La Nuova Scienza dello Spirito
Il significato della vita dell'uomo
sulla Terra
(ultima parte)
Ci sono tantissime altre tecniche, come la pranoterapia, come il Reiki, come il Deeksha, come il Tetha Healing…, che sono state proprio portate dagli Esseri Cosmici per dare alle persone strumenti di risveglio; però se le tecniche, come anche il respiro, come anche la scarica emozionale, vengono usate fuori dal loro raggio di azione, creano ostacoli, non creano discernimento. Quindi se uso il respiro, ma scappo dalle emozioni, non va più bene; se uso la scarica emozionale e me la faccio tutti i giorni per un’ora la mattina e poi non lavoro sulla causa, sto scappando; quindi anche se io comincio a fare tutti i giorni pranoterapia e pulisco il mio corpo mentale, il mio corpo astrale, il mio corpo eterico, sto benissimo, sto in pace, però rimango fermo, perché il mio corpo astrale, mentale ed eterico, se sono fuori fase, mi vogliono dire qualcosa! Io posso star meglio, ma non sono arrivato alla causa.
Nel momento in cui non si lavora sulla causa, la ricodifica verrà di nuovo rimandata alla prossima fase non armonica, quindi, piano piano, ci sarà una nuova discesa e quindi si riformeranno gli stessi effetti, oppure effetti leggermente diversi. Il terapeuta, una tecnica mi possono aiutare a star meglio, ma nel momento in cui io non lavoro sulla causa, la ricodifica fatta dal terapeuta o dalla tecnica, la ricodifica verrà di nuovo rimandata alla prossima volta…
Anche la psicoterapia, se cercate attraverso la mente razionale di andare a curare quelli che sono gli stati emotivi difficili, è una fase intermedia, va bene; ha dato risultati interessanti… La persona perlomeno si calma e perlomeno se è un omicida o una persona estremamente violenta che non è assolutamente pronta per fare un lavoro interiore, perlomeno va avanti. Chiaramente non è un lavoro completo, perché la mente razionale non è uno strumento idoneo per poter lavorare su questo tipo di struttura, però può migliorare la percezione della vita quotidiana.
A lungo andare, se poi non c’è un cercare di risalire alla causa, rimango fermo, cioè non vado né su, né giù. Uno strumento molto utile, meraviglioso sono i decreti: “Io sono”, “Io sono un’anima aperta”…, ecc., soprattutto per persone che hanno una bassa autostima o che hanno difficoltà ad accettarsi, anche in quel caso si hanno degli effetti positivi. Sostituendo pensieri negativi a pensieri positivi si sta meglio, un pochino meglio…, controllando la forma pensiero in ogni singolo dettaglio permette di calmare il sottobosco. Però attenzione, perché in questo caso, se io sostituisco il pensiero negativo a quello positivo e lo faccio per alcuni anni, se poi non cambio rotta, mi blocco, perché divento come una sorta di automa, dove, ogni volta che penso male, emetto un pensiero contrario, ma poi? Qual è la causa che stimola quel pensiero? Quindi, anche questo è uno strumento valido, ma entro ceri limiti, altrimenti diventa un blocco che non finisce più…
Ci vuole tempo.
Ci vogliono dai cinque ai dieci anni, se uno fa il lavoro interiore quotidiano, con serietà. Piano piano tutto si muove, applicando dei metodi, delle tecniche. Arrivare alla causa è un processo che ha bisogno di tempo; non è uguale per tutti, poi: per alcuni è più lungo, per alcuni è più breve, dipende. Per alcuni è molto rapido all’inizio, poi dopo arriva qualcosa che blocca… quindi non è che qui uno in un giorno, prende e risolve tutto, però si va in quella direzione. Già uno impara a non prendersi in giro: perché quella parte di me è bloccata? Dov’è che scappo? È più difficile raccontarsele… se vedi che la mente Superiore non si sblocca, è più semplice e più veloce riconoscere dove c’è il blocco e perché, per chi fa il lavoro interiore intensivo e giornaliero. Poi dopo non ci sarà più bisogno di tutto questo.
Già nella quarta dimensione non ce ne sarà più bisogno, perché il corpo astrale e mentale se ne accorgono prima, quindi sarà tutto più semplice.
