giovedì 24 dicembre 2020

MOSTRI IN VATICANO - L'ANTI-CRISTO E L'ANTI-NATIVITA'

 

                 MOSTRI IN VATICANO 


L'ANTI-CRISTO E L'ANTI-NATIVITA' 



E allora!? Contenti o no di questo magnifico Natale?


Dopo la statua del grande Moloch cornuto e troneggiante davanti al Colosseo, non poteva mancare l'ultimo scempio da esibire sotto il cielo della città eterna; questa volta in piazza San Pietro, dentro la Città del Vaticano! Una scena inquietante che vorrebbe prendere lo spunto dal tradizionale presepe di francescana memoria.
Tuttavia, vien da pensare che se San Francesco non fosse già "assiso" vicino al Cristo nel più alto dei cieli, si rivolterebbe nella tomba e tornerebbe a far tremare la terra della sua Assisi, questa volta per radere definitivamente al suolo la grande basilica!
Ma, in fondo, viene anche da pensare che questo "anti" papa che così impunemente ha voluto appellarsi con lo stesso nome del Grande Assisiate, non poteva che avvallare in tutta la sua orripilante bruttezza l' "anti" natività del suo "anti" Cristo, con l'effetto di spaventare tutti i bambini che disgraziatamente si avvicineranno a quell'oscena manifestazione decisamente "anti" estetica, ma soprattutto "anti" umana. Del resto, in combutta con i suoi amici globalisti, fautori con lui del Nuovo Ordine Mondiale che si illudono di governare ancora a lungo questo mondo ridotto ormai ad una fornace ardente, una specie di inferno a cielo aperto, abitato per la maggioranza da automi senza anima e coscienza, vinti solo dalla paura della morte e - per questo - disposti a tutto, persino a vendere l'anima al diavolo, pur di continuare a respirare dietro museruole intrise del loro stesso scarto, quale più coerente e fedele rappresentazione di questo "anti" presepe in Vaticano?
Perché dunque stupirsi se "la Madre" campeggia in quella scena a mo' di totem cilindrico, più somigliante a un orpello messo lì per celebrare riti sanguinari e pagani, ancestrale nelle sue fattezze, simbolo esso stesso di un'umanità regredita ai suoi albori, confusa nell'anima, ignorante, vittima e complice dei suoi stessi carcerieri!?
Perché stupirci se nessun afflato di umanità, alcun abbraccio si protende da quella triste scena che della natività del Messia rappresentare dovrebbe soprattutto la relazione tra le anime, la ritrovata fraterna compassione, l'interconnessione tra uomini, dai più semplici pastori agli augusti Magi, fino alle pecore e agli animali tutti, che tanto avevano ispirato amore e infinita tenerezza nel Poverello di Assisi quando a Greccio, per la prima volta, aveva avuto in animo di rappresentare il momento più salvifico e importante della storia dell'uomo: la nascita di Gesù che avrebbe indicato agli uomini la via per entrare nel Regno dei cieli, che è dentro di loro!?
E che dire di caschi e scafandri che imprigionano e isolano nei loro cilindri amorfi e solipsistici tutti i personaggi di quella lugubre e grottesca sceneggiata, indistintamente, impedendo loro di muovere e alzare persino le braccia!? E quali parole aggiungere su quel triste "assembramento" attorno a quella nascita in onore di un bambino già cresciuto, non più in fasce, non più riscaldato dal fiato dei due umili animali, l'asino e il bue, che invece se ne stanno in disparte, a distanza di sicurezza, non sia mai che il loro fiato possa diventare veicolo di malattie su uno sfondo non più simile ad una grotta con grezza pavimentazione naturale, magari ricoperta di paglia ma piuttosto, il pavimento asettico e lucido di un ospedale appena inaugurato!? 
E poi, che fastidio e che inquietudine vedere quella specie di demonio dietro la figura del re Magio, di uno dei re Magi o di chissà chi..., anche quello tutto scafandrato e con il teschio sull'elmo o sul casco (che sia un agente di pubblica sicurezza, messo lì per controllare che siano mantenute le distanze?), dotato di scudo e forse anche di manganello da tirar fuori all'occasione di sotto al mantello... Del resto, la divisa è blu e il richiamo alle forze dell'ordine è d'uopo!
Un ultimo macabro pensiero mi coglie, a proposito di questo strano Natale: se il fulmine che colpì la cupola di San Pietro, dopo le dimissioni del vero papa, segnasse solo l'inizio delle sciagure cui assisteremo ancora attoniti, prima della fine di quest'era travagliata? E se davvero vivessimo i tempi dell'Apocalisse descritti dall'apostolo Giovanni nelle sue profetiche visioni? 
Credo proprio che il tempo del Raccolto sia giunto: da una parte il grano, dall'altra la gramigna; "tertium non datur"!
A noi scegliere come posizionarci sullo scacchiere della vita in quest'ultimo quarto di tempo dell'era cristiana prima del Suo Ritorno che questa volta avverrà in Potenza e Gloria. 


Dinaweh


  

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