LA DOMANDA
Al bar incontra Trinity
che gli dice che sa perché Neo è lì; perché cerca Lui.
Ma quando Lui l'ha trovata gli ha detto che non cercava qualcosa di preciso, ma che cercava una risposta alla domanda "cos'è Matrix?"
E' nel caos e nel disordine dei nostri ego che la Madre si presenta a noi per la prima volta. Nel mezzo del chiacchiericcio mentale, tra i fumi e i rumori delle nostre infradimensioni interiori. Proprio come nel Natale il Cristo nasce nella stalla della nostra esistenza.
Il Kabir* Gesù cacciò i mercanti dal tempio di suo Padre. simbolico anche questo. I mercanti sono il chiacchiericcio, sono il disordine, sono il rumore mentale. Il tempio siamo noi stessi, il tempio dove il Padre attende di discendere. E' urgente ripulire la mente dal caos delle chiacchere inutili, dalle paranoie e dal disordine energetico.
Il Kabir* Gesù cacciò i mercanti dal tempio di suo Padre. simbolico anche questo. I mercanti sono il chiacchiericcio, sono il disordine, sono il rumore mentale. Il tempio siamo noi stessi, il tempio dove il Padre attende di discendere. E' urgente ripulire la mente dal caos delle chiacchere inutili, dalle paranoie e dal disordine energetico.
E' la mente, ovvero Pilato che manda il Cristo alla croce. Pilato è lego che si annida nella mente, che giustifica le nostre azioni e mette in croce il nostro Cristo interiore. Dobbiamo come Ercole ripulire le stalle di Augias. La 'Mente' mente. La mente caotica, la mente preda dell'ego che giustifica, che crea disordine e CONTRADDIZIONE rimbalzando da una decisione all'altra e mettendoci in continua instabilità psicologica, è quella che ci mette in croce. Questo è ciò che spesso accade quando, di fronte ad un problema, cominciamo a saltellare da una eventualità all'altra, finendo per non capire più quale sia la cosa giusta da fare. Dobbiamo imparare a riconoscere quando un ego fa la sua comparsa. Se non lo riconosciamo attraverso le emozioni mal digerite, non possiamo non accorgerci di lui quando si manifesta sul piano mentale. egli è la chiacchera, è la giustificazione, è la vocina che ci dice: "ma sì dai, ancora per una volta; l'ultima e poi basta" - oppure - "ma chi si crede di essere; lui non sa chi sono io; ci penso io a fargliela pagare adesso" e mille altre cose che ci raccontiamo per convincerci che stiamo facendo la cosa giusta. L'Intimo non chiacchera, l'Intimo è intuizione e si manifesta nella nostra capacità di sentire. L'Intimo sussurra, l'ego sbraita e alza la voce. Imparate a riconoscerlo anche quando pensate di avere ragione. Pilato internamente continua a giustificare i nostri errori, egli è ciò che incolpa gli altri ed il mondo per impedirci di risalire alla radice dei nostri problemi, è un vero e proprio ingannatore.
[...] Torniamo al nostro film e cioè al fatto che Trinity compare nel caos della discoteca che simboleggia il disordine dellam mente. Lei sa che NEO sta cercando Lui, ma Lui è il Padre, il suo essere Reale: è Morpheus. NEO lo cerca, sta cercando LUI, cioè se stesso.. Chiunque si ponga delle questioni in merito all'"esistenza", chiunque si ponga domande esistenziali, in realtà cerca se stesso, cerca l arealizzazione del suo sé più profondo. Tutta quella sofferenza di quando si comprende, di quando si scopre e si riflette sulla fragilità della natura umana, se portano ad un moto di ribellione interiore, non sono altro che il riflesso di una smania interiore, della smania e della volontà di esistere del nostro stesso Intimo.Nessuno vuole morire, ma non tutti ci vogliono mettere mano per risolvere il problema. Per NEO è "anelito"; è un bisogno interiore che bene non comprende, ma che diventerà il desiderio di realizzare qualcosa che intuisci di "essere", quello che viene sottinteso da Gesù come il ricongiungimento col Padre Intimo, la riappacificazione con tutte le parti del me stesso, che si sciolgono in un'unica "verità. Il riflesso di ciò che è il volere, che è la volontà "intima" in noi di manifestarsi in NOI, di manifestare l'idea. E' il "volere", è quello che negli scritti è chiamata la volontà del Padre Nostro che sta in segreto, la volontà dell'Intimo di "voler esistere", che è l'inizio del nostro voler ESSERE. Il problema è che essendo la nostra volontà non nostra, ma del nostro ego alterato, facciamo fatica ad intendere di quale volontà parliamo e traduciamo in volontà i desideri meccanici della nostra mente condizionata.
