A CONFRONTO CON UNA
SUPER-CIVILTA'
Capitolo 1
(parte prima)
Nel 1967 è avvenuto uno dei più interessanti incontri con Esseri venuti da altri pianeti e precisamente con gli abitanti del pianeta IARGA, distante circa dieci anni-luce dalla Terra. Come tutte le società super-civili extraterrestri, gli Iargani viaggiano nello spazio e dispongono di basi di appoggio anche nel nostro sistema solare. Assieme ad altre razze super-civili, seguono l'evoluzione del pianeta Terra sulla base di un progetto iniziato con la comparsa della specie umana sulla Terra. L'incontro coinvolge otto abitanti del pianeta Iarga e Stefan Denaerde che si trovava nel mare del Nord, assieme alla sua famiglia, a bordo di un veliero di 16 metri. L'incontro è avvenuto a seguito dell'urto dell'imbarcazione con un disco volante immerso a filo d'acqua. Si tratta di un incontro, organizzato nei minimi dettagli dagli Iargani, che si è protratto per due giorni all'interno del loro disco volante. Dopo l'incontro Stefan Denaerde ha reso pubblica la sua esperienza scrivendo il libro "Buitenaardse beschaving". In Italia è stato tradotto e pubblicato dalle edizioni Mediterranee con il titolo "Ho incontrato gli extraterrestri". Esso riporta gli interessanti colloqui durante i quali, con l'aiuto di apparecchiature evolutissime, capaci di trasmettere immagini e pensieri, egli fu portato a conoscenza del modo di vivere e della straordinaria evoluzione tecnologica sul pianeta Iarga.
Una gita in barca dai risvolti incredibili
Era una sera d'estate e Stefan, la moglie Miriam e i tre figli - un maschio e due bambine - sostavano sulla loro barca a vela - uno yacht con lo scafo in acciaio - nelle acque calme della Schelda orientale. Questa atmosfera rilassata viene interrotta dal figlio che fa notare uno strano comportamento della bussola. La rosa dei venti è obliqua e tocca il vetro di protezione. Agitato per questa anomalia che non riesce a sistemare, Stefan decide di rientrare puntando verso Burgsluis. Quando mancano non più di sei miglia, vede poco distante, davanti alla prua, una luce lampeggiante bianco-azzurro e sente un sibilo che sovrasta il rumore del motore. Ferma la barca con l'idea di indietreggiare e schivare il possibile ostacolo. Mentre tenta questa operazione, sente uno scossone e la barca si ferma come se avesse urtato un corpo solido.
Tutti sono presi da spavento ed in particolare Miriam che si preoccupa per i bambini. Nel buio intravedono, proprio davanti, una piattaforma circolare ed un corpo umano che galleggia poco distante come se stesse annegando.
Istintivamente Stefan sente di dover intervenire e, senza pensarci due volte, prende il cavo del battello di salvataggio e scende in mare. Scopre che l'acqua è poco profonda. Comunque mette in acqua il battello e si avvia verso lo strano essere che sembrava indossare una tuta da astronauta. Il faro con la luce blu continua a muoversi e ad illuminare la scena. Ma chi è che aziona quella luce e perché non interviene? Dalla piattaforma, che si vede appena nel buio, si fa avanti un altro essere, simile al primo, che si avvicina con movimenti repentini. Anche lui indossa la medesima tuta e porta un casco che comunque lascia intravvedere un volto dalle sembianze animalesche simili a un gorilla. Mentre l'essere porta il compagno verso la piattaforma, Stefan raggiunge la barca e, terrorizzato, la mette in moto tentando di allontanarsi. La barca però sembra incollata sul fondo e non riesce a muoversi. Completamente sovraeccitato Stefan prende una lampada e illumina la zona osservando che quella piattaforma ha un diametro di più o meno 16 metri (la dimensione della sua barca); in mezzo si erge una colonna alta circa due metri e larga uno e mezzo. Quella però è solo la parte emersa, ma è evidente che sott'acqua c'è qualcosa di molto più grande.
