gratitude
Consegna alla vita
ogni
inutile bagaglio
spogliandoti
rimani
nuda
di
fronte alle tue necessità
ora
è tempo!
Tutte
le cristallizzazioni
affiorano
da dentro
e
vomitano alla Terra che le accoglie
come
Madre
la
loro irruenta condensata matericità,
cos’altro
vuoi tenere?
cos’aspetti
a cadere,
di
fronte alla statua di sale
che
di te rimane
a
ingombrare lo spazio testardo della ragione?
Or’altro
si prepari alla tua vista
che
non siano più distorsioni ingannevoli e spurie
di
suoni vacui di sirene
a
portare via da te
te
stessa annichilita,
perché
tu veda!
Come
Ulisse, lègati al palo del tuo legno,
assisterai
all’affondare delle illusioni
e
di tutte le abitudini
nelle
profondità del mare oscuro
e
gli orpelli precipitare di sotto la stiva
sentirai
tintinnare al punto
da
render sorde le tue orecchie
quando,
rimbalzando su ricordi di suoni metallici,
monete
senza più valore,
tutto
cadrà!
E,
mentre le vene pulsano e s’inturgidiscono
battendo
d’un ritmo più veloce del solito
da
dentro a fuori
e
da fuori a dentro
esplode
l’antico refrain di te paonazza
per
il livore d’altri,
e
tu t’accendi ancora…
Risali
così come palombaro dai tuoi abissi
e
l’acqua salmastra ti sputa d’in cima all’onda
assecondando
il tuo corpo esausto
dell’ultimo
colpo di pinna il movimento
e
gonfi infine i tuoi polmoni
impazienti
e a fine corsa
dell’ossigeno
celeste di sole salato.
Poi
d’un tratto
oltre
le secche di territori deserti e selvatici,
fino
a schiudere gli occhi
di
nuovo esausta,
tu
vedi!
Prendi
tempo ora,
tutto
il tempo che ti serve, Anima mia,
perché
sei ora
nell’Essere
che sei dall’Eterno.
Namasté,
Anima mia!
Luca Peirano, Incanto e disincanto, Versi poetici di luoghi comuni e metafisici, Gruppo ed. L'Espresso, 2014.
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