Credere o non credere?
Capitolo 2
Tesi a sostegno dell'incontro
(parte decima)
Tesi a sostegno dell'incontro
(parte decima)
Tutti coloro che non concepiscono e quindi non credono che il fenomeno UFO sia, almeno in parte, di origine extraterrestre, hanno fondato le loro ragioni almeno su queste incomprensibili argomentazioni: 1) Non è impossibile coprire le enormi distanze che ci separano da altri sistemi solari, neanche viaggiando alla velocità della luce, già di per sé considerata irraggiungibile? 2) Se anche fosse possibile viaggiare alla velocità della luce, si parla di decine, centinaia e migliaia di anni luce: com'è possibile coprire queste distanze? E soprattutto perché affrontare questi lunghissimi viaggi? 3) Supponendo che si tratti veramente di extraterrestri, perché non comunicano con noi? Siamo forse indegni o troppo primitivi?
Il libro di Denaerde e altri libri e studi compiuti su questi argomenti consentono varie risposte, alcune delle quali, pur non avendo il crisma scientifico, meritano di essere prese in considerazione.
Non è impossibile coprire le enormi distanze che ci separano da altri sistemi solari, neanche viaggiando alla velocità della luce, già di per sé considerata irraggiungibile?
Poco più di 100 anni fa si viaggiava a cavallo e si pensava che volare fosse una cosa impossibile per l'uomo. In questo brevissimo tempo abbiamo fatto progressi inimmaginabili in questo campo, al punto che riusciamo a viaggiare nello spazio e inviare sonde anche fuori del nostro sistema solare. Quali conoscenze e tecnologie nei voli spaziali potremmo sviluppare nei prossimi 100 anni? Qualche ipotesi la potremmo anche azzardare, ma se volessimo spingerci fino ai prossimi 1000 anni, allora ogni ipotesi è impossibile. Può essere che la velocità della luce rappresenti un limite, ma potrebbe anche essere che il limite sia proprio in questo assunto teorico della scienza attuale. Per dare un'idea di come la scienza sia in continua evoluzione, ricordiamo che alcune decine di anni fa si sosteneva che non c'era alcuna evidenza dei pianeti simili alla Terra, se non ipoteticamente e comunque distanti migliaia di anni luce. Negli ultimi anni invece si stanno intensificando le scoperte di pianeti che di dimostrano compatibili con la vita e sono sempre meno lontani di quanto si riteneva in precedenza.
Dobbiamo obiettivamente riconoscere che la scienza, al momento, non dispone di conoscenze e strumenti adeguati per elaborare una mappa dei pianeti abitabili prossimi al nostro sistema solare. A dimostrazione della inadeguatezza delle conoscenze e dei mezzi attuali, basta ricordare che gli scienziati non sono nemmeno concordi sul numero di pianeti presenti nel nostro sistema solare, che stanno ancora discutendo se su Marte ci siano o meno forme di vita e da pochissimo hanno scoperto che sulla Luna (che è a un tiro di schioppo), ritenuta completamente arida, ci sono enormi quantità di acqua sotto forma di ghiaccio.
A fronte di queste osservazioni, con tutto il rispetto che si deve avere per la scienza e gli scienziati, crediamo di poter affermare che escludere il fenomeno ufologico perché insostenibile dalle attuali conoscenze,, sia un atto di presunzione poco qualificante.
2) Se anche fosse possibile viaggiare alla velocità della luce, si parla di decine, centinaia e migliaia di anni luce: com'è possibile coprire queste distanze? E soprattutto perché affrontare questi lunghissimi viaggi?
Riferendoci a Denaerde e alla letteratura ufologica in genere, risulta che le società extraterrestri viaggiano nel cosmo da sempre. Hanno colonizzato lo spazio costruendo basi di appoggio sia su pianeti abitati che su quelli dove non c'è vita. Anche la Luna, Marte, Venere ed altri pianeti del nostro sistema solare sono utilizzati come basi d'appoggio. Si sostiene che basi d'appoggio ci siano anche sulla Terra, in punti perfettamente nascosti. Il mare e gli oceani, ad esempio, sono punti molto sicuri e ben celati; i dischi volanti, infatti, sono perfettamente anfibi e l'esperienza di Denaerde ne è un esempio. Hanno colonizzato pianeti dove in origine non c'era vita, ma che presentavano le condizioni (atmosfera, acqua, ecc.) per poterla ospitare. I lunghi viaggi vengono compiuti utilizzando queste basi come facciamo noi con le navi, attraccando nei vari porti del mondo. Costruire basi di appoggio per estendere il proprio campo di azione è insito nella natura di qualsiasi specie vivente, compresi gli animali ed i vegetali. Noi terrestri lo abbiamo fatto sin dal primo momento, spingendoci nei freddi e inospitali ghiacci dei poli, finanche nello spazio costruendo stazioni orbitali, nella prospettiva di istallarle anche sulla Luna e su Marte. Paragonate a quelle extraterrestri, le nostre attuali tecnologie appaiono primitive e rischiosissime.
