mercoledì 10 settembre 2014

Il Pianeta Terra: una bomboniera ricca di sorprese! (parte prima)


Il Pianeta Terra: 
una bomboniera ricca di sorprese! 



  


Nel post precedente abbiamo accennato all'esistenza di una civiltà
abitante nella Terra Cava.
A dispetto di quanto la pseudo-scienza ci vuol far credere
la Terra non sarebbe solida al suo interno,
con un magnete al centro. In tal modo infatti essa 
non potrebbe viaggiare nello spazio attorno al suo centro.
Molti di voi lettori probabilmente saranno già a conoscenza
di ciò che qui stiamo per asserire,
confortati da un interessantissimo capitolo
tratto dal libro già citato nel post intitolato " E se domani...?".
Penso di far cosa gradita nel divulgare queste conoscenze, 
suffragate da prove inconfutabili, 
che per altri di voi possono risultare una vera e propria sorpresa.

Vi invito a rimanere aperti e a mettere da parte tutte quelle informazioni
preconcette che hanno sin d'ora dettato e condizionato la nostra conoscenza,
sin dai tempi dell'infanzia. 
E' chiaro che agenzie mondiali quali la NASA e l'ESA sono al corrente
di quanto dimostrato da diversi scopritori e ricercatori
nel corso del recente passato. 
Il fatto è che nessuno vuole che certe informazioni siano portate alla  luce del sole,
perché ciò produrrebbe una presa di coscienza "diversa"
e per molti aspetti dirompente rispetto a molte delle bugie
che sono state propinate all'umanità nel corso dei millenni 
e che tuttora vorrebbero suffragare, 
onde evitare che molte delle presunte verità scientifiche e religiose
vengano per sempre abortite e lasciate perdere come falsità,
quali sono.
E' un invito ad una nuova predisposizione d'animo e di cuore
che sempre più faciliterà l'umanità nel suo cammino di ascensione
e di presa d'atto di tornare a far parte di una fratellanza cosmica
da cui il nostro pianeta e i suoi abitanti sono rimasti esclusi
per così lungo tempo.
Popolazioni avanzate ed evolute infatti
da sempre abitano il pianeta interno, insieme ai Fratelli del Cosmo,
provenienti da altri sistemi solari e universi.
Essi hanno a lungo atteso di farsi conoscere e di risalire in superficie,
per aiutare noi, i fratelli minori, a riprendere consapevolezza
di chi in realtà siamo e del ruolo che insieme
potremo avere, una volta liberati da tutti i drammi
e da tutte le mancanze, cui siamo stati volutamente sottoposti fino ad ora.

Il decreto divino è stabilito. I tempi sono maturi perché avvenga
un primo contatto con i nostri Fratelli Maggiori; sia quelli provenienti dal cielo,
sia quelli della Terra interiore.

La vera storia dell'umanità deve ancora essere scritta,
o meglio, rispolverata e diffusa,
poiché già molte civiltà e tradizioni antiche  avevano previsto
e scritto tutto quanto sarà a breve in procinto di manifestarsi.
Suddivideremo la lunga dissertazione in due parti,
per non approfittare troppo della vostra attenzione; 
la prima parte
ci servirà come introduzione all'argomento, arricchita
dalle testimonianze di diversi ricercatori dei secoli passati;
la seconda parte
sarà dedicata alla testimonianza più coinvolgente che un ammiraglio della Marina americana, Richard Evelyn Byrd lasciò nel suo diario segreto nel 1947
e che suo figlio pubblicò postumo.

Buona lettura, dunque e in alto i cuori!

Dinaweh     



Agarthi 
e la Terra Interna

foto scattata dallo Space Shuttle



In diversi messaggi degli anni scorsi la Grande Loggia Azzurra della Creazione vicina al Gruppo di Sirio (www.paoweb.org) sottolinea l'imminente "riunificazione" dell'umanità che si sta risvegliando e che vive sulla superficie terrestre, con i suoi fratelli che vivono all'interno della Terra. In questo capitolo vogliamo cercare le tracce di questi fratelli, la cui esistenza per diverse ragioni è tenuta attentamente nascosta.
In ogni caso questo muro di segretezza non è privo di crepe, perché da millenni circolano leggende e saghe sull'esistenza dei fratelli dell'umanità presenti all'interno della Terra. Se oggi intervistassimo un geologo su questo argomento, questi probabilmente negherebbe con un cenno del capo e risponderebbe, annoiato o con un sorriso sarcastico, qualcosa del genere: 

"L'immagine di una Terra cava è lontana da quelle che sono le conoscenze oggi a disposizione della geologia moderna. La Terra possiede un nucleo ferroso massiccio circondato da un manto di basalto fluido ardente. al di sopra di questo galleggiano le placche continentali di granito. Quindi non c'è più posto per una Terra interna vuota. Probabilmente esistono dei sistemi cavi nell'ambito della crosta di granito, però quelli a noi noti non sono praticamente abitabili per gli uomini".


Il nostro geologo può esserne così sicuro? Perché esiste a questo proposito il resoconto dell'ammiraglio americano Richard Evelyn Byrd a proposito di un viaggio aereo nel 1947 attraverso un'enorme apertura nella regione del Polo Nord direttamente nella Terra Interna! Se tuttavia chiediamo a un meteorologo cosa pensa riguardo all'idea di un'apertura al Polo nord, questi risponderà con la massima convinzione:


"Nella regione del Polo Nord non esiste nient'altro che una calotta di ghiaccio chiusa. Le temperature in estate sono appena al di sopra dello 0 Celsius, in inverno intorno a -35°, sul mare Artico intorno a -45°".
E la persona ben informata aggiungerà:
"Ma per favore, lo sappiamo che già oltre cento anni fa diversi scienziati sono riusciti a raggiungere il ghiaccio fino al Polo Nord, o no?".


Certamente caro bene informato..., in realtà però, ciò non è accaduto. Infatti, tutti gli esploratori del Polo Nord non sono andati oltre l'ottantatreesimo grado di latitudine. Gli esploratori britannici Marmaduke (1612), Phillips (1773) e Scoresby (1806) si portarono al massimo fino all'ottantadueesimo, così come sir George Nares nel 1875. Sei anni più tardi il suo connazionale Marchkam riuscì appena a superare l'ottantatreesimo e anche lo svedese Salomon August Andree fu costretto ad un atterraggio di emergenza con la sua mongolfiera intorno all'ottantatreesimo grado di latitudine. 


Ma che fu di Robert Peary, che nel 1909 festeggiò la sua trionfale vittoria sul Polo? Peary ha mentito astutamente oppure è caduto vittima di un'illusione, quando ritenne di aver raggiunto anche soltanto la prossimità del Polo Nord, come

Reinhold Messner o Arved Fuchs? Perché tutti camminarono faticosamente attraverso infinite distese ghiacciate desertiche. Tuttavia, anche se la cosa può sembrare fantasiosa, proprio questi ghiacci non sono assolutamente tipici della regione artica.








Non c'è ghiaccio al Polo Nord, 
ma c'è un secondo sole


Questa è la testimonianza di niente meno che Fridtjof Nansen, il famoso esploratore scandinavo. Nansen (1861-1930), a fronte dei regolari fallimenti dei suoi predecessori, era giunto alla conclusione, durante la sua spedizione al Polo Nord negli anni dal 1893 al 1896 che, imbattendosi nel pack, si sarebbe lasciato circondare dal ghiaccio. Sperava così di essere trasportato verso nord, in direzione del Polo, ma fece la stranissima constatazione che il ghiaccio lo trasportava verso sud! Lo stesso accadde a uno scienziato russo, la cui stazione di ricerca fu sospinta su una zolla di ghiaccio verso sud, fino alla Groenlandia. dunque ritiene, come Peary, Messner o Fuchs, di avere raggiunto il Polo Nord attraversando distese di ghiaccio, in realtà è probabile che si sia trovato in altri luoghi e non è comunque mai andato più a nord dell'ottantatreesimo parallelo.

Forse può sembrare sconcertante, ma al nord sembra che faccia molto più caldo di quanto la scienza tradizionalmente ci abbia cercato di convincere. Isaac Israel Hayes, uno scienziato americano, già nel 1869 fece delle strane scoperte in Groenlandia. Meravigliato, annotò nel suo diario:

"Ancora più a nord dell'ottantesimo parallelo si vedono correre delle volpi, apparentemente molto ben nutrite. Uccelli come gli alciformi o certi tipi di gabbiani d'inverno volano verso nord. Certi uccelli australiani nella stagione fredda volano in direzione del Polo Sud. Finora nessuno è mai riuscito a scoprire la loro destinazione. Apparentemente semplicemente scompaiono. Oppure le aringhe: in realtà nessuno sa dove depongano le uova".


In Inghilterra la Norwood Revue riferiva, 120 anni fa, nell'edizione del 10 maggio 1884: 

"Non confermiamo che i ghiacci si estendano fino al polo. Una volta che ci si è introdotti al di là della grande barriera di ghiaccio, allo scienziato si apre un mondo nuovo. Il clima è mite come in Inghilterra e poi balsamico come sulle isole greche".

Fritjof Nansen, che dopo il suo primo tentativo fallito si spinse comunque fino all'ottantaseiesimo parallelo, registrò stupefatto che incontrava sempre meno iceberg quanto più si avvicinava al Polo:

"Davanti a noi sempre lo stesso cielo buio, che significa mare aperto. A casa, in Norvegia, non immaginerebbero che veleggiamo dritti verso il Polo in acque aperte. Io stesso non lo avrei creduto se due settimane fa qualcuno me lo avesse detto. Eppure è vero. Non è un sogno?".
E anche dopo  tre settimane che aveva continuato a veleggiare verso nord, c'era soltanto mare aperto, ma nessuna traccia di ghiaccio. Il 3 agosto 1894 Nansen inserì nel suo diario gli appunti seguenti:

"Oggi abbiamo avvistato delle orme di volpi. Il clima è straordinariamente mite, quasi caldo per dormire".

Notoriamente le orme di volpe non possono trovarsi in mare aperto. Nansen deve quindi aver raggiunto la terraferma oppure un'isola. In tutto il mare Artico al di là dell'ottantacinqesimo parallelo, però, sulle cartine non sono disegnate né terraferma, né isole. e poi gli alberi sradicati che viaggiano sospinti verso sud dalle regioni artiche! A questo proposito già il capitano

Robert McClure (1807-1873) raccontava cose sbalorditive. Egli fu il primo ad attraversare il temuto passaggio a Nord-ovest. Si era aspettato di incontrare soltanto neve e ghiaccio così a nord, e ora scorgeva, in mezzo agli iceberg che viaggiavano verso sud, degli alberi sradicati! Fridtjof Nansen fece la stessa osservazione, che avrebbe continuato a fare come nessun altro esploratore dei poli prima di lui. A una distanza di quattro gradi di latitudine più lontano dal Polo Nord "geografico" Nansen scorse quantità di legname che giungevano verso di lui provenienti da nord e che proseguivano sospinte verso sud dalla corrente. 

Altri scienziati scoprirono nella regione nord polare artica, sugli enormi iceberg che viaggiavano verso sud, estese colorazioni delle superfici, un po' nero, un po' rosso oppure rosa, poi ancora giallo oppure verde. Guardando più da vicino si scoprì che si trattava di molti milioni di pollini che erano sospinti dalle regioni polari artiche verso sud. Ricapitolando il materiale raccolto fin qui, il risultato è il seguente:
la maggior parte degli esploratori del Polo Nord non si è spinta oltre l'ottantatreesimo parallelo; 
la barriera di ghiaccio del nord termina al più all'84° parallelo oppure all'85°. Quindi è impossibile raggiungere il "Polo Nord" sul ghiaccio;
a nord dell'84° o dell'85° parallelo fa caldo come nelle zone temperate, 30 o 40 paralleli più a sud; 
direttamente nella regione polare artica esistono segni della presenza di una vegetazione florida, indipendentemente dal fatto che in vicinanza del polo esistano isole o terraferma, secondo il materiale cartografico.

L'indizio di gran lunga più degno di nota riguarda il "sole" del quale riferiscono Fridtjof Nansen e altri nei pressi del Polo. Nansen annotò:

"Intorno a mezzogiorno vedemmo il sole, o una sua immagine. Non ci saremmo aspettati di vederlo in quella posizione".
Si era dunque perso? Riconobbe però sollevato, che:

"non poteva essere il sole. era soltanto un disco rosso fiammeggiante, piatto e attraversato da quattro strisce nere uguali ". 

...Una prova del fatto che Nansen si trovava già con la sua nave sulla strada verso l''Interno della Terra. Nel 1829, sulla strada verso il nord, in una piccola scialuppa, il pescatore norvegese Olaf Jansen aveva fatto la stessa osservazione insieme a suo padre:
"A questo falso sole, rosso opaco, che noi riteniamo tale, ma che non scompare per diverse ore. Nubi e nebbia lo ricoprono quasi di tanto in tanto, mai completamente però. All'orizzonte del cielo purpureo esso sembrava risalire gradualmente man mano che proseguivamo. Non si poteva quasi dire che assomigliasse al sole, tranne che per la sua forma rotonda e, quando non era oscurato dalle nuvole o dal vapore acqueo, aveva un bagliore rosso, bronzeo, che si trasformava in una luce bianca, simile ad una nuvola, come se riflettesse il chiarore di una luce più grande nascosta dietro" (Willis George Emerson, Il Dio nascosto in una nube di fuoco, ovvero Un viaggio nel mondo interno).

Più tardi, secondo le sue informazioni già all'Interno della Terra, il pescatore descrive in modo più preciso questo "sole apparente":

"La distanza diretta attraverso lo spazio da superficie esterna a superficie interna è di circa 600 miglia in meno del diametro terrestre a noi noto. Nel punto centrale esatto di questo enorme vuoto si trova la sede dell'elettricità, una gigantesca palla di fuoco rosso scuro che non risplende abbagliando, bensì è circondata da una nuvola bianca, leggermente luminosa, che emana un calore costante, ed è mantenuta al centro di questo spazio interno dalla immutabile legge di gravità. Questa nube elettrica è nota all'uomo dell'interno della Terra come "dio del fumo". Essi credono che sia il trono dell'Onnipotente".

E in un altro punto si dice:

"La grande nube luminosa o la palla di fuoco rosso opaco che mattino e sera è rosso fiammeggiante e lungo il giorno fa scaturire una bella luce bianca, il dio nascosto in una nube di fuoco, è appesa al centro del grande vuoto nella Terra ed è mantenuta al suo posto dalla immutabile legge gravitazionale oppure da una forza atmosferica repellente, comunque sia. La base di questa nube elettrica o di questa illuminazione centrale, la sede degli dei, è scura e non trasparente, ad eccezione di innumerevoli piccole aperture, apparentemente sulla base del grande supporto o altare della divinità, sul quale riposa il "dio nascosto in una nube di fuoco" e le luci che scintillano nella notte in tutta la loro magnificenza attraverso tutte queste aperture sembrano stelle, così naturali come le stelle che vediamo brillare a casa, a Stoccolma, eccetto il fatto che sembrano più grandi. Il "dio nascosto in una nube di fuoco" suscita perciò l'illusione di sorgere a est a ogni rotazione giornaliera della Terra e di tramontare a ovest, esattamente come fa il nostro sole sulla superficie esterna. Le persone "di dentro" credono in realtà che il "dio nascosto in una nube di fuoco" sia il trono di Jehova e sia immutabile. L'effetto dell'alternanza tra il giorno e la notte, perciò, proviene dal fenomeno della rotazione terrestre".

Sono notevoli, infine, le righe seguenti:

"La città Eden sembra che si trovi in una valle meravigliosa, però, in realtà, si trova sull'altipiano più elevato del continente interno, alcune migliaia di metri al di sopra della terra che lo circonda. Questo è il luogo più bello che io abbia mai visto in tutti i miei viaggi. In questo giardino fioriscono tutte le specie di fiori, di alberi, di arbusti, matura ogni sorta di frutta, di uva in sovrabbondanza. In questo giardino sgorgano quattro fiumi da una potente sorgente artesiana. Essi si dividono e scorrono nei quattro punti cardinali. Questo luogo è chiamato dagli abitanti la "bilancia della razza umana" oppure "l'ombelico della Terra". I fiumi sono chiamati Eufrate, Pison, Gihon e Hiddekel ". 

Ora si può mantenere una posizione di assoluto scetticismo e obiettare che nessun atlante indica un buco nella regione del Polo Nord. Nell'era dei satelliti ci dovrebbero essere delle videoregistrazioni probanti che potrebbero fugare ogni dubbio. Tuttavia, la cosa non è così semplice, perché l'intera regione artica è costantemente ricoperta da un fitto velo di nubi e di nebbia, cosa che d'altronde sarebbe impossibile nel caso dell'esistenza di una calotta di ghiaccio. Quindi si potrebbero avere soltanto delle registrazioni a infrarossi. Tali registrazioni sono state fatte da tempo dalla NASA e dall'ESA, però non sono state divulgate, perché determinate forze dietro le quinte hanno un vitale interesse a che non si sfiori l'enigma del Polo.

Indagando più a fondo si riscontrano risultati strani nella pubblicazione e interpretazione delle registrazioni scientifiche delle regioni polari. Il satellite europeo ERS-1 mostra immagini a infrarossi pulite dell'emisfero settentrionale della Terra, ma la regione del Polo Nord resta priva di dati, con uno "spazio libero" circolare a partire da circa l'ottantatreesimo parallelo. 

Stessa cosa dimostrano i dati scientifici ufficiali riguardanti il Polo sud.


Già nel 1968 il satellite ESSA 7, messo a punto dalla NASA per la ricerca scientifica, fotografò l'emisfero meridionale con un enorme buco, che conduce verso l'interno della Terra, invece di una regione polare massiccia. I profili delle altitudini di Antartide calcolati al computer danno la stessa immagine: invece di un Polo Sud esiste un buco circolare privo di dati a partire circa dall'ottantatreesimo parallelo. Questa segretezza mistificante è facilitata dal fatto che né il traffico aereo civile né quello navale percorrono la regione del Polo Nord. In particolare il traffico aereo, al quale nessuna barriera di ghiaccio impedisce la strada, lavora con strumenti di navigazione molto sensibili che in prossimità del Polo "impazziscono". Le vie aeree che sorvolano le regioni polari, perciò, si mantengono a una rispettosa distanza da quei passaggi, al di sopra dei quali le bussole potrebbero incepparsi. In questo modo il segreto del Polo si difende da sé e sembra che soltanto pochissime persone abbiano il privilegio di avervi accesso, così poche che i loro racconti possono essere svalutati facilmente come fantasticherie.



Infine, il sano "buon senso" ci dice: se ci fosse un buco nella regione del Polo Nord, allora l'acqua del mare dovrebbe pure scorrervi dentro e tutti coloro che si trovassero a entrare in questo vortice di scolo dovrebbero essere perduti senza speranza. Tuttavia, a questo proposito esploratori come Nansen ci dicono che la corrente del mare scorre esattamente al contrario, non verso nord, verso l'interno dell'apertura, ma verso sud, dall'apertura in là. Questo significa che dall'interno della Terra dovrebbe provenire attraverso l'apertura una corrente verso "l'alto" che provoca la deriva verso sud del ghiaccio e del legname. Sembra veramente pazzesco e non è assolutamente possibile mettere insieme questa teoria con la teoria gravitazionale, in ogni caso non se ammettiamo, come abbiamo fatto finora, che il centro di gravità si trovi al centro della Terra. Se però ammettiamo l'ipotesi che uno "strato" gravitazionale si estenda attraverso la crosta terrestre come un corsetto d'acciaio attraverso la parete esterna di una sfera cava di cemento e questo strato "risparmi" l'apertura del Polo, allora non ci dovremmo lamentare della contraddittorietà dell'ipotesi secondo cui l'acqua del Polo Nord scorre dall'interno verso "l'alto" e verso l'esterno.

Willis George Emerson, che pubblicò i risultati di Olaf Jansen, descrive così questo fenomeno assolutamente difficile da spiegare:

"La distanza dall'interno alla superficie esterna consiste, secondo Olaf Jansen, di circa 300 miglia. Il centro di gravità non è al centro della Terra, ma al centro della "buccia" o della "crosta". Se quindi il diametro (s'intende lo "spessore") della crosta terrestre o dello strato è di 300 miglia, allora il centro del Polo Nord della forza di gravità si trova a 150 miglia sotto la superficie. L'esistenza di un mare aperto a Nord è anche chiarita. Olaf Jansen suppone che l'apertura a nord, l'ingresso o anche il buco, per chiamarlo così, si estende per circa 1.400 miglia".




tratto da: Michael George, La luce divina non viene mai meno, Macroedizioni, 2006, cap. 4, pp. 83-91.  


(fine parte prima) 




  
  

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