venerdì 13 giugno 2014

Civiltà extraterrestre: a confronto con una super-civiltà (parte nona)



A confronto 
con una super-civiltà


(parte nona)

Queste energie sono di tale potenza che la bomba atomica può essere considerata una clava rispetto ad esse. Un'umanità come la nostra, ancora occupata a combattersi per mantenere le discriminazioni, con in mano queste conoscenze ed energie può essere paragonata ad un cavallo costretto a vivere rinchiuso in un campo minato; non ha speranza di sopravvivere! Nelle varie spiegazioni che gli Iargani danno a Stefan, essi sostengono che queste enormi navi spaziali riproducono al loro interno la gravità, la pressione, la luce e la temperatura del loro pianeta. Raccontano che in queste spedizioni ci sono tantissime persone, compresi i bambini. A questo riguardo Stefan chiede, stupito, se veramente portano con sé i bambini.
La risposta è che loro vivono a bordo con le loro famiglie e quindi con le donne e i bambini, anche per decine di anni. Lo spazio è il loro ambiente. Un viaggio spaziale di lunga durata è un'esperienza di vita e un arricchimento spirituale per loro molto importante. Potrebbero essere paragonati ai monaci della Terra. Vogliono vivere e morire fra le stelle. Le loro navi spaziali offrono delle comodità che noi non riusciamo nemmeno ad immaginare. I loro bambini seguono le stesse lezioni dei bambini di Iarga. Qualunque informazione è immagazzinata elettronicamente e ciò spiega anche la disponibilità dei filmati mostrati a Stefan che, in pratica, sono documentari didattici e culturali per i loro bambini.
Le ruote solari dei loro dischi volanti utilizzano le energie cosmiche, ma hanno bisogno anche di energia interna che garantisce loro una decina d'anni di autonomia, poi devono rifornirsi dell'acqua che è il loro propellente. Hanno bisogno dell'idrogeno per generare energia e dell'ossigeno per la vita a bordo. Visto che molti dei sistemi solari che incontrano posseggono un pianeta contenente acque, il rifornimento non è un problema. Queste unità  sono completamente attrezzate per immagazzinare e trasportare acqua; ecco perché possono restare sotto il livello del mare come in occasione di questo incontro.

Stefan chiede di cosa si nutrano in tutti questi anni.
La risposta è che la produzione alimentare è uno degli aspetti fondamentali nella costruzione delle navi spaziali universali. Quando si è progettata la complessa parte tecnica, i processi atomici delle ruote solari, della generazione di energia, delle comunicazioni, e così via, si è soltanto a metà strada. L'altra metà è necessaria per creare a bordo un ambiente che simuli esattamente le condizioni del loro pianeta. E' molto difficile creare le condizioni giuste per garantire la vita nello spazio.
I viaggi interstellari sono possibili solo con navi spaziali che presentino queste caratteristiche e che siano azionate da ruote solari. Non sono utilizzabili mezzi più semplici e, in ogni caso, sono assolutamente inadeguati i nostri razzi, in cui il fabbisogno di energia è troppo grande.
Sarebbe augurabile che la corsa allo spazio con questi mezzi fosse interrotta. L'inadeguatezza e gli alti costi comportano una diminuzione dell'efficienza del benessere sulla Terra. La corsa di noi terrestri allo spazio è una vera e propria discriminazione di fronte a tutti i poveri, ai sottoalimentati e ai gruppi sottosviluppati della Terra, che poi rappresentano una percentuale enorme rispetto all'intera popolazione. Secondo le norme di Iarga questo è un crimine.
Fortunatamente nella legge naturale i viaggi spaziali veri e propri sono possibili solo ad umanità dove tutte le discriminazioni sono state eliminate. Gli Iargani assicurano che dallo spazio non dobbiamo temere alcun pericolo. Solo specie socialmente stabili lo esplorano. Le altre si annientano innanzi tempo o procedono senza sosta da un caos all'altro, mantenendo completamente fuori portata le conoscenze necessarie.

Quando Stefan chiede quante razze stabili vi sono nella nostra Via Lattea essi rispondono che ce ne sono molte, ,a che a questo proposito non sono autorizzati a dare informazioni. Appena l'umanità terrestre diventerà  stabile, interromperanno il nostro isolamento e ci accetteranno nel loro sistema, ma non prima di aver raggiunto la maturità spontaneamente e senza aiuto esterno.
Quando ciò avverrà, saremo adulti e potremo prendere parte al dialogo con le razze super-civili come soci indipendenti e autonomi. 

Stefan chiede perché non gli diano dei consigli sulle strade da seguire per diventare adulti. La risposta è che non dobbiamo sottovalutare l'intelligenza e la buona volontà dei terrestri. Il rapporto che Stefan farà, servirà a scegliere gli uomini. Solo uomini di livello sufficiente potranno cogliere questa occasione. La giusta causa riunisce per legge le forze della buona volontà. Solo quando sulla Terra si avrà un livello sufficiente, questa riunione risulterà efficace. Riguardo ai consigli la risposta è la seguente:;

Non possiamo far altro che dare agli abitanti della Terra la possibilità di giudicare da soli. Come possiamo sapere già ora cosa avverrà? La cosa più logica ci sembra, e sottolineiamo ci sembra, un dialogo fra religioni e ideologie per dare un inizio alla formazione di norme di civiltà che possano essere accettate come base di una nuova struttura comunitaria. Ma per arrivare a questo punto, si devono avere idee chiare. Per il fatto che le nostre spiegazioni sono state date con l'aiuto di testi biblici, non devi concludere che consideriamo da meno altre ideologie e religioni.

Il momento dell'addio

La giornata volge al termine ed è giunto il momento di congedarsi per ritornare ognuno alla propria vita. E' un congedo definitivo, perché l'incontro, loro dicono. non si ripeterà più. Tuttavia, dovendo egli portare al mondo questa esperienza, gli promettono di non lasciarlo solo nella messa a punto della sua relazione. Forse intendevano dire che lo avrebbero assistito con le tecnologie di trasmissione del pensiero?
Pare, dalle testimonianze successive di Stefan, che sia stato proprio così. Dal punto di vista umano però, questo è veramente un addio. Ciò causa in Stefan un senso di malinconia e quasi di disperazione.
Egli si alza avvicinandosi alla finestra per vedere ancora da vicino questi otto astronauti e dice loro che gli mancheranno moltissimo, ma gli mancherà soprattutto il loro affetto per noi e il calore altruistico che loro chiamano disinteresse. Aggiunge che non riuscirà mai a trasmettere le impressioni che ha ricevuto dal contatto con il loro calore spirituale. In soli due giorni ha fatto di lui un altro uomo, con un orizzonte più ampio, che sente ardere in sé un fuoco sacro, che sente di aver avuto una missione da compiere. Li rassicura che accetterà questa sfida.
Aggiunge di salutare da parte sua gli abitanti di Iarga e degli altri pianeti e di ringraziarli per il loro contributo e di dire loro che lui li invidia per il loro mondo di perfezione meravigliosa, nel quale esseri intelligenti si amano tra loro e possono essere veramente felici. Di dire loro che l'ha capito, nonostante le numerose domande ancora senza risposta.

Un po' più tardi, Miriam e i bambini osservano con gli occhi sbarrati la scena di un uomo che con sguardo assente, vicino alla sua imbarcazione e con le gambe nell'acqua, invia col braccio un ultimo saluto in direzione della cupola e sale a bordo.
e' una sera stupenda, senza vento e Stefan e la sua famiglia si fermano a guardare quello che sarebbe accaduto. Vedono la cupola chiudersi e rientrare. Un po' più tardi l'imbarcazione si stacca dal vincolo magnetico e ricomincia ad ondeggiare nel suo elemento. Come nella notte dell'incontro, sentono lo strano ronzio del sistema di propulsione della nave spaziale che comincia a muoversi portandosi al largo.
Rimangono sul ponte di prua guardandola allontanarsi con strana lentezza. Il disco, infatti, ha ben ottanta metri di diametro e in quel punto le acque sono basse e piene di banchi sabbiosi; non è possibile, quindi, andare più veloci. Stefan vuole vederli salire e, nonostante le proteste di Miriam, decide di accompagnarli seguendo la grande scia che si formava.
Dopo mezz'ora di navigazione si trovano in mare aperto. Qui però il disco incomincia a muoversi molto più velocemente e la rincorsa non ha più senso. Decidono così di fermarsi e di osservare da quella posizione ciò che sarebbe successo.

Ad un certo punto odono in lontananza il rumore lamentoso della propulsione.
Miriam vede per prima una luce sollevarsi dal mare. La indica a Stefan che punta subito il binocolo in quella direzione. Vede un gran disco che  si alzava con un movimento oscillante illuminando la superficie visibile del mare.
Si formano poi attorno al disco grandi nubi di vapori che lo oscuravano. Poco più tardi da questa nube fuoriesce un gigantesco disco luminoso che sale con un angolo molto pronunciato, volando lateralmente. Sale con una spirale che ha come centro l'imbarcazione. In questa fase di salita il disco è comunque avvolto da una luminescenza di colori cangianti dal rosso, al giallo, al verde.
Stefan e Miriam restano senza respiro ad osservare l'esibizione di potenza innaturale, decisamente incredibile, di questi esseri che, probabilmente in segno di saluto, volano intorno a loro descrivendo un ampio cerchio e puntando poi diritti verso distanze irraggiungibili.
Come ipnotizzati, restano ad osservare finché il disco diventa un punto rosso cupo che si dissolve nel cielo scuro della notte.
Stefan si sente solo, con la sensazione di abbandono; come di qualcuno che lascia, per non vedere mai più, dei buoni e cari amici. Miriam intuisce e si pone sottobraccio a Stefan. 
Mentre stanno in silenzio osservando il cielo, sentono ancora, a livello del mare, un rumore di propulsione. Restano sbalorditi vedendo che, non molto distante dal primo, si alza in volo un secondo disco. Diversamente dal primo, questo non descrive alcuna spirale, ma sale direttamente perdendosi anche lui nel buio del cielo.
Miriam appoggia la testa sulla spalla di Stefan chiedendogli se è pronto a riprendere la vita che due giorni prima avevano interrotto.
Stefan respira profondamente, passa un braccio attorno alla vita, come aveva visto fare tante volte su Iarga e, indicando il punto del cielo dove erano scomparsi, risponde:


No, tesoro. Loro... loro sono pronti. Per noi deve ancora cominciare.









(fine parte nona)

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