martedì 12 marzo 2019

LA LUCE ADAMANTINA - INSEGNAMENTI ESOTERICI PER LA NUOVA ERA (10) - [seconda parte - Capitolo VI]


LA LUCE ADAMANTINA





INSEGNAMENTI ESOTERICI
PER LA NUOVA ERA

(10)

seconda parte 
CAPITOLO VI

LA LEGGE DEL KARMA



Innanzitutto è necessario che comprendiamo il significato della parola "Karma". Tale parola di per sé significa Legge di causa ed effetto. Ovviamente, non esiste causa senza effetto, né effetto senza causa. Qualunque atto della nostra vita, buono o cattivo, ha necessariamente le sue conseguenze.
Poco a poco e mano a mano che continuiamo a crescere in conoscenze, vediamo che l'uomo vive in un mondo di leggi. Ogni scoperta di una legge della natura rende più libera la volontà dell'uomo, benché sembri a prima vista che circoscriva le nostre azioni. Dato che le azioni non sono altro che la risultante di una serie di Forze del pensare e sentire del mondo interiore, la suprema necessità dell'uomo è comprendere che questo suo mondo interiore è un mondo di legge e di ordine. L'idea che tutto l'Universo è un'espressione di energia è già familiare alla nostra scienza moderna. L'elettrone è un deposito di energia ed anche le stelle lo sono, benché in scala maggiore. Questa energia è sottoposta ad un cambiamento continuo: il movimento si trasforma in calore o elettricità; questa, in magnetismo, e così via. L'uomo stesso è un deposito di energia: l'ingerisce con gli alimenti e la trasforma in movimento del suo corpo. L'energia dell'uomo utilizzata in una buona azione è vantaggiosa e in questo caso la definiamo Bene; quando la si utilizza per far danno al prossimo la definiamo M Male. Durante tutta la sua vita l'uomo è un trasformatore: l'energia universale entra in lui per trasformarsi in servizio o in danno.
La Legge del Karma è la relazione di causa ed effetto stabilita man mano che l'uomo trasforma l'energia e ha il suo effetto nei tre piani della manifestazione: nel fisico, nell'astrale e nel mentale: Questa legge agisce nei piani invisibili ancor più di quanto faccia nel mondo fisico. La parola Karma è una parola sanscrita (lingua orientale molto antica) e nel suo senso più profondo fa riferimento alla Bilancia della Giustizia Universale che influisce sull'evoluzione di tutto il creato, facendolo progredire adeguatamente.
La Giustizia e la Misericordia divina sono le due colonne fondamentali di questa legge universale. La giustizia senza misericordia è tirannia: la misericordia senza giustizia è eccessiva tolleranza. Ambedue si completano mutuamente e formano la vera e sacra "Giustizia divina", che equipara tutti sena eccezioni. Nel momento in cui l'uomo agisce, scatena inevitabilmente certe forze che producono determinati risultati. Questa idea che relaziona la Causa con l'effetto è contenuta originariamente nella parola Karma.
Il Karma è una terapia applicata per il nostro bene; disgraziatamente molti, invece di inchinarsi riverenti davanti ai propri errori, protestano, bestemmiano, giustificano se stessi, si scusano stupidamente e se ne lavano le mani. Con tali proteste non si modifica il karma, al contrario, esso diventa più duro e severo.
E' necessario che comprendiamo che il karma, quando produce dolore, è un maestro che ci avvisa che stiamo facendo qualcosa male; è come quando mangiamo pantagruelicamente, il nostro stomaco reagisce provocando mal di stomaco. Lo stomaco non ci sta punendo ma ci avvisa che abbiamo esagerato e che la prossima volta dovremo comportarci con maggior moderazione e buonsenso. Questa è la legge di causa ed effetto. Quale fu la causa del mal di stomaco? La nostra gola; e quale fu l'effetto nel nostro organismo? Il dolore, la sofferenza.
La legge del Karma è, dunque, una medicina, un maestro di vita che c'insegna il Giusto equilibrio e non solo nel nostro organismo, bensì in tutte le aree della nostra vita. Diremo: "Allora, poiché agendo commettiamo necessariamente errori e poi dobbiamo soffrire per ripararli, tanto vale non fare niente! Non è così, bisogna agire.
Evidentemente soffriremo, ma impareremo, evolveremo...ed un giorno non soffriremo mai più. Ogni movimento, ogni sentimento, ogni pensiero, ogni parola, scatena certe Forze che hanno in sé conseguenze, naturalmente, ma supponiamo che questi atteggiamenti interiori e queste parole siano ispirate alla bontà, alla purezza ed al disinteresse: allora attrarremmo immancabilmente conseguenze benefiche.
