giovedì 12 febbraio 2015

La Reincarnazione (parte seconda)


La Reincarnazione


 Mara Testasecca




(parte seconda)



La reincarnazione è una credenza secondo cui, dopo la morte, l'anima torna a vivere  in un altro corpo, dimenticando la vita passata. Si tratta, senza ombra di dubbio, di un  vastissimo argomento che è stato ed è trattato sotto vari punti di vista, ma implica anzitutto la presa di coscienza che tutto ciò che ci circonda è Vita e che l'essere umano è l'espressione formale-materiale di un'essenza individuale spirituale. Il termine è relativamente recente ed è stato introdotto dal filone spirituale-teosofico dell'Ottocento. L'antica radice risale al tempo di Origene (185-254), uno dei più grandi dottori della chiesa primitiva, universalista e sostenitore della teoria della rinascita, nei suoi scritti usava il termine METENSOMATOSI per indicarla. Tra gli Indù ritroviamo il termine SAMSARA, per indicare il cerchio o ruota delle rinascite e delle morti attraverso la trasmigrazione, mentre nel Settecento Bonnèt e Bellomche usavano il termine PALINGENESI vale a dire nuova generazione.







I fondamenti di questo insegnamento si possono ritrovare nei testi sacri e nelle tradizioni degli antichi popoli, a partire dagli Atlantidei, dai Birmani, dagli Indiani dell'India, dai Celti, dai Galli, dagli Egiziani, fino ai primi Cristiani, ai Maomettani, agli Indiani pellerossa, ai Greci, ai Romani. Sono inoltre moltissimi gli scrittori, i poeti e i filosofi di ogni epoca e nazione che hanno annoverato tra gli argomenti delle loro opere questo affascinante tema.

Oggi, negli Stati Uniti si è formata un'associazione di 300 psichiatri che sperimenta la regressione ipnotica come prova di sostegno alla reincarnazione, inoltre si sono verificati numerosi ed eclatanti casi di reminiscenza di vita anteriore e casi di bambini prodigio, dotati di facoltà eccezionali non riscontrabili nei loro genitori, per i quali i biologi non sono in grado di spiegare con l'atavismo o con la teoria delle mutazioni, l'incredibile e precoce intelligenza che manifestano.  

Ricordiamo che, anche nel passato, da umili e poco istruite famiglie sono nati geni come Kant, Cartesio, Keplero, Cicerone, Mozart, Guillome, Michelangelo, Pascal e altri...
Occorre studiare l'argomento con un atteggiamento avulso da preconcetti etico-morali legati alla nostra cultura, né tantomeno qualificare il nostro interesse come un modismo sentimentale nei riguardi di correnti orientali o orientaleggianti che spesso sorgono con scopi prettamente speculativi.
Per circoscrivere l'ampio panorama di riflessione che ci riguarda abbiamo pensato di generalizzare un insieme di prove analogiche, morali, filosofiche, storiche, dirette e sperimentali al fine di non lasciare più alcun dubbio sull'esistenza della reincarnazione allo spirito di ogni individuo che pensa e riflette.
Ermete Trimegisto ci dice: 
"Quello che è in basso è come quello che è in alto, quello che è in alto è come quello che è in basso..."
In natura tutti i fenomeni inducono al pensiero della migrazione dell'anima. Si può anche parlare di rinascita tanto per gli elementi materiali del corpo fisico, quanto per quelli di natura spirituale della nostra anima divina. La reincarnazione riguarda il ciclo evolutivo degli elementi materiali dei regni minerale, vegetale e animale.


L'involucro terrestre dell'anima, il nostro corpo mortale, è transitorio, è preso in prestito dai tre regni della natura, cioè il nostro corpo costituisce il punto di evoluzione ultima delle molecole e delle cellule materiali.
Lo scheletro umano è il risultato dell'evoluzione delle molecole del regno minerale terrestre; gli organi della vita vegetativa inconscia rappresentano l'evoluzione delle cellule del regno vegetale terrestre; il cervello e gli organi della vita cosciente, condizionano l'evoluzione del  regno animale. 
Effettivamente alla morte dell'uomo, ogni cellula del corpo materiale ritorna la suo piano d'origine, arricchita dalle prove subite e dalle sofferenze sopportate; quindi ogni cellula o elemento molecola diventa "capofila" nel suo regno e va a guidare le altre cellule arretrate verso la loro evoluzione finale. 
Non a caso nella Genesi (3,19) è scritto: 
"Tu sei polvere e nella  polvere ritornerai".
Questa polvere è la matrice sempre pronta a dare i suoi elementi per formare nuovi corpi materiali destinati a servire da strumenti alle anime che aspirano a reincarnarsi.
Anche i flussi e i riflussi continui delle onde vitali e cosmiche sono relazionabili al ciclo della reincarnazione con le sue fasi di nascita alla vita (attività), di morte (riposo), e di  rinascita (ripresa di attività). Le foglie degli alberi nascono e cadono con l'ascesa e la discesa della linfa. 
L'anima della pianta, cioè il centro della coscienza che funziona in essa, cessa di agire sul piano oggettivo, durante  l'inverno per rinascere con la nuova germinazione, solo a primavera. 
Riflettiamo solo un attimo su alcune metamorfosi del regno animale, il cui centro dinamico di coscienza passa in involucri completamente diversi: germe, larva, crisalide, farfalla. 
Consideriamo l'analogia tra una giornata della nostra vita terrestre e una reincarnazione. Un giorno è incompleto: le cause che un giorno vede nascere e che non producono tutti i loro effetti prima della sua fine possono benissimo produrli il giorno seguente. Ugualmente portiamo a termine ciò che abbiamo iniziato il giorno prima o i giorni precedenti. Inoltre i giorni sono separati dal sonno dove lo stato di coscienza è tutt'altro che durante la giornata : la vita corporea diminuisce, lo spirito entra in una sfera di cui al risveglio non abbiamo che pochi ricordi o nessuno. Il sonno rinfresca lo spirito che anima il corpo, gli dà nuove forze affinché riprenda il suo compito. La morte rappresenta quindi un  sonno più profondo, un passaggio.

Oltre alle argomentazioni analogiche vogliamo continuare con gli spunti etico-morali che hanno fondamento, in quanto spiegano le ineguaglianze sociali e la peculiarità in ciascun individuo dalle doti fisiche, psichiche, artistiche e morali. Se per l'anima fosse possibile una sola  incarnazione, sarebbe una tremenda ingiustizia per le anime che partono da condizioni iniziali così diverse : beni materiali e abbondanza di tutto da una parte , indigenza e totale miseria dall'altra.
Che Dio giusto sarebbe a permettere una unica possibilità per un essere gravemente 
menomato? 
Come possiamo giustificare esistenze brevissime in condizioni ai limiti della concezione umana? Si manifesterebbero solo per far realizzare gli altri, cioè coloro che entrano in relazione con loro? Anche solo per logica, la reincarnazione rende conto di tutte le disuguaglianze fisiche e sociali.
Noi ci basiamo e vogliamo trasmettere che la saggezza infinita della divina giustizia ha stabilito la legge della reincarnazione così equa, così consolante e in pieno rispetto del nostro libero arbitrio, lasciandoci la scelta e la possibilità di fare la nostra evoluzione spirituale più o meno  in fretta nel corso di incarnazioni più o meno numerose  e ravvicinate. La reincarnazione è in grado di spiegare il concetto che l'anima, nel corso delle sue  molteplici incarnazioni raccoglie i frutti dei suoi atti anteriori e apprende per gradi la lezione terrestre, ossia la relatività, la transitorietà e l'illusione di tutti i piaceri materiali e sensuali. 
E' necessario che l'individuo prenda coscienza della propria essenza spirituale al fine di liberarsi dagli orrori commessi violando le leggi divine fisiche, psichiche e spirituali.
Non è possibile separare la reincarnazione dalla dottrina del Karma, Karma (in linguaggio Pali), Karman in Sanscrito. 
"La reincarnazione è la scuola elementare della coscienza cosmica, dipende dalla legge di Causa-effetto come legge di purificazione e riequilibrio e scaturisce dalla legge di Amore; un amore che concede finché sarà necessario un'altra e diversa possibilità per risolvere i problemi di fondo..."
Spiega Giorgio Bongiovanni, lo stigmatizzato italiano: 
"è come un Padre che attende con pazienza tendendo la mano in mille modi"... 
E' anche vero che Dio, così com'è purissimo amore è anche sublime giustizia. Prima di rinascere lo spirito si programma le esperienze che dovrà vivere nella vita poi le interpreta, le vive...
Per il libero arbitrio si ha la possibilità di amplificare o parzialmente modificare il programma che comunque in una vita successiva, deve essere compiuto. Quindi il libero arbitrio non può cambiare completamente il programma, la sua scelta viene fatta nel mondo spirituale, a quel livello il libero arbitrio è più ampio e la scelta di vivere un'esperienza positiva o negativa viene fatta in base alla  volontà di vivere una lenta o rapida evoluzione. 
Diventa naturale chiedersi: "Da che cosa dipende questa volontà?"

Il fatto è che anche nel mondo spirituale ci sono diversi gradi di evoluzione con diversi gradi di coscienza e di incoscienza. La cura o la chiave per polarizzare questi gradi su frequenze spirituali e divine è l'amore. 
Gesù Cristo ci ha insegnato che con l'amore si può cambiare il Karma personale e quello collettivo. Già l'individuo rendendosi conto di essere il solo responsabile della sua sorte può solo migliorare e progredire spiritualmente estendendo questo bene al prossimo così come ce lo trasmettono e ci danno l'esempio gli spiriti speciali, illuminati che si incarnano per specifiche missioni. Qual è l'esempio più recente lasciato da Madre Teresa di Calcutta?
I grandi spiriti non si incarnano mai separatamente, ma sempre in gruppi legati da affinità spirituali.
Per concludere crediamo che la serie di argomentazioni esposte sulla pluralità delle esistenze sia utile per comprendere che è esistita ed esiste nel presente presso tante popolazioni.
Attualmente essa è tanto più viva dove gli individui e i popoli sono rimasti a  contatto con la natura e dove la facoltà intuitiva non è offuscata dalle teorie e dagli insegnamenti puramente materialisti e dogmatici.
Ci si potrebbe chiedere se la METEMPSICOSI sia unicamente una reincarnazione  primitiva o se, al contrario, molti uomini perversi non debbano tornare in un corpo animale per coltivare qualità che non hanno. Comunque tutti i, per così dire, "reincarnazionisti" sono concordi nel riconoscere che lo scopo finale delle trasmigrazioni successive dell'anima è la PURIFICAZIONE SPIRITUALE; cioè sia in senso progressivo che regressivo il fine rimane lo stesso: la purificazione ultima nel rispetto e nell'amore di tutto ciò che ha vita.




CITAZIONI:
Esemplare è stata la vita e l'opera di Giordano Bruno (1550- 1600). Nel libro "la causa, il principio e l'uno", elenca magistralmente una serie di analogie tra il micro e il macrocosmo, in natura, negli esseri viventi, tra il visibile e l'invisibile, fino alla pluralità dei mondi. Leggiamo:

"... Tutto è trasformato, niente è distrutto, l'anima non perisce con la morte, cambia la sua prima abitazione con una nuova... vi è una circolazione ascendente e discendente delle monadi o principi delle anime"...

Le sue idee non piacquero a Roma; perseguitato dall'inquisizione errò per dieci anni attraverso l'Europa. Catturato e condannato una volta di fronte ai giudici non ritrattò per salvare la sua vita. Disse loro: 
"avete più paura voi a pronunciare la mia sentenza che io ad ascoltarla".
Morì sul rogo.



Prendiamo in considerazione i tempi di Gesù. Quando Gesù interrogò i suoi discepoli dicendo: 

"Chi è il figlio dell'uomo secondo quello che dice la gente?" Essi gli risposero: "Alcuni dicono Giovanni Battista, altri Elia, altri ancora Geremia, o alcuni profeti. Troviamo la stessa scena, con le stesse risposte in Matteo 16,13-14; in Marco 8, 27-28 e in Luca 9, 18-19.
In un passo di Matteo (17,10-15) i discepoli interrogano Gesù su ciò che riguarda la credenza degli scribi sulla necessità della venuta di Elia. Il Maestro risponde: 
"È vero che Elia deve venire a ristabilire tutte le cose. Ma io vi dico Elia è già venuto e gli uomini non lo hanno riconosciuto" Allora i discepoli capirono che parlava loro di Giovanni Battista. Un altro episodio che si spiega con la nozione delle vite successive è quello del cieco nato cieco riferito da Giovanni (9,1-2): "Gesù passando vide un cieco dalla nascita. I suoi discepoli gli chiesero "Maestro chi ha peccato, quest'uomo o i suoi genitori ?" La risposta fu "Affinché le opere di Dio siano manifeste in lui."

