INSEGNAMENTI ESOTERICI PER LA NUOVA ERA
CAPITOLO XI
[seconda parte]
GLI OTTO PASSI DELLA MEDITAZIONE
Le 8 tappe della meditazione sono relazionate con gli 8 metodi dello yoga, o "unione". Si può osservare che queste tappe o passi sono apparentemente semplici, ma bisogna tenere conto del fatto che esse non si riferiscono a qualcosa che deve realizzarsi in un piano o in un determinato corpo bensì all'attività e alla pratica che avverrà simultaneamente nei tre corpi.
Gli 8 passi dello Yoga sono:
1. I COMANDAMENTI precedentemente interiorizzati e applicati;
2. LE REGOLE precedentemente interiorizzate e applicate;
3. LA POSIZIONE O "ASANA";
4. CORRETTO CONTROLLO della FORZA VITALE o "PRANAYAMA";
5. ASTRAZIONE o "PRATYAHARA";
6. CONCENTRAZIONE o "DHARANA" (attenzione);
7. MEDITAZIONE o "DHYANA";
8. CONTEMPLAZIONE o "SAMADHI".
Il primo e secondo passo: I COMANDAMENTI E LE REGOLE.
Il primo e secondo passo della meditazione sono stati già sufficientemente sviluppati in un capitolo precedente.
Il terzo passo: LA POSIZIONE o "ASANA"
"La posizione adottata deve essere stabile e comoda".
Questo aforisma ha condotto gli studenti occidentali a grandi difficoltà perché viene interpretato soltanto in senso fisico. E' vero che l'aforisma si riferisce al corpo fisico, ma se lo consideriamo in relazione alla triplice natura inferiore, si può dire che si riferisce alla posizione di costante immobilità del corpo fisico durante la meditazione; alla condizione ferma e stabile del corpo astrale o emozionale; alla condizione di una mente inalterabile e senza fluttuazioni, completamente controllata nell'esistenza mondana. Di queste tre, si potrebbe dire che la posizione fisica è quella che ha minore importanza.
La migliore situazione è quella in cui l'aspirante può dimenticare con maggiore possedere un corpo fisico. Parlando in generale, si può convenire che una posizione eretta su una sedia confortevole, mantenendo dritta la colonna, i piedi incrociati in forma naturale, le mani unite sul grembo, gli occhi chiusi e la testa leggermente inclinata, è la migliore posizione per l'aspirante occidentale.
"La stabilità e la comodità della posizione si devono raggiungere mediante un leggero e persistente sforzo e la concentrazione della mente nell'infinito".
Il quarto passo: CORRETTO CONTROLLO DELLA FORZA VITALE o "PRANAYAMA"
"Adottata la corretta posizione (asana), ne consegue il corretto controllo del prana e l'adeguata inalazione ed esalazione del respiro".
Abbiamo qui un altro aforisma che ha dato luogo a molti malintesi e ha causato gran danno. Sono diffusi vari insegnamenti sul controllo del prana e questo ha indotto molti a praticare esercizi respiratori e pratiche il cui successo dipende dalla sospensione del processo della respirazione. Questo si deve in gran parte al fatto che la mente occidentale considera che pran e respiro sono sinonimi; ma non è per nulla così.
Quando si studia il pranayama si devono tenere in conto certe cose. In primo luogo che una delle funzioni principali del corpo eterico è quella di agire come stimolatore e vitalizzatore del corpo fisico denso. Sembrerebbe che il corpo fisico denso non abbia una vita indipendente, ma semplicemente agisca diretto e mosso dal corpo eterico che costituisce il corpo vitale o di forza e interpenetra ogni parte del veicolo denso, essendo il fondamento e la vera sostanza del corpo fisico. A seconda di com'è la natura che anima il corpo eterico, dell'attività della forza del corpo eterico, del dinamismo o della fiacchezza delle parti più importanti del corpo eterico (i centri della colonna vertebrale) così sarà la corrispondente attività del corpo fisico.
In forma analoga e simbolica, così come è la capacità dell'apparato respiratorio e quindi la sua capacità di ossigenare e purificare il sangue, così sarà la salute o vitalità del corpo fisico denso.
Inoltre, si deve tener conto che la chiave per l'esatta risposta dell'inferiore al superiore risiede nel ritmo e nella capacità del corpo fisico di rispondere o vibrare, in forma ritmica, all'unisono col corpo eterico. Lo studente ha scoperto che questo si ottiene facilmente con la respirazione ritmica e costante e che la maggioranza degli esercizi di respirazione, quando sia data loro attenzione primaria - dopo i tre passi dello yoga di cui si è già parlato (i Comandamenti, le Regole e la Posizione) - hanno un effetto definito sui centri eterici e potrebbero produrre anche risultati deleteri.
E' sommamente necessario che gli studenti pratichino i metodi dello yoga nell'ordine dato da Pantanjali e che cerchino di completare il processo purificatore, la disciplina della vita interna ed esterna e la concentrazione della mente in una sola direzione, prima di tentare la regolazione del veicolo eterico ed il risveglio dei centri per mezzo cella respirazione.