Il Karma è indipendente dal bene e dal male. Pertanto non può esserci karma buono o karma cattivo. Molti usano la parola karma per designare in generale gli effetti che producono dolore e DHARMA per indicare gli effetti che ci portano gioia e soddisfazione, ecc. Ma la vera radice della parola "Karma" non riguarda effetti cattivi o buoni, bensì semplicemente le conseguenze di un'azione. Il Karma "buono", Dharma, è la conseguenza di un'attività ordinata, armoniosa, benefica. La parola Dharma è la via spirituale, il dovere morale dell'anima. L'essere che sia capace di intraprenderla sfuggirà alla legge della fatalità, situandosi sotto la Legge della Provvidenza. Non fare niente per evitare le preoccupazioni e le sofferenze non è la soluzione corretta; dobbiamo essere attivi, dinamici, essere pieni di iniziative evitando che il proposito delle nostre azioni sia l'egoismo o l'interesse personale. E' l'unico modo per evitare il disastro della nostra vita. Evadere le conseguenze è impossibile: ci saranno sempre cause ed effetti, qualunque sia la nostra attività; semplicemente, se riusciamo ad agire con intenzioni disinteressate, non si produrranno effetti dolorosi, bensì gioia, liberazione e pienezza interiore.
Non bisogna avere paura dell'errore nell'azione; come potremmo evolvere se non sbagliamo? Bisogna proseguire, con fede e conoscenza. I "massoni" (ricordiamo che la parola massone significa "muratore" in francese), necessariamente devono sporcarsi nell'opera di costruzione del tempio; quando finiscono si lavano e si cambiano gli abiti, però sono felici di aver costruito il tempio. Bisogna agire, il tempio interiore deve essere costruito adeguatamente e questo può succedere solo se lavoriamo, ci sporchiamo e ci compromettiamo nel corso del servizio di costruzione.
E' impossibile sfuggire alla Legge di causa ed effetto. La questione consiste semplicemente nel sapere che tipo di forze stiamo attivando. "RACCOGLIEREMO QUELLO CHE ABBIAMO SEMINATO". Se studiamo dettagliatamente questa legge fondamentale, se assimiliamo il suo significato, tutto si trasforma in un sistema ricco e profondo, poiché ogni verità essenziale ha applicazioni in tutti i Piani. Spiegata in dettaglio, questa legge genera tutto un sistema filosofico; ecco perché la Religione è tanto ricca di norme e precetti. Ma in fondo troviamo che l'origine di tutte queste regole è una sola legge: raccogliamo unicamente quello che abbiamo "seminato". Come  aggiunta a questa legge, aggiungiamo una altrettanto veridica applicazione sul piano filosofico, per esempio le parole di Gesù, che non sono altro che il prolungamento di questa legge: "Non fate agli altri quello che non vorreste fosse fatto a voi".
Ogni offesa lanciata verso qualcuno è una forza lanciata nell'universo che opera a detrimento di un altro, perturbando l'equilibrio tra i due; questo equilibrio dovrà ristabilirsi con danno del perturbatore, cioè della persona che produsse il danno. Il suo Karma per il danno è la sofferenza, l'effetto che ne consegue, che compensa la vittima, ristabilendosi così l'equilibrio originale. La stessa cosa succede coin una buona azione. Il suo karma o reazione è una forza che combina le circostanze materiali in modo che producano vantaggi. Inoltre, in questo ordinato universo, ogni tipo di forza opera nel suo proprio mondo: uno può fare l'elemosina ad un mendicante per compassione e simpatia ed un altro per liberarsi del disturbo che questi gli causa. Ambedue realizzano una buona azione e per entrambi il karma dell'azione nel mondo fisico sarà un benessere; ma il primo avrà un karma addizionale nel mondo astrale per la sua pietà e simpatia che gli produrrà una sensazione di benessere, mentre l'altro non riceverà questo beneficio. 
Attualmente osserviamo con deplorazione che c'è molta gente che non crede in Dio. Affermano che, se Dio esiste ed è giusto, perché c'è tanta ingiustizia nel mondo? Perché un bambino nasce in una culla ricca ed un altro nella più assoluta povertà? Perché alcuni sono molto attraenti o intelligenti ed altri sono brutti o poco intelligenti? Perché un uomo nasce cieco o mutilato? Perché, perché tutta questa apparente ingiustizia...? Certamente se pensiamo che Dio esiste ed è Giusto, tutte le domande precedenti rimangono sospese.
Davanti a queste domande possiamo adottare tre posizioni ben definite: 1° Dio non esiste, pertanto niente importa e tutto succede per caso; 2° Il nostro Creatore è un Dio crudele, ingiusto e capriccioso, che gioca con le vite innocenti degli uomini, benedicendo alcuni e maledicendo altri senza alcuna logica. 3° Non comprendiamo ancora la maniera in cui il nostro Creatore ha disposto le Leggi divine: Egli è un Dio Giusto e misericordioso che distribuisce ad ognuno i suoi propri meriti.
Noi incliniamo per la terza opzione.
E' importante che comprendiamo che l'uomo, prima e dopo la nascita, non è completamente innocente. Le nostre vite precedenti contano molto per le sfortune o fortune che pagheremo o riscuoteremo in questa. Per questo non c'è legge più giusta della Legge del Karma, che risolve armoniosamente ogni destino che liberamente noi formiamo coi nostri atti e i nostri pensieri.
Anche se non credessimo in Dio, non potremmo non riconoscere l'esistenza di un ordine nella natura, la qual cosa implica necessariamente l'esistenza di un'intelligenza creatrice di questo ordine.
