venerdì 25 aprile 2014

"Immagini" da un trasloco



"Immagini" da un trasloco

Dinaweh


Avete mai affrontato tutte le emozioni che vi produce un trasloco, il cambio di casa, una nuova relazione, una nuova residenza?
Bene! E' quello che sto vivendo ora in queste due ultime settimane con Allipur, la mia nuova ragazza cosmica (in realtà un incontro dopo mille altri incontri in diverse e innumerevoli vite!). Diciamo che il tempo da dedicare ai post questo ultimo mese si è drasticamente ridotto, a causa dell'impegno a far scatoloni e poi a caricarli e scaricarli, dall'abitazione precedente alla nuova residenza.

In realtà ogni trasloco rappresenta un po' come una morte per una nuova rinascita; è il momento in cui si fa obbligatoriamente  il punto della situazione; c'è la stanchezza e il desiderio di sentirsi di nuovo protetti da nuove mura e si spera che la nuova casa sia di nuovo per noi un rifugio, una nicchia di pace e di familiare sussistenza... Ma c'è un momento in tutto questo "movimento", in cui si rimane 'sospesi'... una sorta di limbo che non è un bozzolo presso cui  trovar riparo, ma un luogo in cui mente e psiche, soprattutto, si sentono vulnerabili; attimi di prolungata fragilità, di fronte a quel marasma che il trasloco ti provoca e che si manifesta nella fisicità come "il luogo di un non luogo", la crepa che si forma tra due sistemi compatti, come quella tellurica che compare improvvisamente dopo una forte scossa di terremoto. E' nel trasloco e grazie ad esso che affiorano ricordi, quelli gradevoli come quelli sgradevoli; intere pagine della nostra vita si srotolano davanti ai nostri occhi, riportandoci alla coscienza avvenimenti significativi anche se a lungo rimossi, apparentemente dimenticati, che ora improvvisamente riaffiorano in superficie, come le bolle del sub appaiono sul pelo dell''acqua  durante l'immersione profonda. In realtà il trasloco assomiglia proprio ad un'immersione e, come tale, esso provoca un senso di circospetta attenzione e a volte di paure che dal profondo degli abissi interiori affiorano potenti. Capita che un trasloco arrivi proprio nel momento in cui siamo pronti per riceverlo; mi viene in mente l'immagine di un potente temporale, che irrora la terra dopo la prolungata arsura estiva di fine estate! 
La vita sembra sempre stupirci, per la sincronicità degli eventi che ci propone. In realtà sarebbe più giusto e sensato dire che noi stessi provochiamo e produciamo effetti attorno a noi, nella materia, proprio appena dopo che hanno preso forma e sono maturati dentro di noi. La manifestazione di un nostro cambiamento interiore si produce nella realtà fisica, proprio come la nascita di un figlio si innesca nelle cellule del ventre della donna che lo partorisce, dopo aver accolto l'amore dell'amato. Nel gergo religioso appartenente alla tradizione cristiana si dice: "E il Verbo si è fatto carne". Il Verbo, questo suono immaterico e sostanziale nel suo essere scarnificato di ogni apparente visibilità nella tridimensione, improvvisamente "si fa carne", cioè compare nella fisicità e occupa finalmente uno spazio, tanto da poter essere visto anche dagli occhi di coloro che fino a quel punto erano stati estranei al processo di inveramento: i pagani, appunto, ovvero gli abitanti del "pagus"; gli estranei per eccellenza, i lontani, gli abitanti delle desolate lande, i custodi delle periferie antropiche. 

...Tanto è vero che il re dei re, che si è formato al pari di tutti nel grembo di una madre fa fatica a trovare un luogo, un posto adatto alla sua manifestazione nella fisicità del mondo e nasce in una grotta, in una stalla, più adatta ad accogliere animali da soma che uomini ed appare ai lontani, agli abitanti del pagus, a coloro che alla fine hanno ancora conservato lo stupore proprio dei puri, perché più vicini al ventre della Madre delle madri, la terra, che con la sua ancestrale saggezza formatasi nel corso delle precessioni e delle ere, rimane pregna della selvaggia presenza dello Spirito che si invera nei suoni, nei colori degli animali, delle piante, dei boschi e delle caverne; negli spazi infiniti di orizzonti accesi della luce a volte potente a volte tenue di un sole che sorge o che si avvia inesorabile al suo tramonto!

Il trasloco, dicevamo...
Eh già...guarda un po' che scherzi ti può fare un trasloco! Ci si sente un po' come nella grotta di Betlemme; lì infatti esiste di noi solo l'essenziale. Tutto il resto è ancora in viaggio verso le  mura della nuova abitazione, chiuso dentro gli scatoloni. Rimane di noi l'essenziale, rimaniamo noi appunto e, ad un tratto, ci accorgiamo di quanto le cose che trasferiamo con noi, ogniqualvolta arriva il momento fatidico di un trasloco nella nostra vita, non siano altro che il frutto delle nostre speculazioni mentali, di tutti quei pensieri che poi hanno trovato forma nella dimensione spazio-temporale, che si sono fatti carne, nei svariati momenti della nostra vita ed è proprio durante quel momento, quello del trasloco, che noi abbiamo l'opportunità di valutare  la necessità o meno di trattenere ancora quelle stesse 'speculazioni della mente' che avevano dato vita a oggetti, libri, fotografie, immagini e cristallizzazioni spurie di qualcosa che forse non ci appartiene più, anche se non riusciamo ancora a distaccarcene. Ogni oggetto cui eravamo attaccati o da cui siamo ancora "posseduti" assume così i contorni e la sostanza di un veicolo attraverso il quale la nostra consapevolezza di essere nel mondo cresce o rimane ferma a stadi precedenti. Alcun stadio 'precedente' mi viene da dire, se pensiamo ancora di non poterci disfare di alcun orpello, ma quello di un eterno presente che rimane attaccato al passato, proprio come la cozza rimane avvinghiata alla chiglia dell'imbarcazione! Dipende da noi e da ciò che crediamo essere se osare il cambiamento (e il trasloco ci dice quanto già siamo pronti per quel passo) o se rimanere a nostra volta avvinghiati ad un passato eternamente presente.