Se la domanda non avesse avuto fondamento il Cristo non si  sarebbe astenuto dal rispondere ai suoi discepoli, la loro mancanza di comprensione o l'inutilità del gesto. Per logica dobbiamo ammettere che non poteva essere il feto ad aver peccato nel ventre di sua madre; comunque l'idea più conforme alla tradizione ebrea è che l'uomo sarebbe nato cieco in punizione dei peccati commessi dai suoi genitori, ma per l'insegnamento degli Esseni tramandato da Gesù, in virtù della preesistenza delle anime, il cieco avrebbe peccato prima di nascere. Dello stesso avviso è il teologo Stolberg e lo esprime nella sua "Storia di nostro Signore Gesù Cristo e del suo secolo" (libro III capitolo XLIII) : 
"Questa domanda era evidentemente fondata sull'idea che i discepoli di Gesù si facevano che quest'uomo, il cui castigo risaliva alla sua nascita aveva peccato in una vita precedente"... 
Altrettanto pregnante risulta la risposta di Gesù al fariseo Nicodemo che si era stupito dell'affermazione del Maestro: 
"In verità, in verità ti dico, nessuno può entrare nel regno di Dio, ammesso che non nasca di nuovo".
Nicodemo non avendo capito come un uomo della sua età potesse nascere nuovamente, domanda: 
"Si può nascere più volte quando si è vecchi? Si può rientrare nel seno della propria madre e nascere una seconda volta? E il maestro gli rimproverò la sua ignoranza dicendogli " Tu sei dottore in Israele e ignori queste cose?".
Il Fatto che non abbiamo traccia di memoria dei valori che ci siamo proposti per l'attuale esistenza non ci deve permettere di ignorare la "facoltà intuitiva" per mezzo della quale l'uomo può prendere contatto con i ricordi delle vite anteriori. Rudolf Steiner ha fondato tutta la sua vita su questi concetti. Da segretario generale del ramo teosofico tedesco, ha cambiato parte di questo insegnamento costruendo centri di informazione spirituale di carattere pedagogico basandosi sulle sue personali doti di veggenza che sviluppò con il tempo acquisendo la conoscenza dei vari corpi denominati così 1) corpo fisico, 2) corpo vitale eterico, 3) corpo astrale animico o psichico, 4) l'io, 5) l'io spirituale, 6) Lo spirito di vita, 7) L'Uomo spirito.
Insegna il dottor Steiner :
"Dopo una pausa nell'aldilà, si organizza attorno all'io un nuovo corpo astrale, capace di  abitare un  corpo eterico e un corpo fisico quali l'uomo li possiede tra la nascita e la morte. L'uomo può passare ancora una volta per la porta delle nascite e ricominciare un'esperienza arricchita dalle precedenti. In uno stadio intermedio della formazione dei primi due corpi il corpo astrale perde la comunicazione che viene dall'interno. Per avere coscienza piena durante le incorporazioni successive è necessario un io che abbia fatto fruttificare le due alte essenze latenti nel corpo fisico eterico, cioè lo spirito di vita e l'uomo spirito…". L'immagine del dolore causato ad altri genera una forza che incita l'io reincarnato a riparare questo torto del passato. L'anima compie non solo una evoluzione individuale, ma anche una evoluzione cosmica, la nostra terra è in qualche modo la reincarnazione di un pianeta che risale ai tempi più lontani."
"Ciò che la venuta del Cristo ha dato all'umanità è una semenza che maturerà progressivamente. Fino al momento presente, l'esistenza fisica non ha assimilato che una parte infinitesimale di questa nuova saggezza. È appena l'aurora dell'evoluzione Cristica.
Per sviluppare la capacità intuitiva Steiner praticava e trasmetteva la seguente regolare disciplina:
Dominio dei pensieri - Potere delle volizioni -  Eguaglianza dinanzi al potere e al dolore - Positività nei giudizi - Assenza di prevenzione nella concezione dell'esistenza.

In questa ottica vanno particolarmente curati i bambini piccoli, soprattutto nel primo settenario, va prestata molta attenzione ai loro ricordi in quanto si possono trarre preziose indicazioni sulla condotta da tenere perché dai loro atteggiamenti si rivela il temperamento innato portato con sé dalla reincarnazione precedente.
Da "L'uomo di desiderio",  scritto da Louis Claude de S. Martin:

"... Vi è un tempo per il dolore. Ma una volta che il fuoco dello spirito si accende, bisogna solo pensare a non lasciare che si spenga [...] Il principio della vita temporale è dolce come l'infanzia di un uomo. Il principio della vita spirituale è dolce come la verità". Ma per conoscenza è sentire la dolcezza della vita divina."







BIBLIOGRAFIA



Edouard Bertholet, La Reincarnazione nel mondo antico e moderno, (vol.1-2) Edizioni Mediterranee. Roma;


Giordano BrunoLa causa, il principio e l'uno;

Lynn Elwell SparrowReincarnazione, un'indagine nel passato per costruire il futuro, Edizioni Mediterranee, Roma;

Brian WeissMolte vite, un solo amore, Arnoldo Mondadori Editore

Rudolf Steiner, Opere



mercoledì 11 febbraio 2015

La Reincarnazione (parte prima)


 La Reincarnazione

(parte prima)


Affrontiamo il tema della Reincarnazione, suddividendo la nostra trattazione
in due parti; la prima, questa, si soffermerà in particolar modo sui primi secoli dell'era cristiana, che diedero il via al processo di obnutilamento (oblio) di questa convinzione, a partire dai concilii che la vollero estromettere dal Credo ufficiale della Chiesa.
Nella seconda parte ci serviremo del saggio di Mara Testasecca, con affondi più filosofici e teologici, che comprovano la credenza e la fondatezza della reincarnazione nei secoli antecedenti l'era cristiana, fino ad arrivare all'era moderna e contemporanea. A tal proposito l'autrice citerà illustri autori che nel corso dei secoli hanno continuato a sostenerne la validità, comprovata fondamentalmente dall'interpretazione esoterica delle parole di Gesù.

Che cosa si intende dunque per "Reincarnazione" e perché parlarne suscita ancora oggi in molti un certo imbarazzo se non un'avversione aperta, visto e considerato che per la maggioranza delle persone questa 'credenza' non viene supportata dalla tradizione religiosa cristiana, cui bene o male tutti si riferiscono, credenti e non credenti?