Pensiamo per un istante alla quantità di leggi naturali che hanno dovuto confluire per poter creare il nostro Universo, il nostro pianeta, o il nostro corpo tanto complicato e intelligente, L'intelligenza dell'uomo, primariamente, è un prodotto delle Leggi intelligenti della natura. E chi programma quelle leggi affinché eseguano il loro saggio lavoro evolutivo, di crescita ed adattamento incessante? Evidentemente costui dovrebbe essere un Essere ancora più intelligente delle sue creazioni, un Essere, o Esseri Superiori capaci di programmare.
Si deduce perciò che c'è un proposito, un ordine ed un progetto per gli uomini e per tutte le creature della creazione, da un atomo fino al più eccelso angelo; tutto persegue il raggiungimento di un Archetipo Cosmico e le Leggi Cosmiche sono gli strumenti di lavoro.
Noi entriamo in questa vita con la nascita con un lungo passato di molte incarnazioni; siamo le stesse anime che abitarono i corpi primitivi della Razza lemure, siamo evoluti anche nei corpi atlantidei e siamo passati gradualmente, man mano che continuavamo ad avanzare, in nuovi corpi con maggiori capacità di espressione.
Niente si perde dopo ogni morte. Tutto è immagazzinato nella memoria dell'anima, attraverso i suoi atomi permanenti e questa conoscenza e questa esperienza rendono l'uomo capace, in ogni nuova incarnazione, di districarsi meglio nei tre mondi.
La legge del Karma regola questo Crescere incessante, vita dopo vita, non lasciando niente nella dimenticanza. Lo sviluppo fisico, astrale o mentale che raggiungiamo in ogni esistenza serve per la successiva: se in una vita coltiviamo la salute, nella successiva nasceremo sani; se coltiviamo le nostre emozioni superiori, nasceremo sensibili all'armonia, allo splendore; se coltiviamo la nostra mente, i nostri pensieri, rinasceremo intelligenti, creativi, geniali; se coltiviamo lo Spirito, nasceremo saggi, giusti, potenti, magnifici e Gloriosi... Vediamo dunque che tutto segue una Continuità e quello che raggiungiamo in una vita ci serve fedelmente per tutta l'eternità.
Questa è la Legge del Karma, che è la legge più giusta poiché tratta tutti allo stesso modo... Né la Fortuna, né la Casualità hanno spazio nel nostro Universo.
L'espressione frequentemente utilizzata "ha avuto fortuna" o "che casualità!" ed altre simili, sono utilizzate da quegli individui che ovviamente ignorano le Leggi della vita. Non esiste la fortuna, perché dove c'è fortuna o casualità non ci sono né Legge né ordine, c'è caos e questa visione non può coesistere con un Creatore ed un progetto; e, dato che il nostro sistema solare è un sistema ordinato e tutto accade in accordo con le leggi che lo regolano, non possiamo in nessun caso accettare la parola "Fortuna" o "casualità".  Il Mahatma Gandhi disse: "Neanche una sola foglia cade a terra, senza che la legge lo disponga". 
Per capire come funziona la Legge del Karma possiamo immaginare l'Universo come uno stagno tranquillo ed in armonia. Gettiamo ora una pietra al centro dello stagno. Che succede? Che da quello stesso centro incomincia adf emergere un'onda circolare che si estende ed arriva fino al litorale, poi rimbalza e ritorna allo stesso centro dove si è prodotta l'azione- Così pure nell'Universo, nella vita, lanciamo continuamente pietre che creano cause che poi riceviamo noi stessi come effetti della nostra azione. Le "pietre" che lanciamo e che incidono sulla vita possono essere di tre tipi: quelle lanciate attraverso le nostre azioni fisiche, quelle provenienti dalle nostre emozioni o sentimenti e quelle emanate dai nostri pensieri.
Un saggio disse: "perfino un semplice scintillio si ripercuote in qualche modo sull'ordine di tutto l'Universo". Ogni azione si ripercuote su tutto. Pertanto, il mondo intero risponde alle nostre azioni. In nessun caso siamo separati dal resto dell'umanità, ma partecipiamo continuamente al suo sviluppo o alla sua disgrazia, tale è la nostra responsabilità.
Anche il Karma si ripercuote come un tutto sui paesi, sulle razze umane, sulle religioni, ecc., dato che ogni insieme nella sua totalità o nella sua parzialità è responsabile delle azioni che realizza e, quindi, sarà anche responsabile degli effetti che produce, in qualunque campo di attività umana agisca.
Qualsiasi individuo che sia associato in qualche modo ad un gruppo o comunità e partecipi alla sua gestione a qualche livello, economico, legislativo o di base, sta partecipando - secondo la legge del Karma - alla creazione delle ripercussioni che si avranno in quel gruppo umano. E per tale ragione egli sarà responsabile tanto del bene quanto del male che produca detto gruppo. Questo concetto può estendersi a qualunque attività che implichi l'azione unita di più di un individuo. E' anche vero, comunque, che la responsabilità di ognuno dipende dal suo tipo di cooperazione e di intenzionalità.