Quale rara occasione, quale momento magico rappresenta il trasloco, se solo ne sapessimo scorgere la profondità del messaggio, come un critico d'arte fa, quando osserva scrupolosamente le venature del dipinto, per stabilirne l'epoca e la mano geniale che l'ha immaginato e poi affrescato sulla parete o gettato sulla tela! 
In realtà in quei magici anche se faticosi momenti possiamo arrivare a comprendere molto di più di noi stessi e di quanto alla fine noi realmente siamo, senza essere null'altro che noi stessi, al di là di tutte le identificazioni e le abitudini. Identificarsi con una bella casa, con dei bei mobili, con una ricca biblioteca e dei luccicanti lampadari  stile veneziano, non ci dice ancora nulla di ciò che noi siamo. Conservare antiche abitudini, come posare le scarpe o sederci a tavola sempre al solito posto non aggiunge nulla a quello che in realtà siamo. Il trasloco ci mette a nudo di fronte a noi stessi; ci fa vedere tutte le nostre fragilità, scopre le nostre abitudini e le immobilizza per un attimo, dandoci la possibilità di lasciare andare quello che non ci serve più e che ci impedisce la corsa verso la sostanzialità dell'Essere che siamo. 


Sri Bhagavan fa recitare un mantra che dice: "la mente non è la mia mente, il corpo non è il mio corpo, i pensieri non sono i miei pensieri, io come persona non esisto", e fa concludere dicendo: "io sono Esistenza, Coscienza e Beatitudine".
Questo dovremmo tutti raggiungere! Avere la consapevolezza di essere al di là di tutte le identificazioni, di tutti i pensieri, poiché i pensieri che ci attraversano spesso non sono nemmeno nostri, di tutte le abitudini, poiché non siamo il nostro corpo ed esistiamo soltanto in quanto Essenza, coscienza e deità, poiché siamo soltanto spirito che si fa carne, sebbene in quella non identificato!
Con ciò non si voglia credere di rimanere distaccati dalle cose materiali o dalla sensazione di calore che ci produce avere un nido, una casa accogliente che ci protegge e ci offre riparo dalle preoccupazioni o dallo stress della vita quotidiana! La materia è altrettanto sacra quanto il significato delle parole del Mantra citato poco prima. Essa non è altro che Spirito condensato, nulla di meno. Eppure, come il Cristo ricordava ai suoi, dovremmo riuscire a vivere come se non vivessimo, a essere nel mondo ma non del mondo, cioè appunto non completamente identificati con esso, con gli abiti che portiamo, con l'automobile che scegliamo, con i soldi che abbiamo sul conto in banca, con la bella compagna che ci sta al fianco, con i figli che consideriamo nostri, mentre non ci appartengono affatto, e così via... 

Il trasloco dunque come anticipazione della morte, passaggio, non méta finale; piccola morte anch'esso a tutti gli effetti: a ciò che eravamo e che non siamo più, se non altro perché ci spostiamo nello spazio oltre che nel tempo e la casa di ieri non serve più oggi, perché diventata troppo piccola per la famiglia che cresce o perché troppo lontana dalla nostra nuova occupazione o non più corrispondente al sogno di un diverso stile di vita per noi e i nostri cari. 
Perché mai dunque lasciarsi sfuggire una così ghiotta occasione di portare fino in fondo il cambiamento dentro noi stessi, di assaporare la novità e di immergerci nell'ignoto?! La vita non è altro che un susseguirsi di innumerevoli morti e rinascite e noi, seppure fatti di poco meno degli Angeli, come dice la Bibbia, siamo in questo molto più simili a crisalidi che si trasformano in variopinte farfalle colorate, se solo sappiamo accettare il cambiamento che noi stessi, a scadenze più o meno regolari, provochiamo 'da noi stessi' alle nostre meravigliose esistenze immortali!





Dinaweh









domenica 20 aprile 2014

Il percorso dell'Angelo domenica 27 aprile con Mariuccia Lauricella



Prosegue in Liguria la Scuola degli Angeli:
"Il percorso dell'Angelo"
con Mariuccia Lauricella



domenica 27 aprile 2014

"Conflitti e amori"
(imparare ad amarsi)






Si svolgerà in data 27 aprile 2014 il terzo dei dieci incontri con Mariuccia Lauricella, in località "Molicciara", nel comune di Castelnuovo Magra (SP). 
Gli incontri si terranno indicativamente una volta al mese e avranno una durata media di tre ore e mezzo.
Ogni incontro è dedicato ad una tematica e ad un lavoro specifico.





Il percorso dell’Angelo

Dieci incontri per camminare e condividere insieme a Mariuccia Lauricella questo percorso di crescita e sviluppo della coscienza. Gli incontri si terranno ogni due mesi e avranno la durata di 3 ore e mezza ciascuno. Ogni incontro sarà dedicato ad una tematica e ad un lavoro specifico:


1°  Nel giardino delle speranze … con il tuo fiore (risveglio della conoscenza della propria     Anima)
2°    Paure e desideri (consapevolezza e guarigione)
3°    Conflitti e Amori (imparare ad amarsi)
4°    Silenzi e sorrisi (riflessioni sui cambiamenti)
5°    Incomprensioni e Armonie (equilibrio con se stessi e gli altri)
6°    Pause e Cammino (inizio della nuova vita)
7°    Sentieri di speranza (cambiamento di energia)
8°    Ombre e Luci (cammino verso la luce)
9°    Unione nel sole (contatto con il divino)
10°   Nel regno dell’Angelo (il dono)                                                                            


Mariuccia Lauricella, nasce come pittrice.
Attraverso l'arte affina le sue percezioni spirituali, processo che la conduce a percepire sempre più intensamente la vera essenza delle cose terrene e della natura degli esseri umani.
Salendo su questa scala, giunge ai piani più sottili dell'esistenza dell'Uomo sulla Terra e qui le si rivela il Divino.
Incontra i Maestri, gli Angeli, che la conducono lungo un cammino, costellato da difficili prove, durato  diciassette anni. In questo tempo Mariuccia viaggia attraverso gli stati di coscienza sempre più profondi, fino ad arrivare a comprendere il linguaggio ancestrale dell’anima.
Il suo lavoro è dedicato a coloro che vogliono affrontare il cammino con gli occhi aperti della consapevolezza, verso la realizzazione della propria esistenza di vita alla riscoperta dei doni che ogni essere vivente possiede. Per rendere più facile l'incontro con la gente, crea “il  percorso dell'Angelo”, costituito appunto da seminari, durante i quali svolge delle lezioni su come riconoscere gli ostacoli, che impediscono all'anima di vibrare a diapason con le energie angeliche e superarli. Progredendo su questa strada l'anima si risveglia a tal punto che è in grado essa stessa di operare il miracolo della propria realizzazione in armonia con le leggi dell'universo. 


Attraverso la visione Akashica, Mariuccia riesce ad individuare
traumi di vite passate o di questa attuale esistenza, che insistono e impediscono 
il cammino dell'anima verso la sua realizzazione spirituale e terrena.
La straordinarietà di questo lavoro consiste nel fatto 
che non richiede alcuna regressione indotta ipnoticamente
e la persona rimane nello stato di veglia cosciente,
senza subire stress o pressioni di alcun tipo.
In questo modo Mariuccia è in grado di individuare quella
 cellula di memoria
che è stata l'origine di un trauma non risolto
e che in questa esistenza impedisce all'anima di elevarsi e progredire
verso la sua piena realizzazione. 
In altro modo, l'anima presenta sempre la stessa vibrazione non risolta
e sarebbero necessarie vite e vite, prima di sciogliere
tali nodi e blocchi karmici.
Attraverso questo dono Mariuccia 
riesce a restituire alle persone che a lei si rivolgono
la gioia di vivere e di metabolizzare in breve tempo
traumi e blocchi mai risolti.

Il "Percorso dell'Angelo" rappresenta il primo passo
verso l'ascesa dell'anima a Dio,
dandole la possibilità di alleggerirsi sempre di più
per poter ascendere. Se si rimane infatti appesantiti di carichi e gravami,
è impossibile ascendere a stati vibrazionali superiori
e realizzare la piena valorizzazione animica e terrena. 





al Centro sociale polivalente di Castelnuovo Magra (SP) in località "Molicciara
ore 15.15
via Carbonara 1


per chi non è mai stato:
trovarsi al Centro commerciale "La Miniera"
di Molicciara (SP) indicata da Google map
alle ore 15.00



Tutti i partecipanti
sono pregati di portare con sé :

1 coperta 
1 tappettino 
1 cuscino
1 giornale o rivista da arrotolare per farne percussioni

costo di partecipazione 
€ 25,00


per ogni altra informazione: Francesca 329 3737650
per appuntamenti e consulenze individuali: Mariuccia Lauricella 389 1752995 






sabato 19 aprile 2014

Maranathà Maranathà



Domani è Pasqua! A dir la verità già oggi,
poiché il mio orologio a pendolo
batte già le 00.52!
In occasione di questo momento, così gioioso,
che ricorda a tutti noi la possibilità di risorgere sempre
dalle nostre ceneri, quelle materiale e anche quelle spirituali,
e ci sprona a credere che davvero anche noi
potremo ascendere col nostro 'corpo di luce'
ad una dimensione più elevata di questa,
senza necessariamente passare per il transito
della apparente morte,
mi sento di dedicarvi quegli stessi versi
che già per una Pasqua precedente
avevo sentito di scrivere.
Allora mi trovavo a Vinci e correva l'anno 2011...
Spero che sia di buon auspicio per tutti i lettori del blog
e che segni davvero l'inizio glorioso di qualcosa di fantastico e speciale per tutti voi!

con affetto,
Dinaweh
  

Maranathà, Maranathà





Maranathà! Maranathà!

Oh vieni Luce dei Mondi ! 
Troppo lunga si fa l’attesa
Siamo come gomene sfilacciate,
sfibrati i nostri fili di canapa
più  non reggono
al tumulto dei flutti
violenti e scuri.



Non più a lungo
resisteranno I nostri scafi esausti
corrosi dalla salsedine
di giorni simili all’oscuro,
attendiamo il tuo Ritorno.

Re dei Mondi,
figlio della Luce
Vieni, Vieni !
Torna finalmente
a illuminare
i nostri visi spenti.

Ecco tutto ora
è pronto
come si fa bella la sposa
in attesa del suo sposo
così tessiamo
con nuove fibre di lino purissimo
i nostri abiti bianchi
e lunghi a coprire
fino ai piedi
la nostra fatica
d’innumeri passi consumata
e stanca.

Amore di tutti gli amori
Celebrati,
Basso continuo
dell’Armonia Universale
tieni il tempo!
Come il battito dei cuori
di questa Umanità sofferente,
pulsa dentro ogni respiro
il tuo Ancestrale Ricordo,

Ricordo di sorrisi
e di abbracci conosciuti,
di passioni accese
nel nome del tuo Nome
come Suono
dell’unico Verbo
proferito dalle tue descrizioni
così vicine al nostro sentire

ti  facevi comprendere
nell’accogliere un’umanità
bambina
ancora disposta
alla meraviglia
della semplice Maestà
del tuo parlare.

Mille e mille anni
Sono passati
e ora attendiamo
il tuo Ritorno,
come la nave provata
dal mare in tempesta
attende
a motori spenti
di essere ormeggiata
nel porto sicuro
dal Rimorchiatore

così lo Spirito che tutto sa
si dispone
alla pacifica attesa
del Rientro
e trova in se stesso
il senso del suo vagare
e non ci sono più distanze da coprire,
né movimenti centrifughi
a gettare lontano dal Suo Centro
la Sua Essenza

Tutto si compie
nell’incontro del Cuore
al crocevia di una linea
ortogonale all’altra
poiché Tu sei l’incontro
di tutti i cammini,
di tutte le solitudini

Tu sei l’Inizio Ancestrale
da cui si dipanano
le strade degli uomini
Centro e Punto Assoluto
di ogni Universo,
l’Alfa e l’Omega
Inizio e Fine
Pace e Compimento
Arrivo e Partenza
di nuove Partenze
Metafisiche

non più manifestazione
di Materia Densa ed Espansa,
ologramma dell’Unica Fonte,
copia della sola Matrice
inganno e allucinazione
dell’ultima Verità Immota
e immanifesta

Tu  ci riporti al Centro
Tu, Sostanza di tutti gli accidenti,
Tu, Rappresentazione Eterica
del solo Amore
come spin ci fai vibrare
all’Ottava Superiore

Indice e volume
Somma di infiniti volumi
Scritti e conservati
Getti un colpo di spugna
Su ogni separazione,
unifichi nell’Uno
il doppio del bianco e del nero

e non c’è più il giorno e la notte,
la luce e l’ombra,
il freddo e il caldo
poiché tutto ora
è trasfigurato e unito.
Né schiavi o liberi
né padroni o servi
né Grandi o piccoli,
ma tutti
ritornando a Casa
ricorderemo
chi siamo:
Manifestazione e
Genìa Divina
Creatori e Dèi
torneremo
al cospetto degli Angeli
e ci ritroveremo avvolti
alle tue braccia.






Oh Santo Om!




Oh Santo Om!






Insegnami a udire la tua voce, o Padre,
la voce cosmica che domandò a ogni vibrazione
di scaturire.
Manifestati a me come Om,
il canto cosmico di tutti i suoni.

Oh Santo Spirito,
sacra Vibrazione Om,
espandi la mia coscienza mentre ascolto il tuo suono
onnipresente.
Fammi sentire che io sono ad un tempo
l'oceano cosmico
e la piccola onda della vibrazione corporea
in esso.

Oh cosmico e onnipresente suono Om, 
risuona in me, espandendo la mia coscienza 
dal corpo a tutto quanto l'universo
e insegnami a sentire in te
la beatitudine perenne che pervade tutte le cose.

Oh Energia e Saggezza infinita,
ricaricami 
con la tua vibrazione spirituale.

Oh cosmico suono Om,
guidami,
sii con me,
conducimi dalle tenebre alla luce.




PARAMAHANSA YOGANANDA









mercoledì 2 aprile 2014

Civiltà extraterrestre: a confronto con una super-civiltà (parte quarta)


A confronto
con una super-civiltà

Capitolo 1


(parte quarta)


Il disinteresse o altruismo nelle relazioni personali 
e familiari


Nei filmati che seguono, Stefan osserva una scena in cui un gruppo familiare si alza da tavola dopo aver fatto alcuni gesti che assomigliano ad un cerimoniale o ad una preghiera. Riferendosi a questa scena chiede loro se loro sono religiosi. 

Risposta: il loro concetto di religione è talmente evoluto e diverso da non poter essere più comparato al nostro. Stefan afferma di essere di fede cristiana e loro rispondono che sarebbe bene chiedersi come un qualsiasi individuo delle classi abbienti possa dirsi, in tutta onestà, "cristiano". Gesù Cristo ha condannato in modo inequivocabile e fermo le discriminazioni sociali, perché sono la principale fonte delle ingiustizie e dei mali del mondo.

La Terra dimostra in modo lampante l'esattezza di questa posizione di Cristo. Il caso sociale esiste e se ne intravedono già i pericoli per la nostra umanità. ora, solo le grandi potenze dispongono di armi chimiche e nucleari, ma in futuro potranno venirne in possesso anche piccoli gruppi nazionali. Questa situazione diverrà sempre più pericolosa col passare degli anni. E' estremamente urgente e necessario avviare un processo di eliminazione delle discriminazioni tra uomini e popoli. L'amore cristiano è un presupposto irrinunciabile affinché una umanità arrivi all'integrazione cosmica. Solo l'atteggiamento disinteressato, che produce l'efficienza originale dell'ordinamento naturale, dà ad una razza intelligente la sicurezza di sopravvivenza per arrivare all'integrazione cosmica.




Raggiunto il traguardo del disinteresse, un altro problema, di cui noi non abbiamo la reale percezione, ma che si frappone sulla strada dell'integrazione cosmica, è la selezione di riproduzione. Il mondo animale e le società primitive sono impietosamente selezionati dalle leggi della natura. La conoscenza medica, che è una tappa inevitabile e positiva di una società in evoluzione, quanto più si sviluppa quanto più blocca la selezione naturale. La specie che non sostituisce la selezione naturale con una efficiente selezione di riproduzione, è destinata a perire. 

Non occorrono artifici e violenze: la selezione di riproduzione si fa in base a conoscenze precise dei processi riproduttivi e delle combinazioni genetiche. La scelta del partner, per generare un figlio, esige amore, ma anche compatibilità genetica.

Stefan rimane perplesso di fronte a questa informazione e chiede come possono essere compatibili la libertà., da loro considerata fondamentale, con la selezione di riproduzione, che limita evidentemente la scelta dei compagni.
La risposta è che ci si deve accordare con disinteresse, cioè separando con senso di responsabilità le due esigenze: la scelta del compagno e il desiderio di un figlio.

L'amore nella coppia è un valore irrinunciabile, ma il diritto a una vita normale e sana del proprio figlio è un gesto d'amore ancora più grande.

Stefan chiede se loro ricorrono alla riproduzione artificiale.
Essi rispondono dicendo che l'amore nella coppia è un valore irrinunciabile, ma il diritto a una vita normale e sana del proprio figlio è un gesto d'amore ancora più grande. Alla domanda di Stefan se loro ricorrono alla riproduzione artificiale, rispondono che essa è controproducente nel processo di sviluppo di una specie umana. Il gesto procreativo nasce dall'amore e dall'intesa di coppia. I genitori, quindi, sono quanto di meglio la natura ha previsto per formare la mente dei loro figli, prepararli alla vita e dare loro la consapevolezza del bene e del male. Un compito laborioso e complesso, che è possibile solo partendo dai genitori naturali e dalla varietà del gruppo familiare e sociale. Non è importante, quindi, generare bambini, ma educarli.

La selezione di riproduzione, che privilegia il figlio rispetto alla coppia, si fonda sul disinteresse che è la norma alla base dell'immortalità di una razza intelligente. Per gli Iargani il disinteresse è il valore da cui dipende l'immortalità di una specie umana, ma è anche il presupposto perché un uomo possa essere felice. Ogni essere umano aspira alla felicità e per raggiungerla usa l'intelligenza, ma soprattutto la creatività.
Ci sono due tipi di creatività: quella materiale e quella immateriale.



La creatività materiale aspira a migliorare le proprie condizioni di vita. Poiché la creatività materiale è orientata soprattutto alla conquista del potere e al possesso, essa è la causa di tutte le miserie sul nostro pianeta. Con la creatività materiale l'egoista, raggiunto un obiettivo, va alla ricerca di un altro, ad esempio un reddito maggiore o una posizione più alta e continua a spingersi in avanti perché solo così ottiene soddisfazione. Ma arriva il momento in cui egli, per vecchiaia o malattia, si deve fermare ed allora il suo mondo crolla e consuma il resto della sua vita irrequieto con se stesso e con gli altri.

La creatività immateriale, che si può identificare col nostro amore cristiano è, invece, l'aspirazione al miglioramento delle condizioni di vita degli altri. Essa dà una sensazione di felicità costante. Si esprime in sollecitudine, convivenza, interesse, tolleranza, amicizia, stima, ammirazione; in altre parole, disinteresse o amore altruistico.
Ogni azione disinteressata aumenta il livello della propria dignità e il senso di appagamento. In un uomo disinteressato sono percepibili la personalità e la saggezza che sono valori non soggetti alla sfortuna o all'invecchiamento. Un tale uomo è invulnerabile nel sentimento di dignità, di pace con se stesso e di felicità. Non c'è scampo a queste regole; le leggi naturali selezionano duramente e impietosamente sulla base del disinteresse. Solo una specie umana fondata sul disinteresse, e quindi con una struttura immateriale, può sopravvivere.

Stefan chiede se tutto questo dovrebbe essere valido anche per noi. Egli non riesce ad immaginare il nostro mondo con esseri che si amano l'un l'altro.
La risposta è che questa affermazione contrasta con il suo dichiararsi cristiano perché il cristianesimo si fonda sull'amore. Ma anche le altre religioni presenti sulla Terra si fondano su questo valore come ad esempio il buddismo. Per cercare di chiarire questo valore gli Iargani fanno questo esempio:
"Raffigurati la situazione di un uomo che comperi con i propri mezzi un'automobile, la revisioni completamente con le proprie mani e la dia poi disinteressatamente a un invalido. Un atto di straordinario altruismo. Quest'uomo aumenta la propria dignità rispetto a se stesso e agli altri, ottiene un po' di pace con se stesso ed aumenta la sua saggezza e stabilità di uomo. Anche quando dovesse sembrare che l'invalido, per ragioni materiali, dopo un po', non sia più soddisfatto dell'auto ed aspiri ad un'auto migliore. Un uomo veramente disinteressato non si irrita dell'irriconoscenza altrui, cerca solo la possibilità di essere uomo e i sentimenti di gratitudine non hanno alcuna funzione. Al contrario, li evita. La tendenza alle manifestazioni di gratitudine è cioè egoismo puro, orientato verso il proprio io".

Continuano poi dicendo che solo un uomo capace di amore può mettere al mondo dei figli che saranno veramente liberi e felici. Sottolineano che lui ha potuto vedere come su Iarga gli uomini si amino gli uni e gli altri, al punto che anche l'amore di coppia non si chiude in se stesso, ma si apre agli altri, cosa per noi inconcepibile. Appena i loro figli diventano maggiorenni sono sottoposti ad un test medico e psicologico e vengono ammessi al gruppo dei giovani che hanno ricevuto il diritto al voto e alla libertà sessuale. 
Stefan, quasi scandalizzato, chiede se ciò significa che essi possano andare a letto con chiunque, sotto l'occhio vigile dei genitori.
La loro risposta è chiara e immediata. L'idea che un giovane, che ha dimostrato di aver interiorizzato il valore dell'altruismo, porti a questo risultato, è ingenua. Una relazione uomo-donna, basata unicamente sul sesso, è per loro impensabile. Tutto è orientato, invece, verso la creatività nelle espressioni sentimentali e il rapporto sessuale passa in secondo piano. In molte coppie, e soprattutto negli anziani, esso manca del tutto, senza che ciò rechi danno all'appagamento.

Alla domanda se utilizzano anticoncezionali essi rispondono che la libertà sessuale è possibile solo se l'uomo ha il completo controllo delle malattie e del concepimento.
A questo riguardo descrivono le loro norme matrimoniali.
Ogni persona può utilizzare una scheda perforata che rappresenta le proprie condizioni fisiche, caratteristiche ereditarie e livello mentale. Una coppia può verificare se è idonea al matrimonio sovrapponendo le schede e verificando che la luce non passi attraverso di esse e quindi che nessun foro rimanga scoperto. Questa è una delle prove che sostituiscono  la primitiva selezione naturale e che consente ai due giovani di coabitare e di generare dei figli. 
Il matrimonio si basa sulla promessa di monogamia fino alla nascita del bambino e sulla promessa di educare il figlio in buon accordo e con consapevolezza. Il matrimonio è finalizzato a vincolare i genitori ai loro doveri nei confronti del bambino e rimane valido fino a che il figlio o i figli diventino maggiorenni. Salvo il periodo in cui i bambini sono generati, entrambi sono liberi e possono avere relazioni con persone al di fuori della coppia senza che ciò turbi il loro accordo.
Stefan è sempre più perplesso di fronte a questa visione e apertura della coppia; chiede allora se su Iarga esista o meno una forma di matrimonio puramente monogamico come da noi. La risposta è la seguente:
"No. Perché dovremmo amare solo una persona? La vita non è forse più ricca e più intensa amando tutti gli uomini? In un mondo con piena sicurezza di esistenza e libertà spirituale è egoistico voler avere una persona solo per sé e volerla escludere da altri rapporti sentimentali.
Continuano dicendo che maturità e saggezza richiedono contatti umani molteplici e profondi, perché solo così una persona può svilupparsi e diventare centro radiante di calore spirituale. Anche chi non è sposato deve impegnarsi nel maggior numero di relazioni umane.
Stefan chiede se c'è qualche differenza fra sposati e non sposati.
Gli viene spiegato che l'unica differenza è che chi non è sposato non può avere figli, perché non ha verificato e superato le prove di selezione; essi vivono in gruppi con coppie sposate e con figli. Tali gruppi si formano a seconda dell'età e cambiano regolarmente composizione. Tutti contribuiscono all'educazione dei bambini, assicurando così una formazione migliore. Il confronto con persone sempre diverse, con altre opinioni e abitudini di vita, stimola la creatività nei contatti umani.
Sulla base di questo principio sia le coppie sposate, sia quelle non sposate si spostano periodicamente. Su Iarga non esistono frontiere e nazionalità ed i suoi abitanti sono nomadi che godono ininterrottamente del nuovo e del bello nella natura e negli uomini. Questa libertà rende la vita un avvenimento grandioso, in cui il disinteresse e la creatività sono sempre rinnovati, consentendo all'uomo di crescere in saggezza e umanità.

Questa visione della coppia e del matrimonio spiazza sicuramente tutte le visioni delle innumerevoli culture terrestri; in particolare quella cattolica che si fonda sui valori della fedeltà e dell'indissolubilità. Noi però crediamo che i cattolici non debbano sentirsi minacciati. Questi principi, applicabili e proficui su Iarga, sono assolutamente inapplicabili e controproducenti sulla Terra. L'unico punto in comune tra la cultura matrimoniale terrestre e quella Iargana è che il matrimonio deve garantire l'educazione, la responsabilità e un particolare amore verso i figli. A differenza di quanto avviene su Iarga, però, sulla Terra il lavoro, la salute e il futuro, sono costantemente a rischio e la società non è in grado di tutelare i suoi componenti. Questo compito è delegato esclusivamente alla famiglia, che però deve poter contare solo sulle sue forze e sulla sua unità. Per la durezza di questa condizione, la coppia e in particolare la donna, che è nella posizione più fragile, hanno la necessità di contare su un matrimonio fedele e indissolubile. Solo così, nelle nostre società terrestri, i figli potranno giovarsi della condizione migliore per diventare adulti e affrontare il loro futuro.

[il testo in questo carattere indica ed esprime l'opinione o il commento degli autori del sito www.iarga.it]


Stefan afferma di cominciare a capire quanto Iarga sia incredibilmente grandiosa. Prima si era fissato ciecamente sull'uniformità, ma adesso gli risulta chiaro che le case, le auto e i treni non rivestono alcun interesse per gli Iargani. Il loro interesse è rivolto a ben altre cose. Questo mettere al centro l'interesse dei figli tranquillizza un po' Stefan che sottolinea di incominciare a capire che loro non sono attratti dalle cose materiali quanto dalle relazioni e dagli aspetti spirituali. Le cose materiali hanno raggiunto una tale efficienza che non attirano più il loro interesse. Abbandonano una casa con lo stesso piacere con cui vi entrano. Essi sottolineano che questi continui spostamenti all'inizio hanno favorito la mescolanza delle razze e continuano dicendo che una civiltà è stabile solo quando, dalla mescolanza di tutte le razze, si arriva all'uomo finale, stabile nell'aspetto, nel colore della pelle ed in altre caratteristiche razziali. Su questo tema essi fanno anche la seguente previsione:
"Sarà una razza umana di colore bruno quella che infine creerà la super-civiltà su questo meraviglioso pianeta".

Stefan afferma di non essere razzista, ma di non condividere questa mescolanza di razze. La risposta che riceve è che questa affermazione dimostra l'arroganza discriminante della razza bianca. La legge naturale di una civiltà evoluta tecnologicamente, ma primitiva socialmente, prevede che la razza che discrimina sarà superata. La razza bianca, per il maggiore benessere, si riproduce più lentamente delle altre razze, cosicché queste ultime diverranno di numero sempre maggiore. essa, come tipo biologico, è destinata a scomparire e ciò purtroppo potrà avvenire anche in modo violento perché il continuo aumento e perfezionamento delle armi, trasformerà, una volta o l'altra, l'eccesso numerico in un eccesso militare. Al di là di come questo avverrà, perché ciò dipende dai nostri comportamenti; essi comunque prevedono l'annientamento del vantaggio tecnologico e della cultura della razza bianca.

Stefan ascolta perplesso e di di trovare discutibile che la razza che per la sua intelligenza ha la guida dello sviluppo scientifico e che, quindi, si riproduce più lentamente sia condannata a scomparire, quasi per punizione.
Essi rispondono che è arrogante da parte sua sostenere che la razza bianca sia più intelligente; tale affermazione è infondata poiché la natura umana è identica ovunque, sulla Terra e nell'universo. La possibile differenza in prestazioni intellettuali può avere origine solo dall'ambiente educativo e dall'alimentazione. Chi ritiene che le differenze siano insite nella razza lo fa solo per stupidità e arroganza e contrasta con il "Diritto Cosmico", ovvero con l'insieme delle norme e delle leggi dell'ordinamento naturale.

Stefan chiede se il "Diritto Cosmico" abbia a che fare con la nostra giurisprudenza. La risposta è che esso non si basa su leggi scritte, processi e punizioni, quindi non si tratta più di giurisprudenza. Appena le discriminazioni scompaiono e il lavoro e il benessere saranno equamente distribuiti, anche la criminalità e l'illegalità scompariranno. Potrebbero persistere la violenza o la violazione individuale; esse però hanno poca fortuna in un mondo dove non esistono quelle collettive. Esse sono deviazione patologica, quindi possono essere curate col trattamento medico e la rieducazione.


Il dialogo si interrompe e riprendono a scorrere le scene sullo schermo. Una di queste mette in evidenza il rapporto uomo-donna nel matrimonio, così come concepito su Iarga. La scena si svolge in una camera da letto del cilindro domiciliare. Sedendo su una panca, una donna fa al suo sposo un racconto entusiasta delle sue esperienze.
L'entusiasmo della donna sembra in gran parte causato dall'incontro con uomo delizioso, simpatico e spiritoso, insomma tutto. Il marito reagisce normalmente, l'abbraccia e dice che può capire come altri uomini possano innamorarsi di lei e che è felice per lei. Quindi, gli manifesta la sua gioia di poter dormire nelle sue braccia. ma lei gli fa osservare che è comodo fare la corte alla propria moglie; non si deve fare molta fatica. sarebbe ora di cambiare e pensare a Karoi, per esempio, visto che spera ardentemente che una volta o l'altra lui abbia un po' di tempo per corteggiarla ed è sicura anche che come donna ella abbia molto da dare. L'uomo protesta, dicendo di essere ancora molto innamorato di lei; ma se ella avesse voluto un altro uomo... Lei, però, obietta che in tal modo lui si sta comportando male. a causa sua, si stanno isolando dagli altri e stanno diventando un problema per il loro gruppo. Inoltre, stanno dando un cattivo esempio ai loro figli. Lui, allora, cambia metodo e le suggerisce che forse è il momento di pensare ad un terzo bambino; in fondo, si sono ripromessi di allevarne almeno tre. Ma lei rifiuta. Prima di tutto devono interrompere l'isolamento in cui si trovano, devono fare partecipi altri del loro amore, e dopo ne avrebbero parlato. Lei lo supplica anche di rivolgere la sua attenzione su Karoi, poiché ne ha proprio bisogno. 
La fine di questo atto unico è un abbraccio felice dal quale i nostri produttori cinematografici potrebbero imparare qualcosa.
Alla fine di questa scena, Stefan sempre più interdetto si rivolge agli Iargani chiedendo se questa loro cultura matrimoniale sia basata su considerazioni pratiche, non potendo certo basarsi su valori etici elevati. Cristo, infatti, giudica l'adulterio severamente.
La risposta è che l'etica non è un valore assoluto e quello che Cristo ha detto è riferito alla civiltà terrestre. Se mancano il disinteresse, la giustizia e l'efficienza, la libertà sessuale è illecita.

Questa risposta è illuminante perché fa comprendere che tutta questa esperienza vissuta da Stefan, non ha lo scopo di darci un modello tecnologico e sociale che possa essere seguito alla lettera, ma vuole essere solo uno stimolo a recepire i valori spirituali che stanno alla base e avere l'evidenza di come una società, così diversa dalla nostra, li ha recepiti e incarnati nella vita pratica. Probabilmente, altre società super-civili hanno incarnato questi valori spirituali con modalità e forme ancora diverse.
Crediamo comunque che sia necessaria una riflessione su questa visione per noi a dir poco strana del matrimonio e della vita di coppia su Iarga. La nostra cultura cristiana, condivisa comunque da molte altre culture, si fonda sull'unicità della coppia e l'indissolubilità del matrimonio. Quale interpretazione dare a una visione così diversa come quella descritta dagli Iargani?
Proviamo a mettere insieme alcune delle caratteristiche di questa società, per tentare di spiegare e forse comprendere:
  • La vita su Iarga, grazie alla selezione della specie e alle conoscenze scientifiche e mediche elevatissime, è molto più longeva della nostra e loro definiscono limitante e deviante vivere una vita intera con la stessa persona (50 anni può essere anche bello, ma 100 o 200 forse può diventare veramente deviante); 
  • I nuclei familiari vivono in grandi appartamenti abitati da più coppie, con o senza figli. La diversità delle esperienze è da loro definita ideale per l'educazione e lo sviluppo della socialità nei bambini; 
  • L'amore, inteso come attenzione, premura e dedizione all'altro, non si esprime solo all'interno della famiglia e delle mura domestiche, ma in quanto veramente fratelli, rivolto a tutti indistintamente, Iarga di fatto è come un'unica grande famiglia; 
  •  L'individuo è educato e fortemente orientato agli altri e non a se stesso. La cultura disinteressata che loro predicano e praticano si basa sul concetto: io penso agli altri e gli altri pensano a me;
  • L'efficienza della società iargana ha creato un benessere smisurato, una sicurezza di esistenza illimitata che elimina ogni preoccupazione sul futuro di ogni singolo individuo.


Queste caratteristiche e l'apertura affettiva della società iargana, rendono incompatibile una visione chiusa della famiglia.
Tale visione, però, non può essere estesa alle nostre società, dove l'educazione e il sostegno dei figli richiede uno sforzo molto alto, che grava quasi unicamente sulla famiglia. Essa, pertanto, deve essere solida e un punto di riferimento stabile. E' necessario poi che i genitori non solo si concentrino sui propri figli, ma siano pronti a sostenere anche le loro famiglie e quindi i nipoti. Mancando una struttura sociale efficiente e la garanzia economica, questi genitori devono poi poter contare sul sostegno dei figli quando, diventati vecchi, saranno incapaci di badare a se stessi. Questi semplici dati di fatto esigono quindi che la sinergia familiare e la stabilità affettiva siano garantite. La cultura monogamica, ma anche quella poligamica, che si fondano sulla stabilità e l'indissolubilità, sono la soluzione più efficace per affrontare la durezza della vita nelle nostre società terrestri.
Tutti questi limiti e questi vincoli decadono in una società stabile, super efficiente e con una totale garanzia di vita come su Iarga.

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Dopo queste spiegazioni sui rapporti familiari e sociali, gli Iargani dicono a Stefan che è bene sospendere. Loro desiderano cenare e dicono di farlo anche a lui per rivedersi dopo circa tre ore e chiudere la giornata affrontando il tema sull'ideologia cosmica.
Stefan condivide questa esigenza e, dopo aver salutato, risale la scaletta e raggiunge la sua famiglia sulla barca.





(fine parte quarta)