PAROLE DI
ANANDAMAYI MA
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"Ci sono due tipi di pellegrini sul cammino della vita: il primo è come un turista, che desidera vedere cose interessanti, andare da un posto all'altro, passare rapidamente per gioco da un'esperienza all'altra. Il secondo percorre il sentiero che pertiene alla vera essenza dell'uomo e che porta alla sua vera dimora, alla conoscenza di Sé. Nel viaggio intrapreso per amore della curiosità e del piacere s'incontrerà certamente il dolore. La sofferenza è inevitabile finché non si ritrova la propria vera dimora. La causa originaria della sofferenza è il senso di separazione, che è fondato sull'errore, sulla concezione della dualità. Ecco perché il mondo è chiamato 'du-niya' (basato sulla dualità).
Il credo di un uomo è fortemente influenzato dal suo ambiente; per questo deve scegliere la compagnia dei santi e dei saggi. Credere significa credere nel proprio Sé; non credere è scambiare il non-sé per il Sé. Ci sono esempi di realizzazione avvenuti per grazia di Dio; altre volte si può constatare che Egli risveglia nell'individuo un ardente desiderio di verità. Nel primo caso la realizzazione avviene spontaneamente, nel secondo è causata dalle tribolazioni; ma tutto è opera soltanto della sua misericordia.
L'uomo pensa di essere l'autore delle sue azioni, ma in effetti ogni cosa viene diretta da 'Li'; si è collegati a 'Li' come ad una centrale elettrica, tuttavia l'uomo dice: "Io faccio". E' meraviglioso! Quando malgrado ogni sforzo non si riesce a prendere il treno, questo fatto non mostra chiaramente da dove sono diretti tutti i nostri movimenti? Qualunque cosa accada ad ognuno, ovunque e in qualsiasi momento, è stabilito da Lui; i Suoi piani sono perfetti. Tra Dio e l'uomo esiste un legame eterno; ma nel suo gioco questo legame a volte c'è e altre volte è tagliato o, piuttosto, appare tagliato. In realtà non è così, perché il legame è eterno. Osservato da un altro punto di vista, non c'è alcun legame. Un uomo che venne a trovare questo corpo disse: "Sono per voi un nuovo venuto" ed ebbe la risposta: "Davvero sempre nuovo e sempre vecchio!".
La luce del mondo viene e va, è instabile. La Luce eterna non può mai estinguersi: vedete la luce esterna e tutte le altre cose dell'universo mediante questa Luce; potete percepire la luce esterna solo perché essa splende sempre dentro di voi. Potete vedere ogni cosa nell'Universo solo grazie alla grande Luce che è in voi; potete acquisire conoscenze di qualsiasi tipo solo perché la conoscenza Suprema dell'essenza delle cose giace nascosta nelle profondità del vostro essere.
Il cervello umano può essere paragonato alla radice di un albero; se si annaffia la radice, il nutrimento giunge ad ogni parte della pianta. A volte dite che il vostro cervello è stanco. Quando succede? Quando siete troppo presi dalle cose esterne; ma non appena tornate a casa e parlate con i vostri cari, la vostra testa diventa più leggera e vi mostrate pieni di gioia. Per questo si dice che poiché il cervello vi appartiene, il lavoro che fate non può stancarvi. In effetti ogni lavoro è il vostro lavoro; ma come potete comprenderlo? In verità il mondo intero è vostro, del vostro Sé; ma voi lo percepite separato, così come vedete gli 'altri'. Sapere che è vostro dà felicità, l'idea che è separato da voi causa sofferenza. Percepire la dualità causa dolore, conflitto, lotta e morte. E' tutto nelle mani di Dio e voi siete il suo strumento, che Lui usa come vuole. Cercate di capire il significato di 'tutto è Suo' e vi sentirete subito libero da ogni peso. Quale sarà il risultato del vostro abbandono? Nessuno vi sembrerà estraneo, tutto sarà il vostro intimo Sé.
Dissolvete il senso di separazione con la devozione oppure bruciatelo con la conoscenza; cosa si dissolve o brucia? Solo ciò che per sua natura può essere dissolto o bruciato, cioè l'idea che esista qualcos'altro oltre il Sé. Che succederà allora? Conoscerete il vostro Sé.
Tutto è possibile in virtù del potere del guru; perciò cercate un guru. Nel frattempo, poiché tutti i nomi sono il Suo nome, tutte le forme le Sue forme, sceglietene una e fatene la vostra perenne compagna. Nello stesso tempo Lui è anche senza nome e senza forma; per il Supremo è possibile essere qualsiasi cosa e anche nulla. Finché non trovate un guru, siate devoto al nome e alla forma di Lui che più vi attrae, e pregate incessantemente che Lui vi si riveli come il Sadguru. In verità il guru è dentro, e finché non scoprite il guru interiore nulla può essere conseguito. Se non sentite il desiderio di rivolgervi a Dio, sviluppatelo praticando una sadhana quotidiana, proprio come fanno i bambini a scuola, che devono seguire un orario stabilito.
Se la preghiera non sgorga spontaneamente dal vostro cuore, chiedetevi: "Perché trovo piacere nelle cose fugaci di questo mondo?". Se desiderate ardentemente una cosa esterna o vi sentite particolarmente attratti da una persona, fermatevi e dite a voi stesso: "Guarda, stai per essere incantato dal suo fascino!" Esiste un luogo in cui non vi sia Dio? La vita di famiglia, l'ashrama del capofamiglia, può condurvi ugualmente nella Sua direzione, a condizione che l'accettiate come ashrama. Vissuta in questo spirito, aiuta l'uomo ad avvicinarsi alla realizzazione del Sé.
Se invece desiderate intensamente cose come fama o posizione, Dio ve le concederà, ma non vi sentirete soddisfatto. Il Regno di Dio è un tutt'uno e, finché non sarete ammessi alla sua totalità, non potrete essere contento. Egli vi concede giusto un minimo, solo per tenere vivo il vostro malcontento, poiché senza malcontento non può esservi progresso. Voi, che siete discendenti dell'Immortale, non potrete mai rassegnarvi al regno della morte, né Dio vi permetterà di restarci. Lui stesso suscita in voi un senso d'incompletezza concedendovi una piccola cosa solo per stimolare il vostro desiderio di qualcosa di più grande. E' così che Lui vi spinge avanti. Il viandante trova difficile questo sentiero e si sente turbato, ma chi ha occhi per vedere percepisce chiaramente che il pellegrino avanza. Il dolore che si prova riduce in cenere il piacere che deriva dalle cose del mondo. Questo è ciò che si chiama tapasya. Quel che ostacola il sentiero spirituale porta con sé i semi della sofferenza futura; ma l'angoscia e l'intenso dolore che deriva da queste ostruzioni sono l'inizio di un risveglio alla Coscienza."
Dissolvete il senso di separazione con la devozione oppure bruciatelo con la conoscenza; cosa si dissolve o brucia? Solo ciò che per sua natura può essere dissolto o bruciato, cioè l'idea che esista qualcos'altro oltre il Sé. Che succederà allora? Conoscerete il vostro Sé.
Tutto è possibile in virtù del potere del guru; perciò cercate un guru. Nel frattempo, poiché tutti i nomi sono il Suo nome, tutte le forme le Sue forme, sceglietene una e fatene la vostra perenne compagna. Nello stesso tempo Lui è anche senza nome e senza forma; per il Supremo è possibile essere qualsiasi cosa e anche nulla. Finché non trovate un guru, siate devoto al nome e alla forma di Lui che più vi attrae, e pregate incessantemente che Lui vi si riveli come il Sadguru. In verità il guru è dentro, e finché non scoprite il guru interiore nulla può essere conseguito. Se non sentite il desiderio di rivolgervi a Dio, sviluppatelo praticando una sadhana quotidiana, proprio come fanno i bambini a scuola, che devono seguire un orario stabilito.
Se la preghiera non sgorga spontaneamente dal vostro cuore, chiedetevi: "Perché trovo piacere nelle cose fugaci di questo mondo?". Se desiderate ardentemente una cosa esterna o vi sentite particolarmente attratti da una persona, fermatevi e dite a voi stesso: "Guarda, stai per essere incantato dal suo fascino!" Esiste un luogo in cui non vi sia Dio? La vita di famiglia, l'ashrama del capofamiglia, può condurvi ugualmente nella Sua direzione, a condizione che l'accettiate come ashrama. Vissuta in questo spirito, aiuta l'uomo ad avvicinarsi alla realizzazione del Sé.
Se invece desiderate intensamente cose come fama o posizione, Dio ve le concederà, ma non vi sentirete soddisfatto. Il Regno di Dio è un tutt'uno e, finché non sarete ammessi alla sua totalità, non potrete essere contento. Egli vi concede giusto un minimo, solo per tenere vivo il vostro malcontento, poiché senza malcontento non può esservi progresso. Voi, che siete discendenti dell'Immortale, non potrete mai rassegnarvi al regno della morte, né Dio vi permetterà di restarci. Lui stesso suscita in voi un senso d'incompletezza concedendovi una piccola cosa solo per stimolare il vostro desiderio di qualcosa di più grande. E' così che Lui vi spinge avanti. Il viandante trova difficile questo sentiero e si sente turbato, ma chi ha occhi per vedere percepisce chiaramente che il pellegrino avanza. Il dolore che si prova riduce in cenere il piacere che deriva dalle cose del mondo. Questo è ciò che si chiama tapasya. Quel che ostacola il sentiero spirituale porta con sé i semi della sofferenza futura; ma l'angoscia e l'intenso dolore che deriva da queste ostruzioni sono l'inizio di un risveglio alla Coscienza."