martedì 13 ottobre 2015

Le stagioni dello Spirito (parte seconda)

Le stagioni dello Spirito
(parte seconda)


Abbiamo fatto menzione prima delle minori eccezioni che esistono al metodo principale attraverso cui normalmente il karma viene smaltito.
Vi sono due tipi di circostanze in cui il debito karmico può essere estinto da altri che non ne siano i diretti responsabili.
Il primo si ha nei casi in cui esso viene contratto coscientemente e deliberatamente, sotto forma di un sacrificio compiuto per risparmiare ad altri la necessità di compiere azioni che sarebbero karmicamente pregiudizievoli.

L'epoca atlantidea

Un esempio può essere tratto dal periodo intermedio dell'epoca atlantidea. Già allora, più di duecentomila anni fa, l'umanità aveva raggiunto un livello di sviluppo scientifico paragonabile a quello odierno. L'uomo possedeva la capacità di produrre la fissione e la scissione dell'atomo, la tecnologia dei gas inerti veniva ampiamente usata per i viaggi aerei e per la produzione illimitata di energia e le tecnologie della comunicazione erano forse anche più avanzate di quelle di oggi.
In quel lontano periodo, l'umanità era minacciata da una forma di vita che si stava estendendo sul pianeta e minacciava di coprirne tutte le aree abitate. La forma di vita in questione era un'immensa forma pensiero, in grado di materializzarsi grazie alle condizioni che allora prevalevano sulla Terra. Centinaia di queste gigantesche masse di tessuto vivente erano sparse sulla superficie terrestre e consumavano grandi quantità di sostanze vegetali per sopravvivere. Le potete immaginare come creature informi gigantesche, alcune delle quali superavano il chilometro di lunghezza, che con un lento movimento avanzavano sulla Terra, divorando qualsiasi pianta o albero incontrassero sul loro cammino e lasciandosi dietro una striscia di terreno assolutamente priva di vita.

L'uomo era perfettamente a conoscenza del fatto che gli alberi erano indispensabili per il mantenimento nell'atmosfera del necessario livello di ossigeno e che senza dii essi questo sarebbe presto cominciato a scarseggiare. Un'attenta analisi del problema rivelò che questo pericolo era del tutto reale e si decise di prendere gli appropriati provvedimenti per eliminare la minaccia di estinzione che gravava non solo sull'uomo, ma anche sulle altre forme di vita che allora esistevano sul pianeta. Una soluzione drastica e disperata sembrava la sola praticabile, cioè la distruzione di quelle creature gigantesche per mezzo di esplosioni atomiche.
Anche se i principi dell'energia nucleare erano ben compresi, fin a quel momento si era sempre preferito evitare un'esplosione atomica e le reazioni a catena erano state studiate solo sotto condizioni strettamente controllate, simili a quelle esistenti negli attuali reattori nucleari. A causa di questa mancanza di esperienza non era possibile prevedere né la potenza dell'esplosione prodotta da una certa quantità di materiale fissile, né il livello di radioattività che ne sarebbe derivato. D'altra parte, si voleva evitare di fare degli esperimenti preliminari, perché la capacità di adattamento delle creature gigantesche era ben nota e si temeva che esse sarebbero state in grado di modificarsi in modo da sopravvivere alle nuove condizioni che si sarebbero create sul pianeta.

Si decise, dunque, per essere sicuri che le creature sarebbero state distrutte, di usare delle cariche esplosive estremamente potenti, nonostante i rischi posti dai residui radioattivi e dalla potente onda d'urto che avrebbe investito la Terra.

Gli uomini di quell'epoca comprendevano bene il funzionamento della legge karmica e sapevano, perciò, che la deliberata distruzione di queste gigantesche forme di vita, anche se primitive e prive dii pensiero, avrebbe generato un pesante karma per la razza umana, specialmente per quegli individui che si sarebbero direttamente occupati della realizzazione pratica del progetto. Naturalmente, nessuno voleva accettare di eseguire questo compito critico e denso di conseguenze karmiche. Solo pochi individui, mossi dall'amore per i loro fratelli, si offrirono volontari e fu su di essi che ricadde la maggior parte del karma negativo.

