Dinaweh
Oltre le umane convinzioni esiste il vuoto della mente. Introdurre se stessi nel lavoro interiore, come viene insegnato da Gaetano Pedullà, significa andare oltre tutto quanto ci viene indotto dalla mente, dai condizionamenti culturali, religiosi, dalle convenzioni e dalle abitudini.
Lo scorso fine settimana si è svolto un seminario intensivo per il gruppo che segue il lavoro interiore di Gaetano Pedullà, sulle alture di Chiavari (GE). Il luogo, ameno, immerso nel verde della natura, luogo incantato, poiché abitato da gnomi e fate (ne fanno fede alcune foto scattate da chi ce lo ha gentilmente messo a disposizione, che comprovano la loro presenza abituale come custodi invisibili del bosco), hanno fatto da sfondo a due giornate intense di lavoro interiore, da non confondere con qualsiasi altro lavoro spirituale, poiché questo tipo di "lavoro" non ha come scopo l'estraniamento dallo stress della vita quotidiana attraverso pratiche energetiche che inducono stati di pace e benessere spirituale, bensì di introdurre le persone che vi si misurano, alla verità di se stesse, a quella profonda verità che tutto svela e fa vedere; soprattutto le parti, per la maggioranza inconsapevoli, che "disturbano" di più e che difficilmente si vorrebbero contattare. Ciò significa un lavoro per lo più attivo, non ricettivo, dove la persona, con l'ausilio di tecniche specifiche, si dà il permesso di contattarle, permettendosi di vederle, di riconoscerle, anche e soprattutto se fanno male poiché, ciò che può apparire come un "disturbo", in realtà rappresenta un'occasione unica di crescita e di evoluzione. Ciò non significa prodursi a bell'apposta stati di tensione e di dolore, ma se questi stati affiorano, tale pratica di lavoro interiore insegna come affrontarli. Essere quindi nell'unità di se stessi significa non essere separativi e quindi vuol dire che ogni suono, ogni rumore, ogni pensiero, ogni emozione, vanno accolti e considerati parte essenziale dello stesso lavoro. Entrare nel respiro base quindi, non per escludere i pensieri, le emozioni, gli stati d'animo che apparentemente sembrerebbero distrarci o deviarci dalla meditazione, ma per inglobarli nel lavoro, anche con l'aiuto della tecnica di armonizzazione degli stati psico-emozionali, quando e ogniqualvolta queste emozioni o determinati stati della mente dovessero prendere il sopravvento e allora sì, allontanarci dallo scopo ultimo: quello di contattare il Sé Superiore e, come dicevo nel titolo... permetterci di spingersi oltre.
Cosa vuol dire "spingersi oltre" dunque, se non uscire dall'inganno della mente inferiore, che tutto vuole 'capire', interpretare, scindere e analizzare? Per andare dove? Per spingersi oltre l'illusorietà di una realtà interpretata dalla maggior parte delle persone come una serie infinita e casuale di fatti e avvenimenti (traumi, lutti, perdite, separazioni, tradimenti, abbandoni), come se non ci fosse alcuna relazione, alcuna causalità messa in moto proprio da se stessi... come se si perdurasse nel proprio stato di vittime o di carnefici, per una sorte maligna e cattiva, per colpa dei genitori, del partner, dei figli, del datore di lavoro, dei colleghi, ecc..
Il lavoro interiore "scopre le carte", diciamo così, mettendo in evidenza il nesso ancestrale tra le azioni e le esperienze di questa vita o di altre vite e le cause, che queste stesse azioni ed esperienze hanno originato, fino nell'attualità del momento presente. Ecco che per la legge di causa ed effetto, quella stessa che in altri post ho messo in evidenza come la legge universale che muove gli universi (e quindi anche noi che ne facciamo parte e che siamo un micro-universo nel Macro-Universo), tutto trova un senso e una propria verità.
