martedì 28 luglio 2020

RITORNO ALL'UNITA'

RITORNO ALL'UNITA'



E' parte dell'esperienza umana, anche se non la si percepisce come tale, l'interconnessione tra tutti gli elementi, non solo di natura, ma soprattutto quella che raggiunge ognuno di noi, volenti o nolenti, in tutti gli aspetti della vita quotidiana: la si riconosce nelle relazioni sociali, nei rapporti economici tra gli individui e le nazioni, nella propagazione e nella diffusione delle informazioni fruibili ormai a livello planetario in tempo reale attraverso internet, nella coabitazione delle diverse specie di esseri viventi sul pianeta, ognuna necessaria all'altra per la sopravvivenza di tutti gli individui all'interno dei gruppi di specie e sottospecie animale e vegetale.
Eppure, nello sguardo dell'uomo divenuto nel corso della sua evoluzione "sapiens-sapiens", sussiste ancora la separazione; anzi, si potrebbe dire con certezza che proprio lo sviluppo del suo sguardo sul mondo ha favorito sempre più l'attenzione al particolare, alla separazione dei saperi, alla divisione e all'ulteriore suddivisione delle conoscenze, fino a parcellizzare talmente la visione dell'intero, da perderne infine il senso, al punto da non riuscire più a descrivere il cerchio perfetto che unisce tutte le cose, s-oggettivandolo non più come linea curva insistente attorno al proprio centro, ma come serie infinita di puntini separati, rotanti intorno ad un ipotetico fuoco immaginario e al suo inconsistente nulla!
Giusta o sbagliata che sia simile eccentrica prospettiva, così è e così doveva essere! Potremmo anzi esonerarci dal giudicare positivamente o negativamente tale processo, proprio in quanto parte della stessa chiarificazione evolutiva che porta ogni elemento senziente all'interno del sistema, all'osservazione dei fenomeni che lo riguardano e dentro i quali esso stesso fluttua e nuota, proprio come il pesce nell'acquario!
Ma poiché ogni elemento che sia parte del Tutto soggiace alle stesse leggi che lo governano, accade che, essendo l'Amore Universale la pompa vitale di tutta la Creazione esso, nel piccolo come nel grande, funzioni alla stessa stregua di quello, cioè come una pompa: espansione e contrazione divengono il moto e il canale attraverso cui il soffio vitale percorre e irrora ogni più remoto anfratto della sua stessa Opera! In tal moto e secondo tali stessi meccanismi si muove l'esperienza umana, nonostante ne possa essere del tutto inconsapevole; ciò accade quindi anche per ciò che afferisce all'ambito mentale e intellettivo, luogo deputato alle facoltà proprie della conoscenza razionale, così come all'ambito del discernimento spirituale, sede della mente Superiore. Mentre il primo per sua stessa natura scinde, separa e disseziona il tutto in singoli elementi, allo stesso modo il secondo unisce, contempla e si esime da ogni tipo di giudizio, riportando tutto ciò che il primo moto separava all'unitarietà, riconoscendo tuttavia nell'unità la varietà e la complementarietà che la abitano e le danno forza e vigore sostanziale.
Espansione e contrazione dunque, come il respiro dell'Universo, fanno parte anche dell'esperienza umana la quale, a spirali successive e via via sempre più elevate, acquisisce sempre maggior consapevolezza e gradi di comprensione secondo le leggi che governano l'Ordegno Universale. 
La sintesi che l'umanità oggi è chiamata a compiere corrisponde al movimento centripeto o di contrazione che riporta tutto verso il Centro originario dal quale - avendone esaminato e destrutturato ogni fenomeno  fino al massimo del possibile - si era sempre più allontanata.

Ecco il senso delle parole ispirate - a mio avviso - di Masanobu Fukuoka, di cui ancora una volta voglio riportare un capitolo dal suo libro La rivoluzione del filo di paglia.
La scienza e quindi il pensiero umano attraverso cui è stato possibile dissezionare la materia con il processo analitico e separativo, oggi sembra essere arrivata al punto fatale del suo compito, rischiando di far smarrire all'umanità lo sguardo dell'insieme, il quale peraltro s'impone come unica salvezza, onde evitare il collasso totale e irreversibile della nostra specie e del pianeta. 