Con grande costernazione di tutti, le esplosioni causarono non solo la distruzione delle immense creature, ma anche quella di ogni forma di vita nel raggio di più di centocinquanta chilometri da ogni epicentro. Come se questo non bastasse, l'onda d'urto delle esplosioni ebbe tremendi effetti sulla stabilità della crosta terrestre, che sotto il suo impatto cominciò a deformarsi e a cedere, specialmente nelle aree geologicamente più instabili. Una di queste aree attraversava quasi per intero la stessa Atlantide, e quando la lunga serie di terremoti e maremoti finalmente terminò, si scoprì con raccapriccio che quasi un quinto del continente atlantideo era stato sommerso e che più di un terzo della popolazione era stato distrutto.

Il debito karmico contratto dai volontari si rivelò improvvisamente molto più grande di quanto fosse stato previsto. Alcuni di loro non riuscirono a sopportare il dolore di un tale disastro e posero fine alla loro vita. Altri impazzirono. Pochi riuscirono a convivere con il terribile rimorso per ciò che avevano fatto, ma non furono mai più quelli di prima. Tutte le loro vite successive furono dominate dal bisogno di espiare la terribile colpa che si portavano dentro. Molte di queste anime si trovano oggi sulla Terra e conducono vite di sacrificio per i loro fratelli. Esempi di questo sono stati Gandhi e il dottor Schweitzer, che con le loro vite completamente votate al sacrificio per gli altri. hanno per l'appunto tentato di saldare parte del debito karmico contratto in quella terribile distruzione.

Non desideriamo passare per degli inventori di storie. Abbiamo riportato il racconto precedente al solo scopo di illustrare che delle anime nobili possono volontariamente decidere di compiere delle azioni che avranno delle conseguenze karmicamente negative e che, in questi casi, vi è la possibilità che parte del karma in tal modo contratto venga loro risparmiato. Fu proprio questo che avvenne per i pochi volontari che si assunsero un compito tanto ingrato, mossi dalla compassione per i loro fratelli. Quanto detto non significa che il karma venga annullato, perché questo non sarebbe possibile, in quanto esso può essere smaltito solo quando si scarica attraverso il corpo di qualche essere. Nel caso in questione, alcune grandi entità, spiritualmente molto più evolute dell'uomo, accettarono di accollarsi il karma ricaduto sugli individui che si erano offerti volontari. Grazie a ciò, costoro non dovettero soffrire nella stessa misura in cui avrebbero altrimenti dovuto.

La decisione di permettere il trasferimento karmico era di competenza dei Signori del Karma. Se questi non avessero dato loro il permesso, allora i volontari avrebbero dovuto subire tutte le conseguenze di ciò che avevano compiuto. Non è da escludere che il tentativo dii smaltire un karma di tale entità avrebbe potuto distruggerli spiritualmente, ponendo fine all'esistenza delle loro anime come entità separate.

L'esempio di Gesù


Vi è un altro esempio in cui una buona porzione del karma razziale è stata smaltita da un essere spiritualmente molto progredito: mi riferisco al Maestro di Galilea, la cui morte sulla croce alleggerì il karma di ogni singolo componente del genere umano. L'affermazione biblica che "Cristo è morto per i nostri peccati" contiene, perciò, una certa verità. In questo caso, la decisione di permettere al Maestro di accollare su di sé parte del karma dell'umanità non spettò ai Signori del Karma, in quanto in Gesù era incarnato lo stesso Spirito Cristico, o Logos Divino, che poté assumersi direttamente la responsabilità di decidere.

Ambedue queste circostanze ricadono nella stessa categoria in cui, per ragioni speciali, un'entità progredita può decidere di sopportare il karma di una o più anime meno avanzate.

La seconda categoria, e questa è l'unica altra eccezione alla regola generale, è quella per cui l'amore fra due esseri è così grande, che uno dei due decide di prendere su di sé parte del peso che l'altro porta. Richieste di questo genere non vengono spesso accolte e, quando lo sono, ciò avviene in genere perché il richiedente si è in passato distinto per la sua attitudine amorevole ed altruistica verso i suoi fratelli.

