giovedì 18 aprile 2019

SULLA FREQUENZA DELL'AMORE - Dinaweh



SULLA FREQUENZA DELL'AMORE


Dinaweh


Decisamente, "il mondo va dove deve andare..." Esordiva così una cara anima, durante una bella e interessante conferenza cui avevo assistito con la mia compagna e altri amici a Genova, qualche mese fa. 
In effetti aveva proprio ragione: il mondo va dove deve andare! E' solo tutta una questione di frequenze e vibrazioni. La materia stessa è suono, vibrazione, luce. Non possiamo nemmeno per un istante prescindere da questo legame intrinseco con la nostra più autentica e pura essenza! Che lo si voglia o no, noi siamo il risultato "matematico" di quelle stesse frequenze che esprimiamo a livello vibratorio col nostro pensiero. Il pensiero emette onde che influenzano il campo quantico entro cui siamo immersi e di cui facciamo parte: non tanto come elementi passivi sulla scena di questo mondo, ma come protagonisti attivi, in grado di piegare la realtà che ci circonda al nostro volere, tanto da dar forma, tra le miriadi di universi possibili, ad uno scenario unico, nell'istante brevissimo (qualche nano-secondo) della scelta che esprimiamo, entro cui diveniamo gli autori del nostro futuro, i registi, unici responsabili, della nostra scena.
Molti riterranno impossibile che accada una cosa simile! "Ma come?" -  alcuni si chiederanno:  - "Com'è possibile che io sia in grado di piegare la realtà al mio volere?! Ma se mi vanno tutte storte e non c'è verso che possa mai raggiungere la felicità!..."
Lo facciamo tutti i giorni, anzi un momento dietro l'altro, ogni attimo delle nostre giornate; lo facciamo con i gesti, con il tono della voce, con lo sguardo, quando accogliamo festosi con una risata di complicità e amicizia gli altri, o quando diamo fiato ad uno sbuffo, non appena qualcuno ci disapprova o si lamenta ad alta voce... 
Ogni spostamento del sopracciglio, ogni minimo pensiero, ogni sguardo sarà infatti capace di dar vita a scenari diversi e a portarci sulla via dell'autorealizzazione o all'autocommiserazione. Il pensiero è vibrazione, che poi si trasforma in parola, fino a quando non agiremo quella parola con i gesti, disvelando le tendenze della nostra anima agli occhi del mondo che ci circonda, attraverso immediate azioni concrete che susseguentemente metteremo in opera. 

...Il mondo va dove deve andare, quindi, proprio per lo stesso motivo per cui molti ritengono di non essere affatto protagonisti della propria vita e, lasciando le briglie sciolte, danno ad altri il potere di far sì che le cose accadano come "loro" vogliono che accadano... In quell'istante diveniamo per nostra stessa scelta (anche non scegliere è una scelta!) carne da macello, vittime della prevaricazione altrui, o ci sentiamo alla mercé della sfortuna che ci insegue senza sosta, senza darci ragione del perché ciò accada costantemente nella nostra vita.
"Il mondo vada dove deve andare" - diceva appunto Giuliano Falciani, nella sua conferenza - Siamo in grado di vibrare ad una frequenza diversa, se solo crediamo di essere i protagonisti attivi della realtà che NOI vogliamo creare, indipendentemente da ciò che accade là fuori, da ciò che  sembra non toccarci più, mentre rimane appiccicato a coloro che rimangono immersi nel brodo primordiale dell'inconsapevolezza.

Rimanere fermi sulla frequenza dell'Amore, stringere patti di amicizia con la natura, volgersi al suo grido disperato e preservarne la bellezza, presidiare i territori che viviamo con cura e amorevolezza, prenderci la responsabilità della salute del pianeta, a cominciare dai piccoli gesti di vita quotidiana, cominciando dai nostri simili, soprattutto dai bambini, che sono il futuro del mondo.
...Impedire che vengano messe in atto su di loro pratiche coercitive di controllo sulla salute, difendendoli dall'invasività di una scienza senza coscienza che vorrebbe indebolire il loro sistema immunitario con l'inoculazione nei loro giovani organismi di veleni sotto forma di "vaccini", impedire che venga compromessa a tutti i livelli la loro integrità psichica, fisica e spirituale, poiché da un albero malato non potranno che uscire frutti malati, così come da un albero sano, frutti sani!
...Dar loro fiducia e creare una nuova realtà che sia in grado di accogliere le loro istanze, tutte, a partire da quelle più recondite, che solo un bambino riesce ad esternare con innocenza e stupore: quelle che chiedono sul senso della vita, che partono dalle profondità delle loro anime, spesso più antiche e sagge di quanto potremmo immaginare.

Ricominciamo quindi ad essere noi i protagonisti, senza più delegare la nostra vita alle scelte sconsiderate di chi non ama la vita, inseguendo solo il proprio tornaconto personale a scapito della bellezza, dell'armonia e della fiducia nell'altro.
Cominciamo a coltivare noi stessi, le nostre emozioni profonde, cominciamo a coltivare i sentimenti di condivisione, di collaborazione, di aiuto reciproco, cominciamo a coltivare il senso della corresponsabilità gli uni nei confronti degli altri, non percependoci più separati tra noi, ma fili di un unico e immenso arazzo fatto di luci, colori e suoni diversi, ognuno essenziale per la riuscita dell'intero disegno. Insieme potremo coltivare e nutrire la Madre e da lei imparare la buona pratica della vita. Saremo come il buon seminatore, che sparge il seme, senza preoccuparsi di ciò che quel seme produrrà. Dopo aver bene dissodato il nostro giardino interiore, non potremo che raccogliere i migliori frutti.
Vi lascio dunque alla visione di questo bellissimo video e alle amorevoli cure di Antonio De Falco, maestro e amico, contadino contemporaneo, come ama definirsi lui, per me artista, filosofo, teologo, mistico della terra, viandante del Cielo!
Buona Rinascita, buona Pasqua!

Dinaweh





   
   

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