Amore amare amaro
Si resiste facilmente di fronte alla vita, anche quando bussa potentemente alla porta del nostro cuore, del nostro intelletto quando, con una saggezza e una discrezione inimmaginabile, ci invita a seguirla, a non resisterle. In realtà basterebbe solo un po' di coraggio e di fiducia in se stessi per buttarsi e superare tutte le vocine che da dentro ci suggeriscono di lasciar perdere, o neppure ci permettono di vedere che sta arrivando uno tsunami, capace di scuotere dalle fondamenta tutti i nostri pregiudizi, le nostre abitudini, la nostra conclamata pigrizia; e forse è ben per quello che, spaventati, ci allontaniamo in fretta e furia, prima di dover cambiare tutto, prima di dover ammettere a noi stessi che avanti così non è più possibile andare!...Sembra la storiella della volpe e dell'uva acerba...
Mi vengono in mente le belle parole del filosofo Umberto Galimberti, durante una sua lezione su le cose dell'amore, che potrete trovare su youtube, quando dice che l’Amore è GENERATIVO
di un NUOVO IO, è TRASFORMATIVO, ed è – unico – il nutrimento dell’anima e il
soffio della vita, senza il quale ci si preclude il respiro (infatti spesso non
respiriamo nemmeno quasi più), sinonimo della Vita e della VITALITA’ INTERIORE.
Grazie all’altro «Amore» mi fa
scendere nella mia follia e mi fa risalire, per la fiducia che ripongo in
lui/lei; «Amore» sta in quello spazio ove c’è la sospensione del giudizio e
della ragione. «Amore» è dislocato fuori dalla ragione. «Amore» usa il
linguaggio della follia, eppure, come la lava del vulcano quando si raffredda
diventa elemento di nuova e rinnovata fertilità per la Terra, così «Amore» trasforma
e rigenera l’Io di colui che se ne lascia travolgere e, sia che la storia vada
a buon fine, sia che si concluda drammaticamente, conduce alla TRASFORMAZIONE
INTEGRALE di quello stesso Io, di quella parte razionale che NON E’ PIU’ LA
STESSA DI PRIMA. Ebbene sì: se si rinuncia al rischio di amare, si rinuncia
alla vita!
Spesso molte volte, per evitare di cadere in quello spazio folle, ove la ragione non ha più il sopravvento, per impedirci in qualche modo di sentire la vita scorrere dentro di noi, come sangue nelle vene, troviamo mille giustificazioni e motivi, per impedire a noi stessi di rallegrarci, di incontrare la bellezza, la gioia, la felicità. Eppure, non tutto è perduto! Basta un moto dell'anima, un rifiuto dal profondo di noi stessi, che ci spinga a interrompere quel circolo vizioso, privo di luce e di calore, per rimetterci in gioco. Nulla è perduto!
Tutto serve per ripetere la lezione e per fortuna in questa o in altre incarnazioni possibili, passano molti autobus e tutti, prima o poi hanno un'unica destinazione: farci tornare a Casa!
Dinaweh
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