Il Grande Pentacolo


L'episodio della distruzione dell'Atlantide è stato riferito anche per illustrare una delle cinque esperienze fondamentali dell'umanità su questo pianeta. Essa forma, insieme alle altre quattro - la tribolazione, il diluvio, la tentazione e la trasformazione - quello che viene chiamato il Grande Pentacolo.

Il numero cinque possiede un enorme significato per il genere umano, non solo per quanto riguarda il Grande Pentacolo, ma anche perché riveste un ruolo centrale in molte strutture e simboli importanti della sua evoluzione.

Un esempio è quello della Grande Piramide di Giza, che è il tempio più sacro che sia mai stato eretto sulla Terra. Essa fu costruita sotto la diretta supervisione dello stesso Creatore e le sue strutture contengono simbolicamente l'esatta descrizione della storia dell'umanità, dal tempo di Mosè fino ai mille anni di gloria che seguiranno la tribolazione.

La piramide è, naturalmente, con i suoi cinque vertici, la rappresentazione architettonica del numero cinque. Ma il suo simbolismo va ben oltre questo. La sua proiezione a terra è un quadrilatero. Il numero quattro rappresenta sempre il piano terreno, con le sue limitazioni, le sue manchevolezze, le sue rivalità ed il suo egoismo. Gli individui la cui natura esprime il quattro sono sempre in contrasto con l'ambiente e con le persone che sono intorno a loro. Tendono a pensare che gli altri "si comportano male" e quest'impressione è reciproca.  Non è un caso che il quadrato o il rettangolo siano le forme geometriche preferite per il frazionamento  dei terreni e delle proprietà in generale,, in quanto il concetto di proprietà separata è in linea con la rivalità e la separatività insite nel numero quattro.

Ma nella piramide quello superiore porta il numero totale dei vertici a cinque. Esso genera anche quattro triangoli, ed in occultismo è cosa ben nota che il triangolo possiede un significato spirituale della massima importanza, che chiunque abbia occhi per vedere può scoprire. Tale significato riguarda la triplice natura dell'uomo - fisica, emotiva e mentale - che può essere ritrovata in qualunque cosa sia fatta ad "immagine di Dio", in quanto il Creatore di tutto ciò che esiste si manifesta sempre in modo triplice. Questo è illustrato anche dalla Trinità dei Cristiani, in termini di Padre (corrispondente alla Volontà, alla Creatività ed al corpo fisico), di Figlio (l'Amore Divino o Coscienza Cristica) e di Spirito Santo (l'aspetto mentale).

Dirò molto di più sul significato dei numeri, più avanti in questo libro, ma prima voglio ritornare al grande Pentacolo delle esperienze razziali, per descrivere una dii esse in maggior dettaglio.

Abbiamo detto che il Grande Pentacolo è costituito dalla tentazione, dal diluvio, dalla distruzione (dei grandi animali), dalla tribolazione e dalla trasformazione, in questo esatto ordine. I primi tre eventi sono avvenuti in passato, la tribolazione sta avvenendo adesso e la trasformazione avrà luogo dopo i mille anni di gloria che seguiranno l'attuale periodo di caos.


La Tentazione

La nostra attenzione deve adesso rivolgersi al primo di questi eventi, quello che abbiamo definito la tentazione. Anche se il suo ricordo storico è ormai andato perduto, ancora si conservano sparute testimonianze dei fatti che essa comportò. tutto ciò che se ne sa oggi fu comunicato all'uomo per rivelazione diretta, in epoca molto successiva a quella in cui avvennero gli eventi.


La Bibbia ebraico-cristiana si riferisce a questo periodo quando afferma che "i Figli di Dio posarono i loro occhi sulle Figlie dell'Uomo". Molti studiosi hanno cercato di interpretare questo passo, ma con scarso successo. Il miglior resoconto degli avvenimenti è quello riportato nel Libro di Enoc, che fu però rifiutato dai primi ecclesiastici.

