mercoledì 26 aprile 2017

LA DOMANDA

LA DOMANDA


Al bar  incontra Trinity
che gli dice che sa perché Neo è lì; perché cerca Lui.
Ma quando Lui l'ha trovata gli ha detto che non cercava qualcosa di preciso, ma che cercava una risposta alla domanda "cos'è Matrix?"




E' nel caos e nel disordine dei nostri ego che la Madre si presenta a noi per la prima volta. Nel mezzo del chiacchiericcio mentale, tra i fumi e i rumori delle nostre infradimensioni interiori. Proprio come nel Natale il Cristo nasce nella stalla della nostra esistenza. 
Il Kabir* Gesù cacciò i mercanti dal tempio di suo Padre. simbolico anche questo. I mercanti sono il chiacchiericcio, sono il disordine, sono il rumore mentale. Il tempio siamo noi stessi, il tempio dove il Padre attende di discendere. E' urgente ripulire la mente dal caos delle chiacchere inutili, dalle paranoie e dal disordine energetico.
E' la mente, ovvero Pilato che manda il Cristo alla croce. Pilato è lego che si annida nella mente, che giustifica le nostre azioni e mette in croce il nostro Cristo interiore. Dobbiamo come Ercole ripulire le stalle di Augias. La 'Mente' mente. La mente caotica, la mente preda dell'ego che giustifica, che crea disordine e CONTRADDIZIONE rimbalzando da una decisione all'altra e mettendoci in continua instabilità psicologica, è quella che ci mette in croce. Questo è ciò che spesso accade quando, di fronte ad un problema, cominciamo a saltellare da una eventualità all'altra, finendo per non capire più quale sia la cosa giusta da fare. Dobbiamo imparare a riconoscere quando un ego fa la sua comparsa. Se non lo riconosciamo attraverso le emozioni mal digerite, non possiamo non accorgerci di lui quando si manifesta sul piano mentale. egli è la chiacchera, è la giustificazione, è la vocina che ci dice: "ma sì dai, ancora per una volta; l'ultima e poi basta" - oppure - "ma chi si crede di essere; lui non sa chi sono io; ci penso io a fargliela pagare adesso" e mille altre cose che ci raccontiamo per convincerci che stiamo facendo la cosa giusta. L'Intimo non chiacchera, l'Intimo è intuizione e si manifesta nella nostra capacità di sentire. L'Intimo sussurra, l'ego sbraita e alza la voce. Imparate a riconoscerlo anche quando pensate di avere ragione. Pilato internamente continua a giustificare i nostri errori, egli è ciò che incolpa gli altri ed il mondo per impedirci di risalire alla radice dei nostri problemi, è un vero e proprio ingannatore. 