Mano a mano che si lavora su di sé si aprono degli stati di beatitudine e di consapevolezza sempre più intensi, anche se poi si vivono i momenti di bassa. Quando c’è uno stato psico-emozionale ci sono entrambe gli aspetti: quello mentale e quello emozionale. Si manifestano in questa doppia forma. Invece generalmente, noi pensiamo di stare male solo quando si manifesta l’emozione, ma quando si manifesta il pensiero grigio, non lo riconosciamo; pensiamo di essere noi, invece in quel momento siamo sotto influsso di uno stato psico-emotivo. Appena ci calmiamo ci rendiamo conto che non era così.
VOLONTA’ – AMORE e COMPRENSIONE-AZIONE
(ultima parte)
A questo punto io insegno la scarica emozionale, meglio definibile come armonizzazione, che ha
proprio questo compito preciso; attraverso la scarica psico-emozionale si
esprimono questi stati psico-emozionali e si portano sul piano fisico, si
manifestano direttamente sul piano materiale, attraverso delle pratiche dove si
fa esplodere l’emotività, cioè non si nasconde, non ci si assenta, non si va
nel quinto piano, ma si rimane e si esprimono fino in fondo.
Un conto è il passo tecnico in cui io sto veramente male per cui devo andare 'sopra' e allora va bene; altro conto invece che c’è una forza potentissima che ha bisogno di essere espressa e io sono pronto per affrontarla e allora non scappo, non mi assento; rimango "nel qui e ora" e la faccio esplodere fino in fondo in modo tale che questa parte finalmente trovi sfogo; finalmente trova una strada verso il compimento. Una cosa che non ho detto per questioni di tempo, però un po’ l’ho introdotta, è quella riguardo le sette densità; man mano che si scende, le densità sono sempre più dense; è il Sé cosmico che si manifesta nella materia! Le nostre emozioni sono una parte di noi che è fatta di materia astrale e quindi essendo fatta di questa materia tende a seguire il flusso con cui questa materia è stata creata.
Un conto è il passo tecnico in cui io sto veramente male per cui devo andare 'sopra' e allora va bene; altro conto invece che c’è una forza potentissima che ha bisogno di essere espressa e io sono pronto per affrontarla e allora non scappo, non mi assento; rimango "nel qui e ora" e la faccio esplodere fino in fondo in modo tale che questa parte finalmente trovi sfogo; finalmente trova una strada verso il compimento. Una cosa che non ho detto per questioni di tempo, però un po’ l’ho introdotta, è quella riguardo le sette densità; man mano che si scende, le densità sono sempre più dense; è il Sé cosmico che si manifesta nella materia! Le nostre emozioni sono una parte di noi che è fatta di materia astrale e quindi essendo fatta di questa materia tende a seguire il flusso con cui questa materia è stata creata.
C’è una discesa dall’alto verso il basso e così sono anche gli
stati psico-emozionali, come ogni forma inanimata sui piani sottili; tende a
scendere e quindi quando si vive uno
stato psico-emozionale è importante comprendere il concetto base che va fatto
scendere, perché per quel tipo di energia, l’evoluzione è 'scendere', non è
salire, mentre invece, per un essere dotato di coscienza, l’evoluzione è 'salire'.
Però se un essere dotato di coscienza come siamo noi è costituito nella sua
parte astrale da una serie di materiali
che non è lui, ma sono parti di lui, quindi sono parti inanimate, queste
parti vanno espresse, in modo tale che questo materiale da una dimensione più
sottile si manifesti come per naturale evoluzione in una dimensione più densa,
che è quella fisica e quindi la scarica emozionale è proprio un passaggio che
permette alle forme emotive e mentali di evolvere, altrimenti l’altra strada è quella
di assentarsi, ma se io mi assento quella forma rimane lì dov’era; me la
ritrovo al prossimo episodio dii vita quotidiana e tenterà un’altra volta di
trovare una strada, ma io gliela blocco, mi assento… le tecniche di ascensione,
come i mantra, come tutte le tecniche che vengono insegnate nelle scuole
iniziatiche sono bellissime, sono fondamentali, la persona senza quella tecnica
è persa, ma se vengono assimilate per anni in modo consistente per assentarsi,
diventa una fuga; io non evolvo, perché non permetto a questa parte di me di
esprimersi, non la amo, non ci sto insieme e quindi non posso poi dopo nemmeno
avere l’arricchimento che c’è dietro.