Attenzione, però! Occorre risalire ad una causa a volte molto lontana nel tempo e quindi riferirsi ad una visione metafisica, nel vero senso della parola. Una visione ed una interpretazione dell'esistente come l'ultimo anello di una catena invisibile che ha le sue origini al di là della materia stessa. Il lavoro interiore ci riporta quindi immancabilmente "al mondo delle cause"; in quel forziere ove sono custoditi e preservati tutti i nostri incontri, tutte le nostre epifanie, tutte le incarnazioni dell'anima che, staccandosi dal Sé Cosmico, si individualizza e sperimenta se stessa, 'per tentativi ed errori', come direbbe una certa corrente di pensiero della psicologia umana e animale...
Sì, proprio così! Come un bambino che impara a camminare e a muoversi facendo i suoi primi passi, inciampa e cade ripetutamente, così fa l'anima quando, ormai strutturata ed individualizzata nell'Ego Sum, impara a muoversi nel mondo della manifestazione e della fenomenologia densa della materia, palcoscenico visibile e tangibile per le proprie diverse esperienze. La dualità quindi, diventa il terreno di sperimentazione che, attraverso i suoi molteplici travestimenti, l'anima può esperire in mille fogge e in molteplici incarnazioni.
Il lavoro interiore riporta al punto centrale di "sé", inteso come 'Sé Superiore', punto centrale e progetto che l'anima si è dato per arrivare alla propria Realizzazione.
Qual è la novità del "lavoro interiore", così come viene insegnato da Gaetano Pedullà?
Consiste nell'offrire a tutti coloro che sentono intimamente la spinta verso la propria realizzazione umana e spirituale la possibilità di raggiungerla, o perlomeno di incamminarvisi, senza per questo chiudere la porta a ciò che la vita concreta di tutti i giorni impone loro come compagni o compagne, mariti o mogli, padri o madri di famiglia, che hanno un lavoro, delle relazioni, dei figli o dei genitori da accudire. Lo Spirito parla ancora all'uomo di questo tempo caotico e stressato dalla velocità, dal rumore, dal consumo e dalla noia esistenziale.
Una volta, in tempi non così remoti, per raggiungere la propria Realizzazione era necessario ritirarsi in cima alle montagne, in eremi isolati, nelle caverne, come facevano i monaci tibetani e gli yogi indiani, oppure in Occidente all'interno di scuole Misteriche e Occulte per pochi iniziati.
Oggi, grazie al Risveglio del pianeta e al graduale passaggio ad un altro piano di esistenza per gli esseri viventi che lo abitano, viene data dai Maestri ascesi e dalle Guide Spirituali la possibilità a sempre più persone di raggiungere le alte vette del dominio di Sé. Un tempo il Cristo aveva detto che a tutti sarebbe stata data la possibilità di diventare come Lui e di fare cose più grandi di quelle che aveva fatto lui.
Ho descritto in altro post la vita segreta di Gesù e il suo percorso iniziatico, durante tutti gli anni di cui la chiesa stessa non parla, che vanno dai suoi dodici ai trenta [Il Gesù dimenticato].
Quale il migliore approccio per intraprendere il "lavoro interiore"?
Sicuramente occorre avere tanta pazienza con se stessi, imparare ad amarsi, per riconoscere il vero significato delle parole del Cristo, quando diceva "Ama te stesso come il tuo prossimo"; significa concedersi tempo e non forzare i processi e le comprensioni dell'anima che accadono automaticamente, senza che noi lo vogliamo o quando vorremmo che accadessero. Naturalmente ciò può avvenire se si è disposti a fare un costante lavoro su di sé. Gaetano spesso dice che è come accudire un figlio, lavorare su di sé; anche se fa le bizze o non vuole fare i compiti, mica lo butti giù dalla finestra o lo cacci di casa... Si sta insieme ad un figlio, anche quando ci fa disperare e non per questo si smette di amarlo! Sono tanti gli insegnamenti che si ricevono quando si inizia il lavoro interiore e vale veramente la pena progredire e rafforzare la volontà anche quando ci si trova di fronte a momenti topici, perché ciò vuol dire che si toglie un altro strato di inconsapevolezza verso la consapevolezza di sé. E' di fondamentale importanza la guida spirituale che Gaetano Pedullà offre a chi decide di seguire le pratiche da lui insegnate; non per creare dipendenza, ma per aiutare la comprensione di passaggi che a volte possono 'smarrire' chi li vive in prima persona.
