mercoledì 19 dicembre 2018

LA LUCE ADAMANTINA - INSEGNAMENTI ESOTERICI PER LA NUOVA ERA (2) [La favola dell'elefante bianco]


LA LUCE ADAMANTINA

INSEGNAMENTI ESOTERICI 
PER LA NUOVA ERA

(2)




LA FAVOLA DELL'ELEFANTE BIANCO

OM. 
Racconta un'antica favola indù che tre uomini molto saggi si misero alla ricerca del "Sacro Elefante bianco", il quale non era per loro semplicemente un mito, bensì un vero esemplare vivente della più elevata Divinità, perché rappresentava la "Verità più gloriosa".
Erano tre insaziabili pellegrini, imbarcati nella più nobile esplorazione dei Misteri Universali. Tre anziani, venerabili, inquieti come bambini e con una mente capace di abbracciare l'inaspettato, il nuovo, il trascendente.
I tre avevano una peculiarità fisica comune: erano ciechi dalla nascita, ma per loro questo non costituiva un ostacolo che impedisse di portare a termine la sacra ricerca, poiché come è risaputo, sono gli occhi quelli che offuscano ed accecano molte volte la realtà. Perché per gli occhi fisici tutto è apparenza, ma non per il saggio che, sapendo questo, guarda con gli occhi dell'intuizione, con gli occhi dell'anima. Quando si guarda così, le apparenze svaniscono e l'essenza rimane nuda, nulla rimane nascosto agli occhi dell'Anima.
Dopo aver cercato per molte città, esausti arrivarono ad un umile villaggio doe un anziano, affabilmente, indicò loro il luogo dove, secondo quanto dicevano gli antichi saggi del villaggio, avrebbero trovato l'Elefante Bianco. Erano già, certamente, molto vicini e con decisione e fermezza e allegria si addentrarono all'interno della selva. Camminarono per tutta la mattina acuendo al massimo i loro altri sensi. Venne il pomeriggio ed i tre erano ormai esausti, ma continuavano a cercare con un entusiasmo degno dei veri ricercatori e - finalmente! - sentirono e perfino annusarono la presenza del Grande e "Sacro Elefante Bianco". Profondamente emozionati, i tre anziani corsero come un lampo al loro mistico incontro. Persino gli alberi, per pura compassione, facevano loro spazio vedendoli arrivare! Il momento, il magico incontro tanto anelato e invocato era giunto e la risposta all'invocazione divina era arrivata per la costanza e la perseveranza mantenuta per anni. Uno degli anziani si aggrappò fortemente alla proboscide dell'elefante cadendo immediatamente in profonda estasi, un altro si aggrappò con poderosa forza ad una delle zampe del pachiderma e il terzo si afferrò amorevolmente ad una delle sue grandi orecchie, poiché l'elefante sacro era placidamente sdraiato sul suolo del bosco.
Ognuno di essi sperimentò indubbiamente una molteplicità di emozioni, di esperienze, di sensazioni, tanto interne come esterne e quando si sentirono ricolmi della benedizione del Sacro Elefante, se ne andarono via, profondamente trasformati. Ritornarono al villaggio ed in una delle capanne, nell'intimità, i tre raccontarono e condivisero le proprie esperienze. Ma qualcosa di strano cominciò a succedere loro. Cominciarono ad alzare le loro voci arrivando ad un'aspra e inconciliabile discussione su cosa fosse la "Verità". Quello che aveva sperimentato la proboscide dell'elefante disse che la Verità era la rappresentazione del Sacro Elefante Bianco, lunga, rugosa e flessibile; il cieco anziano che aveva sperimentato la zampa dell'elefante disse: quella non è la verità; la "Verità" è dura, come un grosso tronco d'albero; il terzo anziano che aveva sperimentato l'orecchio del pachiderma, indignato per tante bestemmie disse: la "Verità" è sottile, ampia e si muove col vento. I tre, benché saggi e buone persone, non si compresero e, poiché non si intendevano, decisero di andarsene ognuno per la propria strada.
Viaggiarono per molti paesi, diffondendo ciascuno la "propria" verità. Crearono tre grandi religioni e fu rapida la loro espansione. Questo fu possibile perché avevano toccato la "Verità" e l'avevano predicata onestamente per tutto il mondo dal profondo del cuore. I tre ricercatori avevano trovato la Divinità, ma non avevano percepito la sua ampiezza, limitandosi a sperimentare una parte, non il Tutto. Pertanto, benché sinceri nella loro ricerca e nel loro servizio, si chiusero nella loro propria limitazione mentale.

Da questa curiosa e simbolica storia si possono estrarre innumerevoli conclusioni, tutte probabilmente valide. Un iniziato percepirà rapidamente che molti dei problemi attuali hanno a che vedere con l'interpretazione di questa favola, essendo la soluzione possibile aprendo naturalmente la nostra intelligenza e del nostro amore verso tutte le prospettive della vita umana e applicando le seguenti conclusioni pratiche:

- Come i tre anziani, molti individui cercano qualcosa: la felicità. il successo, la pienezza, l'amore, l'accettazione degli altri, l'amicizia, ecc. E, infine, pochi anticonformisti e perseveranti, la "Verità", il perché delle cose; della vita, dell'esistenza, ecc.
- Benché ci disturbi accettarlo, come i tre anziani, l'essere umano parte verso quella sacra ricerca con l'evidente e profonda cecità della sua propria ignoranza. I cinque sensi e l'intelletto non sono strumenti sufficienti per ricercare e scoprire la "Verità", la "Quintessenza" che sta dietro le apparenze, dietro tutto il creato, lo Spirito o cuore dell'innata divinità e i propositi soggiacenti...
- Ognuno degli anziani scoprì, senza ombra di dubbio, con tutta la propria buona fede, parte di quel Gran Mistero, di quella Divinità, questo non si discute nella favola. Tuttavia, voler abbracciare tutto l'oceano di saggezza per una mente umana è impossibile. Avere una profonda esperienza con la divinità non è inglobare tutto il suo contenuto. Tuttavia, sono molti quelli che tentano di monopolizzare la Verità, o Dio, per mezzo di una Filosofia e questo proprio non ha senso. Non può limitarsi ciò che è illimitato, non possiamo prendere Dio e rinchiuderlo in un libro e dopo dire che il libro è la "Suprema Parola di Dio Indiscutibile e Verace". Per questo motivo cominciano molte guerre e conflitti, per mancanza di inclusività e per ristrettezza mentale.

CHE COS'E' LA VERITÀ?