[...] Torniamo al nostro film e cioè al fatto che Trinity compare nel caos della discoteca che simboleggia il disordine dellam mente. Lei sa che NEO sta cercando Lui, ma Lui è il Padre, il suo essere Reale: è Morpheus. NEO lo cerca, sta cercando LUI, cioè se stesso.. Chiunque si ponga delle questioni in merito all'"esistenza", chiunque si ponga domande esistenziali, in realtà cerca se stesso, cerca l arealizzazione del suo sé più profondo. Tutta quella sofferenza di quando si comprende, di quando si scopre e si riflette sulla fragilità della natura umana, se portano ad un moto di ribellione interiore, non sono altro che il riflesso di una smania interiore, della smania e della volontà di esistere del nostro stesso Intimo.Nessuno vuole morire, ma non tutti ci vogliono mettere mano per risolvere il problema. Per NEO è "anelito"; è un bisogno interiore che bene non comprende, ma che diventerà il desiderio di realizzare qualcosa che intuisci di "essere", quello che viene sottinteso da Gesù come il ricongiungimento col Padre Intimo, la riappacificazione con tutte le parti del me stesso, che si sciolgono in un'unica "verità. Il riflesso di ciò che è il volere, che è la volontà "intima" in noi di manifestarsi in NOI, di manifestare l'idea. E' il "volere", è quello che negli scritti è chiamata la volontà del Padre Nostro che sta in segreto, la volontà dell'Intimo di "voler esistere", che è l'inizio del nostro voler ESSERE. Il problema è che essendo la nostra volontà non nostra, ma del nostro ego alterato, facciamo fatica ad intendere di quale volontà parliamo e traduciamo in volontà i desideri meccanici della nostra mente condizionata.
Questa spinta non ci appartiene, se non nel profondo di noi stessi, se non come volere, come volontà del nostro "intimo". Non siamo noi che cerchiamo l'UNIONE, l'unità dell'anima, non siamo noi a cercare l'immortalità e la maestria: Non è la personalità a cercare, ma il nostro "Reale Essere" interiore profondo, il nostro Sé autentico. Uno spazio astratto assoluto nel quale tutte le nostre possibilità sono, esistono. Il Divino che abita nelle profondità della psiche umana, è la ragione "nascosta" che ci porta a spingerci a cercare LUI, che ci spinge a cercare Noi stessi: l'Io legittimo dell'Io Sono, e a cercare quell'aiuto, Morpheus, la persona ben addestrata che ci aiuti a conseguire la nostra personale incoronazione.
Ecco perché Trinity dice: '[...]quando Lui ha trovato me'. LUI cerca il figlio, perché l'Intimo ha bisogno di un "figlio" ** per discendere/ascendere, ha bisogno di un "figlio" per manifestare la sua Idea, per manifestare se stesso nella creazione. Padre e ffiglio si cercano reciprocamente, e solo quando il figlio comincia a comprendere la sua schiavitù che si creano le condizioni per il primo incontro. Si tratta di una grande metafora per indicarti che esiste un principio unico "esistenziale" che stai cercando di compiere, quel principio è il Padre, ma sei ancora tu. E' quella parte di te che sta cercando le circostanze, quella parte che ti invita a selezionare i tuoi entusiasmi e realizzare qualcos'altro che non siano le solite ciance del mondo. Quando il figlio comincia a capire, come dice Morpheus - che sei uno schiavo - che orse la sua natura vera è un'altra, che forse gli è stato nascosto qualcosa, che gli è stata celata la vista, perché l'illusione, Maya, stende il suo velo anche sulla nostra vera Natura. Solo quando questo avviene e solo allora che la Madre, Trinity, diviene il tramite di questa unione; essa è il fuoco collante di questa unione, è il fuoco che cuoce il fango con cui è fatto il figlio dell'uomo (Mr. Anderson).
La povertà si riferisce alla condizione umana, alla condizione in cui tutti versiamo, la miseria nella quale ci siamo messi; lo Spirito è ciò che cerca di farsi carne, è lo Sposo, è un aspetto della nostra monade che tenta nel corso dei secoli e dei Mahavantara di incarnarsi per giungere alla Salvezza. Il potere salvifico dell'opera del Cristo è alla base di tutto questo insegnamento. La nostra opera deve poter portare alla dissoluzione dei nostri difetti, così fortemente cristallizzati nel profondo di ciò che ci anima, nel profondo della nostra "psiche", causa prima del nostro psichismo. Senza la morte dell'egoismo l'uomo non ha nessuna possibilità di purificarsi e di accogliere in sé la sua vera Natura Divina, in quanto l'egoismo stesso è il velo che lo rende cieco davanti al Padre. Sì, capisco è un concetto difficile da accettare. E' come dire che chiediamo a noi stessi di uccidere noi stessi. Il problema è che non capiamo di essere divisi. Di essere separati dalla nostra Reale Natura. Non conosciamo realmente noi stessi.

Conosci te stesso per molti significa conoscere il proprio carattere, con le sue qualità ed i suoi difetti. Questa è una conoscenza sicuramente necessaria, ma è parziale, conoscere se stessi non è esattamente questo. Noi in realtà non solo non sappiamo niente di cosa siamo realmente e del nostro reale potenziale, ma non conosciamo neppure ciò di cui abbiamo bisogno per realizzare la nostra vera Natura; semmai aspettiamo di averne una. Ciò di cui abbiamo fino ad oggi fatto esperienza è la nostra personalità, i suoi bisogni e le sue manifestazioni "egoiche" e pensiamo di noi d'essere solo quello, pensiamo di essere solo il nostro corpo fisico. E' sufficiente vedere cosa preoccupi gli esseri umani e a che cosa consacrino il loro tempo e le energie. Per poi sentirsi ancora spossati, insoddisfatti e vuoti. Questa è la dimostrazione che essi non si conoscono. 


[...] Adesso mi chiederai, ma allora io chi sono? Se non sono la personalità e non sono il Divino, se non sono l'Intimo... chi  sono?