Oltre quanto esposto precedentemente, è bene ricordare che esistono cinque gruppi o tipi di Karma:

il Karma del mondo, o mondiale e planetario
il Karma di razza, o razziale
il Karma nazionale, di ogni nazione
il Karma di gruppo, o associativo
il Karma individuale, di ognuno.


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Reincarnazione e Karma nelle Sacre Scritture

Fino al quarto secolo i Cristiani credevano nella reincarnazione, come gli Ebrei, gli Egizi, gli Indù, i Tibetani, ecc. Ma, i Padri della Chiesa decisero che questa credenza, prospettando tempi lunghi per l'evoluzione, non avrebbe fatto altro che ritardare e prolungare le cose, così che gli uomini non avrebbero avuto fretta di migliorare: credettero che sopprimere il concetto della reincarnazione avrebbe spinto la popolazione a perfezionarsi in una sola vita. Ovviamente si erano sbagliati e con l'eliminazione della verità del Karma immersero ancor più l'uomo nella sua ignoranza. Riportiamo una serie di riferimenti che dimostrano chiaramente la fede reale e profonda nell'esistenza del karma e della reincarnazione come parte intrinseca delle Sacre Scritture. Un vero studio sulla Bibbia ce ne mostra moltissimi.

Alcuni riferimenti al Karma:

