venerdì 6 febbraio 2015

La 'seconda nascita': il risveglio dell'intuizione dell'anima di Paramahansa Yogananda (parte seconda)




La 'seconda nascita':

il risveglio dell'intuizione dell'anima

di Paramahansa Yogananda






"Chi non nascerà per mezzo dell'acqua e dello Spirito, non potrà entrare nel regno di Dio"
Dover 'nascere per mezzo dell'acqua' è comunemente interpretato come un'ingiunzione a sottoporsi al rituale esteriore del battesimo con acqua - una rinascita simbolica - per poter aspirare al regno di Dio dopo la morte. Ma Gesù non fa menzione di una seconda nascita in cui l'acqua svolga qualche ruolo. Con 'acqua' egli si riferisce qui al protoplasma; il corpo è composto prevalentemente di acqua e la sua esistenza terrena ha inizio nel liquido amniotico del grembo materno. Sebbene l'anima debba sottoporsi al processo naturale della nascita stabilito da Dio mediante le sue leggi biologiche, la nascita fisica non basta a rendere l'uomo capace di vedere il regno di Dio e di avervi accesso. Il comune mortale ha la coscienza legata alla carne. e con i suoi due occhi fisici può solo esplorare il minuscolo teatro di questa terra e il cielo stellato che lo circonda. Attraverso le piccole finestre esteriori dei cinque sensi, le anime prigioniere del corpo non sono in grado di percepire nessuna delle meraviglie celate oltre i confini della materia. Dall'alto di un aeroplano, una persona non vede alcuna frontiera, ma solo la vastità dello spazio e dei cieli sconfinati. Se però viene rinchiusa in una stanza, una volta prigioniera tra quattro mura senza finestre, non potrà più percepire quell'infinità. 
Allo stesso modo, quando l'anima lascia l'infinità dello Spirito per calarsi in un corpo mortale limitato dai sensi, le esperienze esteriori dell'uomo sono confinate alla materia. Perciò Gesù si riferiva al fatto che, come affermano gli scienziati moderni, noi possiamo vedere e conoscere solo ciò che i limitati strumenti dei sensi e della ragione ci permettono di vedere e conoscere. Proprio come un telescopio di cinquanta millimetri non permette di vedere distintamente le stelle più lontane, così, diceva Gesù, l'uomo non può vedere o conoscere nulla del regno celeste di Dio con le facoltà della mente e dei sensi, se queste non vengono potenziate in qualche modo. Tuttavia, un telescopio di cinquemila millimetri ci permette di scrutare le più remote vastità dello spazio popolato di stelle; e allo stesso modo, sviluppando il senso dell'intuizione grazie alla meditazione, possiamo vedere il regno causale e astrale di Dio e avere accesso a questi regni, da cui nasce ogni pensiero, ogni stella e ogni anima.
Gesù afferma che, una volta avvenuta l'incarnazione dell'anima (la nascita dall'acqua o dal protoplasma), l'uomo deve trascendere le costrizioni mortali del corpo con la propria evoluzione. Ridestando il 'sesto senso', ovvero l'intuizione, e aprendo l'occhio spirituale, la sua coscienza illuminata potrà entrare nel regno di Dio. In questa rinascita, il corpo resta immutato; ma la coscienza dell'anima, anziché essere avvinta al piano materiale, è libera di librarsi nell'infinito regno dello Spirito e nella sua gioia eterna. 
Secondo il disegno di Dio, i suoi figli umani dovrebbero vivere sulla Terra destandosi alla percezione dello Spirito che pervade di Sé tutto il creato e dovrebbero quindi dilettarsi alla vista del suo dramma di sogno, poiché questo è il suo spettacolo cosmico. Unico tra le creature viventi, il corpo umano, essendo una creazione speciale di Dio, è stato dotato degli strumenti e delle capacità necessari a manifestare pienamente le divine potenzialità dell'anima. Ma a causa dell'illusione di Satana, l'uomo ignora queste sue facoltà superiori e resta legato alla limitata forma fisica e ai suoi attributi mortali.
Lo Spirito dispiega gradualmente le proprie facoltà conoscitive negli stadi evolutivi raggiunti via via dalle anime individuali: nei minerali, si manifesta sotto forma di reazioni inconsapevoli; nel mondo vegetale, come sensazioni; negli animali, come conoscenza istintiva e percettiva; nell'uomo, come intelletto, ragione e intuizione introspettiva ancora potenziale; e, infine, nell'uomo superiore, come intuizione pura. Si dice che dopo otto milioni di vite trascorse risalendo vari stadi evolutivi, come un figliol prodigo che passa per i cicli delle incarnazioni, l'anima giunge infine a un'incarnazione umana.
[...]
L'uomo spirituale cerca di liberarsi dal materialismo, che causa i suoi continui vagabondaggi nel labirinto delle incarnazioni, ma il comune mortale non aspira ad altro che al miglioramento della propria esistenza terrena. Come l'istinto confina l'animale entro limiti prestabiliti, così anche la ragione rappresenta un limite per la persona che non cerca dei sviluppare l'intuizione e di diventare così un essere umano superiore. Chi tiene in grande stima soltanto la ragione e ignora di avere a disposizione il potere dell'intuizione (grazie alla quale soltanto può conoscere se stesso in quanto anima) non è di molto superiore a un animale razionale, e in quanto tale non riesce ad appropriarsi dell'eredità spirituale che gli spetterebbe come diritto di nascita.

Il corpo, essendo nato dalla carne, ha i limiti della carne, mentre l'anima, che è nata dallo Spirito, possiede facoltà potenzialmente illimitate. Con la meditazione, la coscienza dell'uomo abbandona il corpo per rivolgersi all'anima, e grazie alle capacità intuitive di quest'ultima l'uomo conosce se stesso non come corpo mortale (oggetto della natura fenomenica), ma come coscienza immortale immanente, tutt'uno con il noumeno, l'Essenza divina.

L'uomo resta fermamente convinto di essere essenzialmente un corpo, anche se ogni giorno ha prova del contrario. Ogni notte, nel sonno, chiamato anche 'la piccola morte', egli si spoglia dell'identificazione con la forma fisica e rinasce come coscienza invisibile. Come mai l'uomo sente il bisogno insopprimibile di dormire? Perché il sonno è un modo per ricordargli ciò che si trova al di là dello stato di sonno; lo stato dell'anima. L'esistenza mortale sarebbe intollerabile se non vi fosse almeno un contatto subcosciente con l'anima, che proprio il sonno consente di avere. Di notte l'uomo abbandona il corpo nella subcoscienza e diventa un angelo; di giorno torna nuovamente a essere un demonio, perché i desideri e le sensazioni del corpo lo tengono separato dallo Spirito. Con la meditazione del krya yoga l'uomo può essere un dio anche di giorno, come Cristo e le grandi anime. Egli trascende la subcoscienza per giungere alla supercoscienza e dissolve la coscienza del corpo nell'estasi divina. Co,ui che è capace di questo è nato una seconda volta.



Questa Terra è un luogo pieno di travagli e di sofferenza, ma il regno di Dio che si trova al di là di questo piano materiale è una dimora di libertà e di beatitudine. L'anima dell'uomo che si sta risvegliando spiritualmente ha già percorso un cammino che ha trovato a costo di dure fatiche (molte incarnazioni di evoluzione progressiva) per giungere alla condizione umana e quindi alla possibilità di riconquistare la propria divinità perduta. Ma quante nascite umane sono andate sprecate in vite dedite a procurarsi cibo e denaro, ricercando piaceri materiali e indulgendo a emozioni egoistiche! Ognuno dovrebbe chiedersi come sta usando i preziosi momenti di questa sua incarnazione. Alla fine i corpi di tutti gli esseri umani si disintegrano miseramente; non è forse meglio separare l'anima dalla coscienza del corpo, e considerare il corpo un tempio dello Spirito? Oh anima, tu non sei il corpo; perché non ricordare sempre che sei lo Spirito di Dio?
Gesù ha detto che dobbiamo ristabilire il nostro rapporto con l'Eterno; dobbiamo cioè rinascere. L'uomo ha a disposizione due metodi per raggiungere questo obiettivo: seguire la tortuosa via delle reincarnazioni per consumare il proprio karma; oppure (grazie a una tecnica come il krya yoga e all'aiuto di un vero guru) ridestare la divina facoltà dell'intuizione e riconoscere di essere un'anima, cioè rinascere nello Spirito. Con quest'ultimo metodo, potrà vedere il regno di Dio e avervi accesso in questa vita. Presto o tardi, dopo alcune o molte incarnazioni dolorose l'anima di ogni essere umano lancerà il suo grido di protesta per ricordargli che questa non è la sua casa, e l'uomo comincerà a impegnarsi nella ricerca della via che lo ricondurrà al suo legittimo regno celeste. Quando una persona prova un profondo desiderio di conoscere la Verità, Dio le manda un maestro e. grazie alla devozione e alla realizzazione di quest'ultimo, Egli pianta il seme del suo amore nel cuore di quella persona. La nascita umana è opera dei genitori; ma la nascita spirituale è opera del guru mandato da Dio. Nella tradizione vedica dell'India antica, il neonato è chiamato kayastha, cioè 'identificato con il corpo'. I due occhi fisici, che scrutano il seducente mondo materiale, sono un'eredità lasciata dai genitori; ma al momento dell'iniziazione, ovvero del battesimo spirituale, è il guru ad aprire l'occhio spirituale. Grazie all'aiuto del guru, l'iniziato impara a servirsi di quest'occhio telescopico per vedere lo Spirito e diviene allora dvija, 'nato due volte' (lo stesso termine metafisico usato da Gesù) e comincia la sua evoluzione verso lo stato di brahmin, colui che conosce  Brahman, lo Spirito. L'anima legata al corpo, una volta elevata nello Spirito grazie al contatto divino, rinasce nello Spirito. Purtroppo anche in India questa iniziazione, che permette di passare dalla coscienza materiale a quella spirituale, è diventata una pura formalità, un rito di casta celebrato da comuni sacerdoti per i ragazzi appartenenti alla casta dei bramini, l'equivalente della cerimonia simbolica del battesimo con acqua. Ma Gesù, come i grandi maestri induisti dei tempi antichi e moderni, impartiva il vero battesimo dello Spirito, il battesimo 'con lo Spirito Santo e con il fuoco'. Un vero guru è un maestro capace di trasformare le cellule cerebrali del discepolo mediante la corrente spirituale che da Dio si riversa nella sua coscienza illuminata. Sentiranno questa trasformazione tutti coloro che entrano in sintonia con il guriu, coloro che meditano sinceramente e profondamente e imparano a inviare la corrente divina nelle cellule cerebrali, come accade nella pratica del krya yoga. L'anima è legata al corpo dalle corde del karma, intrecciate da tutte le vite trascorse tra desideri, abitudini e comportamenti materialistici. Solo la corrente vitale può cambiare la nostra vita, distruggendo quei milioni di tracce karmiche. Allora nasciamo di nuovo; l'anima apre la finestra interiore che rivela la sua unità con lo Spirito e accede alla percezione della meravigliosa onnipresenza di Dio.

Quindi il termine 'nascere di nuovo' significa molto di più che entrare semplicemente a far parte di una chiesa e ricevere un battesimo rituale. Le sole credenze religiose non permetteranno all'anima di ottenere una dimora permanente in paradiso dopo la morte; è necessario entrare adesso in comunione con Dio. Gli esseri umani diventano angeli sulla terra, non in cielo. A qualsiasi punto si lasci la propria evoluzione al momento della morte, da quel punto si dovrà ripartire nell'incarnazione successiva. Dopo aver dormito, noi siamo gli stessi che eravamo prima di dormire; dopo la morte, siamo gli stessi che eravamo prima di morire. Per questa ragione Cristo e i Maestri affermano che è necessario diventare santi prima che giunga il sonno della morte. E questo non si ottiene affollando la mente di attaccamenti mortali e di inutili distrazioni. Chi sulla Terra è intento ad accumulare ricchezze non si impegna con Dio; chi è dedito a Dio non vuole molti riempitivi nella propria vita. Solo liberandosi dai desideri terreni si ottiene l'accesso al regno di Dio. Il Signore attende pazientemente il cento per cento della nostra devozione; a coloro che con impegno Lo cercano ogni giorno e adempiono i suoi comandamenti comportandosi virtuosamente, Egli schiude la porta del regno della sua presenza.



Ascoltare mille discorsi sulla luce solare e sulle bellezze della natura non mi permetterà di vederle, se ho gli occhi chiusi. Allo stesso modo, gli esseri umani non riescono a vedere Dio, che è presente in ogni dove, se prima non aprono l'occhio spirituale della percezione intuitiva. Quando riusciranno a percepire di non essere il corpo mortale, ma una scintilla dello Spirito infinito rivestita di un concentrato di energia vitale, allora potranno vedere il regno di Dio. Comprenderanno che il loro corpo e l'universo non sono composti di materia, di questa sostanza che imprigiona l'anima, ma di energia e di coscienza indistruttibili e in continua espansione. La scienza ha dimostrato questa verità; e ogni individuo può farne esperienza diretta, giungendo con il krya yoga alla incrollabile realizzazione di essere la grande Luce e la coscienza dello Spirito.

Oh uomo, per quanto tempo ancora resterai un animale razionale? Per quanto tempo cercherai invano di scrutare le infinite distese del creato soltanto con i tuoi miopi occhi dei sensi e della ragione? Per quanto tempo resterai schiavo dei bisogni e della tua natura animale? Liberati da tutte le catene che ti opprimono, e riconosci di essere immortale, dotato di poteri e facoltà illimitati. Poni fine al vecchio sogno di essere un animale razionale! Svegliati! Tu sei dotato di intuizione, sei figlio dell'immortalità!







Paramahansa Yogananda, Lo Yoga di Gesù, Astrolabio, 2011, pp.76-84





FINE









   







2 commenti:

Anonimo ha detto...

Molto bello sapere ciò che nessuno in tanti anni ci ha mai detto.e forse mai ci dirà perché siamo ciechi guidati da altri ciechi.gratitudine grande . Yogananda

Anonimo ha detto...

Geazie