La radice della questione sta proprio nella posizione che la Chiesa prese a partire dal IV secolo d. C., quando decise di stigmatizzare tale convincimento come un'eresia da cui dover a forza allontanare i propri fedeli, nonostante durante i primi secoli del cristianesimo nessuno avesse mai messo in discussione la trasmigrazione delle anime da un corpo ad un altro e quindi di vita in vita, come un processo scontato e naturale per l'evoluzione dell'anima stessa, nel suo lento cammino di ritorno alla Fonte, cioè a Dio, una volta che avesse passato tutte le esperienze terrene e fosse pronta per ricongiungersi, totalmente purificata, all'autore stesso della vita. Come sarebbe possibile infatti credere che soltanto in una vita l'uomo possa compiere un cammino di purificazione tale da poter essere degno della beatitudine eterna? In caso contrario le fiamme dell'inferno sarebbero lì ad attenderlo per un supplizio altrettanto eterno, senza condizioni?  Ad evitare l'eterna caduta  la Chiesa si è inventata il Purgatorio, un luogo di attesa e di pena direttamente proporzionale ai peccati commessi in vita, contro gli altri e contro se stessi... 

Proviamo così finalmente a darci ragione dei fatti realmente accaduti nel corso della storia a causa di quegli uomini che hanno manipolato per millenni le coscienze di milioni e milioni di esseri umani, deprivandoli del loro potere personale, del primato della loro coscienza, della loro intuizione divina, attraverso intimidazioni, minacce, torture e condanne a morte, appiccando roghi in tutte le piazze d'Europa, dando la caccia alle streghe e ai cosiddetti 'eretici', ogniqualvolta qualche anima evoluta mettesse in discussione ciò che doveva essere assunto per forza come dogma. E questo, non certo per fedeltà alla verità, quanto per salvaguardia del potere sulle anime e sui corpi, per mantenere saldo lo scettro temporale della Chiesa e dei suoi intermediari, i quali dovevano essere investiti e ritenuti dal popolo come unici e attendibili mediatori tra Dio e gli uomini...

Qui di seguito cercheremo di ripercorrere i passi salienti che portarono la Chiesa di Roma ad affinare i suoi metodi coercitivi anche attraverso la ridicolizzazione e la messa al bando del concetto di Reincarnazione, cui Gesù stesso più di una volta aveva fatto riferimento, durante i suoi insegnamenti spirituali agli apostoli e ai suoi discepoli. 
Non dimentichiamo che dietro quelle che giudichiamo verità incontestabili, spesso si nascondono bugie millenarie, create ad arte per fini che con la verità e il buonsenso non hanno nulla a che vedere. Tuttavia capita di rado che ci si interroghi con profondità su quelle che ancora oggi molti considerano verità assolute, senza prevedere che la forza dell'abitudine mantiene spesso le coscienze in uno stato endemico di superficialità e ignoranza.   

Non dimentichiamo infine che la legge universale cosmica attraverso la reincarnazione delle anime dona a tutti gli esseri immortali, quali noi siamo, la possibilità di uscire dal giudizio e dal senso di colpa. In tutte le epoche storiche in cui siamo scesi abbiamo avuto la possibilità di vestire diversi abiti e di recitare sulla scena del mondo i più svariati ruoli: siamo stati vittime e carnefici, re e regine, mendicanti e ricchi mercanti, principi e uomini e donne del volgo, uomini e donne al servizio di Dio e del prossimo, Inquisitori e inquisiti, streghe e maghi, eretici e uomini di scienza, artisti  e poeti, condottieri e schiavi...
Questa consapevolezza provoca dunque un benefico effetto catartico, esimendo tutti noi dal giudicare gli altri, poiché alla fine siamo stati tutto e i conti devono tornare a zero! Questa rinnovata coscienza ci rende tutti fratelli e figli dello stesso Padre e ci affranca dalle ombre contro le quali abbiamo combattuto, di cui a volte siamo stati complici e servitori, ponendoci tutti sullo stesso piano. Dipende quindi dalle scelte e dalle azioni che ognuno di noi compie durante il soggiorno terreno a liberare definitivamente l'anima dalla ruota del Samsara o obbligarci a tornare, per 'aggiustare il tiro', per rimediare a quello che ancora è rimasto in sospeso tra la personalità umana di cui ci siamo rivestiti e l'anima, che sempre tende, attraverso le esperienze, a tornare alla casa del Padre, o alla Fonte originaria, come vi piace di più...  
Vi lascio quindi ad una narrazione spero il più possibile esaustiva sul concetto della reincarnazione, sul suo profondo significato e sul perché, ad un certo punto della storia cristiana occidentale, esso è venuto meno alla consapevolezza dei viventi.

Dinaweh



LA REINCARNAZIONE ERA ACCETTATA 
DAL CRISTIANESIMO ORIGINALE

Il concetto della reincarnazione è stato più volte mal interpretato al punto da essere stato dichiarato eresia dal potere della Chiesa, per ragioni politiche, dopo che il Cristianesimo fu dichiarato religione ufficiale dell'Impero Romano. Tale asserzione fu presa nonostante il concetto della Reincarnazione fosse trasmesso chiaramente nella Bibbia e professato dagli stessi “Padri della Chiesa”.   
Grazie alla ricerca storica e alla recente scoperta di documenti che rivelano nuove prospettive sulle origini del Cristianesimo, oggi sappiamo come, quando e perché è scaturito questo apparente disaccordo tra la Teologia Cristiana ufficiale e la dottrina della reincarnazione. Se la reincarnazione era una convinzione che circolava tra i primi cristiani, perché è sparita dalla religione ufficiale della Chiesa?   
Chi proscrisse il concetto di reincarnazione dal Cristianesimo fu un imperatore romano! Le motivazioni che lo spinsero a procedere in tal senso erano di carattere prettamente politico. Agli inizi del IV secolo dopo Cristo le più potenti fazioni cristiane erano in lotta tra di loro sull’interpretazione teologica della natura di Cristo e su altre questioni di natura teologica, implicazioni che non si discostavano da motivazioni di ordine politico e di  potere, considerato il fatto che il nuovo culto oltre ad aver conquistato le classi povere, aveva ormai acquisito dalla sua anche le nobili famiglie patrizie di Roma; tutto questo avveniva in un momento molto delicato per la compattezza dell’impero stesso che, sotto la pressione dei ‘Barbari’ e delle loro continue rivendicazioni, rischiava di sgretolarsi.