Sei l'intermediario, il punto di passaggio, sei il momento intermedio, non sei qualcuno, sei solo un "istante" della tua esistenza, sei la tua aspirazione in potenza, sei NEO, sei il maggiordomo che mette ordine in attesa che ritorni il padrone. Sei l'"essenza", sei il seme di una ghianda fatto ad immagine e somiglianza, e se avrai cura di coltivarti diverrai come la quercia che ti ha generato. Per il discepolo della Scienza Iniziatica conoscere se stesso equivale a separare la propria Coscienza dal circolo limitato e vizioso della propria natura inferiore, per fondersi nella Coscienza illuminata dell'Essere cosmico che vive in lui, che opera in lui. Tutti hanno portato la croce della sofferenza: tutti hanno dovuto crocifiggere la propria volontà egoica e personale e morire a tutto ciò che è illusorio e terreno, prima di conseguire la corona della vittoria e dispiegare le facoltà spirituali della propria anima, il "Nostro Intimo" che per il momento sta in segreto, ma perché non ha né termini, né strumenti per manifestarsi... Lui è te in potenza!


[...] Che cos'è Matrix?... E' la domanda, è il nostro chiodo fisso. E' la domanda il chiodo fisso, perché nell'inquietudine della domanda che c'è la sensazione che ci guida, che guida NEO verso Morpheus. Senza la domanda non c'è lavoro, non c'è ricerca, non c'è inquietudine, non c'è incontro. E' un bisogno totale di libertà dalla schiavitù: è un chiodo fisso.


******************

*Kabir: la parola "kabir" può essere tradotta come maestro, colui che illumina il cammino, la guida, colui che sa.

**figlio: la parola "figlio" è intesa come archetipo di colui che compie la volontà, cioè di quell'uomo o di quella donna che anelano all'autorealizzazione, che anche solo se intuiscono che ci deve essere di più, si adoperano ed accettano di incamminarsi in un cammino di autoconsapevolezza. Il "figlio" è una personalità allineata al volere dello Spirito, ma Padre, figlio e Spirito sono la stessa cosa; distinta ed uguale allo stesso tempo. Quando queste tre parti si allineano si fondono nell'uno, si dfondono in un essere realizzato uniforme. Il "figlio" è figlio dell'uomo: Mr. Anderson.




martedì 25 aprile 2017

La Verità vi renderà Liberi

LA VERITA' 
VI RENDERA' LIBERI

Dinaweh 

Vi voglio regalare una altro pezzetto di Amore in formato "conoscenza", che ho avuto modo di estrapolare dal testo già presentatovi venerdì 21 aprile dalle pagine del blog. 

Prima però mi è caro condividere con voi l'evento sincronico che mi ha messo nella condizione di poter accedere alle pagine di questo libro! Ero sul pullman che mi portava a Torino per la gita scolastica con i miei alunni quando, nel viaggio di ritorno, poco prima di scendere dal bus, una collega mi chiede di controllare il vano portaoggetti posto sopra i sedili per evitare che qualcuno dei ragazzi dimenticasse qualche oggetto personale... Mentre tiravo giù i numerosi sacchetti contenenti i vari souvenirs della gita di ciascun alunno, in cima al vano portaoggetti, sul lato destro dell'autista, intravvedo un tomo abbastanza voluminoso che subito mi incuriosisce, capendo che fosse un oggetto dimenticato lì magari da tempo, comunque da un'altra comitiva che non fosse la nostra. Rassicuratomi che non fosse di alcuno dei presenti, noto il titolo e comincio a sfogliare con interesse qualche pagina... 

Con enorme sorpresa scopro che quel testo non era altro che la spiegazione esoterica dei dialoghi del film "Matrix". Era dalla visione del film, ormai diversi anni fa (sebbene fosse un film di cui avevo anche acquistato i tre dvd, per rivederli a piacimento quando ne avessi sentito il desiderio nel tentativo di coglierne sempre meglio il significato profondo dei suoi dialoghi), che ero convinto esistesse da qualche parte un testo scritto e pubblicato che ne sciogliesse gli arcani enigmi nascosti a livello occulto all'interno della pellicola. 
In realtà non mi sono mai dato pensiero di cercarlo con affanno in alcuna libreria, consapevole del fatto che, quando fosse stato il momento, si sarebbe presentato da solo sotto i miei occhi, dagli scaffali di qualche libreria, così presumevo...
Incredibilmente il diaframma che mi divideva da quel testo si è infranto proprio in questa occasione e mai più mi sarei immaginato di trovarlo nel vano portaoggetti di un pullman in gita scolastica, quanto semmai appunto tra gli scaffali di una libreria in giro per la città o al massimo ad una fiera di libri tra le bancarelle...
Proprio a proposito di come nasce il film voglio riportare subito un'informazione che forse a molti di voi manca, come mancava a me, prima di leggere con ardore le pagine di questo testo magnificamente comparso alla mia vista solo poche settimane fa. Ecco qui il testo:

