giovedì 12 febbraio 2015

La Reincarnazione (parte seconda)


La Reincarnazione


 Mara Testasecca




(parte seconda)



La reincarnazione è una credenza secondo cui, dopo la morte, l'anima torna a vivere  in un altro corpo, dimenticando la vita passata. Si tratta, senza ombra di dubbio, di un  vastissimo argomento che è stato ed è trattato sotto vari punti di vista, ma implica anzitutto la presa di coscienza che tutto ciò che ci circonda è Vita e che l'essere umano è l'espressione formale-materiale di un'essenza individuale spirituale. Il termine è relativamente recente ed è stato introdotto dal filone spirituale-teosofico dell'Ottocento. L'antica radice risale al tempo di Origene (185-254), uno dei più grandi dottori della chiesa primitiva, universalista e sostenitore della teoria della rinascita, nei suoi scritti usava il termine METENSOMATOSI per indicarla. Tra gli Indù ritroviamo il termine SAMSARA, per indicare il cerchio o ruota delle rinascite e delle morti attraverso la trasmigrazione, mentre nel Settecento Bonnèt e Bellomche usavano il termine PALINGENESI vale a dire nuova generazione.







I fondamenti di questo insegnamento si possono ritrovare nei testi sacri e nelle tradizioni degli antichi popoli, a partire dagli Atlantidei, dai Birmani, dagli Indiani dell'India, dai Celti, dai Galli, dagli Egiziani, fino ai primi Cristiani, ai Maomettani, agli Indiani pellerossa, ai Greci, ai Romani. Sono inoltre moltissimi gli scrittori, i poeti e i filosofi di ogni epoca e nazione che hanno annoverato tra gli argomenti delle loro opere questo affascinante tema.

Oggi, negli Stati Uniti si è formata un'associazione di 300 psichiatri che sperimenta la regressione ipnotica come prova di sostegno alla reincarnazione, inoltre si sono verificati numerosi ed eclatanti casi di reminiscenza di vita anteriore e casi di bambini prodigio, dotati di facoltà eccezionali non riscontrabili nei loro genitori, per i quali i biologi non sono in grado di spiegare con l'atavismo o con la teoria delle mutazioni, l'incredibile e precoce intelligenza che manifestano.  

Ricordiamo che, anche nel passato, da umili e poco istruite famiglie sono nati geni come Kant, Cartesio, Keplero, Cicerone, Mozart, Guillome, Michelangelo, Pascal e altri...
Occorre studiare l'argomento con un atteggiamento avulso da preconcetti etico-morali legati alla nostra cultura, né tantomeno qualificare il nostro interesse come un modismo sentimentale nei riguardi di correnti orientali o orientaleggianti che spesso sorgono con scopi prettamente speculativi.
Per circoscrivere l'ampio panorama di riflessione che ci riguarda abbiamo pensato di generalizzare un insieme di prove analogiche, morali, filosofiche, storiche, dirette e sperimentali al fine di non lasciare più alcun dubbio sull'esistenza della reincarnazione allo spirito di ogni individuo che pensa e riflette.
Ermete Trimegisto ci dice: 
"Quello che è in basso è come quello che è in alto, quello che è in alto è come quello che è in basso..."
In natura tutti i fenomeni inducono al pensiero della migrazione dell'anima. Si può anche parlare di rinascita tanto per gli elementi materiali del corpo fisico, quanto per quelli di natura spirituale della nostra anima divina. La reincarnazione riguarda il ciclo evolutivo degli elementi materiali dei regni minerale, vegetale e animale.