Nell'anno 325 d.C., con il proposito di consolidare l'unità dell'impero, l’Imperatore Costantino convocò i leader delle fazioni cristiane in lotta al Concilio di Nicea. Egli offrì loro ampie garanzie a beneficio dei cristiani se essi avessero risolto le loro divergenze ed avessero adottato un unico credo. Le decisioni che ne seguirono gettarono le basi per la fondazione della Chiesa cattolico-romana. Successivamente a questo concilio  i libri della Bibbia sarebbero stati pubblicati e ‘revisionati’.  Per promuovere l'unità religiosa e quindi politica dell’Impero, tutte le credenze in contraddizione con il nuovo credo sarebbero state scartate.  Fu durante questo  processo di revisione e di omologazione che venne sancito di rifiutare le fazioni e gli scritti che sostenevano la tesi della reincarnazione.   
In realtà alcuni tra i cristiani continuarono a professare ancora come verità la Reincarnazione dopo il Concilio di Nicea, e questo lo si evince dal fatto che nell'anno 553 d.C. la Chiesa si trovò ad affrontare di nuovo la vexata questio, per condannarla definitivamente.  Nel secondo Concilio di Costantinopoli il concetto della reincarnazione, insieme ad altre idee sulla "preesistenza dell'anima”, fu decretato crimine suscettibile di scomunica e dannazione eterna (anatema).   

Già nell'anno 543 d. C., l'Imperatore Giustiniano, considerato dagli storici l'ultimo imperatore romano, convocò un sinodo a Costantinopoli, con l'unico proposito di condannare gli insegnamenti di Origene  sulla dottrina della reincarnazione, benché fosse solo un pretesto: ancora una volta fu una questione di ordine politico, per cui significava deliberare sui "Tre Capitoli" delle chiese dissidenti, considerate da Giustiniano ribelli ed eretiche, poiché non dipendevano direttamente dal potere di Roma. Origene, va considerato, era allora il più rispettato ed amato Padre della Chiesa cristiana delle origini.  


Il Mandato Imperiale contro il Papa 

Il concilio, noto anche come il Secondo Concilio Ecumenico, fu presieduto da Eutiquio, aspirante al patriarcato di Costantinopoli, ovviamente assoggettato a Giustiniano, e contò sulla presenza di 165 vescovi.   
Ma il Papa Virgilio, la cui presenza era stata richiesta dall'Imperatore, si oppose fortemente al concilio e si rifugiò in una chiesa a Costantinopoli, timoroso dell'ira vendicativa dell’Imperatore. Il Papa non fu presente a nessuna delle deliberazioni, né inviò alcun rappresentante e pertanto non accettò mai che la dottrina della reincarnazione fosse prescritta dal credo cristiano.   

Il concilio, sotto il totale controllo dell'Imperatore e con l'assenza del Papa, elaborò una serie di anatemi. Alcuni storici dicono che gli anatemi furono 14 mentre altri che furono 15, elaborati intenzionalmente contro le tre scuole di pensiero qualificate come eretiche i cui credi Giustiniano considerava nemici dei suoi interessi politici e che trovavano in Origene il loro teologo più autorevole. Detti documenti divennero noti da allora come "I Tre Capitoli". Due degli anatemi elaborati da Giustiniano sono i seguenti: 
1 Contro chiunque dichiari o pensi che l’anima umana preesisteva, ossia che sono stati prima spiriti e sacre potestà ma che, sazi della visione di Dio, si sono volti al male, e in questo modo il divino amore è morto in loro e sono pertanto divenuti anime e condannati al castigo dentro corpi, anatema sia.

2. Contro chiunque dichiari o pensi che l’anima del Signore preesisteva ed era unita con Dio il Verbo prima della Incarnazione e della Concezione della Vergine, anatema sia. 

Molti dei Padri della Chiesa Cristiana accettavano l'insegnamento del cosiddetto Cristianesimo Esoterico che difendeva la verità sulla reincarnazione.   

"Non ho messo per iscritto tutto ciò che penso poiché c'è un cristianesimo esoterico che non è per tutta la gente." San Clemente di Alessandria (150-220).   

"L'Anima vive più di una volta in corpi umani, ma non può ricordare le sue esperienze anteriori." Dialogo con Trifo, Giustino Martire (100-165).  

Considerato il Padre della Scienza della Chiesa, Origene (185-254) sosteneva:   

"La preesistenza dell'anima è immateriale, pertanto non ha principio né fine. Le predizioni dei vangeli non possono essere state scritte per essere interpretate letteralmente. C’è un processo costante verso la perfezione. Tutti gli spiriti sono stati creati senza colpa e tutti devono ritornare, alla fine, alla perfezione originale. L’educazione delle anime continua nei mondi successivi. L’anima frequentemente si incarna e esperimenta la morte. I corpi sono come bicchieri per l’Anima, la quale gradualmente, vita dopo vita deve mano a mano riempirli. Prima il bicchiere di fango, poi il bicchiere di legno, dopo di vetro e per ultimo d’argento ed oro”.

È durante questo evento, presieduto da un monarca e non da un religioso, che il cristianesimo condanna l'idea della reincarnazione. Ma il potere di Giustiniano fu più che sufficiente per far sì che la sua decisione personale di proscrivere la reincarnazione dal canone cristiano prevalesse al di sopra del credo dello stesso Papa. I successori di Virgilio, incluso Gregorio il Grande (590-604), benché si trovassero ad affrontare successivamente altri argomenti sorti a partire dal Quinto Concilio, non menzionarono assolutamente niente sui concetti di Origene relativi alla dottrina della reincarnazione.   