Brevemente la storia è la seguente. L'uomo ha cominciato ad esistere nella sua forma attuale circa dieci milioni di anni fa; all'inizio non era soggetto come adesso ai processi dell'invecchiamento e della morte. Se fosse stato altrimenti, la scintilla della vita dentro di lui si sarebbe presto estinta e sarebbe stata riassorbita nel corpo del Creatore, per essere riproiettata in una forma diversa. All'epoca l'uomo non possedeva un' "anima", una "scintilla" in grado di sopravvivere alla disintegrazione del corpo fisico.

I primi uomini non erano sessualmente differenziati. Ogni entità possedeva sia le caratteristiche maschili che quelle femminili, pressoché in misura eguale. Essi erano come bambini innocenti e da tali conducevano la loro vita. Le leggi della creazione venivano universalmente ed istintivamente seguite, perché non era ancora sorta nessuna tentazione di agire in modo diverso. E' questo periodo di innocenza che il Giardino dell'Eden della Genesi simbolizza. Adamo, prima che Eva fosse creata da una sua costola, era il simbolo dell'ermafrodita, che possedeva ambedue i sessi. Dopo che l'umanità si fu sufficientemente acclimatata alle condizioni della terra, le entità a cui era stata affidata in cura, decisero di dare inizio alla fase successiva.

E' bene a questo punto sottolineare che l' "esperimento umano" non è mai stato lasciato a se stesso e che non è mai stato permesso che imboccasse un vicolo cieco. Fin da prima che l'uomo cominciasse a respirare su questo pianeta, esisteva un piano ben preciso per il genere umano, piano che è sempre stato precisamente seguito attraverso tutte le vicissitudini che hanno caratterizzato la storia dell'umanità.

Gran parte di questo piano è al di là della capacità di comprensione dell'uomo a questo stadio. Alcuni suoi aspetti devono rimanere nascosti ancora per qualche tempo. Ma le sue linee generali possono essere svelate, così che il lettore possa meglio capire la posizione che l'umanità occupa nel cosmo. Cominciamo con il dire che fra le miriadi di pianeti su cui esiste la vita in questa galassia, il concetto di "emotività" è conosciuto solo sulla Terra. Solo qui, su questo granello di polvere cosmica che molte razze extra-terrestri considerano dimenticato da Dio, ed i cui abitanti sono ritenuti così poco sviluppati da essere appena degni di nota, le nozioni di odio, paura, amore personale, avidità e pietà posseggono un significato di tali termini.

A cosa è dovuta questa differenza fra il genere umano e le razze cugine degli altri pianeti? La risposta va ricercata nel grande piano per l'umanità che prima abbiamo menzionato. Le entità alla guida dell'evoluzione del pianeta (che risiedono su un piano molto più elevato di quello terreno), avevano notato che in tutte le civiltà più progredite il lato più sviluppato del triangolo, che costituisce la totalità di ogni essere, era quello mentale. In esse alla base dell'evoluzione vi era sempre stata la comprensione delle leggi divine. Per esempio, nelle razze più progredite della galassia non viene mai deliberatamente fatto del male ad un'altra creatura, ma ciò avviene solo perché la Legge del Karma viene profondamente compresa, non perché vi siano vero amore o vera compassione per gli altri. Questi gruppi galattici comprendono il concetto dell'amore divino con le loro menti e sanno che è ad esso che devono la loro stessa esistenza, ma non riescono a sentirlo, perché nel loro mondo la possibilità di sviluppare emozioni non esiste.

A causa di questa situazione, le grandi entità che si occupano dell'evoluzione del pianeta decisero che avrebbe dovuto esserci almeno una civiltà in grado di esprimere pienamente l'amore divino sul piano sul quale esiste (che è lo stesso delle altre razze galattiche descritte), anche perché questo sarebbe servito a mostrare alle altre razze più mentalmente orientate di cosa l'amore possa essere capace.

Alla razza umana fu chiesto se era disposta ad accettare la sfida di imparare a manifestare l'amore divino al suo livello e la risposta fu affermativa. Esisteva la piena consapevolezza che la cosa non sarebbe stata facile, che vi sarebbero stati molti ostacoli da superare e che l'uomo avrebbe dovuto sopportare molta sofferenza lungo il cammino, ma la sfida fu accettata e fu dato inizio alla realizzazione del programma.













  






































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