Le società super-civili, che si sono integrate cosmicamente, hanno una vita media molto più lunga della nostra. Compiere viaggi che durano cento anni o una vita intera, spostandosi tra i pianeti e le basi planetarie, è un fatto del tutto normale. Bisogna tener conto, inoltre, che il loro viaggiare avviene su navi spaziali che sono come dei piccoli pianeti molto ospitali , con gravità, atmosfera e luce perfettamente controllati, che consentono un livello di vita analoga a quella del pianeta di origine. Dal loro punto di vista, mettersi in viaggio non rappresenta un sacrificio, ma una gioia, per i tanti incontri e le tante esperienze possibili. I mezzi utilizzati e i pianeti di appoggio, infatti, sono attrezzati e garantiscono grande sicurezza e conforto. Nelle mappe interstellari oltre alle popolate basi di appoggio sui pianeti morti, ci sono pianeti abitati da altre civiltà extraterrestri, parimenti evolute, che sono perfettamente organizzate per l'accoglienza dei viaggiatori interstellari. Da sempre esiste una perfetta e fitta catena di basi che consentono di viaggiare in sicurezza ovunque nell'universo. Nell'universo ci sono sostanzialmente due categorie umane, quelle che non hanno superato la fase vegeto-animale fondata necessariamente sull'egoismo (come noi terrestri), e quelle che questa fase l'hanno superata. Per precise leggi cosmiche, le due categorie umane non possono entrare in comunicazione. Le seconde perché applicano queste leggi, le prime perché non hanno le conoscenze per i viaggi cosmici, possibili solo con le tecnologie delle ruote solari descritte da Denaerde. Queste tecnologie implicano conoscenze che, alle società non integrate cosmicamente, sono assolutamente fuori portata. Se una società che non ha superato la fase vegeto-animale avesse accesso alle energie che consentono i viaggi cosmici, inevitabilmente le utilizzerebbe per finii bellici e si autodistruggerebbe, eliminando così sul nascere il rischio di corrompere gli equilibri cosmici. A sostegno di questo concetto è sufficiente pensare ai rischi che stiamo correndo sulla Terra a causa dell'energia nucleare. Ci sono nazioni e fasce sociali che, se l'avessero a disposizione, non esiterebbero a utilizzarla contro intere nazioni, anche a rischio della propria vita e del proprio popolo (i kamikaze ne sono in tipico esempio). L'energia atomica, se confrontata alle energie e alle conoscenze necessarie ai voli spaziali, è poco più dii nulla. Si capisce così che un'umanità che non ha completamente risolto la sua propensione ai conflitti, abbattendo i confini, le lingue, le discriminazioni sociali e ogni genere di divisione, non potrà mai disporre delle conoscenze e delle energie necessarie ai viaggi cosmici.
Un fondamentale assioma cosmico, quindi, è che una società in grado di costruire un disco volante e di viaggiare nello spazio, appartiene sicuramente a un'umanità super-civile che ha superato la fase vegeto-animale e quindi cosmicamente integrata e rispettosa di tutta la vita e quindi mai pericolosa o aggressiva.
I mezzi e le rotte per viaggiare nello spazio sono collaudati e molto sicuri. Non sono piccoli gruppi di astronauti, ma comunità intere che sii spostano nello spazio. sui pianeti di appoggio ci sono o vengono predisposte condizioni ottimali di vita, naturali o costruite artificialmente. Se l'umanità terrestre riuscirà a raggiungere l'integrazione cosmica e non si autodistruggerà, anche la Terra diventerà un punto di appoggio e di partenza per le società o i grandi gruppi che si muoveranno nello spazio. verrà dotata di adeguati astroporti che accoglieranno questi viaggiatori, che potranno anche fermarsi da noi, e noi accordarci sulle rotte cosmiche.
Uno degli scopi dei viaggi cosmici è la creazione di porti per rendere possibili i viaggi spaziali abbattendo i problemi delle grandi distanze. Tali porti e tali sforzi sono finalizzati alla diffusione della vita nello spazio e ad allargare e garantire le possibilità di vita della specie umana e di tutte le specie viventi. Un'umanità che vive su un pianeta il cui sole si sta spegnendo o che per eventi cosmici non è più adatto alla vita, deve essere in grado di poter migrare su un altro pianeta e continuare ad esistere.
I pianeti che vengono utilizzati come porti nei viaggi interstellari possono essere dei seguenti tipi:
3) Supponendo che si tratti veramente di extraterrestri, perché non comunicano con noi? Siamo forse indegni o troppo primitivi?
Come anticipato al punto precedente, non possono comunicare con noi perché non siamo ancora una società super-civile, infatti noi apparteniamo ancora ai pianeti del tipo "d", citati sopra.
L'etica cosmica si muove su regole che noi non conosciamo e che al momento probabilmente non potremmo comprendere. Dal libro di Denaerde, però, si capisce che una delle regole base, per ogni razza extraterrestre che ci osserva, è tenerci lontano dalle conoscenze e dall'uso di tecnologie evolute perché determinerebbero sicuramente la nostra autodistruzione. Una società extraterrestre che andasse contro quest'etica, si macchierebbe di un crimine cosmico non concepibile in una super-civiltà. Tale rischio comunque non esiste perché, come anzi detto, una società che si fonda sull'egoismo (proprietà, confini, diseguaglianze, denaro, potere, ecc.), per precise leggi cosmiche non riuscirà mai a viaggiare nello spazio interstellare.