Il gioco dell'imperatore

Giustiniano forzò l'accettazione della sua decisione personale di fronte a quella che aveva tutta l’apparenza di una mera assemblea di vescovi, che non fu mai realmente un concilio, poiché non contò né sulla presenza, né sull'approvazione del Papa.   
Dopo tutto, quale vescovo avrebbe potuto opporsi a lui e rifiutarsi di seguire i suoi ordini?   
È da allora che la nozione della reincarnazione sparì dal pensiero cristiano in Europa e molti credono ancora oggi che la non accettazione della reincarnazione sia un vero dogma ispirato.   
Tutto per decisione di... un imperatore romano.   
È un fatto certo che alcune sette cristiane e scrittori accettavano la reincarnazione come un'estensione degli insegnamenti di Cristo. Origene di Alessandria, uno degli acclamati Padri della Chiesa e descritto da San Gregorio come "il Principe dell'insegnamento Cristiano nel terzo secolo", scrisse: "Ogni anima viene a questo mondo fortificata dalle vittorie e debilitata dalle sconfitte delle sue vite precedenti."   
Perché la Chiesa si sforza tanto a screditare la reincarnazione? L'impatto psicologico della reincarnazione può essere la migliore spiegazione. Una persona che crede nella reincarnazione assume la responsabilità della propria evoluzione spirituale attraverso la rinascita. Lui o lei non hanno bisogno di sacerdoti, confessionali o riti per evitare la maledizione, idee queste che certamente non fanno parte degli insegnamenti di Gesù. La persona deve solamente essere responsabile delle proprie azioni verso se stesso e gli altri. Credere nella reincarnazione elimina la paura dell'inferno eterno che la Chiesa usa per disciplinare il suo gregge. In altre parole, la reincarnazione corrode direttamente l'autorità ed il potere della dogmatica Chiesa. Non è strano allora che questo concetto innervosisca così tanto i Difensori della Fede. Mediante quell’atto stravagante la Chiesa difendeva la dottrina del cielo e dell'inferno e le pene eterne perché accentrava più potere nelle sue mani. E in questo modo la reincarnazione fu proscritta commettendo uno dei più gravi equivoci del cristianesimo.   
Nella Bibbia esistono sufficienti riferimenti al fenomeno della reincarnazione che permettono di argomentare che l'antico popolo di Israele conosceva il concetto e che questo era parte essenziale del credo di alcune sette, principalmente per gli Esseni ed altre che praticavano la Cabala, Kabbalah.   
Per i cristiani in particolare i passaggi più significativi sulla reincarnazione possono essere trovati nelle parole di Gesù stesso nei Vangeli. 

Ecco alcuni esempi.
Nel passaggio della trasfigurazione Gesù dice ai suoi discepoli:   

“Elia è gia venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, l'hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava di Giovanni il Battista.
Matteo 17:10-13, Marco 9:11-13, Luca 9: 33   

(Lasciando sottintendere che Giovanni il Battista era la reincarnazione del profeta Elia).


Gesù parla ai suoi discepoli di Giovanni il Battista:   
E se lo volete accettare, egli è quell'Elia che deve venire. Chi ha orecchi intenda.

 Matteo 11:14-15   

Dichiarando esplicitamente che Giovanni il Battista è la reincarnazione del profeta Elia.


Passando Gesù vide un uomo che era cieco dalla nascita. Ed i suoi discepoli gli domandarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio.

Giovanni 9:1-3   

(Intendendo che l'uomo aveva vissuto prima di nascere cieco nella presente esistenza).   

Allora Gesù gli disse: «Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada

Matteo 26,52    

La Chiesa ha preferito infondere in noi la paura dell'inferno e la condanna eterna, piuttosto che elargirci la conoscenza, indispensabile per poter scegliere ed essere indipendenti dall'ubbidienza cieca o dalle promesse di entrare in Paradiso.   Si dice che la Bibbia non insegni la Reincarnazione perché in essa non si trova scritto questo insegnamento e pertanto non esiste questa possibilità. Gesù Cristo ha lasciato il suo insegnamento stratificato per il circolo interno e per il circolo esterno (concetto di esoterismo ed essoterismo), per il pubblico e per il privato, come chiaramente lo sottolineano questi versetti biblici:   

Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.

Matteo 7:6.   

Egli rispose: «Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Così a chi ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. Per questo parlo loro in parabole: perché pur vedendo non vedono e pur udendo non odono e non comprendono. 
Matteo 13:11,13.  

Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole, 35 perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta:

Matteo 13:34,35.   

«A voi è stato confidato il mistero del regno di Dio; a quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole”,
Marco 4:11.   

"Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere. Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa.
Marco  4:33,34.   

«A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole, perché vedendo non vedano e udendo non intendano."   
Luca 8:10 

Nonostante il decreto del 553, la fede nella reincarnazione persistette tra i credenti. Furono necessari altri mille anni e molto spargimento di sangue per cancellarne completamente l'idea. Agli inizi del secolo XIII, i Catari, una devota ed illuminata setta di cristiani che credevano nella reincarnazione, fiorirono in Italia e nel sud della Francia. Il Papa lanciò una crociata per fermare una simile eresia, mezzo milione di persone furono massacrate. I Catari furono completamente spazzati dalla carta geografica. Questa epurazione segnò il passo per la successiva brutale Inquisizione che sarebbe incominciata presto. Non solo credere nella reincarnazione era causa di persecuzione, ma anche qualunque idea metafisica che cadesse fuori dal dogma della Chiesa.   

Oggi a causa della naturale evoluzione umana e del risveglio spirituale attuale (il risveglio non è uguale per tutti dato che ci sono anime con più e con meno esperienze) la maggioranza accetterebbe la reincarnazione ed altre verità per ispirazione e non per dogma.  




Come filmografia andate a vedere questo bellissimo film sul tema. Qui sotto potete trovare il link e guardarlo online, senza bisogno di scaricarlo.

Dinaweh 















venerdì 6 febbraio 2015

La 'seconda nascita': il risveglio dell'intuizione dell'anima di Paramahansa Yogananda (parte seconda)




La 'seconda nascita':