Il quinto passo: ASTRAZIONE o "PRATYAHRA"
"Astrazione o pratyahara è il soggiogamento dei sensi da parte del principio pensante e la sua astrazione da quello che fino ad allora è stato il suo obiettivo".
Questo aforisma riassume il lavoro realizzato per raggiungere il controllo della natura psichica e prospetta il risultato raggiunto quando il pensatore, per mezzo della mente (il principio pensante), domina i sensi in modo tale che questi non hanno più espressione indipendente propria.
Prima che possano intraprendersi adeguatamente l'intenzione, la meditazione e la contemplazione, i tre ultimi passi dello yoga, non solo si deve aver conseguito una corretta condotta esterna - avendo raggiunto purezza interiore, avendo coltivato il corretto atteggiamento verso tutte le cose e, di conseguenza, avendo controllato le correnti di vita - ma si deve aver ottenuto anche la capacità di soggiogare le tendenze esteriori dei cinque sensi.
Allora all'aspirante è insegnato il corretto ritiro o astrazione della coscienza, diretta al mondo dei fenomeni; egli deve imparare a centrarla nella grande stazione centrale della testa, da dove l'energia può essere distribuita coscientemente quando assolve al grande compito; da lì può stabilire il contatto col regno dell'anima e ricevere messaggi ed impressioni derivanti da quel regno.
Questa è una tappa definita di realizzazione e non semplicemente una forma simbolica per esprimere un interesse centrale. I diversi canali di percezione sensoria sono portati ad una condizione più esternamente attraverso i suoi cinque mezzi di contatto.
I cinque sensi sono allora dominati dal sesto, la mente e tutta la coscienza e la facoltà percettiva dell'aspirante si sintetizzano nella testa e si dirigono verso il dentro e il sopra.
Così la natura psichica rimane sottomessa ed il piano mentale si trasforma nel campo di attività dell'uomo.
Il sesto passo: CONCENTRAZIONE o "DHARANA" (attenzione)
"La concentrazione consiste nel fissare la sostanza mentale (chitta) su un oggetto determinato., Questo è dharana".
Siamo arrivati agli aforismi dello Yoga che trattano specificamente del controllo della mente e dell'effetto di quel controllo. Il primo passo per questo sviluppo è la concentrazione o capacità di mantenere la mente ferma e senza deviazioni sul contenuto che l'aspirante ha scelto. Questo primo passo è la tappa più difficile del processo della meditazione ed implica la capacità costante ed instancabile di far tornare la mente all'"oggetto" scelto dall'aspirante per concentrarsi.
Questa percezione chiara, definita e serena di un oggetto, senza che un altro oggetto o pensiero penetri nella coscienza, è molto difficile da ottenere. Quando si riesce a mantenere per dodici secondi, allora si sta raggiungendo la vera concentrazione.
Il settimo passo: MEDITAZIONE o "DHYANA"
"La concentrazione sostenuta è meditazione (dharana)"
La meditazione è solo il prolungamento della concentrazione; deriva dalla facilità con cui l'aspirante "fissa la mente" a volontà su di un oggetto determinato.
E' soggetta alle stesse regole e condizioni della concentrazione, l'unica differenza è il fattore tempo. Una colta acquisita la capacità di mettere a fuoco la mente su di un oggetto con fermezza, il passo successivo consiste nello sviluppare il potere di mantenere stabile la sostanza mentale, o chitta, senza deviare dall'oggetto o pensiero per un periodo prolungato.
[...] L'atteggiamento dell'uomo si trasforma in attenzione pura e fissa; il suo corpo fisico, le sue emozioni, ciò che lo circonda, i suoni e ciò che vede si perdono di vista ed il cervello è cosciente solo dell'oggetto che costituisce il tema o seme della meditazione e dei pensieri che la mente continua a formulare in relazione con l'oggetto.
L'ottavo passo: CONTEMPLAZIONE o "SAMADHI"
E' difficile descrivere e spiegare l'elevato stato di SAMADHI o Contemplazione, perché le parole e le frasi sono solo sforzi della mente per trasmettere al cervello dell'io personale quello che gli permetterà di captare e valutare il processo.
Nella contemplazione l'asceta perde di vista:
1.La coscienza cerebrale o quello che si intende nel piano fisico come tempo e spazio;
2. Le sue reazioni emozionali verso il contenuto del suo processo di meditazione;
3. Le sue attività mentali, così che tutte le "modificazioni" del processo pensante e le reazioni emozionali del suo veicolo desiderio-mente, karma-manas, rimangono sottomesse e l'asceta ne è incosciente. Tuttavia, egli è intensamente vivo ed all'erta, positivo e sveglio, perché controlla fermamente il cervello e la mente e li utilizza senza che essi interferiscano in alcun modo.
Questo significa, letteralmente, che la vita indipendente di queste forme, per mezzo delle quali agisce il vero io, è paralizzata, calma e sottomessa e l'uomo reale o spirituale, sveglio nel suo proprio piano, può agire utilizzando pienamente il cervello, la mente dell'io inferiore, il suo veicolo o strumento.