L'essere umano ha bisogno disperatamente di "sicurezza" e cerca di raggiungerla a tutti i costi; non solamente sicurezza materiale o di sussistenza, anche sicurezza interna, dei propri affetti ed emozioni, della propria esistenza ed identità.
Il problema di "che posto occupo nel sistema della vita", "che cosa la vita si aspetta da me" e "a cosa servo realmente" provocano dentro di noi molta inquietudine. E ciò è dovuto a questa incertezza permanente, che mai abbiamo risolto, per la quale ci sentiamo spinti a realizzare molte cose, a volte carenti di senso, come per esempio il "disinteressarsi di tutto" o al contrario il "lottare a morte contro tutti per un ideale". L'individuo che segue il primo principio si trasforma in un incompreso della società, in un "disadattato", mentre colui che segue il secondo principio può diventare un kamikaze suicida, un martire odiato da molti o un eroe venerato da altri. Naturalmente, stiamo parlando di estremi e gli estremi non sono mai buoni di per sé, tuttavia ci permettono di chiarire ed intuire la via di mezzo, l'equilibrio possibile e necessario per vivere con una certa sicurezza o stabilità, benché nella maggioranza dei casi non si tratti che di una stabilità apparente. 
Tutta la chiave dell'esistenza umana consiste nel conoscere la Verità. Ma dov'è questa Verità essenziale? La Verità ci darebbe la necessaria "sicurezza" per essere felici e completi. Ci prospetterebbe un futuro, ci faciliterebbe la comprensione del nostro passato, ci concederebbe allo stesso tempo di tirar fuori, nel presente, tutto il nostro potenziale e non permetterebbe che ci perdessimo nell'ignoranza smisurata dei nostri tempi.
La Scienza moderna ci propone un'interessante percezione del mondo che ci circonda e ci svela e dimostra inconfutabilmente una gran varietà di leggi e di fenomeni fisici e chimici. Certamente la scienza moderna avanza incessantemente e con sempre maggiore sicurezza, aprendoci la "Porta" verso la Verità e questo è positivo per l'uomo e quindi per la società complessivamente. Anche la religione svolge il suo sacro ruolo di cercare la Verità. Ma la ricerca della verità attraverso la religione è più soggettiva, più personale ed intrasferibile, le esperienze intime, mistiche e spirituali sono essenzialmente rivelatrici solo per l'individuo che le sperimenta. Possono essere certe o illusorie, divine o inconsce, ma sono lì. E per gli individui che così le vivono passano a fare parte del loro bagaglio esistenziale. 
Quindi, riassumendo quest due posizioni apparentemente antagoniste, potremmo affermare che la linea dello scienziato è puramente mentale e concreta, basando egli al sua percezione del mondo sui cinque sensi ed il suo lavoro di investigazione sarà sempre limitato dagli strumenti che utilizza, come è ovvio. Tuttavia dovremmo anche dire che neanche la posizione strettamente religiosa è completa, perché non esiste solamente Dio, ma anche la materia e tanto l'uno come l'altra necessitano di una corretta comprensione nella vita e nella percezione dell'uomo.

Dal punto di vista esoterico, Spirito e Materia sono Uno, poiché lo spirito è materia sublimata e la materia è spirito o divinità concretizzata. Benché formulato in una forma approssimativa, ciò contiene una realtà irrefutabile, poiché attualmente è stato dimostrato che Tutto è Energia, sia quella più densa che quella più sottile, quella più elevata e quella con maggiore densità; la verità è che tutto è energia e l'energia né muore, né si distrugge, né si perde, ma è sempre in costante movimento, in costante trasformazione, da uno stato ad un altro.
In una semplice ma rivelatrice simbiosi dovremmo collegare scienza e religione poiché esse sono due parti di una stessa ricerca e sorelle gemelle di uno stesso creatore. Le due discipline dovrebbero lavorare insieme e completarsi congiuntamente nel corso dell'investigazione essenziale. Esse, unite come il padre e la madre e sperimentate con intendimento ed amore, sicuramente darebbero come risultato creativo la nascita di un terzo fattore, il figlio, la Luce, che ci guiderebbe con sicurezza verso l'incontro sincero con la Verità, a cui in questo capitolo facciamo tanto spesso riferimento.
Ma come raggiungere la Verità, se la Verità non è né materiale, né mentale? Difficile dilemma per il ricercatore. Se la verità è che l'uomo è polvere ed in polvere si convertirà, tutto ciò che è stato precedentemente esposto non ha nessuna utilità. Ma se la verità è che l'uomo è "figlio di Dio" e pertanto spiritualmente immortale e divino, allora certamente importa quanto precedentemente esposto e il suo ampliamento, perché continueremo ad avanzare in comprensione.
Davanti ai Misteri della Vita e della Metafisica certamente il corretto atteggiamento da seguire è il ragionevole dubbio, ma allo stesso tempo è necessaria sufficiente umiltà mentale per ricevere ciò che è inaspettato, ciò che è nuovo, la Magia. Una mente analitica, uno spirito critico, un cuore intuitivo ed un'anima in costante attenzione ed aperta alla rivelazione ed ovviamente molto buon senso e assenza di estremismi, sono le condizioni necessaire e positive per percorrere il sentiero verso la "Verità".

