Morti e Rinascite
Dinaweh
Nel perpetuo ciclo di morti e rinascite,
colgo il segno del mio passare,
amo la vita che mi si presenta davanti,
con la sua irruenza tu spacchi, tagli e ricuci,
tutto si fa più chiaro quando mi faccio da te attraversare
senza più domande,
riponi la spada nel fodero,
cessa esausta ogni combattimento, anima mia!
Come acqua sferzante
che dal cielo batte sui corpi e sulle anime,
senza chiedere il permesso,
sfascia, sfronda, rinnova, pulisce...
vita tu sei potente come fragore di tuono,
tu sei leggera e soave a volte,
improbabile arriverà il suo battito d'ali
fino a sera,
mentre le lucciole continueranno
il loro canto silenzioso della luce nelle ombre,
quando le falene
continueranno a volteggiare impazzite
attorno ad una piccola fiamma nella notte scura,
sei il fragore di un mare in tempesta che tutto trascina
e macina sulla spiaggia desolata dei giorni,
ove ogni sasso rotolante si strugge per essere in balia
di ciò che non può fermare,
della potenza dei flutti che non può governare.
Così sei, vita mia,
e mi sorprendi e mi avvolgi tra le tue spire,
mi avvolgi e fai contorcere le mie viscere
alla ricerca di un perché,
attraverso il moto tempestoso
del dolore degli altri,
attraverso il mio stesso peregrinare.
Dell'ingordigia dei dormienti tu ti fai beffe
manifestando di te
l'altra faccia mortale di un processo lento e inesorabile
che riconduce al vuoto,
che rimanda all'assenza,
che richiama alla Presenza...
In te confida improvvisamente
l'anima mia
quando in te si dissolve,
senza nulla chiedere,
senza nulla pretendere,
che non sia la contemplazione dell'Eterno fluire
che non sia altro che la resa finale.
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