Questa spinta non ci appartiene, se non nel profondo di noi stessi, se non come volere, come volontà del nostro "intimo". Non siamo noi che cerchiamo l'UNIONE, l'unità dell'anima, non siamo noi a cercare l'immortalità e la maestria: Non è la personalità a cercare, ma il nostro "Reale Essere" interiore profondo, il nostro Sé autentico. Uno spazio astratto assoluto nel quale tutte le nostre possibilità sono, esistono. Il Divino che abita nelle profondità della psiche umana, è la ragione "nascosta" che ci porta a spingerci a cercare LUI, che ci spinge a cercare Noi stessi: l'Io legittimo dell'Io Sono, e a cercare quell'aiuto, Morpheus, la persona ben addestrata che ci aiuti a conseguire la nostra personale incoronazione.
Ecco perché Trinity dice: '[...]quando Lui ha trovato me'. LUI cerca il figlio, perché l'Intimo ha bisogno di un "figlio" ** per discendere/ascendere, ha bisogno di un "figlio" per manifestare la sua Idea, per manifestare se stesso nella creazione. Padre e ffiglio si cercano reciprocamente, e solo quando il figlio comincia a comprendere la sua schiavitù che si creano le condizioni per il primo incontro. Si tratta di una grande metafora per indicarti che esiste un principio unico "esistenziale" che stai cercando di compiere, quel principio è il Padre, ma sei ancora tu. E' quella parte di te che sta cercando le circostanze, quella parte che ti invita a selezionare i tuoi entusiasmi e realizzare qualcos'altro che non siano le solite ciance del mondo. Quando il figlio comincia a capire, come dice Morpheus - che sei uno schiavo - che orse la sua natura vera è un'altra, che forse gli è stato nascosto qualcosa, che gli è stata celata la vista, perché l'illusione, Maya, stende il suo velo anche sulla nostra vera Natura. Solo quando questo avviene e solo allora che la Madre, Trinity, diviene il tramite di questa unione; essa è il fuoco collante di questa unione, è il fuoco che cuoce il fango con cui è fatto il figlio dell'uomo (Mr. Anderson).
[...] Torniamo al nostro film e cioè al fatto che Trinity compare nel caos della discoteca che simboleggia il disordine dellam mente. Lei sa che NEO sta cercando Lui, ma Lui è il Padre, il suo essere Reale: è Morpheus. NEO lo cerca, sta cercando LUI, cioè se stesso.. Chiunque si ponga delle questioni in merito all'"esistenza", chiunque si ponga domande esistenziali, in realtà cerca se stesso, cerca l arealizzazione del suo sé più profondo. Tutta quella sofferenza di quando si comprende, di quando si scopre e si riflette sulla fragilità della natura umana, se portano ad un moto di ribellione interiore, non sono altro che il riflesso di una smania interiore, della smania e della volontà di esistere del nostro stesso Intimo.Nessuno vuole morire, ma non tutti ci vogliono mettere mano per risolvere il problema. Per NEO è "anelito"; è un bisogno interiore che bene non comprende, ma che diventerà il desiderio di realizzare qualcosa che intuisci di "essere", quello che viene sottinteso da Gesù come il ricongiungimento col Padre Intimo, la riappacificazione con tutte le parti del me stesso, che si sciolgono in un'unica "verità. Il riflesso di ciò che è il volere, che è la volontà "intima" in noi di manifestarsi in NOI, di manifestare l'idea. E' il "volere", è quello che negli scritti è chiamata la volontà del Padre Nostro che sta in segreto, la volontà dell'Intimo di "voler esistere", che è l'inizio del nostro voler ESSERE. Il problema è che essendo la nostra volontà non nostra, ma del nostro ego alterato, facciamo fatica ad intendere di quale volontà parliamo e traduciamo in volontà i desideri meccanici della nostra mente condizionata.
Questa spinta non ci appartiene, se non nel profondo di noi stessi, se non come volere, come volontà del nostro "intimo". Non siamo noi che cerchiamo l'UNIONE, l'unità dell'anima, non siamo noi a cercare l'immortalità e la maestria: Non è la personalità a cercare, ma il nostro "Reale Essere" interiore profondo, il nostro Sé autentico. Uno spazio astratto assoluto nel quale tutte le nostre possibilità sono, esistono. Il Divino che abita nelle profondità della psiche umana, è la ragione "nascosta" che ci porta a spingerci a cercare LUI, che ci spinge a cercare Noi stessi: l'Io legittimo dell'Io Sono, e a cercare quell'aiuto, Morpheus, la persona ben addestrata che ci aiuti a conseguire la nostra personale incoronazione.
Ecco perché Trinity dice: '[...]quando Lui ha trovato me'. LUI cerca il figlio, perché l'Intimo ha bisogno di un "figlio" ** per discendere/ascendere, ha bisogno di un "figlio" per manifestare la sua Idea, per manifestare se stesso nella creazione. Padre e ffiglio si cercano reciprocamente, e solo quando il figlio comincia a comprendere la sua schiavitù che si creano le condizioni per il primo incontro. Si tratta di una grande metafora per indicarti che esiste un principio unico "esistenziale" che stai cercando di compiere, quel principio è il Padre, ma sei ancora tu. E' quella parte di te che sta cercando le circostanze, quella parte che ti invita a selezionare i tuoi entusiasmi e realizzare qualcos'altro che non siano le solite ciance del mondo. Quando il figlio comincia a capire, come dice Morpheus - che sei uno schiavo - che orse la sua natura vera è un'altra, che forse gli è stato nascosto qualcosa, che gli è stata celata la vista, perché l'illusione, Maya, stende il suo velo anche sulla nostra vera Natura. Solo quando questo avviene e solo allora che la Madre, Trinity, diviene il tramite di questa unione; essa è il fuoco collante di questa unione, è il fuoco che cuoce il fango con cui è fatto il figlio dell'uomo (Mr. Anderson).
La povertà si riferisce alla condizione umana, alla condizione in cui tutti versiamo, la miseria nella quale ci siamo messi; lo Spirito è ciò che cerca di farsi carne, è lo Sposo, è un aspetto della nostra monade che tenta nel corso dei secoli e dei Mahavantara di incarnarsi per giungere alla Salvezza. Il potere salvifico dell'opera del Cristo è alla base di tutto questo insegnamento. La nostra opera deve poter portare alla dissoluzione dei nostri difetti, così fortemente cristallizzati nel profondo di ciò che ci anima, nel profondo della nostra "psiche", causa prima del nostro psichismo. Senza la morte dell'egoismo l'uomo non ha nessuna possibilità di purificarsi e di accogliere in sé la sua vera Natura Divina, in quanto l'egoismo stesso è il velo che lo rende cieco davanti al Padre. Sì, capisco è un concetto difficile da accettare. E' come dire che chiediamo a noi stessi di uccidere noi stessi. Il problema è che non capiamo di essere divisi. Di essere separati dalla nostra Reale Natura. Non conosciamo realmente noi stessi.
Conosci te stesso per molti significa conoscere il proprio carattere, con le sue qualità ed i suoi difetti. Questa è una conoscenza sicuramente necessaria, ma è parziale, conoscere se stessi non è esattamente questo. Noi in realtà non solo non sappiamo niente di cosa siamo realmente e del nostro reale potenziale, ma non conosciamo neppure ciò di cui abbiamo bisogno per realizzare la nostra vera Natura; semmai aspettiamo di averne una. Ciò di cui abbiamo fino ad oggi fatto esperienza è la nostra personalità, i suoi bisogni e le sue manifestazioni "egoiche" e pensiamo di noi d'essere solo quello, pensiamo di essere solo il nostro corpo fisico. E' sufficiente vedere cosa preoccupi gli esseri umani e a che cosa consacrino il loro tempo e le energie. Per poi sentirsi ancora spossati, insoddisfatti e vuoti. Questa è la dimostrazione che essi non si conoscono.
[...] Adesso mi chiederai, ma allora io chi sono? Se non sono la personalità e non sono il Divino, se non sono l'Intimo... chi sono?
Sei l'intermediario, il punto di passaggio, sei il momento intermedio, non sei qualcuno, sei solo un "istante" della tua esistenza, sei la tua aspirazione in potenza, sei NEO, sei il maggiordomo che mette ordine in attesa che ritorni il padrone. Sei l'"essenza", sei il seme di una ghianda fatto ad immagine e somiglianza, e se avrai cura di coltivarti diverrai come la quercia che ti ha generato. Per il discepolo della Scienza Iniziatica conoscere se stesso equivale a separare la propria Coscienza dal circolo limitato e vizioso della propria natura inferiore, per fondersi nella Coscienza illuminata dell'Essere cosmico che vive in lui, che opera in lui. Tutti hanno portato la croce della sofferenza: tutti hanno dovuto crocifiggere la propria volontà egoica e personale e morire a tutto ciò che è illusorio e terreno, prima di conseguire la corona della vittoria e dispiegare le facoltà spirituali della propria anima, il "Nostro Intimo" che per il momento sta in segreto, ma perché non ha né termini, né strumenti per manifestarsi... Lui è te in potenza!