Gli effetti del "Lavoro interiore"
Sono sicuramente positivi; alla lunga sapremo vivere in autonomia e riconoscere i segnali che la vita nel suo quotidiano ci pone per comprendere - non più con la mente razionale, ma con l'intuito e il "sentire" del cuore - i passaggi e i nodi da sciogliere dentro di noi, perché poi gli effetti positivi si manifestino anche fuori, cioè nella vita concreta. Si impara a riconoscere che "il fuori" non è altro che la manifestazione del "dentro"; ci si sente sempre più connessi a tutto ciò che ci circonda, non si percepisce più la separazione di sé dall'altro, ci si sente parte del Tutto e, diventando sempre meno "separativi", si smette di giudicare se stessi (abbiamo imparato ad amarci, con l'arte della pazienza e della cura di noi stessi) e, come conseguenza non giudicheremo più gli altri; smetteremo di crogiolarci nel ruolo di vittime e daremo ad ogni cosa il proprio nome, saremo nella verità con noi stessi... Il rispetto verso di noi ci porterà anche ad avere prima o poi il coraggio di interrompere delle relazioni di coppia o delle amicizie se non corrispondono più alla nostra vibrazione, un certo tipo di lavoro, anche se ci offre un'eccellente remunerazione economica e sapremo esprimere con sempre più facilità il nostro sentire profondo. Scopriremo che l'importanza di essere felici e realizzati nella vita spesso non corrisponde a ciò che ci viene imposto dalle regole o dalle consuetudini sociali, familiari o religiose, ma che è il frutto della propria realizzazione personale, quando non vada a nuocere la libertà e il benessere altrui.
La mia esperienza personale
Seguo il "lavoro interiore" dal settembre del 2013 e posso testimoniare di quanto sia cambiata in meglio la mia vita, per le stesse motivazioni che vi ho elencato qui sopra. Sapete che tutto quello che scrivo su questo blog, se non si tratta di citare passi di altri autori o di commentarli, è sempre frutto della mia esperienza personale e altro non potrebbe davvero essere.
Immagino che tutti voi lettori siate d'accordo con me, che a nulla varrebbe essere per se stessi e per gli altri un libro stampato e imparato a memoria!
Siamo qui sul piano delle possibilità e perché l'anima possa fare esperienza per ricordare chi è e tornare, prima o poi, alla Fonte da cui proviene. "Non giudicate per non essere giudicati!", ha detto Gesù. Chi mai potrà giudicare un altro fratello di non essere "così spirituale" nella propria vita, se tutti siamo Spirito pulsante in un corpo, destinati a tornare allo Spirito Primigenio, da cui scaturì il soffio della vita?
Mia opinione è che anche l'assassino più efferato sta compiendo il suo cammino spirituale; magari non lo sa, nel momento in cui compie il crimine, ma prima o poi la vita, attraverso il karma (non punizione, ma conseguenza della legge universale di causa-effetto), gli darà l'opportunità di scoprire di essere Figlio della stessa Luce da cui ogni essente scaturigina. Tutti siamo spirituali, ancorché umani. Tutti torneremo alla stessa Fonte, come è vero che l'acqua di ogni fiume si dissolve nel suo mare.
Mia opinione è che anche l'assassino più efferato sta compiendo il suo cammino spirituale; magari non lo sa, nel momento in cui compie il crimine, ma prima o poi la vita, attraverso il karma (non punizione, ma conseguenza della legge universale di causa-effetto), gli darà l'opportunità di scoprire di essere Figlio della stessa Luce da cui ogni essente scaturigina. Tutti siamo spirituali, ancorché umani. Tutti torneremo alla stessa Fonte, come è vero che l'acqua di ogni fiume si dissolve nel suo mare.
Con amore.
Dinaweh
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