"Dopo una disputa legale durata 6 anni (le prime cose sono del 2003) contro i Wachowski Brothers, Loel Silver e la Warner Brothers, è stato riconosciuto a Sophia Stewart autrice del libro The Third Eye il pieno copyright della pellicola The Matrix e di tutti i suoi sequel. Pare che all'incirca nella metà degli anni Ottanta Sophia Stewart avesse mandato il libro da lei scritto, The Third Eye, appunto, in risposta ad un annuncio dei Wachowski che cercavano materiale per un nuovo film di fantascienza. All'improvviso si scopre che tutti, inclusi i legali della casa produttrice, erano al corrente che Matrix non era stato scritto dai fratelli Wachowski e che per di più lo scritto originale della Stewart fosse stato più volte consultato durante le riprese [...]. Evidentemente faceva più comodo che la cosa non si sapesse. Si pensi soltanto al fatto che Sophia Stewart ha intentato una causa nei confronti di tutte queste persone e non se ne è saputo più nulla se non solo quando la sentenza è stata resa pubblica. Sophia Stewart sostiene nel suo blog che sia stata la Warner a tenere tutto nel più assoluto silenzio, in quanto legata anche alla AOL-Time Warner, un colosso a cui appartengono il 95% dei media americani, tra cui ci sono New York Times papers/magazines, la Times papers/magazines, People Magazines, CNN news, Extra, Celebrity Justice, Entertrainment Tonight, HBO, New Line Cinema, DreamWorks, Newsweek, Village Roadshow e moltii altri, ha potuto gestire bene la cosa. Sempre Sophia (che strano che si chiami proprio così!) dice in un'intervista che non le è mai interessato il denaro che potesse derivare dal vincere la causa, ma ci teneva che si sapesse la verità e a tal proposito ha dichiarato: "Ho scritto 'The Third Eye' per risvegliare la gente, per ricordare loro a che fine Dio li abbia creati. La vita è molto più dei soldi, nel mio modo di vedere la vita ogni cosa è legata a Dio, al bene e alla possibilità di scegliere, alla spiritualità che vince sulla tecnologia". [sito ufficiale di Sophia Stewart: www.truthaboutmatrix.com]. Provate a pensare quale dei personaggi Sophia ha disegnato intorno a sé? Già, l'Oracolo. Sappiate che esistono ancora un Matrix 4 ed anche un 5, se verranno mai prodotti questo non si sa.
[...] Se guardiamo questa vicenda possiamo solo concludere che le vicende della vita tante olte sono guidate per un filo sottile che non passa per un solo individuo. Se osserviamo solamente un fotogramma alla volta tante volte non possiamo realmente renderci conto di quello che ci sta accadendo. Se guardiamo una singola vicenda alla volta, come ad una storia a se stante, penseremo e giudicheremo gli eventi esposti come legati ad una vicenda di plagio, di copyright infranto. Se guardiamo, però, all'intento e al risultato finale di questa trilogia non possiamo non intendere che lo scopo tanto voluto da Sophia (Pistis?) abbia già dato i frutti sperati. Matrix è senza dubbio stato l'Avatar dell'era dell'Aquario. Avatar non come persona, ma come messaggio. L'Occidente ha incoraggiato e diffuso il culto di guru semianalfabeti che elargiscono conoscenza e messaggi di risveglio, ignorando che a volte le cose vanno diversamente e che una semplice donna può sognare per noi qualcosa di più grande senza doversi sentire chiamare "maestro"... che sia una donna non solo è singolare, ma à incredibilmente auspicabile."
Rocco Bruno, The Matrix, una parabola moderna, op. cit., pp. 33-34.



Proprio come dice l'autore del libro c'è un filo sottile che concatena gli eventi della nostra vita e tutto arriva non appena siamo pronti per riceverlo. E questo è un altro bell'insegnamento che possiamo dedurre da queste prime riflessioni!

Il prossimo post sarà dedicato alla scena in cui Neo e Trinity si incontrano per la prima volta al bar della discoteca!
Vi introdurrò quindi alla lettura di uno dei passi secondo me molto belli e significativi del testo che si dipana sempre a partire dalla citazione di una delle frasi recitate dai personaggi del film e quindi prende sempre spunto dalle scene del film. Alla prossima!