L'approssimazione alla Verità è sempre progressiva. Possiamo raggiungere una determinata verità ma ci sarà sempre una "causa" superiore ad essa, ci sarà sempre una verità superiore che aspetta di essere scoperta. Rimaniamo pertanto "vigili" ed "aperti" ad una nuova e più ampia rivelazione. Le piccole verità sono necessarie per erigere verità più grandi. Le verità a metà sono anche verità; tutto dipende, naturalmente, dal punto di comprensione raggiunto. L'interesse per la scienza è uno dei primi impulsi che sente l'uomo intelligente per decifrare il Mistero o la Causa delle cose.
Qui di seguito esporremo in forma di storia simbolica il senso del progressivo avvicinamento a diversi stadi di "verità":

"Al principio, per l'uomo che incominciava a sentire l'interesse per la scienza ma era privo degli strumenti necessari, per esempio, ad investigare una pietra, la pietra era ai suoi occhi nient'altro che una semplice pietra, qualcosa di più o meno grande, rugosa e con qualche tonalità cromatica. Tuttavia, non contento di questo studio e a causa della sua tensione scientifica egli perfezionò strumenti che gli permettessero di vedere un po' oltre lo stato puramente solido, qualcosa che lo avvicinasse un po' più a quella parte occulta, "esoterica", che ancora non percepiva. Con tempo e sforzo perfezionò una lente. Quella lente gli aprì le porte di un'altra realtà, di una dimensione fino ad allora sconosciuta e si rese conto che quella semplice pietra non era oramai tanto semplice, poiché era composta di differenti sostanze chimiche. Ma, non soddisfatto da quel nuovo studio, continuò ad investigare e perfezionò quella lente penetrando un po' più in quella nuova dimensione fino ad allora nascosta alla sua percezione e scoprì che quelle sostanze chimiche erano a loro volta composte da particelle ancora più piccole chiamate atomi, coi loro rispettivi neutroni, protoni ed elettroni che si muovevano ad una velocità straordinaria. PERBACCO! disse, altro che semplice pietra! E continuò ad investigare.
Un giorno arrivò un signore chiamato A. Einstein che affermò: "Tutto è energia", la materia è energia condensata e l'energia pura è una sostanza materiale molto sottile non visibile ai nostri sensi di percezione ordinari. Poté provarlo ed ora abbiamo la famosa formula: E=mc2.
Questa conoscenza che tutto è energia era ciò che da tempo dicevano tutti i Grandi Maestri e saggi dell'Antichità. Lo scienziato continua oggi ad investigare e quello che ancora non ha scoperto continua ad essere "esoterico" per lui fino a che, in un futuro non lontano, scoprirà la Vita, lo Spirito e la Ragione di Essere di quell'apparente semplice "Pietra".
Per lo studente esoterico, un passo oltre la scienza ordinaria, la "pietra" verrebbe ad essere un "Pensiero Divino" mantenuto nella "Mente" del Creatore. Poiché capiamo che Egli esiste dietro tutta la Creazione, nel fondo dell'esistenza stessa; solo che Egli è in realtà noi stessi e tutta la diversità manifesta poiché nell'Uno si fonde tutto.
E poiché l'energia è tutto, così pure il vasaio modella il fango e crea un'infinità fi figure e forme; ma tutto è "illusione" poiché tutte le forme e figure non sono altro che fango, energia in essenza, elemento "uno" ed universale che è sostanza di ogni elemento.
Ciò che cambia è il pensiero creativo, la volontà di modellare il fango, l'energia della vita. E questa "Grande Volontà" la chiamiamo in differenti maniere, secondo la nostra cultura e tradizione: Padre, Creatore, Dio, Divinità, Uno, Logos, ecc.
