Le stagioni dello Spirito
(parte prima)
Cominciamo dunque con la lettura del testo. Nelle prime pagine il nostro Autore invisibile si intrattiene a lungo sul concetto di KARMA e su quante siano state le distorsioni del suo significato ad opera delle diverse tradizioni e culture, soprattutto quelle orientali.
Ciò che è importante cogliere poi è la relazione tra il concetto di karma, quale qui viene esposto, e il concetto di eterno presente, insito nella natura immortale dell'uomo, al di là dell'illusione del tempo. Ogni azione compiuta in un remotissimo passato, come in un tempo a noi molto più vicino, è irrisoria se pensiamo che ognuna di queste rimane ed esiste nel presente, poiché tutto, secondo i piani superiori, si svolge in un eterno presente, a prescindere se sia stata svolta milioni di anni fa, da poche centinaia di anni o nella vita attuale, proprio perché il passato è, dal punto di vista dei piani superiori, una totale illusione.
Ciò che è importante cogliere poi è la relazione tra il concetto di karma, quale qui viene esposto, e il concetto di eterno presente, insito nella natura immortale dell'uomo, al di là dell'illusione del tempo. Ogni azione compiuta in un remotissimo passato, come in un tempo a noi molto più vicino, è irrisoria se pensiamo che ognuna di queste rimane ed esiste nel presente, poiché tutto, secondo i piani superiori, si svolge in un eterno presente, a prescindere se sia stata svolta milioni di anni fa, da poche centinaia di anni o nella vita attuale, proprio perché il passato è, dal punto di vista dei piani superiori, una totale illusione.
Tutto il passato quindi continua ad esistere e a gravare (in senso positivo e/o negativo) nel presente. Questa illusione di presente, passato e futuro rimarrà fino a quando l'uomo non trascenderà le barriere che lo separano dai piani superiori della realtà.
Karma sostanzialmente vuol dire "azione". Ogni azione produce quindi delle conseguenze che si riflettono in chi le ha compiute e che rimangono come un bagaglio pesante o leggero, a seconda che abbiano prodotto su se stessi o sugli altri effetti negativi o positivi.
In tal senso viene a lungo ribadito che il karma non consiste in una punizione, ma in un automatismo che obbedisce alla legge universale; non esistono giudici o entità preposte a condannare le anime; sono loro stesse che si caricano - producendo azioni - delle conseguenze a loro inerenti. Qualunque azione infatti rimane per sempre con l'essere che l'ha eseguita. In tal senso il karma non solo non è una punizione, ma è un grande dono del Creatore Madre/Padre che permette a chi ha compiuto azioni malevole di disfarsi di tale carico attraverso esperienze di dolore e di sofferenza, simili o equivalenti a quelle che sono state inflitte ad altri. Allo stesso modo, se il karma deriva da azioni benevole allora l'anima si avvicina sempre più in alto, verso la fonte di ogni luce, perché è alleggerita dalle conseguenze positive che le sue azioni hanno prodotto.
Da qui si scopre che le esperienze di dolore e di sofferenza che tutti gli uomini sono costretti ad attraversare sono il mezzo attraverso cui l'anima può perseguire la via del ritorno a casa e ciò ha un profondo significato per il progresso spirituale del genere umano! Attraversare il dolore e la sofferenza diventa l'unico mezzo per scaricare il peso che impedisce all'anima di compiere la sua salita verso il cielo. Curioso scoprire - dice l'autore - come mai tante anime che hanno lasciato il corpo e che sono ancora afflitte dal peso del karma negativo accumulato e non ancora del tutto scaricato, non vedano l'ora di reincarnarsi di nuovo, perché attraverso le sofferenze che solo sul piano terreno è possibile provare, si potranno finalmente liberare del peso che ancora grava su di loro.
Lascio a voi dunque la lettura di questa prima parte.
Ritengo che questo libro sia un dono grandissimo che ci è stato dato, perché ci permette di fondare le basi per una nuova conoscenza e consapevolezza, come il primo caposaldo di una nuova umanità risorgente dalle ceneri dell'ignoranza e dell'inconsapevolezza.
Buona lettura, dunque a tutti voi!
Dinaweh
"Gli eventi riportati nei libri di storia non rappresentano che una piccola parte della grande saga della razza umana, registrata nella sostanza eterica che pervade lo spazio. La parte che giace nascosta dietro i veli del tempo è ben più vasta e sorprendente di ciò che viene riportato nelle cronache arrivate fino a questi giorni. Lo scopo di questo trattato è di rivelare quali sono gli stadi principali dello sviluppo della razza umana durante la sua evoluzione, e di mostrare perché è ormai tempo che l'uomo si assuma coscientemente la responsabilità del suo passato.
"Al principio..."
Così comincia la più antica delle scritture sacre, trattando dell'origine della specie. Ma la Genesi della Bibbia ebraico-cristiana offre un resoconto molto parziale degli eventi che segnarono la nascita del genere umano. Molto è stato deliberatamente distorto in quel libro, ed anche se queste alterazioni erano necessarie per occultare e proteggere certe verità in un'epoca di incredulità, coloro che ne sono stati responsabili hanno dovuto pagare il prezzo che la grande Legge del Karma esige da chi distorce le verità rivelate. Questo prezzo è alto, perché consiste nella perdita di ogni vera ispirazione o contatto rivelatorio da parte di chi deve pagarlo.
Cominceremo dal primo dei cicli temporali che hanno caratterizzato questo pianeta. Questo non implica che la storia dell'uomo coincida con quella della terra, in quanto egli è sempre esistito e sempre esisterà. Ma il concetto della natura eterna dell'uomo non può essere afferrato da una coscienza i cui schemi mentali siano ancora legati al passaggio del tempo. L'uomo rimarrà immerso nell'illusione di presente, passato e futuro fin quando la sua mente non trascenderà le barriere che la separano dai piani superiori della realtà.
L'uomo ha respirato per la prima volta su questo pianeta molti milioni di anni fa in termini del vostro tempo. Questo può sembrare un periodo lunghissimo, ma dal punto di vista dell'anima, non rappresenta che un breve istante. In realtà la lontananza degli eventi passati è una totale illusione, e non possiede alcun significato quando osservata dai piani superiori. Infatti la semplice verità è che le azioni passate dell'uomo rimangono per sempre con lui, come parte di una struttura composita, che non può essere in nessun modo alterata. Gli elementi di questa struttura derivanti da vite vissute milioni di anni fa, sono altrettanto reali ed hanno un'influenza altrettanto definita di quelli derivanti dalla vita attuale o da una vita vissuta cento anni fa. Dal momento che l'esistenza presente di questi eventi "passati" è l'unica cosa che conti, è semplicemente irrilevante la data in cui essi originariamente avvennero.
Il difficile concetto appena presentato - il fatto che tutto il passato continui ad esistere nel presente - è un'espressione della grande legge del Karma, che governa tutti i domini della creazione, dai più elevati e spirituali ai più bassi e lontani dalla Luce Centrale. Questa legge esercita la sua influenza su tutti gli aspetti dell'esistenza umana, inclusi i pensieri, le emozioni e le azioni. Fra gli scopi di questo lavoro vi è quello di contribuire all'approfondimento della comprensione di questa grande Legge Cosmica; infatti nella Nuova era che già albeggia su questo pianeta, per procedere nel suo sviluppo e raggiungere rapidamente nuovi e più elevati domini, l'uomo dovrà comprenderne pienamente tutte le varie implicazioni.
Nelle culture orientali questa legge è stata spesso fraintesa. Il suo vero significato fu direttamente rivelato agli antichi saggi di questo pianeta molti milioni di anni fa, con la speranza che queste anime progredite potessero trasmettere un quadro chiaro di come essa opera e di come influisce sulla vita degli uomini. Ma i discendenti di questi grandi saggi non furono all'altezza del compito che avevano ereditato, ed alcuni principi essenziali andarono perduti.