Dinaweh


lunedì 24 aprile 2017

SPINGERSI OLTRE


SPINGERSI OLTRE



Dinaweh


Oltre le umane convinzioni esiste il vuoto della mente. Introdurre se stessi nel lavoro interiore, come viene insegnato da Gaetano Pedullà, significa andare oltre tutto quanto ci viene indotto dalla mente, dai condizionamenti culturali, religiosi, dalle convenzioni e dalle abitudini. 
Lo scorso fine settimana si è svolto un seminario intensivo per il gruppo che segue il lavoro interiore di Gaetano Pedullà, sulle alture di Chiavari (GE). Il luogo, ameno, immerso nel verde della natura, luogo incantato, poiché abitato da gnomi e fate (ne fanno fede alcune foto scattate da chi ce lo ha gentilmente messo a disposizione, che comprovano la loro presenza abituale come custodi invisibili del bosco), hanno fatto da sfondo a due giornate intense di lavoro interiore, da non confondere con qualsiasi altro lavoro spirituale, poiché questo tipo di "lavoro" non ha come scopo l'estraniamento dallo stress della vita quotidiana attraverso pratiche energetiche che inducono stati di pace e benessere spirituale, bensì di introdurre le persone che vi si misurano, alla verità di se stesse, a quella profonda verità che tutto svela e fa vedere; soprattutto le parti, per la maggioranza inconsapevoli, che "disturbano" di più e che difficilmente si vorrebbero contattare. Ciò significa un lavoro per lo più attivo, non ricettivo, dove la persona, con l'ausilio di tecniche specifiche, si dà il permesso di contattarle, permettendosi di vederle, di riconoscerle, anche e soprattutto se fanno male poiché, ciò che può apparire come un "disturbo", in realtà rappresenta un'occasione unica di crescita e di evoluzione. Ciò non significa prodursi a bell'apposta stati di tensione e di dolore, ma se questi stati affiorano, tale pratica di lavoro interiore insegna come affrontarli. Essere quindi nell'unità di se stessi significa non essere separativi e quindi vuol dire che ogni suono, ogni rumore, ogni pensiero, ogni emozione, vanno accolti e considerati parte essenziale dello stesso lavoro. Entrare nel respiro base quindi, non per escludere i pensieri, le emozioni, gli stati d'animo che apparentemente sembrerebbero distrarci o deviarci dalla meditazione, ma per inglobarli nel lavoro, anche con l'aiuto della tecnica di armonizzazione degli stati psico-emozionali, quando e ogniqualvolta queste emozioni o determinati stati della mente dovessero prendere il sopravvento e allora sì, allontanarci dallo scopo ultimo: quello di contattare il Sé Superiore e, come dicevo nel titolo... permetterci di spingersi oltre.

Cosa vuol dire  "spingersi oltre" dunque, se non uscire dall'inganno della mente inferiore, che tutto vuole 'capire', interpretare, scindere e analizzare? Per andare dove? Per spingersi oltre l'illusorietà di una realtà interpretata dalla maggior parte delle persone come una serie infinita e casuale di fatti e avvenimenti (traumi, lutti, perdite, separazioni, tradimenti, abbandoni), come se non ci fosse alcuna relazione, alcuna causalità messa in moto proprio da se stessi... come se si perdurasse nel proprio stato di vittime o di carnefici, per una sorte maligna e cattiva, per colpa dei genitori, del partner, dei figli, del datore di lavoro, dei colleghi, ecc..   
Il lavoro interiore "scopre le carte", diciamo così, mettendo in evidenza il nesso ancestrale tra le azioni e le esperienze di questa vita o di altre vite e le cause, che queste stesse azioni ed esperienze hanno originato, fino nell'attualità del momento presente. Ecco che per la legge di causa ed effetto, quella stessa che in altri post ho messo in evidenza come la legge universale che muove gli universi (e quindi anche noi che ne facciamo parte e che siamo un micro-universo nel Macro-Universo), tutto trova un senso e una propria verità. 
Attenzione, però! Occorre risalire ad una causa a volte molto lontana nel tempo e quindi riferirsi ad una visione metafisica, nel vero senso della parola. Una visione ed una interpretazione dell'esistente come l'ultimo anello di una catena invisibile che ha le sue origini al di là della materia stessa. Il lavoro interiore ci riporta quindi immancabilmente "al mondo delle cause"; in quel forziere ove sono custoditi e preservati tutti i nostri incontri, tutte le nostre epifanie, tutte le incarnazioni dell'anima che, staccandosi dal Sé Cosmico, si individualizza e sperimenta se stessa, 'per tentativi ed errori', come direbbe una certa corrente di pensiero della psicologia umana e animale... 
Sì, proprio così! Come un bambino che impara a camminare e a muoversi facendo i suoi primi passi, inciampa e cade ripetutamente, così fa l'anima quando, ormai strutturata ed individualizzata nell'Ego Sum, impara a muoversi nel mondo della manifestazione e della fenomenologia densa della materia, palcoscenico visibile e tangibile per le proprie diverse esperienze. La dualità quindi, diventa il terreno di sperimentazione che, attraverso i suoi molteplici travestimenti, l'anima può esperire in mille fogge e in molteplici incarnazioni.  
Il lavoro interiore riporta al punto centrale di "sé", inteso come 'Sé Superiore', punto centrale e progetto che l'anima si è dato per arrivare alla propria Realizzazione. 