[...] Che cos'è Matrix?... E' la domanda, è il nostro chiodo fisso. E' la domanda il chiodo fisso, perché nell'inquietudine della domanda che c'è la sensazione che ci guida, che guida NEO verso Morpheus. Senza la domanda non c'è lavoro, non c'è ricerca, non c'è inquietudine, non c'è incontro. E' un bisogno totale di libertà dalla schiavitù: è un chiodo fisso.
*Kabir: la parola "kabir" può essere tradotta come maestro, colui che illumina il cammino, la guida, colui che sa.
**figlio: la parola "figlio" è intesa come archetipo di colui che compie la volontà, cioè di quell'uomo o di quella donna che anelano all'autorealizzazione, che anche solo se intuiscono che ci deve essere di più, si adoperano ed accettano di incamminarsi in un cammino di autoconsapevolezza. Il "figlio" è una personalità allineata al volere dello Spirito, ma Padre, figlio e Spirito sono la stessa cosa; distinta ed uguale allo stesso tempo. Quando queste tre parti si allineano si fondono nell'uno, si dfondono in un essere realizzato uniforme. Il "figlio" è figlio dell'uomo: Mr. Anderson.
Conosci te stesso per molti significa conoscere il proprio carattere, con le sue qualità ed i suoi difetti. Questa è una conoscenza sicuramente necessaria, ma è parziale, conoscere se stessi non è esattamente questo. Noi in realtà non solo non sappiamo niente di cosa siamo realmente e del nostro reale potenziale, ma non conosciamo neppure ciò di cui abbiamo bisogno per realizzare la nostra vera Natura; semmai aspettiamo di averne una. Ciò di cui abbiamo fino ad oggi fatto esperienza è la nostra personalità, i suoi bisogni e le sue manifestazioni "egoiche" e pensiamo di noi d'essere solo quello, pensiamo di essere solo il nostro corpo fisico. E' sufficiente vedere cosa preoccupi gli esseri umani e a che cosa consacrino il loro tempo e le energie. Per poi sentirsi ancora spossati, insoddisfatti e vuoti. Questa è la dimostrazione che essi non si conoscono.
[...] Adesso mi chiederai, ma allora io chi sono? Se non sono la personalità e non sono il Divino, se non sono l'Intimo... chi sono?
Sei l'intermediario, il punto di passaggio, sei il momento intermedio, non sei qualcuno, sei solo un "istante" della tua esistenza, sei la tua aspirazione in potenza, sei NEO, sei il maggiordomo che mette ordine in attesa che ritorni il padrone. Sei l'"essenza", sei il seme di una ghianda fatto ad immagine e somiglianza, e se avrai cura di coltivarti diverrai come la quercia che ti ha generato. Per il discepolo della Scienza Iniziatica conoscere se stesso equivale a separare la propria Coscienza dal circolo limitato e vizioso della propria natura inferiore, per fondersi nella Coscienza illuminata dell'Essere cosmico che vive in lui, che opera in lui. Tutti hanno portato la croce della sofferenza: tutti hanno dovuto crocifiggere la propria volontà egoica e personale e morire a tutto ciò che è illusorio e terreno, prima di conseguire la corona della vittoria e dispiegare le facoltà spirituali della propria anima, il "Nostro Intimo" che per il momento sta in segreto, ma perché non ha né termini, né strumenti per manifestarsi... Lui è te in potenza!
[...] Che cos'è Matrix?... E' la domanda, è il nostro chiodo fisso. E' la domanda il chiodo fisso, perché nell'inquietudine della domanda che c'è la sensazione che ci guida, che guida NEO verso Morpheus. Senza la domanda non c'è lavoro, non c'è ricerca, non c'è inquietudine, non c'è incontro. E' un bisogno totale di libertà dalla schiavitù: è un chiodo fisso.
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**figlio: la parola "figlio" è intesa come archetipo di colui che compie la volontà, cioè di quell'uomo o di quella donna che anelano all'autorealizzazione, che anche solo se intuiscono che ci deve essere di più, si adoperano ed accettano di incamminarsi in un cammino di autoconsapevolezza. Il "figlio" è una personalità allineata al volere dello Spirito, ma Padre, figlio e Spirito sono la stessa cosa; distinta ed uguale allo stesso tempo. Quando queste tre parti si allineano si fondono nell'uno, si dfondono in un essere realizzato uniforme. Il "figlio" è figlio dell'uomo: Mr. Anderson.