Nell'Antico Testamento in un versetto di Geremia (1,5) si afferma: "Prima che uscissi dal ventre, Io ti santificai e ti ordinai come Profeta..."; ad esso alludono vari Padri della Chiesa come ad un'espressione che si riferisce alla preesistenza dell'anima umana. Chiaramente tanto Origene come Girolamo si riferiscono all'affermazione che prima che Geremia nascesse fosse già santificato come profeta. Origene segnala specialmente la circostanza che la giustizia divina non potrebbe essere tale se un uomo, santificato come profeta o nato per fare un gran servizio al mondo, non avesse meritato quella preminenza con una precedente vita di rettitudine o non avesse scalato l'elevazione come risultato di meritorie azioni del suo passato.
Abbiamo poi la ben definita affermazione in Malachia (IV, 5: "Elia ritornerebbe") In un altro interessante passaggio nel Libro della "Saggezza di Salomone" si afferma: "Io fui un bambino di acuta vivacità ed ebbi uno Spirito buono. In realtà, poiché ero buono, venni in un corpo immacolato..." (IX, 5).
C'è qui l'affermazione esplicita che, dato che Salomone era già uno spirito buono, venne in un corpo senza difetti.
Cristo disse: "Siate perfetti come è perfetto il vostro Padre Celeste".
Che cosa possiamo pensare di questa frase? Gesù chiede ad uomini tanto imperfetti che si elevino in alcuni anni fino alla perfezione del Padre Celeste?
In realtà questa frasse sottintende la reincarnazione. Gesù non pensava che l'uomo fosse capace di essere perfetto in una sola esistenza, ma sapeva che mano a mano che anelasse a questa perfezione e lavorasse per ottenerla, dopo molte incarnazioni, avrebbe finito per ottenere la sua ricompensa. Dice anche il Cristo: "Non è superiore il discepolo al suo maestro, ma ognuno, quando arriverà alla perfezione, sarà come un Maestro" (Luca, VI, 40).
Senza alcun dubbio troviamo numerosi riferimenti nei Vangeli che ci mostrano con assoluta sicurezza la proclamazione di questa Legge.
Abbiamo uno degli esempi più notevoli, nella storia di Giovanni Battista che, come abbiamo detto prima, era una reincarnazione del profeta Elia: "Gesù, quando seppe che avevano incarcerato Giovanni, si ritirò in Galilea". Qualche tempo dopo Giovanni Battista fu decapitato per ordine di Erode. Dopo la Trasfigurazione, i discepoli domandarono a Gesù: "Perché, dunque, gli scribi dicono che Elia deve venire in questo luogo?". Egli rispose: "Certamente Elia deve venire a restaurarlo tutto. Vi dico, tuttavia: Elia è già venuto, ma non lo riconobbero e fecero di lui quanto vollero. Così pure il Figlio dell'Uomo dovrà soffrire da parte loro". Allora i discepoli compresero che si riferiva a Giovanni Battista'''. Quindi è chiaro che Giovanni Battista fu senza dubbio, secondo Gesù, la reincarnazione di Elia. Ma, inoltre, ampliando l'argomento, la nostra domanda è: perché Giovanni Battista ebbe la disgrazia di essere decapitato? Perché Gesù non intervenne in nessun modo in così tragico evento? Per rispondere a queste domande bisogna conoscere quali furono le vere Cause che originarono tale evento e, per conoscerle, dobbiamo investigare la vita passata di Giovanni Battista, quando era il profeta Elia, il quale, benché molto spirituale, ebbe i suoi momenti di ira: in uno di questi scatti violenti ordinò di decapitare molti profeti del Dio Baal. La legge del Karma rimise ogni cosa al suo posto, benché in questo caso la Legge si fosse attuata nel corso della successiva incarnazione come Giovanni Battista.
Anche Cristo enunciò, nell'orto di Getsemani, questa legge fondamentale: quando Pietro, precipitandosi sul servo di Caifa, gli tagliò l'orecchio, Gesù gli disse: "Pietro, rinfodera la tua spada, perché chi uccide con la spada, morirà per la spada". Chi di spada ferisce, di spada perisce. Questo non succede sempre in una stessa esistenza, tuttavia la verità di questa legge enunciata da Gesù è dimostrata nel tempo. Questa grande legge universale fu anche espressa dalle parole di Gesù: "Colui che semina fulmini,miete tempeste"...