Qual è la novità del "lavoro interiore", così come viene insegnato da Gaetano Pedullà?

Consiste nell'offrire a tutti coloro che sentono intimamente la spinta verso la propria realizzazione umana e spirituale la possibilità di raggiungerla, o perlomeno di incamminarvisi, senza per questo chiudere la porta a ciò che la vita concreta di tutti i giorni impone loro come compagni o compagne, mariti o mogli, padri o madri di famiglia, che hanno un lavoro, delle relazioni, dei figli o dei genitori da accudire.  Lo Spirito parla ancora all'uomo di questo tempo caotico e stressato dalla velocità, dal rumore, dal consumo e dalla noia esistenziale.
Una volta, in tempi non così remoti, per raggiungere la propria Realizzazione era necessario ritirarsi in cima alle montagne, in eremi isolati, nelle caverne, come facevano i monaci tibetani e gli yogi indiani, oppure in Occidente all'interno di scuole Misteriche e Occulte per pochi iniziati.
Oggi, grazie al Risveglio del pianeta e al graduale passaggio ad un altro piano di esistenza per gli esseri viventi che lo abitano, viene data dai Maestri ascesi e dalle Guide Spirituali la possibilità a sempre più persone di raggiungere le alte vette del dominio di Sé. Un tempo il Cristo aveva detto che a tutti sarebbe stata data la possibilità di diventare come Lui e di fare cose più grandi di quelle che aveva fatto lui. 
Ho descritto in altro post la vita segreta di Gesù e il suo percorso iniziatico, durante tutti gli anni di cui la chiesa stessa non parla, che vanno dai suoi dodici ai trenta [Il Gesù dimenticato].  

Quale il migliore approccio per intraprendere il "lavoro interiore"?

Sicuramente occorre avere tanta pazienza con se stessi, imparare ad amarsi, per riconoscere il vero significato delle parole del Cristo, quando diceva "Ama te stesso come il tuo prossimo"; significa concedersi tempo e non forzare i processi e le comprensioni dell'anima che accadono automaticamente, senza che noi lo vogliamo o quando vorremmo che accadessero. Naturalmente ciò può avvenire se si è disposti a fare un costante lavoro su di sé. Gaetano spesso dice che è come accudire un figlio, lavorare su di sé; anche se fa le bizze o non vuole fare i compiti, mica lo butti giù dalla finestra o lo cacci di casa... Si sta insieme ad un figlio, anche quando ci fa disperare e non per questo si smette di amarlo! Sono tanti gli insegnamenti che si ricevono quando si inizia il lavoro interiore e vale veramente la pena progredire e rafforzare la volontà anche quando ci si trova di fronte a momenti topici, perché ciò vuol dire che si toglie un altro strato di inconsapevolezza verso la consapevolezza di sé. E' di fondamentale importanza la guida spirituale che Gaetano Pedullà offre a chi decide di seguire le pratiche da lui insegnate; non per creare dipendenza, ma per aiutare la comprensione di passaggi che a volte possono 'smarrire' chi li vive in prima persona.

Gli effetti del "Lavoro interiore"

Sono sicuramente positivi; alla lunga sapremo vivere in autonomia e riconoscere i segnali che la vita nel suo quotidiano ci pone per comprendere - non più con la mente razionale, ma con l'intuito e il "sentire" del cuore - i passaggi e i nodi da sciogliere dentro di noi, perché poi gli effetti positivi si manifestino anche fuori, cioè nella vita concreta. Si impara a riconoscere che "il fuori" non è altro che la manifestazione del "dentro"; ci si sente sempre più connessi a tutto ciò che ci circonda, non si percepisce più la separazione di sé dall'altro, ci si sente parte del Tutto e, diventando sempre meno "separativi", si smette di giudicare se stessi (abbiamo imparato ad amarci, con l'arte della pazienza e della cura di noi stessi) e, come conseguenza non giudicheremo più gli altri; smetteremo di crogiolarci nel ruolo di vittime e daremo ad ogni cosa il proprio nome, saremo nella verità con noi stessi... Il rispetto verso di noi ci porterà anche ad avere prima o poi il coraggio di interrompere delle relazioni di coppia o delle amicizie se non corrispondono più alla nostra vibrazione, un certo tipo di lavoro, anche se ci offre un'eccellente remunerazione economica e sapremo esprimere con sempre più facilità il nostro sentire profondo. Scopriremo che l'importanza di essere felici e realizzati nella vita spesso non corrisponde a ciò che ci viene imposto dalle regole o dalle consuetudini sociali, familiari o religiose, ma che è il frutto della propria realizzazione personale, quando non vada a nuocere la libertà e il benessere altrui.

La mia esperienza personale

Seguo il "lavoro interiore" dal settembre del 2013 e posso testimoniare di quanto sia cambiata in meglio la mia vita, per le stesse motivazioni che vi ho elencato qui sopra. Sapete che tutto quello che scrivo su questo blog, se non si tratta di citare passi di altri autori o di commentarli, è sempre frutto della mia esperienza personale e altro non potrebbe davvero essere. 
Immagino che tutti voi lettori siate d'accordo con me, che a nulla varrebbe essere per se stessi e per gli altri un libro stampato e imparato a memoria! 
Siamo qui sul piano delle possibilità e perché l'anima possa fare esperienza per ricordare chi è e tornare, prima o poi, alla Fonte da cui proviene. "Non giudicate per non essere giudicati!", ha detto Gesù. Chi mai potrà giudicare un altro fratello di non essere "così spirituale" nella propria vita, se tutti siamo Spirito pulsante in un corpo, destinati a tornare allo Spirito Primigenio, da cui scaturì il soffio della vita? 
Mia opinione è che anche l'assassino più efferato sta compiendo il suo cammino spirituale; magari non lo sa, nel momento in cui compie il crimine, ma prima o poi la vita, attraverso il karma (non punizione, ma conseguenza della legge universale di causa-effetto),  gli darà l'opportunità di scoprire di essere Figlio della stessa Luce da cui ogni essente scaturigina. Tutti siamo spirituali, ancorché umani. Tutti torneremo alla stessa Fonte, come è vero che l'acqua di ogni fiume si dissolve nel suo mare.
Con amore.

Dinaweh     


venerdì 21 aprile 2017

CHE COS'E' MATRIX ?


CHE COS'E' MATRIX ?





The Matrix, la pellicola diretta dai Wachowsky bros., è una parabola in chiave moderna per indicarci il cammino, che non esiste, ma che, grazie alle tracce lasciateci dai saggi e antenati di tutti i tempi, possiamo, almeno sulle prime, intuire. Percepire una verità diversa da quella evidente, ma illusoria, di tutti i giorni. E' la parabola del vero iniziato, di colui che inizia se stesso grazie ad una sensazione piccola, sottile, latente, uno "stato di necessità" che solo in pochi individui si manifesta. Una rara qualità che si produce quando l'individuo, attraverso i corsi e ricorsi della sua personale storia, raggiunge il suo tempo di maturazione, il suo tempo "cairologico"*.

Se l'uomo moderno, se l'uomo o la donna "comune" si muovono secondo le linee di un tempo "cronologico" apparente, fittizio e lineare, il tempo vero, è una circonferenza (l'uroboro); Neo, l'iniziato, l'uomo che si è "accorto", "risvegliato" si direbbe, contatta il suo tempo "cairologico", cioè il tempo o momento presente diventa il suo tempo, e se non lo è ancora, lo diventerà, con la pazienza ed il lavoro personale, volto, almeno sulle prime, a sciogliere proprio quella stessa "storia personale" che lo ha condotto lì (o qui, fa lo stesso), perché il suo primo nemico è proprio "l'importanza personale", il bisogno di considerazione, che il raccontare e raccontarsi questa storia alimenta.

The Matrix, in questo senso, è una mappa, è il percorso, è il cammino, è la - quello che si direbbe - la via che qualsiasi essere umano "cosciente" decide di compiere per liberare se stesso dalla schiavitù e siccome per farlo deve attingere a quella qualità che è l'intuizione, la sua personale ispirazione, che si manifesta attraverso il buon senso, è un cammino personale. Non è qualcosa di definito, è invece e per quanto coincida nei punti essenziale con il lavoro di altri singolare, personale e tremendamente astratto. Stiamo parlando di un essere umano cosciente di essere una macchina, cosciente di essere una "macchina umana", cosciente di essere una "macchina umana" che ha la possibilità di smettere di essere "macchina" per diventare un uomo vero. Senza questa prima chiara e inevitabile, evidente presa di coscienza niente in lui può realizzarsi, tutto si fa a sua insaputa, credendo di essere sveglio, egli illude ed inganna se stesso. Ed anche questo è "utile", ...è sensatezza, ...serve per far maturare in se stesso un autentico stato di "necessità". Come il Pinocchio di Collodi, il "burattino", la "macchina" vuole diventare un "bambino vero", un "uomo vero", la macchina vuole realizzare se stessa, vuole diventare un "Essere Realizzato". Chi è un "Essere Realizzato"? E' una "macchina umana" che è diventata uomo e che ha infine incarnato il suo Essere, la sua unicità.

Di questo e di molto altro parla The Matrix. Matrix è la parabola del "cammino" che da sempre ogni iniziato ha dovuto percorrere. E' la storia del MESSIA, del messia interno, del Messia che è vivo dentro ognuno di noi. Il Messia è colui che porta la "buona novella", è colui che porta la liberazione finale del popolo dalla schiavitù, dalla schiavitù interiore. Svegliare il proprio Messia, quel principio interno, quella parte di noi unica, l'unicità incorruttibile, significa annunciare la nascita di una Luce, significa far nascere una Luce nel proprio Cuore, significa far nascere la Luce del Cristo nella stalla del nostro cuore, nella durezza del nostro cuore.

E' stato detto: - " Amatevi l'un l'altro, come io vi ho amato".

Il Cristo è un atto, è un'azione che dà la Luce, che è la "Coscienza", che è la Seconda Forza dell'universo, il puro e nobile cuore dei ribelli. La Luce ha bisogno di una lampada magica e di una sostanza particolare per prodursi, ha bisogno della lava degli inferni atomici e del fuoco degli Dèi per accendersi, ha bisogno dell'olio delle Vergini e di Aladino. Matrix è il viaggio nei mondi interiori, nei nostri mondi interni, è il viaggio nella profondità della nostra psiche. Matrix è il viaggio negli abissi psicologici come lo è l'Odissea di Ulisse, il dramma di Perseo, la Divina Commedia di Dante Alighieri. E' la storia di Horus e di un amore, quello di Iside e Osiride, di Eros e Psiche, di Shiva e Shakti, di Gesù e Maddalena. 



*Cairologico viene dal greco kairòs e indica il momento "giusto"; corrisponde più o meno al termine corrente "tempismo". Cairologico è un termine polisemico (dal greco polysemos, "dai molti significati", da polys, "molteplice" e sema, "segno") che vuol dire opportunità, occasione, giusto tempo e può anche contrassegnare un momento "critico", un "istante cruciale", che divide una situazione da un'altra, una condizione di vita da un'altra, un istante in cui o durante il quale deve essere presa una decisione essenziale, ovvero crestomantica, cioè "utile".



Rocco Bruno, "The Matrix", una parabola moderna, libro I, Milano, dicembre 2002 - gennaio 2013



Om ajñāna-timirāndhasya jñānāñjana-śalākayā



Om ajñāna-timirāndhasya jñānāñjana-śalākayā
cakṣur unmīlitam yena tasmai śrī-gurave namaḥ


Nací en la más oscura ignorancia y mi maestro espiritual me abrió los ojos con la antorcha 
del conocimiento. 
A él le ofrezco mis respetuosas reverencias.

I was born in the darkest ignorance, and my spiritual master opened my eyes with the knowledge's torch. 
I give him my respectful bow.


He kṛṣṇa karuṇā-sindho dīna-bandho jagat-pate
gopeśa gopikā-kānta rādha-kānta namo ´stu te

¡Oh mi querido Krishna! Tú eres el amigo de los afligidos y la fuente de la creación. Tú eres el amo de las gopīs y el amante de Rādhārāṇī. A Ti te ofrezco mis respetuosas reverencias.

Oh my dear Krishna! You're the grief-stricken's friend and the creation's fountain. You're the gopīs master and Rādhārāṇī lover. I give You my respectful bow.


Hare-Kṛṣṇa-hare-Kṛṣṇa
Kṛṣṇa-Kṛṣṇa-hare-hare
hare-rāma-hare-rāma
rāma-rāma-hare-hare.


Oh energía del Señor, deseo estar a Tu servicio.


Oh Lord's energy, I want to be on Your service.




Hare-Kṛṣṇa-hare-Kṛṣṇa
Kṛṣṇa-Kṛṣṇa-hare-hare
hare-rāma-hare-rāma
rāma-rāma-hare-hare.