mercoledì 8 novembre 2017

A TE, MADRE


A TE, MADRE 


ARA

 ARA, madre nostra, 
dalle tue viscere scure e potenti
riemergi

e ridoni vigore a noi, Figli 
di Atlantide e Lemuria spersi

nel tuo stesso seno
invisibili i corpi
e le gesta dei migliori tra i tuoi,
confusi e decimati, 
morti viventi
di era in era
laceri e sconfitti
ignari della loro stessa sorte


lugubri i volti e senza più nome 
da sempre vaganti tra stuoli di eserciti, 
fogge di faraoni e misterici culti
e persino da te 
orfani e dimentichi,

- precipitata e cieca tu stessa -
ora con te risorgono

 e noi, che loro fummo,
anime scelte
esse stesse imprigionate
ritroviamo la Luce
nello sposalizio di te, Madre
con il Padre Cielo
tuo sposo e re.

Avvolta come sei del tuo manto nuziale
come di Miryam
la madre del Cristo Alato
ricolma di Grazia tu sei

un nuovo Angelo ti appresti a donare, 
frutto del tuo seno 
la sua forza e il suo vigore
all'ottava Superiore
insieme con Lui
fummo destinati a dispiegarci
in volo 




ARAMASS KOSTERIO RAMASYR
Gaia, 8 novembre 2017 


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