In questo periodo così tragico e delicato in cui l'uomo continua a sfidare le leggi di natura, nel pernicioso tentativo di controllare e di manipolare ogni fenomeno ad esso connaturato, dal clima alla stessa genetica umana, attraverso l'intromissione di fluidi invasivi nell'organismo, con lo scopo di modificarne il DNA e il RNA, creando Trans-umani docili, obbedienti e asserviti ai loro Padroni, mai parole più appropriate sembrano essere state espresse da questo piccolo grande uomo che ha visto, prima di chiunque altro, l'unico futuro possibile per la Terra e i suoi abitanti: tornare alla terra madre con gli occhi incantati del bambino che è in noi!

Dinaweh





LA CULTURA DEL POPOLO SI FONDA SULLA CONOSCENZA
DI COME SOPRAVVIVERE IN UN AMBIENTE SPECIFICO.
LA NATURA NEL SUO INSIEME E' MODELLATA
DA OGNI ESSERE COME LA FORMA DELL'ACQUA E' MODELLATA DAL PESCE 
E CIASCUNO DEI NOSTRI MOVIMENTI CREA ONDE E TRASFORMAZIONI.
LA NATURA E' UN ORGANISMO: E' DAPPERTUTTO.
GLI OCCIDENTALI CERCANO DI RAPPRESENTARLA DIVIDENDOLA 
E STENDENDOLA SU UNA LINEA PER ESAMINARLA A PEZZETTI.
SEMBRANO SEMPRE "GENTE CHE STA FUORI 
CHE CERCA DI GUARDARE COSA C'E' DENTRO".
APRIRSI ALLA NATURA, ABBANDONARVISI, DISSOLVERSI,
SCORRERE E RIPRENDERE FORMA CON LEI.
QUESTO E' IL MODO CON CUI SI CREA LA NOSTRA IDENTITÀ
 SENZA CREARE NULLA.
MOLTA GENTE NON CAPISCE CHE IL MONDO NATURALE NON E'
UN MONDO LIBERO COME GLI OCCIDENTALI INTENDONO LA LIBERTÀ.
IL MONDO NATURALE FUNZIONA SECONDO LEGGI NATURALI 
E CI SONO MOLTI CICLI DEL MONDO NATURALE
CON CUI SI DEVE VIVERE IN ARMONIA.
QUELLO CHE BISOGNA RICERCARE E' UNA LIBERTÀ 
ALL'INTERNO DI QUESTI CICLI E DI QUESTE LEGGI.
E' UNA LIBERTA' CHE SI FA FATICA A IMMAGINARE
E CHE E' MOLTO PIU' GRANDE
DI QUELLA DI CUI MOLTA GENTE SINO AD OGGI HA FATTO ESPERIENZA.









   
 
  






