagliò la testa con un colpo di machete prima di gettarlo in fondo alla piroga, per paura che il pesce ci mordesse le dita dei piedi.
Ero pieno di ammirazione per la disinvoltura e l'apparente facilità con cui il bambino si era preso gioco del fiume apparentemente indomabile. Occorreva una conoscenza profonda del proprio ambiente per raggiungere una tale eleganza! Mentre pescavo, meditavo sulla lezione che Pupoli inconsciamente mi aveva appena dato. Una corrente genera sempre delle correnti contrarie. E più è forte la corrente, più lo saranno le correnti contrarie. Un bambino riusciva a posizionarsi sulla vena favorevole, raggiungendo il suo scopo, anche se il rapporto di forza tra il fiume e le sue piccole braccia era totalmente sfavorevole.
Sentii un'immensa gioia nascere in me. Fino a quel momento avevo sempre percepito il nostro mondo come questo grande fiume: terribilmente possente. E mi sono spesso sentito come portato dalla corrente contro la mia volontà, incapace di resistere. La modernità ci trascina con sé senza chiederci il permesso e nessuno sa veramente dove stiamo andando. Eppure, questo mondo così possente genera delle contro correnti: se avessi imparato a individuarle, non avrei più dovuto combattere e impegnarmi in una lotta persa in partenza... Collocandomi nel posto giusto, sarei stato capace di tracciare il mio percorso seguendo il mio cuore e i miei sogni.

Charles e Perrine Hervé-Gruyer, Abbondanza miracolosa, Macroedizioni, Diegaro di Cesena, 2018.

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