domenica 25 maggio 2014

Civiltà extraterrestre: a confronto con una super-civiltà (parte quinta)


Riprendiamo finalmente il nostro racconto,
per continuare a raccogliere informazioni su  Iarga 
e per riprendere il discorso sulle vicissitudini di Stefan con la sua famiglia, 
alle prese nel mare del Nord con un incontro del tutto singolare: 
quello degli abitanti di un pianeta distante 10 anni luce dalla Terra.
Le informazioni che gli abitanti di questa civiltà daranno a Stefan attraverso il pensiero telepatico e la visione dei filmati che proiettano sul mega-schermo sono  un insegnamento per i terrestri, abituati a credere di essere gli unici
e più progrediti abitanti della Galassia! 
Niente di più falso e tendenzioso.
In realtà esistono milioni di civiltà sparse nell'Universo,
molte delle quali molto più progredite di noi,
sia tecnologicamente che spiritualmente,
come gli abitanti di Iarga sembrano dimostrare al lettore
Godiamoci ancora questa parte del lungo racconto,
così come è stato sintetizzato dagli amici del sito www.iarga.it.
Buona lettura e buona condivisione!
Dinaweh

A confronto
con una super-civiltà

Capitolo 1



(parte quinta)

L'ideologia cosmica

Al suo ritorno Stefan confida agli otto Iargani che la situazione a bordo non è molto buona perché sua moglie, con il buio e da sola con i bambini, non è per niente tranquilla. Rispondono di comprendere benissimo e lo incaricano di tornare subito a bordo a rassicurare Miriam che tutta la situazione è sotto controllo delle loro apparecchiature. Nessuno può avvicinarsi senza che loro lo sappiano; la barca e il suo equipaggio, qui sono più al sicuro che se fossero ormeggiati al porto.
Rientrato dopo aver tranquillizzato Miriam, Stefan affronta il tema sull'ideologia cosmica chiedendo se loro credono in Dio.
La risposta è che le loro convinzioni non si basano sulla "fede", ma sulla conoscenza della struttura immateriale dell'universo e sui valori su cui si fonda, Una discussione su questa conoscenza e questi valori non è, per ora,affrontabile.

In altri passaggi viene lasciato intendere che queste conoscenze della struttura immateriale dell'universo sono patrimonio solo delle società super-civili che hanno fatto il lungo percorso e raggiunto l'integrazione cosmica e, usando il termine inesistente sulla Terra, sono diventate onnicreative. Gesù Cristo era un essere onnicreativo.
Iarga è un pianeta super-civile, come tale ha il diritto e le conoscenze per viaggiare nello spazio e di entrare in relazione con tutte le società super-civili, ma è ancora in cammino verso l'integrazione cosmica e l'onnicreatività.

Come definiscono l'onnicreatività? 

Essi la definiscono come la forza che muove l'Universo. Noi la chiamiamo 'Dio', ma secondo loro il nostro concetto di Dio è troppo irrazionale ed è un simbolo di contrasti, carico di tradizioni e quindi poco utile!
Gli Iargani utilizzano un'altra parola, derivata da 'omnipotens" e cioè creatività onnipresente, perciò "onnicreatività". Questo è il significato universale nel campo di radiazioni immateriali che domina l'universo.
Di fronte a un panorama che mostra la via lattea percorsa da un'astronave, gli Iargani tentano di spiegare a Stefan il concetto di onnicreatività. Noi sappiamo quello che Stefan sia stato in grado di comprendere, né se quello che lui riferisce, rappresenti in modo corretto i concetti espressi. Per questo motivo qui riportiamo solo una sintesi di tutto quello che è stato detto: 


Spiegheremo in poche parole che cos'è la materia in relazione alla forza cosmica dell'onnicreatività. La materia è massa (peso), energia conglobata, una trasformazione dell'energia immateriale (senza peso), del campo di radiazione cosmico. La trasformazione avviene sotto l'azione di un enorme campo di forze, che crea le leggi fisiche cui obbedisce tutta la materia. Questo campo sii chiama "campo portante". Pensa di nuovo a un radiotrasmettitore. L'onnicreatività invia un campo portante che mantiene gli atomi una volta creati e crea le leggi di massa ed inerzia che ordinano l'universo.