NUBI VAGANTI E L'ILLUSIONE 
DELLA SCIENZA

Questa mattina sto lavando le cassette per gli agrumi lungo il fiume. Mentre mi chino su una roccia piatta, le mie mani sentono il freddo dell'acqua in autunno. Le rosse foglie dei sommachi (Rhus) lungo l'argine si stagliano nel celeste del cielo autunnale. Sono colpito dalla meraviglia per l'inaspettato splendore dei rami contro la volta celeste.
Dentro questa scena casuale è presente l'intero mondo dell'esperienza. Nell'acqua che scorre, il fluire del tempo, tra l'argine di sinistra e l'argine di destra, lo splendere del sole e le ombre, le foglie rosse e l'azzurro del cielo: tutto appare dentro il libro sacro e silenzioso della natura. e l'uomo è un'esile canna che pensa.
Quando si mette ad analizzare "che cosa" è la natura, deve allora chiedersi cosa sia quel "che cosa" e cosa sia quell'uomo che indaga che cos'è quel "che cosa". In altre parole va verso un mondo di infiniti interrogativi.
Cercando di arrivare a una chiara comprensione di cos'è che lo riempie di meraviglia, che cos'è che lo stupisce, egli ha due vie possibili da seguire. La prima è guardare profondamente in se stesso, a colui che fa la domanda: "Che cos'è la natura?".
La seconda è di esaminare la natura separatamente dall'uomo.
La prima via conduce nel regno della filosofia e della religione. Osservando con lo sguardo vacante, non è innaturale vedere l'acqua che scorre dall'alto in basso, ma non c'è nessuna inconsistenza nel vedere l'acqua come se stesse ferma e come se il ponte scorresse via.
Se, d'altra parte, seguendo la seconda via, la scena viene separata in una varietà di fenomeni naturali, l'acqua, la velocità della corrente, le onde, il vento e le nuvole bianche, tutte queste cose isolatamente diventano oggetti di analisi, che portano ad ulteriori interrogativi che si propagano in tutte le direzioni. Questa è la via della scienza.
Il mondo era semplice. Appena notavi passando che ti eri bagnato, sfiorando le gocce di rugiada, mentre andavi in giro sui prati. Ma dal tempo in cui la gente dette mano all'impresa di spiegare scientificamente questa sola goccia di rugiada, intrappolò se stessa in quell'inferno senza fine che è la razionalità.
Le molecole d'acqua sono fatte di atomi di idrogeno ed ossigeno. La gente un tempo credeva che le più piccole particelle del mondo fossero gli atomi, ma poi scoprì che c'era un nucleo dentro l'atomo. Ora hanno scoperto che dentro il nucleo ci sono particelle ancora più piccole. Fra queste particelle nucleari ve ne sono diverse centinaia di tipi e nessuno sa dove finirà l'analisi di questo universo infinitamente piccolo.
Si afferma che la maniera con cui gli elettroni orbitano a velocità altissime nell'atomo assomiglia esattamente al volo delle comete nella galassia. Per il fisico atomico il mondo delle particelle elementari è un mondo vasto come tutto l'universo. Eppure è stato dimostrato che oltre a questa stessa galassia immediata in cui noi viviamo vi sono numerosissime altre galassie. Agli occhi del cosmologo, allora, la nostra intera galassia diventa infinitamente piccola.
Quelli che pensano che una goccia d'acqua sia semplice o che una roccia sia immobile e inerte sono degli stupidi beati e ignoranti e lo scienziato che sa che la goccia d'acqua è un grande universo e la roccia un mondo in attività di particelle elementari che scivolano come razzi, è uno stupido. Guardato con semplicità, questo mondo è reale e a portata di mano. Visto come una cosa complicata il mondo diventa paurosamente astratto e distante. 
Gli scienziati che si sono rallegrati quando furono portati giù dei sassi dalla luna, hanno meno comprensione della luna dei bambini che cantano forte, "Quanti anni hai Signora Luna?" Basho* riusciva a percepire la meraviglia della natura guardando il riflesso della luna piena nella tranquillità di uno stagno. Tutto quello che fecero gli scienziati quando uscirono nello spazio e se ne andarono barcollando nei loro stivali spaziali, fu di appannare un po' lo splendore della luna per milioni di innamorati e di bambini sulla Terra.
Com'è che la gente crede che la scienza faccia del bene all'umanità?