Pertanto, egli è centrato in se stesso o nell'aspetto anima. Ha perso ogni senso di separatività o percezione dell'io personale inferiore e si è identificato con l'anima di quella forma, oggetto della sua meditazione. Senza ostruzioni della sostanza mentale né della natura dei desideri, "entra" in quello stato le cui quattro più elevate caratteristiche sono:
1. Assorbimento nella coscienza dell'anima e pertanto, nella percezione dell'anima di tutte le cose. Non si vede più la forma ed appare la visione della realtà nascosta dalle forme;
2. Liberazione dai tre mondi della percezione sensoria. Si conosce e si contatta unicamente ciò che si è liberato dalla forma, dal desiderio e dalla sostanza mentale concreta inferiore;
3. Comprensione dell'unità di tutte le anime subumane, umane e super-umane. Il termine "coscienza gruppale" esprime più o meno l'idea, così come l'espressione "coscienza separata", o comprensione della propria identità individuale, caratterizza la coscienza nei tre mondi.
4. Illuminazione o percezione dell'aspetto luce della manifestazione. Attraverso la meditazione l'asceta si conosce come luce, un puinto di "essenza di fuoco". A seconda della facilità con cui medita, può mettere a fuoco la luce dell'oggetto scelto e porsi "in armonia" con la luce che l'oggetto occulta. Allora egli comprende che quella luce è, in essenza, una col suo proprio centro di luce e così sono possibili la comprensione, la comunicazione e l'identificazione.
La meta della meditazione è raggiungere la capacità di mettersi in contatto col divino io interiore e, per mezzo di questo contatto, arrivare alla comprensione dell'unità di quell'io con tutti gli "io" e con l'omni-io, non solo teoricamente, bensì come una realtà insita nella natura. Questo si verifica quando si comprende lo stato chiamato samadhi, nel quale la coscienza del pensatore si sposta dalla coscienza del cervello inferiore a quella dell'uomo spirituale o anima, nel suo proprio piano. Quindi viene la tappa in cui l'uomo spirituale trasmette al cervello, attraverso la mediazione della mente, quello che ha visualizzato, visto, fatto contattato e conosciuto; in questa maniera la conoscenza viene a far parte del contenuto del cervello e rimane disponibile per l'utilizzazione nel piano fisico.
"Quando concentrazione, meditazione e contemplazione costituiscono un'unica azione, si raggiunge "SANYAMA".
Questa è la meditazione perfettamente concentrata e la capacità di meditare in tal modo è denominata in questo aforisma "sanyama". Sviluppare il potere di meditare è l'obiettivo del sistema del raja-yoga.
Per mezzo di questa forma di yoga l'asceta impara a differenziare tra l'oggetto e quello che l'oggetto occulta. Impara a passare attraverso tutti i veli e a mettersi in contatto con la realtà che esiste dietro di essi. Raggiunge la conoscenza concreta della dualità.
Questa è un'idea molto difficile da esprimere perché le lingue occidentali non hanno l'equivalente della parola sanscrita "sanyama". Essa sintetizza le tre tappe del processo di meditazione e solo chi ha imparato a dominare le tre tappe del controllo mentale può raggiungere questo stato. Attraverso questo dominio, l'asceta ottiene i seguenti risultati:
1. Si è liberato dei tre mondi: quello della mente, quello dell'emozione e quello del piano fisico. Ormai non gli interessano. Non si concentra su questi e non ne è assorbito.
2. Può mettere a fuoco a volontà la sua attenzione e, se lo desidera, mantenere la sua mente ferma, indefinitamente, mentre agisce intensamente nel mondo mentale.
3. Può polarizzarsi o centrarsi nella coscienza dell'ego, anima o uomo spirituale e conoscersi come qualcosa a parte dalla mente, dalle emozioni, dai desideri, dai sentimenti e dalla forma che costituiscono l'uomo inferiore.
4. Impara a riconoscere che l'uomo inferiore, l'insieme di stati mentali, di emozioni e di atomi fisici, è semplicemente il suo strumento per comunicare coi tre piani inferiori.
5. Acquisisce la facoltà di contemplazione, quell'atteggiamento di vera identificazione col regno dell'anima che può essere considerato analogo a quello per cui l'uomo utilizza i suoi occhi per vedere nel piano fisico.
6. Può trasmettere al cervello che vede, per mezzo della mente controllata e così impartire la conoscenza del Sé e del suo Regno all'uomo nel piano fisico.
Esiste una coscienza più elevata di questa, ed è la conoscenza non ancora raggiunta, descritta dalla parola unità. Questa tappa è molto elevata, produce nell'uomo fisico sorprendenti effetti e l'introduce in diversi tipi di fenomeni.
EFFETTI CONCRETI E GLOBALI DELLA MEDITAZIONE
Alcuni delle seguenti considerazioni sono state estratte dagli scritti di H. Saraydarian
- Attraverso la meditazione, la mente e la sua controparte fisica, il cervello, sono messi sotto il controllo dell'uomo interiore. Così la meditazione crea armonia e comunicazione nei tre veicoli dell'uomo, che agiscono come una sola unità, sotto il comando dell'ispirazione interiore.
- La meditazione rivela la sintesi che giace dietro l'apparente incoerenza della forma. Una volta che si rivela questo, l'uomo si trasforma in un risanatore in tutti i livelli della personalità. Irradia energia curativa, amore, saggezza e vita. Questa sintesi si rivela quando le nuvole e le nebbie delle sue illusioni sono sparite e si stabilisce una comunicazione è il segreto di tutte le cure.
- La meditazione purifica lo spazio. Lo spazio è pieno di forme-pensiero che vagano tra la luce e l'oscurità, l'amore e l'odio, la bellezza e la bruttezza.
Nella nostra atmosfera non vi sono solo nebbia, caligine, polvere, smog e nuvole di vario tipo, ma anche oscure accumulazioni proiettate da cervelli deviati che avvelenano l'atmosfera e condizionano le menti delle persone e le loro relazioni. Queste forme-pensiero, come un'epidemia, spargono la loro influenza in qualunque tempo e in qualunque luogo se trovano le condizioni appropriate ed i meccanismi favorevoli di espressione. Esse sono per lo più costruite di sostanza mentale di basso livello e sono la fonte di molte illusioni.
- La meditazione conduce al servizio. E una vita di servizio apre i centri eterici e ci trasforma in individui di potere, di luce e di amore.
C'è una falsa tecnica o mezzo che mira ad aprire i centri eterici. Usa metodi particolari di meditazione, droghe, esercizi respiratori e mantram che stimolano meccanicamente i centri eterici . L'uomo incomincia ad avere esperienze inusuali, sente voci, ha visioni, avverte differenti sensazioni nel suo corpo, ecc., ma può perdere la salute, la saggezza e finire in un miserabile modo di vita.
- Il migliore metodo di aprire i centri è una vita di dedizione al servizio che è il risultato della meditazione. L'uomo comincia a servire quando entra in contatto con la sua anima. La meditazione è la scienza attraverso la quale l'uomo può entrare in contatto col Signore interiore e diventare radioattivo: questa radioattività si esprime come servizio. Quando la vita di servizio continua e si esprimono così le qualità dell'anima, i centri cominciano ad aprirsi e a svilupparsi, inondando il meccanismo umano di potenti energie.
- La meditazione costruisce ponti e crea linee di comunicazione tra vari punti. Attraverso la meditazione si comincia a costruire una stazione trasmettitrice e ricevente nella mente superiore: si riceve dall'alto e si dà verso il basso.
Si possono ricevere impressioni dalla propria anima, dal proprio Maestro, dalla Gerarchia e perfino dal "Centro dove la volontà di Dio è conosciuta". Allora, l'individuo trasmette grande amore, grande armonia, grande bellezza e comprensione al mondo degli uomini.
LA MEDITAZIONE DI GRUPPO
La meditazione individuale dovrà condurre alla meditazione di gruppo. Il gruppo dovrà essere composto solo da coloro che realmente si sono sforzati di realizzare la meditazione individuale e che hanno avuto un buon successo reale.
La meditazione di gruppo è un processo di formazione di un canale unico che riceve luce, amore e potere per irradiarlo verso i membri del gruppo, a qualsiasi livello essi si trovino. La meditazione ed il servizio di gruppo sono simili a una sinfonia, che è il risultato più fine di molti strumenti, armonizzati tra di loro nella coscienza di gruppo.
Nella meditazione di gruppo il fuoco del cuore palpita, irradia ed abbraccia i cuori dei membri del gruppo, creando un centro soggettivo del cuore che è un centro reale di amore vero. L'amore vero, un amore che deriva realmente dal centro del core del gruppo, si sperimenta solo nella meditazione e nel servizio di gruppo.
La meditazione di gruppo accresce moltissimo la nostra luce individuale ed il potere della nostra volontà. Si può raggiungere qualche grado di illuminazione attraverso la meditazione individuale, ma è impossibile richiamare l'amore vero e l'energia della volontà senza la meditazione ed il servizio di gruppo. Le energie superiori potranno con sicurezza essere contattate, liberate e condivise e potranno essere usate costruttivamente nella formazione del gruppo.
La meditazione di gruppo può migliorare e guarire molti meccanismi individuali deformati o danneggiati da una meditazione erronea. La massima protezione nel sentiero è l'aura di gruppo, la radiazione di gruppo. E questa aura e questa radiazione si possono creare solamente attraverso la meditazione ed il servizio di gruppo.
I "piccoli" sono coinvolti in un grande potere di aspirazione. La loro fede e visione si fortificano, la loro volontà di servire si approfondisce ed il loro senso della realtà si chiarifica attraverso la meditazione unificatrice in gruppo. Nella meditazione in gruppo si prova il senso dell'unità, si sperimenta il senso della fratellanza. La meditazione di gruppo crea un deposito di energia, di amore e di luce ed i membri del gruppo, attingendo ad esso, potranno esaudire i loro bisogni in qualunque condizione, in qualunque tempo.
La meditazione di gruppo elimina l'atteggiamento egoista dalle nostre menti; verifichiamo lentamente che il fine della meditazione è solo uno: servire l'umanità nella luce della Gerarchia Spirituale e ricaricarsi col potere della volontà divina.
NOTA: nell'attuale era dell'Aquario certamente è urgente la formazione di gruppi di meditazione GRUPPALE di servizio. Nel presente ciclo mondiale è necessaria la combinazione intelligente della meditazione e del servizio insieme. E' il migliore lavoro di redenzione mondiale e contemporaneamente la forma più rapida di evoluzione personale conosciuta, semplice nella sua apparenza ma profondamente efficace.
LA MEDITAZIONE NELLA "NUOVA ERA"
La meditazione della nuova Era è una freccia diretta al Cosmo.
Nel passato, la meditazione era adorazione, desiderio, aspirazione e devozione. Nella Nuova Era sarà pensiero, sintesi, gioia, prosperità, lavoro e sacrificio; si esaminerà la questione alla luce della nostra più alta tensione intellettuale e si dedurrà la risposta, la soluzione alle nostre necessità, dalle profondità della nostra anima. Il tema della nostra meditazione non sarà personale bensì globale, un tema che appartenga a tutta l'umanità o perfino a tutti i regni del globo ed ogni questione personale sarà considerata dal punto di vista delle necessità globali, della risposta globale. A volte, alcuni pensano che appartengono alla Nuova Era i giovani, o i bambini del mondo, perché presumono che ogni nuova era produce il suo proprio raccolto. Non è così. Nel passato, sono vissuti individui che erano 3000 anni più avanti di noi nel loro pensare. Essere della Nuova Era non ha niente a che vedere con l'età di una persona bensì con l'atteggiamento mentale e la comprensione.
Essere giovane non significa appartenere alla Nuova Era. Non è l'età del corpo che decide il tipo di persona che è della Nuova Era, bensì la consapevolezza.
Si può dire che:
- se la coscienza agisce in armonia col Piano;
- se la vita nel complesso riflette la coscienza;
- se si pensa e si agisce nella visione di una sola umanità, di un solo mondo;
- se si sente che non si appartiene a se stessi bensì all'umanità;
- se si sviluppano e si estendono le facoltà intellettuali allo stesso grado delle qualità del cuore, dell'amore e della compassione per la vita, considerata come un tutto;
- se si tenta di trasformare la propria personalità attraverso il retto vivere, il retto sentire, il retto pensare e il retto discriminare;
- se si risparmiano tempo, energia e denaro per consacrarli al benessere dell'umanità;
- se si dissolvono la paura, l'odio, la gelosia ed il crimine attraverso la padronanza della propria vita e dei propri pensieri;
- se si costruiscono ponti tra uomo e uomo, tra nazione e nazione e si pensa al bene supremo per l'umanità;
- se si espande il proprio orizzonte al Cosmo e si pratica l'umiltà alla luce del Cosmo;
- se si è grati all'esistenza considerata come un tutto e si possono comprendere nell'amore i fiori, gli alberi, gli uccelli, gli esseri umani
...allora si è un uomo della Nuova Era, un figlio della Nuova Era e si è nel sentiero verso il cosmo.
Quelli che sentono la chiamata dell'essere e rispondono entrano nel sentiero dello sforzo, nel sentiero del servizio e nel sentiero della gioia. Il sentiero della meditazione è il sentiero dello sforzo, del servizio e della gioia. Questa grande chiamata è la chiamata della nostra essenza più recondita; è una chiamata di liberazione, di libertà, di redenzione.
Il fuoco creativo che è dentro di noi vuole dominare i suoi veicoli, condurli verso la trasfigurazione, in modo che la sua gloria brilli nel mondo come una grande bellezza, come un grande amore e una grande gioia e poi estenda la sua bellezza, il suo amore e la sua gioia a tutta l'umanità, a tutto il sistema solare...
Tutti coloro che risposero a questa chiamata si trasformarono in fonti di bellezza, di amore e di gioia. La cosa migliore che abbiamo ricevuto nella nostra cultura è il dono di tali uomini. Essi si trasformarono in un "sentiero sul quale l'uomo pul trionfare". Le loro visioni supreme sono ancora vive nel grande spazio come formazioni magnetiche e radioattive, come grandi idee, come grande forme-pensiero.
In qualunque momento l'uomo elevi la sua coscienza attraverso la meditazione e sia in sintonia con queste grandi visioni, per il suo grande avanzamento ed impegno verso la perfezione comincia ad impressionare il suo cervello, creando grandi bellezze e visioni simili. Dietro questa chiamata c'è anche la visione del piano dei grandi illuminati che sono sul sentiero dell'evoluzione cosmica come ardenti pilastri di luce, come dorate porte di libertà.
"La fonte della chiamata è più profonda. Sta nell'abisso del cuore del sole mistico, che richiama le sue scintille disperse affinché ritornino a Casa".