L'esperienza di contatto raccontata da Denaerde, sottolinea molto bene questo aspetto. Citiamo, ad esempio, la risposta degli abitanti di Iarga, quando Stefan ha chiesto perché non ci trasmettono la loro tecnologia di apprendimento basata sull'irradiazione di onde:
In tutti i pianeti in cui esiste vita, esiste anche perché società extraterrestri l'hanno voluta, accompagnata e costantemente monitorata. Anche sulla Terra la vita è stata voluta, accompagnata e monitorata da società extraterrestri. Sono innumerevoli le razze extraterrestri che da sempre ci accompagnano nel nostro percorso di crescita, ciò avviene con la loro presenza fisica manifesta (soprattutto nel nostro lontano passato), con un controllo a distanza, quindi nascendo come figli in normali famiglie terrestri. In rarissimi casi razze super-civili, fisicamente molto simili a noi e da cui noi deriviamo, nascono e crescono sulla Terra dopo una gestazione seguita all'inseminazione artificiale di una donna terrestre. Non sappiamo con certezza quali e quanti siano i casi di questo genere, ma abbiamo molte ragioni di pensare che quello di Gesù Cristo sia sicuramente il più importante assieme a quello di Krishna, Buddha, Lao Tsu, Mitra, Sargon, Toth e degli altri "Avatara", "divinità in Terra" o uomini saggi che hanno fornito all'umanità i giusti principi morali per il raggiungimento di alti livelli di civiltà.
Riguardo alla domanda se noi siamo indegni e primitivi, la risposta è a questo punto semplice: non siamo indegni, ma fortemente degni della loro attenzione e del loro amore, ma primitivi sicuramente lo siamo.
Stefan Denaerde si è molto soffermato sul concetto dii "disinteresse" che caratterizza ogni singolo individuo di una super-civiltà. I cosmonauti iargani hanno affermato che alla base di tutti i problemi che rendono socialmente primitiva la nostra umanità terrestre è l'egoismo, che è, appunto, il contrario di "disinteresse" e che ci nega la possibilità di diventare una super-civiltà.
Ovviamente in questo non c'è niente di nuovo, ed è esattamente quello che è venuto, in altra veste ed in altro contesto, ad insegnarci Gesù Cristo circa duemila anni fa (e Bhddha, Lao Tsu ancora circa cinquecento anni prima o altri "avatara" nel corso di tutta la storia umana). Infatti, egli sottolineava come il cosiddetto "Regno di Dio in Terra" sarebbe diventato realtà soltanto se e quando l'uomo avesse sconfitto l'egoismo e fatto trionfare l'AMORE tra tutti gli uomini e per il creato. Analoga indicazione era stata data da Buddha, avendo insegnato il principio della "compassione", ovvero il sentimento (di amore) che unisce tutti gli esseri. Altre perle di saggezza le abbiamo avute da Lao Tsu, secondo il quale il vero uomo deve essere libero dalle passioni, dall'egoismo, dal desiderio di ricchezze acquisite furbescamente a scapito altrui. Il vero uomo non deve contrastare l'armonia dell'universo, ma uniformarsi ad essa. E, come anche Gesù Cristo affermerà dopo circa cinquecento anni, l'uomo vero deve essere semplice e puro come un fanciullo.
L'elemento di novità, nel concetto di "disinteresse" riportato da Denaerde, è la risposta sociologica, argomentata in modo razionale e pratico. Gli Iargani hanno dimostrato con immagini e parole come tutta la loro società sia fondata su questo "valore".
A noi sembra impossibile che questo valore possa concretizzarsi, in particolare, qui sulla Terra. Ma sicuramente non è così; il seme di questo "atteggiamento disinteressato" è presente in tutti noi,, anche nei più malvagi. Pensiamo ad esempio a quello che un padre o una madre riesce a fare per un figlio, anche il più scapestrato. Nessun padre (salvo rare eccezioni al confine con la patologia) ha mai avuto dubbi se deve o meno comprare vestiti, dar da mangiare, far studiare, far viaggiare, spendere soldi ed energie per il proprio figlio. Mentre la stessa cosa, purtroppo, non pare così ovvia da fare per uno che non sia suo figlio; anzi, sta ben attento a che nulla vada in mani altrui. Ciò è molto spiegabile e normale in una società primitiva come la nostra, soggetta ancora alla lotta per la sopravvivenza tipica della dimensione vegeto-animale e ad essa necessaria.
Con la dimostrazione pratica del loro modo di vivere, gli Iargani ci hanno dimostrato che con la stabilità sociale, il governo unico, l'unica lingua, l'unico ideale, la sicurezza del proprio futuro, ecc., è possibile commutare l'atteggiamento egoistico in atteggiamento disinteressato, come quello dei genitori verso i propri figli.
Su Iarga, come in tutti i pianeti in cui vive un'umanità super-civile o integrata cosmicamente, ogni individuo è come arte di un'unica grande "buona famiglia", dove tutte le energie vengono utilizzate, senza titubanza alcuna, per il bene di tutti i suoi componenti.
I "Grigi" robot biologici o società super-civili?
Nella vasta letteratura ufologica, un posto importante è occupato dagli incontri con esseri dalle sembianze e dai comportamenti molto strani e poco conciliabili con la realtà delle società super-civili descritte da Stefan Denaerde. Premesso che questi rari casi appartengono spesso alla parte più deteriore della fenomenologia ufologica, quella che afferisce al paranormale,e e a personaggi equivoci e poco credibili, ci sono molti casi che invece hanno livelli di credibilità più elevati, che meritano di essere presi in considerazione e studiati.
Come sostiene anche Denaerde nella sua premessa, inevitabilmente l'interpretazione e i racconti fatti dai contattati sono dipendenti da filtri culturali soggettivi degli stessi. Ad essi, poi, si aggiungono i filtri interpretativi, a volte preconcetti, di coloro che documentano i vari casi e li riportano sui media. Il peso di questi filtri è molto variabile, ma sono inevitabili e ci sono sempre. Il lettore ne deve tenere conto e li deve a sua volta mediare con i suoi filtri. Questa è una riflessione che vale anche per questo nostro trattato e per il racconto di Denaerde. Lui stesso infatti afferma nella sua premessa: "Come ho detto, io non intendo ottenere convinzioni per fede, io chiedo ai miei lettori di essere critici, ma di tenere presente che l'argomento è talmente complesso per cui non mi sarebbe ragionevole aspettarsi che la mia storia sia impeccabile". Infatti, quanto lui ha realmente visto ed ascoltato ha dovuto essere interpretato e trasmesso tramite filtri culturali e intellettivi tipici di un terrestre. Quindi egli dubita di aver riportato fedelmente il comunicato degli Iargani. A parte i legittimi scrupoli di Denaerde, possiamo affermare che queste logiche, comunque, sono applicabili a tutto ciò che viene trasmesso nei vari ambiti culturali, da quelli storici a quelli scientifici.
Ritornando a questi esseri dalle sembianze e dai comportamenti molto strani che viaggiano a bordo di dischi volanti, una casistica molto diffusa in ambito ufologico è quella dei "Grigi". Essi sono spesso associati alle cosiddette "abductions": determinate persone vengono da loro rapite e sottoposte ad esperimenti di vario tipo spesso all'insaputa o contro la volontà degli "addotti" stessi.
Denaerde e gli Iargani non hanno affrontato questo argomento, ma c'è una vasta letteratura che se ne occupa. La corrente di pensiero che noi condividiamo, perché compatibile con la visione sostenuta in questo trattato, è quella che tali esseri siano dei robot biologici, creati e programmati dagli extraterrestri.
Con ciò intendiamo dire che le società extraterrestri super-civili che seguono il progetto Terra, si avvalgono di robot biologici di forma umanoide, per raggiungere gli scopi da loro prefissati. Un fatto apparentemente sconcertante è che questi esseri, oltre a prelevare materiale biologico dagli addotti sottoponendoli a svariati esami clinici, praticano fecondazioni artificiali anche operando incroci tra la specie umana e quella extraterrestre. Col termine "robot biologici" non intendiamo fare differenze sul piano fisico, Anche il nostro corpo umano è in parte un robot biologico", con la differenza che quest'ultimo è integrato con un essere spirituale capace dii attingere alle due sfere della Creatività, di cui hanno ben spiegato gli Iargani. Un essere spirituale che eleva il "robot biologico" facendolo diventare "essere umano".
I cosiddetti "Grigi" e gli altri umanoidi che la letteratura ufologica racconta, sono esclusivamente robot biologici. Essi si muovono sulla base di un programma memorizzato nel loro DNA e possono comportarsi come esseri umani, guidare i dischi volanti prodotti dagli extraterrestri e svolgere alla perfezione le attività che costoro hanno programmato.
Non dobbiamo stupirci che un robot biologico possa muoversi e svolgere attività con la massima precisione al punto da essere confuso con un essere umano. Pensiamo ad esempio a cosa riescono a fare le api! Un'attività affascinante, praticata con una precisione e una qualità che nessun uomo saprebbe imitare; ma sono solo macchine biologiche che sanno fare quello e basta.
Ciò che apparentemente spiazza nell'attività dei "Grigi" è che il rapporto con gli addotti non nasce da una libera scelta di questi ultimi. Il caso di Giovanna, che riportiamo sul nostro sito www.iarga.it , ne è un'evidenza. Ella ha prestato il suo corpo ed i suoi ovuli per gli scopi dei "Grigi", ma non è stata una sua libera scelta. Questo non è molto comprensibile, ma crediamo che gli obiettivi stabiliti e le finalità di chi li ha programmati, siano eticamente accettabili come "male minore" ***
A fronte di queste osservazioni, con tutto il rispetto che si deve avere per la scienza e gli scienziati, crediamo di poter affermare che escludere il fenomeno ufologico perché insostenibile dalle attuali conoscenze,, sia un atto di presunzione poco qualificante.
2) Se anche fosse possibile viaggiare alla velocità della luce, si parla di decine, centinaia e migliaia di anni luce: com'è possibile coprire queste distanze? E soprattutto perché affrontare questi lunghissimi viaggi?
Riferendoci a Denaerde e alla letteratura ufologica in genere, risulta che le società extraterrestri viaggiano nel cosmo da sempre. Hanno colonizzato lo spazio costruendo basi di appoggio sia su pianeti abitati che su quelli dove non c'è vita. Anche la Luna, Marte, Venere ed altri pianeti del nostro sistema solare sono utilizzati come basi d'appoggio. Si sostiene che basi d'appoggio ci siano anche sulla Terra, in punti perfettamente nascosti. Il mare e gli oceani, ad esempio, sono punti molto sicuri e ben celati; i dischi volanti, infatti, sono perfettamente anfibi e l'esperienza di Denaerde ne è un esempio. Hanno colonizzato pianeti dove in origine non c'era vita, ma che presentavano le condizioni (atmosfera, acqua, ecc.) per poterla ospitare. I lunghi viaggi vengono compiuti utilizzando queste basi come facciamo noi con le navi, attraccando nei vari porti del mondo. Costruire basi di appoggio per estendere il proprio campo di azione è insito nella natura di qualsiasi specie vivente, compresi gli animali ed i vegetali. Noi terrestri lo abbiamo fatto sin dal primo momento, spingendoci nei freddi e inospitali ghiacci dei poli, finanche nello spazio costruendo stazioni orbitali, nella prospettiva di istallarle anche sulla Luna e su Marte. Paragonate a quelle extraterrestri, le nostre attuali tecnologie appaiono primitive e rischiosissime.
Le società super-civili, che si sono integrate cosmicamente, hanno una vita media molto più lunga della nostra. Compiere viaggi che durano cento anni o una vita intera, spostandosi tra i pianeti e le basi planetarie, è un fatto del tutto normale. Bisogna tener conto, inoltre, che il loro viaggiare avviene su navi spaziali che sono come dei piccoli pianeti molto ospitali , con gravità, atmosfera e luce perfettamente controllati, che consentono un livello di vita analoga a quella del pianeta di origine. Dal loro punto di vista, mettersi in viaggio non rappresenta un sacrificio, ma una gioia, per i tanti incontri e le tante esperienze possibili. I mezzi utilizzati e i pianeti di appoggio, infatti, sono attrezzati e garantiscono grande sicurezza e conforto. Nelle mappe interstellari oltre alle popolate basi di appoggio sui pianeti morti, ci sono pianeti abitati da altre civiltà extraterrestri, parimenti evolute, che sono perfettamente organizzate per l'accoglienza dei viaggiatori interstellari. Da sempre esiste una perfetta e fitta catena di basi che consentono di viaggiare in sicurezza ovunque nell'universo. Nell'universo ci sono sostanzialmente due categorie umane, quelle che non hanno superato la fase vegeto-animale fondata necessariamente sull'egoismo (come noi terrestri), e quelle che questa fase l'hanno superata. Per precise leggi cosmiche, le due categorie umane non possono entrare in comunicazione. Le seconde perché applicano queste leggi, le prime perché non hanno le conoscenze per i viaggi cosmici, possibili solo con le tecnologie delle ruote solari descritte da Denaerde. Queste tecnologie implicano conoscenze che, alle società non integrate cosmicamente, sono assolutamente fuori portata. Se una società che non ha superato la fase vegeto-animale avesse accesso alle energie che consentono i viaggi cosmici, inevitabilmente le utilizzerebbe per finii bellici e si autodistruggerebbe, eliminando così sul nascere il rischio di corrompere gli equilibri cosmici. A sostegno di questo concetto è sufficiente pensare ai rischi che stiamo correndo sulla Terra a causa dell'energia nucleare. Ci sono nazioni e fasce sociali che, se l'avessero a disposizione, non esiterebbero a utilizzarla contro intere nazioni, anche a rischio della propria vita e del proprio popolo (i kamikaze ne sono in tipico esempio). L'energia atomica, se confrontata alle energie e alle conoscenze necessarie ai voli spaziali, è poco più dii nulla. Si capisce così che un'umanità che non ha completamente risolto la sua propensione ai conflitti, abbattendo i confini, le lingue, le discriminazioni sociali e ogni genere di divisione, non potrà mai disporre delle conoscenze e delle energie necessarie ai viaggi cosmici.
Un fondamentale assioma cosmico, quindi, è che una società in grado di costruire un disco volante e di viaggiare nello spazio, appartiene sicuramente a un'umanità super-civile che ha superato la fase vegeto-animale e quindi cosmicamente integrata e rispettosa di tutta la vita e quindi mai pericolosa o aggressiva.
I mezzi e le rotte per viaggiare nello spazio sono collaudati e molto sicuri. Non sono piccoli gruppi di astronauti, ma comunità intere che sii spostano nello spazio. sui pianeti di appoggio ci sono o vengono predisposte condizioni ottimali di vita, naturali o costruite artificialmente. Se l'umanità terrestre riuscirà a raggiungere l'integrazione cosmica e non si autodistruggerà, anche la Terra diventerà un punto di appoggio e di partenza per le società o i grandi gruppi che si muoveranno nello spazio. verrà dotata di adeguati astroporti che accoglieranno questi viaggiatori, che potranno anche fermarsi da noi, e noi accordarci sulle rotte cosmiche.
Uno degli scopi dei viaggi cosmici è la creazione di porti per rendere possibili i viaggi spaziali abbattendo i problemi delle grandi distanze. Tali porti e tali sforzi sono finalizzati alla diffusione della vita nello spazio e ad allargare e garantire le possibilità di vita della specie umana e di tutte le specie viventi. Un'umanità che vive su un pianeta il cui sole si sta spegnendo o che per eventi cosmici non è più adatto alla vita, deve essere in grado di poter migrare su un altro pianeta e continuare ad esistere.
I pianeti che vengono utilizzati come porti nei viaggi interstellari possono essere dei seguenti tipi:
a) inospitali per temperatura, gravità, atmosfera, ecc. Questi pianeti, oltre ad essere studiati, possono essere utilizzati come base d'appoggio costruendovi stazioni perfettamente attrezzate. E' un po' quello che noi facciamo ai poli o sulle stazioni orbitali, con la differenza che gli alieni viaggianti nello spazio sono in grado di riprodurre esattamente le condizioni fisiche di gravità, atmosfera, temperatura, pressione, luce, ecc., adeguate ai loro organismi.
b) Provvisti di atmosfera e condizioni che potrebbero ospitare la vita. In questo caso, con mezzi a noi sconosciuti e sulla base di regole che noi ignoriamo,innescano e favoriscono lo sviluppo della vita vegetale, animale.
c) Hanno già vita vegetale ed animale, ma non umana. se ritenuto opportuno, vi si stabiliscono edificando delle colonie stabili. E' un po' quello che anche noi facciamo sulla Terra colonizzando ambienti nuovi e spesso inospitali.
d) Hanno già vita vegetale, animale, ed umana primitiva. Non possono interferire se non secondo regole e condizioni definite, mirando esclusivamente ad accelerare i processi evolutivi di quelle specie per portarle all'integrazione cosmica. Tali interventi devono essere fatti nel pieno rispetto del processo evolutivo, quindi in modo nascosto. L'evoluzione ha i suoi tempi e saltare le tappe in modo artificioso non consente di costruire basi solide sulle quali poggiare e raggiungere la super-civiltà e l'integrazione cosmica. Questo lo possiamo ben capire partendo anche dalle nostre conoscenze. Se pensiamo ai criteri dello sviluppo delle conoscenze dei nostri bambini, capiamo benissimo che se vogliamo che nostro figlio diventi ingegnere, non lo mandiamo all'università a sei anni. Per dimezzare i tempi non raddoppiamo le ore di scuola, ma lasciamo che tutto avvenga secondo i ritmi consoni di ogni età e momento storico. Normalmente, dopo qualche migliaio d'anni e se non si autodistrugge, l'umanità di quel pianeta raggiunge l'integrazione cosmica e il pianeta non è più solo una base di appoggio, ma un porto interplanetario a tutti gli effetti.
e) Hanno già vita vegetale, animale ed umana super-civile e quindi cosmicamente integrata. In questo caso quel pianeta è rappresentato sulle mappe cosmiche come porto interplanetario. Rifacendosi all'esempio delle nostre navi, quel pianeta è un porto dove si può sbarcare e girare a visitare i musei, le città e conoscere e vivere con la gente del posto.I pianeti presentano condizioni di gravità, temperatura, atmosfera spesso molto diversi. Le innumerevoli specie umane possono quindi decidere dove sbarcare scegliendo pianeti con condizioni più vicine ed adeguate alle loro caratteristiche oppure basi attrezzate a riprodurre le condizioni necessarie.
3) Supponendo che si tratti veramente di extraterrestri, perché non comunicano con noi? Siamo forse indegni o troppo primitivi?
Come anticipato al punto precedente, non possono comunicare con noi perché non siamo ancora una società super-civile, infatti noi apparteniamo ancora ai pianeti del tipo "d", citati sopra.
L'etica cosmica si muove su regole che noi non conosciamo e che al momento probabilmente non potremmo comprendere. Dal libro di Denaerde, però, si capisce che una delle regole base, per ogni razza extraterrestre che ci osserva, è tenerci lontano dalle conoscenze e dall'uso di tecnologie evolute perché determinerebbero sicuramente la nostra autodistruzione. Una società extraterrestre che andasse contro quest'etica, si macchierebbe di un crimine cosmico non concepibile in una super-civiltà. Tale rischio comunque non esiste perché, come anzi detto, una società che si fonda sull'egoismo (proprietà, confini, diseguaglianze, denaro, potere, ecc.), per precise leggi cosmiche non riuscirà mai a viaggiare nello spazio interstellare.
L'esperienza di contatto raccontata da Denaerde, sottolinea molto bene questo aspetto. Citiamo, ad esempio, la risposta degli abitanti di Iarga, quando Stefan ha chiesto perché non ci trasmettono la loro tecnologia di apprendimento basata sull'irradiazione di onde:
"Rabbrividiamo al pensiero di rivelarvi il metodo di trasmissione della conoscenza tramite radiazione immateriale. In breve tempo l'umanità lo impiegherebbe come arma, con conseguenze immaginabili di annientamento. Inoltre, chi potrebbe trarre profitto della maggiore conoscenza? Solo le nazioni sviluppate, perché l'apparecchiatura è tecnicamente difficile da realizzare, laboriosa e costosa. Ciò significherebbe mettere la razza bianca in una posizione discriminante ancora più forte rispetto alle altre razze. Una razza che non ha il senso della responsabilità non deve essere aiutata".
In tutti i pianeti in cui esiste vita, esiste anche perché società extraterrestri l'hanno voluta, accompagnata e costantemente monitorata. Anche sulla Terra la vita è stata voluta, accompagnata e monitorata da società extraterrestri. Sono innumerevoli le razze extraterrestri che da sempre ci accompagnano nel nostro percorso di crescita, ciò avviene con la loro presenza fisica manifesta (soprattutto nel nostro lontano passato), con un controllo a distanza, quindi nascendo come figli in normali famiglie terrestri. In rarissimi casi razze super-civili, fisicamente molto simili a noi e da cui noi deriviamo, nascono e crescono sulla Terra dopo una gestazione seguita all'inseminazione artificiale di una donna terrestre. Non sappiamo con certezza quali e quanti siano i casi di questo genere, ma abbiamo molte ragioni di pensare che quello di Gesù Cristo sia sicuramente il più importante assieme a quello di Krishna, Buddha, Lao Tsu, Mitra, Sargon, Toth e degli altri "Avatara", "divinità in Terra" o uomini saggi che hanno fornito all'umanità i giusti principi morali per il raggiungimento di alti livelli di civiltà.
Riguardo alla domanda se noi siamo indegni e primitivi, la risposta è a questo punto semplice: non siamo indegni, ma fortemente degni della loro attenzione e del loro amore, ma primitivi sicuramente lo siamo.
Stefan Denaerde si è molto soffermato sul concetto dii "disinteresse" che caratterizza ogni singolo individuo di una super-civiltà. I cosmonauti iargani hanno affermato che alla base di tutti i problemi che rendono socialmente primitiva la nostra umanità terrestre è l'egoismo, che è, appunto, il contrario di "disinteresse" e che ci nega la possibilità di diventare una super-civiltà.
Ovviamente in questo non c'è niente di nuovo, ed è esattamente quello che è venuto, in altra veste ed in altro contesto, ad insegnarci Gesù Cristo circa duemila anni fa (e Bhddha, Lao Tsu ancora circa cinquecento anni prima o altri "avatara" nel corso di tutta la storia umana). Infatti, egli sottolineava come il cosiddetto "Regno di Dio in Terra" sarebbe diventato realtà soltanto se e quando l'uomo avesse sconfitto l'egoismo e fatto trionfare l'AMORE tra tutti gli uomini e per il creato. Analoga indicazione era stata data da Buddha, avendo insegnato il principio della "compassione", ovvero il sentimento (di amore) che unisce tutti gli esseri. Altre perle di saggezza le abbiamo avute da Lao Tsu, secondo il quale il vero uomo deve essere libero dalle passioni, dall'egoismo, dal desiderio di ricchezze acquisite furbescamente a scapito altrui. Il vero uomo non deve contrastare l'armonia dell'universo, ma uniformarsi ad essa. E, come anche Gesù Cristo affermerà dopo circa cinquecento anni, l'uomo vero deve essere semplice e puro come un fanciullo.
L'elemento di novità, nel concetto di "disinteresse" riportato da Denaerde, è la risposta sociologica, argomentata in modo razionale e pratico. Gli Iargani hanno dimostrato con immagini e parole come tutta la loro società sia fondata su questo "valore".
A noi sembra impossibile che questo valore possa concretizzarsi, in particolare, qui sulla Terra. Ma sicuramente non è così; il seme di questo "atteggiamento disinteressato" è presente in tutti noi,, anche nei più malvagi. Pensiamo ad esempio a quello che un padre o una madre riesce a fare per un figlio, anche il più scapestrato. Nessun padre (salvo rare eccezioni al confine con la patologia) ha mai avuto dubbi se deve o meno comprare vestiti, dar da mangiare, far studiare, far viaggiare, spendere soldi ed energie per il proprio figlio. Mentre la stessa cosa, purtroppo, non pare così ovvia da fare per uno che non sia suo figlio; anzi, sta ben attento a che nulla vada in mani altrui. Ciò è molto spiegabile e normale in una società primitiva come la nostra, soggetta ancora alla lotta per la sopravvivenza tipica della dimensione vegeto-animale e ad essa necessaria.
Con la dimostrazione pratica del loro modo di vivere, gli Iargani ci hanno dimostrato che con la stabilità sociale, il governo unico, l'unica lingua, l'unico ideale, la sicurezza del proprio futuro, ecc., è possibile commutare l'atteggiamento egoistico in atteggiamento disinteressato, come quello dei genitori verso i propri figli.
Su Iarga, come in tutti i pianeti in cui vive un'umanità super-civile o integrata cosmicamente, ogni individuo è come arte di un'unica grande "buona famiglia", dove tutte le energie vengono utilizzate, senza titubanza alcuna, per il bene di tutti i suoi componenti.
I "Grigi" robot biologici o società super-civili?
Nella vasta letteratura ufologica, un posto importante è occupato dagli incontri con esseri dalle sembianze e dai comportamenti molto strani e poco conciliabili con la realtà delle società super-civili descritte da Stefan Denaerde. Premesso che questi rari casi appartengono spesso alla parte più deteriore della fenomenologia ufologica, quella che afferisce al paranormale,e e a personaggi equivoci e poco credibili, ci sono molti casi che invece hanno livelli di credibilità più elevati, che meritano di essere presi in considerazione e studiati.
Come sostiene anche Denaerde nella sua premessa, inevitabilmente l'interpretazione e i racconti fatti dai contattati sono dipendenti da filtri culturali soggettivi degli stessi. Ad essi, poi, si aggiungono i filtri interpretativi, a volte preconcetti, di coloro che documentano i vari casi e li riportano sui media. Il peso di questi filtri è molto variabile, ma sono inevitabili e ci sono sempre. Il lettore ne deve tenere conto e li deve a sua volta mediare con i suoi filtri. Questa è una riflessione che vale anche per questo nostro trattato e per il racconto di Denaerde. Lui stesso infatti afferma nella sua premessa: "Come ho detto, io non intendo ottenere convinzioni per fede, io chiedo ai miei lettori di essere critici, ma di tenere presente che l'argomento è talmente complesso per cui non mi sarebbe ragionevole aspettarsi che la mia storia sia impeccabile". Infatti, quanto lui ha realmente visto ed ascoltato ha dovuto essere interpretato e trasmesso tramite filtri culturali e intellettivi tipici di un terrestre. Quindi egli dubita di aver riportato fedelmente il comunicato degli Iargani. A parte i legittimi scrupoli di Denaerde, possiamo affermare che queste logiche, comunque, sono applicabili a tutto ciò che viene trasmesso nei vari ambiti culturali, da quelli storici a quelli scientifici.
Ritornando a questi esseri dalle sembianze e dai comportamenti molto strani che viaggiano a bordo di dischi volanti, una casistica molto diffusa in ambito ufologico è quella dei "Grigi". Essi sono spesso associati alle cosiddette "abductions": determinate persone vengono da loro rapite e sottoposte ad esperimenti di vario tipo spesso all'insaputa o contro la volontà degli "addotti" stessi.
Denaerde e gli Iargani non hanno affrontato questo argomento, ma c'è una vasta letteratura che se ne occupa. La corrente di pensiero che noi condividiamo, perché compatibile con la visione sostenuta in questo trattato, è quella che tali esseri siano dei robot biologici, creati e programmati dagli extraterrestri.
Con ciò intendiamo dire che le società extraterrestri super-civili che seguono il progetto Terra, si avvalgono di robot biologici di forma umanoide, per raggiungere gli scopi da loro prefissati. Un fatto apparentemente sconcertante è che questi esseri, oltre a prelevare materiale biologico dagli addotti sottoponendoli a svariati esami clinici, praticano fecondazioni artificiali anche operando incroci tra la specie umana e quella extraterrestre. Col termine "robot biologici" non intendiamo fare differenze sul piano fisico, Anche il nostro corpo umano è in parte un robot biologico", con la differenza che quest'ultimo è integrato con un essere spirituale capace dii attingere alle due sfere della Creatività, di cui hanno ben spiegato gli Iargani. Un essere spirituale che eleva il "robot biologico" facendolo diventare "essere umano".
I cosiddetti "Grigi" e gli altri umanoidi che la letteratura ufologica racconta, sono esclusivamente robot biologici. Essi si muovono sulla base di un programma memorizzato nel loro DNA e possono comportarsi come esseri umani, guidare i dischi volanti prodotti dagli extraterrestri e svolgere alla perfezione le attività che costoro hanno programmato.
Non dobbiamo stupirci che un robot biologico possa muoversi e svolgere attività con la massima precisione al punto da essere confuso con un essere umano. Pensiamo ad esempio a cosa riescono a fare le api! Un'attività affascinante, praticata con una precisione e una qualità che nessun uomo saprebbe imitare; ma sono solo macchine biologiche che sanno fare quello e basta.
Ciò che apparentemente spiazza nell'attività dei "Grigi" è che il rapporto con gli addotti non nasce da una libera scelta di questi ultimi. Il caso di Giovanna, che riportiamo sul nostro sito www.iarga.it , ne è un'evidenza. Ella ha prestato il suo corpo ed i suoi ovuli per gli scopi dei "Grigi", ma non è stata una sua libera scelta. Questo non è molto comprensibile, ma crediamo che gli obiettivi stabiliti e le finalità di chi li ha programmati, siano eticamente accettabili come "male minore" ***
***[n.d.r. In merito alla disquisizione sui Grigi e sul fatto che gli autori del saggio considerino questi esseri facenti parte di "società super-civili", nutro personalmente serissimi dubbi. Essi potranno sicuramente essere il prodotto di civiltà extraterrestri più evolute dal punto di vista della tecnologia e della conoscenza delle leggi che regolano e muovono l'Universo, ma non ritengo facciano comunque parte di società cosiddette "super-civili". Una delle leggi fondamentali di tali super-civiltà infatti, è il non-interferimento con civiltà meno evolute come la nostra, meno che meno, usando sistemi che operano in netto contrasto con il libero arbitro individuale e collettivo. E' certo comunque che di questi cosiddetti "Grigi" non se ne abbia più traccia nel nostro universo, poiché essi sono stati confinati all'interno del loro sistema, senza più la facoltà di interferire con la Terra, grazie all'intervento della flotta della Federazione Galattica, il cui coordinatore supremo è Ashtar Sheran, emanazione del raggio di San Michele arcangelo. Con questo non si vuole screditare la teoria che la Terra sia sempre stata visitata e anche "sfruttata" in passato da razze extraterrestri ostili (gli Annunaki e i Rettiliani, per esempio, ma anche gli Orionesi e i Pleiadiani) e che il genere umano così come è oggi non sia che il prodotto di esperimenti genetici di altre razze provenienti dal cosmo. Uno degli autori che più hanno studiato il fenomeno è senz'altro il russo Zecharia Sitchin].