Fra le distorsioni maggiori della nozione di Karma vi è quella che si ritrova fra gli Indù, specialmente fra quelli che non hanno dedicato alcuno sforzo a studiare e a contemplare la magnifica struttura della religione in cui sono nati. Fin troppo spesso il principio karmico è stato usato come scusa per rimanere chiusi in se stessi e non aiutare i poveri, i deformi, gli ammalati, i sofferenti, sulla base del fatto che questo avrebbe "interferito" con il loro karma. Un'altra idea erronea collegata a questa è che ogni interferenza possa attrarre il karma del sofferente sulla persona che cerca di porgere aiuto. Questo malinteso è risultato molto comodo a tutte le anime malevole ed egoiste che non volevano sentirsi obbligate verso i loro fratelli. Naturalmente occorre dire che la verità delle cose risiede nell'esatto opposto a questa nozione, in quanto è proprio il rifiuto di aiutare l'altro che genera karma a colui che nega l'aiuto.
Vi è poi un altro malinteso che si riscontra nelle culture orientali, anche fra coloro che professano di aver studiato ed approfondito gli antichi insegnamenti. Mi riferisco all'idea sbagliata che il karma implichi in qualche modo una punizione. Niente potrebbe essere più lontano dalla verità. Non solo il karma non è una punizione, ma è uno dei più grandi doni che il Creatore di tutto ciò che esiste abbia fatto ai suoi figli. Infatti, senza di esso nessuna delle miriadi di creature che sono emanate dal Dio-Padre-Madre avrebbe potuto ritrovare la strada per ritornare a Lui. Tutte le scintille divine al centro delle anime degli esseri creati si sarebbero prima o poi estinte e non avrebbero mai intrapreso il "cammino del ritorno" verso la Luce del loro Creatore.
Vi è ancora un punto da chiarire. Il karma non è punizione, come abbiamo detto; non esiste nessun giudice autonominato, assiso su un alto trono, ad emanare sentenze contro le povere anime che hanno sfidato la legge della creazione, arrecando dolore agli altri. I Signori del Karma - spesso visti come dispensatori di dure sentenze - hanno una funzione del tutto diversa da quella a cui in genere la gente pensa udendo il loro titolo.
La cosa più importante da sottolineare a proposito del karma è che la sua natura è automatica. Non vi è bisogno che nessuna entità, neanche Dio, stabilisca se un certo atto "meriti" o meno di produrre delle conseguenze karmiche. Infatti è nell'ordine naturale delle cose che qualunque atto rimanga per sempre con l'essere che l'ha eseguito, quasi come congelato nel tempo. Se le azioni passate, che continuano ad aderire a chi le ha commesse, sono fondamentalmente di natura dolorosa o negativa, rappresentano un fardello oscuro, che ostacola l'ulteriore progresso dell'anima. Se il karma, invece, deriva da azioni benevole, dettate dall'amore e dalla bontà, allora il "peso" da esse derivante non è affatto un peso, ma piuttosto un magnifico alone di luce ed amore, che quasi come un pallone aerostatico, eleva l'anima sempre più in alto verso la fonte di ogni luce.
Karma significa semplicemente "azione" e dalla discussione precedente è chiaro come il concetto che il passato è ancora "presente" sia centrale per la corretta comprensione del principio karmico.