Stando sulla barca comincia a sondare il fondo con l'asta uncinata. Davanti, a prua, circa 40 centimetri e dietro il doppio, circa 80 centimetri di profondità. Lo strano è che ogni volta deve strattonare l'asta uncinata, come se qualcuno la trattenesse; si tratta di magnetismo. Lo scafo di acciaio dello yacht è bloccato su un grosso corpo magnetico.
Dopo aver recuperato e legato alla barca il battello di salvataggio, dalla piattaforma riappaiono due individui, anch'essi vestiti con tute spaziali e caschi, che si avvicinano a Stefan. Portando la mano verso il casco, fanno un amichevole cenno di saluto. Stefan capisce che non si tratta di esseri ostili e che di lì a poco, ci sarebbe stato un tentativo di comunicazione. Con grande stupore li sente parlare in inglese, anche se con uno strano timbro meccanico. In seguito gli viene spiegato che loro utilizzano un'apparecchiatura in grado di tradurre dalla loro lingua in inglese e viceversa.
Nel suo racconto, Stefan si sofferma a descrivere nei minimi dettagli la scena e le sembianze di questi esseri di evidente provenienza extraterrestre.
Dopo le reciproche presentazioni e alcune domande sulla situazione dei familiari di Stefan a bordo della barca, gli extraterrestri gli esprimono la loro gratitudine per il salvataggio fatto. Dalle loro parole e dai discorsi successivi, sii comprende che quella situazione è stata volutamente provocata. La scena dell'uomo in mare, oltre ad attirare l'attenzione, era un modo per misurare le doti etiche ed umane delle persone che avevano deciso di contattare. Se di fronte all'uomo in mare nessuno si fosse fermato e messo in gioco, sarebbe stata l'evidenza che quelle non erano le persone giuste. Il gesto altruistico di Stefan, invece, è stato la conferma che il contatto poteva continuare. La ricerca di questo contato spiega anche il malfunzionamento della bussola dovuto al campo magnetico del disco volante che, restando immerso, seguiva la barca in attesa di trovare la condizione giusta per mettere in atto il piano previsto.
In questo primo dialogo loro si presentano come abitanti di un altro pianeta che, assieme a molte altre razze extraterrestri, seguono l'umanità terrestre da moltissimo tempo. Stanno lavorando da dietro le quinte, studiando e in qualche modo accompagnando il nostro cammino evolutivo. In questo programma uno dei tasselli è anche promuovere una libera riflessione sul fatto che nell'universo non siamo soli, che c' la possibilità di viaggiare nello spazio sfruttando conoscenze e tecnologie che noi non abbiamo e che effettivamente delle società extraterrestri sono presenti nel nostro sistema solare e sulla Terra. Queste riflessioni sono già in atto e la vasta letteratura ufologica ne è l'evidenza. Una letteratura controversa che inevitabilmente ingloba in sé i limiti e i difetti del nostro attuale stato evolutivo.
In questo progetto entra anche l'incontro avvenuto qui nella Schelda orientale. Uno dei programmi è quello di lasciare ad un terrestre, opportunamente scelto, un blocchetto di materiale fatto di una lega non esistente sulla Terra. L'obiettivo è che attorno alla testimonianza di Stefan e questo blocchetto si ingenerino ipotesi e riflessioni volte a contribuire e rafforzare alcune posizioni ed orientamenti sul fenomeno ufologico.
Un altro obiettivo è tentare di far capire perché non è possibile un incontro tra terrestri ed extraterrestri.
E' un'impossibilità legata al fatto che sulla Terra mancano i presupposti etici per rapportarsi con una super-civiltà. La struttura etica terrestre è ancora saldamente poggiata sull'egoismo e quindi sugli interessi dei singoli anziché sull'altruismo o gli interessi collettivi. L'incontro di una super-civiltà - inevitabilmente messaggera di conoscenze scientifiche di enorme portata - con una civiltà fondata sull'egoismo, avrebbe come risultato di fornire conoscenze che darebbero un'ulteriore accelerazione al processo autodistruttivo che, già com'è ora, rappresenta una seria minaccia per il nostro pianeta. In altre parole, l'umanità terrestre ha ben sviluppato il suo patrimonio di conoscenze tecnico-scientifiche, ma è ancora del tutto primitiva dal punto di vista etico-sociale. Questa discrasia, già di per sé molto pericolosa, sarebbe irrimediabilmente compromessa da un possibile incontro con razze super-civili.