Prima i cereali venivano macinati e si faceva la farina in questo villaggio con un mulino a pietra che veniva fatto girare lentamente a mano. Poi un mulino ad acqua, che aveva una velocità e capacità di macinazione incomparabilmente maggiore del vecchio macinino di pietra, fu costruito per utilizzare la forza della corrente del fiume. Diversi anni fa venne fabbricata una diga per produrre energia elettrica e venne costruito un mulino azionato elettricamente.
Come credi che questa tecnologia avanzata lavori a beneficio degli esseri umani?
Per macinare il riso e trasformarlo in farina, viene prima lucidato: cioè trasformato in riso bianco. Ciò significa sbucciare il chicco, togliere il germe e la crusca, che sono la base della salute e tenere gli scarti.**.
E così il risultato di questa tecnologia è la divisione del chicco intero in sottoprodotti incompleti. Se il riso bianco troppo facilmente digeribile diventa l'alimento quotidiano principale, l'alimentazione manca di sostanze nutritive e diventano necessarie delle integrazioni dietetiche. La turbina e l'industria molitoria fanno il lavoro dello stomaco e degli intestini e per conseguenza impigriscono questi organi.
Coi carburanti è lo stesso. Il petrolio greggio si forma quando il tessuto di antiche piante sepolte profondamente nella terra viene trasformato dalla grande pressione e dal calore. Questa sostanza viene estratta dal deserto, spedita a un porto per mezzo di un oleodotto e poi trasportata via nave in Giappone e trasformata in gasolio o cherosene da una grande raffineria.
Cosa pensate sia più veloce, faccia più caldo e sia più conveniente, bruciare questo cherosene o invece rami di cedro o di pino che crescono davanti casa?*** Il combustibile è fatto della stessa materia vegetale. Il gasolio e il cherosene hanno solo fatto un cammino più lungo per arrivare fin qua.
Ora cominciamo a dire che i combustibili fossili non bastano e dobbiamo sviluppare l'energia nucleare. Cercare il poco minerale di uranio che c'è, arricchirlo per trasformarlo in combustibile radioattivo e bruciarlo in un'enorme caldaia atomica non è facile come bruciare foglie secche con un fiammifero da cucina. Inoltre, il fuoco del caminetto lascia soltanto ceneri, ma quando ha bruciato un fuoco nucleare, le scorie radioattive restano pericolose per molte migliaia di anni.
Lo stesso principio rimane valido in agricoltura. Fai crescere una pianticella di riso delicata e grassa in un campo inondato e avrai una pianta facilmente attaccata dagli insetti e dalle malattie. Se si usano varietà di seme "migliorate" si deve fare assegnamento sull'aiuto di insetticidi e fertilizzanti chimici.
D'altra parte se si coltiva una pianta piccola e forte in un ambiente sano, queste sostanze chimiche non sono necessarie.
Lavora un campo di riso inondato con un aratro o un trattore e il suolo diventa carente in ossigeno, la struttura del suolo si guasta, i lombrichi ed altri piccoli animali vengono distrutti e la terra si fa dura e senza vita. Quando succede questo il campo deve essere rivoltato ogni anno.
Ma se viene adottato un metodo in cui la terra si coltiva da sola naturalmente, non c'è alcun bisogno di un aratro o di una macchina operatrice.
Dopo che il suolo vivente è stato bruciato e ripulito di materia organica e di micro-organismi, diventa necessario l'uso di fertilizzanti a rapido effetto. Se vengono usati i concimi chimici il riso cresce presto e alto, ma così fanno anche le erbacce. Allora si danno i diserbanti e si crede che siano utili.
Ma se si semina il trifoglio insieme al cereale e tutta la paglia e i residui organici vengono restituiti alla superficie del campo come pacciame, si possono ottenere delle produzioni senza diserbanti, concimi chimici o composti preparati.
Nell'agricoltura c'è poco di cui non si possa fare a meno. Concimi preparati, diserbanti, insetticidi, macchine: tutte queste cose sono inutili. Ma se si crea una condizione in cui diventano necessarie, allora si è costretti a ricorrere al potere della scienza.
Ho dimostrato nei miei campi che l'agricoltura naturale produce dei raccolti che tengono testa a quelli della moderna agricoltura scientifica. Se i risultati dell'agricoltura non attiva sono concorrenziali con quelli della scienza, a una frazione dell'investimento in mano d'opera e risorse produttive allora dov'è il vantaggio della tecnologia scientifica?


