venerdì 4 maggio 2018

MADRE


MADRE


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Quando scalzo, da bambino
guardavo alla finestra,
il mondo non mi faceva paura.
Mi sembrava tutto così bello e incantato.

Casa diventava stretta per me, 
per la mia voglia di scoprire, di conoscere,
di annusare l'aria,
di confondermi nei colori,
e sentire il freddo dell'inverno
bussare senza successo 
al mio caldo maglione irlandese.

Oggi torno a te, Madre,
con lo stesso fremito che avevo di conoscere il mondo 
degli uomini e delle donne,
con la voglia caparbia 
di ascoltare il tuo respiro.

Ora, che ho visto e conosciuto 
il mondo degli uomini,
ora che tutte le illusioni 
sono cadute spegnendosi dalle mie ali,
ora che sono nudo e spoglio 
di fronte alla vita, 
torno a te, 
Madre,
e la tua bellezza di nuovo m'incanta
e rapisce tutti i miei sensi 
sconvolgendomi l'anima.

Come un bimbo
corro dentro di te
e tu, accogliente, 
mi avvolgi
e rotoli i miei pensieri
giù per prati festosi di primavera
e tutti li lascio andare via da me.

Acque, terre, mari e cieli
scorrono dentro 
e il volo di un rapace 
rapisce il mio cuore,
portandolo a te, 
Madre,
fino al più alto dei cieli.


Lux

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