Le conoscenze scientifiche si apprendono e si consolidano rapidamente e in modo stabile, quelle etiche si apprendono, ma si consolidano solo dopo una travagliata e lenta maturazione e libere scelte che esigono il dominio delle pulsioni egoistiche della nostra natura animale. Pulsioni che si trasferiscono, agendo in modo strutturato, sul piano politico, sociale e culturale.
In altre parole, se ci incontrassimo con le società super-civili, assorbiremmo subito tutti gli aspetti tecnico-scientifici, rimanendo invece impermeabili ai valori etici e sociali. L'impegno delle società extraterrestri, invece, è contribuire solo sul piano etico-sociale, facendo attenzione a non accrescere quello tecnico scientifico. Questo obiettivo esclude i rapporti diretti, ma consente un lavoro da dietro le quinte anche se con modalità per noi non note e difficili da comprendere.
Mentre affronta questi discorsi Stefan sente forte in sé il desiderio di fare nuove domande e di mettersi in gioco su questi argomenti. Preso atto della sua curiosità e propensione al dialogo, i due extraterrestri gli fanno la seguente proposta: "Rifletti attentamente. Per rispondere a ciò che chiedi occorreranno almeno due giorni dii spiegazioni in parole ed immagini. Inoltre, dovrai scegliere fra il regalo materiale (il blocchetto di metallo) e il regalo immateriale sotto forma di informazioni. Non possiamo darteli entrambi".
Stefan non ha dubbi ed è questa un'occasione che non vuole certo perdere. Restituisce, quindi, il blocchetto e accetta l'invito per un incontro di due giorni dentro il disco volante.
Stefan rientra in barca, parla con Miriam e con i figli, ma ormai lui ha deciso e, anche se la famiglia è tutt'altro che entusiasta, riesce a far capire che questa è un'occasione che lui non vuole assolutamente perdere.
L'appuntamento è per l'indomani mattina, ma la posizione in cui si trovano non è adatta, forse perché troppo vicina alla costa. Dopo un sussulto ed un ronzìo terrificante, il disco volante si mette in movimento. Collegati magneticamente con l'àncora e la catena, vengono trascinati al largo, immersi in una scia di spuma, illuminata dall di sotto da un vasto chiarore di luce verde e accompagnata da un rumore ultraterreno. Stefan, guardando affascinato e pieno di dubbi, si chiede se ha fatto veramente bene ad avventurarsi in questa strana situazione...
Una gita in barca dai risvolti incredibili
Era una sera d'estate e Stefan, la moglie Miriam e i tre figli - un maschio e due bambine - sostavano sulla loro barca a vela - uno yacht con lo scafo in acciaio - nelle acque calme della Schelda orientale. Questa atmosfera rilassata viene interrotta dal figlio che fa notare uno strano comportamento della bussola. La rosa dei venti è obliqua e tocca il vetro di protezione. Agitato per questa anomalia che non riesce a sistemare, Stefan decide di rientrare puntando verso Burgsluis. Quando mancano non più di sei miglia, vede poco distante, davanti alla prua, una luce lampeggiante bianco-azzurro e sente un sibilo che sovrasta il rumore del motore. Ferma la barca con l'idea di indietreggiare e schivare il possibile ostacolo. Mentre tenta questa operazione, sente uno scossone e la barca si ferma come se avesse urtato un corpo solido.
Tutti sono presi da spavento ed in particolare Miriam che si preoccupa per i bambini. Nel buio intravedono, proprio davanti, una piattaforma circolare ed un corpo umano che galleggia poco distante come se stesse annegando.
Istintivamente Stefan sente di dover intervenire e, senza pensarci due volte, prende il cavo del battello di salvataggio e scende in mare. Scopre che l'acqua è poco profonda. Comunque mette in acqua il battello e si avvia verso lo strano essere che sembrava indossare una tuta da astronauta. Il faro con la luce blu continua a muoversi e ad illuminare la scena. Ma chi è che aziona quella luce e perché non interviene? Dalla piattaforma, che si vede appena nel buio, si fa avanti un altro essere, simile al primo, che si avvicina con movimenti repentini. Anche lui indossa la medesima tuta e porta un casco che comunque lascia intravvedere un volto dalle sembianze animalesche simili a un gorilla. Mentre l'essere porta il compagno verso la piattaforma, Stefan raggiunge la barca e, terrorizzato, la mette in moto tentando di allontanarsi. La barca però sembra incollata sul fondo e non riesce a muoversi. Completamente sovraeccitato Stefan prende una lampada e illumina la zona osservando che quella piattaforma ha un diametro di più o meno 16 metri (la dimensione della sua barca); in mezzo si erge una colonna alta circa due metri e larga uno e mezzo. Quella però è solo la parte emersa, ma è evidente che sott'acqua c'è qualcosa di molto più grande.
Stando sulla barca comincia a sondare il fondo con l'asta uncinata. Davanti, a prua, circa 40 centimetri e dietro il doppio, circa 80 centimetri di profondità. Lo strano è che ogni volta deve strattonare l'asta uncinata, come se qualcuno la trattenesse; si tratta di magnetismo. Lo scafo di acciaio dello yacht è bloccato su un grosso corpo magnetico.
Dopo aver recuperato e legato alla barca il battello di salvataggio, dalla piattaforma riappaiono due individui, anch'essi vestiti con tute spaziali e caschi, che si avvicinano a Stefan. Portando la mano verso il casco, fanno un amichevole cenno di saluto. Stefan capisce che non si tratta di esseri ostili e che di lì a poco, ci sarebbe stato un tentativo di comunicazione. Con grande stupore li sente parlare in inglese, anche se con uno strano timbro meccanico. In seguito gli viene spiegato che loro utilizzano un'apparecchiatura in grado di tradurre dalla loro lingua in inglese e viceversa.
Nel suo racconto, Stefan si sofferma a descrivere nei minimi dettagli la scena e le sembianze di questi esseri di evidente provenienza extraterrestre.
Dopo le reciproche presentazioni e alcune domande sulla situazione dei familiari di Stefan a bordo della barca, gli extraterrestri gli esprimono la loro gratitudine per il salvataggio fatto. Dalle loro parole e dai discorsi successivi, sii comprende che quella situazione è stata volutamente provocata. La scena dell'uomo in mare, oltre ad attirare l'attenzione, era un modo per misurare le doti etiche ed umane delle persone che avevano deciso di contattare. Se di fronte all'uomo in mare nessuno si fosse fermato e messo in gioco, sarebbe stata l'evidenza che quelle non erano le persone giuste. Il gesto altruistico di Stefan, invece, è stato la conferma che il contatto poteva continuare. La ricerca di questo contato spiega anche il malfunzionamento della bussola dovuto al campo magnetico del disco volante che, restando immerso, seguiva la barca in attesa di trovare la condizione giusta per mettere in atto il piano previsto.
In questo primo dialogo loro si presentano come abitanti di un altro pianeta che, assieme a molte altre razze extraterrestri, seguono l'umanità terrestre da moltissimo tempo. Stanno lavorando da dietro le quinte, studiando e in qualche modo accompagnando il nostro cammino evolutivo. In questo programma uno dei tasselli è anche promuovere una libera riflessione sul fatto che nell'universo non siamo soli, che c' la possibilità di viaggiare nello spazio sfruttando conoscenze e tecnologie che noi non abbiamo e che effettivamente delle società extraterrestri sono presenti nel nostro sistema solare e sulla Terra. Queste riflessioni sono già in atto e la vasta letteratura ufologica ne è l'evidenza. Una letteratura controversa che inevitabilmente ingloba in sé i limiti e i difetti del nostro attuale stato evolutivo.
In questo progetto entra anche l'incontro avvenuto qui nella Schelda orientale. Uno dei programmi è quello di lasciare ad un terrestre, opportunamente scelto, un blocchetto di materiale fatto di una lega non esistente sulla Terra. L'obiettivo è che attorno alla testimonianza di Stefan e questo blocchetto si ingenerino ipotesi e riflessioni volte a contribuire e rafforzare alcune posizioni ed orientamenti sul fenomeno ufologico.
Un altro obiettivo è tentare di far capire perché non è possibile un incontro tra terrestri ed extraterrestri.
E' un'impossibilità legata al fatto che sulla Terra mancano i presupposti etici per rapportarsi con una super-civiltà. La struttura etica terrestre è ancora saldamente poggiata sull'egoismo e quindi sugli interessi dei singoli anziché sull'altruismo o gli interessi collettivi. L'incontro di una super-civiltà - inevitabilmente messaggera di conoscenze scientifiche di enorme portata - con una civiltà fondata sull'egoismo, avrebbe come risultato di fornire conoscenze che darebbero un'ulteriore accelerazione al processo autodistruttivo che, già com'è ora, rappresenta una seria minaccia per il nostro pianeta. In altre parole, l'umanità terrestre ha ben sviluppato il suo patrimonio di conoscenze tecnico-scientifiche, ma è ancora del tutto primitiva dal punto di vista etico-sociale. Questa discrasia, già di per sé molto pericolosa, sarebbe irrimediabilmente compromessa da un possibile incontro con razze super-civili.
Le conoscenze scientifiche si apprendono e si consolidano rapidamente e in modo stabile, quelle etiche si apprendono, ma si consolidano solo dopo una travagliata e lenta maturazione e libere scelte che esigono il dominio delle pulsioni egoistiche della nostra natura animale. Pulsioni che si trasferiscono, agendo in modo strutturato, sul piano politico, sociale e culturale.
In altre parole, se ci incontrassimo con le società super-civili, assorbiremmo subito tutti gli aspetti tecnico-scientifici, rimanendo invece impermeabili ai valori etici e sociali. L'impegno delle società extraterrestri, invece, è contribuire solo sul piano etico-sociale, facendo attenzione a non accrescere quello tecnico scientifico. Questo obiettivo esclude i rapporti diretti, ma consente un lavoro da dietro le quinte anche se con modalità per noi non note e difficili da comprendere.
Mentre affronta questi discorsi Stefan sente forte in sé il desiderio di fare nuove domande e di mettersi in gioco su questi argomenti. Preso atto della sua curiosità e propensione al dialogo, i due extraterrestri gli fanno la seguente proposta: "Rifletti attentamente. Per rispondere a ciò che chiedi occorreranno almeno due giorni dii spiegazioni in parole ed immagini. Inoltre, dovrai scegliere fra il regalo materiale (il blocchetto di metallo) e il regalo immateriale sotto forma di informazioni. Non possiamo darteli entrambi".
Stefan non ha dubbi ed è questa un'occasione che non vuole certo perdere. Restituisce, quindi, il blocchetto e accetta l'invito per un incontro di due giorni dentro il disco volante.
Stefan rientra in barca, parla con Miriam e con i figli, ma ormai lui ha deciso e, anche se la famiglia è tutt'altro che entusiasta, riesce a far capire che questa è un'occasione che lui non vuole assolutamente perdere.
L'appuntamento è per l'indomani mattina, ma la posizione in cui si trovano non è adatta, forse perché troppo vicina alla costa. Dopo un sussulto ed un ronzìo terrificante, il disco volante si mette in movimento. Collegati magneticamente con l'àncora e la catena, vengono trascinati al largo, immersi in una scia di spuma, illuminata dall di sotto da un vasto chiarore di luce verde e accompagnata da un rumore ultraterreno. Stefan, guardando affascinato e pieno di dubbi, si chiede se ha fatto veramente bene ad avventurarsi in questa strana situazione...
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