La meditazione nella Nuova Era è un lavoro che mira a rivelare le leggi della sopravvivenza a tutta l'umanità, a creare un mondo nel quale l'uomo fiorisca fino alla sua più alta potenzialità. Nel passato, si praticava la meditazione per la salvezza personale, per il successo personale. Nella Nuova Era essa si pratica per tutta l'umanità, per tutti i regni. La meditazione nella Nuova Era è pensiero creativo che si sviluppa attraverso la luce dell'intuizione e in conformità col Piano divino.
La meditazione ci introduce alla libertà; invece di essere schiavi dei nostri punti di vista e desideri egocentrici, ci trasformiamo, in parte o perfino del tutto, mirando ad un solo punto di vista cosmico. Così collaboriamo a mettere fine alle miserie di tutte le civiltà precedenti, che germogliarono dalle lacrime, dalla sofferenza, dal dolore e dal sangue umano.
La meditazione è un processo di fioritura interiore, un processo per cui ricarichiamo i nostri veicoli con energia spirituale. Questa energia rigenera il nostro corpo, chiarifica il veicolo emozionale e purifica la nostra mente; come risultato, il nostro corpo fisico appare più giovane e diventa radioattivo, il nostro cuore entra nella pace e la nostra mente si acuisce e diviene più inclusiva.
E' un fatto che le emozioni negative consumano il nostro corpo e che le preoccupazioni, il pensiero separativo ed egoista offuscano le nostre menti. La meditazione libera luce su questi tre livelli e incominciano a rigenerare i nostri veicoli e ad irradiare vitalità, pace e serenità. La meditazione ci rende più abili nei nostri doveri e lavori giornalieri perché accresce il nostro retto giudizio, acuisce il nostro potere di osservazione, aumenta il nostro controllo sul corpo, accelera le nostre azioni e le rende più precise.
Nella Nuova Era la meditazione riguarderà non solo gli sforzi mistici dell'umanità, ma anche il campo politico, educativo, filosofico, artistico, scientifico, religioso ed economico; creerà armonia tra tutti questi campi nel ritmo del Piano divino, della volontà divina.
Così, la meditazione non significherà solo accrescere il discernimento, prendere contatto con grandi poteri, ricevere ispirazione e gioia, ma anche compiere azioni che riguardino la vita pratica, trasformando la nostra vita a tutti i livelli, curando le ferite dell'umanità, costruendo ponti e rivelando l'unità e la sintesi dietro ogni creazione.
L'ANTAHKARANA
Il seguente capitolo è una versione ridotta di una conferenza sull'Antahkarana di Benjamin Creme.
La scienza dell'Antahkarana è probabilmente la scienza più importante del futuro. Questa scienza è ancora sconosciuta all'umanità, ma sarà la scienza della mente nella Nuova Era, la scienza di costruire il ponte tra l'uomo inferiore ed il superiore, ed anche altri ponti: tra i membri della razza umana nel loro insieme; tra un centro - l'umanità - ed un altro, la Gerarchia; tra la Gerarchia e Shamballa; tra l'umanità, attraverso la Gerarchia e Shamballa; e tra questo pianeta ed altri pianeti, tra questo sistema solare ed altri sistemi solari.
Tutti questi ponti e connessioni sono il risultato dell'uso corretto della scienza dell'Antahkarana, che sarà il principale campo di educazione per l'umanità nell'era entrante. Il migliore metodo per studiare l'Antahkarana è leggere gli Insegnamenti di Alice Bailey presenti nel suo libro "L'educazione nella Nuova Era" e i riferimenti all'argomento nel "Trattato dei sette raggi, vol. V, 'I Raggi e le Iniziazioni' ".
Questa scienza appartiene al futuro per quello che riguarda l'umanità nel suo insieme e il suo processo graduale di illuminazione; sarà la scienza principale, la scienza dello sviluppo della razza che mira a realizzare le connessioni interiori., Esse ovviamente già esistono m,a devono essere coscientemente costruite dall'uomo e dalla donna in incarnazione per tessere il filo di ritorno alla fonte dalla quale originariamente proveniamo.
La meditazione è realmente la scienza del sentiero di ritorno.
Per lungo tempo l'anima nel suo proprio piano osserva il suo riflesso, l'uomo o la donna nel piano fisico e non sa in che modo intervenire nel suo sviluppo. Poco può fare l'anima oltre a creare un corpo, fornirgli la struttura fisica, astrale e mentale e lasciare che prosegua il suo compito di evolvere. Finalmente, arriva una vita, una serie di vite in realtà, nella quale l'anima vede che il suo riflesso, l'uomo o la donna, sta incominciando a rispondere all'influsso dell'energia che collega l'anima col suo riflesso ed il processo di infusione dell'anima comincia.
Ogni individuo ha in realtà una costituzione triplice. La Monade, o scintilla di Dio, l'Essere impersonale si riflette nel piano dell'anima individualizzata, o ego.
L'anima a sua volta si riflette nel piano fisico denso come uomo o donna in incarnazione. Questa è la "via discendente", il processo nel quale lo spirito si relaziona al suo polo opposto, la sostanza. Quando l'aspetto spirito, o vita, e l'aspetto materia si uniscono, nasce un terzo aspetto, la coscienza.