Note:

*    Un famoso poeta giapponese di haiku (1644-1694);

**  In giapponese l'ideogramma per scrivere scarti, che si pronuncia kasu, è composto di radici che significano "bianco" e "riso"; la parola che sta per crusca, nuka, è composta di "riso" e "salute";

*** Attualmente gran parte del mondo si trova davanti a una carenza di legna da ardere. Nell'argomento di Fukuoka è implicita la necessità di piantare alberi. Più in generale Fukuoka propone delle risposte semplici e dirette alle necessità della vita quotidiana.





Masanobu Fukuoka, La rivoluzione del filo di paglia, Libreria editrice Fiorentina - Quaderni d'Ontignano, ristampa 2019, pp. 179-184.




 

lunedì 20 luglio 2020

MASANOBU FUKUOKA: SERVI SEMPLICEMENTE LA NATURA E TUTTO ANDRA' BENE

MASANOBU FUKUOKA


SERVI SEMPLICEMENTE LA NATURA
E TUTTO ANDRA' BENE

L'esagerazione dei desideri è la causa fondamentale che ha portato il mondo all'attuale situazione.
Presto, invece che piano; più, invece che meno: questo "sviluppo" tutto apparente è legato in modo molto diretto all'incombente collasso della società. In pratica è servito soltanto a separare l'uomo dalla natura. L'umanità deve smettere di lasciarsi andare al desiderio di possessi e guadagni materiali e muoversi invece verso una consapevolezza spirituale.
L'agricoltura deve passare dalle grandi attività meccanizzate a piccoli poderi basati soltanto sulla vita stessa. all'esistenza materiale e alla dieta alimentare si dovrebbe dare un posto semplice. Se si fa questo il lavoro diventa piacevole e lo spazio per il respiro spirituale abbondante. 
Più il contadino ingrandisce la scala delle sue attività e più il suo corpo e spirito si disperdono e inoltre si allontana da un'esistenza moralmente soddisfacente. Una vita di agricoltura su piccola scala può apparire primitiva, ma vivendola diventa possibile contemplare la Grande Via* (*La via della luce di coscienza che implica l'attenzione e la cura per le attività ordinarie della vita di ogni giorno).
Io credo che se uno entra a fondo nell'ambiente che lo circonda immediatamente e nel piccolo mondo di tutti i giorni in cui vive, il più grande dei mondi si rivelerà.
alla fine dell'anno il contadino di una volta che coltivava un acro (4000 metri quadri) passava i mesi di gennaio, febbraio e marzo a caccia di conigli sui monti. Anche se lo chiamavano povero, aveva nondimeno questo genere di libertà. Le vacanze di Capodanno duravano circa tre mesi. Un po' alla volta cominciarono ad essere ridotte a due mesi, un mese e adesso Capodanno è diventato una vacanza di tre giorni.
La riduzione delle vacanze di Capodanno dimostra come sia diventato occupato il contadino e come abbia perso il suo tranquillo benessere fisico e spirituale. Nell'agricoltura moderna un contadino non ha tempo di scrivere una poesia o comporre una canzone.
L'altro giorno, mentre stavo facendo pulizia nel piccolo tempio del villaggio, fui sorpreso notando delle targhette appese al muro. Togliendo la polvere e osservando le lettere pallide e sbiadite, riuscii a decifrare dozzine di poesie haiku.
Anche in un villaggio piccolo come questo venti o trenta persone avevano fatto composizioni haiku e le avevano presentate come offerte. Questo è quanto la gente degli spazi aperti aveva nella sua vita nei vecchi tempi. alcuni dei versi devono essere vecchi di diversi secoli fa. Perciò erano stati scritti con tutta probabilità da contadini poveri, ma che avevano ancora il tempo di scrivere l'haiku
Adesso non c'è nessuno in questo villaggio che abbia abbastanza tempo da poter scrivere poesie. Durante i freddi mesi d'inverno solo pochi riescono a trovare il tempo per scivolare fuori un giorno o due e andare a caccia di conigli.
Nelle ore di svago, adesso, la televisione è al centro dell'attenzione, e non c'è assolutamente tempo per le semplici attività creative che rendevano ricca la vita quotidiana del contadino. Questo è ciò che intendo quando dico che l'agricoltura è diventata povera e debole spiritualmente, e si preoccupa solo dello sviluppo materiale.