Oltre la reincarnazione

Mano a mano che approfondiamo le leggi divine, cresce la possibilità di pensare che l'uomo è eternamente condannato a nascite e morti. Ma questa idea è erronea, simile perpetuità di reincarnazioni risulta assurda considerando solo che la Terra, come astro, è uno degli innumerevoli mondi di preparazione che ebbe un principio e che dovrà aver fine. Il mondo terrestre è una delle tante scuole che di tempo in tempo si stabiliscono nel Cosmo e molte di esse sono habitat di grado inferiore alla Terra. L'anima umana sopravviverà milioni di anni dopo questa Terra e dopo che migliaia di pianeti simili ad essa si saranno disintegrati. Dare importanza principale nell'ordine Cosmico alla vita planetaria sulla Terra è contrario agli insegnamenti dei Saggi.
E' anche vero che la maggioranza degli esseri umani deve vivere molte vite terrestri, molte reincarnazioni prima di raggiungere la liberazione ma, una volta raggiunta, l'uomo arriva alla tappa di evoluzione spirituale in cui non lo legano più lacci terreni: allora sarà impossibile che ritorni obbligatoriamente alla Terra anche solo per un momento. Questa è la vera dottrina dei Saggi antichi: questo è l'insegnamento che i Maestri di saggezza hanno continuato a trasmettere per millenni: e questo è l'insegnamento che cerchiamo di trasmettere qui, in questi studi.
Esiste la possibilità di vincere la Ruota del Samsara, quella ruota meccanica di nascite e morti che ci fa girare più e più volte. Il metodo per arrivare a vincerla è la REALIZZAZIONE intima dell'Essere, che si ottiene con un arduo lavoro spirituale, di pulizia interiore, di trasmutazione e servizio.
C.W. Leadbeater commentò:
"Ci sentiamo oggigiorno prossimi finalmente ad un ciclo in cui un gran numero di anime si stanno preparando per ascendere alle sfere superiori e non a caso alcuni che leggono queste righe potrebbero trovarsi in anticipo rispetto a questo ciclo di evoluzione".
L'uomo potrà liberarsi completamente dalla ruota delle nascite e morti quando conoscerà la Verità, poiché "La Verità vi farà liberi", come dice il Cristo.
Quando il discepolo percepirà l'illusoria natura del mondo fenomenico e si convincerà che lo spirito è l'unica realtà, l'anima comincerà a sciogliere i lacci che la sottomettono alla vita materiale e si batterà contro gli ostacoli e le limitazioni che ostacolano il suo progresso.
"La liberazione dal ciclo delle morti e delle nascite è la suprema finalità di ogni uomo e questo egli l'ottiene quando redime la sua materia e si trasforma in Maestro di Saggezza".

Alcuni aspetti importanti

Una delle prime "norme spirituali" per l'aspirante è quello di "non lasciarsi trascinare dai primi impulsi che sorgono dal suo interno". Generalmente questi impulsi involontari, inconsci e della personalità sono negativi, distruttivi e pericolosi e pregiudicano gravemente l'ascesa evolutiva dell'individuo. Dopo avere agito detti atti "impulsivi", normalmente ci pentiamo e li consideriamo estranei alla nostra vera volontà o al nostro modo di essere, ma il fatto è che fummo "trascinati" e seminammo azioni che ci saranno presto o tardi restituite, tanto se lo facemmo volendo quanto non volendo. Può darsi che fossero parole di ira, o emozioni negative o magari pensieri dannosi, la vera questione è che furono lanciate verso altri esseri e in questa maniera seminammo frutti che qualche giorno raccoglieremo. Le conseguenze karmiche saranno sempre lì, secondo il volere di Dio, affinché impariamo e sperimentiamo le conseguenze delle nostre azioni.
Siamo coscienti e padroni del nostro interno. Che quello che esca dai nostri microcosmi siano gli impulsi della nostra anima e in quel modo cominceremo ad essere davvero liberi e felici.

A volte gli studenti si domandano: 
"perché la legge del Karma è tanto lenta e tarda tanto nel suo compimento? Perché ci sono persone che fanno il male durante tutta la loro vita e tuttavia quasi tutto riesce loro bene, senza apparentemente apportare sofferenza come conseguenza delle loro malvagità? Perché ci sono esseri che seminano costantemente il bene e tuttavia tutto va loro male, ricevono ingiustizie in cambio di buone azioni? 
Queste domande sono interessanti e hanno varie risposte. Dobbiamo comprendere che 'il fattore tempo' è molto relativo, anzi inesistente per i Signori del Karma, cioè per i Custodi dei nostri destini. Questi eccelsi Deva o Arcangeli divini vedono molto più in là delle nostre menti umane ed eseguono la legge in accordo con una molteplicità di fattori a noi sconosciuti, ma con la chiara sicurezza di operare in accordo con la Suprema Giustizia e Misericordia divina.
Per loro le nostre vite non hanno tempo, né corpi, né forme. Oggi possiamo commettere un crimine e tuttavia potremmo ricevere le conseguenze karmiche di detta azione nella successiva incarnazione o nell'altra ancora. 
E questo è valido tanto per le buone azioni quanto per le cattive. Ma alla fine, presto o tardi, tali conseguenze arriveranno e ci raggiungeranno... poiché se il Karma fosse eseguito immediatamente, nello stesso momento dell'azione, gli uomini non imparerebbero per mezzo della comprensione e dell'amore.
La paura della sofferenza, del dolore fisico o emozionale ci farebbe essere buoni per paura delle Leggi e della punizione, cosicché saremmo buoni per Paura e non per Amore. Inoltre, molti opererebbero bene per convenienza egoistica, poiché penserebbero: "faccio tutto il bene che posso per ricevere dalla vita solo esperienze felici". Questo modo di pensare non è del tutto negativo, ma è egoistico e l'azione buona non si originerebbe dal naturale fluire della forza dell'anima che non aspetta ricompensa alcuna ed opera solo per amore, ma partirebbe da un impulso di attaccamento al frutto dell'azione, che sarebbe deplorevole. L'anima, quando agisce attraverso la personalità, non pretende di fare né il bene, né il male, ella opera divinamente per natura e non spera né frutto, né ricompensa, benché questi poi arrivino.
Ma, ovviamente, dobbiamo lavorare per riuscire a fare buone azioni, in questo modo attraiamo per Legge di affinità particelle luminose che continueranno a trasformare lentamente la nostra "casa interna".
Probabilmente all'inizio, ci dovremo costringere un po' per creare l'abitudine a pensare, sentire ed operare positivamente. Però, man mano che quelle particelle continueranno a trasformarci, sarà minore lo sforzo, fino a che un giorno fluirà attraverso il nostro cuore, le nostre menti e la nostra volontà solo la manifestazione dello Spirito Puro.