Queste sono le prime due tecniche; poi c’è la terza tecnica iniziale, che è l’ascolto del Sé Superiore. È la tecnica che chiude il cerchio, perché ci permette di avere delle comprensioni non con la mente razionale, ma con la mente Superiore. Finito il lavoro di messa a terra, di discesa, a quel punto entro in contatto con la mia mente Superiore e chiedo che cos’è che devo imparare da questo stato e allora piano piano mi arriva la consapevolezza di quella che è la vera causa di quello che muove gli effetti. Non lavoro sull’effetto; la mia attenzione non è tesa a rimuovere l’effetto, a calmarlo; la mia attenzione è tesa ad ascoltare l’effetto, lasciandolo andare fino in fondo e trarre l’insegnamento. Quello è un effetto che è mosso da una causa. Ecco perché è fondamentale conoscere la divisione in piani, se no uno non li capisce questi concetti; è impossibile, è tutto mescolato; invece così si ha una visione completa. Il primo passo è raggiungere la VACUITA’, l’assenza di pensieri, uno stato di pace, il secondo è quello di affrontare il dolore nella sua accezione mentale ed emotiva, il terzo passo ci permette di trarre l’insegnamento. Quindi, piano piano, noi siamo in grado, in base a quello che è il nostro momento evolutivo e le spinte spirituali che impariamo a riconoscere, di lavorare su tutto. Avere infine la comprensione sull’inconsapevolezza e ci verrà data la comprensione di come esprimerla. Mi viene da dentro.
Queste sono le prime due tecniche; poi c’è la terza tecnica iniziale, che è l’ascolto del Sé Superiore. È la tecnica che chiude il cerchio, perché ci permette di avere delle comprensioni non con la mente razionale, ma con la mente Superiore. Finito il lavoro di messa a terra, di discesa, a quel punto entro in contatto con la mia mente Superiore e chiedo che cos’è che devo imparare da questo stato e allora piano piano mi arriva la consapevolezza di quella che è la vera causa di quello che muove gli effetti. Non lavoro sull’effetto; la mia attenzione non è tesa a rimuovere l’effetto, a calmarlo; la mia attenzione è tesa ad ascoltare l’effetto, lasciandolo andare fino in fondo e trarre l’insegnamento. Quello è un effetto che è mosso da una causa. Ecco perché è fondamentale conoscere la divisione in piani, se no uno non li capisce questi concetti; è impossibile, è tutto mescolato; invece così si ha una visione completa. Il primo passo è raggiungere la VACUITA’, l’assenza di pensieri, uno stato di pace, il secondo è quello di affrontare il dolore nella sua accezione mentale ed emotiva, il terzo passo ci permette di trarre l’insegnamento. Quindi, piano piano, noi siamo in grado, in base a quello che è il nostro momento evolutivo e le spinte spirituali che impariamo a riconoscere, di lavorare su tutto. Avere infine la comprensione sull’inconsapevolezza e ci verrà data la comprensione di come esprimerla. Mi viene da dentro.
Affrontare
tutto quello che ho dentro e poi piano piano, nel momento in cui si va
alleggerendo questo albero, si crea dentro di me uno spazio di libera
espressione.
Ci sono tantissime altre tecniche, come la pranoterapia, come il Reiki, come il Deeksha, come il Tetha Healing…, che sono state proprio portate dagli Esseri Cosmici per dare alle persone strumenti di risveglio; però se le tecniche, come anche il respiro, come anche la scarica emozionale, vengono usate fuori dal loro raggio di azione, creano ostacoli, non creano discernimento. Quindi se uso il respiro, ma scappo dalle emozioni, non va più bene; se uso la scarica emozionale e me la faccio tutti i giorni per un’ora la mattina e poi non lavoro sulla causa, sto scappando; quindi anche se io comincio a fare tutti i giorni pranoterapia e pulisco il mio corpo mentale, il mio corpo astrale, il mio corpo eterico, sto benissimo, sto in pace, però rimango fermo, perché il mio corpo astrale, mentale ed eterico, se sono fuori fase, mi vogliono dire qualcosa! Io posso star meglio, ma non sono arrivato alla causa.