Lao-Tze, il saggio Taoista, dice che una vita completa e buona può essere vissuta solo in un piccolo villaggio. Bodhidharma, il fondatore dello Zen, passò nove anni vivendo in una grotta senza darsi da fare in giro. Preoccuparsi di far soldi, espandersi, sviluppare, coltivare prodotti per il mercato e spedirli lontano non è un modo di comportarsi degno di un contadino. Essere qua e occuparsi con passione di un piccolo campo, in pieno possesso della libertà e pienezza di ogni giorno, quotidianamente: questa deve essere stata la via originaria dell'agricoltura.
Dividere l'esperienza a metà e chiamare una parte fisica e l'altra spirituale è una cosa che rende miopi e disorientati. La gente non vive schiava del cibo. Non possiamo sapere fino in fondo che cos'è il cibo. sarebbe meglio se la gente smettesse addirittura di pensare al mangiare. Analogamente sarebbe bene se la gente smettesse di preoccuparsi di scoprire il "vero significato della vita", non possiamo mai sapere le risposte alle grandi domande spirituali, ma è bene non capire. Siamo nati e stiamo vivendo sulla terra per guardare in faccia direttamente alla realtà del vivere.
Vivere non è altro che la conseguenza dell'esser nati. Qualunque cosa la gente mangi per vivere, qualunque cosa la gente creda di dover mangiare per vivere, è solo una cosa pensata. Il mondo che c'è è tale che se la gente mettesse da parte la propria volontà umana e invece si lasciasse guidare dalla natura non ci sarebbe nessuna ragione per aver paura di morire di fame.
Soltanto vivere, qui e ora: questa è la vera base della vita umana. Quando un'ingenua conoscenza scientifica diventa il fondamento dell'esistenza, la gente si mette a vivere come se dipendesse solo dagli amidi, dai grassi e dalle proteine e le piante dall'azoto, dal fosforo e dal potassio.
e gli scienziati, quanto più profondamente indagano la natura, quanto più lontano ricercano, alla fine arrivano solo a rendersi conto come sia perfetta e misteriosa in realtà. Credere che con la ricerca e l'invenzione l'umanità possa creare qualcosa di meglio della natura è un'illusione. Io penso che la gente stia facendo tutti questi sforzi solo per arrivare a conoscere quella che si potrebbe chiamare la vasta incomprensibilità della natura.
Per il contadino nel suo lavoro è lo stesso discorso: servire la natura e tutto andrà bene. Coltivare la terra una volta era un lavoro sacro. Quando l'umanità cominciò a decadere da questa condizione ideale, venne fuori la moderna agricoltura commerciale. Quando il contadino cominciò a coltivare i suoi raccolti per far soldi, dimenticò i veri fondamenti dell'agricoltura.


Ovviamente il commerciante ha un ruolo da svolgere nella società, ma la glorificazione delle attività commerciali tende ad impedire alla gente di identificare la vera fonte della vita. L'agricoltura, come occupazione che sta dentro la natura, si trova vicino a questa fonte. Molti contadini ignorano la natura, anche se vivono e lavorano in ambienti naturali, ma sembra a me che coltivare la terra offra molte opportunità per una maggiore consapevolezza.
"Se l'autunno porterà pioggia o vento non posso saperlo, ma so che oggi lavorerò nei campi". Queste sono le parole di una vecchia canzone di campagna. esprimono la verità dell'agricoltura come maniera di vivere. Non importa come sarà il raccolto, se ci sarà abbastanza da mangiare o meno, nel semplice fatto di gettare il seme e dedicarsi teneramente alle piante sotto la guida della natura, c'è la gioia. 


Masanobu Fukuoka, La rivoluzione del filo di paglia, Libreria editrice Fiorentina - Quaderni d'Ontignano, ristampa 2019, pp. 131-134.