MASANOBU FUKUOKA
SERVI SEMPLICEMENTE LA NATURA
E TUTTO ANDRA' BENE
L'esagerazione dei desideri è la causa fondamentale che ha portato il mondo all'attuale situazione.
Presto, invece che piano; più, invece che meno: questo "sviluppo" tutto apparente è legato in modo molto diretto all'incombente collasso della società. In pratica è servito soltanto a separare l'uomo dalla natura. L'umanità deve smettere di lasciarsi andare al desiderio di possessi e guadagni materiali e muoversi invece verso una consapevolezza spirituale.
L'agricoltura deve passare dalle grandi attività meccanizzate a piccoli poderi basati soltanto sulla vita stessa. all'esistenza materiale e alla dieta alimentare si dovrebbe dare un posto semplice. Se si fa questo il lavoro diventa piacevole e lo spazio per il respiro spirituale abbondante.
Più il contadino ingrandisce la scala delle sue attività e più il suo corpo e spirito si disperdono e inoltre si allontana da un'esistenza moralmente soddisfacente. Una vita di agricoltura su piccola scala può apparire primitiva, ma vivendola diventa possibile contemplare la Grande Via* (*La via della luce di coscienza che implica l'attenzione e la cura per le attività ordinarie della vita di ogni giorno).
Io credo che se uno entra a fondo nell'ambiente che lo circonda immediatamente e nel piccolo mondo di tutti i giorni in cui vive, il più grande dei mondi si rivelerà.
alla fine dell'anno il contadino di una volta che coltivava un acro (4000 metri quadri) passava i mesi di gennaio, febbraio e marzo a caccia di conigli sui monti. Anche se lo chiamavano povero, aveva nondimeno questo genere di libertà. Le vacanze di Capodanno duravano circa tre mesi. Un po' alla volta cominciarono ad essere ridotte a due mesi, un mese e adesso Capodanno è diventato una vacanza di tre giorni.
La riduzione delle vacanze di Capodanno dimostra come sia diventato occupato il contadino e come abbia perso il suo tranquillo benessere fisico e spirituale. Nell'agricoltura moderna un contadino non ha tempo di scrivere una poesia o comporre una canzone.
L'altro giorno, mentre stavo facendo pulizia nel piccolo tempio del villaggio, fui sorpreso notando delle targhette appese al muro. Togliendo la polvere e osservando le lettere pallide e sbiadite, riuscii a decifrare dozzine di poesie haiku.
Anche in un villaggio piccolo come questo venti o trenta persone avevano fatto composizioni haiku e le avevano presentate come offerte. Questo è quanto la gente degli spazi aperti aveva nella sua vita nei vecchi tempi. alcuni dei versi devono essere vecchi di diversi secoli fa. Perciò erano stati scritti con tutta probabilità da contadini poveri, ma che avevano ancora il tempo di scrivere l'haiku.
Adesso non c'è nessuno in questo villaggio che abbia abbastanza tempo da poter scrivere poesie. Durante i freddi mesi d'inverno solo pochi riescono a trovare il tempo per scivolare fuori un giorno o due e andare a caccia di conigli.
Nelle ore di svago, adesso, la televisione è al centro dell'attenzione, e non c'è assolutamente tempo per le semplici attività creative che rendevano ricca la vita quotidiana del contadino. Questo è ciò che intendo quando dico che l'agricoltura è diventata povera e debole spiritualmente, e si preoccupa solo dello sviluppo materiale.
Lao-Tze, il saggio Taoista, dice che una vita completa e buona può essere vissuta solo in un piccolo villaggio. Bodhidharma, il fondatore dello Zen, passò nove anni vivendo in una grotta senza darsi da fare in giro. Preoccuparsi di far soldi, espandersi, sviluppare, coltivare prodotti per il mercato e spedirli lontano non è un modo di comportarsi degno di un contadino. Essere qua e occuparsi con passione di un piccolo campo, in pieno possesso della libertà e pienezza di ogni giorno, quotidianamente: questa deve essere stata la via originaria dell'agricoltura.
Dividere l'esperienza a metà e chiamare una parte fisica e l'altra spirituale è una cosa che rende miopi e disorientati. La gente non vive schiava del cibo. Non possiamo sapere fino in fondo che cos'è il cibo. sarebbe meglio se la gente smettesse addirittura di pensare al mangiare. Analogamente sarebbe bene se la gente smettesse di preoccuparsi di scoprire il "vero significato della vita", non possiamo mai sapere le risposte alle grandi domande spirituali, ma è bene non capire. Siamo nati e stiamo vivendo sulla terra per guardare in faccia direttamente alla realtà del vivere.
Vivere non è altro che la conseguenza dell'esser nati. Qualunque cosa la gente mangi per vivere, qualunque cosa la gente creda di dover mangiare per vivere, è solo una cosa pensata. Il mondo che c'è è tale che se la gente mettesse da parte la propria volontà umana e invece si lasciasse guidare dalla natura non ci sarebbe nessuna ragione per aver paura di morire di fame.
Soltanto vivere, qui e ora: questa è la vera base della vita umana. Quando un'ingenua conoscenza scientifica diventa il fondamento dell'esistenza, la gente si mette a vivere come se dipendesse solo dagli amidi, dai grassi e dalle proteine e le piante dall'azoto, dal fosforo e dal potassio.
e gli scienziati, quanto più profondamente indagano la natura, quanto più lontano ricercano, alla fine arrivano solo a rendersi conto come sia perfetta e misteriosa in realtà. Credere che con la ricerca e l'invenzione l'umanità possa creare qualcosa di meglio della natura è un'illusione. Io penso che la gente stia facendo tutti questi sforzi solo per arrivare a conoscere quella che si potrebbe chiamare la vasta incomprensibilità della natura.
Per il contadino nel suo lavoro è lo stesso discorso: servire la natura e tutto andrà bene. Coltivare la terra una volta era un lavoro sacro. Quando l'umanità cominciò a decadere da questa condizione ideale, venne fuori la moderna agricoltura commerciale. Quando il contadino cominciò a coltivare i suoi raccolti per far soldi, dimenticò i veri fondamenti dell'agricoltura.
Ovviamente il commerciante ha un ruolo da svolgere nella società, ma la glorificazione delle attività commerciali tende ad impedire alla gente di identificare la vera fonte della vita. L'agricoltura, come occupazione che sta dentro la natura, si trova vicino a questa fonte. Molti contadini ignorano la natura, anche se vivono e lavorano in ambienti naturali, ma sembra a me che coltivare la terra offra molte opportunità per una maggiore consapevolezza.
"Se l'autunno porterà pioggia o vento non posso saperlo, ma so che oggi lavorerò nei campi". Queste sono le parole di una vecchia canzone di campagna. esprimono la verità dell'agricoltura come maniera di vivere. Non importa come sarà il raccolto, se ci sarà abbastanza da mangiare o meno, nel semplice fatto di gettare il seme e dedicarsi teneramente alle piante sotto la guida della natura, c'è la gioia.
Masanobu Fukuoka, La rivoluzione del filo di paglia, Libreria editrice Fiorentina - Quaderni d'Ontignano, ristampa 2019, pp. 131-134.
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