I Geni o bambini "superdotati" sono il risultato di uno straordinario lavoro precedente di molte vite in una determinata direzione artistica o scientifica. E' la marca di ogni anima avanzata.
Dobbiamo capire che la "genialità" non è frutto dell'eredità o del capriccio di Dio. E' il risultato di un lungo processo evolutivo. Se la genialità superiore potesse essere ereditata vedremmo sempre di più una lunga lista di geni eredi dei loro progenitori, ma la realtà ci dimostra che non è così. E benché tutti ereditiamo dai nostri predecessori certe tendenze ed attributi della personalità, la vera genialità, che risiede nell'anima, niente ha a che vedere con l'ereditarietà genetica od organica del corpo o del DNA. Questo si potrebbe verificare immediatamente se si tentasse di "clonare" un genio. Vedremmo che il suo aspetto, il suo corpo o apparenza sarebbero identici all'originale, ma non la genialità, poiché i corpi si possono clonare, ma non le anime. Ogni anima è genuina ed irripetibile nella sua essenza.

Si potrebbe dividere il karma in tre classi. E sarebbe didatticamente conveniente, benché questo procedimento serva solo da introduzione.

Le classi del Karma

I Karma "SANCHITA": equivalente a "accumulato".
E' il Karma che è stato accumulato dal principio della nostra vita planetaria. E'0 il sacco o libro del "debito-credito". E' naturale che nelle prime vite generiamo più karma maligno che benigno, poiché siamo poco più che selvaggi; tuttavia, detto accumulo deve essere saggiamente distribuito dagli agenti del Karma, per non spossare in eccesso l'ego in qualche incarnazione. SANCHITA è dunque tutto quell'accumulo, di qualsiasi valore, che naturalmente, non si equilibrerà in una sola incarnazione.

Il Karma "PRARABDHA": o maturo, equivalente a "cominciato".
E' quel Karma che dobbiamo esaurire nell'immediata incarnazione, prima di nascere, e che deve essere esaurito nella nostra attuale vita; questo karma è inserito nel SANCHITA, o accumulato, dai Signori del Karma, per essere riequilibrato. E' quello che ordinariamente chiamiamo Fato, Fortuna o Destino. Tale karma può essere interpretato o identificato da un iniziato competente attraverso l'oroscopo.

Il Karma "KRYAMANA": che è in corso di "formazione".
Il Kryamana è il nuovo karma che generiamo nella nostra attuale vita e che fungerà da karma futuro, col quale il Sanchita, o karma accumulato, si andrà ingrossando in positivo o negativo, dipendendo ciò dal nostro operare.