il risveglio dell'intuizione dell'anima

di Paramahansa Yogananda






"Chi non nascerà per mezzo dell'acqua e dello Spirito, non potrà entrare nel regno di Dio"
Dover 'nascere per mezzo dell'acqua' è comunemente interpretato come un'ingiunzione a sottoporsi al rituale esteriore del battesimo con acqua - una rinascita simbolica - per poter aspirare al regno di Dio dopo la morte. Ma Gesù non fa menzione di una seconda nascita in cui l'acqua svolga qualche ruolo. Con 'acqua' egli si riferisce qui al protoplasma; il corpo è composto prevalentemente di acqua e la sua esistenza terrena ha inizio nel liquido amniotico del grembo materno. Sebbene l'anima debba sottoporsi al processo naturale della nascita stabilito da Dio mediante le sue leggi biologiche, la nascita fisica non basta a rendere l'uomo capace di vedere il regno di Dio e di avervi accesso. Il comune mortale ha la coscienza legata alla carne. e con i suoi due occhi fisici può solo esplorare il minuscolo teatro di questa terra e il cielo stellato che lo circonda. Attraverso le piccole finestre esteriori dei cinque sensi, le anime prigioniere del corpo non sono in grado di percepire nessuna delle meraviglie celate oltre i confini della materia. Dall'alto di un aeroplano, una persona non vede alcuna frontiera, ma solo la vastità dello spazio e dei cieli sconfinati. Se però viene rinchiusa in una stanza, una volta prigioniera tra quattro mura senza finestre, non potrà più percepire quell'infinità. 
Allo stesso modo, quando l'anima lascia l'infinità dello Spirito per calarsi in un corpo mortale limitato dai sensi, le esperienze esteriori dell'uomo sono confinate alla materia. Perciò Gesù si riferiva al fatto che, come affermano gli scienziati moderni, noi possiamo vedere e conoscere solo ciò che i limitati strumenti dei sensi e della ragione ci permettono di vedere e conoscere. Proprio come un telescopio di cinquanta millimetri non permette di vedere distintamente le stelle più lontane, così, diceva Gesù, l'uomo non può vedere o conoscere nulla del regno celeste di Dio con le facoltà della mente e dei sensi, se queste non vengono potenziate in qualche modo. Tuttavia, un telescopio di cinquemila millimetri ci permette di scrutare le più remote vastità dello spazio popolato di stelle; e allo stesso modo, sviluppando il senso dell'intuizione grazie alla meditazione, possiamo vedere il regno causale e astrale di Dio e avere accesso a questi regni, da cui nasce ogni pensiero, ogni stella e ogni anima.
Gesù afferma che, una volta avvenuta l'incarnazione dell'anima (la nascita dall'acqua o dal protoplasma), l'uomo deve trascendere le costrizioni mortali del corpo con la propria evoluzione. Ridestando il 'sesto senso', ovvero l'intuizione, e aprendo l'occhio spirituale, la sua coscienza illuminata potrà entrare nel regno di Dio. In questa rinascita, il corpo resta immutato; ma la coscienza dell'anima, anziché essere avvinta al piano materiale, è libera di librarsi nell'infinito regno dello Spirito e nella sua gioia eterna. 
Secondo il disegno di Dio, i suoi figli umani dovrebbero vivere sulla Terra destandosi alla percezione dello Spirito che pervade di Sé tutto il creato e dovrebbero quindi dilettarsi alla vista del suo dramma di sogno, poiché questo è il suo spettacolo cosmico. Unico tra le creature viventi, il corpo umano, essendo una creazione speciale di Dio, è stato dotato degli strumenti e delle capacità necessari a manifestare pienamente le divine potenzialità dell'anima. Ma a causa dell'illusione di Satana, l'uomo ignora queste sue facoltà superiori e resta legato alla limitata forma fisica e ai suoi attributi mortali.
Lo Spirito dispiega gradualmente le proprie facoltà conoscitive negli stadi evolutivi raggiunti via via dalle anime individuali: nei minerali, si manifesta sotto forma di reazioni inconsapevoli; nel mondo vegetale, come sensazioni; negli animali, come conoscenza istintiva e percettiva; nell'uomo, come intelletto, ragione e intuizione introspettiva ancora potenziale; e, infine, nell'uomo superiore, come intuizione pura. Si dice che dopo otto milioni di vite trascorse risalendo vari stadi evolutivi, come un figliol prodigo che passa per i cicli delle incarnazioni, l'anima giunge infine a un'incarnazione umana.
[...]
L'uomo spirituale cerca di liberarsi dal materialismo, che causa i suoi continui vagabondaggi nel labirinto delle incarnazioni, ma il comune mortale non aspira ad altro che al miglioramento della propria esistenza terrena. Come l'istinto confina l'animale entro limiti prestabiliti, così anche la ragione rappresenta un limite per la persona che non cerca dei sviluppare l'intuizione e di diventare così un essere umano superiore. Chi tiene in grande stima soltanto la ragione e ignora di avere a disposizione il potere dell'intuizione (grazie alla quale soltanto può conoscere se stesso in quanto anima) non è di molto superiore a un animale razionale, e in quanto tale non riesce ad appropriarsi dell'eredità spirituale che gli spetterebbe come diritto di nascita.

Il corpo, essendo nato dalla carne, ha i limiti della carne, mentre l'anima, che è nata dallo Spirito, possiede facoltà potenzialmente illimitate. Con la meditazione, la coscienza dell'uomo abbandona il corpo per rivolgersi all'anima, e grazie alle capacità intuitive di quest'ultima l'uomo conosce se stesso non come corpo mortale (oggetto della natura fenomenica), ma come coscienza immortale immanente, tutt'uno con il noumeno, l'Essenza divina.

L'uomo resta fermamente convinto di essere essenzialmente un corpo, anche se ogni giorno ha prova del contrario. Ogni notte, nel sonno, chiamato anche 'la piccola morte', egli si spoglia dell'identificazione con la forma fisica e rinasce come coscienza invisibile. Come mai l'uomo sente il bisogno insopprimibile di dormire? Perché il sonno è un modo per ricordargli ciò che si trova al di là dello stato di sonno; lo stato dell'anima. L'esistenza mortale sarebbe intollerabile se non vi fosse almeno un contatto subcosciente con l'anima, che proprio il sonno consente di avere. Di notte l'uomo abbandona il corpo nella subcoscienza e diventa un angelo; di giorno torna nuovamente a essere un demonio, perché i desideri e le sensazioni del corpo lo tengono separato dallo Spirito. Con la meditazione del krya yoga l'uomo può essere un dio anche di giorno, come Cristo e le grandi anime. Egli trascende la subcoscienza per giungere alla supercoscienza e dissolve la coscienza del corpo nell'estasi divina. Co,ui che è capace di questo è nato una seconda volta.