Tuttavia esistono due classi di "verità", quella umana e quella essenziale, divina. C'è la verità relativa riguardo a quello che l'essere umano ha inventato e classificato e la verità tale e quale è, in ultima essenza, alla radice delle cose, oltre qualunque cavillo intellettuale o speculazione razionale. Le verità umane sono sempre transitorie, quello che oggi crediamo quadrato, domani potrebbe essere rotondo, come è accaduto, per esempio, per la teoria che anticamente affermava che la Terra era piana o rotonda, o per la teoria per cui nell'antichità si pensava che era lo spirito che facesse vivere l'uomo e che le vene, le arterie e gli altri organi non avessero niente a che vedere con la vita. Molta gente morì per tale concezione.
E così è accaduto per un'infinità di falsi concetti, errori comprensibili per ogni essere che sta evolvendo. Ma in ugual maniera che nel passato, quello che oggi scopriamo senza dubbio è migliore e più vero di ciò che credevamo vero ieri, ma anche questo in un futuro prossimo sarà obsoleto e caduco e ci sembrerà primitivo. Pertanto l'essere umano vive in costante cambiamento e in verità relative. Ma dobbiamo comprendere che questo non è male, bensì naturale. Il problema viene quando alcuni credono di aver raggiunto già lo zenit, il massimo, l'ultima verità, e su ciò edificano il loro Tempio. In quel momento le loro menti si chiudono, si cristallizzano, poiché secondo loro non c'è niente più da scoprire e fanno di un granello di sabbia una montagna. Non hanno imparato la lezione del passato, del tempo e della relatività di tutte le cose materiali.
Ma per un buon studioso, sia di scienza che di metafisica, l'umiltà di imparare è la chiave  e la comprensione intuitiva di maggiori spazi di "verità" deve essere l'acqua tonica dei suoi sforzi nell'interminabile ricerca mossa da quell'inquietudine innata in ogni essere intelligente che aspira a maggior sicurezza per vivere liberamente e con totale creatività ed amore.
Quali sono le Verità Essenziali? Impossibile parlarne o scriverne, poiché non appartengono al regno delle parole, né dei segni ortografici e neanche appartengono al mondo delle forme o dei simboli. Non appartengono allo spazio mentale, né intellettuale e neanche alle supposizioni o alle statistiche. Niente hanno a che vedere con i libri o cl suono, con i cinque sensi o con una dottrina.
La "Verità" in nessun modo è un'esperienza diretta, trasferibile e comunicabile; è un'implosione rivelatrice, una percezione spontanea ed istantanea senza intermediari, un'espansione dell'Essere interno, impossibile da descrivere. Ed anche così neanche possiamo immaginare o intuire quello che è. Tutto quello che pensiamo al riguardo sarà una barriera che ostacolerà la sperimentazione. A questo riguardo le parole del venerabile Buddha sono per noi illuminatrici:
"Non dobbiamo credere nelle cose dette, semplicemente perché furono dette; né nelle tradizioni, solo perché sono state trasmesse dall'antichità; né nelle dicerie; né negli scritti dei saggi, perché provengono da loro; né nelle fantasie che si suppone siano state inspirate da un DEVA (angelo) cioè da una supposta ispirazione spirituale; né nelle deduzioni basate su alcuna supposizione casuale; né in quello che sembra essere una logica di analogia; né nella mera autorità dei nostri istruttori o maestri; ma dobbiamo Credere quando quello scritto, la dottrina o ciò che è detto sia corroborato dalla nostra ragione e Coscienza. Per questo motivo, insegna a non credere a quello che gli individui sentono dire, ma quando infine credano coscientemente, agiscano in accordo e pienamente".
Contemporaneamente si deve comprendere che la Conoscenza Esoterica non appartiene ad alcuna scuola o gruppo, né ad alcuna corrente religiosa o spirituale.
La "Verità" è il Gioiello Sacro che appartiene per diritto proprio a tutta l'umanità e questa si trova nello spirito e dentro ogni Essere; la Verità si trova ovunque, è assolutamente libera, poiché di per se stessa la Verità Libera; pertanto nessuno dovrebbe cercare di "monopolizzarla" come fino ad ora, deplorevolmente si è voluto fare.


Non c'è Religione, filosofia o scienza
più elevata della Verità,
e Questa non è proprietà di nessuno,
eccetto che dello Spirito Libero
ed includente che si trova nell'Interno
di Tutti ed Ognuno degli Esseri
dell'Universo.

Quando Pilato domandò al Maestro Gesù: qual è quella Verità della quale parli? La sua risposta fu il silenzio. Non disse niente! Il silenzio fu la risposta adeguata.
Una volta due monaci buddisti stavano discutendo, appassionatamente nel giardino, sulla verità, se era questo o quello. Nelle vicinanze si trovava il venerabile Buddha che, mentre passeggiava beatamente, fu improvvisamente abbordato da quei due giovani monaci che gli domandarono esaltati: Maestro qual è la Verità? Il venerabile Buddha senza fare nessun gesto ed in profondo silenzio proseguì la sua strada. Non rispose niente, o, chissà, sì! Ed il silenzio fu nuovamente la risposta più giusta.
Gesù disse: "Conoscete la Verità ed essa vi farà liberi."
Perché la Verità libera veramente ed è un alimento che dà Immortalità perché non solamente di pane vive l'uomo, bensì di ogni parola venuta da Dio. Ma non sono i sensi, né l'intelletto quelli che alimentano di stimoli e conoscenze, siano già queste certe o erronee, pratiche o superficiali.

Osserviamo nella vita individui che sanno molto, che hanno lauree e sono eloquenti e loquaci nel sapere umano, persone che hanno un livello di intelligenza molto alto, ma che non sono tuttavia "liberi" in realtà. Hanno gli stessi problemi di chiunque e soffrono per le stesse cause degli altri. Quindi non è la "verità" del mondo quella a cui si riferiva il Maestro Gesù e che ci fa liberi. E' un altro alimento, e ciò che nutre non è l'intelletto umano ma l'anima che, quanto più mangia più cresce e quanto più cresce più divinamente si manifesta attraverso l'uomo. Forse il migliore esempio per illustrare questo speciale alimento potrebbe essere l'allattamento di un bebè: messo al petto di sua madre vedremo la magia della verità. In quei momenti, tutto il suo corpo, tutti i suoi sensi, tutto il suo Essere si trasforma, per ricevere direttamente e senza titubanze la totale esperienza, assimilando l'alimento nella sua forma più pura e cosciente; o per caso pensiamo che il bebè stia pensando ad altre cose? Così si sperimenta la verità!

Coloro che pensano che la Verità si trovi nella loro "Bibbia", nei loro Testi Sacri, credono che nei loro libri siano contenute "Le Parole di Dio", e solo nei loro libri, non in quelli degli altri, naturalmente. Vogliono avere l'esclusività dell'Ineffabile, dell'Assoluto, ma in verità essi sono vittime dei loro stessi dogmatismi e difficilmente potranno mai sperimentare la Verità. Perché non è la Parola di Dio, la voce che esce da quei testi, certamente la Sua voce non è la stessa cosa di una pagina scritta... Certamente esiste molta saggezza nei testi sacri di tutte le religioni del mondo, ma è anche certo che tutto è interpretabile e pertanto facile da confondere nella sua interpretazione. L'esperienza diretta di questa realtà divina, quando è vissuta pienamente, non è interpretabile, perché la Verità, tanto chiara e nitida da superare ogni immaginazione, è difficilmente così riproducibile da poter essere comunicata ad altri.

