lunedì 15 marzo 2021

ALLE SORGENTI DELLA VITA

 
ALLE SORGENTI DELLA VITA





 "...e lo spirito di Dio si movea sopra le acque"
(Genesi, cap. I )


Una nuova meravigliosa luce albeggia all'orizzonte del mondo fenomenico. Nel tepido grembo delle acque il pianeta si prepara ad accogliere il primo germe, principio di un nuovo modo di esistere. Il momento è solenne. L'universo assiste alla genesi della meraviglia suprema, maturata nel suo seno attraverso incommensurabili periodi di lenta preparazione, quasi conscio da quale sforzo titanico della Sostanza scaturisca, nel punto culminante, la sintesi massima: la vita. Nasce il fiore più complesso e più bello, in cui più limpido traspare il concetto della Legge e il pensiero di Dio. Dio, sempre presente nel profondo delle cose, appare, man mano che si ascende, sempre più evidente; nella sua progressiva manifestazione Dio si avvicina alla sua creatura.
Allo scoccar della prima scintilla ai confini estremi del mondo dinamico saturo di passato ed al massimo maturo, tremò l'universo memore e presago. La materia aveva esistito, l'energia si era mossa, ma solo la vita avrebbe saputo piangere o gioire, odiare o amare, scegliere e comprendere, comprendere l'universo e la Legge e pronunciare il nome del Padre suo: Dio. Nasce la vita, non la forma per sé, come veicolo e mezzo di sua ascensione. In quel principio che animerà la prima massa protoplasmatica, vi è il germe di tutte le successive, sconfinate realizzazioni della nuova forma della Sostanza; su, su, fino alle emozioni e alle passioni, vi è il germe del bene e del male, di tutto il vostro mondo etico e intellettuale. La fuga elettronica di un raggio di sole diverrà bellezza e gioia, sensazione e coscienza.
Il nostro cammino tocca, raggiungendo la vita, regioni sempre più alte; questa esposizione erompe in un inno di lode al Creatore, la mia voce si fonde nel canto immenso di tutto il creato. Di fronte al mistero che si compie, nel momento supremo della genesi, la scienza diventa mistica espansione, l'arida esposizione si accende pervasa dall'alito del sublime, per la cruda fenomenologia scientifica spira il senso del divino. Di fronte alle cose supreme, ai fenomeni decisivi che appaiono solo alle grandi svolte dell'evoluzione, i principi razionali della scienza e i principi etici delle religioni si fondono nello stesso lampo di luce, in una verità sola. E perché la verità da voi razionalmente ritrovata dovrebbe essere diversa dalla verità che vi fu rivelata? Di fronte all'ultima sintesi cadono gli antagonismi inutili del momento e del vostro animo unilaterale e cieco. 
Nel tutto deve rientrare ogni parziale vostra verità e concezione, la scienza come la fede, ciò che nasce dal cuore e ciò che nasce dalla mente, la più profonda matematica e la più alta aspirazione mistica, la materia e l'anima e nessuna realtà, pre quanto relativa, può essere esclusa. Se la scienza è sostanziale realtà, come può esser posta fuori della sintesi?
E se l'aspetto etico della vita è pure sostanziale realtà, come può essere trascurato? 
Queste nuove concezioni possono urtare il vostro misoneismo, un tale salto in avanti può farvi quasi paura, un tale concetto della divinità può riempirvi, più che di amore, di sgomento. Ma dovete anche ammettere che, con ciò, quel che risulta rimpicciolito è solo il concetto dell'uomo, con quello di Dio, che ingigantisce oltre ogni misura. Ciò potrà dispiacere agli egoisti e ai superbi, mai alle anime pure. 
Nel momento solenne aleggia negli spazi un alito divino.
Il pensiero, percorso dal grande mistero, guarda e si raccoglie in preghiera.
Così pregate:

Ti adoro, recondito Io dell'universo, anima del  tutto, Padre mio e Padre di tutte le cose, respiro mio e respiro di tutte le cose. Ti adoro, indistruttibile essenza, sempre presente, nello spazio, nel tempo e oltre, nell'infinito.

Padre, Ti amo, anche quando il Tuo respiro è dolore perché il Tuo dolore è amore; anche quando la Tua Legge è fatica, perché la fatica che la Tua Legge impone è la via delle ascensioni umane.

Padre, mi immergo nella Tua potenza, in essa mi riposo e mi abbandono, alla sorgente io chiedo l'alimento che mi sostenga. Io ti cerco nel profondo ove Tu sei, donde mi attrai, Ti sento nell'infinito ove non giungo e donde mi chiami. Non ti vedo, eppure mi accechi con la Tua luce; non Ti odo, eppure sento il suono della Tua voce; non so ove Tu sia, eppure Ti incontro ad ogni passo; Ti dimentico e Ti ignoro, eppure Ti ascolto in ogni mio palpito. Non so individuarti eppure verso di Te gràvito, come gravitano tutte le cose, verso di Te, centro dell'universo.

Potenza invisibile che reggi i mondi e le vite, Tu sei nella Tua essenza, al di sopra di ogni mia concezione. Che sarai Tu mai, che io non so descrivere e definire, se il solo riflesso delle Tue opere mi acceca? Che sarai Tu mai se già mi stupisce l'incommensurabile complessità di questa Tua emanazione, piccola scintilla spirituale che tutto mi anima? L'uomo Ti insegue nella scienza, Ti invoca nel dolore, Ti benedice nella gioia. Ma nella grandezza della Tua potenza come nella bontà del Tuo amore Tu sei sempre oltre, oltre tutto il pensiero umano, al di sopra delle forme e del divenire, un lampo nell'infinito.

Nel muggito della tempesta è Dio, nella carezza dell'umile è Dio; nell'evoluzione del turbine atomico, nel lancio delle forme dinamiche, nel trionfo della vita e dello spirito è Dio. Nella gioia e nel dolore, nella vita e nella morte, nel bene e nel male è Dio; un Dio senza confini, che tutto comprende e stringe e domina, anche le apparenze dei contrari, i quali guida ai suoi fini supremi.

E l'essere sale, di forma in forma, anelante di conoscerTi, ansioso di una sempre più completa realizzazione del Tuo pensiero, traduzione in atto della Tua essenza.

Io Ti adoro, supremo principio del tutto, nella Tua veste di materia, nella Tua manifestazione di energia; nell'inesauribile rinnovellarsi delle forme sempre nuove e sempre belle, io adoro Te, Concetto, sempre nuovo e buono e bello, inesauribile Legge animatrice dell'universo. Ti adoro, gran tutto, sconfinante oltre tutti i limiti del mio essere.

In questa adorazione mi anniento e mi alimento, mi umilio e mi arrendo, nella grande Unità mi fondo e nella grande Legge mi coordino, perché la mia azione sia sempre armonia, ascensione, preghiera , amore.



Così pregate, nel silenzio delle cose, guardando soprattutto verso il profondo che è dentro di voi. Pregate con animo puro, con slancio intenso, con fede potente e la radiazione animica, armonicamente sintonizzata con la grande vibrazione, conquisterà gli spazi. E una voce udrete di conforto, raggiungervi dall'infinito. 



Pietro Ubaldi, La Grande Sintesi, ed. Mediterranee, Roma, 1996, pp. 219-222.


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