L'involucro terrestre dell'anima, il nostro corpo mortale, è transitorio, è preso in prestito dai tre regni della natura, cioè il nostro corpo costituisce il punto di evoluzione ultima delle molecole e delle cellule materiali.
Lo scheletro umano è il risultato dell'evoluzione delle molecole del regno minerale terrestre; gli organi della vita vegetativa inconscia rappresentano l'evoluzione delle cellule del regno vegetale terrestre; il cervello e gli organi della vita cosciente, condizionano l'evoluzione del  regno animale. 
Effettivamente alla morte dell'uomo, ogni cellula del corpo materiale ritorna la suo piano d'origine, arricchita dalle prove subite e dalle sofferenze sopportate; quindi ogni cellula o elemento molecola diventa "capofila" nel suo regno e va a guidare le altre cellule arretrate verso la loro evoluzione finale. 
Non a caso nella Genesi (3,19) è scritto: 
"Tu sei polvere e nella  polvere ritornerai".
Questa polvere è la matrice sempre pronta a dare i suoi elementi per formare nuovi corpi materiali destinati a servire da strumenti alle anime che aspirano a reincarnarsi.
Anche i flussi e i riflussi continui delle onde vitali e cosmiche sono relazionabili al ciclo della reincarnazione con le sue fasi di nascita alla vita (attività), di morte (riposo), e di  rinascita (ripresa di attività). Le foglie degli alberi nascono e cadono con l'ascesa e la discesa della linfa. 
L'anima della pianta, cioè il centro della coscienza che funziona in essa, cessa di agire sul piano oggettivo, durante  l'inverno per rinascere con la nuova germinazione, solo a primavera. 
Riflettiamo solo un attimo su alcune metamorfosi del regno animale, il cui centro dinamico di coscienza passa in involucri completamente diversi: germe, larva, crisalide, farfalla. 
Consideriamo l'analogia tra una giornata della nostra vita terrestre e una reincarnazione. Un giorno è incompleto: le cause che un giorno vede nascere e che non producono tutti i loro effetti prima della sua fine possono benissimo produrli il giorno seguente. Ugualmente portiamo a termine ciò che abbiamo iniziato il giorno prima o i giorni precedenti. Inoltre i giorni sono separati dal sonno dove lo stato di coscienza è tutt'altro che durante la giornata : la vita corporea diminuisce, lo spirito entra in una sfera di cui al risveglio non abbiamo che pochi ricordi o nessuno. Il sonno rinfresca lo spirito che anima il corpo, gli dà nuove forze affinché riprenda il suo compito. La morte rappresenta quindi un  sonno più profondo, un passaggio.

Oltre alle argomentazioni analogiche vogliamo continuare con gli spunti etico-morali che hanno fondamento, in quanto spiegano le ineguaglianze sociali e la peculiarità in ciascun individuo dalle doti fisiche, psichiche, artistiche e morali. Se per l'anima fosse possibile una sola  incarnazione, sarebbe una tremenda ingiustizia per le anime che partono da condizioni iniziali così diverse : beni materiali e abbondanza di tutto da una parte , indigenza e totale miseria dall'altra.
Che Dio giusto sarebbe a permettere una unica possibilità per un essere gravemente 
menomato? 
Come possiamo giustificare esistenze brevissime in condizioni ai limiti della concezione umana? Si manifesterebbero solo per far realizzare gli altri, cioè coloro che entrano in relazione con loro? Anche solo per logica, la reincarnazione rende conto di tutte le disuguaglianze fisiche e sociali.
Noi ci basiamo e vogliamo trasmettere che la saggezza infinita della divina giustizia ha stabilito la legge della reincarnazione così equa, così consolante e in pieno rispetto del nostro libero arbitrio, lasciandoci la scelta e la possibilità di fare la nostra evoluzione spirituale più o meno  in fretta nel corso di incarnazioni più o meno numerose  e ravvicinate. La reincarnazione è in grado di spiegare il concetto che l'anima, nel corso delle sue  molteplici incarnazioni raccoglie i frutti dei suoi atti anteriori e apprende per gradi la lezione terrestre, ossia la relatività, la transitorietà e l'illusione di tutti i piaceri materiali e sensuali. 
E' necessario che l'individuo prenda coscienza della propria essenza spirituale al fine di liberarsi dagli orrori commessi violando le leggi divine fisiche, psichiche e spirituali.
Non è possibile separare la reincarnazione dalla dottrina del Karma, Karma (in linguaggio Pali), Karman in Sanscrito. 
"La reincarnazione è la scuola elementare della coscienza cosmica, dipende dalla legge di Causa-effetto come legge di purificazione e riequilibrio e scaturisce dalla legge di Amore; un amore che concede finché sarà necessario un'altra e diversa possibilità per risolvere i problemi di fondo..."
Spiega Giorgio Bongiovanni, lo stigmatizzato italiano: 
"è come un Padre che attende con pazienza tendendo la mano in mille modi"... 
E' anche vero che Dio, così com'è purissimo amore è anche sublime giustizia. Prima di rinascere lo spirito si programma le esperienze che dovrà vivere nella vita poi le interpreta, le vive...
Per il libero arbitrio si ha la possibilità di amplificare o parzialmente modificare il programma che comunque in una vita successiva, deve essere compiuto. Quindi il libero arbitrio non può cambiare completamente il programma, la sua scelta viene fatta nel mondo spirituale, a quel livello il libero arbitrio è più ampio e la scelta di vivere un'esperienza positiva o negativa viene fatta in base alla  volontà di vivere una lenta o rapida evoluzione. 
Diventa naturale chiedersi: "Da che cosa dipende questa volontà?"

Il fatto è che anche nel mondo spirituale ci sono diversi gradi di evoluzione con diversi gradi di coscienza e di incoscienza. La cura o la chiave per polarizzare questi gradi su frequenze spirituali e divine è l'amore. 
Gesù Cristo ci ha insegnato che con l'amore si può cambiare il Karma personale e quello collettivo. Già l'individuo rendendosi conto di essere il solo responsabile della sua sorte può solo migliorare e progredire spiritualmente estendendo questo bene al prossimo così come ce lo trasmettono e ci danno l'esempio gli spiriti speciali, illuminati che si incarnano per specifiche missioni. Qual è l'esempio più recente lasciato da Madre Teresa di Calcutta?
I grandi spiriti non si incarnano mai separatamente, ma sempre in gruppi legati da affinità spirituali.
Per concludere crediamo che la serie di argomentazioni esposte sulla pluralità delle esistenze sia utile per comprendere che è esistita ed esiste nel presente presso tante popolazioni.
Attualmente essa è tanto più viva dove gli individui e i popoli sono rimasti a  contatto con la natura e dove la facoltà intuitiva non è offuscata dalle teorie e dagli insegnamenti puramente materialisti e dogmatici.
Ci si potrebbe chiedere se la METEMPSICOSI sia unicamente una reincarnazione  primitiva o se, al contrario, molti uomini perversi non debbano tornare in un corpo animale per coltivare qualità che non hanno. Comunque tutti i, per così dire, "reincarnazionisti" sono concordi nel riconoscere che lo scopo finale delle trasmigrazioni successive dell'anima è la PURIFICAZIONE SPIRITUALE; cioè sia in senso progressivo che regressivo il fine rimane lo stesso: la purificazione ultima nel rispetto e nell'amore di tutto ciò che ha vita.




CITAZIONI:
Esemplare è stata la vita e l'opera di Giordano Bruno (1550- 1600). Nel libro "la causa, il principio e l'uno", elenca magistralmente una serie di analogie tra il micro e il macrocosmo, in natura, negli esseri viventi, tra il visibile e l'invisibile, fino alla pluralità dei mondi. Leggiamo:

"... Tutto è trasformato, niente è distrutto, l'anima non perisce con la morte, cambia la sua prima abitazione con una nuova... vi è una circolazione ascendente e discendente delle monadi o principi delle anime"...

Le sue idee non piacquero a Roma; perseguitato dall'inquisizione errò per dieci anni attraverso l'Europa. Catturato e condannato una volta di fronte ai giudici non ritrattò per salvare la sua vita. Disse loro: 
"avete più paura voi a pronunciare la mia sentenza che io ad ascoltarla".
Morì sul rogo.



Prendiamo in considerazione i tempi di Gesù. Quando Gesù interrogò i suoi discepoli dicendo: 

"Chi è il figlio dell'uomo secondo quello che dice la gente?" Essi gli risposero: "Alcuni dicono Giovanni Battista, altri Elia, altri ancora Geremia, o alcuni profeti. Troviamo la stessa scena, con le stesse risposte in Matteo 16,13-14; in Marco 8, 27-28 e in Luca 9, 18-19.
In un passo di Matteo (17,10-15) i discepoli interrogano Gesù su ciò che riguarda la credenza degli scribi sulla necessità della venuta di Elia. Il Maestro risponde: 
"È vero che Elia deve venire a ristabilire tutte le cose. Ma io vi dico Elia è già venuto e gli uomini non lo hanno riconosciuto" Allora i discepoli capirono che parlava loro di Giovanni Battista. Un altro episodio che si spiega con la nozione delle vite successive è quello del cieco nato cieco riferito da Giovanni (9,1-2): "Gesù passando vide un cieco dalla nascita. I suoi discepoli gli chiesero "Maestro chi ha peccato, quest'uomo o i suoi genitori ?" La risposta fu "Affinché le opere di Dio siano manifeste in lui."

Se la domanda non avesse avuto fondamento il Cristo non si  sarebbe astenuto dal rispondere ai suoi discepoli, la loro mancanza di comprensione o l'inutilità del gesto. Per logica dobbiamo ammettere che non poteva essere il feto ad aver peccato nel ventre di sua madre; comunque l'idea più conforme alla tradizione ebrea è che l'uomo sarebbe nato cieco in punizione dei peccati commessi dai suoi genitori, ma per l'insegnamento degli Esseni tramandato da Gesù, in virtù della preesistenza delle anime, il cieco avrebbe peccato prima di nascere. Dello stesso avviso è il teologo Stolberg e lo esprime nella sua "Storia di nostro Signore Gesù Cristo e del suo secolo" (libro III capitolo XLIII) : 
"Questa domanda era evidentemente fondata sull'idea che i discepoli di Gesù si facevano che quest'uomo, il cui castigo risaliva alla sua nascita aveva peccato in una vita precedente"... 
Altrettanto pregnante risulta la risposta di Gesù al fariseo Nicodemo che si era stupito dell'affermazione del Maestro: 
"In verità, in verità ti dico, nessuno può entrare nel regno di Dio, ammesso che non nasca di nuovo".
Nicodemo non avendo capito come un uomo della sua età potesse nascere nuovamente, domanda: 
"Si può nascere più volte quando si è vecchi? Si può rientrare nel seno della propria madre e nascere una seconda volta? E il maestro gli rimproverò la sua ignoranza dicendogli " Tu sei dottore in Israele e ignori queste cose?".
Il Fatto che non abbiamo traccia di memoria dei valori che ci siamo proposti per l'attuale esistenza non ci deve permettere di ignorare la "facoltà intuitiva" per mezzo della quale l'uomo può prendere contatto con i ricordi delle vite anteriori. Rudolf Steiner ha fondato tutta la sua vita su questi concetti. Da segretario generale del ramo teosofico tedesco, ha cambiato parte di questo insegnamento costruendo centri di informazione spirituale di carattere pedagogico basandosi sulle sue personali doti di veggenza che sviluppò con il tempo acquisendo la conoscenza dei vari corpi denominati così 1) corpo fisico, 2) corpo vitale eterico, 3) corpo astrale animico o psichico, 4) l'io, 5) l'io spirituale, 6) Lo spirito di vita, 7) L'Uomo spirito.
Insegna il dottor Steiner :
"Dopo una pausa nell'aldilà, si organizza attorno all'io un nuovo corpo astrale, capace di  abitare un  corpo eterico e un corpo fisico quali l'uomo li possiede tra la nascita e la morte. L'uomo può passare ancora una volta per la porta delle nascite e ricominciare un'esperienza arricchita dalle precedenti. In uno stadio intermedio della formazione dei primi due corpi il corpo astrale perde la comunicazione che viene dall'interno. Per avere coscienza piena durante le incorporazioni successive è necessario un io che abbia fatto fruttificare le due alte essenze latenti nel corpo fisico eterico, cioè lo spirito di vita e l'uomo spirito…". L'immagine del dolore causato ad altri genera una forza che incita l'io reincarnato a riparare questo torto del passato. L'anima compie non solo una evoluzione individuale, ma anche una evoluzione cosmica, la nostra terra è in qualche modo la reincarnazione di un pianeta che risale ai tempi più lontani."
"Ciò che la venuta del Cristo ha dato all'umanità è una semenza che maturerà progressivamente. Fino al momento presente, l'esistenza fisica non ha assimilato che una parte infinitesimale di questa nuova saggezza. È appena l'aurora dell'evoluzione Cristica.
Per sviluppare la capacità intuitiva Steiner praticava e trasmetteva la seguente regolare disciplina:
Dominio dei pensieri - Potere delle volizioni -  Eguaglianza dinanzi al potere e al dolore - Positività nei giudizi - Assenza di prevenzione nella concezione dell'esistenza.

In questa ottica vanno particolarmente curati i bambini piccoli, soprattutto nel primo settenario, va prestata molta attenzione ai loro ricordi in quanto si possono trarre preziose indicazioni sulla condotta da tenere perché dai loro atteggiamenti si rivela il temperamento innato portato con sé dalla reincarnazione precedente.
Da "L'uomo di desiderio",  scritto da Louis Claude de S. Martin:

"... Vi è un tempo per il dolore. Ma una volta che il fuoco dello spirito si accende, bisogna solo pensare a non lasciare che si spenga [...] Il principio della vita temporale è dolce come l'infanzia di un uomo. Il principio della vita spirituale è dolce come la verità". Ma per conoscenza è sentire la dolcezza della vita divina."







BIBLIOGRAFIA



Edouard Bertholet, La Reincarnazione nel mondo antico e moderno, (vol.1-2) Edizioni Mediterranee. Roma;


Giordano BrunoLa causa, il principio e l'uno;

Lynn Elwell SparrowReincarnazione, un'indagine nel passato per costruire il futuro, Edizioni Mediterranee, Roma;

Brian WeissMolte vite, un solo amore, Arnoldo Mondadori Editore

Rudolf Steiner, Opere



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