lunedì 13 febbraio 2017

MEDITAZIONE DELLA PIRAMIDE PER LA PURIFICAZIONE

MEDITAZIONE DELLA PIRAMIDE


PER LA PURIFICAZIONE


Mettetevi comodi, se desiderate sdraiatevi, chiudete gli occhi, fate alcuni respiri.
Portate la vostra attenzione sul respiro, inspirate ed espirate in modo calmo e regolare, tranquillamente, senza sforzare.
Lasciate andare ogni tensione, ogni pensiero, lasciate che la vostra mente diventi sempre più calma, sempre più tranquilla, sempre più rilassata.
Rilassatevi, lasciatevi andare...

Fate ancora un respiro profondo mentre immaginate davanti a voi una porta dorata; un portale verso le dimensioni superiori della luce.
Voi siete un essere di luce, siete mente universale, tutto il potere è dentro di voi.

Ora vedetevi in abiti scintillanti di Luce, l'Essenza splendente del vostro vero Voi, voi mente universale,
l'intelligenza che pervade interamente lo spazio e che anima la creazione, questa coscienza è onnipresente, onniscente e onnipotente.

Percepite la sensazione di spiccare il volo, vi muovete sempre più in alto verso i regni della Creazione, dove risiede già la maggior parte della vostra coscienza, dove potete incontrare la vostra vera famiglia di luce e di amore.

Vi fermate nella quinta Dimensione di Luce, il livello perfetto per voi in questo momento.
Di fronte a voi appare una radiante e pulsante Piramide di Luce.
Salendo 10 scalini vi troverete davanti alla porta, apritela ed entratevi, siete nella grande camera di purificazione e rigenerazione.
Osservate subito che esattamente al centro della grande camera, vi è una piattaforma rialzata, attorno ad essa vi sono 7 sedie di cristallo dove siedono gli Arcangeli, molte altre sedie sono predisposte per ognuno di voi, prendete il vostro posto.

Ora che siete seduti potete rivolgere lo sguardo alla piattaforma davanti a voi, ai piedi di essa noterete una fontana che accoglie una sfavillante Fiamma Viola di Trasformazione.

Al centro della piattaforma, si trova la fiamma bianca della purificazione, essa è luminescente ed è alimantata dal grande cristallo generatore appeso all'apice della Piramide.

La fiamma viene nutrita dalla Pura Essenza del Creatore Supremo e viene offerta in dono a tutti coloro che sono pronti e desiderosi di partecipare a questo regalo Divino.

Ora focalizzate dinnanzi alla vostra mente tutto quello che blocca la connessione al cuore, lasciate andare la paura, la rabbia, i sensi di colpa, l'odio, il rancore e tutto quello che vi allontana dalla vostra anima di luce.
Osservate la loro formazione simbolica nelle vostre mani.

Ora alzatevi dalla sedia e portate verso la piattaforma quello che volete sciogliere, gettate tutto nel Fuoco Viola della Trasformazione.
Ora ripetete interiormente con il cuore:


IO mi benedico e mi libero al fine di poter essere trasformato
in un più alto stato dell'Essere
COSI' SIA E COSI' E'


Ora potete entrare al centro della piattaforma nella Fiamma del Creatore.
Sentitevi avvolti dall'Essenza di Amore del Creatore dal cuore del Tutto e di tutto Ciò che E'.
Vi sentite amati, sereni e tranquilli.
Riceverete la perfetta quantità di Forza di Vita, di Amore e di Luce di cui necessitate per avanzare nella vostra via con facilità e grazia.

Sentitevi pieni d'Amore nel profondo del vostro cuore e del vostro Essere.
Ora ripetete interiormente con il cuore:


IO SONO pronto ora a ricevere la quantità più grande di Luce del Creatore
che IO SONO capace di contenere.
IO affermo di voler usare questo dono per il mio massimo bene
e per il massimo bene di tutto.
COSI' SIA E COSI' E'


Bene, ora uscite dalla Fiamma dello Spirito e risedetevi sulla vostra sedia di cristallo. Respirate lentamente la raffinata aria dello Spirito, espirate lentamente Luce e Amore dal vostro cuore.
Fatelo alcune volte...

Ora rimanendo tranquilli integrate il dono del "Nuovo Voi".
Ricordate gli Arcangeli in questo sacro spazio, sono sempre con voi, chiamateli e vi raggiungeranno.
Parlategli come se fossero dei vostri vecchi e cari amici ed essi vi risponderanno.
Non avete bisogno di nessun intermediario, poiché avete la diretta connessione con ogni Essere degli alti reami.
Chi vorreste che vi raggiungesse in questo spazio sacro?
Chiamate, ed essi verranno per sedersi con voi.
Potrete anche emettere un richiamo verso la famiglia della vostra anima al fine di raggiungervi in questo "Luogo di Riunione".
Se lo ritenete giusto, chiedete alle vostre Sopra-Anime e alle altre sfaccettature del vostro Essere di raggiungervi per integrarsi con voi.
Appena imparate a lasciare andare ogni vostra imperfezione dentro la Fiamma Viola, farete sì che sempre più Luce ed energia del Creatore venga integrata nel vostro Sé.

Lentamente ritornate con la vostra coscienza al centro del vostro cuore integrando questo dono dello Spirito.
Continuate a repsirare, a meditare, a sentire e a integrare.
Ora ringraziate gli Arcangeli e le vostre guide per l'aiuto che oggi vi hanno donato.
Alzatevi dalla sedia di cristallo ed uscite dalla Piramide di Luce.



MITE O AGGRESSIVO? CARNIVORO O VEGETERIANO ?

MITE O AGGRESSIVO?



CARNIVORO O VEGETARIANO?




Traggo da un testo di Max Heindel, "Insegnamenti di un iniziato", delle pagine significative anche per l'uomo di oggi, nonostante siano state scritte alla vigilia della Prima guerra mondiale! 
Prendete il primo capoverso: sembra scritto ieri, date le condizioni in cui si trova l'umanità attualmente, ove lo spettro della guerra si aggira ancora per il mondo, più nefasto e terribile che mai. 
Attraverso un breve excursus delle varie epoche che videro l'uomo stabilire il suo primato sulla Terra tra gli esseri viventi, il nostro autore spiega come e quando si sia arrivati alla dieta carnea e all'introduzione del vino nell'alimentazione umana e come ciò abbia innescato un processo di aggressività e violenza tra le popolazioni che più ne fecero uso, sino ad arrivare alla civiltà occidentale odierna, ove l'abuso di alcool e della dieta carnea rappresenta, a livello endemico, un fattore scatenante di violenza e aggressività.

Dinaweh  



PACE SULLA TERRA

di Max Heindel

Un mondo stanco di guerra, rosso per il sangue di milioni di vittime, con la speranza nell'avvenire, con il fiore della gioventù in piena vitalità, questo mondo geme agonizzante, implorando la pace, non un armistizio, non una temporanea cessazione delle ostilità, ma una pace duratura. Questo mondo si sforza di conseguire questo fine così ardentemente desiderato. Purtroppo, per la sua cecità e per l'ignoranza della grande causa fondamentale della crudeltà dei popoli, a mala pena nascosta da un leggero strato di civiltà (prima che si manifestasse sotto forma di vulcano distruttore, cosa di cui siamo stati recentemente testimoni e di cui oggi ci lamentiamo) si rivolge alla sicurezza armata.

Finché non sarà compreso il rapporto esistente tra alimentazione e natura umana e finché questa conoscenza non sarà impiegata nel domare le passioni, fino all'estirpazione della crudeltà, non potrà esservi una pace durevole. Nei tempi remoti della nostra esistenza, quando l'uomo in formazione operava in armonia con le direttive delle Gerarchie Divine che lo guidavano nel sentiero evolutivo, l'alimentazione fornitagli era tale da sviluppare i diversi veicoli in modo sistematico e ordinato. Con il tempo, questi veicoli sarebbero migliorati sino a diventare uno strumento composito, utilizzabile come tempio dello spirito interiore, che avrebbe potuto, da allora, entrarvi e apprendere le lezioni della vita, attraverso una serie di rinascite in corpi terrestri, di natura sempre più perfezionata e pura.

Si possono indicare cinque grandi fasi, o epoche, nel corso di questo viaggio progressivo dell'uomo sulla terra.
Durante la prima epoca, l'Epoca Polare, l'uomo possedeva solo un corpo denso, simile ai nostri minerali; esso era formato di sostanze minerali; perciò la Bibbia afferma che Adamo fu plasmato con la polvere della terra.
Nella seconda epoca, o Epoca Iperborea, fu aggiunto un corpo vitale, così che l'uomo in formazione era costituito come le piante attuali; non era una pianta, ma era simile a una pianta. Caino, l'uomo di quel tempo, è raffigurato come un agricoltore; la sua alimentazione proveniva esclusivamente dai vegetali, in quanto le piante contengono molto più etere di qualsiasi sostanza.
Nella terza fase, o Epoca Lemurica, l'uomo sviluppò un corpo del desiderio, veicolo passionale suscettibile di emozioni; aveva, allora, una costituzione simile a quella degli animali. In quel tempo, alla sua alimentazione fu aggiunto il latte, perché questa sostanza è più facilmente utilizzabile dalle emozioni. Abele, l'uomo di quel tempo, è descritto come un pastore, ma non è detto che uccidesse per nutrirsi; la Bibbia parla di Nemrod, l'uomo di quel tempo, come di un abile cacciatore.
Con l'uso di questi diversi alimenti, l'uomo scese sempre più profondamente nella materia; il suo corpo eterico primitivo costruì uno scheletro interno e l'uomo divenne solido; contemporaneamente, però perse gradualmente la percezione spirituale. Ma il ricordo delle condizioni celesti rimaneva in lui; egli si rendeva conto di essere esiliato dalla sua vera casa, il mondo celeste.
Per fargli dimenticare quelle reminiscenze e costringerlo ad applicarsi totalmente alla conquista del mondo materiale, nel corso della quinta epoca, o Epoca Ariana gli si aggiunse un nuovo alimento, il vino.

Proprio per l'uso di quel falso spirito, che è l'alcool, fatto nei millenni trascorsi da quando l'uomo è uscito dall'Atlantide, le razze umane più progredite sono anche le più atee e materialiste. L'ebbrezza regna sovrana e per quanto una persona possa affermare, con assoluta sincerità, di non aver mai assaggiato un liquore in tutta la sua vita, è tuttavia certo che il corpo in cui si trova proviene da antenati che, per millenni, si sono abbandonati all'uso di bevande alcoliche, in proporzioni che non avevano limiti. Questa è la ragione per cui gli atomi, che compongono attualmente i corpi occidentali, sono incapaci di vibrare al grado necessario per la conoscenza dei mondi invisibili, come invece era possibile prima, quando il vino non era ancora stato aggiunto all'alimentazione umana. Così pure, per quanto attualmente un fanciullo possa essere allevato con un regime esente da carne, egli avrà sempre la natura crudele dei suoi antenati, divoratori di carne da milioni di anni, anche se in proporzione inferiore rispetto a coloro che persistono nel regime carneo. L'effetto di questa alimentazione carnea, data all'uomo in formazione, è perciò profondamente radicato anche in chi non ne fa più uso.

Non c'è da stupirsi, pertanto, se coloro che continuano a cibarsi di carne e vino ricadono, in certi momenti, nella più empia efferatezza e fanno sfoggio di una ferocia non frenata da quei sentimenti superiori che si pretende siano stati sviluppati nel corso di secoli di sedicente civiltà. Finché l'uomo continuerà a far uso dello spirito ingannatore e falso dell'alcool, non potrà esservi pace duratura sulla terra. La crudeltà innata di queste sostanze si manifesterà a intervalli e annullerà anche i propositi più altruistici e idealistici, in un vortice di efferatezza sempre crescente, proporzionata all'evoluzione dell'intelletto umano, che consente di concepire, con la padronanza della mente, metodi distruttivi ancor più diabolici di quelli sinora conosciuti.

Non ci sembra necessario dimostrare che la recente guerra è stata molto più distruttiva di tutti i precedenti conflitti riportati dalla storia; la lotta era condotta dal cervello dell'uomo e non dalle sue braccia. L'abilità impiegata, in tempo di pace, per imprese costruttive, è stata messa al servizio della distruzione, e si può affermare che se una nuova guerra dovesse scoppiare nei prossimi cinquanta o cento anni essa potrebbe anche spopolare la terra. La pace perenne è, perciò, una necessità assoluta dal punto di vista della preservazione di noi stessi e nessuno, uomo o donna, pensante e raziocinante, può respingere, senza averla prima giudicata, una teoria che tende a rendere impossibile la guerra, anche se, finora, siamo stati abituati a considerare tale teoria un'utopia o una chimera.

Si hanno molte prove che il regime carneo incoraggia la crudeltà; la mancanza di spazio ci impedisce di approfondire appieno questo aspetto del problema. Possiamo, tuttavia, citare come esempio, la ferocia degli animali da preda e la crudeltà degli Indiani d'America, divoratori di carne. D'altra parte, la forza prodigiosa e la natura docile del bue, dell'elefante e del cavallo, dimostrano quale è l'effetto di un regime erbivoro sugli animali; le nazioni pacifiche dell'Oriente sono un'ulteriore prova dell'esattezza degli argomenti contrari al regime carneo; prova che non può essere efficacemente contraddetta. La carne, in quanto alimento, ha incoraggiato, nel passato, una certa abilità di genere inferiore ed ha avuto un preciso motivo nella nostra evoluzione. Ci troviamo adesso alla soglia della nuova Era, in cui, il sacrificio di se stessi e il servizio faranno fiorire l'accrescimento spirituale dell'umanità. L'evoluzione dell'intelletto ci porterà una profonda saggezza, superiore alle nostre più grandi concezioni; ma, prima che ci venga affidata una simile saggezza, noi dobbiamo diventare inoffensivi quanto la colomba, altrimenti potremmo rivolgerci verso fini distruttivi ed egoistici, che costituirebbero una minaccia inconcepibile per il nostro prossimo. Per evitare un fatto del genere, deve essere assolutamente adottato il regime vegetariano.

Vi sono peraltro vegetariani e vegetariani: attualmente, in Europa, le condizioni economiche sono talil che molte persone si astengono dal consumo della carne. Esse non sono però dei veri vegetariani, perché desiderano ardentemente un piatto di carne e questa rinuncia è da loro considerata una dura privazione e un enorme sacrificio. 
Ovviamente col tempo esse vi si abitueranno; tra molte generazioni, diventeranno più docili e comprensive, ma evidentemente, oggi, esse non costituiscono il genere di vegetariani di cui abbiamo bisogno. Ve ne sono altre che si astengono dalla dieta carnea a cagione della salute; il loro movente è egoista e, probabilmente, molte di esse la desiderano; la loro attitudine mentale non è ancora pronta a rinunciare rapidamente alla crudeltà.
Vi è infine una terza categoria, che capisce che ogni vita appartiene a Dio e che non è bene causare sofferenze a un essere sensibile, così che, per pura compassione, si astiene dal mangiare carne. Queste persone sono veramente vegetariane; è evidente che non potrebbe mai scoppiare una guerra mondiale con esseri dotati di simile atteggiamento mentale; i veri Cristiani, perciò, dovrebbero astenersi da tale alimento, per i motivi suddetti. Solo allora la pace in terra e la buona volontà tra gli uomini diverrebbero una realtà incontestabile e i governi sarebbero costretti a trasformare le spade in vomeri e le lance in falci, cessando di procurare morte, dolore e sofferenza, e diventando invece promotori di cita, d'amore e di felicità.
La nostra stessa salvezza, quella dei nostri figli e di tutta la razza umana ci richiedono di ascoltare la voce di Ella Wheeler Wilcox, la cui poesia è un vibrante appello in favore di quelle mute creature che dovrebbero essere da noi protette:

Io sono la voce di coloro che non possono parlare; 
per mio mezzo, il muto parlerà, 
fino a che il sordo orecchio del mondo 
finirà con l'ascoltare 
Le ingiustizie subite dal debole privo di parola. 
La stessa forza, che ha modellato il passero, 
ha formato anche l'uomo, il re. 
Il Dio del Tutto 
donò una scintilla animica 
ad ogni essere coperto di pelliccia o di piuma. 
Ed io sono il guardiano di mio fratello; 
e combatterò battaglie, 
e pronuncerò la parola 
per le bestie e per gli uccelli, 
finché il mondo non attuerà la giustizia.




Max Heindel,  Insegnamenti di un iniziato, ed. del Cigno, 1997, pp.87-93.



domenica 12 febbraio 2017

MATERIA e SPIRITO - SPIRITO e MATERIA

MATERIA e SPIRITO


SPIRITO e MATERIA


La natura della creazione

La materia non esiste nel modo in cui solitamente noi ce la raffiguriamo; essa esiste, tuttavia, come illusione cosmica. Per liberarsi dell'illusione è necessario conoscere un metodo ben preciso. Non si può curare un drogato in un batter d'occhio. La coscienza materiale si impadronisce dell'uomo attraverso la legge dell'inganno, legge che l'uomo non può superare se non apprendendo e seguendo la legge opposta, quella della verità.
Lo Spirito è divenuto materia attraverso una serie di processi di materializzazione: la materia dunque procede dallo Spirito e non può essere differente da esso che ne è la causa. La materia è una espressione parziale dello Spirito; è l'infinito che ha l'apparenza del finito, l'Illimitato che appare limitato. Ma poiché la materia non è che Spirito in un una sua ingannevole manifestazione, la materia non esiste di per sé.



Coscienza e materia

All'inizio della creazione lo Spirito, fino allora immanifesto, proiettò due nature: coscienza e materia. Esse sono le sue due espressioni vibratorie. La coscienza è una vibrazione più densa dell'unico Spirito trascendente.
La coscienza è la vibrazione dell'aspetto soggettivo dello Spirito e la materia lo ì del suo aspetto oggettivo. Lo Spirito, quale Coscienza Cosmica, è potenzialmente immanente nella materia vibratoria oggettiva e si manifesta soggettivamente, come coscienza presente in tutte le forme create. Questa coscienza raggiunge la sua più alta espressione nella mente umana, con le sue innumerevoli ramificazioni di pensiero, sentimento, volontà e immaginazione.

La differenza fra materia e Spirito consiste nel diverso ritmo vibratorio: si tratta di una differenza di grado, quindi, non di sostanza. Questo punto potrà essere chiarito dall'esempio seguente. Benché tutte le vibrazioni siano qualitativamente uguali, le vibrazioni che vanno dai 16 ai 20.000 cicli al secondo sono abbastanza dense da poter essere percepite dall'udito umano; le vibrazioni al di sotto dei 16 e al di sopra dei 20.000 cicli sono invece gradualmente inudibili. Tra le vibrazioni udibili e quelle inudibili non c'è differenza essenziale, sebbene esista una differenza relativa.
Mediante il potere di maya, l'illusione cosmica, il Creatore fece apparire le manifestazioni della materia talmente distinte e dettagliate, da spingere la mente umana a credere che esse non abbiano alcun rapporto con lo Spirito.

Parahamansa Yogananda



Con queste parole Parahamansa Yogananda chiarisce definitivamente la sottile linea di confine che esiste tra Materia e Spirito, indicando il carattere relativo e non sostanziale della differenza tra i due. L'una (materia) procede dall'altro (Spirito) in una soluzione di continuità che soltanto una coscienza poco acuta non saprebbe cogliere. Del resto, quando dice che un drogato non può esser guarito in un batter di ciglio, ci dice che anche per "acuire" tale visione e stato di consapevolezza, occorre un certo periodo di tempo, un certo sforzo, senza il quale saremmo sviati dall'ingannevole manifestazione della materia come se essa soltanto fosse l'unico ed esclusivo oggetto di tutta la nostra considerazione. Ma, poiché la materia non è altro che la manifestazione ingannevole dello Spirito, essa di per sé non esiste. O meglio, esiste nella dimensione della Terra, tridimensionale ove tutto si svolge e si dipana ad una velocità vibrazionale ridotta e condensata, tale che si ha l'impressione di essere ostaggi di un tempo e di uno spazio percepiti come "finiti" e "solidi". E' dunque dall'invisibile che procede il visibile; dall'immanifesto che si genera il manifesto. Come potrebbe altrimenti essere? Così come dalla mente dell'architetto viene immaginata l'edificazione di un palazzo, prima di essere trasferita sulla carta o disegnata sul monitor di un computer, fino alla sua completa realizzazione nella materia, allo stesso modo dai mondi invisibili si crea la realtà così come siamo abituati a concepirla: un insieme ordinato di spazi, di pieni e di apparentemente vuoti che si susseguono e si intrecciano tra loro in un ordine perfetto, a formare la consistenza solida ed espansa delle cose nello spazio-tempo. Ma la natura dell'ingombro è essa stessa alimentata e costituita dello stesso soffio vitale invisibile, senza il quale ogni cosa o essere vivente collasserebbe e imploderebbe su se stessa. 

Ciò è palese nel caso di un corpo umano o animale, appena dopo il decesso. Esso, che solo un attimo prima era inabitato e mosso dal soffio vitale, dopo aver esalato l'ultimo respiro, si presenta totalmente privo di vitalità e movimento. Si dice: è morto! Eppure la silhouette di quel corpo è la stessa, uguale e identica a quella di un momento prima della morte. 
Soltanto al termine del ciclo vitale lo Spirito evade dalla materia, per ritornare alla fonte da cui è provenuto, mentre fino ad allora esso vibra e sostanzia tutte le cose create e gli esseri viventi che popolano i pianeti. Sulla Terra che vibra alla terza dimensione, il gap tra lo Spirito e la Materia appare più evidente poiché, rispetto a quei mondi ove la sostanzialità della parte spirituale è prevalente su quella materiale, la fenomenologia della materia prevale su quella dello Spirito, addirittura annebbiando e confondendo le menti degli uomini, i quali sono convinti - per lo più - che tutto si esaurisca sul piano delle forme (materiale), cui attribuiscono l'unica sostanza (in realtà sarebbe più corretto definirla "vacuità", in quanto priva di sostanza) per la quale valga la pena vivere.

Dinaweh


CHE SIA BENEDETTA



CHE SIA BENEDETTA





Il mio omaggio ad una donna e ad un'artista che merita il plauso per ciò che dimostra di essere, da sempre, anche grazie alle parole
scritte da un'altra autrice, brava, bravissima. Si chiama Erika Mineo
classe 1984, in arte AMARA 
e molti di voi forse la conosceranno già, da un'edizione passata di Sanremo.

Non è mai capitato in vita mia di "guardare Sanremo". 

Sarà che sto rincretinendo, sarà che mano a mano che si cresce, si riesce a scorgere di più la bellezza in ogni anfratto apparire,
laddove essa si posa, senza più giudizi o preconcetti di sorta...

Credo che migliore interprete di questa canzone non poteva essere che  FIORELLA MANNOIA.

 Bene infatti la rappresenta, dimostra di sé i luoghi più splendenti della sua anima, della sua sensibilità.

E ora godetevi questa bella e simpatica intervista

di Red Ronnie ad AMARA.
Anime antiche rivestono giovani corpi.

Ecco qui sotto i bellissimi versi che Sri Aurobindo dedicava alle Vecchie anime che stanno scendendo sul pianeta...  








Li ho visti attraversare il crepuscolo di un'epoca,
bambni dagli occhi di sole di un'alba meravigliosa, 
creatori grandiosi con profonde fronti calme, immensi distruttori delle barriere del mondo,

operatori nelle miniere degli Dei…
gli architetti dell’immortalità.
Sono venuti nella decaduta sfera umana,
volti che ancora indossavano la gloria dell’immortalità…
corpi resi meravigliosi dalla luce dello spirito…

portatori della coppa dionisiana della gioia,
le labbra impegnate a cantare uno sconosciuto anatema dell’anima, l’eco dei piedi nei corridoi del Tempo. Alti sacerdoti di saggezza, dolcezza, potenza e beatitudine;
scopritori della bellezza delle vie soleggiate…
la strada che apron, un giorno cambierà la sofferenza della Terra 
e giustificherà la luce sul volto della Natura.



Sri Aurobindo 


IL GESU' DIMENTICATO


IL GESU' DIMENTICATO




Voglio portare alla conoscenza dei lettori del blog questo testo (quasi del tutto sconosciuto) che per la maggior parte nulla sanno degli anni che Gesù visse in India, sottaciuti dall'establishment cattolico; anni che oltretutto rappresentano quasi la vita intera del Maestro, se consideriamo che furono soltanto gli ultimi tre quelli della sua predicazione pubblica in terra di Palestina! 
Le parole di introduzione al testo - qui da me esattamente riportate - sono di Fosco Del Nero, ricercatore spirituale del nostro tempo, di cui potrete trovare diversi suoi libri, tra i quali "Il significato esoterico dei Vangeli". 
In fondo alla sua scrupolosa recensione al testo di Holger Kersten  ho pensato di produrre una "Bibliografia essenziale" al tema del Gesù dimenticato (si tratta dei testi che personalmente ho avuto modo di leggere e approfondire), con tanto di immagini di copertine per facilitarvì la ricerca in libreria oppure online sui siti dedicati, qualora foste interessati ad approfondire di persona l'argomento. 

Un ultimo spunto di riflessione: il più amato e apprezzato da me personalmente è senz'altro quello che troverete nella lista indicato per ultimo. E' un vero e proprio cammino iniziatico quello che Jeshua ben Youssaf, diventato Cristo, descrive dei suoi anni dimenticati e sono sicuro che susciterà in chi sceglierà di leggerlo un salto di coscienza dal quale non potrà che trarne beneficio, immense benedizioni e, forse, non essere più la stessa persona! 

Dinaweh





La vita di Gesù in India tecnicamente  non   è  un libro di miglioramento personale, bensì  un  testo di saggistica contenente in  cui  confluiscono  diversi campi: storia, religione, persino chimica.
Il libro di Holger Kersten tuttavia ha una sua importanza, a mio avviso, sia come test sulla propria apertura mentale (quanti fedeli di una qualsivoglia religione hanno il coraggio di mettere in discussione i suoi dogmi e informarsi in modo indipendente da quello che vien loro detto dal pulpito… o in televisione?), sia come strumento di conoscenza.
Anche perché va ad analizzare la vita di uno degli uomini che hanno influito maggiormente sulla storia dell’umanità: Gesù Cristo.
O, perlomeno, sugli ultimi 2.000 anni di storia dell’umanità, visto che delle decine (centinaia, milioni) di migliaia di anni precedenti sappiamo quasi nulla.
Da La vita di Gesù in India vi propongo dunque alcuni spunti, in modo che possiate farvi un’idea del testo ed eventualmente acquistarlo se di vostro gradimento. Il primo brano proposto attiene alla differenza tra cristianesimo e paolinesimo.
“Inoltre quello che oggi viene chiamato cristianesimo è in ogni caso non tanto la parola di Cristo ma qualcosa d’altro: è il paolinesimo, perché la dottrina che oggi noi conosciamo si basa in tutti i suoi punti principali non sul messaggio di Gesù, ma sull’insegnamento di Paolo, che è completamente diverso. Il moderno cristianesimo si diffuse soltanto quanto il paolinesimo fu dichiarato religione di stato.
Manfred Mezger cita il teologo protestante svizzero Emil Brunner su questo argomento: ‘Emil Brunner ha affermato che la Chiesa è un fraintendimento. Partendo da una chiamata, è stata costruita una dottrina; da una libera comunione, una corporazione legalizzata; da una libera associazione, una macchina gerarchizzata. Si può dire che è diventata, in tutti i suoi elementi e nella sua disposizione complessiva, l’esatto opposto di quello che si intedeva inizialmente’.
Una persona appare in un tempo di oscurità, portando un messaggio pieno di speranza, un messaggio di amore e benevolenza, e cosa ne fa la gente di tutto questo? Lo fanno diventare documentazione, discussioni, cause di contese e di commerci! Gesù si sarebbe augurato veramente una qualunque di quelle cose che più tardi apparirono in suo nome? Sarà ben difficile. Durante la sua vita in Palestina mostrò con grande evidenza il suo disaccordo con la chiesa ufficiale (ebraica), prendendo le distanze dalle autorità, dalle scritture e dalle leggi della chiesa, dalla sua insistenza nel preservare sottigliezze verbali con interpretazioni conflittuali, dalla sua contorta gerarchia, dall’idolatria e dal culto che vi erano associati.
Gesù cercò di creare un legame immediato fra Dio e l’umanità, non di istituire canali burocratici attraverso i quali occorresse passare. Ma la voce di Gesù non è più arrivata fino a noi in modo così naturale e diretto. L’accesso ai suoi insegnamenti si ottiene soltanto attraverso la mediazione di una gerarchia privilegiata… Gesù è stato rimaneggiato, monopolizzato, codificato. Man mano che una fede vera e viva è scomparsa, è stata sostituita da credenze ristrette e rigidamente dogmatiche; l’amore per il prossimo e la tolleranza che Gesù aveva insegnato sono stati sostituiti da un fanatismo che si autogiustifica. Le contese su cosa possa esattamente definirsi come la “vera” fede hanno lasciato un’ampia scia dì infelicità, di litigi e di sangue lungo la storia delle cheise cristiane.”
Ora vediamo un passo su una delle tante somiglianze tra l’insegnamento di Gesù e il buddhismo.
“C’è una particolare storia che rappresenta forse il parallelo più sorprendente di tutti fra i più antichi testi buddhisti e il Nuovo Testamento. In termini cristiani è la parabola della monetina della vedova. Secondo la versione buddhista, si narra di un’assemblea religiosa alla quale viene richiesto ai fedeli di fare una donazione in denaro. I membri più ricchi della congregazione offrono con generosità e in moneta pregiata. C’è però una povera vedova, che possiede in totale solo due monetine, ed essa le dona generosamente entrambe, e con piacere. Il sacerdote presente si accorge del suo nobile gesto e la elogia pubblicamente per questo, mentre non accenna affatto alle altre donazioni.
Il passaggio corrispondente del Vangelo di Marco così racconta l’episodio simile: “E Gesù, sedendosi di fronte al tesoro, guardava come la folla gettava monete nel tesoro: e molti ricchi ne mettevano assai.
E venne una povera vedova che mise due spiccioli, equivalenti a un quadrante.
Chiamati a sé i suoi discepoli, Gesù disse loro: ‘In verità vi dico, questa povera vedova ha messo più di tutti gli altri nel tesoro: poiché tutti vi hanno messo del loro superfluo, questa invece, nella sua indigenza, ha messo tutto cià che possedeva, tutto ciò che aveva per vivere’”.
Oltre al fatto che il tema di base è identico in entrambe le versioni, ci sono alcune coincidenze di dettaglio che colpiscono in modo particolare. In entrambe le versioni la storia riguarda una vedova, entrambe parlano di offerte ad un’assemplea religiosa ed i persone ricche presenti, in entrambe la vedova offre tutto quello che possiede, per la precisione due monete, e per questo viene lodata da qualcuno che apprezza il suo sacrificio molto di più delle donazioni dei ricchi. Le due versioni sono così uguali, che riesce difficile credere che la più recente (quella cristiana) sia stata inventata in modo del tutto indipendente dalla più antica (quella buddhista).
I paralleli tra il buddhismo e il cristianesimo sono evidenti non solo nelle parole e nelle azioni dei rispettivi fondatori, ma anche in altri aspetti delle due religioni.”
A proposito di parallelismi tra cristianesimo e buddhismo, leggiamo qualcosa riguardo alla dottrina della reincarnazione.
“La reincarnazione viene citata in modo molto specifico parecchie volte nel Nuovo Testamento, anche se questi riferimenti sono molto spesso ignorati o nascosti (probabilmente in modo intenzionale). La credenza nella reincarnazione era un fatto naturale nelle prime comunità cristiane, fino a quando divenne vittima di uno storico errore perpetrato nel Concilio Ecumenico di Costantinopoli nell’anno 533 d.C. Dichiarata eretica, è da allora rimasta bandita dalla dottrina ‘cristiana’ fino ad oggi.
L’idea della rinascita era ampiamente diffusa attraverso tutto il mondo greco-romano dall’antichità classica. Il grande filosofo e matematico gredo Pitagora (570-496 a.C circa), un contemporaneo di Buddha, era un grande sostenitore della trasmigrazione delle anime, e ci sono anche alcune leggende che parlano dei suoi viaggi in India. Anche Platone (427-347 a.C.) era un seguace della reincarnazione, e la rinascita ha un ruolo centrale pure nella filosofia degli stoici. I poeti romani Virgilio e Plutarco, contemporanei di Gesù, pensavano che le anime delle persone che erano in qualche modo legate al mondo fisico della carne sarebbero rinate in un nuovo corpo quando il vecchio corpo giungeva alla morte.
Nel Nord Africa antico, in Asia Minore e nel Medio Oriente, dall’Anatolia e dall’Egitto alla Persia, le nozioni di rinascita e trasmigrazione delle anime erano date per certe. L’Antico Testamento contiene chiari esempi della credenza in una rinascita dell’anima in un altro corpo. Secondo il salmo 90:3, Dio ‘riduce l’uomo a polvere e dice: tornate, figli dell’uomo’. Friedrich Weinreb inoltre interpreta un passaggio del Libro di Giona come la descrizione di una reincarnazione regressiva in forma di bestiame, e parla anche di una reincarnazione di Nimrod. Weinreb spiega il concetto ebraico del Dio-anima nshamah, lo spirito divino perfetto ugualmente presente in tutti gli umani, e di cui certi aspetti caratteristici hanno un’apparizione di quando in quando.
Attorno all’anno 30 d.C. gli ebrei ben conoscevano la dottrina delle trasmigrazione delle anime, che essi chiamavano gilgal (ruota, ciclo).
[…] Il Vecchio testamento in realtà finisce con una profezia (fatta attorno all’870 a.C.) che annuncia la reincarnazione di Elia: ‘Ecco, io vi manderò Elia il profeta, prima che venga il grande e terribile giorno del Signore’ (Malachia 4:5).
[…] Fu Gesù stesso ad affermare più tardi che Giovanni Battista era Elijah/Elias: ‘Perchè questo è colui di cui fu scritto: Ecco, io mando il mio messaggero dinanzi a te, per prepararti dinanzi la via. In verità vi dico: fra i nati di donna non è apparso uno più grande di Giovanni il Battista: e tuttavia il più piccolo del regno dei cieli è più grande di lui. Poiché fino a Giovanni hanno fatto profezie tutti i profeti e la legge. E se volete capire, è lui Elia che doveva venire’ (Matteo 11:10-11, 13-14).
[…] E i discepoli chiesero a Gesù: ‘Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?’. E Gesù rispose e disse loro: ‘Sì, Elia deve venire a rimettere tutto in ordine. Vi divo però che Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto, ma lo hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell’Uomo dovrà soffrire molto per causa loro’. Allora i discepoli capirono che aveva loro parlato di Giovanni il Battista (Matteo 17:10-13).
[…] I seguaci di Gesù sapevano che Gesù era una reincarnazione, ma non erano ancora sicuri della sua identità e tentavano parecchi suggerimenti. Gesù stesso non dà risposta diretta alle varie ipotesi, ma conferma indirettamente le idee dei discepoli incoraggiando la loro curiosità: ‘Ma voi chi dite che io sia?’. Nel Nuovo Testamento (Matteo 14:1-2, 16:13-14, Marco 6:14-16, Luca 9:7-9) ci sono anche significative descrizioni delle congetture di varie persone, compreso Erode, sul quesito di quale anima Gesù fosse la reincarnazione. Tutti questi passaggi provano in modo certo che la reincarnazione era una credenza largamente diffusa in quel tempo. Secondo Giuseppe Flavio, i farisei credevano nel ‘potere di coloro che ritornano alla vita’.
Nel racconto di Gesù che guarisce un uomo cieco dalla nascita (Giovanni 9), i discepoli chiedono espressamente: ‘Maestro, chi ha peccato, quest’uomo o i suoi genitori, poiché è nato cieco?’. L’idea che qualcuno poteva essere nato cieco a causa di peccati commessi prima comporta naturalmente la conseguenza di una vita precedente e di una conseguente rinascita.”
Ancora sui collegamenti tra il cristianesimo vero, delle origini, e altre dottrine.
“Malgrado la continua e persistente negazione di ogni collegamento fra i primi cristiani e gli gnostici da parte delle autorità storiche della chiesa cristiana, resta il fatto incontestabile che un certo numero di concetti teologici che sono venuti a far parte della dottrina ortodossa della chiesa di Roma hanno avuto origine in realtà all’interno della cultura gnostica che aveva sede in Alessandria, dove hanno vissuto e lavorato i primi grandi teologi cristiani, Clemente (circa 150-214 d.C.) e Origene (circa 185-254 d.C.).
È stato provato che Clemente di Alessandria aveva familiarità non solo con la cultura spirituale dell’India, ma anche conlinsegnamento del Buddha. Il suo pensiero sulla trasmigrazione delle anime parla da solo: ‘Noi esistiamo da prima della fondazione del mondo; noi che eravamo già presenti anche prima di allora attraverso il nostro essere in Dio; noi, le creature a cui è data la conoscenza del Logos divino, attraverso il quale noi siamo più antichi… Poiché, come ciascuna nascita segue la precedente, noi veniamo portati in progressione graduale verso l’immortalità’.
L’allievo e successore di Clemente fu Origene, il fondatore della teologia cristiana sistematica: uno dei suoi maestri fu un individuo misterioso chiamato Ammonio Sakkas, o Ammonio il Saka. I Saka erano un popolo dell’India del nord, e i precedenti indiani di Ammonio sono al di fuor di ogni dubbio.
Così, il teologo principale del primo cristianesimo dopo Agostino era l’allievo di un monaco buddhista dell’India, e molte delle immagini e delle metafore che usa nelle sue opere teologiche potrebbero essere viste come prese direttamente dal buddhismo.
[…] Due passaggi dei suoi scritti sono sufficienti a dimostrare la sua convinzione nell’esistenza dell’anima prima della nascita e nell’influenza delle zioni compiute in precedenza: ‘Ciascuna anima entra in questo mondo rafforzata dalle vittorie o indebolita dagli errori della sua vita precedente. Il suo posto in questo mondo è stabilito da quello che ha guadagnato o perduto’.
Affermazioni simili vengono fatte da molti altri teologi cristiani nel periodo precedente al Concilio di Costantinopoli del 553 d.C. Uno di questi è stato Gregorio di Nyssa (circa 334-391): ‘L’anima ha bisogno di intraprendere una specie di processo di guarigione per essere purificata dalle macchie causate dal peccato nella vita attuale, la virtù è il rimedio applicato per guarire queste ferite. Se queste restano incurabili nella vita attuale, allora il trattamento di guarigione deve cntinuare in una vita futura’.”
Finiamo questo breve viaggio nel libro di Holger Kersten con raffronto finale tra gli insegnamenti di Gesù e il cristianesimo come emerso dall’opera di diffusione di Paolo.
“Molti fedeli cristiani potrebbero obiettare che con gli argomenti che ho esposto in questo libro tolgo al cristianesimo un elemento essenziale, che da solo può dare speranza e conforto: la redenzione dal peccato (che è causa della sofferenza del mondo), ottenuta tramite la morte sacrificale sostitutiva di Gesù Cristo, per tutti coloro che riconoscono il suo insegnamento.
Ma proprio questa forma della dottrina della salvezza del cristianesimo tradizionale, tratta quasi esclusivamente dall’opera di Paolo, non è mai stata predicata da Gesù. È Paolo che ha insegnato che l’intera funzione di Gesù è incentrata sulla sua morte sacrificale, e che attraverso lo spargimento del suo sangue egli ha assolto i fedeli dai loro peccati e li ha liberati dalla confusione e dalla dominazione di Satana. In effetti, Paolo non ha ritrasmesso una sola sillaba degli insegnamenti diretti di Gesù nelle sue epistole, né ha riportato una sola delle sue parabole. Invece, egli ha costruito una filosofia sua personale sulla base della sua comprensione (o del suo fraintendimento) dell’insegnamento di Gesù.
Paolo insiste sul fatto che a causa del peccato di Adamo tutte le persone sono soggette alla collera di Dio fin dall’inizio (vedi Efesini 2:3), e sono perdute denza eccezione (Romani 5:18, Prima ai Corinzi 15:18), perché tutti sono soggetti al peccato (Romani 3:9, Galati 3:22, Colossesi 2:14). Dio ha emesso il suo giudizio di condanna contro tutta l’umanità (Romani 5:16).
Al contrario della buona novella portatà da Gesù, Paolo ha dato messaggi oscuri e paurosi, dalla minaccia dei quali solo lui può mostrare la via di salvezza. E questa via di uscita fu la salvezza dell’umanità attraverso la morte sacrificale di Cristo (Romani 5:18). E nella lettera ai Colossesi egli descrive Gesù come ‘Colui che ha cancellato il nostro certificato di debito, che in tutti i punti era contro di noi, e lo tolse di mezzo inchiodandolo alla croce’ (Colossesi 2:14).
Ma la cosa peggiore sulla dottrina della salvezza secondo Paolo è l’affermazione che l’individuo non può contribuire per niente alla propria salvezza nella sua miserevole vita: non attraverso qualsiasi opera buona, non attraverso qualunque cambiamento di vita comunque sia per il meglio, può l’individuo giustificare il suo essere salvato e riconciliato con Dio (Romani 3:24, 9:16, Prima ai Corinzi 1:29, Galati 2:16).
Perché secondo Paolo è esclusivamente la grazia di Dio che ci porta alla salvezza (Efesini 2:8-9).
[…] Al contrario, ciascuna persona, per quanto possa aver condotto una vita buona ed esemplare, deve in questo schema considerarsi perduta se non accetta che il sacrificio sulla croce è stato fatto per lui personalmente come sua completa salvezza.
Queste idee sono totalmente estranee a Gesù. Neppure un piccolo indizio di questa cosiddetta dottrina cristiana della salvezza si può trovare nel sermone della montagna, la quintessenza del messaggio di Gesù, o nella preghiera del signore, il padre nostro, oppure nelle parabole tradizionali predicate da Gesù!
A Gesù non interessava costruire una filosofia che potesse basarsi sulla sua vita e sul suo messaggio, che potesse liberare la gente dale sofferenze dell’esistenza terrena. Egli visse realmente ciò che aveva insegnato: tolleranza in qualunque momento, cura per la felicità e il beneficio degli altri esseri (umani e animali), dare e condividere, assenza di egoità nell’aiutare gli altri a portare il fardello della sofferenza, un amore universale ed incondizionato per tutto. Questa è la via di perfezione che Gesù dimostrò nella sua vita.”


Fosco Del Nero



Bibliografia essenziale



Elizabeth Clare Prophet,
Gli anni perduti di Gesù, ed. Il Punto d'incontro











Parahamansa Yogananda,
Lo Yoga di Gesù, Astrolabio edizioni









Fosco Del Nero,
Il significato esoterico dei Vangeli, Youcanprint Edizioni











Holger Kersten,
La vita di Gesù in India, Verdechiaro edizioni









Anne e Daniel Meurois-Givaudan,
L'altro volto di Gesù, Amrita edizioni









Levi H. Dowling,
Il Vangelo acquariano, L'età dell'Acquario









Eugene E. Whitworth,
La vita segreta di Gesù, Macroedizioni









Daniel Meurois,
Il libro segreto di Gesù, Amrita edizioni