Nel momento in cui non si lavora sulla causa, la ricodifica verrà di nuovo rimandata alla prossima fase non armonica, quindi, piano piano, ci sarà una nuova discesa e quindi si riformeranno gli stessi effetti, oppure effetti leggermente diversi. Il terapeuta, una tecnica mi possono aiutare a star meglio, ma nel momento in cui io non lavoro sulla causa, la ricodifica fatta dal terapeuta o dalla tecnica, la ricodifica verrà di nuovo rimandata alla prossima volta…
Le terapie quindi sono utili come una spinta, come un
aiuto, ma se io non faccio niente per
arrivare alla causa, è assolutamente inutile, anzi è dannoso; sto perdendo il
mio tempo e anzi, se il terapeuta è veramente in gamba ad un certo punto vi
dice: “senti non venire più perché è inutile”. Ve lo dice proprio!
Anche la psicoterapia, se cercate attraverso la mente razionale di andare a curare quelli che sono gli stati emotivi difficili, è una fase intermedia, va bene; ha dato risultati interessanti… La persona perlomeno si calma e perlomeno se è un omicida o una persona estremamente violenta che non è assolutamente pronta per fare un lavoro interiore, perlomeno va avanti. Chiaramente non è un lavoro completo, perché la mente razionale non è uno strumento idoneo per poter lavorare su questo tipo di struttura, però può migliorare la percezione della vita quotidiana.
A lungo andare, se poi non c’è un cercare di risalire alla causa, rimango fermo, cioè non vado né su, né giù. Uno strumento molto utile, meraviglioso sono i decreti: “Io sono”, “Io sono un’anima aperta”…, ecc., soprattutto per persone che hanno una bassa autostima o che hanno difficoltà ad accettarsi, anche in quel caso si hanno degli effetti positivi. Sostituendo pensieri negativi a pensieri positivi si sta meglio, un pochino meglio…, controllando la forma pensiero in ogni singolo dettaglio permette di calmare il sottobosco. Però attenzione, perché in questo caso, se io sostituisco il pensiero negativo a quello positivo e lo faccio per alcuni anni, se poi non cambio rotta, mi blocco, perché divento come una sorta di automa, dove, ogni volta che penso male, emetto un pensiero contrario, ma poi? Qual è la causa che stimola quel pensiero? Quindi, anche questo è uno strumento valido, ma entro ceri limiti, altrimenti diventa un blocco che non finisce più…
Se dietro un pensiero positivo, c’è un pensiero negativo
è perché c’è un problema dietro, non perché è sbagliato il pensiero negativo…
certo che il pensiero negativo influenza la realtà esterna e quindi tenderà
a condizionare la mia realtà esterna,
ovvio, ma è così perché dentro di me c’è una parte irrisolta che tende a
stimolare tutto questo flusso. Si può usare in stati di emergenza, quando uno non è pronto ad affrontare il dolore, almeno
così un po’ si calma. Fino ad un certo punto funziona, oltre un certo punto non
funziona.
Ci vuole tempo.
Ci vogliono dai cinque ai dieci anni, se uno fa il lavoro interiore quotidiano, con serietà. Piano piano tutto si muove, applicando dei metodi, delle tecniche. Arrivare alla causa è un processo che ha bisogno di tempo; non è uguale per tutti, poi: per alcuni è più lungo, per alcuni è più breve, dipende. Per alcuni è molto rapido all’inizio, poi dopo arriva qualcosa che blocca… quindi non è che qui uno in un giorno, prende e risolve tutto, però si va in quella direzione. Già uno impara a non prendersi in giro: perché quella parte di me è bloccata? Dov’è che scappo? È più difficile raccontarsele… se vedi che la mente Superiore non si sblocca, è più semplice e più veloce riconoscere dove c’è il blocco e perché, per chi fa il lavoro interiore intensivo e giornaliero. Poi dopo non ci sarà più bisogno di tutto questo.