Questa Terra è un luogo pieno di travagli e di sofferenza, ma il regno di Dio che si trova al di là di questo piano materiale è una dimora di libertà e di beatitudine. L'anima dell'uomo che si sta risvegliando spiritualmente ha già percorso un cammino che ha trovato a costo di dure fatiche (molte incarnazioni di evoluzione progressiva) per giungere alla condizione umana e quindi alla possibilità di riconquistare la propria divinità perduta. Ma quante nascite umane sono andate sprecate in vite dedite a procurarsi cibo e denaro, ricercando piaceri materiali e indulgendo a emozioni egoistiche! Ognuno dovrebbe chiedersi come sta usando i preziosi momenti di questa sua incarnazione. Alla fine i corpi di tutti gli esseri umani si disintegrano miseramente; non è forse meglio separare l'anima dalla coscienza del corpo, e considerare il corpo un tempio dello Spirito? Oh anima, tu non sei il corpo; perché non ricordare sempre che sei lo Spirito di Dio?
Gesù ha detto che dobbiamo ristabilire il nostro rapporto con l'Eterno; dobbiamo cioè rinascere. L'uomo ha a disposizione due metodi per raggiungere questo obiettivo: seguire la tortuosa via delle reincarnazioni per consumare il proprio karma; oppure (grazie a una tecnica come il krya yoga e all'aiuto di un vero guru) ridestare la divina facoltà dell'intuizione e riconoscere di essere un'anima, cioè rinascere nello Spirito. Con quest'ultimo metodo, potrà vedere il regno di Dio e avervi accesso in questa vita. Presto o tardi, dopo alcune o molte incarnazioni dolorose l'anima di ogni essere umano lancerà il suo grido di protesta per ricordargli che questa non è la sua casa, e l'uomo comincerà a impegnarsi nella ricerca della via che lo ricondurrà al suo legittimo regno celeste. Quando una persona prova un profondo desiderio di conoscere la Verità, Dio le manda un maestro e. grazie alla devozione e alla realizzazione di quest'ultimo, Egli pianta il seme del suo amore nel cuore di quella persona. La nascita umana è opera dei genitori; ma la nascita spirituale è opera del guru mandato da Dio. Nella tradizione vedica dell'India antica, il neonato è chiamato kayastha, cioè 'identificato con il corpo'. I due occhi fisici, che scrutano il seducente mondo materiale, sono un'eredità lasciata dai genitori; ma al momento dell'iniziazione, ovvero del battesimo spirituale, è il guru ad aprire l'occhio spirituale. Grazie all'aiuto del guru, l'iniziato impara a servirsi di quest'occhio telescopico per vedere lo Spirito e diviene allora dvija, 'nato due volte' (lo stesso termine metafisico usato da Gesù) e comincia la sua evoluzione verso lo stato di brahmin, colui che conosce  Brahman, lo Spirito. L'anima legata al corpo, una volta elevata nello Spirito grazie al contatto divino, rinasce nello Spirito. Purtroppo anche in India questa iniziazione, che permette di passare dalla coscienza materiale a quella spirituale, è diventata una pura formalità, un rito di casta celebrato da comuni sacerdoti per i ragazzi appartenenti alla casta dei bramini, l'equivalente della cerimonia simbolica del battesimo con acqua. Ma Gesù, come i grandi maestri induisti dei tempi antichi e moderni, impartiva il vero battesimo dello Spirito, il battesimo 'con lo Spirito Santo e con il fuoco'. Un vero guru è un maestro capace di trasformare le cellule cerebrali del discepolo mediante la corrente spirituale che da Dio si riversa nella sua coscienza illuminata. Sentiranno questa trasformazione tutti coloro che entrano in sintonia con il guriu, coloro che meditano sinceramente e profondamente e imparano a inviare la corrente divina nelle cellule cerebrali, come accade nella pratica del krya yoga. L'anima è legata al corpo dalle corde del karma, intrecciate da tutte le vite trascorse tra desideri, abitudini e comportamenti materialistici. Solo la corrente vitale può cambiare la nostra vita, distruggendo quei milioni di tracce karmiche. Allora nasciamo di nuovo; l'anima apre la finestra interiore che rivela la sua unità con lo Spirito e accede alla percezione della meravigliosa onnipresenza di Dio.

Quindi il termine 'nascere di nuovo' significa molto di più che entrare semplicemente a far parte di una chiesa e ricevere un battesimo rituale. Le sole credenze religiose non permetteranno all'anima di ottenere una dimora permanente in paradiso dopo la morte; è necessario entrare adesso in comunione con Dio. Gli esseri umani diventano angeli sulla terra, non in cielo. A qualsiasi punto si lasci la propria evoluzione al momento della morte, da quel punto si dovrà ripartire nell'incarnazione successiva. Dopo aver dormito, noi siamo gli stessi che eravamo prima di dormire; dopo la morte, siamo gli stessi che eravamo prima di morire. Per questa ragione Cristo e i Maestri affermano che è necessario diventare santi prima che giunga il sonno della morte. E questo non si ottiene affollando la mente di attaccamenti mortali e di inutili distrazioni. Chi sulla Terra è intento ad accumulare ricchezze non si impegna con Dio; chi è dedito a Dio non vuole molti riempitivi nella propria vita. Solo liberandosi dai desideri terreni si ottiene l'accesso al regno di Dio. Il Signore attende pazientemente il cento per cento della nostra devozione; a coloro che con impegno Lo cercano ogni giorno e adempiono i suoi comandamenti comportandosi virtuosamente, Egli schiude la porta del regno della sua presenza.



Ascoltare mille discorsi sulla luce solare e sulle bellezze della natura non mi permetterà di vederle, se ho gli occhi chiusi. Allo stesso modo, gli esseri umani non riescono a vedere Dio, che è presente in ogni dove, se prima non aprono l'occhio spirituale della percezione intuitiva. Quando riusciranno a percepire di non essere il corpo mortale, ma una scintilla dello Spirito infinito rivestita di un concentrato di energia vitale, allora potranno vedere il regno di Dio. Comprenderanno che il loro corpo e l'universo non sono composti di materia, di questa sostanza che imprigiona l'anima, ma di energia e di coscienza indistruttibili e in continua espansione. La scienza ha dimostrato questa verità; e ogni individuo può farne esperienza diretta, giungendo con il krya yoga alla incrollabile realizzazione di essere la grande Luce e la coscienza dello Spirito.

Oh uomo, per quanto tempo ancora resterai un animale razionale? Per quanto tempo cercherai invano di scrutare le infinite distese del creato soltanto con i tuoi miopi occhi dei sensi e della ragione? Per quanto tempo resterai schiavo dei bisogni e della tua natura animale? Liberati da tutte le catene che ti opprimono, e riconosci di essere immortale, dotato di poteri e facoltà illimitati. Poni fine al vecchio sogno di essere un animale razionale! Svegliati! Tu sei dotato di intuizione, sei figlio dell'immortalità!







Paramahansa Yogananda, Lo Yoga di Gesù, Astrolabio, 2011, pp.76-84





FINE