Così, secondo le vostre idee, questo mondo è controllato solo da un sistema di leggi naturali, senza una guida intelligente?

No, al contrario! Il processo genetico e di conservazione dii questo mondo, viene controllato da un'intelligenza incommensurabile. facciamo ancora un paragone con un radiotrasmettitore, sebbene un paragone materiale sia sempre un po' zoppicante. Il campo portante cosmico è l'onda portante (frequenza base) che mantiene la materia e assicura l'ordine naturale. Precisamente come nella radio, l'onda portante serve alla trasmissione di impulsi creativi, cioè di pensieri e sentimenti (parole e musica). L'intelligenza e l'amore raggiungono questo mondo come irradiazione immateriale, secondo la nostra terminologia come modulazione del campo portante cosmico. L'intelligenza cosmica è infinita. I vostri scienziati hanno la possibilità di descrivere molte creazioni naturali e l'ordinamento naturale generale, in modo da poterne riempire innumerevoli libri. Ma tra le varie creazioni naturali ve n'è una che oscura tutte le altre. essa è il cervello di un essere umano. La sola capacità di registrazione rivela un piccolo mondo in microtecnica. Che tale volume limitato di sostanze chimiche possa contenere milioni di memorizzazioni e riprodurle immediatamente è inimmaginabile, così come è inimmaginabile l'estensione del cosmo. E questo è solo l'inizio. L'intelligenza umana è in condizioni di manipolare le mutazioni disponibili e, mediante la deduzione e la sintesi, aggiungere selettivamente a quelle esistenti nuove mutazioni. Può pensare logicamente. Nella nostra ideologia facciamo una netta distinzione fra parte materiale e parte immateriale dell'esistenza umana. Il pensiero logico, la memoria e la coscienza sono degli aspetti materiali. Sono legati alla materia e non elevano l'uomo al dii sopra della materia, né della bestia.

Come si spiega allora che il cervello umano che è materiale, con i suoi processi mentali chimici e quindi materiali, sia in grado di creatività immateriale? 
Ecco la spiegazione degli Iargani: ogni forma di vita è per natura egoista, compreso l'uomo. Egli però, a differenza di tutti gli altri animali, ha in cervello strutturato per ricevere la radiazione immateriale del campo cosmico portante. Il pensiero disinteressato, proprio ed esclusivo della specie umana, è di origine puramente immateriale; esso è un ponte diretto con l'onnicreatività. Ma se l'uomo ha questa possibilità di entrare in contatto con l'onnicreatività perché ha creato tutta la miseria che vediamo sulla Terra?


Perché l'uomo deve essere libero. Solo nella libertà più completa è capace di pensare disinteressatamente. Può sacrificarsi non per cieca fiducia o istinti naturali, ma per una disposizione spirituale (livello mentale) che si esprime nell'amicizia, nell'amore, nell'ammirazione, nella buona volontà, nella compassione o in altre forme di moto sociale. Questo legame tra il mondo materiale e immateriale dà all'uomo il diritto eterno all'esistenza come fine creativo della materia. E' per questo che deve essere libero. Immagina la situazione di un bambino che getti spontaneamente le braccia intorno al collo della mamma e dica: "Tu sei la mamma più cara del mondo"; se ciò accadesse per uno stimolo disinteressato, senza secondi fini, questa sarebbe la creatività immateriale. Ma supponi che il fanciullo dica queste parole spinto da altri o da un secondo fine. Pensi forse che questa dichiarazione d'amore infantile abbia un valore per la mamma? 
Il presupposto è che solo quando il bambino è libero e agisce disinteressatamente, si può parlare di attività immateriale. Un uomo che non sia libero non è in condizione di raggiungere valori elevati ed ha diritto solo all'esistenza come creazione materiale. Una razza intelligente che sia guidata dalla mano di Dio attraverso la vita è impensabile. Saremmo un teatrino di marionette, perfettamente guidato, senza dissonanze percettibili. Ma l'uomo non potrebbe essere disinteressato e sarebbe infelice perché un mondo di questo tipo sarebbe sempre uguale. 

Egoismo e altruismo

L'uomo dal punto di vista fisico è un animale da preda che fa parte del reato alla pari di tutti gli altri animali. Come sopra affermato il suo cervello, però, è dotato di una "antenna" capace di sintonizzarsi con il campo immateriale; con la propria libera creatività, quindi, l'uomo può realizzare l'integrazione cosmica. Se rimproveriamo Dio delle miserie della Terra allora lo rimproveriamo di averci creati liberi e di poter realizzare la nostra felicità. Il nostro limite è esclusivamente l'egoismo; quello che nella Bibbia è identificato come il "peccato originale".


Il termine "peccato originale" inteso come "egoismo" ha in sé un'accezione negativa, in realtà esso, nel progetto divino, è il motore fondante e insostituibile del regno vegetale e animale, e quindi anche dell'uomo materiale. L'uomo, però, essendo potenzialmente capace di sintonizzarsi con il campo immateriale, è chiamato a superare gli equilibri della selezione naturale, sostituendola con un'altra  forma di selezione che si basa sulla creatività immateriale e quindi sul "disinteresse". Ecco perché l'egoismo assume una valenza e quindi il "peccato" anche se esso ha un ruolo insostituibile nel mondo materiale.Il mondo vegetale ed animale, per la legge della sopravvivenza e della selezione naturale, sono progettati in modo da essere necessariamente egoisti. Piante ed animali, con intelligenze e corpi materiali di incredibile perfezione, si contendono aria, acqua, sole e alimenti, instaurando tra loro una continua "guerra". Una realtà cruda che rappresenta però l'unica soluzione possibile per dare origine alla vita biologica su un pianeta in origine sterile.L'uomo ha un corpo fisico animale che risponde esattamente a queste logiche, ma che, a differenza degli altri animali, ha la possibilità di percepire e sintonizzarsi con l'onnicreatività. La potenzialità e lo scopo del mondo vegetale e animale, quindi, è quello di trasformare un pianeta sterile in un pianeta vivo. La potenzialità e lo scopo dell'umanità è quello di trasformare quel pianeta vivo in un pianeta super-civile dove gli uomini si amano gli uni gli altri, dominando le pulsioni egoistiche del mondo animale. Oggi invece queste pulsioni hanno ancora un pericoloso dominio sull'umanità.
Si tratta di una potenzialità perché, in quanto libera, una specie umana può anche fallire questo obiettivo. Nell'economia cosmica questo fa parte del gioco. Dove un'umanità ha fallito ne subentrerà un'altra che ritenterà il percorso. Esistono ipotesi (vedi Atlantide) secondo le quali sulla Terra, già in passato, si sarebbero verificati dei fallimenti su questo piano, per cui noi saremmo quelli che stanno ritentando. I risultati attuali non fanno ben sperare, ma questi nostri fratelli cosmici che ci accompagnano, hanno ancora fiducia che ci siano delle possibilità. Sta a noi realizzarle.

Stefan riprende a fare domande sul concetto di anima, di sopravvivenza dopo la morte e di coscienza. Non sappiamo quanto lui abbia realmente compreso le risposte date e se quanto riportato rispecchi fedelmente i concetti da loro espressi.  Riportiamo comunque i concetti relativi alla "coscienza" e al rapporto che c'è tra essa e la parte materiale e spirituale dell'uomo.