L'Antahkarana è, principalmente, il filo della coscienza. E' il risultato dell'interazione della vita con al forma, con la sostanza, con la materia; questo processo produce qualcosa di completamente differente, chiamato "coscienza". Possiamo chiamarla anche "Principio Cristico"; è il processo dell'evoluzione stessa.
La discesa della Monade all'anima e la discesa dell'anima alla personalità devono rifarsi in senso inverso. Il triplice uomo-fisio, astrale e mentale - deve trovare il sentiero del ritorno attraverso un processo di allineamento, prima con l'anima e poi attraverso la triade spirituale - il riflesso della Monade - con la Monade stessa; il triplice Essere monadico.
Questo viaggio di ritorno o processo con il quale questo viaggio si realizza avviene attraverso la creazione, il graduale sviluppo e la costruzione dell'Antahkarana.
Il processo discendente è stato lento, durato milioni di anni, così pure il processo di ritorno può essere lungo e per la grande maggioranza dell'umanità è così.
In questo attuale sistema solare Dio è Amore, Amore è l'aspetto dell'anima; Volontà è il livello Atmico dell'essere. Nel prossimo sistema solare, Dio sarà la Volontà e Proposito. Noi tutti, come microcosmi, stiamo evolvendo esattamente nello stesso modo dei macrocosmi; i nostri Logos Solari, attraverso la loro triplice espressione, elaborano il loro Piano di evoluzione in ogni regno ed in ogni pianeta. Incarnandoci, pertanto, stiamo realizzando qualcosa di abbastanza straordinario, qualcosa di molto più grande di quello di ui noi, come individui, possiamo renderci conto.
Ma non appena scopriamo l'interconnessione tra i microcosmi ed i macrocosmi, si approfondisce il nostro senso del proposito (il senso della realtà) nella vita, e questo è anche uno stimolo per concentrarci di più per costruire una linea di ascesa diretta tra questo livello più basso (perché tale è) di espressione della divinità e il livello di allineamento col proposito soggiacente della divinità per il suo perfezionamento.
La costruzione dell'Antahkarana
Come si effettua la corretta costruzione dell'Antahkarana?
Questa scienza per il momento non è patrimonio dell'umanità. L'anima crea, una vita dopo l'altra, un corpo che, gradualmente, attraverso periodi di tempo, permette all'Essere di manifestarsi totalmente, puramente, senza impedimento, attraverso il suo polo opposto, la materia. In quel momento, la materia è stata spiritualizzata e il suo livello di vibrazione, è stato elevato. In termini religiosi è stata "redenta".
Per questo il Cristo è chiamato Redentore, il rifugio redentore degli uomini. Non mi riferisco solo ai cristiani: il principio Cristico è il principio redentore. E' questo principio che nella vita, nella creazione, infonde il suo veicolo con l'energia della sua coscienza e, pertanto, con l'energia dell'evoluzione. E' questa crescita della coscienza, quest'azione di evoluzione ascendente, attraverso un raffinamento della sua natura verso una frequenza sempre più alta, una vibrazione sempre più elevata, che costituisce in se stessa.
Ciò porta ad una graduale espansione della conoscenza di quello che è e di quello che potrebbe essere, e questo è creativo. La creatività è l'essenza della natura dell'anima e, per sua propria natura, presuppone che sia in evoluzione. Creazione è movimento ma l'Essere dietro la creazione non si muove: è immutabile, fermo, privo di qualsiasi riflesso, semplicemente osserva la creazione.
Prima della creazione c'è il "Supremo Essere" dell'Essere; la creazione è il "divenire" dell'Essere, come dice Maitreya. Questo "divenire" è il movimento della vita, il movimento della creazione, la scoperta di quello che può essere.
Non si tratta di cercare nella vita, come uno scienziato, guardando attraverso un microscopio e tentando di scoprire come una cellula interagisce con un'altra e così via. Questo è prezioso nel piano fisico, ma è limitato. Se pensi che quello che si sta vedendo è tutto, la totalità, si sta perdendo un gran movimento e il mistero. Questo è oggi il problema per molti scienziati: essi stanno guardando solo la superficie del piano fisico della vita. Questo è enormemente prezioso per la salute, per la sconfitta della malattia, la comprensione della natura sul piano fisico. Ma in termini di coscienza, in termini di azione della vita stessa nella creazione, ci dice molto poco; è per questo che siamo ignoranti.
Dati i progressi della nostra scienza, dovremmo essere enormemente capaci, e in un certo senso lo siamo, ma solo in una forma molto limitata: è la mente concreta inferiore che è dotata. Ma senza di essa non potrebbe verificarsi l'azione della mente superiore. La mente superiore non può funzionare confrontandosi con la mente inferiore; ogni cosa a suo tempo. C'è bisogno della meditazione per contattare l'anima e quindi la coscienza dell'anima. La meditazione per sua propria natura dà l'avvio al processo della costruzione dell'Antahakarana.
La costruzione dell'Antahkarana e l'ascensione della Kundalini fanno parte dello stesso processo?
No, in nessun modo.
Che relazione c'è tra la meditazione personale e la costruzione dell'Antahakarana?