Per questa ragione, tanto il Maestro Gesù come suo fratello il Maestro Buddha risposero allo stesso modo con "il silenzio". Indubbiamente sperimentarono la Verità, come molti altri Iniziati, Maestri, Illuminati, Mistici e discepoli di tutte le epoche e di tutte le provenienze, ma come esprimerla in forma tale che altri potessero percepirla? Impossibile con le parole! Per questa ragione il Silenzio è il migliore Maestro per sperimentare direttamente il Mistero della Vita in tutti i piani e dimensioni possibili. Perché il Silenzio si alza al di sopra dei rumori e mormorii del piano fisico e ci permette di percepire il sottile, l'etereo, la Voce dell'anima, che vive nella realtà.

Come spiegheremmo l'odore di una rosa a qualcuno che non l'ha mai provato? Potremo fornirgli molte perifrasi, molte spiegazioni ed esempi, ma in nessun modo potremo trasferirgli l'esperienza fino a che egli stesso non sperimenti direttamente. Così dobbiamo procedere noi e non credere a tutto quello che leggiamo o ascoltiamo, per quanto logico o spiritualmente giusto ci sembri; dobbiamo mantenere sempre un criterio responsabile, costruttivamente critico e sano davanti a qualsiasi nuova conoscenza.

Non si tratta di respingere tutto o accettare tutto, bensì di investigare e sperimentare, di tener presente ogni conoscenza come una possibilità, di tenerla in conto, caso mai. E solamente quando questa conoscenza sia stata sperimentata pienamente dalla nostra coscienza e sia stato assimilato tutto il suo potenziale, solo allora potremo dire, con totale sicurezza, se essa corrisponde alla verità.
Oggigiorno è così frequente e diffusa la manipolazione dell'informazione nei riguardi di persone che generalmente per pura inerzia respingono qualunque esposizione metafisica, pur senza investigare, né studiare neanche un solo minuto della loro vita, e che poi opinano e conversano come se fossero realmente dotte della materia. O al contrario, vi sono persone completamente credule, già di per sé facilmente suggestionabili e manipolabili; esse credono a tutto ciò che viene loro detto, ma non fanno niente per verificare l'autenticità dell'informazione.

Un saggio disse: "Chi ride di quello che non conosce va nella direzione giusta per trasformarsi in un idiota". Noi aggiungeremo che anche "Chi crede a tutto ciò che ascolta, va nello stesso cammino verso la stupidità." Sono le due facce della stessa moneta, ma nessuna delle due condotte è la più idonea per trasformare gli individui in "cercatori" della Verità. Bisogna cercare il punto di mezzo, il giusto equilibrio, con una buona dose di coerenza e profondo buonsenso, che sono le chiavi giuste per avanzare con sicurezza e agilmente nel sentiero che conduce alla Saggezza.
Socrate, uno dei più grandi filosofi, arrivò a dire: so solo che non so "niente", meraviglioso assioma che indubbiamente rivela una grande saggezza. Il saggio che riconosce la sua limitazione già non è tanto limitato, perché ha preparato una buona dose di umiltà per edificare con sicurezza il suo tempio di coscienza risvegliata. "Solo chi crede di sapere è morto in saggezza".

C'è un aforisma esoterico, o assioma spirituale, che devono avere molto presente gli Iniziati ai Misteri, che dice: "Volere, Sapere, Osare e Tacere".
Generalmente il Saggio parla poco, ma dice molto, non perde le energie in discussioni banali, ma rimane in silenzio. Benché quel "silenzio" molte volte non vuol dire tacere, bensì rimanere in calma interiore mentre si parla, perché è tanto errato parlare quando bisogna tacere, come tacere quando è necessario parlare.

Nella favola dell'"Elefante Bianco" c'è molta saggezza da scoprire, molto da riflettere ed investigare. Certamente non c'è niente di più ammirevole in questo mondo che ricercare la "Verità", benché la Divina Verità non la si possiede, ma è Essa che, a suo tempo, e nella dovuta maturità, che possiede l'uomo...





Nessun commento: