martedì 31 dicembre 2019

PICCOLE E GRANDI AZIONI CRESCONO...



PICCOLE E GRANDI AZIONI 
CRESCONO...





SIAMO felici di poter pubblicare questa lettera di Giovanni Bongiovanni, presidente di FUNIMA INTERNATIONAL, associazione di volontariato, di cui già abbiamo condiviso un video di presentazione qui; lettera che ci è giunta a casa, per aver aderito alla campagna di sensibilizzazione in favore delle popolazioni dell'America latina presso cui l'opera di FUNIMA è attiva da anni, con l'acquisto di panettoni e spumanti natalizi.
Ci tocca personalmente sempre di più la condizione di disagio in cui versa la maggior parte delle popolazioni del pianeta, condizioni di cui tutti noi del mondo ricco ci dovremmo sentire responsabili in prima persona.
Piccole azioni possono già fare la differenza, essere la testimonianza di una presenza e sostenere così azioni più grandi, più complesse, come quelle messe in atto dai ragazzi e dalle ragazze di FUNIMA INTERNATIONAL, uomini e donne giovani e meno giovani che con la loro testimonianza attiva nei luoghi della sofferenza, della prevaricazione e dell'ingiustizia portano la fiammella della speranza, sono la testimonianza che si può cambiare rotta, tutti insieme, ognuno secondo le proprie possibilità, se solo vogliamo vivere tutti in un mondo più giusto e più consapevole.
All'alba di questo nuovo anno che viene quindi, il nostro augurio migliore è che tutti ci possiamo sentire davvero più responsabili di fronte alle afflizioni di questo mondo e alla sciagurata manomissione delle risorse disponibili sul meraviglioso pianeta Terra, ormai giunto allo stremo delle forze.
Vi invitiamo quindi alla lettura della lettera di Giovanni, una lettera toccante, ricca di coinvolgimento emotivo e di compassione per i poveri del mondo e forse ancor più per noi, uomini e donne, figli e figlie dell'opulenza materiale, ma poveri di quella compassione per l'altro che un tempo Qualcuno ci aveva ricordato di amare come sé stessi.

Da parte nostra l'augurio quindi di un Felice Anno Nuovo, pieno di luce nel cuore, ricolmo di compassione per il pianeta e per tutti gli esseri che lo abitano.

Kate Charlotte 
e Dinaweh





Cari amici,

sono passati quasi 15 anni da quel 25 maggio del 2005, anno in cui abbiamo dato forma a quell'impeto interiore che ci chiedeva, e quasi ci obbligava a dover fare qualcosa di importante, di essere protagonisti e parte del cambiamento che volevamo per il nostro pianeta e per le vite di milioni di persone.
Uomini, donne e bambini che ancora oggi vivono in grande stato di sofferenza, povertà e ignoranza. Nasce FUNIMA International, un'organizzazione con lo scopo di aiutare, supportare e combattere, al fianco di famiglie e comunità, per unirci al loro grido ed impugnare quella famosa Carta, che dichiara che: "Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti e che essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza".
Il nostro impegno si fa strada con uomini 'giusti' che lottano per il cambiamento globale, con altre organizzazioni che nascono in difesa dei diritti fondamentali dell'uomo, per l'abbattimento dei muri fisici e mentali tra gli uomini, per un mondo di pace che si instaura con il dialogo; per la distribuzione equa delle risorse, per il rispetto dell'ambiente e la madre terra, la pacha mama, per l'eguaglianza, la fratellanza e l'amore. Per il progresso della scienza dello Spirito e della nostra civiltà, intesa come una unica grande civiltà, quella terrestre.

Vi auguro di vivere felicità e amore con le vostre famiglie in questo periodo di feste, ricordando chi, secondo me, è il più grande dei maestri e dei rivoluzionari di tutti i tempi, Gesù Cristo. E infine vi invito a viaggiare con me con la lettura degli inediti diari di viaggio Trip in Argentina, scritti sull'esperienza nelle comunità indigene della foresta del Chaco salteño. Seguiranno altre pagine di diario sul nostro sito web, quindi sui social.

Vi lascio ad un commento che ho fatto ad un'amica al mio ritorno da quest'ultimo viaggio in Argentina, dove sto portando avanti lo studio sulle condizioni sociali che vivono le comunità originarie: 
"...Non sai quanto si percepisce la speculazione che c'è dietro, non solamente del paese intero da parte dei grandi interessi dei poteri mondiali, ma del paese stesso ai danni delle fasce più deboli. Con i fondi pubblici la politica specula, le grandi imprese multinazionali guadagnano e i poveri aumentano. Anche qui le famiglie che detengono il potere sono sempre le stesse, sono loro che gestiscono il palco e muovono i burattini. Quanti investimenti vengono fatti per cercare di migliorare le cose senza migliorare nulla, perché gli organi che dovrebbero coordinare la gestione delle risorse sono manovrati. I poveri in realtà sono una risorsa, che è bene mantenere in questo stato perché utile a far crescere la parte ricca. Mantenere ignoranza e creare rapporti di dipendenza. Anche con il sussidio dello Stato che queste popolazioni, minoranze etniche, ricevono. Ciò serve a mantenere le cose in uno stato di stallo."
Quello che viviamo, amici miei, nelle continue esperienze con FUNIMA International, è la diretta ci ciò che sto per raccontarvi e che negli anni sempre più ho maturato. La povertà non è un caso, è un fatto voluto. E' la sopraffazione dei poteri forti a scapito dei più deboli, è la dimostrazione di forza e violenza delle civiltà tecnologicamente più evolute ai danni di quelle materialmente più povere. E' la speculazione dei governi, dell'Alta finanza, delle grandi Multinazionali, di quelle alimentari, delle materie prime, delle risorse energetiche, delle case farmaceutiche, che lucrano sulla sofferenza e l'ignoranza di milioni di persone. Spesso non causano direttamente la morte, ma creano le condizioni per un lungo stato di agonia, che serve a mantenere gli equilibri e i guadagni, che da questi ne derivano. Penso a tutte le materie prime, come metalli e combustibili fossili, alle risorse alimentari, che quando va bene, paghiamo a basso prezzo, o derubiamo, dai Paesi dell'Africa e dell'America latina; alle guerre che vengono appoggiate da questa o quell'altra lobby di potere, al sistema di signoraggio bancario, al debito pubblico che per anni ed anni ha impoverito sempre più questi paesi. 
Il delirio e la sfrenata corsa al perfezionamento delle scienze belliche e del controllo delle masse ha portato pochissimi stati ad essere i padroni del mondo, a controllarne le risorse manovrando le decisioni di tutti gli altri "piccoli", seguendo questa logica, stati. Milioni, poi miliardi di persone. Lentamente, inesorabilmente, poche famiglie oggi detengono la maggior parte delle ricchezze del mondo e gli stati, i governi, sono solamente gli uffici e i presidenti dei segretari di questi potentati. La globalizzazione del mondo occidentale è arrivata ovunque, contaminando anche le zone più isolate e le culture più radicate.
I dati della povertà dichiarati da Oxfam dichiarano che: 
"l'1% della popolazione possiede oltre il 48% della ricchezza mondiale e che il 19% possiede ricchezza per il 46,5% del totale, mentre l'80% della popolazione mondiale si divide il restante 5,5% delle risorse. Tra questi ultimi circa 1 miliardo di persone vivono con 1,25$ al giorno, mentre altri 800.000 persone vivono nella totale indigenza (ovvero soffrono la fame). Tra questi ci sono le oltre 24.000 persone che muoiono ogni giorno per carenza di cibo. Fra quell'1% della popolazione che vive nell'agiatezza, vi sono 85 individui che possiedono risorse quanto i 3,5 miliardi di persone più povere (2016).
Oggi questa situazione ha reso quasi impossibile il lavoro delle organizzazioni che operano per il cambiamento. Un mondo così confuso è molto, molto difficile da cambiare, è difficoltoso il cammino anche per chi vorrebbe riportare l'equilibrio, lasciando spesso senza speranza anche i migliori intenzionati. E così sembra che nessuno ci creda più al cambiamento, neanche gli "uomini buoni" e "giusti", ormai pieni di contraddizioni, perché scesi a patti con il potere per poter sopravvivere. Abbiamo bisogno di uomini più decisi e disposti a tutto forse, anche a sacrificare la propria vitra in nome di valori che oggi sembrano non essere mai esistiti. Anche se...neanche i martiri sembrano servire più a nulla... dovremmo tramutarci in male forse, camuffarci, e poi uccidere, una volta dentro, il serpente dalla testa... 

Giovanni Bongiovanni 
Presidente FUNIMA International


TRIP TO ARGENTINA
23-26 ottobre 2019
Full immersion nella foresta del Chaco con le comunità originarie

(estratto dalla seconda parte)

[...] Per comprendere meglio la situazione, l'origine di molte problematiche, principalmente in riferimento allo stile di vita delle comunità originarie e all'adattamento che queste stanno avendo con il nuovo sistema di vita occidentale, è stato fondamentale ripercorrere la storia. Ci ha aiutato moltissimo la spiegazione di Juan Pearson dell' "Oficina Ministerio Agroindustria", seguito da Susanna, Belen e Sandra Reyes del "M.P.I.".
Le comunità originarie sono per loro natura nomadi, si spostano in base a ciò che offre la natura, non sono accumulatrici di cose e hanno sempre vissuto, oltre che di caccia e di agricoltura, di raccolta, di ciò che offre la foresta. Questo rende difficile comunicare loro la necessità che, invece, abbiamo oggi di accumulare risorse per poter progredire, per il semplice fatto che non è più possibile vivere secondo il sistema di vita originario, seguendo la natura, seppur affascinante, perché oggi l'ecosistema non è più lo stesso. La stessa plastica che conserva gli alimenti è qualcosa di nuovo per queste popolazioni, che è giunto con l'arrivo della globalizzazione e che si è inserito con prepotenza nella quotidianità troppo rapidamente. E' fuori dalla loro cultura pensare che questo materiale possa inquinare. E' arrivato come una novità e ora fa parte dell'ambiente in cui vivono. Questo spiega la grande quantità di rifiuti nel territorio. Per loro una bottiglia di plasctica è un involucro come la buccia di una banana e, allo stesso modo, viene buttata per terra dopo averla utilizzata. Il problema è che la terra, di questo materiale, non si nutre, quindi non viene smaltito e si accumula, causando sporcizia e degrado. Le principali problematiche  si sono presentate con l'arrivo delle comunità creole in cerca di nuovi territori per sviluppare le attività agricole. Gli originari sono stati costretti a spostarsi forzatamente e, così, a cambiare le proprie abitudini. Oggi il problema si manifesta con il disboscamento di ettari ed ettari di terre per incrementare la coltivazione della soia, ad esempio. Con il progressivo arrivo delle istituzioni, organi a loro sconosciuti, come i comuni, le provincie, i ministeri, per coordinare la distribuzione dei servizi di base è stato imposto un sistema di vita fatto di permessi e leggi che, prima, si decidevano secondo altre logiche. Il sistema commerciale, che stabilisce il valore delle cose secondo il potere della moneta. Tutto ciò è assolutamente nuovo qui e Santa Victoria Este è un comune che si è costituito solo da pochi anni. Prima della costruzione delle strade, qui si arrivava solamente a piedi, attraversando la foresta o a cavallo. I primi arrivi di una nuova civiltà e del nuovo sistema di vita imposto sono legati all'arrivo degli Anglicani; i sacerdoti hanno cambiato le credenze religiose e lo stile di vita. Arrivano le chiese, le scuole, gli ospedali e le istituzioni e, con l'obiettivo di migliorare le cose, alcune volte si è ottenuto l'effetto contrario, creando più confusione alle comunità che vivevano secondo altri parametri. Non conoscono la ricchezza materiale, l'accumulo delle risorse, la produzione di beni atti alla commercializzazione, l'individualismo, la cura delle malattie, se non attraverso lo spirito... Parametri in netto contrasto con il nuoco sistema di vita. Da questa situazione nascono negli anni le lotte per i diritti, le guerre, il riconoscimento delle terre, per la loro lingua e cultura. Oggi il rifiuto verso il nostro sistema di vita sta rendendo molto difficile provare a migliorare le cose.
Personalmente penso che, a danno fatto, oggigiorno possiamo solo cercare di agire di comune accordo proponendo un aiuto solo se questo viene prima accettato attraverso il dialogo. Allo stesso modo non possiamo nemmeno abbandonare la situazione e lasciare lì il peggio della nostra civiltà materialista e tecnologica, cellulari, alcool, ecc. [...].






   

Nessun commento: