lunedì 16 aprile 2018

"MISSIONE COMPIUTA"? PROPRIO PER NIENTE, SIGNOR PRESIDENTE!


"MISSIONE COMPIUTA"?


PROPRIO PER NIENTE,
SIGNOR PRESIDENTE!

Dinaweh

Si è consumata nella notte tra il 13 e il 14 aprile scorso fa l'ennesima provocazione dell'Occidente nei confronti della Russia, con un vile attacco dal cielo premeditato da tempo ai danni della martoriata Siria, vittima dal 2011 di una guerra feroce e accanita che si combatte all'interno dei suoi confini, ostaggio del terrorismo islamico finanziato dalla CIA e dal Vaticano, con l'obiettivo malcelato da parte di USA, Israele e Paesi arabi del Golfo di rovesciare il governo legittimo e il suo presidente, Bashar Al Assad. 

L'attacco missilistico voluto dal presidente degli Stati Uniti d'America, con la complice e attiva partecipazione del Regno Unito di Theresa May e della Francia, ostaggio del banchiere Macron, non ha sortito per nulla gli effetti desiderati. 
Motivo della missione militare, la distruzione delle armi chimiche possedute dalla Siria che, secondo il mainstream occidentale, sarebbero state usate dal regime di Assad contro la sua stessa popolazione. Prove? Nessuna, come al tempo di Bush, quando contro l'Iraq di Saddam Hussein il governo statunitense scatenò la seconda guerra del Golfo! 
Quest'ultima operazione militare, che potremmo definire una prova di forza tra le due antagoniste potenze mondiali, USA e Russia, non ha fatto altro che sancire la fine della supremazia tecnologica e militare dell'Occidente, nonostante le bugie raccontate dai media occidentali che commentano, RAINEWS in testa, l'operazione militare congiunta USA-GB-F come una "Missione compiuta", lasciando intendere che sia andata a buon fine: niente di più falso!
Nel giro di poche ore sono stati scagliati da navi, aerei e sommergibili della coalizione ben 115 missili, dei quali più di una settantina sono stati abbattuti dalla contraerea missilistica siriana, dotata di vecchi e obsoleti missili di fabbricazione sovietica, contro i missili di Trump, "belli, nuovi e intelligenti"...

Tutti i missili scagliati sugli aeroporti in funzione sono stati abbattuti; tutti, senza eccezione alcuna; tutti i bombardamenti mirati a distruggere installazioni, strutture militari, ponti, sono stati abbattuti. Soltanto una trentina di missili hanno centrato gli obiettivi, classificati dagli Americani come i siti in cui si costruivano armi chimiche, mentre invece risultano essere ex depositi e magazzini senza personale, né apparecchiature, sostanzialmente chiusi e inefficienti da tempo. Alla luce degli eventi i Russi, che avevano cessato ogni programma di aggiornamento militare con la Siria, paese amico, in virtù degli accordi internazionali sottoscritti precedentemente, si troveranno ora a rivedere le posizioni antecedenti questi ultimi accadimenti, fornendo la Siria e anche altri paesi amici degli ultimi modelli di contraerea missilistica, gli S300. Nonostante il Cremlino abbia saggiamente deciso di non intervenire direttamente nel conflitto per evitare scenari disastrosi e pericolosi a livello mondiale, il sistema di difesa russo è stato allertato e gli aerei sono stati fatti alzare in volo, nonostante non sia avvenuto alcun tentativo di colpire le basi russe o i sistemi russi di difesa. Insomma, i Russi si sono congratulati con l'esercito siriano che ha agito in piena autonomia, avendo dimostrato di essere in grado di infliggere una sconfitta senza precedenti all'aviazione americana, nonostante la dotazione di un sistema di difesa anti-missile non di ultima generazione.
A riprova di quanto accaduto e a differenza di quanto i giornali e i telegiornali continueranno a dichiarare in Italia, come in tutto il resto dell'Occidente, troverete alla fine di queste mie riflessioni il video del comunicato della Difesa russo, tratto da "Pandora tv".

L'attacco dunque è fallito. Quali prove a sostegno del possesso e dell'uso di armi chimiche da parte di Assad contro la sua stessa popolazione inerme? Nessuna! Perché allora tanto accanimento? Che cosa ha spinto Trump ad un'azione di forza di questa portata? Certamente il più discusso presidente degli Stati Uniti d'America ha voluto distogliere l'attenzione da sé, mostrando i muscoli alla sua gente, a quelli che lo vorrebbero morto, al cosiddetto "Deep State" per difendersi dalle accuse che gli piombano addosso da ogni parte, non da ultimo quella che gli viene mossa dall'ex capo dell'FBI James Comey nel suo ultimo libro, ove definisce il presidente come un uomo "immorale, prepotente e non legato in alcun modo alla verità". 
La guerra in Siria e l'accusa dell'uso delle armi chimiche da parte degli USA di Trump, serve per continuare la guerra, vendere armi, destabilizzare l'intera regione a discapito di Basher Al Assad e per compiacere Israele, l'Arabia Saudita e le altre potenze filo-occidentali del Golfo; lo afferma il vescovo di Aleppo, prendendo le distanze dall'establishment americano e occidentale.

E l'Italia che fa? Presta il fianco, naturalmente, ma lo fa al solito modo, cioè nel peggiore dei modi! Non partecipa direttamente alle operazioni belliche, ma mette a disposizione il MUOS, le enormi parabole militari americane della base di Niscemi in Sicilia, sostenendo servilmente il diktat imposto dagli extracomunitari americani che sono i veri padroni di casa. 
...Si augura e auspica la non escalation delle operazioni militari, ma condivide e sposa la causa, accetta e avvalora le bugie dei 'cani da guardia', spacciandole come dogmi, vendendole poi 'per buone' agli imbelli e rincitrulliti italioti da scie chimiche, canali radiotelevisivi, carta stampata e web a servizio del regime! La Sinistra totalmente in accordo con le posizioni dell'alleanza atlantica spiazza persino una parte della Destra, quella di Salvini, che è l'unico a dichiarare l'assurdità del bombardamento, mentre il Movimento 5 stelle rimane muto!!!
Andiamo bene! E intanto continuano a morire vittime innocenti in un Paese meraviglioso come la Siria, un Paese ricco di storia e luogo importante per l'evoluzione dell'umanità. 
Ma di questo parleremo in un post successivo.
Buona visione e arrivederci a presto!

Dinaweh




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