Già nella quarta dimensione non ce ne sarà più bisogno, perché il corpo astrale e mentale se ne accorgono prima, quindi sarà tutto più semplice.
Una volta che arrivo alla causa e una volta che la Mente
Superiore ha compreso la causa, allora sono pronto ad agire nella vita
quotidiana.
D. Ma si deve per forza
vivere miliardi di vite?
R. Stai parlando di te? [risate]… hai bisogno di
sperimentare e per sperimentare devi passare da quella strada. Sta parlando in
te la parte psico-emozionale, non sei tu che parli. Stai vivendo momenti di
sconforto, di tristezza e di sfiducia. Che cos’è, che è in atto? Uno stato
psico-emozionale che si manifesta con un pensiero e con un’emozione. In realtà
è un processo di apprendimento, ma le parole che tu dici, le dici da una
prospettiva distorta; non è il tuo vero “IO” che sta facendo questa domanda, ma
invece il tuo stato che tu confondi con quello che tu pensi e invece non è
quello che tu pensi, il tuo vero IO, ma è una parte di te, che deriva da una
tua esperienza di dolore che non hai superato e allora ti fa pensare in questo
modo. Attraverso un processo di amore profondo allora, piano piano, viene
consentito un passaggio in alto.
Mano a mano che si lavora su di sé si aprono degli stati di beatitudine e di consapevolezza sempre più intensi, anche se poi si vivono i momenti di bassa. Quando c’è uno stato psico-emozionale ci sono entrambe gli aspetti: quello mentale e quello emozionale. Si manifestano in questa doppia forma. Invece generalmente, noi pensiamo di stare male solo quando si manifesta l’emozione, ma quando si manifesta il pensiero grigio, non lo riconosciamo; pensiamo di essere noi, invece in quel momento siamo sotto influsso di uno stato psico-emotivo. Appena ci calmiamo ci rendiamo conto che non era così.
VOLONTA’ – AMORE e COMPRENSIONE-AZIONE
La volontà è fondamentale; è un bene prezioso, limitato,
che non va sprecato in mille rivoli, in mille fiumi in contemporanea, ma va
alimentato in una direzione. Usando la metodologia giusta, per esempio usando
la scarica psico-emozionale (armonizzazione), allora Uno questi pensieri grigi li affronta e
permette loro di trovare uno sbocco, una soluzione, una manifestazione. Piano
piano arrivo a scoprire qual è la causa che li provoca. Quando si esercita la
volontà in modo dispersivo, è perché in fondo Uno ha paura e quindi alla fine è
una forma di fuga. È un processo lento, un processo di amore, non è un processo
freddo, è un processo caldo, che richiede un grande atto di amore, di volontà,
di dedizione; Uno deve proprio avere la volontà di volersi bene, di stare nella
luce, se no non lo fa, non lo affronta; se ne frega e continua a vivere come si
presenta la vita. Affrontare il lavoro interiore deriva da una voglia di stare
bene, di vivere amore, di vivere pace, dev’essere proprio chiaro questo; è un
atto di amore, non è un atto rigido.
D. Il perdono è il
quarto cardine o fa parte dell’Amore?
R. Il perdono è una conseguenza dell’Amore, non è un
cardine principale. Mentre la volontà, l’Amore e la comprensione-azione sono
tre aspetti assolutamente scissi e indipendenti, sono autonomi l’uno
dall’altro, il perdono deriva proprio da un processo di amore che avviene
dentro di noi.
Faccio un esempio concreto: immaginate che io cercavo il
riferimento esterno del maschile e l’ho trovato in una persona e poi a un certo
punto arriva Uno che me l’ha tolta (gli ha sparato, lo ha ammazzato…). Allora
cosa fai? Nel momento in cui mi permetto di vivere tutti questi stati, che sono
l’odio, il rancore, la paura, insieme ad atteggiamenti di fuga dove mi chiudo,
ecc., nel momento in cui mi permetto di vivere tutti questi stadi, gli dò voce,
ci sto insieme, come un bambino, è tutto un processo di emersione e di amore,
il fatto proprio che mi permetto di vivere…, quando si sblocca la vera comprensione, il vero insegnamento che quella
situazione mi sta dando e che devo dare spazio alla parte solare, allora, piano
piano, si crea lo spazio per il perdono; diventa un atto spontaneo, non un atto
forzato, come conseguenza del fatto che ho amato quella parte di me, ho
cominciato a cambiarla nella vita quotidiana.