Abbiamo spiegato che il karma non è altro che l'accumulazione automatica di tutte le azioni passate intorno all'essere responsabile di averle compiute. Tuttavia la questione è un po' più complessa, in quanto, se non fosse possibile smaltire il karma negativo risultante da azioni dannose per gli altri, nonostante ogni migliore sforzo di compiere azioni benefiche e costruttive, la crescita dell'anima sarebbe per sempre bloccata. Pensate di nuovo all'analogia del pallone aerostatico. Immaginate che l'anima sia il passeggero nel canestro. Ogni azione negativa aggiunge peso al carico del pallone e tende a trascinarlo verso il basso, mentre ogni azione positiva ed amorevole verso gli altri riempie un po' di più il pallone di gas e lo porta verso l'alto. L'anima è impegnata in un viaggio che l'allontana dalla terra e la porta verso gli strati superiori dell'atmosfera, verso la luce della spiritualità. Fin quando, però, c'è della zavorra nel canestro, il movimento verso l'alto è limitato e può procedere solo fino ad un certo punto, nonostante l'anima possa accrescere la portanza del pallone grazie al compimento di azioni positive. E' come se ci fosse una barriera che non è possibile attraversare fin quando c'è ancora della zavorra a bordo. In altre parole, esiste un punto oltre il quale l'anima non può procedere, a meno che non si sia liberata di tutto il suo karma negativo.
Il grande Dio di tutto ciò che esiste ha previsto una procedura grazie alla quale è possibile liberarsi della zavorra che si porta dietro, in modo che l'anima possa continuare ad elevarsi. Questa procedura comporta una specie di "scarica" del karma negativo, attraverso il corpo o l'essere dell'entità che l'ha accumulato. Pensate alla cosa in termini di elettricità. L'accumulazione di karma negativo può essere paragonata alla carica di una batteria elettrica, che l'anima porta con sé. Quanto più le azioni sono negative, tanto maggiore è la carica elettrica. Fin quando l'energia delle batterie non viene scaricata, l'anima non può abbandonarle ed il suo progresso spirituale viene ostacolato.
Il solo modo per scaricare le batterie, se non si considerano poche eccezioni minori, è quello di far passare l'energia elettrica attraverso il proprio corpo, quasi creando un corto circuito. Nella realtà questa scarica simbolica avviene attraversando esperienze di dolore e di sofferenza simili o equivalenti a quelle da cui il karma negativo è stato prodotto. Con ognuna di tali esperienze una certa dose di karma viene smaltita. In termini karmici, nessuna esperienza dolorosa rimane "inutilizzata"; in verità il karma negativo di cui l'umanità è portatrice è di dimensioni tali, che vi sono ancora dei dubbi se possa essere smaltito prima della fine della presente era, pur tenendo conto delle sofferenze che milioni di persone attraverseranno a causa del caos, del disordine e delle guerre che presto colpiranno il pianeta. Ritornerò più avanti su questo periodo di crisi che attende la terra. Adesso mi limiterò a dire che il suo significato va ben al di là del semplice smaltimento del karma della razza, in quanto riguarda una delle cinque esperienze fondamentali del genere umano e che da esso ci si aspetta una rinascita della spiritualità, dell'amore e della fratellanza, mai vista fin d'ora in nessun altro pianeta della galassia.
E' chiaro, dunque, che le esperienze di dolore e di sofferenza che tutti gli uomini sono costretti ad attraversare, non importa se a livello fisico, emotivo o mentale, hanno un profondo significato per il progresso spirituale del genere umano nel suo insieme e che, di fatto, sono assolutamente essenziali per mantenere viva la speranza che la scalata della montagna della spiritualità possa essere portata a termine con successo. In un senso molto reale l'uomo è impegnato in un pellegrinaggio che può essere a ragione paragonato alla scalata di una montagna. La vetta è la meta, ma il cammino è difficile, i pericoli sono numerosi e la tentazione di fermarsi, riposarsi e rinunciare, è forte. L'uomo porta sulle sue spalle un carico che ad ogni passo lo trascina verso il basso: il fardello del suo karma negativo. Ma con ogni esperienza di dolore e di sofferenza il carico diminuisce ed i passi si fanno più leggeri. C'è da meravigliarsi se le anime che si trovano fra due vite aspirano intensamente a reincarnarsi, per affrontare le sofferenze che solo sul piano terreno è possibile provare? L'anima non incarnata si rende conto del peso che porta e la cosa che più desidera è liberarsene."
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