Immaginiamo, dicono gli Iargani, la situazione di un bambino che venga rapito da un gruppo di scimmie. Da adulto si presenterà come un uomo, ma, di fatto, urlerà come una scimmia e si comporterà secondo le leggi che regolano la società delle scimmie e vedendo gli uomini fuggirà. Assomiglierà più ad un animale che a un uomo e, senza intervento esterno, resterà tale. Che cosa sarebbe diventato lo stesso bambino se fosse cresciuto in un ambiente evoluto e con genitori agiati? Si sarebbe potuto chiamare Stefan, per esempio, come il protagonista di questo incontro. Se si confronta la sua coscienza con quella della scimmia che avrebbe potuto essere, osserveremmo che il secondo non può parlare, non può esprimere i suoi pensieri come fa una persona umana ed ha, nonostante la sua intelligenza elevata, una coscienza poco più che animale. Lo Stefan di oggi, invece, ha iniziato a sviluppare una coscienza cosmica e si rende conto della nullità della sua esistenza. Con l'educazione e l'influenza dell'ambiente in cui è cresciuto, lo Stefan di oggi ha ricevuto una coscienza completamente diversa. L'educazione è, quindi, un aspetto determinante nello sviluppo della specie umana. Essa è il passaggio delle conoscenze dalla generazione passata a quella presente. I primi uomini hanno imparato a parlare, hanno imparato ad accendere e ad usare il fuoco e successivamente a scrivere. Ciò che l'uomo oggi ha raggiunto è dovuto al capitale mentale che tutte le generazioni, a partire dal primo uomo, hanno investito. Questo capitale mentale è costituito dal passaggio delle conoscenze dei genitori ai loro figli, degli educatori ai loro allievi, degli artisti ai loro ammiratori, degli inventori alla loro tecnica. La prima conclusione è che l'educazione, ovvero la comunicazione delle conoscenze, stimola la crescita della coscienza di una razza intelligente fino a raggiungere la coscienza cosmica finale. La seconda conclusione è che il contributo individuale alla costituzione della propria coscienza è solo quella parte che uno aggiunge a quanto ha ricevuto con l'educazione. Il resto è dovuto agli altri. Ogni uomo usa la sua creatività per migliorare la propria vita o per migliorare quella degli altri e ogni espressione di creatività racchiude un valore immateriale eterno. Intorno ad un pianeta abitato aleggia, come atmosfera invisibile, la capacità di creatività che viene resa disponibile ad ogni essere vivente: l'atmosfera della coscienza. essa determina l'atteggiamento mentale dei giovani che crescono e le logiche del loro comportamento. Si rende necessario, però, approfondire gli aspetti qualitativi che possono determinare una coscienza cosmica. Come sostenuto in precedenza, la creatività materiale alimenta l'atmosfera della coscienza orientata all'egoismo, e la creatività immateriale alimenta quella orientata all'altruismo e quindi al disinteresse. L'uomo è chiamato a migrare lentamente dalla creatività materiale a quella immateriale. Un mondo che conosce solo la creatività materiale, non ha futuro.

Cristo, nel Vangelo del giudizio finale, fa riferimento proprio a questa realtà e per la sua salvezza sprona l'umanità a sviluppare la creatività immateriale: "Venite, benedetti, e ricevete il Regno che è stato preparato per voi dalla creazione del mondo". Questo è un invito destinato a coloro di cui Egli può dire: "Ho avuto fame e mi hai dato da mangiare, ho avuto sete e mi hai dato da bere, ero straniero e mi hai accolto, ero nudo e mi hai vestito, ero malato e mi hai curato, ero in prigione e mi hai visitato, poiché tutto ciò che hai fatto per il più umile dei miei fratelli, lo hai fatto per me".

A questo punto gli Iargani gli dicono: "Capisci ora che cosa significano queste condizioni in realtà?
A un'umanità senza questa etica elevata lo sviluppo tecnologico è destinato a sfuggire di mano e divenire causa di caos e annientamento. Può arrivare il momento in cui un pugno di esseri aggressivi sarà in grado di preparare un'arma che potrà annientare il genere umano. 
Che cosa intendeva Cristo con le parole: "Via da me maledetti, nel fuoco eterno" ? Intendeva la possibilità che l'umanità si estinguesse prima dell'integrazione cosmica. Se ciò avverrà, sarà solo per colpa collettiva, per un atteggiamento mentale ingiusto: "Avevo fame e non mi hai dato da mangiare". L'annientamento del genere umano è, in senso letterale, il fuoco eterno dei dannati. Poiché con l'ultimo uomo muore l'intera umanità dall'inizio dei tempi. Queste sono le terribili conseguenze di un comportamento ingiusto. 

Gli Iargani ammoniscono che noi stiamo giocando un gioco irresponsabile con la morte eterna.





(fine parte quinta)

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