D. Il lavoro
interiore è solo un lavoro di volontà dell’individuo o c’è poi una
comunicazione con il mondo Superiore in modo tale che la comprensione è anche
il frutto di qualcosa che viene dall’alto, come “Grazia” o è, appunto, solo il frutto di
un lavoro di volontà, dii amore per se stessi?
R. Sì certo. Non è un atto di presunzione dove faccio
tutto io. 'Faccio tutto io' non è possibile. Quello che posso fare è utilizzare
la volontà nella direzione precisa; non posso impormi di perdonare una persona:
non esiste! La volontà non è a tutti i costi avere la comprensione, ma è invece
imparare a muoversi con amore dentro di sé e le varie situazioni si presentano
una dietro l’altra, non perché Uno le cerca o le forza, ma perché è il momento
per affrontarle e quindi usare la volontà aiuta a ottimizzare i tempi, se no diventerebbe un atto freddo forzare, che non porta a nulla, a nessun vero
cambiamento.
D. Sì, io ti
chiedevo se c’è proprio un atto di “tenerezza" da parte del Sé Cosmico che vede
il Figlio sbattersi, muoversi verso di Lui…C’è una comunicazione? Non è
un lavoro a senso unico?
R. Certo. È continuamente un atto di tenerezza. C’è una
comunicazione, certo che c’è, non è un lavoro a senso unico. Tante Grazie
avvengono, perché Uno ad un certo punto vede che le situazioni si sbloccano,
che ha la possibilità di stare più tranquillo. Vive dei momenti di Grazia, come
se ci fosse proprio un dialogo. Ovviamente non va confuso il dialogo interiore
con il dialogo con altri Esseri.
D. No, no, un
dialogo con l’esistenza…
R. Un dialogo con te stesso, alla fine.
Tutto quello che ho spiegato fa parte di una nuova scienza che verrà sempre più
approfondita; questo è solo l’inizio. Fa parte di una scienza nuova, nel senso
che noi siamo abituati a un concetto di scienza inteso come la ripetizione di
certi eventi nella materia che tendono a portare sempre gli stessi risultati.
Quello che la scienza terrestre ora non è in grado di fare e che quello che
avverrà invece grazie alle nuove emozioni che stanno avvenendo sul piano fisico
è rendere ripetitivo un processo spirituale, solo che la ripetitività non
coinvolge solo il piano fisico, ma anche altri piani. Chi si mette a lavorare
seriamente su di sé riesce nel giro di quattro o cinque anni a migliorare
notevolmente la propria esistenza. Questa conoscenza cui ora abbiamo accesso,
prima era nascost
a, si leggeva nei libri in termini piuttosto enigmatici; si
parlava di scienza occulta, scienza esoterica, nel senso letterale della
parola, cioè “nascosta”. Quindi si trattava il più delle volte di narrazioni,
dii mitologie, di cose espresse come allegorie, come cose quasi romanzesche,
come la Bhagavad Gita. Tutto questo ora è stato svelato, come è stato svelato il
messaggio extraterrestre, quindi è stata chiarita completamente la natura degli
interlocutori galattici. Senza lasciare spazio al dubbio. In quest’epoca verrà
chiarita quello che è il lavoro dentro l’essere umano.
Sto scrivendo un libro, che poi divulgherò; sarà libero,
sarà messo in un sito internet e tutto sarà manifesto in tanti settori, non
solo in questo. Accadrà sempre di più che sarà tutto di una chiarezza e di una
trasparenza estrema; prima doveva essere nascosto, perché la coscienza umana
non era pronta per accogliere certe sfumature, non era proprio in grado di
arrivarci, come una cosa fantascientifica; Uno non ci avrebbe capito nulla, ma adesso stiamo entrando in un tempo dove
la gente può comprendere.
FINE
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