Grande. La prima parte dell'Antahkarana si costruisce con l'energia della mente. E' precisamente con l'uso della mente e dell'immaginazione creativa che si costruisce la prima parte dell'Antahkarana. La seconda parte, dall'anima alla Monade, si costruisce con la luce; all'inizio con il pensiero, in seguito, luce-pensiero; controllo del pensiero ed esperienza della luce. Nella meditazione personale ci si allinea gradualmente con l'anima e si sperimenta la realtà dell'Essere. La meditazione personale rinforza direttamente l'unione tra la personalità e l'anima: ci si allinea con l'anima, invocando la sua energia. Quando si effettua la meditazione personale, automaticamente si invoca e si sperimenta l'anima; questa si trasforma in una realtà. Ogni colta che si fa questo, la coscienza risvegliata dell'anima cresce, diventando sempre più forte.
L'anima è l'intermediario tra l'Essere e l'individuo. La meditazione, se è praticata correttamente ed assiduamente, crea un'unione indistruttibile tra di essi. L'Antahkarana non è un'unione, un ponte, un'immagine. E' coscienza risvegliata. Quando si realizza la meditazione personale, si sta divenendo coscienti di quello che si è. Questa saggezza cresce fino a che si arriva ad essere quello che si è.
Si sta creando il sentiero davanti a sé, costruendo l'Antahkarana passo passo; esso si sta delineando ogni volta che si fa la meditazione personale e la Meditazione di Servizio.
La combinazione di queste due attività, meditazione e servizio, costruisce il Sentiero del Ritorno.
Che cosa vuol dire "Mantenere la mente fissa nella luce?
Attraverso la meditazione compiuta correttamente lì"Antahakarana", il canale di luce tra il cervello fisico e l'anima, è gradualmente costruito e rinforzato. Per mezzo di quel canale la luce dell'anima si ancora nella testa del discepolo; essa è vista come una luce brillante dentro la testa durante la meditazione . Con l'attenzione portata dentro e verso l'alto in quella luce, la mente è mantenuta 'fissa', cioè senza pensiero, o attività della mente inferiore. In quella condizione di assenza di pensiero e di attenzione focalizzata, i livelli intuitivi della mente possono entrare in gioco; gradualmente, questa arriva ad essere una condizione istintiva e fissa che non richiede, per essere raggiunta durante la meditazione, di una determinata modalità di 'andare all'interno di sé'.
Molte persone credono che qualunque pensiero o idea che entra nella mente durante la meditazione venga dal livello intuitivo dall'anima e che stia guidando le sue azioni. Questo non è vero in nessun caso.
E' realmente difficile per l'aspirante o discepolo medio "mantenere la mente fissa nella luce" per il tempo sufficiente a invocare l'intuizione e la 'guida' che la maggioranza delle persone riceve è quella della propria mente inferiore attraverso l'inconscio.
CONCLUSIONE
La meditazione è, dunque, "La Scienza dell'Anima", la formula magistrale indicata dai Maestri. Presto o tardi sorge la necessità interna, mossa dalla nostra anima, di praticare qualche tipo di meditazione ed è nei passi finali verso il discepolato che la meditazione diventa Raja-yoga, con cui l'aspirante è sollecitato a lavorare col suo corpo mentale per soggiogare il corpo astrale e creare così una corretta linea di comunicazione col suo Angelo Solare. Questo è il periodo in cui ha luogo una potente accelerazione nella costruzione dell'Antahakarana.
Quando il discepolo è attratto in modo cosciente alla presenza del suo Maestro nei piani interni dell'Ashram, il Maestro lo istruisce nella vera scienza della meditazione e gli insegna quale è la sua linea e pratica meditativa corretta, poiché ognuno ha diverse sfumature, dipendenti da caratteristiche personali e di anima, dai propri raggi, dallo sviluppo dei chakra e dal livello di evoluzione raggiunto.
Niente deve interrompere il processo meditativo non ci sono scorciatoie sul Sentiero. La meditazione occulta è uno strumento necessario nel Piano Evolutivo dei nostri Logos Solari. Dobbiamo capire che perfino i Maestri praticano qualche tipo di meditazione poiché in quello spazio di massima tensione spirituale possono visionare quali sono i piani del proposito divino estraendo l'evoluzione.
Ci sono alcune erronee correnti di pensiero che ritengono che la meditazione superiore non sia necessaria e che sia sufficiente una corretta attenzione serena e vigile e l'atteggiamento del vivere qui e ora costantemente, in tutte le faccende della vita quotidiana, sono il massimo livello di scienza spirituale alla quale dee aspirare ogni essere umano, ma ciò non esclude in modo alcuno la prativa della meditazione come tecnica di allineamento, di invocazione ed evocazione; avviene il contrario, è proprio la pratica della meditazione a favorire in grado sommo quell'atteggiamento quotidiano di attenzione e coscienza vigile. Fino a che arriva il giorno in cui tutta la vita è una meditazione continua. La meditazione è, dunque, uno stato nel quale lo sforzo sparisce e rimane solo l'esistenza, la sperimentazione continua dell'esistenza dell'essere.