IL LIBERO ARBITRIO

In primo luogo dobbiamo sapere che, benché tutti gli uomini abbiano il libero arbitrio, non tutti lo usano. Il libero arbitrio è la capacità di agire nella direzione che si desidera, volontariamente, indipendentemente da influenze avverse, siano queste interne o esterne.
Può sembrare perfino contraddittorio quello che abbiamo detto, e cioè che, pur avendo l'uomo il libero arbitrio, talvolta non lo usa, ma avviene che il più delle volte, quando crediamo di fare qualcosa volontariamente, con i nostri propri mezzi, in realtà sono le Forze meccaniche della nostra propria Personalità e le sue tendenze e desideri quelle che agiscono e condizionano la nostra azione, lasciando la nostra volontà in sospeso nell'ombra. Ad esempio: supponiamo di trovarci con un individuo che c'insulta e ci offende; automaticamente, a causa del meccanismo messo in azione per anni, a tali insulti reagiamo iracondi ed adirati e gli restituiamo ancor più insulti ed offese. Tale risposta è abbastanza comune ai nostri giorni, ma realmente cosa è successo in questo caso? Abbiamo agito con Libero arbitrio o abbiamo operato istintivamente, cioè, meccanicamente? Ovviamente è facile rispondere.
L'uomo possiede, grazie al Libero arbitrio, la possibilità di cambiare direzione. L'uomo possiede la capacità di non lasciarsi trascinare dai suoi impulsi, dai suoi desideri o dai suoi pensieri. Pertanto l'uomo è capace di cambiare tutto con un atto di volontà deciso e chiaro. In questo può riuscire grazie alla libertà che possiede. E' evidente, tuttavia, che l'essere umano non è completamente libero, come è facile osservare. E' condizionato soprattutto dal suo Karma, che ha creato per millenni ma, anche se così condizionato, a causa della divinità interiore, è capace di prendere una decisione libera, cambiando volontariamente la rotta della sua vita e di gran parte del suo Karma.
Un altro esempio comune è questo: quando abbiamo già finito di mangiare abbondantemente, improvvisamente nostra madre tira fuori non sappiamo da dove una deliziosa torta! Che cosa succede allora? Non abbiamo più fame e il nostro corpo, che è molto saggio, ci dice: "Non hai necessità di mangiare nient'altro per adesso"; tuttavia, qualcosa succede nel nostro interno: una voce, un desiderio irresistibile, una forza che ci trascina, cioè, la gola, agisce, cadiamo nei suoi artigli e dopo ne soffriamo le conseguenze. Tuttavia continuiamo a pensare: no, no! Ho agito liberamente, ho utilizzato il mio libero arbitrio per realizzare questa azione. Ma la verità è che fummo manipolati dal desiderio incontrollato della gola e in nessun modo fummo padroni delle nostre azioni. Lo comprendiamo ora meglio?



Alcune domande e risposte

D. Tutte le nostre sofferenze sono il risultato del nostro Karma passato?

R. Una gran porzione delle sofferenze umane è quella che si chiama "Karma immediato", il quale non è dovuto a risultati di azioni passate, poiché i nove decimi delle nostre attuali sofferenze sono meramente il prodotto di errori che commettiamo nella vita presente per ignoranza. Molte delle sofferenze individuali sono il risultato deplorevole della mancanza di riflessione, della mancanza di discriminazione dei propri atti e di un sottile senso di innato masochismo.


D. Quale intervallo di tempo trascorre fra un'incarnazione e un'altra?

R. Dipende sempre da molti fattori. Da alcune centinaia di anni fino a mille, duemila o più anni. Generalmente la regola è che quanto più l'individuo è evoluto, più tempo egli trascorre nella gloria del mondo "celeste".


D. Quando una persona nasce con disabilità fisiche, come per esempio la cecità, questa condizione speciale è il risultato di una deplorevole azione nella sua vita passata?

R. Non necessariamente. E' sempre più prudente e sicuro non giudicare e meno che mai in questo campo. In realtà esistono varie ragioni per le quali un'anima prima di incarnarsi possa decidere di nascere con qualche disabilità fisica; una di esse è la più evidente: una questione karmica utile a emendare un male del passato. Ma un'altra ragione di uguale importanza è la decisione volontaria di nascere con quella disabilità per imparare e sviluppare in quella determinata incarnazione certe qualità che altrimenti sarebbe stato impossibile far emergere.


"Alla luce della reincarnazione e del Karma, la morte ha perso il suo pungiglione ed il sepolcro la sua vittoria; gli uomini partono sempre verso la loro deificazione dalla mano dei loro cari, senza che la partenza causi mai paura. La mortalità non è più che un ruolo che l'anima svolge per qualche tempo; e, una volta finito, quando tutte le vite siamo state vissute e tutte le morti morte, l'anima comincia a coltivare il suo destino di Maestro di Saggezza, di Riflesso di Dio sulla Terra, di "Verbo fatto Carne". Per tutti, colti o ignoranti oggi, è questo il futuro che ci aspetta, la Gloria che deve rivelarsi". 
C. Jinarajadasa 

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